OSSERVATORIO I-COM SUI CONSUMATORI 2016 CONNESSIONE EVERYWHERE AND EVERYTIME - Internet of Things, Big Data e nuove sfide per consumatori ed ...
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OSSERVATORIO I-COM SUI CONSUMATORI 2016 CONNESSIONE EVERYWHERE AND EVERYTIME Internet of Things, Big Data e nuove sfide per consumatori ed imprese 06 ottobre 2016
Agenda Il digitale nelle abitudini dei cittadini-consumatori L’Internet of Things ed il fenomeno Big Data Digitalizzazione e IoT nel settore bancario e assicurativo Digitalizzazione del settore dei trasporti Il digitale nel settore energetico 2
Il digitale nelle abitudini dei cittadini‐consumatori 1/2 Individui che non hanno mai usato internet - 2015 40 35 35 32 30 A fronte di una media europea che si attesta al 16%, % 30 28 28 27 26 26 25 nel 2015 in Italia ben il 28% degli individui non ha 25 22 22 21 20 19 18 16 16 16 mai usato internet 15 13 13 13 È enorme il divario con i paesi più maturi come 11 10 9 10 6 5 5 Lussemburgo, Danimarca ed Olanda dove soltanto il 4 3 5 2 0 2, 3 e 4% degli individui non ha mai usato internet. Grecia Italia Portogallo Irlanda Bulgaria Cipro Lituania Belgio Repubblica Ceca Malta Spagna Lettonia Austria Germania Francia Estonia Olanda Romania Polonia Croazia Danimarca Slovenia Ungheria Finlandia Svezia UE 28 Slovacchia Regno Unito Lussemburgo Individui che utilizzano internet ogni giorno - 2015 100 92 87 85 85 83 90 82 77 75 73 A fronte di una media europea del % 80 69 68 68 67 67 66 70 64 63 63 63 62 61 60 60 67%, la percentuale di individui che nel 60 56 55 55 52 46 nostro paese utilizza internet ogni 50 37 40 giorno si attesta al 62% 30 20 92, 87 ed 85% sono per le percentuali 10 di utilizzo giornaliero di internet nei 0 Grecia Belgio Repubblica Ceca Italia Portogallo Estonia Germania Malta Danimarca Francia Lettonia Spagna Cipro Croazia Lituania Bulgaria Finlandia Svezia Lussemburgo UE 28 Ungheria Irlanda Olanda Regno Unito Austria Slovaccia Polonia Romania Slovenia paesi più maturi, Lussemburgo, Danimarca, Olanda e Finlandia. 3 Fonte: Eurostat
Il digitale nelle abitudini dei cittadini‐consumatori 2/2 Utilizzo delle piattaforme social- Gennaio 2016 Mondo (mln utenti attivi) Italia (% penetrazione) Facebook 1.590 A livello globale Facebook risulta essere di gran Whatsapp 900 Facebook lunga il canale social più utilizzato con quasi 1.6 33 QQ 860 FB Messenger 800 miliardi di utenti attivi Whatsapp 30 Qzone 653 Cresce l’uso dei servizi di instant messaging Wechat 650 FB… 23 come testimoniato dal fatto che Whatsapp si Tumblr 555 Instagram Google+ 14 posiziona, a livello, globale, subito dopo 400 Twitter 320 Facebook, con 900 mln di utenti attivi Skype 12 Baidu Tieba 300 Stesso trend in Italia dove Facebook risulta Skype 300 Instagram 12 essere la piattaforma social più usata, seguita Viber 249 Sina Weibo 222 Twitter 12 da WhatsApp e Facebook Messanger. Line 212 Importante la crescita di Instagram la cui Limkedin 9 Snapchat 200 penetrazione rispetto al 2015 raddoppia YY 122 Viber 6 Linkedin 100 passando dal 6 al 12%. BBM 100 Pinterest 6 Pinterest 100 Vkontakte 100 0 20 40 0 1000 2000 Fonte: WeareSocial Gli acquisti online degli individui - 2015 90 81 79 78 Solo il 26% degli individui nel 2015 ha effettuato acquisti 80 73 71 71 71 online, meno della metà della media europea che si attesta 70 65 59 58 55 60 53 51 51 50 al 53% 45 42 50 39 38 37 36 Cresce l’importanza di arredamento & home living (+39%) o 40 32 32 31 31 26 23 il food & grocery (+29%). Secondo i dati forniti 30 18 20 11 dall’Osservatorio del Politecnico, tra i servizi il turismo 10 contribuisce in una misura pari al 44% del totale e‐ 0 Grecia Germania Belgio Irlanda Repubblica Ceca Portogallo Italia Olanda Estonia Austria Malta Spagna Lettonia Lituania Cipro Bulgaria Danimarca Francia Polonia Croazia Romania Finlandia Svezia Slovacchia Slovenia Regno Unito Lussemburgo UE 28 Ungheria commerce B2C italiano, seguito dal comparto assicurativo che incide per il 7%, mentre per quanto concerne l’ambito prodotti, l’informatica‐elettronica assorbe il 14% del 4 mercato, l’abbigliamento il 9%, l’editoria il 4% e l’arredamento & home living il 3%. Fonte: Eurostat
