Industry Monitor Real Estate - Servizio Studi e Ricerche No. 9 - marzo 2006
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Industry Monitor Real Estate Servizio Studi e Ricerche No. 9 – marzo 2006
Industry Monitor – marzo 2006 Indice Una spinta agli investimenti nel turismo dalIa finanziaria? 3 I nuovi incentivi agli insediamenti turistici su aree demaniali marittime 3 Dimensioni troppo piccole per attrarre clienti tutto l’anno 4 A cura di: Alessandra Dal Colle Servizio Studi e Ricerche – Banca Intesa Tel. + 39 02 87962137 e-mail: alessandra.dalcolle@bancaintesa.it 1
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Industry Monitor – marzo 2006 Una spinta agli investimenti nel turismo dalIa finanziaria? I nuovi incentivi agli insediamenti turistici su aree demaniali marittime1 I commi da 583 a 593 dell’art. 1 della legge finanziaria per il 2006 riguardano la possibilità di concessione di demanio marittimo illimitato temporalmente per la realizzazione di insediamenti turistici di qualità. I promotori di queste iniziative possono essere gli enti locali territorialmente competenti, i soggetti ammessi a partecipare alle gare per l’affidamento dei lavori pubblici (ex art. 10 legge 109/1994) e i soggetti idonei specificamente individuati con apposito regolamento del Ministro delle Attività Produttive. Il contenuto minimo delle proposte specifica che l’insediamento (ex comma 583- 585) deve: • avere “qualità” e rivestire “interesse nazionale” • essere compatibile a livello ambientale e avere capacità di tutela e valorizzazione culturale del tessuto circostante e dei beni presenti sul territorio • comprendere un elevato livello di servizi erogati ed essere in grado di attrarre flussi turistici internazionali • assicurare l’assunzione di un numero di addetti non inferiore a 250. Nel caso in cui il progetto contenesse anche la previsione di ulteriori infrastrutture e opere pubbliche connesse, la realizzazione può essere affidata allo stesso soggetto titolare della costruzione o ristrutturazione della struttura turistica. Il comma 588 prevede che tra i criteri di preferenza temporale nell’esame della proposta sia data priorità alle proposte che prevedono il recupero e la bonifica di aree compromesse sotto il profilo ambientale e di impianti industriali dismessi. I nuovi insediamenti turistici possono essere realizzati “anche tramite concessione” di beni demaniali marittimi” e “anche tramite la riqualificazione di insediamenti e impianti preesistenti” ma non sui beni demaniali sui quali sono già state rilasciate concessioni al fine di salvaguardarne la validità. Il processo istruttorio si conclude con la stipula dell’accodo di programma che aggrega in un unico provvedimento tutte le autorizzazioni necessarie alla realizzazione dell’opera comprese le concessioni edilizie e le eventuale variazioni urbanistiche2. Una stima realistica della portata di questa norma sulla struttura ricettiva italiana è pressoché impossibile in considerazione della complessità delle tematiche in gioco. Da un lato la ratio esplicita della norma è quella di favorire i grandi interventi, quindi lo sfruttamento delle economie di scala nell’utilizzo della struttura per un tempo illimitato, e l’impatto occupazionale – d’altro canto rimangono forti perplessità sia nella natura delle disposizioni, ma soprattutto nell’obiettivo della norma. I punti più problematici dell’applicazione della norma sono: 1 Secondo l’art 28 del codice della navigazioni sono compresi i lidi, le spiagge, i porti, le rade, le lagune, le foci dei fiumi che sboccano in mare, i bacini di acqua salsa o salmastra che almeno durante una parte dell’anno comunicano liberamente con il mare e i canali utlilizzabili a uso pubblico marittimo 2 L’adesione del sindaco, sul cui territorio è prevista l’opera, all’accordo di programma deve essere approvata dal consiglio comunale nel caso preveda variazioni urbanistiche 3
