L'UTILIZZO DELLA XBOX 360 KINECT NELLA SCLEROSI MULTIPLA
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Facoltà di Farmacia e Medicina Sede di Latina Corso di laurea in Fisioterapia Presidente Prof. Francesco Pierelli Tesi sperimentale L’UTILIZZO DELLA XBOX 360 KINECT NELLA SCLEROSI MULTIPLA Relatore Laureanda Prof. Maria Cristina Gori Francesca Izzo Matr. 1242956 Anno Accademico 2010-2011
Introduzione Molti studi testimoniano che, in presenza di una disabilità, la capacità motoria funzionale può essere migliorata, mantenuta, o recuperata con una partecipazione costante alle esercitazioni motorie ed ai cicli di riabilitazione, tenendo presente che, però, la compliance a questi programmi preventivi e rieducativi al di fuori del setting ospedaliero è bassa. Data l'importanza delle cure sanitarie per coloro che presentano una disabilità, l'integrazione nella riabilitazione convenzionale di strumenti tecnologici, tra cui i videogiochi, sarebbe particolarmente utile per migliorare l'assistenza sanitaria. I progressi raggiunti dalle tecnologie informatiche e dai sistemi di informazione possono aiutare a raggiungere questo obiettivo migliorando le funzioni sensomotorie e cognitive con possibile influenza anche nelle attività di vita quotidiana. Dal momento che la tecnologia si sta integrando rapidamente con la maggior parte degli aspetti della vita, anche il modo di lavorare, di comunicare, l'educazione e la cura dei servizi sanitari sta cambiando. E’ molto probabile che le persone disabili avranno bisogno di interagire con una qualche forma di tecnologia informatica per svolgere attività di routine. Gli strumenti tecnologici hanno il potenziale di aumentare la partecipazione alla vita sociale e di migliorare, di conseguenza, la salute e gli esiti funzionali per queste persone appunto perché possono aumentare la loro capacità di eseguire una serie di compiti che hanno tradizionalmente presentato un ostacolo al loro vivere quotidiano. Un modo tangibile per dimostrare che la realtà virtuale, intesa come quella offerta dai videogiochi di ultima generazione, può massimizzare la funzione e la partecipazione per coloro che invecchiano con una disabilità è attraverso l'incorporazione dei risultati delle tre dimensioni d’invalidità dalla Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (ICF).
Condizioni di salute (presenza di una disabilità) Funzioni e strutture Attività Partecipazione - Sensomotorie - Fisiche - Qualità della - Cognitive - Autonomia intra ed extra vita moenia - Sociale Fattori ambientali Fattori personali - Ospedale, casa, - Età, peso, altezza, lavoro, comunità, sesso, razza, durata tecnologia del danno assistenziale Fig. 1 Modello ICF L’ ICF è uno strumento di classificazione innovativo, che è stato accettato da 191 Paesi come lo standard internazionale per misurare e classificare salute e disabilità. L’Italia è tra i Paesi che hanno contribuito alla sua creazione. Il carattere innovativo di questo strumento dipende dalla metodologia di approccio alla salute, non più centrata sulla menomazione o sul deficit, ma sul risultato finale atteso alla fine del processo di cura. Ci troviamo di fronte, quindi, ad un approccio di tipo “biopsicosociale” in cui la salute viene valutata complessivamente secondo tre dimensioni: o Biologica; o Individuale; o Sociale;
