Imprese a rischio usurai: la lancia
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Imprese a rischio usurai: la Confcommercio lancia l’allarme Dopo liquidità, costi e crollo dei consumi, anche l’usura e i tentativi illeciti della malavita di impadronirsi delle aziende sono tra gli ostacoli all’attività delle imprese del commercio e della ristorazione durante e dopo l’emergenza Covid-19. Un 11% di imprese, secondo un’indagine di Confcommercio in collaborazione con Format Research, indica nella criminalità “un ulteriore, pericoloso ostacolo” allo svolgimento della propria attività; in particolare, circa il 10% degli imprenditori, in questo periodo, “risulta esposto all’usura” o a tentativi di “appropriazione anomala” dell’azienda. E la percentuale cresce fino a quasi il 20% per quegli imprenditori che sono molto preoccupati per il verificarsi di questi fenomeni nel proprio quartiere o nella zona della propria attività.
Il 67,4% delle imprese intervistate giudica comunque “molto” o “abbastanza” efficace l’azione delle Forze dell’ordine e della magistratura per contrastare l’azione della criminalità e il 66% del campione ritiene “molto” o “abbastanza” efficaci le diverse forme di collaborazione in atto tra Autorità centrali e locali, Forze dell’ordine e magistratura da una parte e Associazioni di categoria degli imprenditori e altre forze della società civile dall’altra. Fondamentale, per il 60% del campione, è anche ricorrere subito alla denuncia. Però, ancora oggi, quasi un’impresa su 3, di fronte a questi fenomeni criminali, non sa che cosa fare. Dall’indagine risulta poi che carenza di liquidità e calo dei consumi hanno rappresentato il principale ostacolo all’attività di impresa durante l’emergenza, mettendo in difficoltà il 60% delle imprese del commercio e della ristorazione; quasi il 30%, invece, tra burocrazia e le necessarie procedure di sanificazione, igienizzazione e altri protocolli di sicurezza, ha visto incrementare i costi. “La crisi economica – commenta il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli – crea una zona d’ombra dove rischia di rafforzarsi la criminalità. Le nostre imprese in difficoltà denunciano sempre più spesso usura, estorsioni e acquisizioni illecite. Abbiamo comunque fiducia nella magistratura e nelle Forze dell’ordine ma, insieme, è necessaria più rapidità per far giungere i sostegni previsti dal Decreto rilancio alle aziende e irrobustirli. Solo così si combatte la criminalità e si ricostruisce un’economia sana”.
Smartphone, in Italia il mercato crolla del 21 per cento L’epidemia di coronavirus e il conseguente lockdown hanno colpito duramente anche il mercato italiano degli smartphone, che nel primo trimestre ha registrato vendite in crollo del 21% su base annua. A riferire il dato sono gli analisti di Counterpoint, secondo cui si tratta del risultato peggiore riportato in Europa. Tra le aziende, Samsung resta prima con il 39% del mercato italiano. Seguono Huawei e Apple, appaiate al 20%. Stando a quanto diffuso dai ricercatori, da gennaio a marzo le vendite di smartphone in Europa sono diminuite del 7% su base annua. A livello europeo Samsung mantiene la leadership ma la sua quota scende dal 31 al 29%. Apple tiene, cresce di un punto percentuale e scavalca Huawei piazzandosi al secondo posto con il 22%. Huawei passa invece dal 23 al 16% e scivola in terza posizione. Le vendite di Huawei “sono
diminuite del 43% su base annua, a causa delle sanzioni Usa che continuano a colpire”, osserva l’analista Abhilash Kumar. A guadagnare del calo europeo di Huawei è principalmente Xiaomi, che registra una crescita del 145% nel trimestre, seguita da Oppo. Xiaomi è infatti passata dal 4 al’11% di quota di mercato; Oppo dall’1 al 3%. Guardando ai mercati principali, in cui rientra anche l’Italia, il Regno Unito ha subito un calo dell’8%. Qui in testa c’è Apple, con un solido 49% di market share; Samsung è al 23% e Huawei al 10%. In Germania la flessione è stata dell’11%. Sul podio dei costruttori c’è Samsung (35%) davanti a Apple (32%) e a Huawei (13%). In Francia le vendite di smartphone sono diminuite del 9%. Samsung detiene il 35%, Apple il 32% e Xiaomi il 13%. In Russia la flessione è stata contenuta all’1%. A guidare la classifica delle vendite è Huawei con il 33%, seguita da Samsung (19%) e da Xiaomi (18%). Insomma, anche un mercato solido come quello degli smartphone ha subito un duro colpo a causa del virus. Riuscirà nei prossimi mesi a riconquistare quanto perso in questi mesi di lockdown? Non resta altro che aspettare e incrociare le dita. F.P.L. CNA Roma: “Nella Capitale il 12,5% del turismo nazionale. Subito politiche efficaci per far ripartire il settore”