L’Internet of Things ed il fenomeno Big Data L’enorme diffusione di dispositivi mobili e sensori sta consentendo di monitorare a distanza qualsiasi aspetto del nostro vivere quotidiano ponendo all’attenzione di consumatori, imprese ed istituzioni ‐ nazionali ed europee ‐ l’importanza assunta dall’IoT Siamo dinanzi ad un fenomeno straordinariamente importante con riferimento al quale secondo le stime IDC, la base installata in UE 28 crescerà dagli 1,8 miliardi del 2013 ai 6 miliardi nel 2020, ad un CAGR del 18,7%. Specularmente, i ricavi associati aumenteranno, ad un tasso di crescita media annua ponderata di ben il 21,2%, dai 307 miliardi di euro del 2013 a 1.181 miliardi di euro nel 2020 ‐ di cui l'8% verrà prodotto in Italia In Italia alla fine del 2015 il mercato dell’Internet of Things raggiunge i 2 miliardi di euro, con una crescita del 30% rispetto al 2014. Il mercato italiano è trainato in particolare dai contatori gas (25%) e dalle auto connesse (24%) che da soli sfiorano il miliardo di euro di valore. Buona parte delle opportunità di sviluppo del continente europeo in un’ottica di medio‐lungo periodo ruotano intorno alla capacità dell’Europa di cogliere a pieno le possibilità offerte dall’IoT. Da anni, infatti, il fenomeno IoT è al centro dell’attenzione delle Istituzioni europee le quali, anche nell’ambito della Strategia per la creazione di un Digital Single Market, hanno evidenziato la necessità di mettere in campo azioni tese a sfruttare al massimo i benefici connessi alla digitalizzazione tra cui spiccano, per rilevanza, gli interventi in materia di gestione dello spettro, sviluppo del 5G quale infrastruttura abilitante, investimenti nelle infrastrutture di TLC fisse e mobili Alla diffusione dell’IoT si accompagna la produzione di una mole enorme di dati. Il Parlamento Europeo parla di un valore di mercato complessivo associato ai dati di oltre 54 miliardi di euro a livello europeo – di cui il 9% prodotto nella sola Italia, quarta tra i Paesi UE ‐ ed un impatto sul PIL dell’Unione Europea dell’1,87% nel 5 2015
Big Data – Il mercato globale Le stime parlano di una crescita consistente da qui al 2026 (+13% medio annuo), trainata in particolare dal segmento Software (+ 18,3% medio annuo). Il tasso di crescita va fisiologicamente diminuendo anno dopo anno, ma si passa, nel giro di un decennio, da un valore di mercato di circa 27 miliardi di dollari ad oltre 92. Di questi quasi la metà derivano da vendite di BD software e la restante parte più o meno equamente ripartita tra hardware e servizi professionali. Mercato Big Data (2016‐2026) Mercato Big Data, per segmento (2016‐2026) 100 40% 100 92 88 CAGR= +13% 83 78 CAGR= +9,1% 75 71 30% 75 64 56 48 CAGR= +10,9% 50 20% 50 40 32 27 25 10% 25 CAGR= +18,3% 0 0% 0 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 2024 2025 2026 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 2024 2025 2026 Mercato BD (in mld $; asse sinistro) Var. anno su anno (asse destro) BD Software BD Hardware Professional services Fonte: Wikibon Big Data Project (2016) 6
