L'Archivio Storico della Compagnia di San Paolo
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
ARCHIVIO STORICO DELLA COMPAGNIA DI SAN PAOLO Strada San Vito Revigliasco, 65 – 10133 Torino Tel. 011 6604123 / 011 5558217 e-mail: archivio.storico@compagnia.torino.it www.compagnia.torino.it L’Archivio Storico della Compagnia di San Paolo La pubblicazione è stata curata da Anna Cantaluppi. Il primo saggio, La Vigna di Madama Reale, Maria Cristina di Francia, è di Elisabetta Gabetti; i successivi, La storia plurisecolare della Compagnia di San Paolo e I fondi dell’Archivio Storico sono di Anna Cantaluppi. L’apparato iconografico è a cura di Ilaria Bibollet ed Erika Salassa. Referenze fotografiche: le fotografie nn. 1, 25, 28 sono di Flavio Tiengo; nn. 11, 12 sono di Filippo Gallino. Progetto grafico: • M.N. Stampa: Graf Art Stampato su carta di pura cellulosa ecologica ECF certificata FSC. E’ vietata la riproduzione, anche parziale e con qualsiasi mezzo effettuata, non autorizzata. ©, 2008, Compagnia di San Paolo, Torino
sommario 6 7 Prefazione p. 9 La Vigna di Madama Reale, Maria Cristina di Francia 11 La storia plurisecolare della Compagnia di San Paolo 23 I fondi dell’Archivio Storico 41 I. Compagnia di San Paolo 43 II. Istituto di San Paolo di Torino e aggregati 48 III. Gestioni EGELI 70 IV. Segreteria generale 74 Biblioteche 76 Bibliografia essenziale 78 ISBN: 978-88-88284-07-1
Il ricchissimo patrimonio documentario do, successivamente con la storia italiana della Compagnia di San Paolo è la base per ed europea. La vicenda della Compagnia, la ricostruzione della sua memoria e iden- pur nella sua peculiarità, costituisce un tità, ma costituisce anche una fonte impor- caso esemplare: il legame tra spiritualità e tante per la storia sociale, politica, econo- solidarietà, la connessione tra credito e mica e artistica del territorio, via via più beneficenza, l’evoluzione dell’assistenza in ampio, nel quale essa ha operato nel corso educazione e filantropia, lo sviluppo eco- di oltre quattro secoli. nomico e finanziario accompagnato all’at- Il costante impegno dell’Archivio Storico tenzione per lo sviluppo sociale e culturale nella raccolta e nell’inventariazione della caratterizzano, infatti, le origini e il percor- documentazione, nella ricerca e nella didat- so di molte istituzioni italiane, confraterni- tica, nasce dalla scelta culturale e civile te, opere pie, istituti educativi e ospedalie- della Compagnia di mettere a disposizione 8 ri, monti di pietà, banche, fondazioni. 9 della comunità degli studiosi e più in gene- La terza parte offre una guida aggiornata rale dei cittadini i propri fondi archivistici. ai fondi archivistici aperti alla consultazione, Questa pubblicazione, corredata da notevolmente ampliati per recenti riordini e molte immagini inedite, intende offrire uno acquisizioni. Per ciascun fondo il saggio for- strumento divulgativo e al contempo scien- nisce i dati quantitativi e cronologici, traccia tifico per accostarsi all’Archivio Storico e il profilo istituzionale, si sofferma sulla tradi- conoscere i risultati dell’attività e delle zione archivistica ed esplicita i criteri meto- ricerche più recenti. dologici dell’ordinamento. Particolare atten- Il primo saggio, dedicato alla sede dell’Archivio, dopo aver rievocato l’epoca zione è riservata all’analisi della struttura travagliata di Madama Cristina, che volle dell’istituto e all’organizzazione funzionale edificare tra le colline la sua Vigna, dimora degli uffici tra Otto e Novecento. nel contempo privata e rappresentativa, In conclusione, questa pubblicazione ripercorre le vicende, i passaggi di proprie- vuole essere anche una conferma e un ulte- tà, le trasformazioni del palazzo dal riore esempio del nesso inscindibile fra una Seicento ad oggi. “fondazione europea”, come vuole essere Il secondo contributo affronta la lunga e la Compagnia di San Paolo, con la comuni- complessa storia della Compagnia di San tà alla quale ha legato tutta la propria sto- Paolo, profondamente intrecciata dapprima ria, di cui l’Archivio Storico è, insieme, con la storia di Torino e del ducato sabau- depositario e co-protagonista.
LA VIGNA DI MADAMA REALE MARIA CRISTINA DI FRANCIA “L’edificar ne’ monti è un avvicinarsi al Cielo” (Filippo di San Martino d’Agliè, 1667) 11 Torino, capitale del Ducato Sabaudo, 1563. Alta su Torino, in posizione strategica, Città militare fortificata da Emanuele sta la Bastida, a protezione del ponte in Filiberto con la poderosa Cittadella; centro legno sul Po e, già durante il Medio Evo, strategico, saldo strumento di difesa e affer- bosco fortificato. Carlo Emanuele I ne dona mazione del nuovo Stato. Città ancora stret- il terreno ai frati Cappuccini e incarica Ascanio Vittozzi, 1583, della costruzione ta entro i limiti medievali del preesistente della chiesa e del convento; sull’altura di castrum romano, che Carlo Emanuele I tra- Santa Margherita fa erigere una cappella; sforma, rompendo il perimetro antico con per sciogliere un voto, Torino liberata dalla la creazione di nuovi quartieri. peste, 1599, consacra al culto e agli studi Nasce la grande Torino barocca. l’Eremo di Camaldoli. Le colline oltre Po offrono modulati rilie- La collina si adorna di Vigne, nobili dimo- vi, paesaggi che si aprono sulle Alpi e sulla re per soggiorni estivi, residenze di loisir, di grande pianura piemontese; salubrità delitie. Nel 1622 Maria Cristina, figlia di d’aria; fresche sorgenti e ampie distese Enrico IV di Francia e di Maria de’ Medici, e boschive; campi, prati, frutteti. sposa giovanissima, 1619, di Vittorio 1. Facciata della Vigna di Madama Reale.
