INDICE CLASSE 4a - Lisciani Scuola Digitale
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INDICE CLASSE 4a 2 Filo e Sofia 3 I nonni 5 L’abbraccio di David Grossman 8 Talete e l’acqua 10 Anassimene e l’aria 12 Empedocle e i quattro elementi TALETE 13 Fuoco - Poesia Fuoco di Vivian Lamarque ANASSIMENE 14 Terra 15 Poesia Terra di Pietro Formentini 16 Il mondo dentro di noi e il mondo esterno EMPEDOCLE 18 Conosci te stesso 20 Mio piccolo Mio di Astrid Lindgren 22 Il silenzio, Pitagora e i Numeri 22 Poesia Il silenzio di Pietro Formentini 24 I numeri figurati ERACLITO 25 Poesia Le Parole di Pietro Formentini 26 Eraclito e il divenire PITAGORA 27 L’ultimo giorno di scuola di Donella Giuliani 28 I contrari – Poesia Fare di Chiara Carminati 29 Poesia Non Fare di Bruno Tognolini 31 Parmenide e l’essere 32 La filosofia è una bella sfida 33 Poesia Il desiderio di sapere di Pietro Formentini 34 Socrate PARMENIDE 36 L’isola in via degli uccelli di Uri Orlev 38 C’era due volte il barone Lamberto ovvero i misteri SOCRATE dell’isola di San Giulio di Gianni Rodari 40 Poesia Pensiero Mare di Pietro Formentini
FIL O E SO FIA Ehi, voi... Sì, sì, proprio voi, bambini di classe quarta: ci siete? Certo che ci siete, è cominciata la scuola! Quest’anno vorremmo passare un po’ di tempo in vostra compagnia, che ne pensate? Cosa dite? Ah, già, avete ragione, non ci siamo nemmeno presentati! Rimediamo subito! Ciao, io sono Filippo, ma Io mi chiamo Maria Sofia e tutti mi chiamano FILO . tutti mi chiamano SOFIA . Abbiamo nove anni e frequentiamo la quarta classe della Scuola Primaria “Archimede” di Eneta, la nostra piccola città, bella, verdeggiante e ricca di antichità. Ci conosciamo...da sempre. Siamo nati a pochi giorni di distanza. Sono stati i nostri nonni a “cominciare”, da piccoli erano amici per la pelle! Così anche le loro figlie, che sono le nostre mamme, hanno fatto amicizia. E i papà? Loro si sono conosciuti dopo, ma ora sono grandi amici! Insomma: le nostre famiglie si vogliono bene. UNA BELLA FORTUNA! Tutto merito dei nonni. Ora ve li presentiamo. 2
F I LO E S OF I A CLASSE 4ª I NONNI NONNO RENATO era un macchinista. Faceva viag- giare i treni dappertutto. Ora è in pensione e non sta mai fermo. Coltiva l’orto (i suoi pomodori sono una delizia!), conosce tutte le piante medi- cinali, è un grande giocatore di scacchi, legge molto, ama il mare dove nuota come un pesce. Gli piacciono tanto i gatti, ora ne ha tre, uno più bello e briccone dell’altro! NONNO CARLO era un professore di filosofia. Fa- ceva viaggiare le menti dei suoi studenti. Ora è in pensione e anche lui non riposa molto. Ama la montagna, dove d’inverno va a sciare, sa tutto sulle Olimpiadi, è appassionato di libri e di teatro e ci porta spesso a vedere qualche spettacolo. Anche lui gioca bene a scacchi, ama i cani e ora ha Eva, una cagnolina che ha adottato, presa in un canile. Pochi giorni fa, a scuola, la maestra Anna, che legge sem- pre molti libri a noi bambini, ci ha proposto “L’abbraccio” di David Grossman. A noi due è piaciuto così tanto che siamo subito andati in biblioteca a prenderlo per rileg- gerlo insieme. Quel libro ha suscitato in noi un bel po’ di domande, qualche dubbio e molte idee. 3
CLASSE F I LO E S OF I A 4ª Così ci siamo messi a parlare, a discutere (eravamo nel salotto di Sofia). Nonno Carlo ci ha sentiti e ha esclamato: «Bravi, bravi, avete la stoffa dei filosofi voi due!» «Dei filosofi? Che vuoi dire, nonno? Spiegati meglio.» «Voglio dire che le persone, nei tempi antichi, guardando il mondo attorno a loro si stupivano di quello che vedevano nel cielo, sulla terra, nelle acque. Tutto era nuovo e sconosciuto e provocava meraviglia. Così cominciarono a porsi dei dubbi e delle domande sul mondo, sui fenomeni che accadevano, su loro stessi. Cercavano di dare delle risposte osservando la natura, pensando, discutendo, studiando. Così molte idee nascevano nelle loro menti. Essi volevano conoscere, sapere, cercare la verità. Ecco chi erano i filosofi. Anche voi, ragazzi, vedete tante cose nuove che non conoscete e provate un senso di meraviglia: siete giovani, ma già state riper- correndo il cammino che hanno fatto i filosofi prima di voi.» A questo punto è entrato in salotto nonno Renato che ha subito capito cosa sta- va accadendo, ha riso e ha detto a nonno Carlo: «Ah, ci risiamo con la filosofia! Giovanissimi i tuoi nuovi studenti.» Poi però è rimasto ad ascoltare i nostri discorsi “filosofici”. Volete unirvi a noi, ragazzi? Insieme “filosofeggeremo” alla grande! Ecco a voi il racconto dal quale è nata la nostra passione per la filosofia. 4
F I LO E S OF I A CLASSE 4ª L’ABBRACCIO «S ei dolcissimo» disse la mamma a Ben mentre facevano una passeg- giata nei campi verso sera. «Sei dolcissimo e tanto carino, non c’è nessuno al mondo come te!» «Davvero non c’è nessuno al mondo come me?» domandò Ben. «Certo che no» rispose la mamma, «sei unico!» Continuarono a camminare lentamente. Sopra le loro teste un grosso stormo di cicogne volava verso paesi lontani. «Ma perché?» chiese Ben fermandosi di colpo, «perché non c’è nessuno al mondo come me?» «Perché ognuno di noi è unico e speciale» disse la mamma ridendo e accovacciandosi a terra. «Vieni qui, siediti vicino a me.» Poi fischiò alla loro cagnetta, Splendida, perché si sedesse con loro. «Ma io non voglio che al mondo ci sia soltanto uno come me» protestò Ben. «Perché no?» Si stupì la mamma, «è una cosa bellissima che tu sia unico e speciale!» «Perché così sono solo!» si lamentò Ben. «Mentre io voglio che ci sia anche qualcun altro come me!» «Tu non sei solo» gli spiegò la mamma. «Ci sono io con te, e anche papà.» «Sì» ammise Ben «però...» «Vieni qui» mormorò la mamma, «siediti vicino a me.» Ben non si sedette. All’improvviso i suoi occhi si fecero grandi e profondi. «E non c’è nemmeno nessuno al mondo come te?» «No, non c’è» disse la mamma. «Allora anche tu sei sola?» 5
