L'OUTSOURCING ''FAR FARE AGLI ALTRI CIO' CHE SANNO FARE MEGLIO DI NOI'' - Giulia Corradini e Myriam Fedeli
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L’OUTSOURCING ‘’FAR FARE AGLI ALTRI CIO’ CHE SANNO FARE MEGLIO DI NOI’’ Giulia Corradini e Myriam Fedeli
L’OUTSOURCING Con la crescita del mercato, l’aumento dei clienti, delle proposte di vendita, c’è stato un cambiamento dei comportamenti in senso logico, e questo ha portato all’esternalizzazione. Secondo Boin: “l’outsourcing è il processo attraverso il quale le aziende assegnano stabilmente a fornitori esterni (eventualmente con trasferimento dell’intero settore di attività), per un periodo contrattualmente defnito, la gestione operativa di una o più funzioni in precedenza svolte all’interno”. Per farlo è necessario che l’impresa cambi il proprio modo di
I soggetti coinvolti in questo processo sono: • L’impresa che esternalizza: outsourcee • L’impresa che fornisce il servizio: outsourcer o provider C’è un rapporto più strutturato tra chi esternalizza e l’azienda specializzata a cui è ceduta l’attività. I rapporti si basano su relazioni di mercato e collaborative dato che il presupposto è un contratto che prevede il coinvolgimento strategico del fornitore del servizio nei programmi a lungo termine di sviluppo aziendali dell’impresa cliente.
In base al tipo di attività oggetto di outsourcing e alla loro complessità, si hanno quattro modalità di outsourcing: • OUTSOURCING TRADIZIONALE: attività lontane dal core business e poco complesse; • OUTSOURCING TATTICO: attività lontane dal core business e complesse; • OUTSOURCING DI SOLUZIONE: attività vicine al core business ma queste non sono complesse; • OUTSOURCING STRTEGICO: se sono attività vicine al core business e sono particolarmente complesse. In questo caso tra il provider e l’impresa cliente si viene a creare una partnership.
Ci sono tre tipi di outsourcing: • Outsourcing per processi aziendali: si esternalizzano interi processi; • Outsourcing dei processi intellettivi: si esternalizzano processi, in riferimento però ad alcune mansioni che richiedono specifche conoscenze; • Out-tasking: si esternalizzano le singole mansioni (task)
LA STORIA La prima volta su larga scala è stato adottato da imprese giapponesi. Nell’area anglosassone, soprattutto negli Stati Uniti, si è sviluppato dopo la crisi degli anni Ottanta. In Italia è diventato un fenomeno di larga scala negli anni Sessanta. “Far fare ad altri ciò che fanno meglio di noi” per via dei minori costi e della maggiore qualità ottenuta e avendo le risorse necessarie allo sviluppo di quello che è il vero business dell’impresa. Alla fne del secolo scorso sono aumentate le fusioni e le acquisizioni anche fra i service provider specializzati e gli utenti dei servizi stessi con diverse società ed anche diverse
Outsourcing trasferimento di gestione Altre forme di outsourcing sono: • ofshoring che è il trasferimento di un’attività; • ownership che è il trasferimento di interi processi di business in un paese diverso da quello dove è basta l’imprese e generalmente ad un costo del lavoro inferiore.
Importate defnire le attività della catena del valore da esternalizzare o i prodotti da acquisire presso fornitori esterni. Rispetto alla loro importanza strategica, le attività sono distinte in quattro tipi: • Core activity: quelle con maggior valore strategico e rappresentano le competenze distintive dell’impresa che permettono a questa di realizzare il vantaggio competitivo; • Core related activity: complementare a quelle strategiche; • Core distinct activity: sono attività di supporto a processi caratteristici di produzione di valore o al core business ma non sono complementari; • Attività generiche: non connesse ai processi caratteristici. A livello manageriale, si considerano oggetto di outsourcing le attività di supporto (core distinct activity) e quelle generiche.
LA DECISIONE La decisione di esternalizzare viene presa sulla base di quattro dimensioni strategiche: • Criticità strategica dell’attività: si va a considerare il potenziale generativo di vantaggio competitivo; • Esposizione al rischio: si considera il grado di vulnerabilità strategica in base ad impatto e probabilità di rischio; • Rilevanza sul processo di creazione del valore: se un’attività è poco rilevante nella creazione di valore può essere un’opportunità di outsourcing; • Impiego di risorse e competenze: si considerano le teorie evolutive d’impresa rispetto alle decisioni di outsourcing.
