Incontro con lo scrittore Luigi Garlando - IC Camozzi
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Istituto Comprensivo Camozzi Bergamo Scuola primaria G.Rosa Classi 5A e 5B a.s. 2020-21 Incontro con lo scrittore Luigi Garlando È stata davvero una grande emozione incontrare, seppure on line, lo scrittore Luigi Garlando. È successo la mattina del 20 gennaio e con noi c’era anche la nostra Dirigente. Il libro “Vai all’inferno, Dante!” ci ha tenuto compagnia a scuola per circa due mesi. Ogni mattina, prima di iniziare la lezione di Italiano, chiedevamo alla maestra Mafalda di leggerci un capitolo delle avventure di Vasco e Dante. Luigi Garlando ha scritto tanti libri su personaggi famosi: Giovanni Falcone (Per questo mi chiamo Giovanni), Che Guevara (L’estate che conobbi il Che), Napoleone (Mister Napoleone), Rita Levi Montalcini (Mosche, cavallette, scarafaggi e premio Nobel), con Vai all’inferno,Dante! si è divertito a mettere in scena addirittura Dante Alighieri che è una sua meravigliosa passione. La storia è ambientata nei giorni nostri e ha come sfondo la magnifica Firenze contemporanea. Il protagonista è un ragazzino di quattordici anni, Vasco Guidobaldi, che è molto intelligente ma particolarmente
propenso a fare il bullo. Fa parte di una famiglia molto potente e molto ricca di Firenze. È abituato a maltrattare i professori, i compagni e i suoi familiari. Va malissimo a scuola, però è fortissimo a Fortinite e vorrebbe diventare un gamer famoso. Un giorno a sorpresa viene battuto da un avversario stranissimo che parla solo in endecasillabi e da quel momento Vasco torna sempre in postazione cercando la rivincita per umiliarlo. Quell’avversario è Dante Alighieri che gli fa comprendere che la vera sfida che dovrà intraprendere è quella con la sua vera vita per cambiarla. Del romanzo abbiamo amato anche gli altri personaggi: Bice Bandinelli che Vasco chiama It, ma della quale è innamorato; il nonno Vieri che accontenta Vasco in tutto; il papà che è triste perché da quando è morta la mamma non riesce ad essere più se stesso; la professoressa Licordari, simpaticissima seppur nella sua sofferenza; la zia Vampira, perfida e invidiosa; il preside corrotto e strano; poi ci siamo affezionati tantissimo ai bambini malati ricoverati all’ospedale Meyer. Abbiamo riso tanto seguendo le avventure di Vasco e leggendo le sue esilaranti battute, ma soprattutto siamo rimasti affascinati dalla figura di Dante che guarda con stupore e meraviglia le novità del mondo moderno: la scala mobile della Rinascente, il bancomat, la musica rap, lo stadio ecc… Abbiamo anche pianto seguendo la sofferenza di Vasco per la morte della sua mamma e per la sensibilità dimostrata nei confronti dei bimbi come Kamau. Alla fine si capisce che Vasco è sensibile e che alcune sue reazioni sono dovute a ciò che ha vissuto. Dante gli spiega che essere nobili non significa essere ricchi, ma essere gentili. Noi Dante lo abbiamo proprio amato, non solo perché ha portato Vasco sulla “retta via”, ma perché lo abbiamo sentito davvero molto vicino a noi, come un amico. Durante l’incontro abbiamo fatto tantissime domande a Garlando e lui ci ha risposto sempre in modo chiaro, raccontandoci e spiegandoci tantissime cose. Ecco alcune delle tante domande che gli abbiamo rivolto e, in sintesi, le sue risposte: Cosa ti ha portato a scrivere questo libro? Avevo in mente da tanto tempo di scrivere un libro su Dante perché ho cominciato ad amarlo all’Università e anche perché quest’anno si celebra il settecenterio dalla sua morte. Ogni volta che vado all’estero compro una copia della Divina Commedia scritta nella lingua di quel luogo. Amo molto scrivere in terzine ed è per questo che ho scelto di far parlare Dante solo in versi. Sono convinto che Dante sia un poeta che sa parlare ai ragazzi. Come ti è venuta l’idea di inserire il gioco Fortnite nel tuo libro? Ho scelto di inserire Fortinte proprio perché è un gioco molto popolare tra i ragazzi. Anche io ho dovuto imparare a giocare e l’ ho fatto con l’aiuto di mia figlia e dei suoi amici. Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Per scrivere Vai all’inferno, Dante, ci è voluto un anno. Chi è Anna, la persona a cui è dedicato il libro? Anna è mia suocera che è morta proprio mentre lo stavo scrivendo. Dante parla in terzine dantesche, è stato difficile pensarle e scriverle? La terzina dantesca è usata da Dante nella Divina Commedia, è costituita da endecasillabi e l’accento può cadere sulla quarta sillaba e sulla sesta, ma non sulla quinta. Si devono seguire delle regole ben precise proprio come nel rap dove la rima deve cadere sempre sul beat. Per me non è
