INTERVISTA A FRANCO MOSCONI

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TRIMESTRALE TRANSARDENNESE DEI TRADUTTORI
                            ITALIANI
                    Numero 13 – Giugno 2000
          Servizio di traduzione – Commissione europea
         http://www.europa.eu.int/comm/translation/bulletins/tracce/index.html

            INTERVISTA A FRANCO MOSCONI

Ora che la Commissione ha un presidente italiano, ci può sorgere la
curiosità di conoscere il funzionamento del gabinetto della presidenza.
Siamo quindi andati a parlare con Franco Mosconi, che del gabinetto
fa parte. Già assistente all’Università di Bologna, Mosconi ha seguito
Prodi fin dalla nascita dell’Ulivo, per poi entrare a far parte dello staff
dei suoi consiglieri economici alla Presidenza del consiglio
(maggio ’96-giugno ’98).

Lei collabora con il presidente Prodi da                                  molti   anni.
Ci può raccontare brevemente la Sua esperienza?

La storia è cominciata tanti anni fa, se per la data di fondazione
dell’Ulivo ritorniamo ai primi giorni del febbraio del ’95. Eravamo già
un gruppo: certo, ognuno di noi veniva da esperienze diverse. Alcuni,
me compreso, lavoravano già all’Università di Bologna col professor
Prodi presso la cattedra d'Economia e politica industriale. Per farla
breve, da qualunque strada arrivassimo (ed erano davvero tante),
abbiamo avuto la straordinaria opportunità di vivere dal di dentro una
bellissima esperienza che è stata, ad un tempo, politica, umana e
professionale.
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                 INTERVISTA A FRANCO MOSCONI

    Come è cambiato il Suo lavoro con il passaggio dall’Italia a
    Bruxelles?

    Arrivando alla Commissione europea ci si accorge che il livello delle
    persone con cui si comincia a lavorare è di assoluto rilievo. All’inizio,
    l’atteggiamento dev’essere –come dire?– di apprendimento. Per venire
    più direttamente alla domanda, ci sono naturalmente molte differenze:
    ma non tanto tra Palazzo Chigi al tempo di Prodi e la Commissione Pro-
    di, bensì tra l’ufficio di un primo ministro e l’ufficio di un presidente
    della Commissione. Sono differenze, anzitutto, istituzionali. Per chi co-
    me noi è abituato a lavorare in squadra, a tenere contatti con ambienti
    accademici, persone del mondo economico così come di quello politico,
    si può però dire che, da un punto di vista sostanziale, il lavoro non cam-
    b            i           a            :                        s         i
    dedicano molte energie a raccogliere delle idee, a parlare con persone, a
    istruire dossier, a discutere queste idee col Presidente.

    Qual è il Suo ruolo all’interno del gabinetto?

    Accanto al capo di gabinetto, che ha il coordinamento generale, al capo
    di gabinetto aggiunto che, oltre a sostituire il capo di gabinetto, ha
    particolari deleghe, e ai membri del gabinetto - alti funzionari della
    Commissione cui sono attribuiti specifici portafogli e che seguono dos-
    s                         i                         e                        r
    riconducibili a determinati settori d'intervento della Commissione (le
    imprese, le relazioni esterne, e così via) - vi è l’assistente del presidente.
    Dalla formazione del gabinetto, nello scorso settembre, a tutt’oggi que-
    sto è stato ed è il mio ruolo. Vi è da cooperare nel processo di
    speechwriting, nonché coordinare gli scritti accademici del Professore
    (     p     r     e     f     a     z      i      o      n     i             e
    introduzioni a libri, saggi ecc.); vi poi sono da seguire gli stagiaires, e
    da tenere i rapporti con la Cellule de Prospective. Ma il bello di questo
    lavoro è che non è programmabile, sempre e comunque, a priori: vi sono
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                 INTERVISTA A FRANCO MOSCONI

    Qual è stato il Suo impatto con il multilinguismo?