La disabilità viene intesa, infatti, come la conseguenza o il risultato di una complessa relazione tra la condizione di salute di un individuo, fattori personali e fattori ambientali che rappresentano le circostanze in cui egli vive. Ne consegue che ogni individuo, date le proprie condizioni di salute, può trovarsi in un ambiente con caratteristiche che possono limitare o restringere le proprie capacità funzionali e di partecipazione sociale. Quindi l’ICF correlando la condizione di salute con l’ambiente promuove un metodo di misurazione della salute, delle capacità e delle difficoltà nella realizzazione di attività, permettendo di individuare gli ostacoli da rimuovere o gli interventi da effettuare perché l’individuo possa raggiungere il massimo della propria autorealizzazione. Detto questo, l’applicazione di una realtà virtuale che si focalizza sulla ricerca e lo sviluppo di un programma terapeutico multimodale volto al trattamento di specifiche limitazioni dell’attività motoria, rappresenta un’opportunità unica per rispondere alla sfida lanciata dall’ICF, e cioè, di collegare le tre dimensioni(biologica, individuale, sociale) al fine di ridurre diversi aspetti della disabilità, sia concernenti la funzione (ad esempio, con esercizi volti al miglioramento della coordinazione e dell’equilibrio), che l’attività (ad esempio, migliorare la deambulazione con esercizi basati sul gioco), che la partecipazione (per esempio, giocando insieme alla famiglia aumentandone l’interazione). Quindi l'uso di giochi basati sulla realtà virtuale è in grado di fornire i mezzi per affrontare tutt’e tre le dimensioni dell’ICF dal momento che possono essere somministrati una serie di stimoli che possono essere sistematicamente quantificati in ogni fase di un intervento. Tutto questo riassume ciò che ci siamo proposti di fare in questo studio e cioè integrare le nuove risorse tecnologiche, in modo specifico la Xbox 360 Kinect, alla riabilitazione convenzionale, al fine di migliorare la coordinazione e l’equilibrio nella componente atassica della Sclerosi Multipla.
Capitolo Primo I disturbi dell’equilibrio 1.1 Introduzione I disturbi dell'equilibrio sono molto comuni, in particolare con l'avanzare dell'età. L'equilibrio posturale dipende dall'integrazione di input sensoriali multimodali provenienti soprattutto dal sistema visivo, vestibolare e propriocettivo da parte di strutture sopraspinali come troncoencefalo, cervelletto, gangli della base e corteccia cerebrale. Sono inoltre fondamentali il sistema riflesso spinale e il sistema motorio che l’azione muscolare. Data la complessità quindi della funzione “equilibrio” e della possibile molteplice eziologia di un suo disturbo, saranno diversi i contesti clinici in cui il disordine potrà presentarsi, ma saranno comuni le esigenze di un trattamento specifico nell'ambito di un approccio multidisciplinare. Un disturbo dell'equilibrio può derivare da una alterazione della funzionalità del recettore labirintico, come pure da una patologia organica o funzionale a carico del sistema nervoso centrale, da disordini di tipo muscolo-scheletrico, cardiovascolare, metabolico o emodinamico. Tra le possibili cause quindi troviamo: Categoria Esempi Cerebrovascolare Infarto cerebellare posteriore; Sindrome di Wallamberg; Piccola insufficienza vertebro-basilare; Neurologica non vascolare Malattie demielinizzanti (es. Sclerosi Multipla); Epilessia; Neuropatie sensitive a grandi fibre; Mielopatie posteriori; Neoplastica Tumori primari e metastatici del SNC;
Sistemica Ipotensione posturale; Insufficienza cardiaca congestizi; Aritmie; Vasculiti sistemiche; Ematologica Anemia; Policitemia; Ereditaria Atrofia Spinocerebellare; Traumatica Sindrome post-concussiva; Ematoma subdurale; Iatrogena Farmaci; Sostanze d’abuso; Alcool; Infettiva Meningiti; Encefaliti; Endocrina Diabete Mellito; Malattie tiroidee; Tabella 1.1 In ambito neurologico in particolare sono molte le patologie che possono manifestarsi con disturbi dell'equilibrio: o Malattie cerebrovascolari; o Sclerosi Multipla; o Malattia di Parkinson; o Atassie ereditarie; o Disautonomie; o Neuropatie periferiche; o Sindrome post-concussiva; o Disturbi dell’equilibrio da farmaci;