CLASSE F I LO E S OF I A 4ª «Ma no. Ho te e papà...» «Ma non c’è nessuno proprio uguale a te?» «No, non c’è» ammise la mamma. «Allora sei sola» proclamò Ben sedendosi accanto a lei. «E non ti senti sola, da sola...?» La mamma sorrise. «Sono un po’ sola e sono un po’ con gli altri, e a me va bene essere un po’ così e un po’ cosà...» Il sole cominciava a tramontare, il cielo si fece quasi rosso. «Io mi sento solo» mormorò Ben sottovoce. «Ma tesoro» esclamò la mamma, «ci sono io con te!» «Ma tu non sei me.» Tacquero. Ben acca- rezzò la cagnetta distesa accanto a lui. «Anche Splendida?» «Anche Splendida cosa?» domandò la mamma. «Anche di Splendida ce n’è solo una in tut- to il mondo?» «Sì, ce n’è solo una» disse la mamma. «E perciò sono tutti soli?» «Sono un po’ soli, ma sono anche un po’ insieme.» «Ma com’è possibile?» «Ecco, prendi te per esempio. Tu sei uni- co» spiegò la mamma «e anch’io sono uni- ca ma se ti abbraccio non sei più solo e nemmeno io sono più sola.» «Allora abbracciami» disse Ben stringendosi a lei. La mamma lo tenne stretto a sé. Sen- tiva il cuore di Ben che batteva. Anche Ben sentiva il cuore della mamma. “Adesso non sono solo” pensò mentre l’abbracciava, «adesso non sono solo. Adesso non sono solo.» «Vedi» gli sussurrò la mamma, «proprio per questo hanno inventato l’abbraccio.» Adattamento da: David Grossman disegni di Michael Rovner, L’abbraccio, edizione Mondadori, Verona, 2019 6
F I LO E S OF I A CLASSE 4ª FOCUS eureka! Ben e la mamma, camminando camminando, pensano e tesi Anche se sono unico e parlano a lungo. speciale, non sono solo. Pensare, parlare, ascoltare, ragionare sono le caratteri- antitesi Se sono unico e stiche principali di noi uomini. speciale, allora sono solo. Tieni ben presente che quando ragioni vuoi dimostra- sintesi A quale conclusio- re la validità della tua opinione (tesi) e la spieghi con ne sono giunti la mamma e numerosi esempi. L’opinione opposta (antitesi) ha an- Ben? ch’essa argomenti che la sostengono. Che ne pensi tu? Confrontando tesi e antitesi potrai trovare una terza so- luzione (sintesi) che accoglierà alcune idee dell’una e dell’altra e ti darà una nuova visione del problema. agorà Discuti con i tuoi compagni. Che cos’è la solitudine per te? Pensi che sia brutto stare da soli? Qualche volta hai voglia di stare solo? Che cosa succede in quei casi? Discutine con i compagni. palestra PAROLE NUOVE Dividetevi in squadre. Ognuna scrive su un cartoncino da un Filosofia è una paro- lato le cose che si possono fare da soli e dall’altro quelle che la composta da philos, si possono fare in compagnia. Vince chi ha scritto più attività amore e sophia, cono- in totale. scenza. È una discipli- na che si pone doman- de e riflette sul mondo e sull’esistenza uma- na. Filosofo è chi ama la sapienza e ricerca le risposte alle domande che la filosofia pone. Scoprirai il vero signi- ficato di questi termini ascoltando, leggendo, giocando e ragionan- do insieme! 7
CLASSE F I LO E S OF I A 4ª TALETE E L’ACQUA Ciao! Mi chiamo Talete, sono un ingegnere, un naturalista nato attorno al 640 a. C a Mileto, una città turca sulle coste dell’Asia Minore, da genitori fenici. Ho predetto l’e- clissi totale del 585 a.C, ho misurato scientificamente l’altezza delle Piramidi, ho appreso dai marinai a orientar- mi seguendo il corso delle stelle e non ho lasciato opere scritte. La mia fama è legata all’acqua e il testo che legge- rai ti svelerà il perché. Mar Nero Tracia Troia Medi Lidia Smirne Sardi Efeso Mileto Cilicia Mar Mediterraneo arta della C Lidia ai tempi di Talete. T alete aveva notato che tutto ciò che è vivo nella natura è anche umido. Ad esem- pio: le piante sono umide, gli alimenti sono umidi, il seme è umido. La sua frase preferita era: «L’acqua è la cosa più bella del mondo». Tra l’altro non ci dimentichiamo che Talete si era formato culturalmente in zone aride, come l’Egitto e la Mesopotamia, dove il culto dell’acqua era quanto mai sentito, anche perché in quei paesi proprio lo straripare dei fiumi dava origine all’agricoltura e quindi alla sopravvivenza delle popolazioni. Non a caso in Egitto il Nilo era venerato come un Dio. L’acqua, o per meglio dire l’umido, era per lui l’anima delle cose. 8
F I LO E S OF I A CLASSE 4ª La scuola di Mileto, di cui Talete in ordine di tempo è il primo esponente, si caratterizza proprio per questa ricerca dell’elemento primordiale, dell’archè, come lo chiamavano i Greci, dal quale poi avrebbero tratto origine tutte le cose. Per Talete l’archè era l’umido, ovvero l’acqua. Riassumendo, Talete occupa un posto molto importante nella storia della filosofia, non tanto per le risposte che ha dato ad alcuni quesiti, quanto per le domande stesse che si è voluto porre. Guardarsi intorno, sforzarsi di riflettere. Adattamento da: Luciano De Crescenzo, Storia della filosofia Greca. I Presocratici, Arnoldo Mondadori editore, Milano, 1983 PAROLE NUOVE agorà Archè: deriva dalla lingua Discuti con i tuoi compagni. greca e vuole dire “princi- • Aveva ragione o aveva tor- pio” cioè inizio. Nella lin- to Talete? Perché? gua italiana esiste la paro- • È davvero l’acqua, se- la “archetipo” (che deriva condo te, il principio di da “archè”), la conosci? In tutte le cose? quali occasioni si usa? Per • Dai forza alla tua opi- dire che cosa? Se non co- nione con esempi vali- nosci questa parola cerca di, dimostrando di aver il suo significato sul voca- ragione. bolario. FILOLAB IMPARA A IMPARARE Lavoro di gruppo Quando si celebra la giornata mondiale dell’ac- qua? Secondo te perché esiste questa data? È utile o è inutile dedicare una giornata all’ac- qua? Discutine con i compagni. • L’acqua è un bene prezioso e dà ric- chezza a tutti gli esseri che vivono sulla Terra. • L’acqua è una risorsa e bisogna averne molta cura. • Se siete d’accordo con queste affer- mazioni scrivete un decalogo sulla tutela dell’acqua. 9
CLASSE F I LO E S OF I A 4ª ANASSIMENE E L’ARIA Ma nella realtà esistono Sì, certo. Se leggi il testo ne scoprirai un al- tanti altri elementi! tro! Infatti Nonno Carlo mi ha raccontato che anche Anassimene fece parte del gruppo dei “pensatori” di Mileto. Nacque tra il 585/580 a.C. e probabilmente scrisse un libro intitola- to Intorno alla Natura del quale ci è restato un solo frammento. Morì negli anni della ses- santatreesima Olimpiade! IMPARA A IMPARARE Ricerca notizie sui giochi olimpici in Grecia e sco- prirai quali furono gli anni della 63ª Olimpiade. A nassimene, anche lui di Mileto, disse che il prin- cipio è l’aria e che da essa nascono, sono nati e nasceranno gli dèi e tutto ciò che è divino: queste cose, poi, a loro volta producono tutte le altre. L’aspetto dell’aria è questo: quando è unifor- memente distribuita, è invisibile; diventa visibile a causa del freddo, del caldo, dell’umidità e del movimento. Essa si muove sempre, perché altri- menti nulla potrebbe trasformarsi. Adattamento da: Antonio Capizzi, I presocratici, La Nuova Italia, Firenze, 1980 agorà Discuti con i tuoi compagni. • Secondo te che cosa è l’aria per Anassimene? • Porta avanti la tua tesi nel gruppo, adducendo esempi per “vince- re” sulla tesi contraria. • Quando l’aria è nostra amica? Quando invece è nostra nemica? 10