“Quello del turismo è uno dei settori trainanti della nostra città. In tempi di emergenza sanitaria, è stato tra i primi a fermarsi e sarà tra gli ultimi a ripartire: proprio per questo ha bisogno di supporto e liquidità, accompagnati da politiche efficaci che rilancino concretamente il marchio Roma nel mondo. Chiediamo ad Alitalia, rifinanziata anche con gli ultimi provvedimenti “covid”, di assicurare tratte dirette con le principali capitali mondiali, comprese quelle del Medio Oriente e dell’Asia, così determinanti per la ripresa dei flussi turistici di fascia alta”, così dichiara Stefano Di Niola, Segretario della CNA di Roma. Secondo quanto emerge da Roma: Global Challenge, uno studio realizzato dalla CNA di Roma, in collaborazione con Nina International, il GISLAB dell’Università de L’Aquila e con il contributo della Camera di Commercio di Roma, negli ultimi dieci anni la capacità attrattiva del sistema locale è aumentata, soprattutto nei confronti dei viaggiatori provenienti dai principali paesi extra-europei. Basti pensare che al 31/12/2018 in termini di valore della
spesa, numero di viaggiatori e di pernottamenti, la quota di visitatori è passata dal 10 al 12,6% del totale nazionale. L’aumento più significativo è di viaggiatori provenienti dai paesi extra-europei, a scapito dei principali paesi UE, tranne la Francia. In particolare, la quasi totalità dei giapponesi che vengono in Italia (80% nel 2018) scelgono Roma e provincia come meta turistica. Quote molto elevate si registrano anche per gli argentini (68%), i brasiliani (64%) e gli australiani (54%). La spesa media per viaggiatore a Roma è più alta di quella nazionale: nel 2018 un turista straniero spendeva 609 euro rispetto ad una media nazionale di 444 euro. Tuttavia, negli ultimi anni Roma ha richiamato in misura maggiore viaggiatori con un reddito più basso della media, segno della perdita di attrattività verso turisti con fascia di reddito alta. Anche la durata media del soggiorno si è ridotta negli ultimi anni (20,5%), rimanendo comunque al di sopra della media nazionale. Finnair riprende i collegamenti aerei per l’Italia dall’estate La compagnia aerea di bandiera finlandese, Finnair, interrompeva il 9 marzo i suoi voli per Milano da Helsinki ed il 12 marzo da Roma, come poi ha dovuto fare per molte destinazioni internazionali e nazionali, riducendo il suo traffico ad almeno il 90%. Del resto, come hanno dovuto fare tutte le compagnie aerea del mondo con tutte le conseguenze economiche e sociali a tutti ben note. I collegamenti
stagionali per Venezia venivano sospesi il 29 marzo e per Bologna il 30 marzo. Anche la Finlandia ha avviato una sua prudente fase di ripartenza, per cui ha quindi deciso di riattivare i propri collegamenti aerei diretti con li Italia, a partire dall’estate. Nello specifico, i voli per le due città italiane verso e da Helsinki ripartono il 2 agosto prossimo. Nel complesso, la compagnia, il cui controllo è dello Stato, che ha recentemente approvato un sostegno di ricapitalizzazione fino ad un massimo di 700 milioni di euro, ha deciso di riprendere gradualmente i voli verso le destinazioni europee e asiatiche da luglio in quanto le restrizioni ai viaggi sono allentate. La compagnia ha quindi reso noto che da luglio inizierà a servire importanti destinazioni europee come Berlino, Bruxelles, Londra, Mosca, Parigi, Amsterdam, Bruxelles, Budapest, Copenhagen, Dublino, Düsseldorf, Edimburgo, Francoforte, Göteborg , Ginevra, Amburgo, Malaga, Manchester, Monaco, Oslo, Praga, Riga, Tallinn, Stoccolma, San Pietroburgo, Vilnius, Vienna e Zurigo. Da agosto ha dichiarato di aver pianificato voli per gli aeroporti di Barcellona, Madrid, Varsavia, Milano e Roma. Nel frattempo, la compagnia aerea, che ha scommesso da anni pesantemente su una strategia redditizia come snodo tra Asia ed Europa, ha dichiarato che inizierà a volare a Pechino, Hong Kong, Shanghai, Tokyo, Nagoya, Osaka, Singapore, Seoul e Bangkok a luglio. Ad agosto, prevede anche di riprendere il servizio su Delhi e New York, mentre la stagione invernale la porterà a Miami, Krabi e Phuket.
