Invito a Palazzo ! - New Media Press
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Invito a Palazzo ! Il direttore Mario Epifani Il Palazzo Reale di Napoli riapre con visite guidate dal nuovo direttore Mario Epifani I musei statali riaprono dopo l’emergenza Covid-19 per accogliere i visitatori in sicurezza In Italia vi sono oltre 500 musei, monumenti e siti archeologici statali Via libera al nuovo Dpcm, contenente ulteriori misure legate all’emergenza coronavirus in Italia con provvedimenti che saranno in vigore fino al 15 febbraio e che prevede la riapertura dei musei in zona gialla nei giorni feriali, rispettando tutte le norme del distanziamento sociale per la sicurezza di ogni visitatore e di ogni lavoratore. «Nel Dpcm –
ha detto il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini – è stato introdotta la riapertura dei musei e delle mostre nelle zone gialle almeno nei giorni feriali, dal lunedì al venerdì. Naturalmente – ha proseguito il Ministro – tutto dovrà avvenire in modalità di sicurezza, come quest’estate, con gli obblighi di indossare le mascherine, mantenere il distanziamento, il contingentamento e con prenotazioni e bigliettazione elettronica per evitare le file. È un primo passo, un piccolo passo verso la ripartenza». Al Palazzo Reale di Napoli debutta il nuovo direttore Mario Epifani, insediatosi pochi giorni prima della chiusura del 6 novembre, dando il via alla nuova gestione autonoma del Museo in occasione della riapertura avvenuta il 18 gennaio. Il Palazzo Reale di Napoli fu edificato nel ‘600 come palazzo del re di Spagna Filippo III d’Asburgo. La sua collocazione urbanistica è accanto al Palazzo Vicereale Vecchio, poi demolito, e ai giardini di Castel Nuovo al margine meridionale della città antica, con la facciata rivolta verso il grande spiazzo del Largo di Palazzo. L’architetto Domenico Fontana progettò una residenza civile di forme tardo rinascimentali e con un cortile d’onore centrale quadrato. Altri due cortili vennero aggiunti quando Napoli nel 1734 divenne capitale del regno con Carlo III di Borbone e la reggia fu ampliata. I musei hanno riaperto nelle zone gialle, con regolare orario, con ingressi contingentati, ma saranno chiusi durante il week end. I visitatori potranno accedere al Palazzo Reale, dalle ore 9.00 alle 20.00, e ammirare oltre metà delle sale con la nuova illuminazione, un’importante innovazione realizzata negli ultimi mesi, che esalta le bellezze e la ricchezza dell’Appartamento Storico. È stata prorogata al 31 maggio l’istallazione “Almost Home – The Rosa Parks House Project” dell’artista statunitense Ryan Mendoza, visitabile gratuitamente all’interno del Cortile d’Onore del Palazzo. Valida fino al 31 gennaio l’iniziativa per l’acquisto di biglietti d’ingresso per famiglie iniziata prima di Natale, che consentirà di partecipare ad una visita guidata con il
direttore Mario Epifani. «Per me è un piacere poter accogliere personalmente i visitatori – ha dichiarato Epifani – grazie a questa iniziativa che rappresenta un invito ai napoletani a tornare a visitare Palazzo Reale e che apre la speranza alla ripresa di una vita normale». Anche nel periodo di chiusura dei Musei nel Palazzo Reale si è continuato a lavorare, per migliorare i servizi di sicurezza e di sorveglianza e l’accoglienza del pubblico. «Il mio progetto immediato è quello di lavorare sull’allestimento del percorso di visita dell’appartamento di etichetta, – racconta il direttore – rafforzando in particolare il collegamento storico con gli spazi occupati dalla Biblioteca Nazionale. Anche con il teatro San Carlo prevediamo una serie di iniziative congiunte che possano far rivivere il Palazzo attraverso la storia della musica napoletana dal ‘600 all’800». Sarà possibile visitare l’Appartamento Storico con gli interni allestiti nel gusto tardo barocco con marmi preziosi e affreschi celebrativi, tra i quali le opere di Francesco De Mura e Domenico Antonio Vaccaro. Dunque il primo passo si è fatto verso il rientro alla normalità, nel rispetto delle norme di contenimento dell’emergenza epidemiologica. Foto Luciano Pedicini Harry di Prisco Isis Casanova: virtual tour
per l’open day È per giovedì prossimo, 21 gennaio, l’appuntamento con il virtual tour promosso dall’ Isis Casanova di Napoli, per offrire all’utenza scolastica un coinvolgente open day on line, che non avrà nulla da invidiare ai consueti meeting scolastici in loco. L’incontro avrà luogo dalle ore 16,00 alle 18,00. Non avverrà in presenza, a causa delle tassative misure di sicurezza imposte dall’emergenza Covid 19, ma sarà egualmente esaustivo e dettagliato, come assicurato dal capo d’Istituto, prof. Palmira Masillo, top manager dal notorio impegno, che ha coordinato perfettamente la preparazione dell’evento. “La scuola è il nostro passaporto per il futuro perchè il domani appartiene a coloro che si preparano ad affrontarlo”: sulla scia del pensiero di Malcom X, sarà presentata l’Offerta formativa di tutti gli indirizzi attivi nella scuola, tra i pilastri dell’istruzione cittadina. Specificamente, come Istituto professionale, verranno presentati i seguenti indirizzi: Servizi Culturali e dello Spettacolo – Arredo, Forniture d’Interni e Liuteria – Odontotecnico – Servizi per la Sanità e
l’Assistenza Sociale, Manutenzione e Assistenza Tecnica Elettrico ed Elettronico – Manutenzione e Assistenza Tecnica: Meccanica. Per quanto riguarda invece l’ Istituto Tecnico, saranno proposti gli indirizzi: Grafica e Comunicazione Meccanica, Meccatronica ed Energia e Audiovisivo e Multimediale, quest’ultimo assolutamente innovativo, nell’offerta del Liceo Artistico. Il tour virtuale vedrà l’impegno dei vari docenti. In primis: la prof. Virginia Amato, titolare della funzione strumentale; i proff. Antonio Cirillo e Salvatore Mancino, per il Laboratorio di Forniture d’Interni e Liuteria indirizzo Industria e Artigianato per il Made in italy; la prof. Marina Melchionna, per il Laboratorio di Grafica e Comunicazione Istituto Tecnico settore Tecnologico; il prof. Vito Gurrado, per il Laboratorio Socio Sanitario Indirizzo Servizi per la Sanità e l’Assistenza Sociale; i proff. Bruno Bellopede e Marco Di Maso, per il Laboratorio di Fotografia Indirizzo Servizi Culturali e dello Spettacolo; la prof. Chiara Cimini, per il Laboratorio del Liceo Artistico Indirizzo Audiovisivo e Multimediale; il prof. Antonio Niccoli, per il Laboratorio di Manutenzione e Assistenza Tecnica Elettrico ed Elettronico; il prof. Gerardo Armenante, per il Laboratorio di Manutenzione e Assistenza Meccanica. Il Laboratorio di Meccanica Meccatronica ed Energia Istituto Tecnico sarà presentato dal prof. Marcello Canciello; il Laboratorio Odontotecnico dal prof. Fulvio Esposito. Sarà possibile visitare virtualmente Laboratorio d’Inglese insieme alle proff. Gabriella Lafera e Gabriella Carcano. Una panoramica completa e dettagliata, dunque, per conoscere gli aspetti salienti di ciascun orientamento in modo da compiere scelte consapevoli e appropriate in base alle aspettative e predisposizioni individuali.