Big Data ‐ Gli investimenti Investimenti globali in BD (miliardi $) 200 187 CAGR= +11,3% Gli investimenti globali in Big Data 150 122 ammontano a circa 122 miliardi di dollari nel 2015, valore destinato a 100 crescere nei prossimi 4 anni, raggiungendo la cifra di 187 50 miliardi di euro, con una crescita media annua di oltre l’11% 0 2015 2019 Priorità di investimento (2015) BDA 56% Dematerializzazione 53% Sistemi ERP 48% Device mobili e mobile apps 40% Il Big Data Analytics e la Consolidamento applicativo 31% Sistemi CRM 31% dematerializzazione appaiono essere gli Mobile marketing e CRM 25% ambiti prioritari dove le aziende Cloud pubblico e privato 25% Mobile e eCommerc 18% intendono investire nel prossimo futuro. Data Center 18% Collaboration 17% Purtroppo, ancora troppo scarsa appare Storage e virtualizzazione 17% l’importanza assegnata a settori chiave Cyber security 10% Compliance e risk… 10% come l’IoT e lo Smart manufacturing Progetti commerciali web… 7% Smart working 6% Internet of Things 5% Smart manufacturing 3% 0% 20% 40% 60% Fonte: IDC (2016); Osservatorio Big Data Analytics & Business Intelligence, School of Management del Politecnico di Milano (2015) 7
Big Data – Il mercato UE Del mercato globale, l’UE rappresenta una significativa fetta: il 27% del totale in termini sia di valore di mercato che di occupazione. Oltre la metà del valore di mercato associato all’UE è prodotto dai primi tre Paesi ‐ Germania, Regno Unito e Francia. Segue l’Italia, con un valore pari ad oltre 4,5 milioni di euro nel 2015 (circa il 9% del totale). Valori destinati a crescere pesantemente nell’arco del prossimo quinquennio. Valore di mercato Occupazione 3% 6% 12% US 16% UE 27% Giappone 51% 58% Brasile 27% Valore di mercato dei dati, per Paese UE (2015) 20.000 125% 16.000 100% Valore di mercato dei dati (stima al 2020) 12.000 75% In mln € Valore di mercato dei dati (2015) 8.000 50% Tasso di crescita 2015‐ 4.000 25% 2020 0 0% 8 Fonte: EPRS European Parliament (2016)
La digitalizzazione del settore bancario L’utilizzo dell’internet banking in Italia è cresciuto dal 12% del 2007 al 28% del 2015, ma è anche aumentato il divario col resto d’Europa (da ‐13 p.p. nel 2007 a ‐18 p.p.) Utilizzo dell’internet banking 100 75 46 in % 50 28 25 0 Utilizzo dell’internet banking (2007‐2015) 50 40 ‐18 p.p. 30 in % UE 28 20 Italia ‐13 p.p. 10 0 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Fonte: Elaborazioni I‐Com su dati Eurostat 9
La digitalizzazione del settore bancario Penetrazione delle principali tecnologie digitali, in Italia (2016) Utilizzatori di Internet 63% Il nuovo “consumatore digitale” si aspetta di ricevere suggerimenti in base al comportamento passato e di poter Possessori di uno smartphone* 62% selezionare in tempi rapidi il miglior prodotto al prezzo più Utilizzatori di Internet mobile 48% vantaggioso; manifesta un crescente bisogno di sicurezza associato alle nuove tecnologie, nonché l’esigenza di poter Utilizzatori di socia media 47% scegliere tra una molteplicità di soluzioni, ricevere offerte personalizzate, avere maggiore trasparenza su dati e Utilizzatori di dispositivi mobili per fare un acquisto online 23% processi ed ottenere informazioni istantanee e facilmente accessibili che possano guidarlo nella decisione finale. Utilizzatori di mobile banking 21% 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% Esigenze dei consumatori, a livello globale (2014) Maggior sicurezza 59% Tracking delle transazioni 44% Firma elettronica 40% Supporto instant message 39% Supporto video 26% 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% Fonte: Elaborazioni I‐Com su dati We are Social e European Banking Federation 10 * % della popolazione adulta
