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KEYNOTE ESSAY 02/01 CERVELLO, IMMAGINI E IMMAGINAZIONE. Ci si rese ben presto conto che alcune funzioni fon- LE BASI CEREBRALI DELLA damentali venivano meno in pazienti che aveva- RAPPRESENTAZIONE CONCETTUALE no subìto lesioni dei lobi frontali, come quella di Gage, che producono un’insolita gamma di cam- Pietro Pietrini biamenti emotivi, cognitivi, comportamentali. Scuola IMT Alti Studi Lucca Con l’avvento delle moderne metodologie di pietro.pietrini@imtlucca.it esplorazione morfologica e funzionale in vivo del cervello, quali la tomografia ad emissione di Keywords positroni (PET), la risonanza magnetica struttu- immaginare l’anatomia del cervello; sopramoda- rale (MRI) e la risonanza magnetica funzionale lità; imagery visiva; rappresentazione concettua- (fMRI), è diventato possibile studiare la fine ar- le; aggressività chitettura anatomica e funzionale che sottende le più svariate attività cognitive, incluse funzioni L’interesse per la morfologia del cervello è antico e mentali complesse ed elusive come l’esperienza parimenti è l’interesse per come, da queste struttu- emotiva, il controllo del comportamento, il pen- re, possa sorgere quella che è la nostra vita coscien- siero astratto, il giudizio morale, la capacità di te, la nostra attività mentale, le funzioni cognitive. pianificazione, di programmazione, la distinzio- Nel 1543 il fondatore dell’anatomia moderna, An- ne tra il bene e il male, il rispetto delle norme e drea Vesalio, nel famoso testo De Humani corporis delle convenzioni sociali (Koechlin et al., 2000; Fabrica, scriveva: “Non nego che i ventricoli elabo- Nichelli et al., 1994; Pietrini, 2003; Raichle, 1994). rino lo spirito animale, ma sostengo che questo Nel loro insieme, i risultati della ricerca neuro- non spiega nulla sulla sede cerebrale delle facoltà scientifica dimostrano come queste sofisticate più elevate dello spirito. (...) Non sono in grado di funzioni mentali siano riconducibili all’attività di comprendere come il cervello possa esercitare le precise strutture cerebrali localizzate soprattutto sue funzioni”. nel lobo frontale, non a caso la porzione del cer- Fino all’avvento delle moderne metodologie di vello che nell’uomo si è sviluppata più delle altre esplorazione morfologica e funzionale del si- regioni della corteccia rispetto a ciò che è accadu- stema nervoso centrale nella metà degli anni to negli altri animali. Confrontando lo sviluppo Ottanta del secolo scorso, gli studi sul cervello si e l’organizzazione della corteccia cerebrale nel concentravano sull’osservazione di individui che cervello umano e nel cervello di animali a noi fi- avevano subìto lesioni. Le prime descrizioni di logeneticamente vicini (come le scimmie) notia- gravi turbe della personalità e del comportamen- mo appunto come la corteccia prefrontale si sia to a seguito di un trauma del cervello risalgono sviluppata molto di più nel cervello umano. Dun- a tempi lontani, basti pensare al famoso caso di que, se vogliamo studiare le basi cerebrali di certe Phineas Gage descritto dal medico John Martin funzioni, come il pensiero astratto, il giudizio mo- Harlow nel 1848 (Harlow, 1848). Gage, che ricopri- rale, la rappresentazione concettuale del mondo va il ruolo di capo cantiere nella costruzione della esterno e così via, si comprende come il migliore, linea ferroviaria nella Contea di Windsor nello se non unico, modello animale da prendere in Stato del Vermont, una mattina rimase vittima di esame sia l’essere umano. un incidente sul lavoro nel quale, a seguito dell’in- In greco antico il verbo sapere oἶδα (pron. oida) nesco accidentale di una carica di esplosivo, venne era il perfetto di un verbo indicante il vedere (cf. colpito da una spranga di ferro che penetrò nella ὁράω, pron. orao) e stava a significare “ho visto e guancia sinistra, trapassò il cranio fuoriuscendo quindi so”. Come a dire che la conoscenza non po- dalla sommità frontale e cadde infine ad alcune teva prescindere dall’esperienza visiva. Tutt’oggi decine di metri di distanza. Il caso è rimasto nella la rilevanza della vista è indicata dall’uso frequen- storia delle neuroscienze, della neurologia e della te che facciamo di termini che si basano su verbi psichiatria non tanto perché Gage riuscì miraco- visivi: “Can you see my point?”, “I see what you mean”, losamente a salvarsi, ma perché il suo carattere, “Vedere la vita in rosa”, “Stravedere per qualcuno”, la sua personalità cambiarono radicalmente, tan- “Arrivederci”, e così via. to che i conoscenti conclusero che “Phineas was no Da un punto di vista neurofisiologico la rilevan- longer himself”. za della vista è in accordo con il riscontro che la IMGJOURNAL issue 01 october 2019 MANIFESTO