dai cognati principi, Tommaso di Savoia- derà sempre maggiori incarichi e dignità. Michelangelo Morello segue i lunghi e Carignano e cardinal Maurizio, filospagno- Di nobile e antico casato, Filippo ha girato complessi interventi sulla collina, insidiata li, che temono in Maria Cristina la longa l’Europa, ben conosce le corti e le insidie da acque sotterranee e frane; fra il 1648 e il manus del ministro Richelieu. che vi albergano. Prudente e misurato ma, 1653 il lavoro infine si compie su progetto di A lungo dura la contesa armata tra all’occorrenza, fermissimo nel sostenere Andrea Costaguta, padre Carmelitano, con- “Madamisti” e “Principisti”; pace verrà fessore di Maria Cristina e architetto. Filippo Maria Cristina durante la reggenza, è infine conclusa, pegno la giovanissima d’Agliè dirige i lavori, confortato dai consigli anche ispiratore, inventore e artefice delle figlia Ludovica, promessa in sposa da di Amedeo di Castellamonte. In quegli anni, feste di corte, di cui abbiamo splendida Maria Cristina allo zio principe Maurizio, il con le stesse maestranze e su progetto del documentazione nei preziosi codici minia- quale, deposta la porpora, eleggerà a resi- Castellamonte, avanzano gli interventi nel denza quella Vigna che dalla giovane ti di G. Tommaso Borgonio: tornei, carosel- prospiciente Castello del Valentino, residen- moglie prenderà il nome, Villa Ludovica, li, balletti, a esaltazione e onore della sto- za ufficiale di Maria Cristina. poi Villa della Regina. ria sabauda e della Reggente, “Diamante, Noi oggi possiamo solo immaginare la A Maria Cristina non mancano certo Giglio e Sole” del Ducato. Vigna come era, frutto di caparbia volontà grandi e sontuosi palazzi. In Torino, il La collaborazione e il consiglio di Filippo realizzatrice che, nella residenza privata, tra- 2. Francesco Del Cairo (attr.), Cristina di Francia, Castello, che da lei si chiamerà Palazzo d’Agliè saranno determinanti anche nell’edi- sfonde il desiderio di piena autonomia. Racconigi, Castello. Madama, reggia-fortezza, suo rifugio ficazione della Vigna di Madama Reale. Maria Cristina la vuole magnifica e abitabile, durante la guerra civile; il Palazzo Grande, 12 Amedeo I, acquista ampi spazi collinari dal divenuto poi Palazzo Reale; il Castello del 13 conte Ludovico Tesauro. Valentino, ricevuto in dono da Carlo Già verso il 1617, il principe cardinal LA VIGNA DI MADAMA REALE LA VIGNA DI MADAMA REALE MARIA CRISTINA DI FRANCIA MARIA CRISTINA DI FRANCIA Emanuele I in occasione delle nozze, da lei Maurizio, fratello del Duca, aveva fatto amatissimo e trasformato in residenza costruire in splendida posizione - vedere ed regale; e, a raggio intorno alla città, i esser visti - una Vigna nello stile delle gran- castelli di Regio Parco, Lucento, Mirafiori, di ville rinascimentali romane, affermazione Rivoli, Moncalieri, “delizie di corte” e resi- di fasto ducale e insistito simbolo di potere denze di caccia, forte e significativo atto di politico e culturale: residenza privata e della presenza e possesso ducale su un territorio Corte nonché sede dell’Accademia dei ancora disseminato di piccoli feudi, che dà Solinghi, da lui creata. avvio ad attività agricole e artigiane, a Prima di giungere alla costruzione della importanti opere di canalizzazione, con- propria Vigna, Maria Cristina dovrà supera- trollo e sfruttamento delle acque. re lunghi e difficili anni, i più difficili della Sulla collina antistante il Castello del sua vita, segnati anche da lutti familiari: Valentino, allora detta Valbruna, poi di San Carlo Emanuele I, 1630; Vittorio Amedeo I, Vito, Maria Cristina può infine costruire la 1637; il figlioletto Francesco Giacinto, 1638. sua Vigna. 3. Filippo D’Agliè e Tommaso Borgonio, Il trionfo del Gridelino, il colore di Cristina di Francia da Il Gridelino, balletto a Torino l’ultimo giorno di carnevale 1653. Torino, Biblioteca Nazionale. Durante la reggenza in nome di Carlo A intimo amico e prezioso consigliere Emanuele II, Madama Reale deve difendere degli Affari di Stato ha eletto Filippo Nella pagina seguente: 4. Tommaso Borgonio, Veduta prospettica della Vigna di Madama Reale, dal il ducato dalle mire di Francia e Spagna, e d’Agliè, conte di San Martino, al quale affi- Theatrum Statuum Regiae Celsitudinis Sabaudiae Ducis, Amsterdam, Blaeu, 1682.
elegante e sobria, degna del suo rango di alla fantasia labirinti, boschi, “teatri di ver- Popolano la collina animali esotici e alpe- Quest’opera, “iniziata per comando, pro- figlia di Re e vertice del Ducato con cui si zura”, grotte di “Citroni, Cedri e Naranci”. stri, cervi, camosci, caprioli, stambecchi e - seguita per debito”, conclusa poco prima identifica. Segue i lavori di persona; ispezio- Mille echi ritroviamo qui del mondo miti- occasione di stupore e di giochi - timidi orsi di morire, ripropone, attraverso la Vigna, na, discute ogni particolare, consiglia, pre- co e ingegnoso di Giovan Battista Marino, e infreddoliti leoni. l’apoteosi dinastica della Casa Sabauda e tende, sceglie. Fornaci di mattoni sorgono in ben noto alle corti del Piemonte e della Parco e villa, ancora nel corso dei lavori, di Francia, rivissuta nel segreto rimpianto loco, cave di sabbia e cave di pietra; sono Francia; il piacere inteso come arte, stimolo subiscono riduzioni e trasformazioni. Del di un Eden perduto in cui storia, affetti, necessari imponenti movimenti di terra per all’alta fantasia e all’immaginazione: la progetto originario, non compiutamente arte, poesia, natura trovano collocazione. le fondamenta e la stabilità dei giardini. vista sui grandi panorami in fuga sino alle realizzato, G. Tommaso Borgonio, celebre Ornavano le sale grandi tele e affreschi, La Vigna, abitata da Maria Cristina negli Alpi; il profumo dei mille fiori a ghirlanda, e calligrafo e cartografo di corte, ha lasciato ora dispersi o perduti, che illustravano epi- ultimi dieci anni della sua vita, si arricchi- dei pergolati; il sapore dei frutti a piena esta- due tavole, in cui dilata gli spazi, inventa sodi della vita e delle virtù di Maria Cristina sce di ombrose allee e di magnifici spazi; te; il calore del sole e dei sentimenti, che architetture, interpreta intenzioni, docu- - matrimonio, reggenza, difesa della città, giardini a più livelli vengono collegati tra ella tanto ricerca, e qui finalmente trova. menta desideri. Più fedele resta il Borgonio pace raggiunta - e, specularmente, rappre- loro e con la Villa da grandi scalee di I giardini all’italiana richiamano sì all’or- in alcune scene teatrali del 1681 in cui, sentazioni esemplari del mondo naturale, marmo, e si adornano di statue, obelischi, dine dei pensieri, alla misura dei sentimen- fontane, giochi d’acqua, porticati ed esedre. ti, ma alla deroga invitano le fughe di ter- sullo sfondo del palcoscenico, si affacciano fronde, fiori e frutti; fonti e fiumi; mari; il Maria Cristina trasfonde nella splendida razzi, portici, logge, verso spazi più liberi e a sinistra la Vigna di Madama Reale e di corso delle stagioni; caccia e pesca. cornice della Vigna il senso di natura e apre giardini segreti. fronte il Castello del Valentino mentre, in Con la morte di Maria Cristina, nel 1663, primo piano, l’interno del Teatro Regio si la Vigna alterna brevi possessi dei Duchi e 16 affolla di ben stemmata nobiltà. di pie istituzioni, tra cui l’Ospedale di 17 Una villa fastosa anche negli interni, per Carità di