IN QUESTO NUMERO Sei zampe: i cani e la guerra - SPECIALE NUMERO 7 - MARZO 2022 - Report Difesa
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Quattro righe sull’autrice Paola Ducci è medico veterinario e scrittrice. Ha collabora- to con le reti RAI e Mediaset come autrice e sceneggiatrice, per la MG Kinder Division per la realizzazione di cartoons destinati al mercato degli home video e come editor per l’Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Difesa. È autri- ce e coproduttrice di web series nel 2016, docente di cor- si di scrittura per immagini, laboratori di scrittura creativa, sceneggiatura e di letteratura di genere (giallo e noir). Ha pubblicato due raccolte di racconti nel 2008, un romanzo nel 2010, due saggi per l’Ufficio Storico di SMD.
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www.reportdifesa.it I CANI NEI TEATRI OPERATIVI ANTICHI E MODERNI Di Paola Ducci Con la definizione di “cane soldato” oggi lo conosciamo, declinato nelle identifichiamo cani addestrati per la sue molteplici razze e sottorazze, guerra, o più specificatamente, cani proviene da un’unica specie, il lupo addestrati per attività specialistiche o Canis lupus e si ritiene che sia ori- in teatri di guerra. Naturalmente que- ginato da questo antenato “selvag- ste attività si sono perfezionate nel gio” attraverso molteplici processi di tempo man mano che evolvevano le domesticazione da parte dell’uomo conoscenze scientifiche e tecnologi- di diverse popolazioni di lupi e at- che in ambito militare e contempo- traverso la selezione via via sempre raneamente gli studi scientifici sulle più specifica dei soggetti più docili e peculiarità cognitive del cane. meno timorosi. Questa alta specialità del cane, la La differenza sostanziale probabilmen- sua notevole capacità cognitiva uni- te sta proprio nella sua capacità di in- ta a quella altamente relazionale ha terazione con l’uomo rispetto al lupo, origini antiche come antica è l’origi- capacità evoluta attraverso migliaia di ne di questa specie. Il cane come noi anni e attraverso ripetuti contatti. 8
MARZO 2022 STORIA MILITARE L’alta capacità del cane di stabili- come Erodoto, Polibio, Plutarco forni- re una relazione con l’uomo, che è scono nei loro scritti numerosi esem- la caratteristica peculiare di questa pi di impiego di cani combattenti specie e pari a nessun’altra, è lega- nell’antichità, in alcuni casi dotati solo ta sia a fattori genetici che cognitivi delle loro caratteristiche naturali, altre ed evolutivi, fattori che nel tempo volte con l’aiuto di armi o mezzi spe- hanno permesso l’utilizzo sempre ciali. Non sappiamo con precisione più professionale e specifico delle quando i cani cominciarono effettiva- attitudini sia innate che acquisite di mente a essere usati in battaglia, ma questo animale. è molto probabile che già dal 4000 Nel corso delle epoche i cani sono a.C. fossero utilizzati in modo puntua- stati utilizzati inizialmente per le loro le e non estemporaneo. Nel 50 d.C. caratteristiche di aggressività come Roma conquista la Britannia anche meri mezzi di attacco e sacrificio, grazie a giganteschi cani combattenti ma in seguito, sviluppandone le doti chiamati Pugnaces Britanniae – molto relazionali e le capacità altamente probabilmente molossi – che vennero cognitive, sono stati addestrati ed portati fuori dall’impero per essere in- utilizzati come esploratori, come tegrati negli eserciti romani. Il concetto portaordini, come cani da traino per di rendere più funzionale la presenza approvvigionamenti viveri e munizio- dei cani negli eserciti e in battaglia pre- ni o per il soccorso dei feriti. se forma più precisa intorno al 1500, In seguito i cani sono stati formati quando il cane cominciò ad essere im- alla difesa e alla