Real Estate • la elevata discrezionalità sulle caratteristiche dei progetti in primis l’”interesse nazionale”, l’idoneità ad attrarre flussi turistici internazionali e l’”elevato” livello di servizi • la gerarchia delle fonti legislative statali e locali per i parametri di valutazione delle proposte nel caso in cui la legge regionale prescriva caratteri più stringenti rispetto al comma 588 della Finanziaria3 • il ricorso al silenzio–assenso per le amministrazioni locali nella trasmissione delle rispettive valutazioni alla regione • la totale libertà delle regioni nello stabilire il canone di concessione per la realizzazione dell’opera su di un bene statale Non si può sottacere infine che nonostante la norma preveda espressamente l’inderogabilità del vincolo culturale o paesaggistico, ex D. Lgs 42/200, che implicano la necessità di autorizzazioni specifiche che non possono essere sostituite con l’accordo di programma, il rischio ambientale rimane4. Dimensioni troppo piccole per attrarre clienti tutto l’anno Bisogna quindi vedere nei fatti quanto la nuova norma sia in grado di promuovere effettivamente iniziative turistiche che godano di economie di scala. Il nanismo della nostra industria turistica è infatti un problema molto serio che pregiudica l’interesse degli investitori e le sue performance complessive. I Top European deal del primo semestre 2005 censiti dalla società di consulenza immobiliare specializzata nell’hotellerie Jones Lange LaSalle hanno una dimensione di media di 251 camere per transazione per i Single-Asset deal e 192 camere per i Portfolio deals mentre secondo i dati Istat gli oltre 33000 alberghi italiani mostrano nel 2004 una dimensione media di 30 camere! Le regioni balneari fanno registrare dimensioni medie di 24 camere per struttura in Liguria e 48 in Sardegna. Anche considerando il solo segmento di qualità – ovvero i 4 e 5 stelle pari a poco meno di 3600 unità – la dimensione media rimane inferiore alle 70 camere per struttura! Inoltre il settore balneare è considerato tra i comparti maggiormente rischiosi del turismo, un settore già considerato speculativo in ambito immobiliare, in ragione dell’elevata stagionalità dei ricavi e dalla loro aleatorietà, nel caso italiano esacerbata dalle piccole dimensioni. Le presenze in località marittime raddoppiano rispetto alla media annuale a giugno e a luglio e quadruplicano quasi ad agosto, mentre la banda di oscillazione è (-35%;+23%) per le città d’arte. Questo modello di turismo sembra dare decisivi segni di sgretolamento ormai già da almeno un lustro: se si prendono come livello di partenza le presenze nel 1999 si nota la crisi delle località termali, la sostanziale navigazione a vista delle località marine e la decisa crescita del turismo più specializzato e “a misura d’uomo”, opposto rispetto al modello “di massa” del turismo balneare, delle località montane e delle città d’arte. 3 Se l’interpretazione dovesse prevedere l’esclusività dei criteri indicati dal comma 588 si potrebbe ipotizzare una violazione delle competenze assegnate alla regione in tema di governo del territorio 4 L’ultimo rapporto di Legambiente – Mare monstrum 2005 – ha confermato come nel 2004 siano state realizzate 32000 costruzioni abusive con prevalenza nelle regioni meridionali di “abusi pesanti” ovvero di costruzioni ex-novo e siano stati accertati oltre 3000 abusi edilizi, in media uno ogni 2,2 km di costa, con punte di 1,1 abuso/km di costa in Campania 4