Torino, fondato dalla Compagnia ricchezza di arredo e affreschi, per dovizia di San Paolo nella prima metà del Seicento. LA VIGNA DI MADAMA REALE LA VIGNA DI MADAMA REALE MARIA CRISTINA DI FRANCIA MARIA CRISTINA DI FRANCIA di stucchi e dorature, argenti e legni prezio- All’inizio del Settecento, durante l’inva- si, arazzi e tappezzerie. sione francese, la Vigna viene eletta per tre Qui, così come nel Castello del Valentino anni a quartiere militare del marchese di per opera dell’erudito Emanuele Tesauro e Pianezza, Luogotenente generale della di Filippo d’Agliè, nell’affollamento dell’or- Cavalleria piemontese. La collina è messa a nato, bande e veli offrivano dipinti florilegi fuoco dai francesi; centocinquanta ville di metafore preziose, concettose acrobazie vengono distrutte; la Vigna non subisce di arguzie, capricciosi arabeschi di inven- danni rilevanti. zione, compiaciuti bouquets di incantate Dal 1729 al 1798 la proprietà, ridotta nei allusioni amorose dedicate a Maria Cristina. confini, è sede estiva della Congregazione Filippo d’Agliè, “Filindo il Costante, dei Padri Missionari di San Vincenzo de’ Accademico Solingo”, della Vigna ha Paoli. Una radicale trasformazione del lasciato compiuto ricordo ne Le Delitie, palazzo e dei giardini muta lo stesso orien- Relatione della Vigna di Madama Reale tamento della villa, in origine rivolto signi- Christiana di Francia, Duchessa di Savoia, ficativamente verso il Castello del 5. Tommaso Borgonio, Il Castello del Valentino e Vigna di Madama Reale, scena per il Prologo del Lisimaco, Regina di Cipro, posta sopra i Monti di Valentino. La Villa oggi esistente è il frutto rappresentato al Teatro Regio di Torino, 1681. Torino, Biblioteca Nazionale. Torino, Torino 1667. della ristrutturazione del corpo di fabbrica
che non fu demolito, corrispondente a cura di Riccardo Adalgisio Marini, la prima circa un sesto della costruzione originaria. monografia sulla Vigna. Nel 1798 la proprietà passa al marchese Nel 1927 la proprietà viene acquistata da Antonio Gattinara di Breme. Margaret e Werner Abegg, industriale sviz- Terra di conquista della Francia rivolu- zero ed esperto collezionista d’arte, che ha zionaria, il Piemonte - decaduta la monar- legato il suo nome a importanti attività chia sabauda - diviene nel 1802 parte inte- imprenditoriali in Piemonte. Con loro la grante dell’Impero napoleonico. Vigna diviene centro di studi e di incontri Nel 1808, la Vigna ospita Paolina internazionali. Bonaparte, sorella dell’Imperatore e moglie Nel frattempo, a partire dal 1961, Abegg del principe Camillo Borghese, costituisce in Svizzera, a Riggisberg, una Governatore di Torino, che vi si trasferisce Fondazione e un Museo, nel quale sono con la sua corte. Passa poi alle Suore di conservate preziose collezioni di tessuti Carità anziane e ai Missionari infermi. antichi e macchine e tecnologie seriche in La secentesca residenza sabauda, aulica uso dal XVII secolo ad oggi. e regale, nel corso dei secoli successivi Nel 1983, i signori Abegg donano la pro- sfuma l’appartenenza ducale a favore del- prietà della Vigna alla Città di Torino, men- 18 l’impegno sociale, per divenire infine tre l’Istituto Bancario San Paolo di Torino espressione di illuminato potere economi- ne acquisisce il diritto d’uso per novanta- co, di un patriziato della mente, del censo nove anni*. La parte più grande del parco, LA VIGNA DI MADAMA REALE MARIA CRISTINA DI FRANCIA e della tradizione così come, attraverso il gestita dalla Città, viene aperta al pubblico. Risorgimento, è giunta sino a noi. Dopo un accurato restauro del comples- Ridotta nella struttura edilizia e nell’esten- so, la Vigna è attualmente centro di rappre- sione della proprietà, diserta per anni di abban- sentanza della Compagnia di San Paolo e dono, nella seconda metà dell’Ottocento sede dell’Archivio Storico. entra infine in un nuovo periodo di restauri e recuperi, interni ed esterni. *Mediante l’acquisto della proprietà superficiaria del palazzo e di una parte di giardini. Successivi passaggi di proprietà modifica- no profondamente le caratteristiche della residenza, ormai borghese, dei Morelli Rosso, Prever, Nigra. In visita salgono alla Vigna Carlo Alberto, Maria Teresa d’Austria, d’Azeglio, Gioberti, Rattazzi, Cavour. Nel 1921, su incarico del proprietario, 6. Tommaso Borgonio e Jean Baptiste Girardin, Vittorio Diatto, al quale si devono impor- L’incoronazione di Cristina, Antiporta da Filindo Il tanti interventi di recupero del parco, viene Costante, Le Delitie, Relatione della Vigna di pubblicata, da documenti d’archivio e a Madama Reale Christiana di Francia, Torino, 1667.
IL PARCO E I GIARDINI Il layout dei giardini si è modificato nel corso del tempo; ciò nonostante è tuttora possibile riconoscere l’impianto origina- rio e cogliere le tracce delle successive tra- sformazioni. Ancora visibile è la struttura muraria secentesca, a teatro come le ville romane, realizzata con grandi lavori di ingegneria per la creazione di falsi piani e il conteni- mento del terreno. Ben identificabili sono, a nord, il “giardino di sopra”, di matrice secentesca (nella parte pubblica) e, sul retro 8. Una delle gallerie sotterranee. della villa, il “giardino di sotto”, ora “all’italiana”; a levante, nella zona del ta verso la città ma posizionata verso la stra- laghetto l’esedra, con la grotta che conduce da collinare, rifletteva il diverso ruolo del al “giardino di sopra”. palazzo, il passaggio da una dimensione più Il giardino all’italiana è diviso in aree qua- rappresentativa a una dimensione più rac- drangolari bordate di Buxus sempervirens, colta, tipica delle ville settecentesche. con fontane centrali e alberi di Magnolia L’impronta romantica si coglie soprattut- grandiflora, alternate un tempo con statue, ai to nell’area di ingresso, con il laghetto e il lati. La vista prospettica del giardino si con- grande parterre erboso. Al posto del giardi- clude con l’obelisco, posto al termine di un no settecentesco, con le allee che si diparti- piano inclinato, bordato da siepi di vano a raggiera dall’ingresso principale, si Laurocerasus e alberi di Carpinus betulus. presentano aree a verde dalle linee morbi- Di notevole rilievo è il complesso sistema de. Alberi secolari adornano il parco, coni- di gallerie che corre nel sottosuolo e che fere, ippocastani, tassi, platani, faggi, tra appartiene all’impianto originario. cui esemplari di Fagus sylvatica pendula, A ovest, in direzione di quella che era la purpurea e asplenifolia. piazza antistante l’originario palazzo, fino alla balaustra in muratura ornata da urne, Nello spazio un tempo occupato dal nin- si ammira en plein air il Castello del feo di Madama Cristina, troviamo il laghet- Valentino, che nei progetti originali deter- to romantico. Sull’isolotto si scorgono i resti minava il posizionamento della Villa e dei di un tempietto. Pesci e tartarughe popola- giardini. Una traccia dell’antico ingresso è no il lago mentre ogni primavera alcune tuttora visibile in corrispondenza della coppie di germani reali e di oche mandari- strada vecchia. ne vengono a nidificare sulle sue sponde. La grande ristrutturazione settecentesca Accanto a picchi, ghiandaie, tortore, cor- comportò una notevole riduzione dell’edificio. nacchie, passerotti, compaiono talvolta Lo spostamento della facciata, non più rivol- anche un falco e un airone. 7. Parco di Vigna di Madama Reale.