F I LO E S OF I A CLASSE 4ª FILOLAB Lavoro di gruppo • L’aria esiste ma non si vede, siamo così abituati ad averla attorno che non ci ac- corgiamo della sua presenza. Essa per- mette a tutti gli esseri viventi di respirare, di vivere ed è indispensabile per la Terra perché la avvolge e la protegge. Se que- sto elemento è fondamentale per la vita sulla Terra, perché l’uomo non se ne pren- de cura? • Discuti e scrivi le possibili soluzioni. palestra L’aria vi permette anche di giocare e divertirvi! Create due percorsi paralleli sul pavimento, procuratevi due palline piccole o grandi, ma leggere (possono essere di carta, di gommapiuma...). Si gioca a coppie. Alla partenza ogni giocatore, soffiando, spingerà la pallina. Vince chi per primo raggiun- gerà il traguardo, dove Anassimene (un vostro compagno che impersonerà il filosofo) aspetta di complimentarsi con il vincitore, pronunciando la formula AD MAIORA SEMPER! ESPRESSIONI NUOVE Ad maiora semper è una formula latina di auguri che significa “Verso cose più grandi sempre”. 11
CLASSE F I LO E S OF I A 4ª EMPEDOCLE E I QUATTRO ELEMENTI Un altro filosofo, Empedocle di Agrigento, vissuto nel V secolo a.C., immagina che all’inizio del mondo i quat- tro elementi aria, acqua, terra e fuoco costituiscano lo sfero, un insieme confuso e compatto, un globo dominato dal principio dell’Amore e dell’Armonia. Ogni elemento possiede una propria struttura, così l’acqua rima- ne sempre acqua, l’aria rimane sempre aria, il fuoco sempre fuoco e la terra sempre terra e pertanto sono eterni, immutabili. Ma quando arriva l’Odio gli elementi si sepa- rarono dando origine al mondo, compresi gli esseri viventi e non viventi. 12
F I LO E S OF I A CLASSE 4ª FUOCO FUOCO Fa così freddo La settimana scorsa la maestra Anna ci dov’è un camino? ha letto proprio una poesia che parla del dov’è un fuoco? fuoco. Era così bella che ci siamo di- dov’è la vita? vertiti tanto, giocando insieme: il gruppo Era qui adesso di Francesca l’ha mimata, quello di Da- dov’è finita? niele l’ha illustrata e il mio gruppo l’ha Ecco un camino drammatizzata. Così l’abbiamo imparata perché è spento? a memoria al volo! Era così acceso sarà stato il vento? Dal camino spento è uscita una storia agorà che comincia con c’era una volta Discuti con i tuoi com- il Re dell’Inverno pagni. con le mani di ghiaccio • Quando il fuoco è e il cuore fermo. utile, quando invece è pericoloso? Dal camino spento è uscita una storia • Il fuoco scotta, per- ché? che comincia con c’era una volta c’era una volta il Re del Freddo ESPRESSIONI NUOVE con il gelo dentro il letto. Ricerca proverbi o detti popolari sul fuoco e spiegali. Ma quando il camino il camino s’accende FILOLAB lo si vede fin da lontano da valle a valle si dicono: Lavoro di gruppo andiamo. • Il fuoco è prezioso e indispensabile per l’uomo che lo usa sin dai tempi antichissimi. Andiamo alla casa • Sul nostro pianeta il fuoco esiste sotto varie forme anche del camino acceso quando non è l’uomo ad accenderlo. Quali sono? dove la storia • In Italia ogni estate purtroppo vengono distrutti dal fuoco di c’era una volta molti ettari di bosco. Conosci le cause? Secondo te, sono comincia ora sempre naturali? vieni e ascolta. • Progetta insieme ai tuoi compagni un grande cartellone che Da: Vivian Lamarque, illustri i comportamenti da assumere per proteggere e tute- Poesie di ghiaccio, lare i nostri boschi. Così sarai un cittadino attivo e consa- Einaudi Ragazzi, Vicenza, pevole! 2010 13
CLASSE F I LO E S OF I A 4ª TERRA Il contatto con la natura è davvero entusiasmante. È bellissimo col- tivare un orto o curare un giardino. Coltivare, però, richiede tempo, cura e passione. Concimare, seminare, trapiantare, innaffiare, sono azioni indispensabili per lasciarci stupire dalla “magia” di un seme che diventa pianta, che cresce, fiorisce fino a dare i suoi frutti ma- turi. È sempre una bellissima occasione osservare direttamente il ci- clo della vita, vedere come una buccia di pera diventi terriccio e poi di nuovo pera e guardare le foglie marce che danno vita a nuove foglie. Se vuoi dedicarti a questa attività e non vivi in campagna, se non possiedi un giardino, possono bastare vasi o cassette posti sui davanzali o sui terrazzi di casa. IMPARA A IMPARARE palestra • Quando si celebra la giorna- ta mondiale della Terra, l’Ear- th day? Secondo te perché è stata istituita? Discutine con i compagni. • Commenta la frase di Andy Warhol: «Credo che avere la Terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare». Gioco a squadre. Il gioco ha inizio con la parola Ter- ra, ognuno dirà una parola che ad essa si collega e dovrà anche motivarla. Vince la squadra che indica più parole pertinenti. 14
F I LO E S OF I A CLASSE 4ª NONNO RENATO apete che non ci sono S solo i filosofi a parlare dei quattro elementi? FILO e SOFIA E chi altro ne parla? NONNO CARLO h sì, hai ragione Renato, A eh tu sei appassionato. NONNO RENATO I poeti, ragazzi, i poeti possono parlare di tutto. Ecco la prova: TERRA Mi hanno scavato la terra via Dove sei, Terra? da sotto i piedi, all’improvviso, chi? Tu fai pure la domanda, e la ripeti, Al posto suo c’è il vuoto. Dove ma vedrai che ti ritorna indietro l’avranno messa? senza mai risposta; la Terra non è fatta Io cammino per rispondere – è così da secoli. senza terra, vado a cercarla Sarà invece lei a pretendere risposte. per poterla camminare. La Terra c’è o non c’è, la Terra Ce n’è un gran bisogno fa soltanto la vita del suo esistere di terra sotto i piedi - è così da secoli. per riuscire a stare in piedi Da: Pietro Formentini, Poesie di terra e di mare - è così da secoli. (...ma c’è anche il cielo), Edicolors, Genova, 2000 eureka! Questo oggetto rappre- senta i 4 elementi di cui abbiamo parlato, secon- do te perché? 15