Secondo il responsabile commerciale di Finnair, Ole Orvér, l’intenzione del vettore è di operare il 30 % del normale numero di voli per luglio. “Un recente sondaggio tra i clienti ha indicato che le persone stanno già pianificando viaggi d’affari e di piacere“, ha dichiarato Orvér, aggiungendo che “inseriamo rotte e voli settimanali di mese in mese man mano che la domanda recupera”, precisando che la compagnia aggiornerà il suo programma di volo su base mensile, pronta ad aggiungere più voli a seconda della domanda e delle possibili modifiche delle restrizioni di viaggio. Sul piano interno, Finnair ha deciso di continuare un congelamento dei servizi verso taluni aeroporti nazionali, almeno fino alla fine dell’anno, affermando che eventuali decisioni relative ai suoi servizi post-estivi verso destinazioni nazionali saranno prese in un secondo momento, sulla base degli sviluppi della domanda. A luglio, Finnair opererà sei rotte domestiche in Finlandia, volando verso Kuopio, Mariehamn, Oulu, Rovaniemi, Turku e Vaasa. Ad agosto Finnair inizierà a volare verso Ivalo e Kittilä nella Lapponia finlandese, mentre a settembre inizieranno le operazioni a Kuusamo e Tampere. Finnair non
opererà a Joensuu, Jyväskylä, Kajaani, Kemi o Kokkola durante l’estate 2020. Le decisioni per queste cinque destinazioni per l’inverno 2020/2021 saranno prese in seguito, quando vi sarà maggiore chiarezza sullo sviluppo della domanda. Flessibilità e sicurezza Dallo scorso marzo Finnair sta offrendo ai suoi clienti una flessibilità straordinaria per modificare le date del viaggio e questa modalità prosegue: infatti si possono modificare le date del viaggio per tutti i voli acquistati dai canali di Finnair tra il 1 ° aprile e il 30 giugno 2020 in modo flessibile e viaggiare entro la validità del biglietto. Dato che Finnair pubblica il suo programma di voli da luglio 2020 a fine marzo 2021, cancella anche i voli che non saranno operativi ma gestirà le cancellazioni in più fasi e i clienti saranno contattati entro la fine di giugno su tutti i voli cancellati su cui siano stati prenotati. Un elenco di collegamenti che Finnair non opererà durante l’estate 2020 e l’inverno 2020/2021 è disponibile sulla pagina degli aggiornamenti di viaggio, https://www.finnair.com/fi-en/flight-information/travel-updat
es?_ga=2.111248961.498396802.1589880522-1917849237.1589880522 La compagnia ha predisposto tutte le misure di sicurezza per i passeggeri e gli equipaggi, che dovranno usare mascherine per la durata dei viaggi; ne sono esenti i bambini sotto i sette anni. Ma ogni dettaglio è precisato sulla pagina di cui al link. Se il volo di un cliente viene annullato, ma Finnair opera ancora verso la destinazione in questione, il vettore si impegna ad offrire automaticamente un volo alternativo. I clienti possono chiedere un rimborso per i voli cancellati e se hanno voli cancellati, possono modificare le date del viaggio fino al 31 maggio 2021 tramite il sito Web o il servizio clienti di Finnair su Finnair.com La crisi del coronavirus ha visto precipitare il numero dei passeggeri.: in aprile, solo circa 1.000 passeggeri hanno utilizzato i terminal dell’aeroporto di Helsinki-Vantaa rispetto ai consueti da 50.000 a 60.000. Cessione del quinto: quando conviene richiederla? Cosa si intende per cessione del Quinto? Vediamo di cosa si