LA STORIA PLURISECOLARE DELLA COMPAGNIA DI SAN PAOLO 23 La storia della Compagnia, per molti banche pubbliche, riemergono a pieno aspetti del tutto peculiare, si inserisce tut- campo nelle fondazioni. tavia nell’ampio contesto della storia delle Ciò che contraddistingue forse maggior- istituzioni assistenziali, benefiche, educati- mente il percorso del San Paolo è il fatto di ve, di matrice religiosa o cittadina, dei aver attraversato per quasi 450 anni tutte monti di pietà e delle banche poveri, tipi- queste fasi, ricoprendo sempre un ruolo che dell’Antico regime. Successivamente, significativo. A partire dall’antica confra- gli enti benefici si ridimensionano o si ternita, divenuta già nel Seicento una con- modificano, in rapporto al ruolo assunto sistente organizzazione assistenziale, edu- dallo Stato in campo assistenziale, sanita- cativa e finanziaria, fino alla frattura di rio, scolastico, mentre molti monti di pietà metà Ottocento e alla nascita delle Opere diventano istituti di credito, mantenendo Pie di San Paolo. Da un lato il Monte di generalmente una vocazione sociale. In pietà compiva la trasformazione in istituto anni recenti, in seguito ai processi di priva- creditizio, che dopo una prima espansione tizzazione, gli scopi di pubblica utilità e di regionale del 1931 divenne un grande grup- interesse sociale, mai venuti meno per le po bancario internazionale negli ultimi 9. Le prime costituzioni della “Confraternita della catholica fede in Turino”, 18 aprile 1563, pagina iniziale.
decenni del XX secolo. Dall’altro lato evol- sabaudo in base alla pace di Cateau- veva anche la filosofia degli interventi Cambresis (1559), ne avviava una profon- filantropici del San Paolo, che erogava con- da riorganizzazione politica, militare, cul- tributi consistenti nel settore sanitario, sco- turale. Con la ricostruzione della Cittadella lastico, sociale, assistenziale e successiva- mutava anche l’aspetto ancora medievale mente rivolgeva la propria attenzione alla di Torino, che nel 1563 diveniva capitale tutela del patrimonio artistico e dell’am- del ducato di Savoia. biente, fino a giungere alla costituzione Il 25 gennaio 1563, ad un anno esatto di della attuale fondazione. distanza dalla loro prima riunione, sette cit- tadini torinesi - l’avvocato Giovanni Antonio Albosco, il capitano Pietro Della Rossa, il DENOMINAZIONI ASSUNTE TRA IL 1563 E IL 1991 canonico Battista Gambera, il causidico Nicolò Ursio, il mercante Benedetto Valle, il dal 1563 sarto Nicolino Bossio e il libraio Ludovico Compagnia di San Paolo Nasi - fondarono la Compagnia della Fede dal 1853 Opere Pie di San Paolo di Torino Cattolica sotto l’invocazione di San Paolo, con il duplice scopo di soccorrere la popola- dal 1901 Istituto delle Opere Pie di San Paolo zione, gravata dalla miseria, e di arginare 24 (Beneficenza e Credito) in Torino l’espansione della riforma protestante. dal 1927 L’aiuto ai poveri e agli ammalati - in partico- Istituto di San Paolo in Torino. lare ai nobili decaduti e ai borghesi impove- LA STORIA PLURISECOLARE DELLA COMPAGNIA DI SAN PAOLO Beneficenza e Credito riti - si esplicava attraverso la raccolta di ele- dal 1932 mosine e la loro distribuzione a domicilio, in Istituto di San Paolo di Torino. Credito e Beneficenza forma discreta e capillare. La confraternita - Istituto di credito di diritto pubblico - trovò ampia adesione tra i mercanti, gli dal 1950 al 1991 uomini di legge, i funzionari statali, i decu- Istituto Bancario San Paolo di Torino rioni della città, gli artigiani, aumentando - Istituto di credito di diritto pubblico - ben presto il numero dei propri iscritti. La sua attività si configurava, già a fine L’antica Compagnia di San Paolo Cinquecento, nella creazione di “opere” - 1563-1853 oggi diremmo istituzioni - di carattere socia- La storia della Compagnia affonda le sue le ed umanitario. La prima, destinata ad un radici nella Torino cinquecentesca. Teatro grande sviluppo, fu la riapertura sotto la pro- di battaglie durante le lunghe guerre tra pria egida del Monte di pietà, che era stato Francia e Spagna, il Piemonte non solo eretto per la prima volta nel 1519 sotto il aveva perso la sua indipendenza politica, patrocinio della Città e soppresso dopo breve ma si trovava in uno stato di grande degra- do economico. Emanuele Filiberto di 10. Alessandro Ardente, Caduta di san Paolo Savoia, rientrato in possesso del ducato da cavallo, 1580. Torino, Intesa Sanpaolo.
tempo durante l’occupazione francese. case femminili si trasformarono progressi- del Seicento i confratelli promossero l’ere- Ottenuta nel 1579 l’autorizzazione da papa vamente in istituti educativi, a cui accede- zione dell’Ospedale di carità, con il quale Gregorio XIII e dal duca Emanuele Filiberto vano anche pensionarie a pagamento. la Compagnia continuò a collaborare, sia per la ricostituzione del Monte con nuovi L’istruzione impartita, in sintonia con i partecipando alla sua direzione sia erogan- statuti, la Compagnia diede inizio al prestito tempi, era basata sull’apprendimento dei do prestiti a suo favore. Nel secolo succes- gratuito su pegno per sottrarre all’usura i ceti lavori domestici di cucina e di cucito e sul- sivo la Compagnia contribuiva con una più deboli. Ancora oggi una delle più antiche l’educazione religiosa. somma considerevole anche alla costruzio- strade di Torino, dove è ubicata la sede sto- La Compagnia di San Paolo, legata ai ne del nuovo Ospedale dei pazzi. rica della banca Sanpaolo, porta il nome di gesuiti, contribuì alla costruzione della Nel XVI secolo la città di Torino fu ogget- via Monte di Pietà, mentre una targhetta con chiesa dei Santi Martiri e all’istituzione del to di una profonda ristrutturazione urbani- la scritta “Isola di San Paolo” nell’isolato Collegio dei nobili, per l’educazione delle stica, voluta dai duchi per trasformare la della chiesa dei Santi Martiri in via Garibaldi classi agiate. Per la formazione e l’impiego città in una capitale a livello europeo: il (all’epoca via Dora Grossa) ricorda uno dei dei ragazzi poveri nelle arti meccaniche e “dirizzamento” della via Dora Grossa, l’at- primi luoghi di incontro dei confratelli. manifatturiere, fu promotrice della fonda- tuale via Garibaldi; il primo ingrandimento Nello stesso periodo prese avvio l’assi- zione dell’Albergo di virtù, in accordo con della città, promosso da Carlo Emanuele I stenza femminile: la Casa del soccorso, eret- il disegno ducale di introdurre in Piemonte affidando ad Ascanio Vittozzi il progetto di ta nel 1589, ospitava fanciulle povere di la lavorazione della seta. Nella prima metà Piazza Castello e dell’apertura della via civile condizione che, per la morte dei geni- Nuova (attuale via Roma) a sud, sul cui trac- 26 tori o per altre cause, non potevano riceve- ciato Carlo Castellamonte progettò la Piazza 12. San Pietro e san Paolo. Antiporta incisa, dalla 27 prima edizione della storia della Compagnia di re un’educazione adeguata al loro stato e San Carlo; il secondo ampliamento, realizza- Emanuele Tesauro, Torino, 1657. LA STORIA PLURISECOLARE DELLA COMPAGNIA DI SAN PAOLO LA STORIA PLURISECOLARE DELLA COMPAGNIA DI SAN PAOLO anzi correvano il rischio di cadere vittime di to da Carlo Emanuele II verso levante attra- profittatori (ed erano perciò dette “perico- verso la strada Po. Queste trasformazioni Cannocchiale