XVI - Presupposti e tecniche delle interviste non-standard - Paolo Montesperelli MRC/ XVI - Interviste non-Coris
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XVI - Presupposti e tecniche delle interviste non-standard Paolo Montesperelli MRC/ XVI - Interviste non- 1 2018-2019 standard
1 - PREMESSA RICERCA EMPIRICA STANDARD NON-STANDARD Associazione Esperimento (o co-variazioni) Paolo Montesperelli MRC/ XVI - Interviste non- 2 2018-2019 standard
INTERVISTE ‘NON-STANDARD’: Interviste “discorsive”, “in profondità”, Sulla distinzione fra “standard” e “non-standard vedi: “libere”, “focalizzate”, “ermeneutiche”, storie A. Marradi, “Due famiglie e un insieme”, in C. Cipolla e A. de Lillo, di vita, colloqui Il sociologo e le sirene, etnografici, focus Bo, Il Mulino, pp. 167-177. group, etc. Paolo Montesperelli MRC/ XVI - Interviste non- 3 2018-2019 standard
2 – LE COMPONENTI DI UN APPROCCIO “NON STANDARD” Paolo Montesperelli MRC/ XVI - Interviste non- 4 2018-2019 standard
L’ APPROCCIO “NON STANDARD”: COMPONENTE «Il più fondamentale presupposto fenomenologico FENOMENOLOGICA di una filosofia dell’interpretazione è che ogni interrogativo circa un qualsiasi ente è un interrogativo circa il senso di questo ente» (P. Ricoeur) Centralità del senso che gli uomini attribuiscono al “mondo” Paolo Montesperelli MRC/ XVI - Interviste non- 5 2018-2019 standard
COMPONENTE «I giudizi non possono mai essere ERMENEUTICA completamente autonomi dai pre-giudizi» (H.G. Gadamer) Ogni percezione, anche la più elementare, non è mai “pura”, auto-evidente, ma è già intrisa di senso, è già intrecciata coi nostri pre-giudizi; sicché la percezione è sempre un’interpretazione, un’ermeneutica del senso Paolo Montesperelli MRC/ XVI - Interviste non- 6 2018-2019 standard
COMPONENTE IDIOGRAFICA: Ogni singolo “oggetto” (/ soggetto / evento) viene considerato a sé stante, in quanto unico, autonomo e non fungibile rispetto ad altri “oggetti” vs positivismo, scientismo; vs. famiglia delle co-variazioni; Paolo Montesperelli MRC/ XVI - Interviste non- 7 2018-2019 standard
COMPONENTE tendenzialmente OLISTICA ogni “oggetto / soggettio / evento” viene considerato come un “insieme” coerente. Secondo alcuni: Può anche essere scomposto; MA la scomposizione non si traduce in una matrice-dati (sarebbe “standard”); Ciò non è incompatibile con l’adozione, in un secondo momento, dell’approccio “standard” (mixed methods); Paolo Montesperelli MRC/ XVI - Interviste non- 8 2018-2019 standard
3 – Caratteri generali dell’intervista non-standard Paolo Montesperelli MRC/ XVI - Interviste non- 9 2018-2019 standard
OBIETTIVO COGNITIVO NON singole proprietà, relazioni fra proprietà; MA “percezioni configurative”, porzioni più SEGMENTI esperibili del globali, meno frammentate: “mondo della vita quotidiana” (presenti o Es: le relazioni in- / lo passati) sviluppo di - una comunità; la vita quotidiana; alcuni percorsi individuali; strategie complesse di (ri)definizione di valori e atteggiamenti, etc. Paolo Montesperelli MRC/ XVI - Interviste non- 10 2018-2019 standard
CENTRALITA’ DELL’INTERVISTATO 1) L’intervistato è il vero esperto del proprio “mondo della vita quotidiana”; 2) egli deve esprimere le proprie visioni del mondo nei propri termini e concetti Paolo Montesperelli MRC/ XVI - Interviste non- 11 2018-2019 standard
Conseguenze : Virtualmente tutto ciò che dice e come lo dice è rilevante; Tecniche non direttive (perché più “plastiche”); Analizzare anche le modalità espressive (interdisciplinarietà: antropologo, sociologo, socio-linguista, etc.); Importanza della qualità dell’intervistatore / ricercatore; Paolo Montesperelli MRC/ XVI - Interviste non- 12 2018-2019 standard
4 – ATTEGGIAMENTI DELL’INTERVISTATORE Paolo Montesperelli MRC/ XVI - Interviste non- 13 2018-2019 standard
1) Il MVQ e la “provincia finita di significato scienza” hanno stili cognitivi distanti (A. Schütz); la ricerca (es. intervista strutturata) “trauma”. 2) Per avvicinarsi: ricorrere al sapere personale (esplicito e tacito), “comprensione”, “arte dell’ascolto”, etc. Paolo Montesperelli MRC/ XVI - Interviste non- 14 2018-2019 standard