La digitalizzazione cambia la relazione Banca‐Cliente La relazione con la banca secondo l’approccio “anytime, anywhere” è rafforzata dall’utilizzo del canale mobile e online: in Italia, tra 2008 e 2015, la frequenza media delle visite allo sportello è diminuita in media del 27% (da 1,5 a 1,1 volte), mentre l’utilizzo di Internet per le operazioni è aumentato del 73% (da 1,1 a 1,9 volte). Canali di contatto banca‐cliente 2 ‐27% +73% 1 2008 2015 0 Visite mensili presso lo sportello Utilizzo di Internet per operazioni bancarie La Banca è, dunque, chiamata ad integrare i diversi canali secondo logiche di efficienza, tenendo presente la necessità di ridisegnare il cosiddetto customer journey, rinnovando l’offerta in tutti i servizi di riferimento e adeguandola alle nuove esigenze del cliente. 11 Fonte: Elaborazioni I‐Com su dati Banca d’Italia
La ridefinizione del customer journey DEPOSITI ‐ apertura di un conto corrente bancario senza la necessità di recarsi presso la filiale ‐ semplificazione dell’iter amministrativo‐burocratico connesso a questa operazione ‐ soddisfazione di esigenze finanziarie più evolute grazie a nuove funzionalità associate al proprio conto bancario SERVIZI DI PAGAMENTI E TRANSAZIONI DI DENARO ‐ sviluppo di app mobile che offrono la possibilità di effettuare pagamenti sui canali fisico e online ‐ ricevere/ inviare denaro in tempo reale e senza costi via smartphone o e‐mail ‐ tracciabilità delle spese effettuate ‐ disponibilità di un IBAN collegato alla app con cui poter inviare e ricevere bonifici bancari ‐ ricarica del budget a disposizione da un bonifico da conto corrente, con carta di credito o attraverso gli ATM ‐ abilitazione al prelievo di denaro contante (con commissioni minime o nulle) presso gli ATM FINANZIAMENTI ‐ nei prestiti, creazione di soluzioni personalizzate e convenienti per il cliente, anche grazie ai Big Data analytics da applicare al patrimonio informativo posseduto dalle banche ‐ nei mutui, crescente utilizzo del canale online e mobile per l’interazione con gli operatori e per effettuare i pagamenti delle singole rate ‐ possibilità per le banche di avere un crescente ruolo attivo anche in business adiacenti, come quello della consulenza immobiliare SERVIZI DI INVESTIMENTO ‐ servizi di consulenza finanziaria automatizzata – c.d. robot‐advisory – che, attraverso specifiche elaborazioni software, individuano il profilo di rischio e gli obiettivi del risparmiatore, per poi costruire il portafoglio ottimale per l’investitore 12 Fonte: The Connected Banking Report 2016
La digitalizzazione nel settore assicurativo Le cosiddette black box sono una delle più diffuse applicazioni delle tecnologie digitali nell’ambito assicurativo, dispositivi in grado di raccogliere informazioni sugli stili di comportamento degli assicurati e che aiutano, pertanto, le compagnie assicurative in una più puntuale valutazione dei rischi ed una migliore profilazione dei prezzi dei prodotti nonché nel disegno di coperture più attraenti per determinati clienti‐obiettivo. Contratti con scatola nera Contratti con scatola nera, per regione 16% 35% Campania 15% 30% Contratti con scatola nera 25% 14% Sicilia Calabria Puglia 20% 13% 15% Umbria Emilia Romagna Lazio 12% Piemonte Sardegna Marche Toscana Basilicata 10% Molise Lombardia Abruzzo Liguria Valle d'Aosta Veneto 11% Friuli V.G. 5% Trentino A.A. 10% 0% dic‐13 gen‐14 feb‐14 mag‐14 set‐14 dic‐14 gen‐15 feb‐15 mag‐15 ott‐13 nov‐13 mar‐14 apr‐14 giu‐14 lug‐14 ago‐14 ott‐14 nov‐14 mar‐15 apr‐15 giu‐15 200 250 300 350 400 450 500 550 600 650 Premio medio Dopo un calo nell’ultimo trimestre del 2014, le sottoscrizioni di contratti con scatola nera hanno ripreso a crescere. In particolare, si evince una certa correlazione (positiva) tra il premio pagato e la tendenza ad optare per la scatola nera: sono le regioni che pagano mediamente un premio più alto a mostrare la maggior incidenza di contratti con scatola nera (prima tra tutte la Campania). 13 Fonte: Elaborazioni I‐Com su dati IVASS