corteccia cerebrale dedicata alle funzioni visive distinguere un oggetto da un volto e diverse ca- rappresenta quasi un terzo dell’intera superficie tegorie di oggetti tra di loro, è un argomento che della corteccia cerebrale. affascina da sempre il mondo delle neuroscienze, Queste prime considerazioni fanno sorgere spon- della psicologia e delle scienze cognitive. tanea una serie di domande, non solo da un punto Per comprendere i correlati neurali che rendono di vista neuroscientifico. In che modo le persone possibile il riconoscimento di diverse categorie con cecità congenita possono rappresentarsi un di oggetti, in uno studio pubblicato nel 2001 (Ha- mondo che non hanno mai visto? In che modo xby et al., 2001) abbiamo utilizzato la risonanza queste persone usano strutture cerebrali deputa- magnetica a tre Tesla per esaminare l’attività ce- te alla visione in assenza della vista? E ancora, in rebrale in risposta al riconoscimento visivo di og- che misura è davvero necessaria la vista affinché getti di categorie diverse (facce, animali, utensili il cervello possa sviluppare la sua meravigliosa costruiti dall’uomo, sedie, luoghi e oggetti di uso architettura morfologica e funzionale? Infine, comune). I risultati dimostrano che la risposta cosa possiamo imparare, studiando il cervello di cerebrale alle diverse categorie di oggetti è di- individui ciechi, circa il modo in cui il cervello si stribuita nell’intera corteccia ventro-temporale sviluppa e funziona in condizioni fisiologiche? in maniera in gran parte sovrapposta per tutte le Grazie alle moderne metodologie di esplorazione categorie esaminate. Il pattern di risposta cere- in vivo del funzionamento del cervello possiamo brale, tuttavia, appare essere altamente specifico cercare la risposta a queste domande. In partico- per ciascuna delle categorie esaminate, tanto da lare, attraverso la risonanza magnetica funzio- poter consentire di predire con grande accuratez- nale (fMRI), una tecnica di imagining biomedico za cosa il soggetto stia guardando. Esiste, in altre non invasivo, possiamo osservare il cervello in parole, una fortissima correlazione nella risposta attività e ottenere una mappa delle aree cerebrali all’interno della stessa categoria: la risposta che funzionalmente eloquenti. il cervello fornisce quando guardiamo un volto è Con esperimenti di risonanza magnetica funzio- significativamente correlata all’interno della ca- nale si è arrivati a delineare la topografia funzio- tegoria facce, ma non è correlata con la risposta nale delle vie visive nell’essere umano. Una volta ottenuta con l’attività cerebrale in riferimento ad che lo stimolo arriva alla corteccia visiva primaria, altre categorie. Possiamo dunque parlare dell’esi- viene scisso in due parti: una parte va verso la via stenza di una specificità categoriale. ventrale, o via del che cosa (what pathway), dove Questo studio del 2001 ha portato all’elaborazio- riconosciamo il mondo esterno, l’altra va verso ne di un nuovo modello, chiamato Object Form To- la via dorsale o via del dove (where pathway) che pography: la corteccia cerebrale ventro-temporale è quella invece che ci permette di collocare gli risponde non in maniera tutto-nulla a determina- oggetti nello spazio (Haxby et al., 1994). Di con- te categorie di oggetti, ma è in grado di produr- seguenza, se ci vogliamo muovere nel mondo che re un’infinita serie di pattern specifici di risposta ci circonda, queste due aree del cervello devono neuronale. Tanto specifici da essere predittivi di necessariamente dialogare intensamente tra loro ciò che l’individuo sta guardando, come si è det- in modo da essere in grado di riconoscere gli og- to sopra. Questo è stato il primo studio di Brain getti che ci circondano e collocarli nello spazio. Reading, inteso come la possibilità di decodifica- In alcune malattie, come ad esempio il morbo di re un segnale nervoso in maniera così specifica Alzheimer, ancor prima che si abbiano alterazioni da ricondurlo ad una specifica attività