sorveglianza di punti piegato sia nella difesa che nell’attac- sensibili e di prigionieri e poi, con un co e anche per trasportare materiale approccio sempre più specialistico, incendiario tra le linee nemiche, oltre formati per divenire cani anti mina, a contribuire al servizio di esplorazione anti esplosivo su edifici e mezzi e nel- e sicurezza. Inizia quindi, in maniera or- la ricerca di esplosivi interrati, sfrut- ganizzata e sistematica, il periodo in cui tandone la capacità olfattiva eleva- l’utilizzo del cane diviene un ausilio in tissima, o cani con l’addestramento battaglia sempre più specialistico. necessario per muoversi su qualun- A partire dai primi dell’800 molti eser- que terreno e in diversi ambienti e, citi intuirono e intensificarono l’osser- in alcuni Paesi, abilitati all’aviolancio. vazione e la sperimentazione dell’uso Questo prevede la formazione spe- dei cani da guerra per tentarne impie- ciale del binomio cinofilo uomo-ca- ghi diversi e in molteplici settori come ne, fondamentale per la preparazio- l’esplorazione, la sicurezza e il sussi- ne e l’attività professionale a cui è dio alle sentinelle nei collegamenti e destinato. L’impiego dei cani in ruoli nella ricerca e raccolta dei feriti, ma prettamente combattenti ha termine soprattutto nei trasporti a slitta e a nel XV secolo con la diffusione della soma. Nel Regio Esercito l’utilizzo dei polvere da sparo e la fine della guer- cani in corso di conflitto fu oggetto di ra di cavalleria, per poi scomparire studio almeno dal 1893, anno in cui del tutto intorno al XIX secolo, con il furono condotte sperimentazioni in rapido sviluppo delle armi da fuoco. tal senso. Nel 1902 divenne operativa Dell’impiego dei cani come comple- a Bologna la “Brigata cani”, destinata mento dei servizi ausiliari di guerra si alla sorveglianza del locale Laborato- trovano cenni nelle cronache milita- rio Pirotecnico alle dipendenze della ri di Atene e di Roma. Molti storici direzione lavori del genio. 9
STORIA MILITARE www.reportdifesa.it Nello stesso anno a Porta Furba, a la direzione lavori del genio. Nello Roma, si costituì un canile militare stesso anno a Porta Furba, a Roma, dove si allevavano e si addestravano si costituì un canile militare dove si cani di razza Pastore Scozzese per la allevavano e si addestravano cani di guardia ai forti della capitale. Non razza Pastore Scozzese per la guar- sappiamo con precisione quando i dia ai forti della capitale. Durante la cani cominciarono effettivamente a guerra italo-turca per l’occupazione essere usati in battaglia, ma è mol- della Libia furono assegnati al Regio to probabile che già dal 4000 a.C. Esercito, cioè alle truppe del corpo fossero utilizzati in modo puntuale di occupazione, alcuni cani da guer- e non estemporaneo. Nel 50 d.C. ra appartenenti alla regia Guardia Roma conquista la Britannia anche di Finanza, in precedenza impiegati grazie a giganteschi cani combat- alla frontiera alpina. Questo perché tenti chiamati Pugnaces Britanniae – il Regio Esercito non possedeva al- molto probabilmente molossi – che cuna organizzazione attiva in questo vennero portati fuori dall’impero per senso. Ma dal 1911 il Comando del essere integrati negli eserciti romani. Corpo di Stato Maggiore decise di Il concetto di rendere più funzionale aumentare il numero di cani destina- la presenza dei cani negli eserciti e ti in territorio libico, da raccogliere in battaglia prese forma più precisa in Sardegna e a cura del comando intorno al 1500, quando il cane co- della Divisione Militare di Cagliari. minciò ad essere impiegato sia nella L’esercito decise in quegli anni di difesa che nell’attacco e anche per acquistare dei cani di razza sarda o trasportare materiale incendiario tra fonnese -quindi cani