CLASSE F I LO E S OF I A 4ª IL MONDO DENTRO DI NOI E IL MONDO ESTERNO FILO I primi filosofi si chiedevano come era nato il mondo con tutto quello che esiste: le piante, gli animali, noi esseri umani. Pensavano a queste cose. SOFIA E a quel tempo non avevano mica internet, neanche tanti libri, e non c’era nem- meno Superquark! La scienza non era ancora stata inventata. Che dici nonno? NONNO CARLO erto, avete ragione. I filosofi dell’antichità hanno avuto il compito di C esplorare il mondo, ma non come hanno fatto i primi navigatori, coloro che andavano in cerca di terre sconosciute. FILO e SOFIA E allora in che senso dici “esplorare il mondo?” NONNO CARLO E splorare significa anche entrare in contatto con la nostra mente, con i nostri pensieri, con le nostre sensazioni, le emozioni, i sentimenti, con i pregi e i difetti che abbiamo, con le idee. FILO Per conoscerci meglio allora! SOFIA Sì, ma il mondo cosa c’entra? 16
F I LO E S OF I A CLASSE 4ª FILO Il mondo dentro e fuori di noi, vero nonno Carlo? Il mondo non è solo il pianeta con gli elementi che ab- biamo visto prima. NONNO CARLO Se invece di interrompere… NONNO RENATO omunque senza i quattro elementi non C esisterebbe niente, nemmeno noi che stiamo qui a discutere! NONNO CARLO Adesso ti ci metti anche tu… NONNO RENATO on è male filosofeggiare e tutti pos- N sono farlo. Tu lo hai sempre detto che approfondire un argomento è importante e sviluppa il nostro cer- vello, ci tiene in allenamento, come il nuoto o gli altri sport che irrobustisco- no il corpo. NONNO CARLO ’accordo, d’accordo. Sì, esiste il mondo D interiore, dentro di noi, e il mondo esterno, la natura. Tutto fa parte della vita e tutto è vita, dal più piccolo essere invisibile ai nostri occhi a quello più grande e imponente. Ogni cosa si può conoscere per comprendere chi siamo noi e chi sono gli altri attorno a noi: esseri umani, animali, piante e anche ciò che è inanimato. FILO e SOFIA sul nostro pianeta possiamo cono- Sì, scere tutto, dal mondo dentro di noi (non lo vediamo ma sentiamo che esi- ste, che siamo noi), a tutto ciò che sta fuori, che esiste anche senza di noi. 17
CLASSE F I LO E S OF I A 4ª CONOSCI TE STESSO Si narra che nell’antica Grecia siano vissuti Sette Sapienti, riconosciuti da tutti per la loro saggezza, per la prudenza e per le loro cono- scenze scientifiche. Un giorno i sette si reca- rono a Delphi presso l’oracolo di Apollo e il più anziano dei sacerdoti chiese ad ognuno di I l tempio di Apollo a Delfi. loro di scolpire una massima sulle pareti del tempio. Chilone di Sparta scrisse «Conosci te stesso» ma secondo altri la frase sarebbe di Talete, della Pizia (sacerdotessa di Apollo) o dello stesso Apollo. La massima viene poi utilizzata molto da Socrate. Secondo te, la massima «Conosci te stesso» significa conoscere chi sei, i tuoi limiti, le tue potenzialità e tante altre tue caratteristiche? eureka! Mi conosco quando: ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ Crescendo si cambia e allora? ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ PAROLE NUOVE Massima: una frase che enuncia brevemente una norma di vita, una regola. 18
F I LO E S OF I A CLASSE 4ª SOFIA proposito di conoscere se stessi, io ho una A sensazione che non so se riuscirò a spiegare bene, forse non la capirete. FILO razie della fiducia! Guarda che la testa ci fun- G ziona benissimo con tutta questa filosofia! SOFIA bbiamo letto “L’abbraccio”, le poesie e prima ancora tanti, tanti altri libri. Beh, A io ogni volta che ho finito di leggerne uno, non so, mi sento un po’ diversa da prima. Sono sempre io, Sofia, ma è come se avessi dentro un pezzetto di me nuovo, che prima non conoscevo, che mi fa sentire... FILO ...più grande? Sì, sì, provo anch’io la stessa sensazione! È come se fossi “più io”, più Filo! SOFIA E io più Sofia! FILO e SOFIA Eh...che coppia: Filo, Sofia... filosofia! Siamo noi due! I nonni danno ragione ai ragazzi. Che cosa diranno loro secondo te? Intervieni nella discussione secondo il sistema che abbiamo già visto con L’abbraccio. FOCUS Dividetevi in due gruppi, uno sosterrà la tesi, l’altro l’antitesi. Dopo la discussio- ne accordatevi sulla sintesi e scrivetela su un cartello ben visibile che appen- derete in classe. Sarà il vostro motto. • TESI: leggere ti mette in contatto con te stesso. Dopo la lettura di un libro cambi un po’, cresci, anche se non te ne accorgi subito. • ANTITESI: Leggere ti fa conoscere e imparare molte cose nuove, ma non ti cambia, non ti fa conoscere te stesso. • SINTESI: ............................................ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .................. ............................................. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .................. ............................................. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ................................................................ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19
CLASSE F I LO E S OF I A 4ª Un libro che mi ha proprio “catturata” è “Mio piccolo Mio”, ve ne leggo una pagina. Vi assicuro che è interessante. MIO PICCOLO MIO I l Bosco delle Tenebre era un bosco particolare, racchiudeva un segreto. Un grande e meraviglioso segreto, lo intuivo, ma la luna doveva avervi steso sopra un velo, per- ché io non lo scoprissi. Non ancora. Un mormorio vagava tra gli alberi, un’allusione al segreto, ma io non intendevo quel linguaggio. Le piante brillavano al chiaro di luna, racchiudendo un segreto che io non riuscivo a penetrare. Improvvisamente sentimmo in lontananza un rimbombo di zoccoli: sembrava il galoppo di cento cavalli nella notte, e quando Miramis nitriva, sembrava che cento cavalli gli rispondessero nitrendo. Il tuono degli zoccoli si faceva sempre più da presso, i nitriti sempre più selvaggi e improvvisamente eccoli addosso, cento cavalli bianchi con le cri- niere al vento, altrettanti Miramis. Il mio cavallo si buttò nel branco e insieme galopparono verso una radura nel bosco. «Come sono felici» disse Jum-Jum. «Perchè?» chiesi. «Perchè Miramis è tornato a casa» disse Jum-Jum. «Non sapevi che Miramis proviene dal Bosco delle Tenebre?» «No, non lo sapevo». «Sai così poco tu, Mio» disse Jum-Jum. «Com’è allora che ho avuto Miramis?» chiesi. «Il Re, nostro signore, dispose che uno dei suoi puledri bianchi venisse all’Isola dei Prati Verdi per diventare il tuo cavallo». 20