mentale. focali, cioè di parti della corteccia, ciò che si perde A questo punto sorge spontanea una domanda in è proprio la capacità di dialogo tra le diverse aree termini di rappresentazione concettuale: questa della corteccia cerebrale. Vi è quella che tecnica- organizzazione funzionale della corteccia è solo mente si definisce un’alterazione di connettività visiva o rappresenta una più astratta rappresen- funzionale (Grady et al., 2001; Pietrini et al., 1993; tazione del mondo esterno? Per verificare questa Pietrini et al, 2009a). ipotesi, abbiamo condotto una serie di studi di ri- Il fatto che una piccola parte della corteccia cere- sonanza magnetica funzionale, nel corso dei qua- brale, la cosiddetta corteccia ventro-temporale, li a soggetti bendati veniva chiesto di riconoscere cioè la parte ventrale del lobo temporale, ci per- oggetti di categorie diverse, questa volta però per metta di riconoscere tutto ciò che ci circonda, di via tattile e non visiva. L’individuo doveva perce- www.img-network.it
pire gli oggetti con le proprie mani, toccando ad relativi a ciò che ci circonda? Per trovare una ri- esempio dei calchi di facce umane o altri tipi di sposta a questo quesito abbiamo condotto uno oggetti, quali scarpe e bottiglie. Ciò che è emerso studio in collaborazione con i neurolinguisti da questo tipo di esperimenti di esplorazione tat- dell’Università di Pisa in cui veniva chiesto a in- tile è che si ha una forte attivazione non solo della dividui vedenti e ad individui ciechi dalla nascita corteccia somato-sensoriale, ma anche della cor- di descrivere le caratteristiche di oggetti diversi. teccia visiva ventro-temporale, così come accade Sono stati utilizzati oggetti che appartenevano nel caso di riconoscimento visivo. Se sovrapponia- a diverse categorie: mammiferi, uccelli, frutta e mo e confrontiamo le parti che si attivano duran- vegetali, strumenti, veicoli, luoghi naturali e luo- te il riconoscimento visivo e quelle che rispondo- ghi artificiali. Attraverso una descrizione verbale no durante il riconoscimento tattile, ci rendiamo si possono ricostruire delle mappe, che vengono conto che vi sono aree della corteccia visiva ven- chiamate behavioural representational similarity tro-temporale che sono attivate in entrambi i casi. maps, cioè delle mappe di rappresentazione con- Diversi studi dimostrano come non ci sia grande cettuale che raggruppano gli oggetti tra di loro differenza per il cervello tra il vedere una cosa re- utilizzando un property-generation task. almente o immaginare di vederla (Pearson et al., L’esperimento prevedeva che i soggetti vedenti 2015). Ne consegue che, se tocchiamo un oggetto e leggessero il nome dell’oggetto di riferimento lo esploriamo tattilmente, immediatamente evo- (Verbal Visual Form) o vedessero proiettata l’im- chiamo l’immagine visiva dell’oggetto che stiamo magine (Pictorial Visual Form), oppure ancora toccando, un processo che si chiama imagery visiva ascoltassero il nome dell’oggetto di riferimento (Cattaneo et al., 2008). Come possiamo dunque (Verbal Auditory Form). In un lasso di tempo di set- escludere che questa attivazione nella corteccia te secondi, i soggetti vedenti dovevano descrivere ventro-temporale durante esplorazione tattile a voce ciò che vedevano o ascoltavano (es. ananas: non sia frutto semplicemente di imagery visiva? è un frutto, è dolce,… gatto: è un mammifero, mia- Per rispondere a questa domanda abbiamo chie- gola, ha la coda… bar: è un luogo dove si sta insie- sto a persone con cecità congenita, che non han- me, servono caffè, e così via). Nei soggetti ciechi no mai visto il mondo che le circonda e che quindi dalla nascita veniva utilizzata ovviamente solo la non hanno una rappresentazione concettuale che modalità acustica con l’ascolto del nome dell’og- deriva da un’esperienza visiva, di riconoscere gli getto di riferimento. oggetti attraverso l’esplorazione tattile. Come Attraverso questi esperimenti è emerso il legame si può vedere nella Figura 2, la corteccia visiva di tra la rappresentazione spaziale delle diverse ca- questi soggetti viene attivata nello stesso modo tegorie di oggetti, ottenuta con la verbalizzazio- –e con la stessa specificità categoriale– che si ha ne delle categorie, e quella che è la possibilità di nel vedente quando vede o tocca lo stesso oggetto. ricostruire le mappe concettuali di questi oggetti Poiché il cieco