da pastore, per le linee nemiche, oltre a contribuire addestrarli al servizio di sorveglian- al servizio di esplorazione e sicurez- za, esplorazione, vedetta, trasporto za. Inizia quindi, in maniera organiz- messaggi e munizioni. La guerra di zata e sistematica, il periodo in cui Libia offrì quindi la possibilità di ve- l’utilizzo del cane diviene un ausilio rificare sul campo le aspettative e in battaglia sempre più specialistico. l’investimento di coloro che avevano A partire dai primi dell’800 molti creduto nella possibilità di impiegare eserciti intuirono e intensificarono i cani in guerra. Nel corso del conflit- l’osservazione e la sperimentazione to i cani vennero utilizzati non solo dell’uso dei cani da guerra per ten- come servizio di guardia ma anche tarne impieghi diversi e in molteplici come portatori di notizie e messag- settori come l’esplorazione, la sicu- gi e nella vigilanza degli avamposti. rezza e il sussidio alle sentinelle nei Ma nonostante le verifiche delle atti- collegamenti e nella ricerca e rac- vità sul campo fossero tutte positive, colta dei feriti, ma soprattutto nei alla fine della guerra l’esperimen- trasporti a slitta e a soma. Nel Regio to non ebbe seguito e, concluse le Esercito l’utilizzo dei cani in corso operazioni, il Comando di Corpo di di conflitto fu oggetto di studio al- Stato Maggiore lasciò decadere ogni meno dal 1893, anno in cui furono interesse per i cani da guerra. condotte sperimentazioni in tal sen- Così, allo scoppio della Prima Guer- so. Nel 1902 divenne operativa a ra Mondiale non esisteva nel Regio Bologna la “Brigata cani”, destinata Esercito che un solo canile presidia- alla sorveglianza del locale Laborato- rio con sede a Bologna e con un nu- rio Pirotecnico alle dipendenze del- mero esiguo di animali di razza, per- 10
MARZO 2022 STORIA MILITARE lopiù da pastore. Durante il periodo flitto. Si scelse di ricorrere al canile della neutralità si erano rinnovati gli miliare di Bologna per la fornitura di esperimenti sull’utilizzo dei cani so- una trentina di cani da pastore come prattutto come trasporto di munizio- trasportatori di munizione e viveri e ni e viveri in montagna, ma solo nel in questo stesso luogo venne svolto gennaio 1915, ancora presso il canile l’addestramento necessario. Il ricor- presidiario di Bologna, si comincia- so ai cani da trasporto presso i reparti rono ad addestrare cani per il traino di fanteria presentava molti vantaggi di casse di cartucce. Il percorso di rispetto alle tradizionali salmerie o addestramento ebbe indubbio suc- carrette da battaglione trainate da cesso così che, nel luglio dello stes- cavalli o da muli. Si pensò quindi so anno il Comando supremo, acco- al cane come animale da traino da gliendo le proposte del comandante affiancare all’attività di queste altre del 6° Corpo di Armata, autorizzò la due specie animali. Con l’entrata in 2° Armata a valutare l’offerta da par- guerra dell’Italia nel maggio 1915 gli te di un privato, il cav. Giovanni Cor- esperimenti e l’addestramento con- ti, circa l’acquisto di alcuni elemen- tinuarono anche sul campo di bat- ti di razze diverse, quali il Collie, la taglia e i cani furono addestrati con razza San Bernardo e Maremmano, risultati molto positivi anche per altri molto adatti ai luoghi teatro del con- utilizzi, come vedremo in seguito. 11
www.reportdifesa.it SPAZIO, CYBERSPAZIO. NON 1 MA 5 MONDI co aereo e marittimo, dalle reti informatiche alle infrastrutture critiche, fi no alla difesa di cittadini e t erritori. Perché c’è un futu ro da difende re. 12