La “arte dell’ascolto” «Udire è un fenomeno fisiologico, e invece ascoltare è un atto psicologico (…). Si possono applicare con estrema, perfino maniacale, precisione tutte le prescrizioni metodologiche e non intendere alcunché; si può ascoltare, meglio, credere di ascoltare e non intendere, non vedere. L’ascolto può essere un meccanico prestare orecchio, si può perfino riportare fedelmente ciò che si è udito e restare, nonostante ciò, al di qua della comprensione» (L. Lombardi Satriani 1987, 105). Paolo Montesperelli MRC/ XVI - Interviste non- 15 2018-2019 standard
Plutarco: per coltivare l’arte «Non è possibile che chi dell’ascolto occorre: parla sia in assoluto talmente inetto e impreciso 1) Coltivare il silenzio da non offrire niente che interiore; possa essere apprezzato: 2) Esercitare con una riflessione sua, una citazione altrui, costanza la l’argomento stesso e lo concentrazione; scopo dei discorso, o 3) Maturare la capacità di almeno lo stile e la domandare; disposizione della materia» (Plutarco,L’arte di ascoltare, 4) Tenere sempre desta trad. 2002, 70-1) l’attenzione verso l’altro Paolo Montesperelli MRC/ XVI - Interviste non- 16 2018-2019 standard
H.-G. Gadamer: il «Occorre accettare che non si sa all’inizio come ci vero ascolto, che è si troverà alla fine» indispensabile al (H.-G-Gadamer, 1987, 63) dialogo, muta i pre- giudizi Paolo Montesperelli MRC/ XVI - Interviste non- 17 2018-2019 standard
Nel riconoscere la «Ne deriva l’umile centralità disponibilità a trovare nella realtà dell’intervistato «è anche quello che non implicito un rispetto si attende, anziché per gli altri e per le quello che si attende loro intenzioni, le loro a priori» (A. Marradi 1982, 448) speranze e i loro modi di vita» (Berger e Kellner 1991, 32); ; Paolo Montesperelli MRC/ XVI - Interviste non- 18 2018-2019 standard
5. LA CONDUZIONE DELL’INTERVISTA Paolo Montesperelli MRC/ XVI - Interviste non- 19 2018-2019 standard
I ricercatori: • Dovrebbero lavorare in gruppo (interdisciplinare): - si moltiplicano i punti di vista; si amplia il panorama; - la conoscenza si costruisce mediante interazione dialettica; • Coincidono con gli intervistatori (nell’interpretazione è fondamentale l’interazione intervistato- intervistatore) Paolo Montesperelli MRC/ XVI - Interviste non- 20 2018-2019 standard
L’INTERVISTATORE - Svolge una funzione discreta, strategica, “maieutica” interventi ridotti al minimo ma efficaci. Ciò richiede esperienza, preparazione, motivazione, inventività, sensibilità ermeneutica; - Ascoltare davvero: «Udire è un fenomeno fisiologico e invece ascoltare è un atto psicologico» (L. Lombardi Satriani). - In mano non ha un questionario ma una semplice “traccia” = elenco di temi molto flessibile = non va applicata rigidamente (deve adattarsi al profilo di ciascun intervistato; sarebbe segno di ansia, incertezza, etc.). - Per evitare tale ansia, l’intervistatore deve assimilare molto bene gli obiettivi cognitivi, i temi, le proprietà che si vogliono rilevare partecipare al gruppo di ricerca fin dall’inizio. Paolo Montesperelli MRC/ XVI - Interviste non- 21 2018-2019 standard
- Deve prestare attenzione alla comunicazione verbale (compresi uso del dialetto, problemi espressivi, etc.) e non verbale. - Fornire al ricercatore informazioni: fasi preliminari dell’intervista, primi contatti e relative difficoltà; osservazioni “de visu”; tensioni durante l’intervista, luogo dell’intervista, osservazioni dell’intervistato a registratore spento, etc. - Trascrivere l’intervista. Paolo Montesperelli MRC/ XVI - Interviste non- 22 2018-2019 standard