    Le persone che sono qui da anni non hanno certo difficoltà: la maggior
    parte dei miei colleghi di gabinetto lavora alla Commissione da almeno
    15 anni e padroneggia assai bene 3 e/o 4 lingue comunitarie. Più fatico-
    so è per i nuovi entranti: un conto infatti è lavorare all’Università, anche
    in dipartimenti come quelli di scienze economiche (che sono
    tradizionalmente tra i più aperti all’estero), altro è (anche in termini di
    fatica fisica vera e propria) trovarsi un bel giorno a usare una o più lin-
    gue straniere per buona parte della giornata. Siccome però si ha la fortu-
    na di dialogare con persone che parlano molto bene le lingue, in pratica
    si va ogni giorno “a lezione” da loro, e passo dopo passo l’apprendimen-
    to più o meno scolastico delle lingue diventa un’esperienza quotidiana.
    Naturalmente, se guardiamo le cose dal nostro gabinetto, l’italiano non
    sparisce: i discorsi del presidente vengono sì scritti, nella loro versione
    originaria e nella maggioranza dei casi, in inglese o in francese (lo
    speech-writer ufficiale è di lingua inglese); ma quelli ufficiali di fronte
    al Parlamento europeo o quelli per i Consigli europei vanno tradotti in
    italiano. Di questo sono incaricati due traduttori italiani; io controllo le
    traduzioni, o meglio le controllavo le prime volte per accertarmi che non
    venissero usate espressioni che il presidente non userebbe in italiano, ma
    dopo i primi due mesi, essendo i traduttori bravissimi, ho smesso
    completamente. Del resto, il modo di scrivere del presidente, anche in
    italiano, è ‘piano ’ e semplice, con parole molto semplici, frasi corte,
    senza aggettivazioni roboanti, con pochi incisi o subordinate.
    In un'istituzione come questa ciò costituisce un vantaggio dal punto di
    vista della traduzione.
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                            INTERVISTA A FRANCO MOSCONI

    Come vede il futuro del multilinguismo con l’allargamento
    dell’Unione?

    Ogni volta che il presidente ha parlato, poniamo, al Comitato delle regioni e
    presso altre assemblee che in ambito comunitario rappresentano le tante
    esperienze locali che sono tipiche dell’Europa, ha sempre portato ad esempio
    la differenza tra il tipo di unione creata negli Stati Uniti e il nostro.
    L’unificazione sul modello americano, con una sola lingua, non è certamente
    possibile, per motivi storici e culturali, in Europa: la nostra è stata in questi
    50 anni e continuerà ad essere un’unione che mantiene le radici locali e le
    lingue e le culture locali. Con un’Europa allargata esisteranno certamente più
    problemi tecnici di trasposizione da una lingua all’altra, e bisognerà arrivare
    forse ad alcune convenzioni. Ma quella europea è e rimarrà un’unione nelle
    diversità.

                                                                                              a cura di
                                                                  Francesca Nassi e Maria Grazia Ricci

    Note terminologiche

                                         Macedonia (ARYM/FYROM)
    Bernard Lahure, capo dell'unità Coordinamento del Manuale interistituzionale di convenzioni
    redazionali 1, comunica le seguenti rettifiche a proposito della denominazione e delle abbreviazioni della
    Macedonia, rettifiche che sono state approvate dalla DG Relex e dal Consiglio:

    •      non bisogna utilizzare la denominazione "repubblica di Macedonia",
    •      d'ora in poi devono essere evitate le abbreviazioni ARYM, FYROM,
    •      va sempre usata la denominazione per esteso: ex repubblica iugoslava di Macedonia,
    •      il codice ISO (MK) è accettato purché si precisi in una nota in calce quanto segue:

    "Questo codice provvisorio non pregiudica assolutamente la denominazione definitiva del paese che sarà
    approvata non appena conclusi i negoziati attualmente in corso al riguardo nel quadro delle
    Nazioni Unite".
                                                                                       Maria Grazia Ricci
    1
       Manuale interistituzionale di convenzioni redazionali, edizione 1997, Lussemburgo, Ufficio delle pubblicazioni
    ufficiali delle Comunità europee, 1998, II, 167 pagg.
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                                                      BELLA O FEDELE
        CULTURALIA

                                Storie di traduzioni
                             Alla ricerca del passato prossimo