MARZO 2022 I CANI NELLA GRANDE GUERRA Di Paola Ducci Durante la Grande Guerra i cani fu- ralmente una maggiore quantità di rono inizialmente addestrati e utiliz- materiale trasportato. Fu proprio nel zati perlopiù per il trasporto a soma corso della prima guerra mondiale presso i reparti di fanteria, conside- che l’utilizzo del cane assunse carat- rato migliore rispetto al tradizionale teristiche e sviluppi sempre più arti- utilizzo del mulo. Man mano che la colati. L’intendenza pose particolare guerra andava avanti, nel canile pre- attenzione, per esempio, alle norme sidiario di Bologna vennero effettuati di comportamento dei conduttori di addestramenti specifici per allena- cani, aspetto fondamentale per un re i cani al trasporto a nuoto e per buon successo dell’addestramento e la trasmissione di ordini. Risultò che della formazione del binomio. il trasporto a soma con un apposito A Milano venne costituito un apposito castello collocato sulla groppa era comitato che promosse la formazione possibile, mentre l’utilizzo dei cani del “cane da trincea” per usi milita- per il trasporto di ordini risultava in- ri, di età non inferiore a dieci mesi e vece troppo difficile da realizzare non superiore ai tre anni e, nel luglio a causa del lungo periodo di adde- 1916, la 1° Armata chiese cani per il stramento che questa attività avreb- traino di slitte per adoperarli nelle re- be necessitato. Furono così costituiti gione dell’Adamello e in Val Cedec. Il vari gruppi di cani per il traino e altri servizio di trasporto attraverso l’utiliz- per il someggio. Fu preferito il traino zo dei cani ottenne infatti ottimi risul- (massimo consentito quattordici chili) tati soprattutto nelle zone innevate in per motivi logistici: permetteva natu- alta montagna. 13
STORIA MILITARE www.reportdifesa.it Dopo questi successi, sia per il tra- logna. Solamente intorno agli anni sporto munizioni e di viveri entro i ‘30 si tornò a considerare il ricorso al camminamenti fino alle trincee, sia cane durante le operazioni belliche. per trasporto con slitta durante il pe- Si costituì quindi a Udine il “Centro riodo invernale in montagna, l’Inten- Militare Cani da Guerra” per lo stu- denza diramò una circolare sui cani dio, l’organizzazione e il rifornimento da guerra che ne disciplinava l’im- di animali del servizio cinofilo per le piego, attraverso norme specifiche esigenze di tutto l’Esercito. a cui dovevano attenersi i conduttori per badare agli animali e sfruttarne al massimo le capacità. Particolare attenzione fu posta all’ad- destramento di cani per ricerca e se- gnalazione dei luoghi dove giaceva- no i feriti. Durante i combattimenti i soldati si riparavano dove possibile e spesso, per sfuggire al fuoco nemico, erano costretti a rifugiarsi, anche fe- riti, in luoghi di difficile recupero. Fu in questa circostanza che si applicò l’addestramento peculiare ottenuto attraverso il pointing (puntamento): indicato il punto dove cercare, il cane procedeva fino a segnalare un ferito e questa attività permetteva al con- ducente di recuperarlo. L’addestra- mento poteva essere accompagnato dall’utilizzo di un oggetto apparte- nuto al ferito (per esempio l’elmet- to) che il cane, fiutando, imparava a riconoscere e quindi, seguendo il comando del conduttore, a segnala- re. Ma il cane non è stato solo au- silio importante da un punto di vista pratico: è stato anche un elemento vitale di grande conforto e affezione per chi viveva e combatteva, spesso ai limiti della resistenza umana, una guerra lunga e snervante. E questo grazie alle sue straordinarie caratteri- stiche empatiche e relazionali. Se du- rante la Grande Guerra l’uso dei cani fu esteso e articolato, nell’immediato dopoguerra l’esperienza maturata nel nostro Paese andò in gran parte per- sa in seguito alla chiusura prima del canile militare di Milano nel 1919 e in seguito di quello più antico a Bo- 14