aristotelico, Tesauro fu fecondo lanti”). La soluzione migliore per quei conferirono a Torino la sua caratteristica autore di panegirici, epigrafi, imprese, trage- tempi era la collocazione in matrimonio: fisionomia barocca. die e drammi, di un trattato filosofico, di una per questo la permanenza nella casa si con- A cento anni dalla fondazione, il ruolo raccolta di favole e di opere storiche ed eru- cludeva con l’assegnazione di una dote. Nel sociale ed economico raggiunto permetteva dite. Tra queste si colloca l’Istoria della 1595, proprio per venire incontro alle alla Compagnia di San Paolo di affidare la Compagnia di San Paolo, stampata nel 1657, numerose richieste di dote da parte di stesura della propria storia all’intellettuale pregevole sia dal punto di vista letterario sia ragazze povere, fu costituito l’Ufficio pio. più influente della corte sabauda, Emanuele come fonte non solo per le vicende della Nel volgere di poco tempo l’Opera accentrò Tesauro, che in quel periodo ricopriva un Compagnia, ma per la storia sociale, religio- la gestione di tutta l’attività assistenziale ruolo importante proprio nel programma di sa, economica, artistica della città. della Compagnia: sussidi ai decaduti, ai trasformazione di Torino in una capitale Nel corso del XVII secolo la Confraternita malati, ai mendicanti, doti, servizi religiosi, europea e fu regista delle decorazioni delle consolidò la propria struttura organizzativa e pagamento delle rette del Soccorso. Più residenze ducali (il Valentino, Palazzo Reale, assunse un ruolo via via più importante tardi, nel 1683, venne fondata la Casa del il Castello di Rivoli, la Venaria Reale, il nella società civile. Il rafforzamento del deposito per ospitare donne di qualunque Castello di Racconigi) e del Palazzo di Città. patrimonio della Compagnia, grazie a nume- condizione ed età desiderose di abbandona- 11. Bartolomeo Caravoglia, Giovan Francesco Considerato oggi come il massimo teorico rosi legati di piccola entità, cui si aggiunge- re la loro situazione di “disonestà”. Le due Bellezia, 1670. Torino, Palazzo di Città. barocco per il fondamentale trattato Il ranno grandi eredità di famiglie piemontesi,
permise l’avvio di un’intensa attività finan- Dalle Opere Pie all’Istituto di San ipotecari, portafoglio sconti, depositi pres- ziaria, gestita dal Monte di pietà, all’interno Paolo di Torino 1853-1931 so altri istituti di credito. Con l’assunzione del quale si affermava la distinzione tra Sopravvissuta ai rivolgimenti di quasi tre dell’esercizio del Credito fondiario nel l’Opera dei redditi e l’Opera dei pegni. Le secoli, la Compagnia di San Paolo attraver- 1867, in concomitanza con le riforme agra- principali forme di impiego consistevano sò una crisi profonda nel momento di pas- rie e con l’incremento dell’edilizia urbana, nell’acquisto di quote del prestito pubblico, saggio del Piemonte dall’assolutismo alla prese avvio un settore di attività molto rile- statale e municipale, in prestiti a comunità e monarchia costituzionale nel 1848, mentre vante anche successivamente per la banca. privati, in particolare al Comune di Torino, l’Italia andava faticosamente costituendosi In parallelo allo sviluppo industriale pie- in acquisto di censi e tassi, in investimenti in Stato unitario e moderno. Con il diffon- montese anche il San Paolo iniziò una fase di immobiliari. Nel 1653 il Monte di pietà dersi delle idee liberali maturò negli vivace espansione, sempre improntata tutta- assunse l’amministrazione del debito pub- ambienti politici torinesi la convinzione via ad una politica di estrema cautela, che gli blico dello Stato sabaudo, il cosiddetto della necessità di abolire le congregazioni permise di passare indenne sia attraverso la Monte della fede (eretto da Carlo Emanuele religiose, incamerandone i beni. Nel 1853 crisi del 1887-1894, legata all’abuso del cre- I ed estinto nel 1730), ricavandone grande Vittorio Emanuele II limitava le funzioni dito e alla speculazione edilizia, sia più tardi prestigio e nuova disponibilità liquida. della Compagnia all’esercizio delle pratiche alla grande crisi del 1929. Nel 1923 il Monte Dopo aver raggiunto, a metà Settecento, il religiose, e affidava il patrimonio e l’ammi- di pietà ricevette con la classificazione nella 13. Decreto con il quale il Prefetto del Dipartimento prima categoria il riconoscimento della pre- culmine dello sviluppo organizzativo e della nistrazione delle Opere Pie di San Paolo di dell’Eridano ordina la chiusura del Monte di pietà attività creditizia, estesi a tutto lo Stato, la Torino (dal 1901 Istituto delle Opere Pie di valente attività bancaria, mentre l’Istituto si già amministrato dalla Compagnia di San Paolo, 28 Compagnia subì a fine secolo l’influenza Torino, 27 giugno 1801. San Paolo in Torino. Beneficenza e Credito) 29 della generale crisi economica, dovendo da ad una Direzione di nomina governativa e dente. Il Monte di pietà venne riaperto, LA STORIA PLURISECOLARE DELLA COMPAGNIA DI SAN PAOLO LA STORIA PLURISECOLARE DELLA COMPAGNIA DI SAN PAOLO un lato sopperire alle aumentate richieste di municipale, con un presidente e un vice- soccorso da parte della popolazione gravata dopo due anni di chiusura, nel 1804 e rior- presidente di nomina regia. dalla miseria, e dall’altro sottostare alle ganizzato su modello del Monte di Parigi, Nel ventennio 1859-1879 l’attività credi- pesanti imposizioni fiscali dettate dalle accentuandone il carattere bancario. tizia si sviluppò ampiamente. Giovanni necessità belliche. Alla Restaurazione, nel 1814, la Giolitti, futuro grande statista e nel 1879 Con l’avvento del governo repubblicano Compagnia venne reintegrata nelle sue fun- commissario regio delle Opere Pie di San francese in Piemonte la Congregazione di zioni, assumendo anche la gestione del Paolo, descrive il Monte di pietà a interessi San Paolo perse progressivamente la Monte di pietà ad interessi, accanto al Monte come un vero e proprio istituto di credito, gestione delle Opere e il possesso del patri- gratuito. Mentre riprendevano le attività con regolare servizio di conti correnti, nel monio, fino alla soppressione decretata il assistenziali dell’Ufficio pio, alla Compagnia quale i prestiti su pegno rappresentavano 26 marzo 1802, con la contestuale sostitu- fu affidato, per il periodo 1814-1851, il servi- ormai meno della decima parte delle attivi- zione da parte di organi di nomina pubbli- zio sanitario per i poveri nella città di Torino. tà. Fino al 1859 il Monte si era limitato a ca rispondenti ai nuovi modelli culturali e La gestione non si limitava alle cure mediche ricevere depositi e a investirli in prestiti su politici. Una parte consistente del persona- di base, come nelle tradizionali condotte, ma pegno; successivamente incominciò ad le dei nuovi comitati di beneficenza era comprendeva l’assistenza farmaceutica e impiegare i capitali eccedenti le richieste di composta tuttavia da ufficiali paolini, prestazioni specialistiche. prestiti in nuove operazioni: acquisto di 14. Decreto con il quale Vittorio Emanuele II affida soprattutto avvocati e borghesi, che assicu- titoli di Stato e obbligazioni garantite, anti- l’amministrazione delle Opere Pie alla Direzione rarono la continuità con l’esperienza prece- cipazioni su titoli, mutui e conti correnti delle Opere Pie di San Paolo, 13 febbraio 1853.