Accedere al virtual tour è semplice: basta infatti andare sul sito ufficiale della scuola www.istitutocasanova.edu.it e cliccare sul link meet.google.com/opj-nubg-gee oppure inquadrare il QR code presente sulla locandina ufficiale allegata. Nulla di più facile! Teresa Lucianelli Napoli: A Pianura la 1a edizione dell’evento benefico “Un dolce per San Giustino” Il 27 ottobre 2020 il Papa ha autorizzato il Prefetto per la Congregazione per la Causa dei Santi a firmare il Decreto per la canonizzazione di Don Giustino. Figura rappresentativa del quartiere Pianura, è riuscito, durante la sua vita ad essere amato e venerato in tutto il mondo. A sessanta anni dalla sua morte, “il Corriere di Pianura” ha promosso l’evento benefico “Un dolce per San Giustino” I^ edizione. Con il Patrocinio Morale della IX Municipalità Pianura Soccavo, il contest vuole celebrare il santo di Pianura, il territorio da egli tanto
amato e dare lustro e valore ai laboratori dolciari della zona, permettendo loro di esprimere la propria creatività e competenza nel settore. Il 18 gennaio 2021, in ricordo del 130° anniversario della nascita di don Giustino, avverrà la premiazione finale. Una giuria d’élite, valuterà le creazioni che, non solo dovranno rappresentare il territorio dei Campi Flegrei, ma dovranno riportare un’analogia con don Giustino. La giuria sarà composta da Stefano Avellano, pasticciere dello storico bar di Napoli “Gambrinus”; Ulderico Carraturo, pasticciere dell’“Antica Pasticceria Carraturo”; Rosario Mattera, ideatore di MALAZE’; Mina Perna, cake designer e docente presso la scuola professionale “Dolce&Salato”. Presidente della giuria: don Ciro Sarnataro, Rettore del Vocazionario “Deus Charitas”. Inoltre, grazie alla preziosa collaborazione con l’AIS (Associazione Italiana Sommelier) – Delegazione di Napoli – , per ogni dolce sarà presentato l’abbinamento con un vino o liquore suggerito dal sommelier, degustatore Davide Romanelli. Un evento che, in questo momento storico, vuole essere un incoraggiamento per tutti gli artigiani a superare ancora una volta con tenacia e anche con tanta fede una situazione difficile. Durante la premiazione verrà, inoltre, assegnata una fascia a chi sarà stato in grado di preparare la miglior “pizza dolce”, piatto tipico della zona che sarà valutato da una giuria altrettanto caratteristica, rappresentata esclusivamente dai cittadini del quartiere. L’evento vedrà la partecipazione di sponsor e realtà molto conosciute sul territorio campano e grazie al loro contributo l’intera somma raccolta sarà devoluta in beneficenza. Fondamentale il contributo della Chiesa, di Padre Ciro Sarnataro e Padre Vittorio Zeccone, parte attiva nell’organizzazione e importante punto di riferimento per tutti. È stata istituita la pagina Facebook: “Un dolce per San Giustino” ed il profilo Instagram: “undolce per_sangiustino” il cui scopo è di rendere partecipi tutti delle varie fasi di selezione e di permettere, a chi lo vorrà, di raccontarsi attraverso un dolce, una storia o semplicemente condividendo un pensiero. Don Giustino è stato
in grado di riunire persone anche dopo la sua morte, in sua memoria oggi il quartiere si stringe in un enorme dolcissimo abbraccio al Santo amato nel mondo. In ottemperanza delle normative vigenti anti- covid, e per evitare assembramenti, l’evento sarà in diretta social sulla pagina Facebook de “IL CORRIERE DI PIANURA” e in collegamento radiofonico sul sito www.radioshamal.it. Evento organizzato in collaborazione con: “AIS CAMPANIA” – DELEGAZIONE DI NAPOLI; “RADIO SHAMAL”; ASSOCIAZIONE DELLA STAMPA CAMPANA “GIORNALISTI FLEGREI”; “MATEGY”; ASSOCIAZIONE “AMICI DI DON GIUSTINO” ONLUS. Evento organizzato grazie al contributo degli sponsor: “MEPA”; “VODAFONE – GRUPPO SCHERILLO”; “L’ENOTECA VARCHETTA”; “MULTICENTER SCHOOL”; “DOLCE VITA di GIANLUCA CIOCE”. per info e accrediti: Roberta Luppino – 333/9292705; Antonio Di Maio -335/5350267 mail: undolcepersangiustino@gmail.com ; corrieredipianura@email.it (N.B. Per il parcheggio è consigliabile utilizzare l’ingresso di via Evangelista Torricelli n. 29) Napoli: Lunedì 18 Gennaio “Un dolce per San Giustino” al Vocazionario di Pianura
Lunedi 18 gennaio 2021 ore 10.00 – Vocazionario “Deus Charitas” via Parroco Giustino Russolillo 14 – 80126 Napoli Il 27 ottobre 2020 il Papa ha apposto la firma che autorizza il Prefetto per la Congregazione per la Causa dei Santi per avviare il processo di canonizzazione di Don Giustino. Figura iconica del quartiere Pianura, è riuscito, durante la sua vita ad essere amato e venerato in tutto il mondo. A sessanta anni dalla sua morte, nell’accogliere la proposta del concittadino Fabio Vivenzio, conosciuto a molti per il suo impegno nel sociale, “il Corriere di Pianura” ha promosso l’evento benefico “Un dolce per San Giustino” I^ edizione. Sulla falsariga del “Dolce di San Gennaro”, il contest vuole celebrare il santo di Pianura, il territorio da egli tanto amato e dare lustro e valore ai laboratori dolciari della zona, permettendo loro di esprimere la propria creatività e competenza nel settore. Il 18 Gennaio 2021, in ricordo della nascita del Santo, avverrà la premiazione finale. Una giuria d’élite valuterà le creazioni che, non solo dovranno rappresentare il territorio dei Campi Flegrei, ma dovranno riportare un’analogia con don Giustino. Un evento che, in questo momento storico, vuole essere un incoraggiamento per tutti gli artigiani a superare ancora una volta con tenacia e anche con tanta fede una situazione difficile. Durante la premiazione verrà, inoltre, assegnata una fascia a chi sarà