                                                    soprattutto le frasi lunghissime, il
                                                    periodare denso e involuto in cui analogie,
                                                    parentesi, digressioni si susseguono in una
                                                    spirale di subordinate: una prosa per molti
                                                    versi "poco francese", che è stata giudicata
                                                    più vicina a quella dei grandi scrittori
                                                    russi. Alcuni fra i titoli dei volumi hanno
                                                    creato altre difficoltà: lo squisito "À
                                                    l'ombre des jeunes filles en fleurs", così
                                                    traboccante di freschezza e di sensualità, è
                                                    diventato in inglese "Within a Budding
                                                    Grove": meno suggestivo, certo, ma una
                                                    traduzione letterale era considerata
                                                    improponibile. Quanto al titolo dell'opera
                                                    complessiva, Scott Moncrieff aveva opta-
                                                    to per "Remembrance of Things Past",
                                                    soluzione formalmente elegante
                                                    (l'espressione è tratta dal sonetto 30 di
                                                    Shakespeare: "When to the sessions of
    In un articolo pubblicato alcuni anni fa        sweet silent thought/I summon up
    sull'“Observer” il critico letterario Terence   remembrance of things past..."), ma di
    Kilmartin osservava come sin dalla frase        fatto gravemente infedele, perché quel
    d'apertura ("Longtemps je me suis couché        "summon up remembrance" indica uno
    de bonne heure") la Recherche du temps          sforzo attivo, esatto opposto del concetto
    perdu presenti al traduttore inglese un         proustiano di "memoria involontaria" che
    problema di difficile soluzione. Come           costituisce il cardine e il senso stesso della
    rendere, infatti, quel passato prossimo in      Recherche.
    una lingua in cui di fatto non esiste un
    tempo corrispondente? La soluzione
                                                    Lo stesso Proust, del resto, commentò
    adottata dal primo traduttore di Proust, C.
                                                    questa scelta esclamando costernato:
    K. Scott Moncrieff ("For a long time I
                                                    "Cela détruit le titre" e, secondo il suo bio-
    used to go to bed early"), pur linguistica-
                                                    grafo George D. Painter, temendo che tut-
    mente corretta, non riesce certo a riprodur-
                                                    t         a                       l          a
    re in tutte le sue sfumature il rapporto
                                                    traduzione potesse rivelarsi infedele
    proustiano fra presente e passato, né ad
                                                    quanto il titolo, avrebbe addirittura
    esprimere la musicalità e il potere
                                                    pensato di bloccarne la pubblicazione in
    evocativo di quella prima frase.
                                                    Gran Bretagna. "La mia opera mi sta
                                                    molto a cuore", dichiarò al suo editore
    I problemi non finiscono certo qui:             parigino, Gaston Gallimard, "e non ho
    a complicare il lavoro di traduzione so-        nessuna intenzione di farmela rovinare
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                                         BELLA O FEDELE
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                                   Alla ricerca del passato prossimo

    I timori di Proust sarebbero risultati in       invece privo. Anche a prescindere da
    gran parte infondati: la traduzione di Scott    questi        condizionamenti, secondo
    Moncrieff, pur tutt'altro che perfetta, si      T. Kilmartin (revisore della traduzione per
    rivelò più che accettabile e anzi fu molto      le edizioni inglesi del 1981 e 1993), Scott
    ammirata nel mondo anglofono; con il            Moncrieff si era reso colpevole di una
    passare degli anni, però, le lacune sono        serie di errori grossolani che
    apparse sempre più evidenti. A sua              vanno          dalla        traduzione
    parziale discolpa va ricordato che egli         letterale di espressioni idiomatiche delle
    aveva lavorato "alla cieca", iniziando a        quali esiste un valido equivalente in
    tradurre il primo volume quando non era         inglese, agli abbagli causati dai "falsi
    ancora uscito l'ultimo: l'originale era         amici" ("pretended" per "prétendu",
    pertanto rappresentato da un'opera in fieri,    "laborious" per "laborieux"), ai veri e
    soggetta fra l'altro a rimaneggiamenti          propri equivoci che stravolgono del tutto il
    continui (e non di rado molto sostanziosi)      senso di certe frasi; soprattutto, aveva
    da parte del mai soddisfatto autore, senza      gravato lo stile di preziosismi che non
    contare che, alla morte di Proust, nel          esistono affatto nell'originale (va qui
    1922, gli ultimi tre volumi non erano an-       osservato che, quantunque lo stile di
    cora stati pubblicati, cosicché era toccato     Proust si distingua per la sua architettura
    all'editore e ai suoi collaboratori elaborare   complessa, il suo linguaggio è del tutto
    un testo di senso compiuto estraendolo dal      scevro di affettazioni e stravaganze: la
    labirinto di brogliacci, correzioni, aggiun-    difficoltà per il lettore straniero sta nel
    t             e                             e   seguire il dipanarsi delle frasi, non certo
    contraddizioni irrisolte che l'autore aveva     nel lessico). Basta pensare alla traduzione
    lasciato loro in eredità. Altro gravissimo      del titolo "La fugitive" (o "Albertine
    svantaggio per il traduttore, quello di non     disparue"), che divenne "The Sweet
    disporre dei capitoli conclusivi dell'opera,    Cheat's Gone", soluzione di origine non
    essenziali proprio in quanto servono ad         ignobile (si tratta di una citazione del
    illuminare retrospettivamente gli eventi        poeta inglese Walter De La Mare), ma che
    passati.                                        è stata a ragione definita "una delle trovate
                                                    meno felici di Scott Moncrieff".
    Inoltre il caso della Recherche è per molti
    versi emblematico delle difficoltà
    incontrate nel tradurre dal francese (e, più
    in generale, dalle lingue romanze) in
    inglese. Il francese dispone di una serie di    Proust conosceva pochissimo l'inglese,
    accorgimenti sintattici e grammaticali          pur avendo tradotto in gioventù (con l'aiu-
    (come l'onnipresenza delle distinzioni di       to della madre, di amici poliglotti e della
    genere anche per gli oggetti inanimati,         propria conoscenza dell'argomento) due
    l'esistenza del congiuntivo e di un ampio       libri del critico d'arte John Ruskin, da lui
    ventaglio di tempi passati) molto utili ad      molto ammirato; la lettura delle favorevoli
    arricchire le frasi di sfumature e a chiarire   recensioni con le quali la stampa
    il senso specialmente dei periodi lunghi e      britannica salutò la Recherche
    complessi, strumenti di cui l'inglese è         servì comunque a rassicurarlo sulla quali-
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                                    BELLA O FEDELE