30 15. Sala incanti del Monte di pietà delle Opere Pie di San Paolo di Torino, fine Ottocento. 16. Alunne dell’Educatorio Duchessa Isabella, inizi Novecento. 31 affacciava sulla scena nazionale con i presti- educativo che nel 1883, in occasione delle personale docente. Per venire incontro a negli anni del decollo industriale di Torino, LA STORIA PLURISECOLARE DELLA COMPAGNIA DI SAN PAOLO LA STORIA PLURISECOLARE DELLA COMPAGNIA DI SAN PAOLO ti agli enti pubblici, soprattutto ai comuni, e nozze del principe Tommaso di Savoia, questa esigenza l’Educatorio avviò il corso il San Paolo, oltre a sostenere mediante con la partecipazione ai nuovi organismi duca di Genova, con la principessa Isabella normale per la formazione delle maestre, prestiti al Comune e alla Provincia lo svi- finanziari, come il Consorzio sovvenzioni su di Baviera, assunse il nome di Educatorio che potevano esercitarsi presso l’asilo luppo delle infrastrutture e la municipaliz- valori industriali, l’Istituto federale per il cre- Duchessa Isabella. Nel 1893, l’Educatorio si infantile e la scuola elementare. Nel 1926 la zazione dei servizi essenziali, interveniva dito agrario per il Piemonte, il Consorzio trasferì dalla storica sede di via Maria scuola magistrale divenne statale (Istituto direttamente nel campo dell’istruzione nazionale per il credito agrario di migliora- Vittoria in Barriera di Francia, nell’attuale “Domenico Berti”). operaia e tecnica, dell’edilizia popolare, Mentre l’Ufficio pio nella seconda metà della tutela dei lavoratori. Tra le altre scuo- mento. Nel 1927 l’ente assumeva la denomi- Piazza Bernini, in un edificio appositamen- dell’Ottocento convertiva i lasciti per doti le professionali beneficiarie figurano nazione Istituto di San Paolo in Torino - te costruito dall’architetto Giuseppe monacali in sussidi educativi, il Monte di l’Istituto professionale operaio, la Scuola Beneficenza e Credito e l’anno successivo Davicini secondo i più aggiornati criteri del- pietà erogava una parte dei redditi in opere popolare elettrotecnica, la Scuola officine formalizzava nel Monte la separazione tra la l’edilizia scolastica del tempo. L’istituto, di beneficenza, sostenendo istituzioni serali, la Società delle scuole tecniche di sezione credito e la sezione pegno. che mantenne il suo carattere residenziale, quali l’Istituto del Buon Pastore, la Società San Carlo, la Scuola tipografica. L’Istituto, Dalla relazione di Giolitti del 1879 emer- impartiva ora alle giovani un’educazione delle scuole gratuite per i rachitici, il che già finanziava il Patronato di soccorso ge che anche le attività assistenziali ed edu- intellettuale e morale completa, dalle ele- Collegio degli artigianelli, l’Istituto dei sor- per operai colpiti da infortunio, intraprese cative si erano rinnovate dopo la trasforma- mentari alle superiori. Nell’Italia unita l’ob- domuti, il Comitato di soccorso ai danneg- agli inizi del secolo una iniziativa a favore zione istituzionale del 1853. La Casa del bligo della frequenza al primo biennio ele- giati dalle inondazioni. Successivamente, delle vedove di operai con figli piccoli, soccorso e l’Opera del deposito furono uni- mentare era spesso disatteso, soprattutto ficate in un’unica istituzione di carattere dalle bambine, anche per la mancanza di Nella pagina seguente: 17. Cortile interno dell’Educatorio Duchessa Isabella, inizi Novecento.
costruendo dodici casette nel borgo San distribuzione dei valori bollati (1938). Nel media nazionale, corrispondeva un conside- Paolo per ospitare le famiglie più disagiate. 1940 l’Istituto incorporava i Monti di credi- revole aumento delle più moderne forme di Quando fu costituito nel 1907 l’Istituto to su pegno di Carignano e di Susa. operazioni di fido e un fortissimo sviluppo Case Popolari, le Opere Pie di San Paolo Dopo l’emanazione delle leggi razziali delle operazioni a medio e lungo termine. versarono un’ingente somma a fondo per- del 1938 il Credito fondiario del San Paolo Furono potenziati i finanziamenti alle duto per la creazione del capitale iniziale. fu incaricato di gestire, principalmente in imprese industriali e commerciali e incre- Un ruolo attivo, non solo finanziario, Piemonte e Liguria, le proprietà immobilia- mentati i mutui agli enti pubblici e agli enti ebbe il San Paolo nella soluzione della ri sequestrate agli ebrei, cui si aggiunsero, morali. Nel 1960 fu costituita la Sezione cosiddetta “questione ospedaliera” torine- dopo l’entrata in guerra, quelle degli stra- opere pubbliche per il finanziamento a se, legata alla carenza di ricettività delle nieri di nazionalità nemica. medio e lungo termine di opere pubbliche e strutture in rapporto all’aumento della impianti di pubblica utilità. Nel 1961 popolazione e alla frequenza e gravità delle L’Istituto Bancario San Paolo di Torino l’Istituto ottenne l’autorizzazione governati- epidemie. Già nel 1879, a seguito di una dal 1950 al 1975 va a operare direttamente anche nel campo grave crisi, la gestione temporanea Le tappe dell’evoluzione dimensionale e del credito agrario di miglioramento. Il set- dell’Ospedale Maggiore fu affidata al qualitativa compiuta dall’Istituto nel tore titoli veniva completamente rinnovato, Ragioniere Capo dell’Istituto, che a fine secondo dopoguerra fino alla privatizzazio- aprendosi alle nuove esigenze del mercato. mandato suggerì importanti innovazioni. ne del 1991 si possono distinguere, per Nel periodo dell’espansione economica Costanti furono i sussidi erogati, in partico- 18. Lo statuto del 1932. comodità, in due periodi demarcati dal generale (anni ’50 e primi anni ’60), lo svi- 1975, anno in cui fu autorizzato ad opera- 34 lare per nuove strutture, come il Centro dia- e tre filiali fuori città, si trovò ad avere dieci luppo economico del “triangolo industriale” 35 gnostico per lo studio e la cura del cancro re su tutto il territorio nazionale. agenzie in città e 110 filiali diffuse prevalen- e lo sviluppo operativo del San Paolo sono nel 1923 fino alla partecipazione al consor- Nel dopoguerra l’Istituto ricoprì un ruolo LA STORIA PLURISECOLARE DELLA COMPAGNIA DI SAN PAOLO LA STORIA PLURISECOLARE DELLA COMPAGNIA DI SAN PAOLO temente nelle regioni nord-occidentali. strettamente e reciprocamente correlati. zio per la costruzione della nuova sede determinante in Piemonte nella ricostru- Nel 1932 il Governo ne riconosceva la rile- Tra il 1965 e il 1969 l’Istituto assorbiva le dell’Ospedale Maggiore alle Molinette, ulti- zione del patrimonio distrutto e nell’ecce- vanza nell’economia del Paese e le finalità di attività della Banca Grasso in liquidazione, mata nel 1935. zionale incremento edilizio di Torino, attra- pubblico interesse conferendogli lo statuto di verso l’erogazione di mutui fondiari che i cui depositi furono trasferiti alla Banca L’Istituto di credito di diritto pubblico Istituto di credito di diritto pubblico. La favorirono la piccola proprietà e la costru- Subalpina, istituto costituito dal San Paolo dal 1932 al 1945 nuova denominazione Istituto di San Paolo zione di grandi condomini. Nel 1963 la stesso assieme alla Cassa di risparmio di Alla fine degli anni Venti la crisi economi- di Torino. Credito e Beneficenza rifletteva il sede della banca fu trasferita in Piazza San Torino e all’Ifi - Istituto finanziario indu- ca internazionale causò il crollo di alcuni persistere della duplice vocazione dell’ente. Carlo, dopo una lunga e attenta opera di striale, per il salvataggio dell’Istituto ban- gruppi industriali piemontesi e delle banche Parallelamente all’espansione territoriale ricostruzione del palazzo semidistrutto dai cario piemontese. che li finanziavano. Per il San Paolo questo con l’apertura, dopo la sede di Genova, di bombardamenti. Le incorporazioni della Banca depositi e è il momento della grande espansione: nel quella di Roma nel ‘36 e di Milano nel ‘37, Nel 1950 il cambiamento della denomina- sconti di Milano, della Banca fiorentina di 1931, forte della propria consolidata effi- fu ampliata la rete delle attività e dei servi- zione in Istituto Bancario San Paolo di credito di Firenze e del Banco Santi di cienza amministrativa, fu in grado di rileva- zi. L’Istituto fu autorizzato ad emettere Torino sanzionava il passaggio da banca Bologna, attuate nel biennio 1971-1972, re i depositi della Banca Agricola Italiana, di propri assegni circolari (1932); a funziona- prevalentemente raccoglitrice di risparmio a consentirono l’ampliamento della rete di proprietà di Riccardo Gualino, in Piemonte re da agenzia della Banca d’Italia per il vera e propria banca commerciale. Negli filiali a Milano e l’istituzione delle sedi di e Liguria e parte della provincia di Pavia. commercio delle divise estere (1935), a anni successivi all’evoluzione qualitativa e Bologna e Firenze. L’apertura della sede di Così l’Istituto di San Paolo, che ancora nel esercire il credito agrario d’esercizio quantitativa della raccolta, il cui tasso di Bari e delle delegazioni di credito fondiario 1928 contava soltanto tre agenzie in Torino (1936), ad assumere, primo in Italia, la incremento superava notevolmente la a Pescara, Cagliari, Napoli, Reggio Calabria,