stato in grado di preparare la miglior “pizza dolce”, piatto tipico della zona che sarà valutato da una giuria altrettanto caratteristica, rappresentata esclusivamente dai cittadini del quartiere. L’evento vedrà la partecipazione di sponsor e realtà molto conosciute sul territorio campano e grazie al loro contributo l’intera somma raccolta sarà devoluta in beneficenza. Fondamentale il contributo della Chiesa, di Padre Ciro Sarnataro e Padre Vittorio Zeccone, parte attiva nell’organizzazione e importante punto di riferimento per tutti. E’ stata istituita la pagina Facebook: “Un dolce per San Giustino” ed il profilo Instagram: “undolceper_sangiustino” il cui scopo è di rendere partecipi tutti delle varie fasi di selezione e di permettere, a chi lo vorrà, di raccontarsi attraverso un dolce, una storia o semplicemente condividendo un pensiero. Don Giustino è stato in grado di riunire persone anche dopo la sua morte, in sua memoria oggi il quartiere si stringe in un enorme dolcissimo abbraccio al Santo amato nel mondo. per info: Roberta Luppino – 333/9292705; Antonio Di Maio -335/5350267 mail: undolcepersangiustino@gmail.com ; corrieredipianura@email.it (N.B. Per il parcheggio è consigliabile utilizzare l’ingresso di via Evangelista Torricelli n. 29) Il Presidente Emmanuel Macron indossa un frammento di
Napoli Una cravatta della Maison Cilento 1780 è stata indossata dal Presidente francese in occasione della Convention citoyenne pour le climat Ugo Cilento con passione, impegno, creatività? e grande serietà?, e? riuscito a far conoscere ed apprezzare lo stile Napoletano nel mondo Il Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, ha partecipato alla riunione con i centocinquanta cittadini della Convention citoyenne pour le climat (Ccc), il comitato dallo stesso costituito lo scorso anno per avanzare proposte concrete sulla lotta ai cambiamenti climatici. In tale importante occasione ha indossato una cravatta in pura seta blu navy realizzata da Maison Cilento 1780 che riporta sulla pala principale la bandiera della Francia. Napoli è stata sempre una città diversa da tutte le altre, crogiuolo di popoli e culture da tutto il Mediterraneo e non solo, è stata in tal modo presente in modo discreto. La cravatta appartiene alla collezione dedicata alle bandiere del mondo, nata da un’idea di Ugo Cilento, che ha dichiarato: «Gli abitanti del
mondo diventano una grande famiglia, unita nel risolvere le sfide del giorno d’oggi. Sono onorato che il Presidente francese abbia scelto questa cravatta in occasione di un momento di confronto con i cittadini su una tematica molto importante come il cambiamento climatico». M.Cilento & F.llo fondata a Napoli nel 1780 come attività di confezionamento sartoriale di abiti, cravatte, camicie, accessori e calzature, da sempre condotta dalla famiglia Cilento e attualmente guidata da Ugo Cilento, la Maison ha sempre seguito una impostazione sartoriale artigianale classica, senza processi industriali, prestando grande attenzione ai dettagli, che si concretizzano in pezzi unici di grande classe. Prodotti sartoriali ma anche un vasto assortimento di capi di abbigliamento, dal classico allo sportswear: pullover, polo, pantaloni taglio jeans, cappotti, cinture, cappelli e tanto altro per un total look al passo con i tempi. La Boutique di via Riviera di Chiaia, nella splendida cornice di Palazzo Ludolf, è un luogo raro e dal fascino straordinario, un piccolo museo dove sono esposti oggetti della collezione privata come capi del Settecento, strumenti di sartoria, mobili e arredi antichi che diventano i perfetti contenitori per le collezioni Cilento. Ugo Cilento, titolare dell’atelier, rappresenta una delle realtà? aziendali più? rilevanti del mondo della moda italiana, come sua indole, mette il cuore e l’anima in quello che fa. «Portare avanti un’eccellenza in un territorio come il nostro dove a volte il bello non combacia con il lusso non è facile», ha dichiarato recentemente Ugo Cilento. Napoli è una città che soffre da sempre e tutto quello che si fa richiede un maggiore impegno che altrove. Dopo la pandemia ci si augura che parta velocemente la ripresa, poiché i napoletani devono migliorare e crescere e non devono chiudersi in sé stessi. Ugo Cilento è l’ ottava generazione della storica famiglia, sceglie personalmente i soggetti da raffigurare sui pregiati tessuti, studiando con cura i dettagli di ogni cravatta che vengono realizzate a mano, il legame tra storia e moda è visibile in ogni piccolo gioiello che esce dalla bottega artigianale.
www.cilento1780.it Harry di Prisco La Rotta di Enea e la Campania. Cilento, Campi Flegrei, Sannio nel viaggio del Mito. La Rotta di Enea nasce come progetto di turismo culturale- naturalistico, che ripercorre le tappe del viaggio dei Enea, eroe dell’Eneide di Virgilio che fugge da Troia e attraverso un lungo peregrinare arriva in Lazio e si muove verso Roma. Virgilio è il nostro classico, il classico di tutta l’Europa, il centro delle civiltà Europea- dirà Thomas S. Eliot in uno dei suoi testi canonici “What is a Classic?” (1945). Nel corso di un meeting che il Comune di Benevento ha voluto organizzare ieri pomeriggio, a seguito della sua adesione formale al Progetto Rotta di Enea, il Comune di Benevento e l’Associazione Rotta di Enea hanno esposto un piano strategico di sviluppo culturale e turistico volto a toccare in particolar modo la Campania, con Benevento e i Campi Flegrei attraverso questo itinerario.