F I LO E S OF I A CLASSE 4ª Guardai Miramis che galoppava così felice al chiaro di luna, e fui colto da un’ansia im- provvisa. «Jum-Jum, credi che Miramis sia triste di dover stare con me?» chiesi. «Forse ha continua nostalgia del Bosco del- le Tenebre». Avevo appena detto queste parole che Mi- ramis arrivò da me galoppando; posò la te- sta sulla mia spalla e rimase a lungo così in silenzio, dando di tanto in tanto dei piccoli nitriti soffocati. «Ecco, vedi che preferisce stare con te» dis- se Jum-Jum. Questo mi rendeva felice. Accarezzai Mira- mis e gli diedi una zolletta di zucchero, e il suo muso era così morbido contro la mia mano, quando la prese. Cavalcammo ancora attraverso il bosco, e dietro a noi andavano i cento cavalli bianchi. Quel segreto stava immobile nell’aria. Ne era impregnato il bosco intero, ogni albero, le verdi macchie, le tremule foglie che frusciavano soavemente al nostro passaggio, i cavalli bianchi lo sapevano e gli uccelli risvegliati dal trapestio degli zoccoli. Jum-Jum aveva ragione quando mi diceva: «Sai così poco tu, Mio». Adattamento da: Astrid Lindgren, editore Salani, Omegna, (VB), 1997 IMPARA A IMPARARE Nel brano si parla di un segreto. Un segreto che Mio ignora, mentre il suo amico Jum-Jum e tutte le creature del bosco lo conoscono molto bene. Chissà di quale segreto si tratta, come puoi fare per scoprirlo? agorà Discuti con i tuoi compagni • Mio e Jum-Jum sono grandi amici, amici veri. • Quando, secondo te, l’amicizia è vera? Quan- to è importante per te? Che cosa ne pensi? 21
CLASSE F I LO E S OF I A 4ª IL SILENZIO, PITAGORA E I NUMERI NONNO CARLO sì, fa bene leggere o ascoltare buone letture. Però anche il silenzio Eh è importante... NONNO RENATO A proposito del silenzio: c’è una poesia di Formentini... FILO e SOFIA Ancora lui nonno? Ma ha scritto su tutti gli argomenti? Lo conosci? Siete amici? NONNO RENATO Lo conoscevo bene. Eravamo grandi amici. Purtroppo Pietro ora non Sì. c’è più. Ma le sue poesie sono rimaste e ci saranno sempre. Per i bam- bini e anche per i grandi. Per tutti. FILO e SOFIA dispiace molto nonno! È vero però: i poeti non muoiono mai del tutto, Ci perché possiamo leggere e imparare le loro poesie anche dopo tantis- simi anni. NONNO RENATO E ce n’è una anche sulle parole, ma per ora restiamo al silenzio. IL SILENZIO NONNO CARLO ì, grazie. Come stavo dicendo, è mol- S to importante. Pensate che un altro fi- Il silenzio dei pesci losofo, Pitagora, nato a Samo nel 570 è forma sfuggente dell’acqua che è muta, a.C. circa... dei fiori il silenzio FILO h sì, Pitagora! Quello lo conosco nonno, a A è forma odorosa scuola mio cugino ha studiato il suo teorema! del verde colore, NONNO CARLO uello è fondamentale. Con il suo te- Q la terra in silenzio orema, infatti, Pitagora insegnò come ha forma sicura fare gli angoli retti nella costruzione del suo essere viva dei templi, delle case, che avevano la immensa profonda tenera e dura. base quadrata o rettangolare. Questo serviva non solo per innalzare i muri perfettamente dritti, ma anche per co- struire della misura giusta le travi del tetto. Sembra che il teorema di Pitago- Da: Pietro Formentini, ra sia il più usato nel mondo ed è co- Poesie di terra e di mare (...ma c’è anche il cielo), nosciuto da più di 2500 anni! Si è dif- Edicolors, Genova, 2000 fuso dappertutto anche senza i mezzi di comunicazione moderni. 22
F I LO E S OF I A CLASSE 4ª FILO Sì ma il silenzio che c’entra? NONNO CARLO Pitagora era molto severo e come tanti filosofi del tempo anche lui ave- va dato vita ad una scuola, a Crotone. «E gli parlò ai fanciulli che gli si ra- dunavano attorno appena usciti da scuola e più tardi anche alle donne; in tal modo la sua fama crebbe sempre più, molti gli divennero compagni: in città non furono solo uomini, ma anche donne, come Teano, che divenne famosa; ma lo seguirono anche re e signori delle regioni circostanti. Quello che diceva ai suoi compagni, nessuno può dirlo con certezza, perché lo custodivano in gran segreto.» Da: Antonio Capizzi, I presocratici, La Nuova Italia, Firenze, 1980 NONNO CARLO Con gli allievi era severissimo. Per i primi due anni essi non potevano parlare, si praticava il silenzio. Però si divertivano con i passatempi ma- tematici che forniva loro. Per Pitagora infatti l’archè era... Indovinatelo voi, ragazzi. FILO e SOFIA Facile nonno, saranno stati i numeri! NONNO CARLO Risposta esatta! Un tavolo è un tavolo non perché è di legno, ma perché ha una sua forma: è un parallelepipe- do! Ogni cosa è una figura geometrica, ogni figura geometrica è fatta di piani, i piani sono fatti di li- nee e le linee di punti. I punti sono unità accanto a unità. Il principio del tutto sono punti, unità e quindi numeri. Conoscere la realtà significa ridurla a quantità misurabile (geometria) e nu- merabile (aritmetica). L’unità, il dispari, è prin- cipio di armonia e dunque è bene, il pari, che si oppone all’unità, è molteplicità e quindi male. 23
CLASSE F I LO E S OF I A 4ª Ora vi insegnerò i giochi matematici di Pitagora. I NUMERI FIGURATI palestra I NUMERI TRIANGOLI I NUMERI QUADRATI Si rappresentano i numeri con delle pal- Si parte dal numero 1 che si rappresenta line di solito colorate. Si parte da un (1) per esempio con un sassolino. Se aggiun- pallino, a questo ne aggiungiamo 2, poi giamo altri tre elementi e li disponiamo 3, poi 4 e così via. I pallini sistemati op- opportunamente otteniamo il numero 4 e portunamente formeranno sempre due tipi i sassi formano un quadrato. Se ne aggiun- di triangolo: rettangolo isoscele ed equi- giamo altri 5 otteniamo il numero 9 e... latero. Provare per credere! Se vuoi puoi Coraggio ragazzi, continuate voi. utilizzare tappi, bottoni... 1 1=1 1 4 9 16 3 1+2=3 6 1+2+3=6 10 1 + 2 + 3 + 4 = 10 25 36 49 15 1 + 2 + 3 + 4 + 5 = 15 Ora prova tu e ricava la regola matematica, lavora insieme ai tuoi compagni. 1 + 3 + 5... 24