                                   Storie di traduzioni
                                 Alla ricerca del passato prossimo

    della traduzione. Quando scrisse a Scott        Un'altra soluzione non certo ideale: del
    Moncrieff        per ringraziarlo non gli       resto Proust, che una volta scrisse
    risparmiò tuttavia gli appunti critici,         "la tâche et le devoir d'un grand écrivain
    arrivando perfino a sostenere che               sont ceux d'un traducteur", nel senso che
    "Swann's Way", il titolo inglese di             l'artista ridice, in altra forma, le cose che ha
    "Du côté de chez Swann", era sbagliato e        vissuto, e a forza di rifacimenti lasciò
    che lo si sarebbe dovuto cambiare in            incompiuta la trascrizione della sua
    "To Swann's Way"! Scott Moncrieff scel-         esperienza, avrebbe probabilmente
    se di rispondergli in inglese, perché, osser-   convenuto che è vana la ricerca della
    vò sarcasticamente, "my knowledge of            traduzione perfetta.
    French, as you have shown me in regard
    to my titles, is too imperfect (...)".
                                                                                    Cristina Cona
    Le più recenti edizioni della Recherche
    (1993 e quella del 2001 attualmente in          Fonti: T. Kilmartin, In Search of Past Perfect,
    preparazione) recano il titolo In Search of     "The Observer", 15 November 1992
    Lost Time, più letterale e meno "traditore"     T. Kilmartin, Note on the Translation, Remembran-
    di quello che aveva così indignato Proust;      ce of Things Past, Chatto & Windus, London 1981
    anche in questo caso tuttavia si perde un       G. D. Painter, Marcel Proust: A Biography,
    elemento importante, rappresentato dal          Penguin, Harmondsworth 1983
                                                    J.-Y. Tadié, Marcel Proust. Biographie,
    doppio significato di "perdu" ("lost" e         Gallimard, Paris 1996
    "wasted").

       SEGNALIBRO                               Multilinguismo e traduzione

    È appena uscito il nuovo opuscolo informativo in italiano sul Servizio di Traduzione della
    Commissione a cura della coordinatrice linguistica. Multilinguismo e traduzione sarà messo in
    rete e reperibile ai seguenti indirizzi:

    Europa:           http://europa.eu.int/comm/translation/it/index.html
    Europa plus:      http://www.cc.cec/SDT/agl01/it/coordin.htm

    Copie cartacee possono essere richieste al seguente indirizzo elettronico:
                                      maria.ricci@cec.eu.int
    Multilinguismo e traduzione, il Servizio di traduzione della Commissione europea,
    Lussemburgo, Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee, 2000,
    22 pagg.

                                                                             Maria Grazia Ricci
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                                          Una segnalazione

                                             Ricordi?