Industry Monitor – marzo 2006 PRESENZE TURISTICHE PER TIPO DI LOCALITÀ Presenze Indice di crescita medio annuo milioni 80 140 70 130 60 120 50 40 110 30 100 20 1999=100 10 90 0 80 1999 2000 2001 2002 2003 2004 1999 2000 2001 2002 2003 2004 Presenze mensili rispetto alla media annua nel 2004 200% 150% 100% 50% 0% -50% -100% gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic Legenda: Città di interesse storico e artistico Località montane Località lacuali Località marine Località termali Va sottolineata una reazione alla stagionalità in alcuni comparti come mostra la diminuzione dell’indice di variazione dal 2000 al 2004 per le località termali e lacuali, raggiunta soprattutto con l’organizzazione di eventi: mostre rassegne, sagre e festival...per attirare turisti fuori dalla stagione canonica. Questo non è ancora accaduto per il turismo balneare. Si noti il lieve aumento della stagionalità per le città d’arte, dovuto anche a fattori di calendario quali il posizionamento di festività infrannuali per la domanda domestica, che rimane tuttavia un terzo di quella delle località montane e quasi un quinto di quella delle località marine. 5
Real Estate Indice di variazione delle presenze mensili nel 2000 e nel 2004 Loc. termali Loc. marine Loc. lacuali Loc. montane 2002 Città 2004 storico/artistiche 0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 1,0 Fonte: ns. elaborazioni su dati Istat La stagionalità si riflette inesorabilmente nel basso utilizzo delle strutture ricettive. Nel periodo 2000-2004 il tasso di utilizzo lordo dei posti letto in strutture ricettive dei paesi di Euro15 è stato un non entusiasmante 37% e nelle regioni che hanno avuto più di 20 milioni di presenze si sale al 43%. Le regioni italiane facenti parte di questo gruppo (Emilia-Romagna, Veneto e Toscana) hanno tutte tassi di occupazione inferiori al 40% e la regione a vocazione più specificamente di turismo marittimo – l’Emilia Romagna mostra il tasso di utilizzo minimo. TASSO DI UTILIZZO LORDO DEGLI ALBERGHI E ESERCIZI COMPLEMENTARI Media annua 2000-2004 – Regioni europee con più di 20 milioni di pernottamenti annui 80 % 70 60 50 40 30 20 10 - es53 es70 es51 es61 itd5 itd3 es52 fr82 ite1 Fonte: ns elaborazioni su dati Eurostat Legenda: Sigla Regione es53 Illes Balears es70 Canarias (ES) es51 Catalunia es61 Andalucia itd5 Emilia-Romagna itd3 Veneto es52 Comunidad Valenciana fr82 Provence-Alpes-Cotee d'Azur ite1 Toscana 6
Industry Monitor – marzo 2006 Scendendo tra le regioni con presenze comprese tra i 10 e 20 milioni di pernottamenti la sostanza migliora sono marginalmente con le regioni italiane a vocazione marittima (Campania, Lazio, Liguria e Sicilia) che mostrano tassi di occupazione sì superiori alla media europea, ma inferiori a quelle delle regioni concorrenti. TASSO DI UTILIZZO LORDO DEGLI ALBERGHI E ESERCIZI COMPLEMENTARI Media annua 2000-2004 – Regioni europee con pernottamenti annui tra 10 e 20 milioni 60 50 40 30 20 10 - ite4 gr42 cy pt15 itf3 gr43 itg1 itc3 Fonte: ns elaborazioni su dati Eurostat Legenda: Sigla Regione ite4 Lazio gr42 Notio Aigaio cy Cyprus pt15 Algarve itf3 Campania gr43 Kriti itg1 Sicilia itc3 Liguria Scendendo ulteriormente verso mete con minori flussi turistici le difficoltà nel tasso di utilizzo delle strutture vanno aumentando anche per i concorrenti dell’Italia. In questo gruppo solo Lisbona e la regione francese Nord - Pas-de-Calais – che possono contare rispettivamente sul turismo d’arte e sui “weekend” transfrontalieri soprattutto dal Regno Unito – riescono a superare la media europea. Il tasso di utilizzo nelle regioni non italiane si aggira sul 34%, mentre le regioni italiane sono posizionate tra il 28% di Abruzzo e Marche e il 19% della Calabria. Si noti che la Slovenia, con poco di 5 milioni di turisti ha avuto nel periodo un tasso di riempimento delle strutture, non tutte dedicate al turismo marittimo, del 45%. 7