tratta e la sua convenienza. A volte le famiglie si ritrovano a dover affrontare delle spese imminenti come una nuova auto usata, l’intervento del dentista o un lavoro urgente in casa. Per tutte queste e altre necessità è prevista una formula di finanziamento che non sconvolgerà troppo i bilanci familiari grazie alla possibilità di pagare in comode rate. La maggior parte degli italiani approfitta della cessione del quinto più conveniente per far fronte a spese improvvise, che non rientrano nel bilancio preventivo familiare. Cos’è la cessione del quinto? La Cessione del Quinto è un prestito con rimborso a rate fisse studiato per lavoratori e pensionati. Viene chiamato in questo modo perché si rimborsa pagando rate fino ad un quinto dello stipendio netto mensile o della pensione netta mensile. Le rate sono versate direttamente dal datore di lavoro o dall’Istituto di Previdenza Sociale che paga la pensione. Il rapporto di finanziamento, inoltre, è coperto da un’assicurazione obbligatoria. Come si richiede? Per richiedere una cessione del quinto è necessario possedere uno stipendio o essere titolari di una pensione. Quindi bisogna essere in possesso di un contratto di lavoro a tempo indeterminato oppure essere pensionati. La richiesta è molto semplice e avviene tramite un istituto bancario il quale svolgerà tutte le pratiche per conto del cliente. Trattandosi di un finanziamento non finalizzato, non è previsto l’obbligo a fornire le motivazioni del prestito ma è necessario sottoscrivere una polizza assicurativa che possa coprire la perdita del lavoro o il decesso. Quindi possono richiedere la cessione del quinto i dipendenti pubblici e statali, i dipendenti privati e i pensionati. Anche i dipendenti a tempo determinato possono accedere a questo finanziamento ma a condizione che il rientro non superi la data di termine del
contratto. Chi può richiederlo? Le condizioni di ammissibilità sono molto semplici. I dipendenti pubblici e statali residenti in Italia devono avere 18 anni e aver maturato anzianità di servizio dimostrabile con busta paga. I dipendenti di privati devono avere anch’essi residenza in Italia e presentare garanzie di assicurabilità dell’azienda presso cui operano. Quali sono in vantaggi? Si tratta quindi di un prestito davvero vantaggioso che permette di affrontare spese cospicue in comode rate facili da pagare. È un prestito detto “non finalizzato”, ovvero che non richiede di specificare la motivazione della richiesta di finanziamento. Le rate verranno addebitate direttamente sulla busta paga o sulla pensione, per questo non bisogna ricordare le scadenze avendo sempre la garanzia che tutto vada a buon fine. È un prestito per piccole cifre ma che può avere una durata massima fino a dieci anni, dando la possibilità di rimborsare il prestito in comode rate. Inoltre non richiede particolari garanzie dato che la copertura assicurativa evita di fornire ulteriori di garanzie patrimoniali. Infine nel caso in cui dovessi aver avuto problemi di pagamenti protestati o segnalazioni come cattivo pagatore, potrai comunque richiedere la Cessione del Quinto: sarà la banca a valutare l’affidabilità del soggetto richiedente, ma i trascorsi non causano direttamente l’esclusione.
Ambiente, sanificazione e ospitalità: Prosegue il dialogo delle associazioni di Confindustria con il Parlamento. “Servono interventi strutturali per ripartire con meno burocrazia” Proseguono gli incontri che le associazioni confindustriali stanno organizzando con le forze politiche. Si è tenuto ieri il secondo meeting sui temi di Ambiente, Sanificazione e Ospitalità che ha coinvolto Confindustria Cisambiente, ANIP- Confindustria e Confindustria Alberghi.