LA CONDUZIONE DELL’INTERVISTA LA PRIMA DOMANDA Evitare domande che inducano a risposte secche («sì / no») bloccano la fluidità, “raffreddano” il rapporto intervistato-intervistatore. Formulare una domanda generale. Esempio: ricerca Caritas su famiglie in difficoltà(2005) «Potremmo parlare della storia della sua famiglia…» «Mi piacerebbe sapere qualcosa della sua famiglia attuale…» «Oggigiorno una famiglia va incontro a molti problemi …» Formulare una domanda fattuale Chiedere un consiglio su un problema comune all’intervistato e all’i.re. Far collaborare l’intervistato. Presentare/far commentare un oggetto significativo (p. es. foto). Paolo Montesperelli MRC/ XVI - Interviste non- 23 2018-2019 standard
IL FLUSSO DEL DISCORSO Deve avvicinarsi al modello della conversazione quotidiana: - è più familiare all’intervistato - è la dimensione del MVQ ad interessare. Evitare “chiacchiere” scarsa informazione + imbarazzo / demotivazione dell’intervistato. Tendenzialmente tutto ciò che dice l’intervistato è prezioso e va registrato principio di centralità dell’intervistato. Non protrarre troppo a lungo l’intervista: è meglio rinviare ad altre sedute. Ogni seduta deve ricollegarsi alla precedente. Paolo Montesperelli MRC/ XVI - Interviste non- 24 2018-2019 standard
AVVERTENZE Ascoltare l’intervistato con attenzione completa, interesse, pazienza, umiltà, etc. Non esercitare forme coercitive di autorità (giudizi, ammonimenti, etc.). Permettere all’intervistato pause anche lunghe (superare l’horror vacui, evitare salti bruschi, fretta ansia distorsioni). Se interpellato dall’intervistato, l’intervistatore formulerà sue valutazioni solo dopo l’intervista. Se ciò susciterà nell’intervistato reazioni interessanti, l’intervistatore riprenderà l’intervista. Paolo Montesperelli MRC/ XVI - Interviste non- 25 2018-2019 standard
6. LA TRASCRIZIONE Paolo Montesperelli MRC/ XVI - Interviste non- 26 2018-2019 standard
Importanza della trascrizione : • Fissa significati che altrimenti resterebbero volatili; • Mentre il discorso parlato ha un numero limitato di interlocutori, il testo scritto ha una molteplicità potenzialmente illimitata di destinatari; • La trascrizione distacca il testo scritto dall’intenzione dell’autore e dal dialogo originari, aprendo nuove possibilità interpretative; «La linearizzazione dei simboli permette una traduzione analitica e distintiva di tutti i tratti linguistici successivi e discreti, aumentandone così l’efficacia» (P. Ricoeur) Paolo Montesperelli MRC/ XVI - Interviste non- 27 2018-2019 standard
Nell’intervista Rileggendo il trascritto, il ricercatore/intervistatore: •riflette meglio su se stesso e sull’intervistato •Affina i concetti, •sviluppa nuove idee, etc. LA TRASCRIZIONE, di solito, E’ IL PRIMO MOMENTO IN CUI SORGONO LE INTUIZIONI PIU’ ILLUMINANTI Paolo Montesperelli MRC/ XVI - Interviste non- 28 2018-2019 standard
CHI TRASCRIVE La comunicazione intervistato-intervistatore deve essere trascritta dall’intervistatore: è lui che ha avuto il contatto diretto con l’intervistato; è lui che può aiutare a cogliere meglio: - le valenze del contesto ambientale, - la vasta gamma dei messaggi (verbali e non) - altri aspetti dell’interazione che non risultano in una registrazione fonica Secondo altri (p.es. ten Have, Silverman, Bichi): dall’intero gruppo degli intervistatori. Paolo Montesperelli MRC/ XVI - Interviste non- 29 2018-2019 standard
CHE COSA TRASCRIVERE L’analista non deve stravolgere le espressioni dell’intervistato per “abbellirle” , per “metterle in ordine”. Rispettare forme agrammaticali o dialettali, ripetizioni, etc. Non è in gioco “il piacere del testo”, ma la sua conformità. Il suo “abbellimento” spesso lo rende esangue, addomesticato, mummificato distorsioni N.B. Anche l’italiano “popolare” è creativo, ricco, complesso, “elaborato”, usato con maestria ed efficacia, quanto/più del- l’i. colto, “standard”. Ma lo è in maniera diversa (cfr. A. Meillet; Labov). Espressioni dell’italiano “non standard” vanno riportate se hanno la funzione di illustrare in maniera vivida, chiarire, sintetizzare efficacemente, richiamare l’attenzione dell’interprete/lettore (Bertaux 1998). Esempio (Ricerca su anziani e mutamento sociale (Montesperelli 1999): «Noi avemo lavorato de ignoranza, de forza, de materialità» Il ricercatore può scrivere pagine di commento letterariamente pregevoli che possono essere utili per trasmettere al lettore suggestioni e sensazioni (p. es. citazioni di Levi da parte di Banfield) Paolo Montesperelli MRC/ XVI - Interviste non- 30 2018-2019 standard