Gli investimenti in IoT nel settore bancario e assicurativo Investimenti medi in iniziative IoT, per settore (2015) 160 0,80% Le imprese che investono maggiormente in termini relativi – nel settore trasporto, 120 0,60% viaggi e alloggio – spendono una cifra circa 80 0,40% tre volte superiore a quelle che investono meno – ossia le imprese energetiche. 40 0,20% In termini assoluti, il settore bancario/finanziario è il terzo per livello di 0 0,00% investimenti in IoT, con un’incidenza media (sui ricavi) pari allo 0,44%. Più modesto l’investimento – sia in termini assoluti (78 mln $ per impresa) che relativi (0,3%) – in ambito assicurativo Spesa media in IoT per impresa (in milioni $; asse sinistro) Incidenza media della spesa in IoT sui ricavi (%; asse destro) Impatto sul fatturato degli investimenti in IoT (2014 vs. 2013) Industria manifatturiera 29% Servizi finanziari e bancari 18% In termini di impatto dell’investimento, il Media & Entertainment 17% Trasporti, viaggi e alloggio 16% settore bancario, con una crescita del TLC 16% fatturato di quasi il 18%, è secondo solo a Assicurazioni 16% quello dell’industria manifatturiera (+29%). High tech 15% Retail 15% Inferiore ma comunque significativo Consumer 13% l’impatto nel settore assicurativo (+16%) Sanità 13% Energia 13% Utilities 11% Automotive 10% 0% 5% 10% 15% 20% 25% 30% Fonte: Tata Consultancy (2015) 14
I benefici della data‐driven innovation nel settore bancario Impatto complessivo Area Impatto stimato stimato a livello UE 28 • Consistente riduzione dei tempi per la 1,5 miliari di euro l’anno risoluzione di problemi (‐70%) (derivanti dai risparmi in costi Operational efficiency • Maggiore produttività (+50%‐70%) IT, assumendo un incremento in • Riduzione del tempo necessario alla efficienza operativa del 5%) redazione dei report gestionali (‐67%) 3 miliardi di euro l’anno (derivanti dai risparmi generati Customer experience • Aumento nei prestiti dall’1,1% al 6,6% da un aumento nell’efficienza delle campagne di marketing del 10%) • Significative riduzioni di costo legate all’introduzione di un unico portale dati, per un valore approssimativo di 1,5 0,5 miliardi di euro l’anno Risk Mgmt & Compliance milioni di euro l’anno (assumendo un tasso di • Ulteriori risparmi associati al minor riduzione delle frodi del 30%) numero di interfacce, per un valore approssimativo di 1 milione di euro l’anno 15 Fonte: IDC Financial Insights, IDC 2015
La digitalizzazione nel settore dei trasporti Smart Mobility: un mercato da 144 miliardi di dollari nel 2020 Situazione mondiale 2050: 4 volte più traffico merci 3 volte più passeggeri USA, Europa, Asia pacifica Sicurezza Strade tecnologiche: eCall, V2V, dati traffico Organizza zione Trasporto pubblico: info alle fermate, biglietti con app Qualità della vita Sicurezza stradale: semafori smart, tutor Nuova Connected cars: domanda guida automatica, infotainment 16
La digitalizzazione nel settore dei trasporti in Italia 2° motorizzazione più alta di Europa: 20% del PIL + 5% delle economie sviluppate Costo del traffico: 2‐3% del PIL +50% della media europea Fatturato smart mobility. Italia 2014 controllo del traffico Venezia, Milano, Torino, Firenze trasporto 27% pubblico 3% Sistemi ITS (sistema di trasporto trasporto merci intelligente) informazion 5% e all'utenza Dal 2015: 5‐10% di copertura… 14% Pagamento …al 2040: copertura del 100% elettronico trasporto [PERCENTU ferroviario, ALE] marittimo ed aereo 4% Smart Mobility 2015 Italia: un sistemi di Fonte: ITS Italia 2016 bordo 33% mercato da 500 milioni di euro17
La diffusione delle auto connesse 1/2 Mercato Smart Cars: da 31mld€ nel 2015 a 122mld€ nel 2021 • Il mercato della guida automatica crescerà dal 23% al 33% nel 2021 • Diffusione del Pay to use: assicurazioni, pneumatici.. • eCall di emergenza: chiamata automatica a seguito di un impatto Potenziale del mercato globale delle auto connesse ( Mil€ ) Gestione 2016 2021 mobilità 5,6 Gestione Gestione mobilità Sicurezza veicolo 4,4 49,3 7,1 Svago Sicurezz Gestione 13,4 a veicolo 15,5 3,6 Svago 6,0 Confort 7,6 Confort Guida 2,0 automat Guida ica automatica 18 Fonte: Pwc 2015 9,5 39,6