1.2 Cenni di neurofisiologia del controllo posturale e dell'equilibrio L'equilibrio è una funzione complessa che consente l'interazione non solo statica ma anche dinamica con l'ambiente circostante, il tutto sempre in armonia con la forza di gravità. Questa funzione è strettamente correlata con la postura, cioè la posizione assunta dalle varie parti del corpo le une rispetto alle altre e rispetto all'ambiente circostante. Quindi l'equilibrio si può definire come quella condizione in cui le forze che agiscono sul nostro corpo sono bilanciate e dove il corpo rimane nella posizione che si intende assumere (equilibrio statico) o è in grado di eseguire il movimento che intende compiere senza perdere l'equilibrio (equilibrio dinamico). Questa complessa funzione è realizzata grazie all'integrazione, a livello principalmente dei nuclei vestibolari e del cervelletto, di informazioni sensoriali provenienti soprattutto dai recettori retinici, vestibolari e dai propriocettori. Le informazioni sensoriali vengono poi elaborate sia da un punto di vista emotivo (lobo limbico e ippocampo) che cognitivo (corteccia temporo-parietale) ma non solo. Fig. 1.1 1.3 Sistema vestibolare Il sistema vestibolare fornisce informazioni relative all'orientamento rispetto al vettore gravità e alla direzione del movimento corporeo attraverso la misurazione delle accelerazioni lineari e angolari del capo. Gli “strumenti” di misurazione sono situati nell'orecchio interno (labirinto membranoso o vestibolare) e sono costituiti da cinque organi recettoriali: utricolo e sacculo
per le accelerazioni lineari e i tre canali semicircolari per quelle angolari. I recettori vestibolari rilevano le accelerazioni tramite l'inerzia del loro contenuto. Nel caso di utricolo e sacculo, chiamati per questo organi otolitici, ognuno contiene un aggregato di cellule epiteliali ciliate o capellute (macula) le cui ciglia si trovano immerse in una sostanza gelatinosa (membrana otolitica) contenente cristalli di carbonato di calcio, gli otoconi. Quando il capo è Fig. 1.2 Orecchio interno sottoposto ad una accelerazione lineare, il labirinto membranoso si sposta con esso mentre la membrana con i suoi otoliti si muove con ritardo flettendo così i fascetti di ciglia delle cellule epiteliali. Grazie alla trasduzione meccano-elettrica questo movimento si traduce nella de-o iperpolarizzazione delle cellule ciliate. Data la polarizzazione dei fascetti di ciglia, la risposta elettrica di queste cellule dipende dal loro orientamento rispetto alla direzione dell'accelerazione. La macula dell’utricolo è relativamente orizzontale quando il capo è in posizione normale, è quindi più adatta a rilevare movimenti di traslazione sul piano orizzontale, come durante il cammino, mentre la macula del sacculo ha un orientamento pressochè verticale ed è perciò sensibile alle accelerazioni verticali, come quella di gravità. Per quanto riguarda i canali semicircolari, questi rilevano le accelerazioni per via dell’inerzia dell'endolinfa in essi contenuta. Durante un movimento rotatorio del capo, l'endolinfa tende a ruotare in direzione opposta a quella del capo. Lo spazio endolinfatico però non è libero ma interrotto da un diaframma gelatinoso (cupola) a livello dell'ampolla di ciascun canale semicircolare. Urtando contro tale diaframma l'endolinfa trasmette il suo movimento alle ciglia delle cellule recettoriali contenute nella cresta ampollare . Poiché i fascetti di ciglia di ciascun canale semicircolare hanno lo stesso orientamento, la compressione della cupola da un lato o dall'altro provoca in un caso le depolarizzazione delle cellule ciliate, nell'altro l'inibizione della trasmissione nervosa mediante iperpolarizzazione. I tre canali semicircolari sono quasi perpendicolari tra loro ma non si trovano sui tre assi anatomici principali del capo.
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