MARZO 2022 STORIA MILITARE Si trovarono quindi varie forme di di fatica e doveva essere esclusiva- impiego legate a questa specificità, mente formato al servizio di portaor- come durante le esplorazioni, soprat- dini e di segnalazione, per sostituire tutto se fatte dalla fanteria e in zone eventualmente i cani nel caso que- e terreni difficili all’accesso dell’uo- sti non fossero disponibili. I segni mo a cavallo, oppure nelle marce distintivi del personale del Centro notturne, quando l’oscurità rendeva Militare cani da guerra era il numero difficile l’orientamento anche a gui- “XI” applicato al trofeo del berretto, de esperte o luoghi di sorveglianza la sigla “C.C.G.” alle contro spalline o di sbarramento, ma anche in luo- e il distintivo con una testa di cane ghi da difendere e sorvegliare. I cani su scudetto di panno rosso al brac- venivano allevati e addestrati nel cio sinistro. I cani dovevano rima- Centro militare di Udine posto alle nere sempre con il loro istruttore e dipendenze del 9° Corpo di Armata per nessun motivo potevano essere e facente capo al Servizio Ippico Ve- affidati ad altri e nessuno al di fuori terinario del Ministero della Guerra. dell’istruttore poteva toccarli, dargli Qui, presso la sezione allevamento, da mangiare o chiamarli. erano custoditi sia i soggetti destina- A ogni cane era inoltre affidata in ti alla riproduzione sia i cuccioli. dotazione una serie di oggetti a lui Il Centro era formato da un coman- destinati: un collare di catena a scor- do, una sezione di allevamento, una soio, un collare con astuccio porta di addestramento, da due sezioni messaggi, un guinzaglio di cuoio, una Esercito fanteria e una sezione Eserci- catena, la museruola, un recipiente per il cibo e per l’acqua, una taschet- to truppe speciali. Riguardo all’impie- ta da governo contenente brusche e go dei cani da utilizzare nei servizi di striglie e il libretto di servizio. Inoltre collegamento, fu emanata nel 1934 i cani da guerra nella funzione di col- un’istruzione provvisoria a cura del legamento non potevano essere uti- Centro Militare Cani da guerra, resa lizzati per altri servizi quali la guardia, poi definitiva nel 1936 dal Comando la vedetta, la difesa e la ricerca dei di Corpo di Stato Maggiore. La razza feriti in campo poiché queste attivi- più adeguata ai servizi di collegamen- tà richiedevano sistemi di addestra- to risultò essere il Pastore Tedesco e mento molto diversi rispetto al pri- furono escluse per tali attività le razze mo. L’unità normale di impiego era da caccia, per l’innato istinto di questi costituita da quattro cani e altrettanti cani a distrarsi dai percorsi obbligati. istruttori e aiuto istruttori. Il raggio L’allevamento era destinato esclusi- d’ azione poteva essere “a vista” se vamente alle necessità della struttu- non superava i due chilometri oppu- ra, accompagnato da una rigorosa re su “traccia artificiale” per distanze selezione dei soggetti più idonei al fino a sette chilometri e l’addestra- tipo di attività necessaria. I sogget- mento era effettuato principalmente su traccia odorosa. Ad ogni muta di ti meno adatti venivano destinati a cani erano assegnati a questo scopo lavori meno impegnativi, come la quattro recipienti con contagocce guardia delle opere di fortificazione per stabilire la traccia odorosa, un e dei depositi munizioni. E, natural- recipiente metallico per soluzione di mente, una cura particolare veniva traccia odorosa e uno per cuocere posta nella selezione del personale il cibo. L’impiego delle Unità Cinofile da affiancare ai cani. Questo perso- durante la Seconda Guerra Mondiale nale era inoltre esentato da attività fu meno esteso rispetto alla Grande 15