Ogni associazione ha potuto esporre alla delegazione presente (in questa tornata i referenti del Partito Democratico) le problematiche e le prospettive dei rispettivi settori, anche alla luce degli ultimi provvedimenti del Governo cui le Camere potranno adoperarsi con emendamenti migliorativi. Lucia Leonessi, Direttore Generale di Confindustria Cisambiente, ricorda come “il settore ambiente, ecologia ed energie rinnovabili non si sia mai fermato garantendo all’Italia il mantenimento degli ottimi standard raggiunti negli ultimi anni. Oggi la reale difficoltà per la ripresa è sciogliere i nodi creati con il Decreto “Cura Italia” del 17 marzo, emanato in piena emergenza, perché rendano possibile mettere in moto la macchina industriale e permettano la ripresa del Paese. Un punto su tutti l’abrogazione dell’Art. 42 comma 2 sulla responsabilità penale”. Lorenzo Mattioli, Presidente di ANIP-Confindustria, ha sottolineato come “il comparto dei Servizi integrati è strategico per la ripartenza di tutti i settori, e la sanificazione è oggi il primo pilastro della salute pubblica. Abbiamo calcolato in due miliardi di metri quadri le superfici da sanificare relative agli ambienti da fruire nella ripartenza (scuole, uffici, fabbriche, aree commerciali, alberghi, ospedali etc…) e crediamo che ad oggi il credito d’imposta rappresenti ancora una misura insufficiente per garantire una fase 2 più sicura per la vita sociale e per la vita lavorativa. La sanificazione è la ripartenza del Paese, continuiamo a ribadirlo in tutte le sedi, ma quanto messo in campo dal governo non è ancora sufficiente”. Dal punto di vista di Associazione Italiana Confindustria Alberghi: “Il momento è molto difficile e la nostra speranza è di ripartire al più presto con indicazioni chiare e precise, indispensabili per garantire sicurezza e serenità dei nostri ospiti. In attesa dei testi definitivi, il decreto rilancio sembrerebbe lasciare molte problematiche insolute e non offrire quella visibilità sui prossimi mesi che è fondamentale
per un imprenditore che deve decidere se riaprire o meno. Stiamo aspettando conferma su un protocollo sulle misure di sanificazione e sicurezza che abbiamo proposto ormai da diverse settimane. Non sappiamo ancora in che modo funzioneranno gli spostamenti all’interno delle Regioni e tra Regione e Regione per non parlare di alcune scelte europee di favorire determinati mercati a scapito del nostro. E poi su tutto l’incredibile e inaccettabile indicazione del covid 19 come “incidente sul lavoro”. Un complesso di problemi che se non troverà chiarimenti e risposte lascerà chiusa la maggior parte delle strutture italiane” L’obiettivo degli incontri in videoconferenza dalla sede di Viale dell’Astronomia, è quello di portare a conoscenza delle Istituzione la condizione dell’economia reale e del mondo produttivo affinché le scelte del legislatore affinché le scelte del legislatore siano quanto più possibile rispondenti alle esigenze di impese e lavoratori. Decreto “rilancio”: per le famiglie che non beneficiano di altri sussidi arriva il Rem
Un maxi decreto con 258 articoli. Così si presenta il decreto Rilancio in una bozza di questa notte. Le misure vanno da salute e sicurezza, al sostegno alle imprese e all’economia, alla tutela del risparmio e del settore creditizio. “Abboneremo il saldo e acconto dell’Irap” di giugno, ha detto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri parlando delle misure per le medie imprese che, con il decreto Rilancio avranno anche “incentivi fiscale e misure di sostegno da parte dello Stato alla ricapitalizzazione, un meccanismo un po’ complesso ma estremamente incisivo”. “Oggi anche per effetto di questa discussione in corso per dare aiuto maggiore a questa fascia di imprese abbiamo deciso di aggiungere anche questo”, cioè la misura sull’Irap. Per le imprese, il ministro ha spiegato che “ci saranno dei ristori a fondo perduto per tutte le imprese fino a 5 mln di fatturato: si arriverà fino a 62 mila euro possibili”, che verranno dati alle imprese “con bonifico” da parte dell’Agenzia delle entrate. Sulla cig “abbiamo fatto un intervento massiccio, abbiamo stanziato a marzo risorse per coprire tutta la cig per