congenito non ha alcuna esperien- basate sui pattern di attivazione cerebrale. za visiva e pertanto non ha alcuna imagery di origi- Se noi passiamo dall’analisi della sola corteccia ne visiva, possiamo ragionevolmente ritenere che visiva primaria a quella di tutto il cervello, pos- l’attivazione corticale ventro-temporale durante siamo vedere come aumenta la correlazione e il riconoscimento tattile di diverse categorie di migliora moltissimo la segregazione tra i diversi oggetti non possa essere attribuita meramente a oggetti fino ad arrivare ad avere una classificazio- fenomeni di imagery visiva (Pietrini et al., 2004). ne molto precisa di tutte le categorie di oggetti Dunque l’organizzazione morfo-funzionale della separate tra di loro, nel momento in cui vengono corteccia ventro-temporale prescinde dall’espe- utilizzate nell’analisi tutte le aree che collabora- rienza visiva, proprietà che abbiamo definito no e cooperano a questa classificazione. Questo sopramodalità. Sopramodalità è la capacità di dimostra che la rappresentazione concettuale processare informazioni percettive indipenden- di un oggetto di una determinata categoria nel temente da una specifica modalità sensoriale cervello umano è sostenuta da una rappresen- (Pietrini et al., 2009b; Ricciardi et al., 2014). tazione corticale distribuita che è modalità indi- Passiamo quindi dalla percezione a quella che pos- pendente e che non differisce significativamente siamochiamareunarappresentazioneconcettuale. tra coloro che hanno avuto un’esperienza visiva Come vengono codificati nel cervello concetti e coloro che non l’hanno avuta, quindi prescinde IMGJOURNAL issue 01 october 2019 MANIFESTO
dall’esperienza visiva e dalla modalità sensoriale al., 2000). I risultati dello studio hanno mostrato utilizzata per acquisire l’informazione (Handjaras come, nel momento in cui l’individuo immagina et al, 2016, 2017). di diventare aggressivo, la sua corteccia prefron- La sussistenza di una natura più astratta dell’or- tale venga funzionalmente inibita, in una sorta ganizzazione corticale funzionale dimostra come di shutdown funzionale, venga cioè deattivata ri- il cervello sia programmato per potersi sviluppare spetto a condizioni emotivamente neutre. Questa in maniera indipendente dell’esperienza visiva. deattivazione, inoltre, era molto più significativa Quello che non sappiamo ancora è quanto esso nelle femmine che nei maschi, verosimilmente sia geneticamente programmato e quanto dipen- perché immaginare violenza fisica è un atto an- da invece da stimoli provenienti dall’ambiente, cora più innaturale per una femmina di quanto per quanto sia altamente probabile che il cervello lo sia per un maschio, in accordo con il riscontro abbia comunque bisogno di una qualche espe- che i punteggi della scala che misura l’attitudine rienza sensoriale. alla violenza è significativamente maggiore nei Questa organizzazione può consentire ad indivi- maschi rispetto alle femmine. Questi dati fun- dui che sono ciechi dalla nascita di acquisire cono- zionali in vivo, in accordo con le evidenze della scenza, di crearsi rappresentazioni mentali, di ap- letteratura clinica, dimostrano l’importanza della prendere dagli altri e di interagire effettivamente corteccia prefrontale nella modulazione del com- con un mondo esterno che pure non hanno mai portamento aggressivo e, più in generale, del com- visto (Ricciardi e Pietrini, 2011). Il cervello è quindi portamento sociale e del controllo degli impulsi. capace di sviluppare la sua architettura anatomica La definizione di una neuroanatomia funziona- e funzionale indipendentemente dall’esperien- le che sottende il controllo del comportamento za visiva, il che può rappresentare un indubbio apre la prospettiva allo studio delle basi cerebrali vantaggio anche da un punto di vista evolutivo. del comportamento criminale. Quanto davvero il Dopo aver affrontato il tema della percezione, criminale è tale per libera scelta o è così perché passando per la rappresentazione concettuale, non può essere diverso, la questione che è ben possiamo ora parlare di Immaginazione. riassunta nel gioco di parole “Bad or Mad” della Utilizzando le recenti metodologie di esplorazio- letteratura anglosassone? Oltre cento anni fa lo ne morfologica e funzionale del sistema nervoso psichiatra inglese Henry Maudsley (1835-1918) centrale, possiamo chiedere che cosa succede