stato difficile usare le terzine dantesche perché le uso anche come passatempo, c’è chi fa il Sudoku e ci sono io che mi diletto così. Come è nata la passione per la scrittura? La passione per la scrittura nasce dalla passione per la lettura, che è arrivata piano piano. Quando ero ragazzo non mi piaceva molto leggere, ma avevo un bravissimo insegnante che ha continuato a spronarmi finché leggere è diventata una cosa importante per me. Di conseguenza, l’amore per la lettura è diventato anche amore per la scrittura. Ogni volta che scrivevo un libro, la prima copia la regalavo a questo insegnante che adesso non c’è più. Quale libro hai preferito scrivere? Quale ti ha dato più soddisfazione? Il libro di maggiore successo e che mi ha dato molte soddisfazione è “Per questo mi chiamo Giovanni” perché viene letto nelle scuole,lo consiglio anche a voi. Parla della mafia e della figura di Giovanni Falcone. Quello che mi ha fatto divertire di più è sicuramente “Vai all’inferno, Dante!” Saresti interessato a fare un film su questo libro? Ne sarei orgoglioso...chissà! Devo dire che si presta molto. Hai pensato di scrivere Vai all’inferno, Dante! 2? No, non scriverò il seguito di questo libro perché penso che non avrebbe lo stesso successo e io non ci metterei lo stesso entusiasmo. La storia è finita così e sono soddisfatto perché voi l’avete amata. Quale sarà il tuo prossimo libro? Sto scrivendo un libro che si intitola “Prestami un sogno”. Potresti darci dei suggerimenti per scrivere bene un testo? Prima di tutto bisogna riflettere e fermarsi a raccogliere le idee, scegliere un ordine logico e creare una scaletta delle cose da scrivere, correggere, fare una rilettura approfondita. Vi consiglio anche di evitare i luoghi comuni, ma di utilizzare un vostro modo di dire personale, ricercare parole ed espressioni nuove come ha fatto Dante per la nostra lingua. Se non avessi fatto lo scrittore e il giornalista, che mestiere avresti scelto? Probabilmente avrei fatto l’insegnante. Siamo stati attenti per un’ora e mezza: Garlando è davvero piacevole da ascoltare, oltre che da leggere!
Ecco cosa ci ha scritto Luigi Garlando dopo l’incontro: Cari ragazzi, scusate il ritardo di queste righe, ma tra gli impegni del giornale e quelli dei libri faccio sempre fatica a stare al passo con la posta. Ci tenevo a ringraziarvi per il bell’incontro del 20 gennaio scorso e soprattutto per la passione con cui avete accolto il mio Dante. Dalle vostre domande e dalle vostre riflessioni ho capito che non l’avete letto soltanto perché vi è stato assegnato a scuola, ma anche perché, forse, vi ha tenuto buona compagnia, vi ha emozionato e fatto divertire. Beh, questa cosa mi ha fatto veramente piacere perché, sapete, gli scrittori non nascono quando scrivono un libro, ma quando qualcuno legge e si appassiona per quel libro. E’ solo in quel momento che lo scrittore smette di essere un fantasma e prende veramente corpo. Gli scrittori danno vita ai libri, ma voi lettori date vita agli scrittori. Vi auguro tanta fortuna per i vostri sogni e tanti libri emozionanti sulla vostra strada. E naturalmente che torni presto la più completa normalità, così potremo chiacchierare insieme del
mio prossimo libro in classe, in presenza, e non più dai quadratini di un computer. Un abbraccio affettuoso Luigi Garlando
La miglior bussola rimane il cuore. Vasco fatti guidar dall’emozione e mai ti troverai dentro all’errore. Accogli e ascolta tutte le persone. Conosci, studia, leggi e gira il mondo. La vita è viaggio, non è mai stazione. E adesso andiam, di ore non abbondo. (L.Garlando-Vai all’inferno, Dante!)
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