Il Progetto istituisce un percorso turistico estremamente interessante e interconnesso tra Cuma e Benevento che diventano le due città chiave nei collegamenti verso il Mediterraneo e verso i percorsi interni della Campania; e inoltre, punto di partenza per un itinerario che porta a Roma lungo la bella costa Tirrenica passando per la foce del Tevere, e via terra con il cammino dell’Appia Antica. Le vicende di Enea successive alla fuga da Troia sono narrate come si diceva, nell’Eneide di Virgilio e il viaggio si concluderà con l’approdo di Enea e dei suoi compagni sulle sponde del Lazio, dove il Mito sposerà Lavinia, figlia del Re Latino. Enea passerà per Cuma, e giunto sul posto si rivolgerà alla Sibilla, per discendere agli inferi insieme, lui uomo vivo entrerà nel mondo dei morti ed incontrerà Caronte e Cerbero, per poi finire addormentato nell’inganno della Sibilla e ritrovare lo spirito di Didone, sua amata, morta per amore. Virglio scriverà dell’episodio: “Tra di esse, fresca della ferita, la fenicia Didone errava nella vasta selva; appena l’eroe troiano le ristette vicino e la riconobbe tra le ombre, indistinta, quale si vede sorgere la luna al principio del mese, o si crede di averla veduta tra le nubi, gli sgorgarono lacrime e parlò con dolce amore.” (Virgilio, Eneide, Canto VI) A Benevento Diomede -eroe greco- seguendo una profezia restituirà ad Enea – eroe troiano – l’idolo sacro, il c.d. Palladio sottratto alla città di Troia, ottenendo la guarigione dopo lunga malattia. Il viaggio di Enea, nel racconto dell’Eneide, poema epico del poeta Publio Virgilio Marone tocca nel suo itinerario cinque paesi e 21 localita?, tra le quali ben cinque siti dell’UNESCO, ma anche molti altri luoghi straordinari ed affascinanti. Si parte dalla città di Troia per poi, attraversare Turchia, Grecia, Albania, Tunisia ed arrivare in Italia.
La Campania, raccontata nel VI Canto dell’Eneide con le vicende di Cuma, è una delle regioni protagoniste della rotta di Enea con tre poli: Cilento, Campi Flegrei, Sannio, dunque con Palinuro, con Pozzuoli, Cuma, Capo Miseno, il relativo Parco Archeologico, e gli altri comuni e il Sannio, con Benevento. Con l’itinerario proposto, questa sinergia sarà molto interessante per la nascita di un comitato scientifico e di una piattaforma unici che interesseranno i cinque paesi coinvolti. Il Mito di Enea nei nostri territori vede una stretta connessione con le arti figurative e la musica. La cultura della natura e del paesaggio, allo stesso modo, sono strettamente legate a questo Mito. Scenari interessanti per le nostre aree riguarderanno gli ambiti della etnobotanica, della natura e dei suoi prodotti. Il mare e la costa saranno elementi centrali nella Rotta. L’obiettivo del Progetto è quello di avviare una nuova tipologia di turismo che sarà valida certamente nell’immediato, post fase covid, ma anche nel futuro, per i cambiamenti che il settore necessariamente dovrà contemplare. La Rotta di Enea si colloca accanto ad altri percorsi già esistenti, come la via Franchigena e il cammino di Santiago. Certamente, darà il via ad un turismo che presenterà il vantaggio di proporre nuove modalità di viaggio, in località meno affollate. Si punta in questo modo, al turismo angolosassone ovviamente, ma non solo. Tutta la Campania con Cuma (prima città greca in Italia), e con Benevento che si muove verso l’Appia, ma che presenta anche preziosi rimandi all’epoca Bizantina si pongono come “Rotta di Enea da Cuma a Benevento in un percorso di rigenerazione”. La Rotta di Enea è attualmente candidata come itinerario
culturale del Consiglio d’Europa. Relatori del seminario di ieri pomeriggio, il Sindaco di Benevento Clemente Mastella, l’architetto Giovani Cafiero, l’assessore della Regione Campania Felice Casucci, Barbara Toce del Consiglio d’Europa, l’assessore alla Cultura del Comune di Pozzuoli Stefania De Fraia, il Direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei Fabio Pagano, e l’archeologo Carlo Rescigno; infine Maria Teresa Moccia di Fraia, referente campano della Rotta di Enea che ha concluso il meeting, raccontando di Diomede e di Enea, eroi concorrenti, e degli intrecci del Mito, che lega il territorio lungo la costa con quello più interno, fino persino ad arrivare a toccare la città di Napoli, dove la tomba di Virgilio custodisce le spoglie del poeta. La dicotomia tra un’antica rotta, un vecchio cammino, e una nuova strategia trova una simbiosi – queste le parole del Direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei Fabio Pagano, che ha esposto il desiderio e la prospettiva di un Parco che vuole collocarsi in uno scenario ben più ampio, fatto anche di gemellaggi, ed aprendo porte fisiche e virtuali dei vari siti. Il Mare Nostrum e un vela, simboli di mescolanza di culture, e le stelle dell’Europa diventano il logo di questo racconto, e dell’associazione Aeneas Route https://www.aeneasroute.org/ che ha preso parte al meeting. Napoli: Messa solenne dell’Immacolata in diretta su