La diffusione delle auto connesse 2/2 Smart Cars: Oltre 380 milioni di auto connesse entro il 2021 SITUAZIONE MONDIALE NEL 2050: 3 volte più passeggeri, 4 volte più traffico merci • Le smart cars rappresentano la maggiore fetta di oggetti interconnessi • Smart car in Italia: 7% del mercato circolante • In Italia crescita del +135% di auto connesse: una nuova auto su cinque dotata di connettività nativa a bordo Mercato globale nuove Auto Connesse 100 Macchine vendute 80 con dispositivi di Milioni di dollari connessione 60 Dal 5% del 2014 Al 57% nel 2024 40 20 0 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 Fonte: BI intelligence 2016
La sharing economy L’economia della condivisione è una realtà in vertiginosa crescita Secondo la ricerca svolta nel 2015 da PWC passerà dai 13bn $ a 335 bn $ entro il 2025 (dato recentemente Sharing Economy riquantificato in ben 570bn $) solo con riguardo ai suoi cinque settori principali (viaggi, car‐sharing, lavoro, finanza ed entertainment) In Italia secondo uno studio di Collaboriamo.org e dell’università Cattolica le piattaforme collaborative nel 2015 sono state 186 (+34,7 per cento rispetto al 2014). Tra i settori più interessati figurano il crowfunding (69 piattaforme), i trasporti (22), i servizi di scambio di beni di consumo (18) e il turismo (17) La Commissione europea ha diffuso, nel giugno 2016, delle linee guida tese ad evidenziare la rilevanza economica e sociale di tale fenomeno ed a porre in luce alcune delle macro questioni che esso pone in termini di attribuzione delle responsabilità, distinzione ‐ sempre meno netta nell’economia della condivisione ‐ tra consumatori e imprese ed “attività professionali e non professionali”, previsione di adeguate forme di tutela per gli utenti, il tutto nel tentativo di armonizzare quanto più possibile le discipline nazionali, evitare l’imposizione di oneri normativi superflui e favorire la fiducia nel modello al fine di beneficiare al massimo delle opportunità che ad esso di accompagnano. Anche l’Italia è consapevole dell’importanza della sharing economy tanto da essere stata tra i primi paesi a formulare ‐ nel gennaio 2016 ‐ una proposta di legge in materia proponendo misure relative alla gestione e all’utilizzo delle piattaforme digitali per la condivisione di beni e di servizi che operano su mercati a due versanti e fornendo strumenti atti a garantire la trasparenza, l’equità fiscale, la leale concorrenza e la tutela dei consumatori. 20
La sharing economy nel settore dei trasporti L’utilizzo in condivisione di mezzi di trasporto rappresenta una delle nuove frontiere del settore dei trasporti. Il car sharing è un servizio nato in Svizzera negli anni ’80, generalmente erogato da un gestore (che può essere costituito in diverse forme societarie) che offre la condivisione di un parco di autovetture ai propri associati, ciascuno dei quali paga solo l’utilizzo effettivo dei veicoli consentendo dunque all’utilizzatore di godere di benefici simili a quelli dell’auto privata in termini di flessibilità e comfort, ma a costi (privati ed esterni) decisamente inferiori rispetto alla proprietà. Si tratta di un modello del tutto nuovo che mette in relazione prestatori di servizi che condividono beni, risorse, tempo e/o competenze e possono essere sia privati che offrono servizi su base occasionale (si pensi al fenomeno BlaBlaCar noto come car pooling) sia prestatori di servizi nell'ambito della loro capacità professionale ("prestatori di servizi professionali«, car sharing), gli utenti di tali servizi ed infine gli intermediari che mettono in comunicazione ‐ attraverso una piattaforma online ‐ i prestatori e utenti e che favoriscono la conclusione di transazioni tra di essi 21