nel parlando degli psicopatici criminali scriveva: “Così nostro cervello quando prendiamo una decisione, come ci sono persone che non possono distingue- quando interagiamo con gli altri, quando rispon- re certi colori avendo quella che è chiamata la diamo al mondo esterno. O quando diventiamo cecità per i colori ed altre che, non avendo alcun aggressivi, ad esempio. Da un punto di vista neu- orecchio per la musica, non possono distinguere robiologico e evolutivo, l’aggressività è la messa un tono musicale dall’altro, così ve ne sono alcu- in atto di una risposta comportamentale volta ad ne che sono congenitamente prive di qualsivoglia avvantaggiare l’individuo. senso morale”. Alcuni anni fa abbiamo esaminato che cosa suc- Questa è un’affermazione fatta ben prima dell’av- cede nel cervello di giovani sani, che non hanno vento di qualsiasi metodologia di indagine scien- disturbi del comportamento o storia di violenza, tifica del sistema nervoso centrale. Se oggi, con le quando viene chiesto loro di immaginare di tro- moderne tecniche che abbiamo a disposizione, varsi in una situazione dove devono esprimere mettiamo a confronto soggetti sani, senza psico- aggressività. Individui sani, sottoposti ad esame patia con soggetti criminali psicopatici ci rendia- di Tomografia ad emissione di Positroni (PET) con mo conto di una cosa interessante, ovvero della acqua marcata per misurare variazioni di flusso presenza di una differenza anatomica cerebrale ematico cerebrale1, dovevano immaginare di tro- selettiva tra i due gruppi di soggetti. Vi è infatti varsi un ambiente confinato (un ascensore) con la una riduzione dei neuroni che non riguarda tut- propria madre, insieme a due estranei. Ad un cer- to il cervello, ma è concentrata nella corteccia to punto, uno dei due estranei assaliva la madre prefrontale, deputata appunto al controllo del del soggetto, in scenari diversi. I soggetti doveva- comportamento aggressivo e in alcune aree del no reagire, pensando di attaccare questa persona, sistema limbico, importante per la regolazione picchiarla fino addirittura ad ucciderla (Pietrini et emotivo-affettiva (Ermer et al., 2012). Questa www.img-network.it
differenza rimane statisticamente significativa anche quando siano stati presi in considerazione tutti i possibili fattori di confondimento, quali il livello di istruzione, la storia psichiatrica, i traumi cranici, l’abuso di alcool e droghe e così via. I criminali psicopatici, dunque, hanno una cortec- cia prefrontale significativamente meno spessa, meno popolata da cellule nervose (oltre il 20% di neuroni in meno) rispetto ai soggetti di controllo e con un’alterata connessione funzionale (Ermer et al., 2012; Anderson & Kiehl, 2012; Ly et al., 2012). Questa osservazione non ci dice se questi individui sono così perché sono criminali o sono criminali perché sono così, ci troviamo in altre parole di fronte al famoso dilemma uovo-gallina. Per capire cosa è causa e cosa è effetto sono neces- sari studi longitudinali su ampi gruppi di soggetti seguiti fin dalle fasi della prima adolescenza, me- glio ancora se in unione a studi dei fattori genetici che modulano la vulnerabilità all’ambiente in età infantile e il rischio di sviluppo di comportamento antisociale da adulti (Byrd & Manuck, 2014; Caspi et al., 2002; Iofrida et al., 2014; Pietrini & Rota, 2013; Rota et al., 2014). Come abbiamo visto, il lungo cammino nella Imagining Brain Anatomy cominciato moltissimi anni fa con gli studi anatomici in cui l’Italia è stata all’avanguardia è poi proseguito con la possibilità di studiare la neuroanatomia in vivo ad alta riso- luzione ed è arrivato fino a sovrapporre struttura e funzione. È oggi possibile esaminare il cervello in azione mentre percepiamo una figura, la rap- presentiamo concettualmente, pianifichiamo una strategia, decidiamo tra il bene e il male. Un viaggio affascinante all’interno del cervello alla ricerca della mente, nella speranza che tutti nu- triamo, di riuscire a prendere in mano il bandolo della matassa quale ancora rimane la complessi- tà dei nostri fenomeni cerebrali (Pietrini, 2003). Note 1 Il flusso ematico cerebrale è un indicatore di at- tività cerebrale: esso aumenta laddove aumenta l’attività cerebrale e diminuisce laddove diminu- isce l’attività cerebrale. IMGJOURNAL issue 01 october 2019 MANIFESTO
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