Per defnire quali attività esternalizzare si deve defnire il proprio core business e quindi le relative attività di core: si intende quindi l’area dove si manifestano le core competences che sono l’insieme di: • Know-how; • Tecnologie; • Comportamenti; • Capacità e risorse specifche che aumentano il valore per il cliente e per gli stakeholder
Per defnire quali attività abbiano competenze distintive si deve: 1. Assegnare ad ognuna il peso che gli acquirenti attribuiscono ad ogni processo in termini di valore aggiunto; 2. Confrontare le rispettive performance con quelle dei concorrenti diretti; Per fare il confronto si usa il benchmarking: strumento di misurazione che attraverso il confronto con le imprese leader, vuole ottenere informazioni utili al fne di migliorare le performance aziendali. 3. Si va a dare un valore alla prestazione ed ai risultati dei processi aziendali rispetto ai concorrenti; 4. Questo valore viene ponderato per il peso dato dai clienti e si arriva a determinare il livello raggiunto riguardo a specifche competenze.
Si otterrà un portafoglio delle competenze permettendo di individuare quelle che creano valore per l’impresa, che concentrerà maggiori risorse su queste aumentando il vantaggio rispetto ai concorrenti. Grazie al benchmarking si individuano: •Core competence; •Competenze standard: aggiungono poco valore per gli acquirenti. In questo caso l’outsourcing risulta conveniente; •Competenze critiche: gli acquirenti attribuiscono un elevato valore a queste, ma l’impresa non è in grado di ofrire prestazioni di alta qualità.
VANTAGGI DELL’OUTSOURCING • Diminuisce costi totali (diminuendo l’incidenza dei fssi); • I provider hanno esperienza internazionale; • Possibilità di gestire e controllare i problemi relativi ad una singola funzione; • Aumento della qualità; • Facile accesso a nuove tecnologie e strumenti; • Eliminazione costi di investimento; • Benefci in indici di bilanico; • Migliore allocazione di risorse; • Flessibilità nella gestione dei processi; • Riduzione del time to market. Tutto ciò porta l’impresa al vantaggio competitivo
RISCHI DELL’OUTSOURCING • Demotivazione del personale; • Difcoltà nel monitorare i livelli di servizio; • Possibilità di comportamento opportunistico da parte del provider; • Possibile perdita di know-how specifco. • si possono verifcare anche conseguenze negative in termini occupazionali, (es. chiusura stabilimenti produttivi e quindi riduzioni del personale) o di confittualità sindacali.
SETTORI AZIENDALI MAGGIORMENTE INTERESSATI Il gruppo di lavoro ISFOL ha efettuato un’indagine, tramite la compilazione di un questionario a: 1) imprese coinvolte in processi di esternalizzazione di funzioni aziendali - sia appaltanti che fornitrici di servizi di outsourcing; 2) rappresentanti sindacali coinvolti nelle trattative aziendali e di settore; 3) studi legali. L’indagine si estende a due delle tre branche principali
Le funzioni aziendali che risultano essere oggetto di esternalizzazione, sono le c.d. FUNZIONI DI STAFF, cioè di supporto del business. Le aziende maggiormente interessate sono: - Quelle che operano in mercati globali - Aziende che riscontrano una certa discontinuità produttiva (es. fase di sviluppo e/o riposizionamento mission) Il settore MANUFATTURIERO, ha acquisito una certa esperienza in materia e infatti le esternalizzazioni hanno consentito di: - Rendere variabili i costi - Rendere l’organizzazione aziendale più fessibile - Pianifcare per tempo gli interventi in modo da ottenere un
Settore ENERGETICO ha iniziato di recente ad esternalizzare quindi riscontra delle difcoltà. Altra tipologia di esternalizzazione è l’OFFSHORE. un’organizzazione che ha la propria sede legale in un paese diverso da quello nel quale sviluppa i suoi afari principali: questo paese estero è quasi sempre uno di quelli considerati “paradisi fscali”.