La digitalizzazione del settore energetico Nel settore energetico la digitalizzazione e l’enorme quantità di dati oggi (e sempre più in futuro) disponibile stanno definendo nuovi modelli di business, nuovi confini e relazioni tra consumatori e utility Dispositivi connessi ogni giorno 2010‐2020 (miliardi) 30 25 12,9 20 12,9 12,5 15 12,5 12,1 2,8 12,0 2,6 1,7 10 12,0 2,4 11,3 11,9 1,6 1,6 11,0 2,0 10,3 1,6 1,3 5 1,6 1,3 11,1 1,3 1,3 8,0 9,0 0,8 1,1 1,2 5,0 6,2 0,7 0,8 0,2 1,2 1,0 2,5 3,8 0 0,2 1,0 1,4 1,5 1,8 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 Cose Tablet PC e laptop Telefoni cellulari Terzo Pacchetto energia in relazione ai sistemi di misurazione intelligente: • stabilisce obiettivo specifico per settore elettrico (80% dei consumatori elettrici provvisti di smart meter entro il 2020) • non stabilisce obiettivo specifico per settore gas, ma richiede tempi ragionevoli Fonte: Elaborazioni I‐Com su dati MIT Technology Review 22
Analisi costi/benefici smart meter UE Elettricità Risultati dell’analisi costi/benefici Stati membri con esito positivo all’analisi costi benefici e 16 implementazione su larga scala Germania, Lettonia e Stati membri con esito negativo Slovacchia: convenienza 7 all'analisi costi/benefici rilevata solo per specifici Stati membri senza piani di gruppi di consumatori introduzione o con analisi 4 costi/benefici non disponibile Stati membri senza una specifica 5 normativa per gli smart meter Gas Risultati dell’analisi costi/benefici Irlanda, Italia (obiettivo Stati membri che hanno deciso di 50% dei PdR domestici introdurre smart meter entro il 5 entro il 2018), 2020, o prima Stati membri che prevedono Lussemburgo, Paesi introduzione su larga scala (senza 2 Bassi e Regno Unito aver adottato decisioni ufficiali) Stati membri con esito negativo 12 all'analisi costi/benefici Stati membri che devono ancora altri 23 procedere a valutazione
La smartness del settore energetico 1/2 Numero di smart meter elettrici al 2020 e tasso di copertura 50.000.000 100% 45.000.000 90% 40.000.000 80% 35.000.000 70% 30.000.000 60% *Diversamente dagli altri 25.000.000 50% Paesi la Germania non sta 20.000.000 40% procedendo 15.000.000 30% all’implementazione su 10.000.000 20% larga scala 5.000.000 10% 0 0% Francia Germania* Italia Regno Unito Spagna Punti di misurazione al 2020 Numero di smart meter installati al 2020 Tasso di diffusione atteso al 2020 Più critica la valutazione degli smart meter nel settore gas, molto dipendente dal cotesto locale. Fonte: Elaborazioni I‐Com su dati Commissione Europea (2014)
La smartness del settore energetico 2/2 Euro Costi/benefici per punto di misurazione elettrici Commissione UE 900 766 800 prevede 240 milioni 700 654 di smart meter 600 500 (elettrici e gas) 400 377 302 installati entro il 300 176 200 135 161 2020 per un totale di 100 94 18 45 miliardi di euro 0 MT IT RO PT SK LT FR LU EE UK PL FI NL DK SE LV GR IE DE AT CZ costi (€) benefici (€) Valore di mercato Advance Metering Infrstructure (AMI)* Miliardi $ 35 CAGR UE 2016‐2020: +6,7% 28,6 30 26,3 23,9 25 21,9 CAGR UE 2012‐2016:+11,5% 19,9 20 17,8 16 13 14,3 15 8,1 8,7 9,2 10 6,4 7,1 7,6 4,6 5,1 5,7 5 0 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 Europa Mondo *AMI: sistema integrato di contatori intelligenti, reti di comunicazione e sistemi di gestione dei dati che consente la comunicazione Fonte: Elaborazioni I‐Com su dati Commissione Europea (2014), Zpryme (2013) bidirezionale tra Utility e clienti.
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