C21 Napoli. Oggi, martedì 8 dicembre, nel pomeriggio dalle ore 17.30, diretta di Canale 21 per la Santa Messa dell’Immacolata che sarà celebrata nella Parrocchia Nostra Signora di Lourdes – Calata Capodichino – da S.E. Mons. Armando Dini, arcivescovo emerito della Diocesi Campobasso-Bojano. La Santa Messa sarà preceduta dalla Recita del Santo Rosario. In chiusura, l’Adorazione Eucaristica, l’Omaggio a Nostra Signora di Lourdes, la Cerimonia aux Flambeaux. Un evento in perfetto stile Lourdes. È grazie ad esso che i presenti – che saranno necessariamente pochi per le norme anti Covid-19 – e i tanti collegati, tramite la televisione, “potranno vivere tutti gli appuntamenti di quel pellegrinaggio che nel 2020 non è stato possibile organizzare alla Grotta di Massabielle”. “Continua la nostra programmazione religiosa, durante il ciclo liturgico natalizio. – spiega l’editore Paolo Torino – Dopo la Santa Messa nella prima domenica d’Avvento celebrata dal Cardinale Sepe, vivremo insieme la giornata dell’Immacolata e tutte le altre grandi celebrazioni, come la Vigilia di Natale. Le restrizioni Covid-19 impediscono a tantissimi fedeli di
partecipare ai riti. Grazie a Canale 21 potremo comunque fare Comunità e vivere le celebrazioni più sentite dai credenti”. La celebrazione viene organizzata dall’UNITALSI, che dedica la giornata dell’Immacolata particolarmente ai sofferenti e agli ammalati. Si tratta in specialità modo di un gesto di solidarietà sull’esempio di Maria, che ispira l’attività dell’associazione, specificamente impegnata nell’organizzazione dei pellegrinaggi degli ammalati a Lourdes come di numerose attività solidali al servizio degli indigenti. Il commento liturgico è affidato al giornalista Peppe Iannicelli. In programma, interventi di Antonio Salamandra. Regia Stefano Traditi. Il VG 21, diretto da Gianni Ambrosino, dedicherà servizi e collegamenti all’evento. Nella devozione cattolica, l’Immacolata viene collegata con le apparizioni di Lourdes nel 1858, e iconograficamente, con le precedenti di Rue du Bac, nel 1830 a Parigi. L’Immacolata Concezione è un dogma cattolico. È stato proclamato da papa Pio IX l’8 dicembre 1854, con la bolla Ineffabilis Deus, che sancisce come la Vergine Maria sia stata preservata, già dal primo istante del suo concepimento, immune dal peccato originale. Non deve essere confuso con il concepimento verginale di Gesù da parte di Maria. Armando Giuseppe Mandile
El Pibe, Casa Seccia dedica un dolce a Diego Armando Maradona. La Pasticceria Seccia, fiore all’occhiello dei Quartieri Spagnoli e da sempre legata al tifo e all’amore per il pibe de oro, lancia nell’ultima domenica di novembre una mignon dedicata alla memoria del compianto Diego Armando Maradona: un bignè craquelin panna e caramello da condividere sui social con l’hashtag #elpibe. Nei Quartieri Spagnoli, nel cuore del centro storico di Napoli, abita una passione viva e sentita per il grande calciatore argentino. Nei Quartieri appunto, la Pasticceria Seccia, già protagonista tre anni fa con la torta ufficiale delle celebrazioni per la cittadinanza onoraria conferita a Maradona, e per i 30 anni del primo scudetto del Napoli, ha pensato a un dolce dedicato alla memoria del genio di Buenos Aires da offrire ai clienti e a chiunque sia di passaggio nei Quartieri domenica 29 novembre. Nei limiti ovviamente della zona rossa, ai clienti sarà dato in omaggio un bignè craquelin farcito con panna e caramello, sormontato da un bel 10 biancoceleste in pasta di zucchero, il numero della mano de Dios. El pibe è il nome ufficiale della mignon pensata e ideata da Casa Seccia, e realizzata dalle sapienti mani del giovane Antonio Duraccio, nonché dell’hashtag ufficiale per le condivisioni sui social nelle storie, nei post e nelle foto in
cui figurerà questa golosa pasta choux ripiena. Il pasticcino è il gemello stretto di un prodotto già proposto tempo fa, in occasione della festa al San Carlo e nel foyer del teatro per Maradona cittadino onorario di Napoli: l’aperisciù, un craquelin al gusto di mojito, daiquiri e pina colada, cocktail tipicamente cubani, e dai colori della bandiera dell’isola tanto cara al campione del mondo di Messico ’86. Così a due passi dal murale realizzato anni fa in via de Deo, teatro oggi di un’elaborazione laica della dolorosa perdita, domenica mattina sarà possibile ricevere una mignon dai sapori ricercati e dai colori che ormai sono Storia del Calcio a tutti gli effetti, da degustare a casa, non prima ovviamente del doveroso scatto social da condividere poi su Facebook, Twitter e Instagram tra post e stories. Una nota di dolcezza per superare il lutto e il difficile momento storico, sociale ed economico di questa emergenza sanitaria del covid 19. Hasta Diego siempre, 1960 -2020.