CREAZIONE DI UN CONTRATTO DI OUTSOURCING • APPALTO composto da una parte (appaltatore) che assume, con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, il compimento di un’opera o di un servizio a favore di un’altra (committente o appaltante) verso un corrispettivo in denaro. E’ regolato dagli art. 1655 e seguenti del c.c C’è anche un’altra forma, detta SUBAPPALTO, non consentita, salva autorizzazione del committente
Questi contratti, per poter essere genuini, cioè leciti e distinguersi dalla somministrazione di manodopera devono avere dei requisiti (art.84): • Potere organizzativo e direttivo • Assunzione del rischio d’impresa • Organizzazione dei mezzi deve essere efettiva, e tener conto oltre alla manodopera anche al capitale e agli strumenti. La giurisprudenza considera come interposizione illecita l'appalto il cui oggetto consista nel mettere a disposizione del committente la prestazione lavorativa, cui resta la direzione tecnica, lasciando all'appaltatore solo compiti di gestione amministrativa del rapporto di lavoro.
La specifcazione in materia di appalti introdotta dal D.Lgs. 276/2003 comporta che l'appaltatore, anche se non utilizza propri macchinari, porti come contributo autonomo un proprio patrimonio di conoscenze, esperienze e professionalità nello svolgimento del servizio appaltato e di cui il committente è privo. Gli elementi che defniscono un appalto lecito, sono particolarmente importanti per verifcare se, dopo l'abrogazione della Legge 1369/60, alcuni appalti endoaziendali di servizi (appalti di manutenzione ordinaria o straordinaria, di pulizia, di facchinaggio), possano o meno essere considerati come appalti genuini. In queste ipotesi dovrà essere posta una maggiore attenzione nel verifcare che le attività dedotte in appalto non facciano parte delle attività di core business dell’azienda.
CONTRATTO DI SUBFORNITURA Questo tipo di contratto è stipulato tra un'impresa (committente) e un'altra impresa, di dimensioni minori (subfornitore). Con il contratto di subfornitura un imprenditore si impegna a efettuare per conto di una impresa committente lavorazioni su prodotti semilavorati o su materie prime forniti dalla committente medesima, o si impegna a fornire all'impresa prodotti o servizi destinati ad essere incorporati o comunque ad essere utilizzati nell'ambito dell'attività economica del committente o nella produzione di un bene complesso.
Problema: non sono note le capacità dei soggetti terzi coinvolti - ed indirettamente co-artefci - nella realizzazione del prodotto fnale Possibile soluzione: il legislatore ha provato ad individuare uno statuto di tutela per le aziende operanti in costanza di un contratto di subfornitura. In base al primo comma dell’art.9 , viene: «vietato l’abuso da parte di una o più imprese dello stato di dipendenza economica nel quale si trova, nei suoi o nei loro riguardi, una impresa cliente o fornitrice». Si considera dipendenza economica la situazione in cui una impresa sia in grado di determinare, nei rapporti commerciali con un'altra impresa, un eccessivo squilibrio di diritti e di obblighi. Mentre l’abuso può anche consistere nel rifuto di vendere o nel rifuto di comprare, nella imposizione di condizioni contrattuali ingiustifcatamente gravose o discriminatorie e nella interruzione arbitraria delle relazioni commerciali in atto.
RESPONSABILITA’ SOLIDALE Perché un appalto sia lecito, il lavoratore deve avere diverse tutele. L’art. 1676 del C.C. permette ai lavoratori di far valere i propri diritti verso il committente. Il secondo comma dell’art. 29 dispone che in caso di appalto, il committente è obbligato in solido con l’appaltatore, e/o eventuali subappaltatori, entro due anni dalla cessazione dell’appalto, a corrispondere ai lavoratori trattamenti retributivi e i contributi previdenziali dovuti. Questo non vale per i contratti
Si è passati ad un modello di tutela basato sulle responsabilità congiunte di più imprese. La norma ha subito delle modifche: • Il committente ha responsabilità solidale anche per l’appalto di servizi; • È possibile limitare la responsabilità solidale del committente; • È applicabile anche nei confronti di lavoratori con contratto di lavoro autonomo; • È eliminata la responsabilità solidale negli appalti di opere o servizi per le ritenute fscali.