F I LO E S OF I A CLASSE 4ª Ora tocca alle parole. Come vi dicevo prima, ecco la poesia di Formentini. LE PAROLE agorà Una buca scavata, ho trovato Discuti con i tuoi compagni piccoli sassi di diverso colore. Devo ora trovare parole per dirti le forme dei sassi trovati, il colore, il silenzio. (Mi vien da pensare che mentre i sassi li trovo già fatti, le parole le devo invece inventare; parole già esistenti farebbero, penso, invecchiare quei nuovi sassi). Da: Pietro Formentini, Poesie di terra e di mare (...ma c’è anche il cielo), Edicolors, Genova, 2000 • Restare in silenzio e parlare sono attività molto importanti nella nostra vita. • Qualche volta ti piace stare zitto? In quali occasioni? Quando invece preferi- sci parlare? FOCUS “Il silenzio è d’oro”, “Sapendo taci”, “La tua lingua non corra davanti al pensiero”, “Odia il parlare svelto”, “Essere avido di ascoltare e non di parlare”. Rifletti sulle massime e prova a scriverne una tu. Parlare, stare zitti, sono uno il Certo che c’è: ecco a contrario dell’altro. Scommet- voi Eraclito di Efeso. to che c’è un filosofo che ha parlato proprio di questo: del- le coppie di contrari. È vero nonno Carlo? Ce lo presenti? 25
CLASSE F I LO E S OF I A 4ª ERACLITO E IL DIVENIRE Eraclito nacque a Efeso nel 535 a.C. Scriveva in modo così difficile che perfino Socrate ebbe i suoi problemi a capirlo, tanto che lo definì “pro- fondo come i tuffatori di Delo” che si gettavano in mare dagli scogli e arrivavano a grandi profondità. A Eraclito essere ricco e famoso non interessava per niente, tanto che visse sempre accontentandosi del poco che aveva, rifiutando onori e privilegi. Eraclito è “il filosofo del divenire”, perchè afferma che tutto si muove e nulla sta fermo. Infatti Eraclito scrisse: “Non si può discendere due volte nel medesimo fiume”. L’uomo non può fare la stessa esperienza più di una volta. Il filosofo diceva anche che tutte le cose sono costantemente in lotta tra loro. Dietro a questa eterna guerra, (che i filosofi chiamavano Polemos) però, esiste un’armonia nascosta: è la legge universale della natura. Questa legge segreta dice che i contrari (amore-odio, bello-brutto…) lottano fra loro, ma nello stesso tempo non possono fare a meno l’uno dell’altro dato che ciascuno esiste solo perché è l’opposto dell’altro. FILOLAB PAROLE NUOVE Lavoro di gruppo Polemos ti ricorda una pa- Rileggi con attenzione il brano su Eraclito e riformula le rola in lingua italiana? Se sì, frasi colorate di blu; devi esprimere gli stessi concetti quale? Che significato ha? in modo diverso. Lavora con i tuoi compagni. Assicurati Tu la usi mai? Quando? Par- che ciò che dici risulti chiaro e comprensibile! lane con i tuoi compagni. FILO Q uanto abbiamo imparato! Sono tutte cose che esisto- no veramente nella nostra vita. SOFIA Esistono anche nella vita della maestra Anna, della si- gnora Flavia, la bibliotecaria, del signor Peppe, il li- braio vicino alla scuola. Esistono nella vita di tutti. A proposito del mutamento, mi viene in mente un libro che ho letto il mese scorso. L’incipit parla proprio del cambiamento. Una trasformazione importante. 26
F I LO E S OF I A CLASSE 4ª L’ULTIMO GIORNO DI SCUOLA E ra l’ultimo giorno di scuola. Jack lo aveva tanto atteso, ma ora scopriva di non essere così felice come sempre in quel periodo. Gli anni trascorsi, nonno Mac lo andava a prendere con la sua cinquecen- to giallo limone ricoperta di adesivi provenienti da ogni parte del mondo. Jack lo aspettava davanti al cortile della scuola, eccitato al solo pensiero di tutto quello che avrebbero fatto insieme durante le vacanze. L’arrivo di nonno Mac si sentiva già a un chilometro di distanza, la macchina aveva un motore truccato e quando scalava le marce sembrava un razzo in partenza per la luna. Dal lettore cd la musica di Giacomo Puccini diffondeva nell’aria “Vincerò”. I sedili posteriori erano pieni di canne da pesca, retini di varie dimensioni, scatole con bigattini, ami, rotoli di filo da pesca, mulinelli. E poi quel profumo di biscotti alla cannella che li accompagnava fino all’arrivo al laghetto Zoppetti Romolo, gli faceva pregustare in anticipo la merenda. Quell’ultimo giorno di scuola però lui non arrivò. Nonno Mac si era addor- mentato la sera del 25 dicembre e non si era svegliato. I due avevano parlato spesso di quella eventualità. Con la sua voce tonante il nonno ripe- teva: «Si torna a casa, caro Jack, prima o poi, questa è una vacanza, una fan- tastica vacanza.» Con un patto silenzioso si erano pro- messi di non essere tanto tristi. Ma quando Jack lo guardava con occhi perplessi e stupiti, il nonno aggiunge- va: «Non si va del tutto via, ci si trasforma come in un gioco di prestigio.» «E tu in cosa ti trasformerai?» chiedeva Jack aggrottando le rade sopracciglia. «Cosa ti piacerebbe che diventassi?» Jack ci pensava un attimo. «Il vento, sì il vento nonno.» «Aggiudicato: sarò il vento.» Da: Donella Giuliani, Prendimi per mano, romanzo inedito 27
CLASSE F I LO E S OF I A 4ª E sui contrari ho io questa Figurati! La poesia è sem- volta due poesie; scusa- pre un regalo per me! mi nonno Renato, ma non sono del tuo amico. I CONTRARI FARE Scavare trivellare come fa la talpa in terra senza posa Raccogliere stipare come vedi che fa l’ape laboriosa Comporre costruire come fanno gli agili castori sulle dighe Spostare, trasferire come fanno le formiche con le spighe Sono piccolo, ma molto indaffarato nel mio ruolo di animale nel creato Da: C. Carminati e B. Tognolini, Rime chiaro scure, ed. Rizzoli Bur, Trebaseleghe (Padova), 2018 FILO Il libro di Sofia mi ha fatto diventare triste. Jack vole- va che nonno Mac si trasformasse in vento per sentirlo sempre vicino. E anche voi siete due nonni, siete i nostri nonni. Ma io non voglio pensare a questo, a quando non ci sarete più. Mi fa troppa malinconia! SOFIA Sì, però questa cosa succederà prima o poi. Il libro mi ha fatto pensare che ci può essere un modo per conso- larmi quando sarò tanto tanto triste! Magari parlarne con i nonni o con i genitori ci può aiutare un po’. Se è vero che tutto cambia dobbiamo avere fiducia. IMPARA A IMPARARE Quando ricorre la festa dei nonni? Secondo te perché esiste? Discutine con i compagni e con i tuoi genitori. 28