25 Novembre, nello stesso giorno che aveva visto la morte del suo amico Fidel Castro, Diego Armando Maradona lascia il suo pubblico, la sua Napoli, l’Argentina. Il suo cuore stanco, provato da farmaci ed eccessi si ferma. Diego lascia trofei, lascia una vita vissuta intensamente, percorsa sempre sulla corsia di sorpasso. Genio e sregolatezza, poesia e follia, eccessi, amici fedeli e amici meno raccomandabili, una marea di amori. Diego lascia una città, che si raccoglie incredula in cori e preghiere, in dediche, candele e sciarpe lasciate lungo il perimetro dello Stadio San Paolo di Napoli, e nei vicoli accanto al murales del quartiere Montecalvario. Il Re è morto. Nulla nel mondo del calcio, della tifoseria calcistica, nulla nei discorsi dei suoi fan, nulla nello sport sarà più uguale. “Napoli città anarchica ha avuto Maradona in dono dall’America del sud, a contropartita dei milioni di emigranti salpati dal molo Beverello per Rio De La Plata. Napoli ha avuto i carati preziosi dei suoi piedi a titolo di restituzione. Maradona le assomigliava. Come lui, la città poi si è lasciata andare, sazia del trionfo, che dev’essere breve, se no opprime. È il trionfo breve a restare perfetto nella memoria; non le dozzine di scudetti, ma il paio.” questo scriveva di lui Erri De Luca Città anarchica, che gli assomiglia: Diego è entrato dalla porta principale nelle pieghe sottili, nelle case, nei cuori. Diego che nasceva dal popolo, a Napoli aveva trovato il suo secondo popolo. Il suo vero campo di calcio erano i vicoli e le case della gente. Città che lo ha accolto come una madre accoglie un figlio, senza mai giudizi, poggiando un velo sui
difetti, tanti, e adorandone le virtù, infinite, mostrate con sfrontatezza, vanto e semplicità sul campo di pallone e nella vita di tutti i giorni. Vittorio Sgarbi intervistato nel giorno della morte, lo paragona a Caravaggio, pittore maledetto, geniale e irruento, anche lui accolto senza filtri dalla città. Che diviene napoletano nell’immaginario collettivo pur non essendo nato a Napoli. Vola via la vita, resta immutato il mito. Per le strade di Napoli restano i murales, osannati, le parole, i cori; alle finestre si appendono bandiere azzurre, l’azzurro del Napoli come quello dell’Argentina. Un solo popolo ora. Si parla di lui come fosse ancora vivo, come fosse uno di famiglia, un parente che se n’è andato, un amico. Di Diego si parla al presente come se, anche negli anni più duri, fosse sempre al suo posto, ed ancora è là. Si discute di lutto cittadino, forse lo stadio San Paolo di Napoli verrà intitolato a Diego Armando Maradona e intanto, l’Argentina si chiude in un ricordo di tre giorni, passano le immagini dei funerali privati, e delle lunghe file in pellegrinaggio per le strade di Buenos Aires. Per l’ultimo addio a Diego (di) D10’s. Un Dio pagano. Un Re tra i Re. IL LIBRO Gli scatti del fotoreporter Sergio Siano, negli anni Ottanta fotografo a bordo campo allo stadio San Paolo, ci consegnano una narrazione quasi filmica del calcio negli anni di Maradona. IntraMoenia edizioni – Napoli
Addio DIEGO, dio del Calcio Muore all’età di 60 anni il grande Diego Armando Maradona, el pibe de oro, per molti il più grande calciatore di tutti i tempi, il mito, una leggenda. A dare la notizia, il quotidiano argentino il Clarin e la CNN. Riuscito il recente intervento alla testa. Oggi, mentre era nell’ abitazione di Buenos Aires, Diego è stato però colto da un arresto cardiaco che lo ha stroncato. Con lui il Napoli vinse due scudetti; l’Argentina i Mondiali del 1986. Se ne va in questo dannato 2020, Diego Armando Maradona: il
Pibe de Oro è stato stroncato da un arresto cardiorespiratorio. Aveva appena compiuto 60 anni. La notizia ha lasciato senza fiato il mondo del calcio, la sua Argentina e l’Italia intera, soprattutto Napoli della quale era stato sovrano in campo dal 1984 al 1991. Si era sentito male nel giorno del suo sessantesimo compleanno, venerdì 30 ottobre, ed era stato ricoverato in una clinica a La Plata, poi trasferito alla Olivos di Buenos Aires. La notizia aveva lasciato sgomenti i tifosi argentini, tanto che l’ambulanza era stata scortata da un corteo di mezzi delle forze dell’ordine, mentre i tifosi, con fumogeni azzurri, continuavano a giungere all’ingresso, dove sono rimasti per giorni, in supporto del mito del calcio. Martedì 3 novembre aveva subito un intervento al cervello per rimuovere un ematoma subdurale (coagulo di sangue), causato da un colpo di testa contro il pavimento. Non uno dei suoi eccezionali contro un pallone. Operazione tecnicamente riuscita. Era stato infatti dimesso dall’ospedale di Buenos Aires pochi giorni fa, visto che stava meglio, e trasferito per la seconda fase del recupero, in un’abitazione privata nel Nordelta, centro residenziale alle porte di Buenos Aires, come concordato tra lo staff medico e la famiglia di Maradona: le figlie e le sorelle insieme all’ex fidanzata Veronica Ojeda. Le improvvise complicazioni lo hanno portato alla morte: fatale è stato un arresto cardiaco sopraggiunto nella giornata di oggi, 25 novembre, alle ore 12 circa locali – le ore 16 in Italia – mentre si trovava nella sua abitazione a Tigre, seguito 24 ore su 24 da un’equipe medica di altissimo livello. I sanitari che erano con lui hanno cercato di rianimarlo, e nel frattempo erano in arrivo le ambulanze, su segnalazione immediata. Ma, quando sono giunte era purtroppo già troppo
tardi: Diego si era già spento. I suoi sessant’anni erano stati celebrati da tutto il mondo del calcio, con onori, un’infinità di telefonate e messaggi auguri, incominciando da tantissimi campioni di ogni sport, di ieri e di oggi. Diego Armando Maradona è stato il più grande calciatore di tutti i tempi, ha vinto i Mondiali con l’Argentina nel 1986 – con cui ha disputato anche la finale di Italia ’90 – due scudetti con il Napoli – 1987 e 1990 – ed è stato uno dei campioni più amati in assoluto. Una storia disseminata di successi, tra trofei vinti e gol memorabili: in Argentina-Inghilterra alla Mano de Dios, il gol del secolo segnato pochi minuti dopo, quando scartò sette giocatori inglesi prima di battere Shilton. In squadra pure con il Barcellona e il Siviglia, e in Argentina con il Boca Juniors e l’Argentinos Juniors. Quattro Mondiali con la nazionale argentina, della quale è stato poi allenatore nel 2010, nominato a furor di popolo: Maradona la portò ai quarti di finale in Sudafrica, quando l’Albiceleste venne eliminata dalla Germania, e poi Diego fu esonerato. In Argentina sono stati proclamati tre giorni di lutto cittadino. Napoli è in lacrime per la perdita del suo idolo e verrà proclamato il lutto cittadino per onorare la memoria del Pibe de Oro, come anticipato dall’assessore allo Sport del Comune di Napoli, Ciro Borriello: Parole di cordoglio da parte del sindaco Luigi De Magistris, appena appresa la terribile notizia della fine di Maradona: “una notizia tragica in un anno pessimo. Maradona è Napoli e
l’amore di Napoli e dei napoletani è viscerale. Oggi per Napoli è una giornata tristissima. L’abbraccio di tutti i napoletani per la famiglia, nella consapevolezza che quest’amore non finirà mai. È stato un amore vero e grande”. Il Comune partenopeo pensa di intitolare il San Paolo a Maradona, su proposta del presidente della commissione Sport, Carmine Sgambati. Lascia tanti ricordi, una vita di cui la prima parte è stata costellata da successi, ai limiti dell’incredibile, fino al 1994, quando il mito, ai mondiali americani, venne trovato positivo all’antidoping. Poi, la seconda parte, altalenante ma mai più sfolgorante. … e tanti figli. Ufficialmente, Dalma Nerea e Gianinna Dinorah avute dalla prima moglie Claudia Villafane; una bambina di nome Jana, avuta da Valeria Sabalaìn. Diego Fernando – l’ultimo – da Veronica Ojeda. Ma soprattutto Diego junior – identico a papà da giovane – finalmente riconosciuto dopo anni e anni di pene e di battaglie da parte della mamma, la bella e combattiva napoletana Cristiana Sinagra, che ebbe col campionissimo una storia d’amore. Un amore da Diego di fatto rinnegato con protratti rifiuti a riconoscere un figlio senza dubbi suo: bastava guardarlo quel ragazzo, per rivedere in lui Maradona giovanissimo! Una vicenda triste che gettò un’ombra mai più dissipata sulla figura del campionissimo: il pubblico, nonostante lo amasse, restò turbato dalla sua ostinazione a non voler riconoscere il figlio, finché il test del DNA non confermò ciò che tutti sapevano e soprattutto vedevano: un figlio uguale al padre. Un figlio che non poteva più rifiutare. Ma a lui si può perdonare tutto, proprio tutto, scandali, colpi di testa e debolezze inclusi. Diego Armando Maradona, giocatore immenso e unico, praticamente una divinità, anche sulla via del declino.