I soggetti coinvolti sono: • Dal lato attivo: lavoratori dell’appaltatore e subappaltatore, Inps e Inail; • Dal lato passivo: committente, appaltatore e subappaltatore. L’oggetto della resposabilità sono: • Trattamenti retibutivi; • Contributi previdenziali; • Premi assicurativi.
SICUREZZA SUL LAVORO L’art. 26 del D.lgs. 81/08 Testo Unico per la sicurezza sul lavoro fssa degli obblighi per il committente: • Responsabilità solidale per tutti i soggetti coinvolti nell’appalto; • Tutela alla salute del lavoratore; • Prevenzione degli infortuni; • Responsabilità sociale.
Il committente deve assicurarsi che l’appaltatore abbia l’idoneità tecnico-professionale, e per verifcarla dovrà acquisire: • Certifcato di iscizione alla camera di commercio, industria e artigianato; • Autocertifcazione dell’appaltatore del possesso dei requisiti richiesti. Il committente deve presentare ai soggetti coinvolti i possibili rischi che si potrebbero presentare nell’area di lavoro. Nel contratto di appalto o subappalto si andranno ad indicare i costi per limitare i rischi.
SUCCESSIONE DEGLI APPALTI ED EFFETTI SUI LAVORATORI Se si ha l’acquisizione del personale già impiegato nell’appalto, dopo il subentro di un nuovo appaltatore, questo non costituisce trasferimento d’azienda o di parte d’azienda. Quindi se tra appaltatore cedente e subentrante, non c’è cessione di beni materiali e/o immateriali, non c’è trasferimento di ramo d’azienda ma se, l’attività appaltata debba essere svolta mediante il coordinamento e l’organizzazione dei lavoratori che sono stabilmente e specifcatamente assegnati ad un compito comune, l’assunzione di tale personale da parte dell’appaltatore subentrante può costituire un trasferimento di ramo d’azienda.
Con le modifche della norma nel 2015/2016, si ha che l’impresa che subentra in un appalto, deve mantenere gli stessi diritti ai lavoratori acquisiti.
ESTERNALIZZAZIONE DI IMPRESA O RAMO D’IMPRESA È importante introdurre un’impresa al processo di outsourcing: • Preparazione: prevede la raccolta di obietti e vincoli, defnizione dell’ambito del sourcing e defnizione dei requisiti del provider; • Defnizione dei punti di forza, dei servizi e dei livelli richiesti; • Defnizione delle attività da esternalizzare; • Disegno della soluzione e dei documenti di sourcing. Una governance a diversi livelli può essere fondamentale per gestire l’ousourcing.
TRASFERIMENTO D’AZIENDA Si ha un trasferimento quando c’è il trasferimento della titolarità di un’attività economica organizzata. L’oggetto del trasferimento è un’entità economica che mantiene la propria identità, organizzata in modo stabile e non destinata all’esecuzione di una sola opera. Sono oggetto di trasferimento anche il personale ed il complesso di elementi che consentono l’esercizio di un’attività.
TRASFERIMENTO DEL RAMO D’AZIENDA Sono oggetto di trasferimento le unità produttive. Il ramo d’azienda deve essere: • Autonomo: se c’è un’organizzazione di beni e persone fnalizzata alla produzione di beni e servizi per raggiungere l’obiettivo di impresa; • Preesistente e con identifcazione soggettiva. In tal caso uno dei rischi principali è quello di perdere la capacità di presidio dell’attività esternalizzata e la perdita di know how.
Di solito viene trasferita al fornitore una percentuale tra il 90% e il 95% del personale precedentemente operante nell’ambito della funzione aziendale soppressa o ridimensionata all’interno dell’impresa committente- cedente. Negli ultimi anni, si cerca di trasferire attività e non risorse umane, specie se aventi un elevato grado di specializzazione.
Sono oggetto di trasferimento i lavoratori che hanno acquisito nozioni ed esperienze tali da poter svolgere un’attività in modo autonomo (know- how). Per la tutela dei lavoratori nel trasferimento è importante il sindacato che ha un ruolo partecipativo e di controllo sulle eventuali modifche organizzative. Cedente e cessionario devono assolvere un adempimento degli obblighi di informazione e consultazione nei confronti delle organizzazioni sindacali almeno venticinque giorni prima che sia perfezionato l’atto da cui deriva il trasferimento o che sia raggiunta un’intesa vincolante tra le parti, se precedente. Questo per informare su data del trasferimento, i motivi di esso, le conseguenze giuridiche, economiche e sociali per i lavoratori e le eventuali misure previste nei confronti di questi ultimi. La comunicazione al sindacato del trasferimento è volta a rendere trasparente e controllabile il trasferimento.