Alcuni segni grafici convenzionali da inserire nella trascrizione possono aiutare la comprensione. MA sarebbe illusorio proporci di trascrivere l’intera gamma di codici, registri, messaggi emersi durante ciascuna intervista Anche limitandosi a considerare solo i codici linguistici e para- linguistici è impossibile trascriverli tutti: a) non disponiamo di conoscenze adeguate e di convenzioni standardizzate per rappresentare alcune caratteristiche paralinguistiche (p. es. ritmo.: cfr. Butterworth 1980; Brown e Yule 1983). b) trascrizioni troppo dettagliate diventano di difficile leggibilità. Come in tutta la ricerca sociale: difficile equilibrio fra perdita di informazioni su un fenomeno e capacità euristica di rappresentarlo. Paolo Montesperelli MRC/ XVI - Interviste non- 31 2018-2019 standard
OCCORRE TRASCRIVERE SECONDO CRITERI DI FUNZIONALITA’ RISPETTO AGLI OBIETTIVI COGNITIVI di ciascuna ricerca. «L’importanza che assegnerete a questi aspetti dipenderà da ciò che potrete mostrare con o senza di loro» (Silverman 2000) Di solito nella ricerca sociale conviene adottare un set abbastanza parsimonioso di segni convenzionali Vedi p. es. Apolito: Obiettivo cognitivo: valorizzare le fonti orali della conoscenza, e quindi annotare alcuni aspetti della performance orale, intesi come elementi del significato da interpretare; entro questo ambito Apolito include anche aspetti non direttamente linguistici, ma funzionali alla ricostruzione dell’interazione fra attori. Peraltro, questi aspetti sono stati trascritti non in maniera pedissequa ogni volta che si sono presentati durante l’intervista; ma solo quando sembravano avere un peso significativo nelle tattiche interazionali dei parlanti. Paolo Montesperelli MRC/ XVI - Interviste non- 32 2018-2019 standard
+ pausa lunga all’interno di un intervento - pausa breve all’interno di un intervento [PAUSA] pausa lunga tra un intervento e il successivo [pausa] pausa breve tra un intervento e il successivo MAIUSCOLO enfasi nella voce ... enunciato sospeso [...] parti di testo mancanti // punto d’inizio dell’intervento di un interlocutore durante l’intervento di un altro, con conseguente sovrapposizione * punto di fine della sovrapposizione # intervento interamente interno ad un turno di parola di un altro interlocutore [ ] note del trascrittore (n) segni di numerazione degli interventi nelle conversazioni (all’interno di una conversazione ogni intervento è numerato) {n} segni del numero d’ordine del brano trascritto, posti all’inizio (ogni brano riportato e commentato nel testo viene numerato in ordine progressivo). Paolo Montesperelli MRC/ XVI - Interviste non- 33 2018-2019{data} standard data di registrazione del brano; posta alla fine
[ ] note del trascrittore (n) segni di numerazione degli interventi nelle conversazioni (all’interno di una conversazione ogni intervento è numerato) {n} segni del numero d’ordine del brano trascritto, posti all’inizio (ogni brano riportato e commentato nel testo viene numerato in ordine progressivo). {data} data di registrazione del brano; posta alla fine [n] segni di numerazione di sequenze arbitrarie relative all’analisi del ricercatore (il ricercatore in base alla propria interpretazione può riordinare la sequenza degli interventi) === segno di “incassatura” di un’interazione in un’altra (Goffman 1981, 186) __________ segno di divisione in sequenze utilizzate nell’analisi corsivo termini utilizzati nelle analisi del ricercatore Paolo Montesperelli MRC/ XVI - Interviste non- 34 2018-2019 standard
Per saperne di più Paolo Montesperelli MRC/ XVI - Interviste non- 35 2018-2019 standard
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