Un gitano vagabondo, dalla prima squalifica per doping che ha segnato per sempre la sua esistenza, prima costellata di sfolgoranti successi e incredibili eccessi. Da allora, tutto cambia. Nel 1994, ancora sotto squalifica, è a guida della squadra argentina Textil Mandiyù, poi dell’Al- Wasli (Dubai), del Fujarah (Emirati Arabi), dei Dorados (Messico). Poi il ritorno in Argentina, alla guida del Gimnasia La Plata. La presidenza onoraria del club bielorusso, la Dinamo Brest. Gli incontri con Fidel Castro, Chavez, Menem, da un lato. Dall’altro, bulimia, alcol, depressione. Comunque la forza di rialzarsi, ogni volta. Finché il cuore non ce l’ha fatta più. Una vita a cicli, dei quali il primo è rimasto drammaticamente unico e irripetibile. Una leggenda. E leggenda rimane, comunque. Addio Diego. Ci hai fatto sognare davvero. Teresa Lucianelli Ritrovare la via del cuore. Passione e tecnologia. La pittura di Roberto Di Napoli.
Ritrovare la via. L’arte di Roberto di Napoli raccoglie gli elementi per una riflessione attualizzata sul mondo delle relazioni interpersonali, dei legami tra uomini e donne, delle fragilità umane. Comunicazione e incomunicabilità, globalizzazione e cambiamento, inizio e fine dell’amore, passione catturata nei suoi amplessi. E poi, mondo del lavoro, avvento di una tecnologia spinta come strumento che si sostituisce alla presenza fisica, nuovi mezzi di contatto che creano nuovi linguaggi e nuove forme di distanza. Fino alla riflessione sulla solitudine dell’individuo. Roberto Di Napoli, è un artista partenopeo, che spazia con la sua tecnica artistica dagli schizzi a matita e a china, agli acrilici su tela, al disegno digitale. La sua arte è un’arte figurativa, nella quale emerge la passione per gli studi di anatomia fatti al liceo d’arte, ma è anche un’arte che si raccorda con argomenti quali la sociologia, la psicologia industriale, la sociologia del lavoro. In questa riflessione critica sul mondo delle relazioni e sugli strumenti propri della comunicazione tra esseri umani, chiediamo all’artista se qualche anno fa immaginava che il mondo nel quale viviamo sarebbe cambiato proprio seguendo la linea di queste trasformazioni nelle relazioni interpersonali da lui rappresentate, regolate dall’uso di una tecnologia così spinta nella comunicazione tra persone?
Credo che la tecnologia abbia radicalmente modificato le nostre relazioni, velocizzando e anestetizzando il dialogo tra individui. Lo scenario difficile che stiamo vivendo mette in gioco distanze da rispettare, ma anche l’illusione che con la tecnologia queste distanze possano essere azzerate, allontanandoci dal concetto di base di una relazione umana fatta di gesti, sguardi, voglia di stringersi. Osservando i tuoi lavori leggiamo di storie, relazioni, legami. Queste storie sono storie secondo te reali o immaginate? O meglio i legami sono possibili a prescindere dalla distanza? Le mie sono storie che immagino, ma possono esistere per davvero. Mi è capitato ad esempio di ricevere messaggi di persone che dicono di riconoscersi nei miei lavori o attraverso questi di riassaporare frammenti di emozioni passate. I legami sono possibili in molte condizioni, ma è anche vero che la distanza forse ne altera la magia. Molti dei soggetti ritratti sono soggetti femminili. Quanto è importante il corpo femminile nel tuo tratto e quanto ti sta a cuore la tematica del ruolo della donna nel mondo attuale? Penso che bisognerebbe preservare in ogni luogo del mondo lo spirito femminile: la donna è sinonimo di vita per il genere umano. Per quanto riguarda l’involucro ovvero il corpo, ho sempre considerato il corpo femminile vera e propria opera d’arte in movimento, per la sinuosità e rotondità delle linee e per il racconto dell’anima residente.