È importante scegliere il provider in base alla sua solidità e stabilità fnanziaria e alla sua specializzazione. In base alla funzione esternalizzata l’impresa dovrà gestire in modo diverso il passaggio del personale. Il trasferimento va a determinare vantaggi per entrambe le imprese: • C’è la ricollocazione delle risorse umane; • Il fornitore avrà le conoscenze adatte a garantire la continuità del servizio. È importante calare i lavoratori nelle nuove realtà aziendali.
GESTIONE DEL RAPPORTO CON IL PROVIDER Dopo la stipula del contratto è importante controllare il provider: l’impresa cliente deve avere elevate capacità per il costante monitoraggio dei processi in outsourcing relativamente allo sviluppo, pianifcazione e controllo della qualità. Gli strumenti per il controllo sono: • Economico-fnanziari (report, budget, prezzi di trasferimento) • Operativi (regole e procedure) • Organizzativi (fducia)
Si hanno tre tipi di controllo: • Esecutivo: sull’oggetto; • Manageriale: in base alla pianifcazione strategica e al budgeting per monitorare il raggiungimento degli obiettivi; • Sociale/organizzativo. Per i controlli l’impresa clienti si avvale di un team. Il controllo è fortemente legato al contratto di outsourcing. Si hanno casi in cui le imprese sono rimaste insoddisfatte del servizio di outsourcing, questo perché spesso, si lascia defnire il contratto al provider che sviluppa schemi semplifcati. La struttura contrattuale più adatta è quella piramidale.
BACKSOURCING Riportare all’interno attività precedentemente esternalizzate. INSOURCING Svolgere internamente una funzione afdandola però ad un provider esterno.
OUTSOURCING E LOGISTICA Oggi la logistica ha un ruolo importante per le imprese. A livello europeo si sono sviluppati i Thirdy Party Logistics Provider 3PL che hanno modifcato le metodologie e sistemi di azione per ofrire ai clienti un servizio più efciente. Tuttavia la loro azione è limitata. A seguito della globalizzazione, dell’incremento delle importazioni e delle multinazionali si sono sviluppati anche fornitori 4PL che ofrono anche attività supplementari: questi operano solo con imprese che operano a livello internazionale che esternalizzano completamente il sistema logistico.
In Italia l’outsourcing logistico cresce meno che in altri paesi per: • Frammentazione delle realità produttive; • Poche imprese operano a livello internazionale; • Le imprese italiane quando scambiano con il resto del mondo usano clausole franco fabbrica o franco destino; • Generalmente ci si muove con molta prudenza verso l’outsourcing.
CASO BARILLA E NUMBER 1 Number 1 Logistic Group è una grande impresa di logistica italiana. È stata costituita nel 1998 sulle ceneri di una piccola impresa di trasporti di Parma acquisita dal gruppo Barilla per acquisire know-how di base nel settore. La Number 1 è stata separata e resa autonoma. Questa impresa è subito diventata la più grande nella movimentazione di alimenti confezionati. È stata esternalizzata perché non è distante dal core business ma è strategica. La Barilla ha calcolato di riuscire a diminuire i costi di gestione e di trasporto del 30-40% rispetto ad una gestione diretta.
ESTERNALIZZAZIONE E PUBBLICA AMMINISTRAZIONE Oggi la Pubblica Amministrazione ha diversi problemi relativamente all’outsourcing: • Non è in grado di redigere contratti di appalto efcaci e di selezionare provider che migliorino la qualità dei servizi. • C’è scarsa strategia organizzativa e di pianifcazione in fase di esternalizzazione di servizi. • La struttura organizzativa pubblica deve diventare più snella, avvalendosi di provider per le attività che non rappresentano il core business del pubblico.