Real Estate TASSO DI UTILIZZO LORDO DEGLI ALBERGHI E ESERCIZI COMPLEMENTARI Media annua 2000-2004 – Regioni europee con pernottamenti annui tra 5 e 10 milioni 50 40 30 20 10 - fr61 itg2 fr81 fr52 pt17 ite3 gr22 fr30 gr30 itf6 itf4 itf1 Fonte: ns elaborazioni su dati Eurostat Legenda: Sigla Regione fr61 Aquitaine itg2 Sardegna fr81 Languedoc-Roussillon fr52 Bretagne es11 Galicia pt17 Lisboa ite3 Marche gr22 Ionia Nisia fr30 Nord - Pas-de-Calais gr30 Attiki Itf6 Calabria Itf4 Puglia Itf1 Abruzzo La situazione prospettica non sembra risolvere le perplessità. Tra le diverse classi di presenze annue le regioni marittime italiane sono quasi tutte posizionate nel primo quadrante che indica crescita di presenze e di ricettività. Da notare però come Emilia Romagna, Veneto e Marche si stiano avvicinando al secondo quadrante caratterizzato da una fase di difficoltà dove le strutture risultano più frequentemente inutilizzate, quadrante che già ospita la Toscana. Segni di difficoltà del modello balneare si notano anche alle Iles Balears e Canarias che pure mostrano ancora tassi di utilizzo delle strutture superiori alla media. Da notare inoltre come le regioni presenti nel terzo e quarto quadrante, caratterizzate rispettivamente da ristrutturazione e riposizionamento, siano quelle con minori presenze, ad eccezione della Provence-Alpes-Cote d'Azur. Sono tutte francesi le regioni che si trovano nel quarto quadrante, segno di un processo di riposizionamento già avviato. Non a caso Jones Lang LaSalle indica la riviera francese tra le aree di interesse per gli investitori in hotellerie nel 2006. 8
Industry Monitor – marzo 2006 DINAMICA DELLE PRESENZE E RICETTIVITÀ NELLE REGIONI EUROPEE Tasso di crescita medio annuo 2000-2004 Presenze annue > 20m 10m < Presenze annue < 20m 8% 6% II A ndalucia I II I 6% E.- Sicilia Ro magna C. 5% 4% Valenciana To scana 4% 2% Catalunia Kriti Canarias Veneto 3% A lgarve 0% Iles Lazio Campania -2% B alears 2% Cyprus -4% 1% No tio -6% A igaio 0% -8% Co te -1% -10% d'A zur Liguria IV III IV -2% III -12% -4% -2% 0% 2% 4% 6% -6% -4% -2% 0% 2% 4% tasso di crescita presenze tasso di crescita presenze 5m < Presenze annue < 10m 8% II I P uglia 6% Io nia Nisia Calabria 4% Sardegna Lisbo a 2% No rd P as-de-Calais A bruzzo 0% M arche Slo venia -2% A ttiki B retagne -4% -6% A quitaine Languedo c- -8% III Ro ussillo n IV -10% -6% -4% -2% 0% 2% 4% 6% 8% tasso di crescita presenze Fonte: ns elaborazioni su dati Eurostat In conclusione l’attenzione rivolta allo sfruttamento delle economie di scala nelle disposizioni previste nella legge finanziaria è senz’altro ben posta perchè la necessità di una soluzione al problema dimensionale dell’industria turistica italiana con interventi di aggregazione e consolidamento diventano sempre più pressanti. 9
Real Estate La presente pubblicazione è stata redatta da Banca Intesa. Le informazioni qui contenute sono state ricavate da fonti ritenute da Banca Intesa affidabili, ma non sono necessariamente complete, e l’accuratezza delle stesse non può essere in alcun modo garantita. La presente pubblicazione viene a Voi fornita per meri fini di informazione ed illustrazione, ed a titolo meramente indicativo, non costituendo pertanto la stessa in alcun modo una proposta di conclusione di contratto o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di qualsiasi strumento finanziario. Il documento può essere riprodotto in tutto o in parte solo citando il nome Banca Intesa. 10
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