    Luisella Piccoli e Annalisa Rana, che da molti anni insegnano l’italiano rispettivamente
    alle Istituzioni Europee e al Centre de Langues di Lussemburgo, hanno il piacere di
    segnalare la pubblicazione del loro libro: "Ricordi? Percorsi ragionati nella struttura della
    lingua italiana. Volume I. Con Chiavi." Guerra Edizioni, Perugia, maggio 2000,
    ISBN 88-7715-357-1, (264 pagg, 22 capitoli, prezzo: 24.000 Lit.). Il II volume è in corso
    di preparazione.

    L’opera è destinata a quanti intendano riprendere o iniziare “autonomamente o all’interno
    di un corso” lo studio della grammatica italiana attraverso la deduzione dei suoi
    meccanismi e la loro applicazione pratica.

    Il principio alla base dell’impostazione del libro, infatti, è quello dell’inventional
    grammar, come la definì Palmer, uno dei fondatori della glottodidattica all’inizio del
    secolo.

    Nell’ultimo decennio alcuni studiosi, tra cui il professor Balboni dell’Università di
    Venezia, che ha curato la presentazione del libro, hanno ripreso quest’idea, abbinandola a
    principi quali l’approccio a spirale (che permette di trattare uno stesso argomento in
    momenti successivi) e l’autovalutazione, nel quadro di un apprendimento responsabile e
    autogestito.

    "Ricordi?" si configura quindi come uno strumento adatto soprattutto
    all’autoapprendimento. Il I volume si rivolge ai falsi principianti che desiderano
    sistematizzare le loro conoscenze linguistiche, consentendo loro di raggiungere un livello
    intermedio. Il II volume, in cui verranno presentati argomenti morfosintattici e lessicali
    più complessi, è destinato a studenti di livello più avanzato.

    Ogni capitolo si apre con immagini o dialoghi illustrati che permettono di focalizzare un
    determinato elemento grammaticale e di riflettere sulle relative strutture linguistiche. Il
    discente può rispondere a domande, completare formulazioni o riempire tabelle, trovando
    un costante riscontro nelle chiavi riportate nel "Compendio grammaticale".

    La parte dedicata all’esercitazione vera e propria è costituita da una serie di attività
    concepite per assimilare non solo i vari punti grammaticali, ma anche per ampliare il
    lessico. Le "Chiavi degli esercizi" forniscono le soluzioni.

    Non è da escludere, tuttavia, l’impiego di "Ricordi?" in classe "anche a partire dal livello
    elementare" sia come testo d’appoggio, sia come testo base in corsi aventi come obiettivo
    la revisione o l’approfondimento delle strutture essenziali della lingua italiana.
9
                                                       Una segnalazione

                                                           Ricordi?

    Nei corsi speciali per traduttori, ad esempio, dove il ritmo d’apprendimento è più
    sostenuto e lo sviluppo delle abilità scritte è prioritario, l’opera costituirebbe uno
    strumento adeguato ed efficace nel raggiungimento degli obiettivi specifici.
                                                                              Luisella Piccoli
                                                                               Annalisa Rana

    Distributori del libro (eventuali spese di spedizione a domicilio: 5 euro):
    a BRUXELLES: «Il Libro italiano» 354, Ch.de Wavre, L-1040 Bruxelles tel/fax: 2300674 Banco di Roma – Belgio
    Bruxelles CCN 643-0011911-57

    a LUXEMBOURG: «Convivium» 23, r.A.Charles L-1326 Luxembourg – tel:493188 Fax: 403421 CCP 121972-43

    Note terminologiche                                             Manuale interistituzionale

    Vorrei ricordare che le convenzioni redazionali riprese nel Manuale interistituzionale1 vanno rispettate
    anche se non sempre sono quelle preferite dagli autori, redattori o traduttori. Mi riferisco in particolare a
    quelle riguardanti le "Maiuscole e minuscole" e le sigle.

    I nuovi traduttori che non hanno ricevuto in dotazione il Manuale in questione possono chiederlo al CID
    italiano, a Bruxelles e a Lussemburgo.
                                                                                        Maria Grazia Ricci

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       Manuale interistituzionale di convenzioni redazionali, edizione 1997, Lussemburgo, Ufficio delle pubblicazioni
    ufficiali delle Comunità europee, 1998, II, 167 pagg.

                                          Denominazione ufficiale dell'OCSE

    La denominazione ufficiale dell'OCSE in italiano è la seguente:

    Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici
    (e non : economico)

    In francese e spagnolo l'aggettivo ha l'esse del plurale, mentre in inglese ovviamente no dato che
     precede il nome.