Catania, costituirono i primi passi del- l’espansione sull’intero territorio nazionale. Quando nel 1975 l’Istituto ottenne l’auto- rizzazione a operare in tutte le regioni, esso contava 260 filiali, contro le 115 del 1946. Il San Paolo contribuiva a promuovere lo sviluppo dell’apparato produttivo del Paese anche attraverso l’assunzione di partecipa- zioni in molteplici iniziative esterne, dal settore bancario a quello turistico. Favorì ad esempio la creazione di infrastrutture atte a integrare il Piemonte nel mercato comuni- tario, con la partecipazione alle società per le costruzioni di autostrade e trafori alpini. Nel contempo l’Istituto non cessava di svolgere quelle attività sociali che le erano state proprie, e alle quali era destinata una consistente quota degli utili di esercizio, 21. «Le Stagioni», inverno 1963-1964, a. IV, n.1. 36 19. La sede di Piazza San Carlo dopo i bombardamenti della Seconda guerra mondiale. intervenendo a favore di ospedali, istituti 37 universitari, enti educativi, orfanotrofi, cen- LA STORIA PLURISECOLARE DELLA COMPAGNIA DI SAN PAOLO LA STORIA PLURISECOLARE DELLA COMPAGNIA DI SAN PAOLO tri di assistenza, ambulatori, comitati di borse di studio e altri enti. L’Ufficio pio, il cui patrimonio era stato polverizzato dall’infla- zione durante la guerra, proseguiva la sua missione grazie alle erogazioni della banca. L’attività dell’Educatorio Duchessa Isabella era stata interrotta il 22 novembre 1942, in seguito a un disastroso bombardamento che recò gravi danni all’edificio, pur senza cau- sare vittime. Nel dopoguerra, i locali venne- ro ricostruiti e tornarono a ospitare l’Istituto “Berti” e la Scuola Media Statale “Giovanni Pascoli”, mentre l’Educatorio sospese la pro- pria attività educativa diretta e continuò la propria opera attraverso l’erogazione di borse di studio. Nel 1951 prendeva avvio la collana di 20. Sede di Piazza San Carlo, 1978. volumi d’arte dedicata alla valorizzazione 22. «I Mesi», febbraio 1974.
Il San Paolo assumeva una forte caratte- la Banca assumeva la forma giuridica di verso i propri “enti strumentali”, specializ- rizzazione come banca dell’ECU, favoren- società per azioni e la Compagnia - a testimo- zati in settori specifici, a partire da quelli do lo sviluppo e la diffusione della moneta nianza della continuità storica del proprio che le sono storicamente legati. La comunitaria nei mercati internazionali, in impegno - “rinasceva” per misurarsi con le Fondazione per la scuola, nata nel 2001 previsione della costituzione di un mercato nuove esigenze della società civile. dalla trasformazione dell’Educatorio finanziario europeo, qualificandosi anche Duchessa Isabella, divenuto nel 1991, come come banca delle istituzioni comunitarie. La Compagnia di San Paolo oggi l’Ufficio pio, una fondazione di diritto pri- Con l’acquisizione di Banco Lariano, Oggi, la Compagnia è una fondazione di vato, si propone di operare anzitutto a Banca Fabbrocini, Banca Provinciale diritto privato tra le maggiori in Europa, e sostegno dello sviluppo dell’autonomia sco- Lombarda, Banca Popolare dell’Agricoltura persegue finalità di interesse pubblico e di lastica. L’Ufficio pio della Compagnia di San di Canicattì, Banca Nazionale delle utilità sociale, allo scopo di favorire lo svi- Paolo Onlus, è oggi una fondazione che ha Comunicazioni, con le partecipazioni in luppo civile, culturale ed economico delle come finalità principale l’intervento diretto settori parabancari, con la diversificazione comunità in cui opera. Essa è attiva nei set- dei servizi alla fine degli anni Ottanta, il a favore di persone e nuclei familiari in dif- tori della ricerca scientifica, economica e ficoltà, attraverso l’erogazione di sussidi San Paolo divenne un vero e proprio giuridica; dell’istruzione; dell’arte; della economici e di servizi socio-sanitari e assi- Gruppo. La trasformazione in banca uni- 23. La filiale Sanpaolo di Amsterdam, 1988. conservazione e valorizzazione dei beni e versale prevedeva l’offerta di ogni specie di stenziali. La Fondazione per l’arte della delle attività culturali e dei beni ambienta- prodotto bancario e parabancario, dal cre- Compagnia di San Paolo, sorta nel 2004 li; della sanità; dell’assistenza alle catego- del patrimonio artistico, dapprima piemon- dito a breve termine, tipico della banca di dalla trasformazione della Fondazione San 38 tese e poi italiano, in parallelo all’espansio- deposito, ai finanziamenti a lungo termine rie sociali deboli. Paolo di Torino per la cultura, la scienza e 39 Nell’ambito delle attività istituzionali, la ne territoriale dell’Istituto; dieci anni dopo erogati tramite le sezioni, sino all’attività di l’arte, si propone di promuovere la salva- Compagnia di San Paolo opera anche attra- LA STORIA PLURISECOLARE DELLA COMPAGNIA DI SAN PAOLO LA STORIA PLURISECOLARE DELLA COMPAGNIA DI SAN PAOLO nasceva la rivista di carattere economico e collocamento sul mercato dei capitali e guardia, l’arricchimento e la valorizzazione culturale “Le Stagioni”, seguita da “I Mesi”. all’intermediazione finanziaria internazio- del patrimonio artistico, e l’accrescimento e nale, tipica delle banche d’affari. la diffusione dell’interesse per l’arte. L’espansione internazionale, la Precorrendo per certi aspetti lo spirito Altri tre enti strumentali sono nati negli formazione del Gruppo Sanpaolo, la della legge sulle fondazioni bancarie, nel ultimi anni grazie a progetti e intese svilup- privatizzazione 1985 l’Istituto costituì la Fondazione pati con interlocutori di grande valore Dalla fine degli anni ’70 il processo di dell’Istituto Bancario San Paolo di Torino scientifico, quali il Politecnico e espansione internazionale già avviato agli per la cultura, la scienza e l’arte. Tra i pro- l’Università degli Studi di Torino. Si tratta, inizi degli anni ’60 con l’apertura degli uffi- getti più significativi realizzati dalla nel caso del primo ateneo, dell’Istituto ci di rappresentanza di Zurigo, Londra e Fondazione vi fu il recupero del Museo superiore Mario Boella sulle tecnologie del- Parigi e dell’Ufficio cambi, si sviluppò Egizio di Torino, l’ampliamento e la ristrut- notevolmente nella duplice direzione di l’informazione e le telecomunicazioni e di turazione della Pinacoteca di Brera, il acquisizione di banche già operanti e di restauro del complesso abbaziale medieva- SITI - Istituto superiore sui sistemi territo- apertura di proprie filiali. A metà degli anni le di San Fruttuoso di Camogli e della riali per l’innovazione. Il Collegio Carlo ’80 l’Istituto era presente con proprie filiali Basilica di Superga. Sul versante scientifico Alberto è invece una fondazione costituita ad Amsterdam, Francoforte, Monaco, la fondazione organizzò una serie di confe- con l’Università la cui missione consiste Londra e Parigi, Los Angeles, New York, renze internazionali sull’ambiente. nel promuovere la ricerca e la didattica a Singapore e con uffici di rappresentanza a Alla fine del 1991, nel nuovo quadro nor- livello internazionale in economia, finanza Stoccolma, Bruxelles, Zurigo, Tokyo. mativo introdotto dalla Legge “Amato-Carli”, 24. La Basilica di Superga, 1996. e political science.