F I LO E S OF I A CLASSE 4ª NON FARE Fermo Come un gabbiano librato in alto Fermo Come una tigre prima del salto Immobile A far niente, come quell’uovo Che quando è fermo Sta preparando qualcosa di nuovo Restare immobile Come il mercurio liquido e duro Ma dove tremano Piccole scosse di moto futuro Non disturbatemi Io sto facendo un lavoro tremendo Quando son fermo Sono impegnato: io sto crescendo Da: C. Carminati e B. Tognolini, Rime chiaro scure, ed. Rizzoli Bur, Trebaseleghe (Padova), 2018 FOCUS Conosci abbastanza i tuoi nonni? Potresti fare loro qualche doman- da: 1. Dove sei nato/a? 2. Mi parli dei tuoi genitori? 3. Come era la casa dove sei cresciuto? 4. Quando eri piccolo come gio- cavi? Avevi giocattoli? 5. Come era la scuola? 6. Parlami del tuo lavoro. 7. Hai viaggiato? Dove sei sta- to/a? 8. Qual è stato il momento più triste che hai vissuto? 9. Quello più gioioso? 10. Mi daresti un consiglio? 29
CLASSE F I LO E S OF I A 4ª SOFIA me con la faccenda dei contrari è tornato A in mente quel filosofo dei quattro elementi… FILO Ah sì, Empedocle, vero nonno Carlo? Era lui che diceva che ci vuole l’odio per separare gli elementi, così si crea il mondo. Senza l’o- dio tutto resterebbe fermo e niente vita. NONNO CARLO ogni elemento del mondo ha la Sì, sua funzione. Ogni cosa è quella che è ed ha un fine. NONNO RENATO È come le forbici. Se taglio il car- toncino va bene, se invece mi feri- sco, no. FILOLAB Si gioca in coppia, pronunciando i contrari. Cominciate con queste: • salute • ottimismo • passato • dolore • astratto • fine • notte • inclusione • dispari • altezza • male • guerra • tristezza • buio • ricchezza • gioia • discordia • giovinezza NONNO CARLO Ormai siete diventati proprio bravi nei ragionamenti! Siete pronti per affrontare un filosofo che parla di idee importanti, ma un po’ difficili. NONNO RENATO Ricordati che sono ragazzi di nove anni e non studenti sedicenni. NONNO CARLO Va bene, hai ragione, ma i bambini a volte sono più curiosi dei grandi. FILO e SOFIA Dai nonno, siamo pronti: “Vai, continua!” 30
F I LO E S OF I A CLASSE 4ª PARMENIDE E L’ESSERE Parmenide nacque ad Elea nella seconda metà del VI secolo a.C. e probabilmente raggiunse l’akmè nel 504/500 a.C. Elea era una colonia fondata dai Greci in Campania nei pressi di Paestum. Sappiamo poco della sua vita, ma è certo che nella città fondò una scuola che prese il nome di scuola eleatica. Scrisse un’opera intitolata Intorno alla natura e il suo inizio è un racconto mitologico molto suggestivo, ma anche misterioso, tanto che ancora oggi gli studiosi non sono riusciti a decifrarlo del tutto. Il filosofo nar- ra che, salito su un carro trainato da due cavalle e guidato da fanciulle, le figlie del Sole, lascia le case della Notte e si dirige verso la Luce. Arrivato alla porta che divi- d e i sentieri del Giorno e della Notte, vi trova a guardia la dea della giustizia, Dike, che possiede le chiavi che aprono e chiudono la porta e non vuo- le che Parmenide passi. Le figlie del Sole però, con parole accattivanti convincono la dea ad aprire la porta. Così carro e cavalle la attraversano subito, imboccando a gran velocità la carreggiata. La dea accoglie Par- menide in modo benevolo, gli stringe la mano destra e si rivolge a lui pro- nunciando queste parole: “O giovane, che arrivi alla nostra casa portato da cavalle immortali e accompagnato da immortali guide, salute a te! Devi imparare a conoscere ogni cosa.” La dea poi rivela al filosofo il motivo del viaggio: è lui il prescelto per conoscere la verità che è perfetta, rotonda e immutabile. E la verità è questa: «l’essere è e non può non essere». Gli uomini stentano a comprenderla perché si affidano solo alle apparenze. FOCUS agorà PAROLE NUOVE Se la notte Discuti con i tuoi compagni. Gli storici antichi rappresenta il buio Parmenide affermava che l’essere è im- intendevano per degli uomini, la mutabile, sempre lo stesso e non cambia akmè, ossia acme, falsa conoscenza, mai. Ogni cosa che esiste, cioè, rimane i quarant’anni di cioè le apparenze, uguale a se stessa. un uomo. Trova sul la luce rappresenta • Rifletti sull’espressione «l’essere è e vocabolario il si- non può non essere» e spiegala a pa- gnificato di questo ...................... .................. role tue. termine, scoprirai ...................... .................. • Ha ragione Parmenide? Cosa ne pensi? che... 31
CLASSE F I LO E S OF I A 4ª LA FILOSOFIA È UNA BELLA SFIDA FILO A me sembra che Eraclito e Parmenide dicano due cose diverse. SOFIA Ci risiamo con i contrari! Hai ragione Filo, perché, se ho capito bene, Eraclito diceva che tutto cambia, che l’essere muta sempre, invece Parmenide afferma- va il contrario, cioè che l’essere è sempre lo stesso e quindi non cambia. Che dici nonno Carlo? NONNO CARLO vete ragione, ragazzi. Questa fu proprio una bella sfida tra scuole di A filosofi: la prima vera sfida filosofica della storia! FILO e SOFIA Evviva: a noi piacciono tanto le sfide! Soprattutto quelle sportive, le partite di calcio, di rugby, di pallavolo. E anche giocare a tennis, a ping-pong. A scuola facciamo anche le olimpiadi di matematica, ci sfidiamo con i numeri. E le gare di poesia, lì invece servono le parole. SOFIA Quando eravamo in prima abbiamo affrontato le sfide più difficili: imparare a leggere, a scrivere, a cavarcela con i numeri: te lo ricordi, Filo? FILO Certo, chi se lo dimentica! SOFIA Quando ho imparato a nuotare avevo paura e mio papà mi diceva che era una sfida anche quella. Ma se eri da sola… FILO NONNO RENATO Ha ragione il papà di Sofia. Nuotare, tuffarsi, cominciare ad andare in bicicletta, scalare la montagna, anche imparare una cosa complicata, sono tutte sfide, indovinate con chi? agorà eureka! Discuti con i tuoi compagni. Organizzate anche voi in classe una “sfida • Rispondi tu alla domanda filosofica” e ricordate lo schema: Tesi – An- di nonno Renato. titesi – Sintesi. Secondo voi quali regole ser- vono perché una sfida sia giusta? FILOLAB Lavoro di gruppo • Ricordi il nome della città dove abitano Filo e Sofia? L’hai letto all’inizio del libro, quando i nostri amici si sono presentati. Scrivilo qui ..................................... ........................................................................ Questo nome contiene una curiosità: quale? Gioca con le lettere che compongono la parola e capirai. • Se vuoi riproponi il gioco utilizzando il nome di altre città. 32