    Fonti: Punto y coma, n. 61, pag. 1
           Sito OCSE: http://www.ocde.com
           Glossario multilingue di abbreviazioni, Lussemburgo, UPUCE, 1994, 1310 pagg.

                                                                                               Maria Grazia Ricci
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         CIBERSPAZIO

                        In vacanza con il mouse

 Per chi vuole informarsi su mostre, festival, altre manifestazioni in
 programma nei vari paesi: www.whatsonwhen.com;

 - per gli appassionati di passeggiate letterarie: www.nysoclib.org/travels.
 html (itinerari a Dublino, Londra, Parigi, Praga sui passi di Joyce, Virginia
 Woolf, Proust, Kafka);

 - per chi si cura con le acque: www.spas.about.com (informazioni sulle
 località termali di tutto il mondo);

 - per gli ansiosi costretti a prendere l'aereo: una mezz'ora rassicurante (o
 masochista) con www.airsafe.com (statistiche sulle compagnie e gli aeroporti
 più sicuri e su quelli che è meglio evitare);

 - per chi ha deciso che è meglio il treno:                      l'ormai     mitico
 http://bahn.hafas.de (orari ferroviari di tutta Europa);

 - per chi vuole scoprire i treni turistici in Francia: www.trains-fr.org;

 - per chi cerca un'alternativa ecologica alle solite vacanze: www.ecotourism.
 com;

 - per chi preferisce seguire i consigli di altri viaggiatori che, in quel paese
 là, ci sono già stati: www.travelclub.ticino.com (moltissimi link, informazioni,
 esperienze di viaggio);

 - per chi vuole un preassaggio dei ristoranti a destinazione: www.fodors.com
 (Restaurant index);       www.food.epicurious.com (Eating index); www.
 inyourpocket.com (per l'Europa orientale); www.cuisinenet.com (per gli Stati
 Uniti).
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                                In vacanza con il mouse

 Chi invece per ora non parte e passa ancora qualche settimana a casa può
 intanto divertirsi con una visita virtuale ai musei, come l'Hermitage di San
 Pietroburgo che ha un sito molto bello (www.hermitage.ru) sul quale è
 possibile fare il giro delle sale. Su www.artonline.com si vedono invece
 riproduzioni dei propri capolavori preferiti.

 Avete mai notato che nei film il taxi non si fa mai aspettare, le porte non
 vengono mai chiuse a doppia mandata e se uno fa una telefonata gli rispondono
 dopo neanche mezzo secondo? Il sito www.moviecliches.com è un'antologia di
 tutti questi luoghi comuni, suddivisa per temi. Altrettanto godibile www.
 movie-mistakes.com ("Watch Films Differently"), in cui si trovano elencati
 errori, illogicità e contraddizioni. Qualcuno di voi ricorderà forse quei
 tremendi polpettoni storico-mitologici degli anni Cinquanta in cui le comparse,
 vestite da centurioni, indossavano orologi e occhiali neri. E' successo di nuovo
 quando stavano girando Braveheart: quarant'anni però non sono passati invano
 e stavolta, più svegli e progrediti, se ne sono accorti in tempo e gli hanno
 fatto rifare la scena.
                                                                    Cristina Cona

 SOMMARIO                                                                                   PAG.

 EDITORIALE:                       Intervista con Franco Mosconi
                                   (Francesca Nassi e Maria Grazia Ricci)                   1

 NOTE TERMINOLOGICHE:              Macedonia (ARYM/FYROM) (Maria Grazia Ricci)                          4
                                   Settore delle Telecomunicazioni (Maria Grazia Ricci)             5

 CULTURALIA:                       Bella o fedele Storie di traduzioni:
                                   Alla ricerca del passato prossimo
                                   (Cristina Cona)                                              6

 SEGNALIBRO:                       Multilinguismo e traduzione (Maria Grazia Ricci)                 8
                                   Ricordi? (Luisella Piccoli e Annalisa Rana)                      9

 NOTE TERMINOLOGICHE:              Manuale interistituzionale (Maria Grazia Ricci)              10
                                   Denominazione ufficiale dell’OCSE (Maria Grazia Ricci)        10

 CIBERSPAZIO:                      In vacanza con il mouse (Cristina Cona)                          11

 Comitato di redazione: C. Breddy, C. Cona, R. Gallus, G. Gigante, D. Murillo, F. Nassi, M.G. Ricci
 Collaboratori:          L. Piccoli , A. Rana
 Grafica:                A. A. Beaufay-D’Amico (Anna Angela Beaufay D'Amico@cec.eu.int)
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