I FONDI DELL’ARCHIVIO STORICO 41 L’Archivio Storico custodisce e mette a di storia moderna e contemporanea, di eco- disposizione della comunità un ricchissimo nomia, di storia sociale, storia del diritto, patrimonio documentario, dal XV al XX architettura. secolo, testimonianza della storia plurise- Socio dell’ANAI (Associazione Nazionale colare della Compagnia di San Paolo e Archivistica Italiana), dell’ICA (International fonte importante per la storia piemontese e Council of Archives), dell’EABH (European nazionale. Association for Banking and Finanancial La documentazione conservata - la con- History e. V.) l’Archivio Storico partecipa alle sistenza attuale è di circa 1 km lineare - si attività culturali di approfondimento teorico incrementa progressivamente con l’acqui- e di formazione; in particolare mantiene pro- sizione delle serie d’interesse storico pro- ficui contatti e opera scambi con altri archi- dotte dalla banca fino al 1991 e dalla vi d’impresa, in Italia e all’estero, collabo- Compagnia negli anni successivi. rando anche con riviste specializzate e con La sala di studio, aperta ogni giorno su istituti universitari. appuntamento nella sede di Vigna di Nell’ambito della formazione l’Archivio Madama Reale, ospita ricercatori e studenti collabora con l’Università per visite guidate 25. Una sala dell’Archivio Storico.
I. COMPAGNIA DI SAN PAOLO 1696 e abbiamo notizia di riordini effettuati nel 1742 e nel 1778-79, quest’ultimo a cura Estremi cronologici del segretario dei regi archivi Marino. Dopo Sono contenuti essenzialmente tra l’an- la restaurazione, nel decennio 1836-1845 no di fondazione (1563) e l’anno del trasfe- furono effettuati vari interventi riorganizza- rimento dell’amministrazione ad un tivi affidati spesso ad archivisti camerali o Consiglio di nomina governativa (1853), della regia intendenza, sotto il controllo fatta eccezione per alcune carte significa- degli archivisti della Compagnia. tive risalenti al XIV secolo (documenti di Nel 1881 Nicomede Bianchi elencava privati) e alcuni atti successivi alla metà nella guida Le carte degli archivi piemonte- del XIX secolo (documenti della Direzione si politici, amministrativi, giudiziari, eccle- delle Opere Pie e la parte più recente delle siastici... (Torino, Bocca), sotto la voce serie dei lasciti e dei censi). Opera Pia di San Paolo di Torino i docu- menti di carattere storico generale, oggi Tipologia e consistenza considerati fondi aggregati. Nel 1952 l’ope- Volumi, registri e fascicoli, raccolti in 283 ra Archivi storici delle aziende di credito, unità di conservazione; 33 metri lineari. promossa dall’Associazione bancaria italia- Sono presenti un centinaio di pergamene. Il na pubblicava, accanto al profilo storico, 42 fondo è stato interamente microfilmato. un vero e proprio inventario-guida somma- 43 rio di tutto l’archivio dell’antica 26. Bolla pontificia di fondazione del Monte di pietà di Torino, Gregorio XIII, 1 marzo 1579. I FONDI DELL’ARCHIVIO STORICO I FONDI DELL’ARCHIVIO STORICO Strumenti di consultazione Compagnia, organizzato per serie. In occa- Inventario analitico a stampa (G. LOCO- sione del quarto centenario l’archivio fu per gli studenti, stage e tirocini, tesi di lau- la sede, la composizione sociale, i lasciti, gli ROTONDO, Archivio Storico dell’Istituto riordinato secondo il metodo storico siste- rea e di dottorato. Organizza inoltre semina- atti notarili, la crisi risorgimentale dell’antica Bancario San Paolo di Torino, Torino, matico da Giuseppe Locorotondo in colla- ri per archivisti e storici, su temi specialisti- Compagnia. Istituto Bancario San Paolo di Torino, borazione con l’Ufficio Studi del Servizio ci, quali l’interpretazione delle scritture con- Di seguito si descrivono i principali fondi 1963); repertori coevi per materia degli Segreteria, diretto da Zefferino Franco. tabili di età moderna. aperti alla consultazione: l’archivio del- ordinati e dei lasciti. L’inventario pubblicato nel 1963 assieme Per promuovere la ricerca e diffondere gli l’antica Compagnia di San Paolo (1563- alla sintesi storica di Mario Abrate, ha un studi di maggior interesse nel 1997 è stata 1853); il complesso archivistico dell’Istituto Tradizione archivistica taglio analitico e costituisce tuttora un vali- avviata la collana dei “Quaderni dell’Archivio di San Paolo di Torino (1853-1950 e oltre) do strumento di consultazione. Una costante attenzione nella conserva- Storico”, nella quale sono stati pubblicati con gli archivi aggregati della Cassa di pre- zione e nell’ordinamento delle carte è testi- finora sette volumi, su temi molto diversi: videnza della Confederazione fascista degli moniata fin dal 1612, quando fu decisa la Fondi l’analisi giuridica dei contratti di censo, la industriali, della Banca Grasso, della Banca redazione di un inventario, mentre i regola- I quattro fondi principali, Compagnia di persecuzione ebraica a Torino, le condotte Provinciale Depositi e Sconti e della Banca menti prescrivevano le norme per il buon San Paolo, Monte di Pietà, Ufficio Pio e altre mediche per i poveri, l’edizione moderna e Popolare San Gaetano; il fondo EGELI delle funzionamento dell’archivio, collocato pres- Opere Pie (Albergo di Virtù, Rifugio dei commentata della storia della Compagnia di gestioni dei beni ebraici e stranieri (1940- so il Monte di pietà e affidato all’archivista, Cattolizzati, Casa del Soccorso, Esercizi San Paolo del Tesauro, una raccolta di fonti e 1950 e oltre); il fondo Segreteria generale spesso di professione avvocato. Disponiamo Spirituali, Casa del Deposito, Casa delle saggi sulla religiosità, il patrimonio artistico, (1868-1967). di un inventario topografico risalente al Forzate), comprendono atti costitutivi, statu-
Puoi anche leggere