F I LO E S OF I A CLASSE 4ª SOFIA credo che per i filosofi conoscere, sapere come funziona il mondo, fosse una Io sfida. FILOSono d’accordo con Sofia. Chi è il prossimo sfidante? NONNO CARLO Un grande filosofo ragazzi, uno dei più grandi: Socrate. NONNO RENATO Prima di ripartire con i filosofi, a proposito del desiderio di sapere... FILO e SOFIA Scommettiamo che c’è una poesia di Pietro Formentini! IL DESIDERIO DI SAPERE Sospeso nuota in mare ha perduto l’acqua. mai lo diranno). bagnato di onde e buio E quel mare È così che - e ciò l’eterno desiderio di sapere chi l’ha fatto? ti fa meravigliare - che cosa sia la Terra Ecco continua quel desiderio umido e come è stata fatta. il desiderio ancora di onde e buio Desiderio che sorride a domandare, continua a continuare. quando pensa finalmente a voler sapere. Da: Pietro Formentini, Poesie che la terra è solamente (I pesci, loro lo sanno, di terra e di mare (...ma c’è anche Mare che nel tempo i pesci muti che a te il cielo), Edicolors, Genova, 2000 33
CLASSE F I LO E S OF I A 4ª SOCRATE Socrate è uno dei più celebri filosofi dell’antica Grecia. Anche chi non ha mai studiato filosofia lo ha sentito nominare. Nacque ad Atene verso il 470 a.C. e amò talmente la sua città che le rimase fedele sem- pre. Rimase fedele ad Atene e alle sue leggi; le ri- spettò così tanto e fu così coraggioso, da accettare la condanna a morte, nel 399 a.C., invece di fuggire e salvarsi come avrebbe potuto benissimo fare (esi- steva un buon piano per farlo scappare dalla prigione). Ma perché Socrate, che era un personaggio importante e molto cono- sciuto ad Atene, venne condannato alla pena di morte? Perché i suoi insegnamenti, specialmente quando si rivolgeva ai giovani, erano consi- derati dal governo di Atene pericolosi. Perché? Perché con il suo modo di fare filosofia Socrate continuava a porre do- mande alle persone per spingerle a cercare sempre la verità risposte agli interrogativi che l’uomo si pone, a non accontentarsi delle idee che avevano già o di quelle degli altri. E come riusciva a fare questo? Socra- te camminava per le strade di Atene e si fermava a dialogare con i suoi discepoli e con chiunque lo ascoltasse. Pronunciava una frase famosa: «Io so di non sapere nulla». Voleva dire: «Se io so già tutto non cerco niente, ma se so di non sapere, continuo a cercare la verità dentro e fuori di me, mi confronto con le per- sone cercando di migliorare». L’Acropoli di Atene con il Partenone. 34
F I LO E S OF I A CLASSE 4ª Completa la frase finale del testo Quindi l’uomo deve dialogare con gli altri e anche con se stesso. Socra- te diceva che dobbiamo seguire la ragione per essere felici. Egli non scrisse mai nulla, parlare dal vivo era la cosa migliore, la scrit- tura invece fissava le parole e bloccava la ricerca: il pensiero si ferma- va. Allora come facciamo a sapere quello che diceva e quali erano le sue idee? I suoi allievi (soprattutto Platone) raccolsero le parole del maestro e le scrissero, per fortuna. Se non lo avessero fatto noi ora ....................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................... . ORA TOCCA A TE a) Nacque ad Atene verso il 470 a.C. Che significa secondo te “verso” il 470 a.C.? 1 Socrate nacque nell’anno 470 a.C. 2 S ocrate nacque nel 470 a.C. circa e non siamo sicuri della data. b) Completa il testo. ......................................................................... ................................................................. rispettò così tanto .. ................................................................. da accettare .................. ..................................................................................................................... c) Fu così coraggioso. Chi fu coraggioso? Nel fare che cosa? Tu credi che sia stato veramente coraggioso o no? ................................................. Perché? .................................................................................................................................................................................................................. d) Perchè Socrate continuava a fare domande alle persone?................................................................................. ........................................................................................................................................................................................................................................ e) «Io so di non sapere nulla». Commenta questo detto di Socrate. ....................................................................... ........................................................................................................................................................................................................................................ f) L’uomo deve dialogare con se stesso. Secondo te questa frase c’entra con la massima “Conosci te stesso”? SÌ NO Perchè?........................................................................................................................................ g) Perchè Socrate decise di non scrivere niente? Fece bene o male?............................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................... 35
CLASSE F I LO E S OF I A 4ª Ora assaggiamo ancora un po’ di letteratura che aiuta a pensare, a conoscere se stessi e quindi a crescere. L’ISOLA IN VIA DEGLI UCCELLI S e papà non era troppo stanco di sera, si sedeva vicino al mio letto e parlavamo, come si faceva quando ero piccolo. Una volta, quando la mamma era ancora con noi e io ero molto più piccolo, mi ricordo che ebbi un grande litigio. Si parlava della mamma e cose del genere, e poi papà mi chiese come pensavo che sarei stato io se lui avesse sposato un’altra donna. «Be’» dissi «sarei un poco diverso, perché avrei una madre con un altro marito e un padre con un’altra moglie». In un primo tempo non notai nemme- no che stavo parlando di due bambini diversi e che mi ero diviso a metà. Non capivo che non era possibile. Ci misi un po’ a rendermi conto che quello che sosteneva mio padre era che non sarei mai nato. Se loro due non si fossero incontrati e non mi avessero fatto nel momento preciso in cui ciò era avvenuto, non esisterei nemmeno. È questo che ci ha fatto litigare. Non parlai più di sera con lui, finché non mi promise che non mi avrebbe mai rifatto quella domanda. 36
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