STORIA MILITARE www.reportdifesa.it Guerra, sia per lo sviluppo della insufficiente la visibilità. tecnologia, soprattutto in ambito Il loro utilizzo è documentato anche telecomunicazioni e trasmissioni, sul fronte greco-albanese da parte sia per l’assoluta differenza di tipo- dei reparti sciatori: in quel particolare logia di conflitto, non più statico e contesto, l’impiego dei cani su terreni di posizione come il precedente ma innevati e in climi artici fu scelto allo altamente dinamico. Vennero però scopo di economizzare il personale: impiegate come staffette per il tra- si ricorreva quindi ai cani per il traino sporto di ordini e notizie e furono di armi, munizioni, viveri e feriti. Per usate per migliorare i collegamenti il tipo particolare di attività da svol- alla frontiera egiziana in Marmarica e gere e in condizioni climatiche così anche nel settore alpino in Italia, per estreme, il cane doveva essere di co- il pattugliamento della zona orienta- stituzione robusta e particolarmente le. Nell’agosto del 1940, dopo l’in- resistente al freddo: perciò i soggetti tervento in guerra dell’Italia e l’aper- destinati a questo impiego venivano tura delle ostilità contro gli inglesi in scelti fra gli esemplari di razza Eschi- Africa settentrionale, da Udine ven- mese, Terranova, Siberiana e Lappo- nero messe a disposizione le ultime ne. I cani, in queste condizioni, veni- due mute di pastori tedeschi che vano allenati a compiere brevi tratti, furono inviate in Libia orientale ma circa venti chilometri, senza la pausa qui i cani diedero prove insufficien- per il pasto. Il numero di soggetti ti per via della scarsa razione a loro destinati al traino era rapportato al destinata, nonostante avessero avu- peso da trainare ma, generalmente, to prestazioni ottimali e di resisten- non poteva superare il peso di ogni za in situazioni climatiche estreme, esemplare che formava la muta. Nei soprattutto durante le tempeste di casi in cui la neve impediva il traino, ghibli che rendevano assolutamente i militari sciatori preparavano la pista 16
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STORIA MILITARE www.reportdifesa.it per permettere la percorribilità della modificate dalle nuove tecnologie e slitta ed era inoltre loro dovere af- da una più moderna attitudine alla fiancare i cani nel caso in cui il loro guerra, fornendo un servizio sempre numero fosse inferiore a quello ne- più specialistico. Nel secondo dopo- cessario o su percorsi particolarmen- guerra l’Esercito italiano continuò a te difficili, posizionandosi ai lati della usare i cani nei servizi di guardia e slitta. Sui percorsi ghiacciati le zam- sorveglianza a installazioni e depo- pe dovevano essere sempre protette siti munizioni e solo in seguito si è con pellicce o tessuti in modo che cominciato a definire l’utilizzo del ne fosse impedito il congelamento binomio cinofilo come ottimo ausilio o il ferimento. Tutto questo a dimo- – e poi come vero protagonista – in strazione di quanto utile e articolato ambito civile nel soccorso e recupe- e circostanziato fosse l’apporto dei ro di vittime di infortuni, in seguito cani in corso di conflitto. a caduta di slavine o valanghe, nel Per concludere, possiamo afferma- ritrovamento di dispersi durante ter- re che le unità cinofile risposero alle remoti e altre calamità naturali, nel esigenze del nuovo conflitto bellico salvataggio in acqua, nella ricerca di con grande professionalità, compa- ordigni esplosivi e di sostanze stupe- tibilmente con le conoscenze dell’e- facenti. Grande cura ad oggi viene poca sulle dinamiche cognitive del posta dalle Forze Armate nella for- cane e le possibilità di apprendi- mazione e addestramento del bino- mento all’interno della relazione con mio all’interno dell’Unità cinofila, bi- il conduttore, insieme alle esigenze nomio prezioso e insostituibile. 18
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