Tornando invece, al sociale con particolare riferimento al mondo del lavoro, i dipinti di Roberto Di Napoli, diventano una finestra aperta sui luoghi di lavoro spesso spersonalizzati, sulle relazioni telematiche, sulla distanza e infine sulla solitudine in questa epoca dell’individuo, uomo o donna che siano. Tu credi che distanza significhi anche assenza e che questa mancata presenza condizioni le relazioni umane, rendendole più fredde e calcolate? Al contrario, credi che la compresenza e l’affinità richiedano l’elemento della vicinanza? Distanza non significa per me necessariamente assenza, ma la distanza va cullata, arricchita e alimentata con attenzione. Le relazioni possono convivere con la distanza a patto che vi sia una sincera e costante necessità di contatto. In sintesi, la distanza non può e non deve rappresentare una costante. Cosa emergerà tra il cuore [quindi, l’amore, la vicinanza, la relazione] e l’intelletto [inteso come quel meccanismo di autodifesa dell’uomo metropolitano, che tutela la propria vita soggettiva e si abitua a costruire rapporti distaccati]? Forse, oggi il cuore emerge sempre meno. Forse, siamo terrorizzati dall’amore e questa prudenza sta finendo per renderci quasi inorganici. Nei miei lavori il cuore è un simbolo, un nucleo nel quale vengono immagazzinati tutti gli eventi vissuti e a differenza del cervello, vengono mantenute reminiscenze emozionali. Sulle tele dipinte da Roberto il cuore è infatti, il nucleo
centrale dell’essere umano ed è rosso. In questo punto del corpo – racconta spesso l’artista – si concentra tutto l’essere: nel cuore, e non nella sua testa, risiedono tutte le fragilità. Il rosso presente in molti di questi lavori, spesso con pennellate veloci e materiche è il colore della verità, del sentimento e del ricordo, il colore nero raccoglie queste verità e le protegge dalle fragilità umane.
Maradona, fans esultanti: riuscito l’intervento al cervello
Esito positivo per la rimozione dell’edema di natura traumatica operata dal chirurgo neurologo Leopoldo Luque in ottanta minuti, contro le tre ore previste. Per il Pibe de oro nuova operazione di completamento e curettage. Tantissimi fans uniti in coro davanti alla clinica, striscioni e immagini per sostenere il mito del calcio. Testimonianze di affetto in Argentina come a Napoli e nel resto del Mondo Buenos Aires. Un’ora e venti minuti invece delle tre ore inizialmente programmate: l’operazione al cervello di Diego Armando Maradona si è conclusa con successo. Grida di gioia e cori liberatori quando, in piena notte argentina, è giunta la notizia. Fuori dell’ esclusiva Clinica Oliva, tantissimi tifosi attendevano con ansia, alcuni in lacrime. Centinaia di tifosi hanno circondato la struttura sanitaria dov’è ricoverato il Pube de oro, per testimoniargli immutato affetto e non fargli mancare il loro supporto in questo delicato momento. In apprensione gli aficionafos di tutto il mondo, incominciando dalla città di Napoli, proprio come tutta l’Argentina, la tifoseria è stata in seria apprensione per le condizioni del grande Diego. Il suo Napoli Calcio non ha mancato d’incoraggiarlo su Twitter, sostenendolo a distanza, con un partecipato #fuerzadiego e la significativa foto di una sua recente visita negli spogliatoi dello stadio partenopeo San Paolo, saldamente abbracciato a Lorenzo
Insigne. I grumo di sangue, un ematoma subdurale di natura traumatica, emerso dalle analisi strumentali cui è stato sottoposto dopo il ricovero, è stato dunque asportato. Quindi, a breve un altro piccolo intervento per rifinire. Tre o quattro giorni di riposo e poi inizierà la riabilitazione. L’intervento è stato eseguito su consensi diretto di Maradona, mentre la sua famiglia – a quanto riporta il quotidiano El Clarin – avrebbe manifestato dei dubbi riguardo all’intervento, indicato come urgente dal noto neurologo Leopoldo Luque. I parenti del fuoriclasse avrebbero chiesto di ritardare l’intervento e di valutare altre opzioni, innanzitutto farmacologiche. Ma Diego non ha voluto sentire ragioni e ha posto fiduciosi il sui destini nelle mani dello specialista di fiducia, che ha poi definito, modestamente, di comune amministrazione l’operazione effettuata con successo. Rimane sconosciuta l’origine del trauma. El Pube de oro non rammenta infatti di essere stato vittima di alcuna caduta, anche se si ipotizza che invece sia avvenuta in casa. Potrebbe trattarsi di un incidente avvenuto mentre giocava insieme al Diego Fernando, il figlio avuto da Veronica Ojeda, sette anni fa. Escluso in partenza che si trattasse di covid, fino a martedì i medici pensavano che Maradona fosse affetto da anemia associata ad una forte disidratazione, ripercussione della drastica dieta alla quale si è sottoposto per perdere velocemente peso. Il dott. Luque, aveva ipotizzato che Maradona fosse stressato per gli eventi delle ultime settimane – motivi per il quale era stato ricoverato più di due settimane fa – ma di buon umore, a dispetto delle ipotesi di depressione, e pronto a lasciare a breve la clinica per rientrare a casa. Gli accertamenti – in particolare la Tac – hanno invece
rivelato che si trattava di un edema subdurale di natura traumatica, in pratica un pericoloso grumo di sangue a livello della meninge. La situazione è precipitata e i medici hanno disposto un urgente trasferimento – lucido e tranquillo – a 60 chilometri di distanza, da La Plata in una eccellente struttura di Buenos Aires, in elicottero, sostituito altrettanto velocemente con un’ambulanza. Centinaia di persone davanti alla clinica, alle 18 locali, ore 22 italiane, centinaia e centinaia di fans. Si sapeva già, dallo scorso venerdì, che Maradona fosse affetto da problemi di salute. Diego era entrato sul prato, durante la festicciola del Gimnasia La Plata per i suo 60esimi compleanno, traballante e smarrito – per molti assente – a piccoli passi, lenti e malfermi, sorretto energicamente da una guardia del corpo. Nella mattinata, la figlia Giannina e il suo avvocato, Matias Morla, l’avevano trovato in preda di forti dolori allo stomaco. Diego era apparso particolarmente stanco e depresso. Non erano riusciti a tenerlo lontano dal campo, ma in serata lo avevano persuaso a farsi accompagnare in clinica per controlli, disposti immediatamente. Poi, il peggioramento delle condizioni di salute e, di seguito, gli esiti degli accertamenti hanno rivelato l’urgenza d’intervenire al più presto chirurgicamente. “L’intervento è concluso ed è stato un successo” ha comunicato soddisfatto il suo portavoce Sebastian Sanchi, aggiungendo che “tutto è andato come previsto: Diego sta bene e riposa nella sua stanza”. Lunga vita, magnifico campione! Armando Giuseppe Mandile
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