CASI AZIENDALI AUCHAN S.p.A. • Presente in Italia dal 1989. è una delle principali realtà della Grande Distribuzione; • L’outsourcing si è sviluppato da una strategia per conseguenza per focalizzarsi sulle attività di core e di vendita; • La prima attività esternalizzata è stato il trasporto negli anni Ottanta; • C’è stato poi l’outsourcing di altre funzioni ad una società costituita appositamente e poi rilevata da Accenture; • Auchan è ricorsco all’esternalizzazione per focalizzarsi sul core business, margini di costo bassi, difcoltà a stare sul mercato e la volontà di concentrarsi su mestieri ed attività tipiche dell’Azienda.
ENEL S.p.A. • Per fare outsourcing sono ricorsi a contratti di appalto ma anche al trasferimento di ramo d’azienda; • Il trasferimento di ramo d’azienda è stato necessario a seguito del così detto «Decreto Bersani» per la liberalizzazione del mercato elettrico; • Enel ha dovuto creare società separate per lo svolgimento delle varie attività; • Le motivazioni per cui si è ricorso all’esternalizzazione sono da individuarsi nella scelta di concentrare le risorse economiche, produttive e umane in direzione delle attività e dei processi rientranti nel core business di Enel; • Si sono poi redatti contratti di outsourcing per le attività di distribuzione dell’energia elettrica, in particolare per i call center: il primo “Contact center” risale al 2002; • Anche se vengono afdate in appalto solo attività no core, Enel ritiene comunque utile trattenere al proprio interno parte delle stesse attività, così da non perdere know-how. L’obiettivo è di conservare competenze sufcienti a mantenere la posizione di “architetto industriale del sistema”.
POSTE MOBILE S.p.A • Costituita nel 2007, già con l’intento di avere la governance in azienda e alcune attività necessarie per il core business all’esterno. • L’azienda ha optato per l’esternalizzazione per avere una struttura fessibile e in grado di competere sul mercato, e in fase di start up è servito per rendere variabili i costi produttivi. • I servizi per i quali non si è fatto ricorso all’esternalizzazione sono il marketing, l’antifrode, gli “Afari Regolatori” e le “Risorse Umane ”. • vincente per quanto riguarda le telefonate da parte dei clienti. • Uno svantaggio dell’esternalizzazione può consistere nella minore efcacia sulla gestione delle risorse umane del fornitore destinata all’attività di call center • Poste Mobile ha sempre ricercato con i diversi fornitori un accordo che avesse più le caratteristiche di una partnership che di un appalto
MEDIASET S.p.A Attività esternalizzate: • Già negli anni ’90 era stata terziarizzata l’attività di consulenza musicale • Di recente è stata formalizzata la cessione delle attività di sartoria, trucco e parrucco • Altre attività che sono state terziarizzate sono il servizio di vigilanza, il facchinaggio, la logistica ed i trasporti e il settore IT, cioè l’assistenza tecnica • Per quanto riguarda l’informazione, una delle poche attività esternalizzate riguarda il TGCOM • L’intrattenimento (ad es. Grande Fratello) spesso si basa su format esteri prodotti da altre società Attività interne all’azienda: • La gestione dei contenuti e l’informazione, compresa l’informazione sportiva • la generazione dei contenuti • Il settore dell’amministrazione e fnanza, ma può accadere che si faccia ricorso a consulenti esterni.
Motivi che hanno portato ad esternalizzare: • L’azienda ha deciso di ricorrere all’esternalizzazione non tanto per i benefci economici, ma per quanto riguarda la logica industriale. • Ha permesso di semplifcare e fessibilizzare alcuni aspetti dell’organizzazione aziendale e di ottenere vantaggi in termini di efcienza e di maggiore . • semplifcazione contrattualistica attraverso l’utilizzo di un solo contratto di appalto al posto di numerosi contratti di lavoro e dei numerosi adempimenti ad essi connessi. • Gli ex lavoratori coinvolti, inoltre, hanno avuto notevoli vantaggi economici nel divenire consulenti esterni della società ed alcuni sono stati sottoposti a dei corsi di formazione da parte del fornitore. Aspetti negativi troviamo la preoccupazione del personale che dopo un’esternalizzazione rimane in azienda. Per la scelta del fornitore, Mediaset sceglie un operatore noto e qualifcato nel settore, oppure qualcuno con il quale ha già collaborato in passato.
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