tutti lavoratori. Molti la stanno prendendo ma alcuni milioni no e questo riguarda la cig in deroga” che è una procedura regionale che prevede “una serie di passaggi e che si è rivelata troppo lunga. Non va bene, e abbiamo chiesto all’Inps di preparare delle norme che saranno nel decreto x accelerare queste procedure”. “Sulla liquidità stiamo migliorando, i numeri sono incoraggianti, ma vogliamo fare più e chiediamo un impegno maggiore al sistema bancario”. Cosa prevede la bozza del decreto Rilancio in lavorazione: Niente Iva su mascherine, gel disinfettanti e su tutti i dispositivi di protezione anti-Coronavirus nel 2020. Dal 2021 tutti questi prodotti avranno l’Iva agevolata al 5%. La norma vale anche per ventilatori polmonari e una serie di altre strumentazioni e dispositivi medici. Iva azzerata anche sugli strumenti per la diagnostica, come i tamponi, e per le attrezzature degli ospedali da campo. Si prevede inoltre un premio fino a 1000 euro per tutti gli operatori sanitari, medici, infermieri, tecnici, in prima linea contro il Coronavirus. E’ prevista la cancellazione definitiva delle clausole di salvaguardia che prevedevano aumenti di Iva e accise a partire dal 2021. Confermato anche il rinvio al 2021 di sugar e plastic tax. Per le famiglie che non beneficiano di altri sussidi arriva il Rem, il reddito di emergenza, che sarà riconosciuto “in due quote” tra i 400 e gli 800 euro ciascuna in base al nucleo. Il nuovo strumento sarà gestito dall’Inps. La domanda andrà presentata entro la fine di giugno. Previsto un limite di Isee di 15mila euro e di patrimonio entro i 10mila euro (tetto che può crescere fino a 25mila in base al nucleo e alla presenza di disabili). Un credito in favore dei nuclei familiari con un reddito ISEE non superiore a 35.000 per le vacanze. La misura è contenuta
nell’ultima bozza, non verificata, del dl Rilancio. Il credito è utilizzabile dal primo luglio al 31 dicembre 2020, da un solo componente per nucleo familiare nella misura di 500 euro. 300 euro per le famiglie da 2 persone e di 150 euro per quelle da 1 sola persona. Sarà fruibile nella misura del 90% in forma di sconto sul corrispettivo dovuto e per il 10% in forma di detrazione di imposta nella dichiarazione dei redditi. Nella bozza del decreto è previsto un credito d’imposta dell’80%, per un massimo di 80 mila euro, per le spese di investimento necessarie per la riapertura in sicurezza delle attività economiche. La misura riguarda gli interventi necessari per far rispettare le prescrizioni sanitarie e le misure di contenimento contro la diffusione del COVID-19, come gli “interventi edilizi per il rifacimento spogliatoi, mense, realizzazione di spazi medici, ingressi e spazi comuni”; gli arredi di sicurezza o quelli per l’acquisto di “tecnologie per l’attività lavorativa” e le “apparecchiature per il controllo della temperatura dei dipendenti”. Un credito d’imposta fino al 60% dell’affitto per le imprese con ricavi o compensi non superiori a 5 milioni, che abbiano subito una diminuzione del fatturato o dei corrispettivi ad aprile 2020 di almeno il 50%. Per le strutture alberghiere invece il credito è previsto indipendentemente dal volume di affari registrato nel periodo d’imposta precedente. Nei giorni scorsi i ministri Gualtieri e Patuanelli in parlamento avevano parlato di ristoro integrale per tutte le attività. In arrivo 150 milioni per potenziare i centri estivi e contrastare la povertà educativa. Lo prevede la bozza del decreto Rilancio che destina le risorse ai Comuni per rafforzare, anche in collaborazione con istituti privati, dei centri estivi diurni, dei servizi socioeducativi territoriali e dei centri con funzione educativa e ricreativa, durante il periodo estivo, per le bambine e i bambini tra i 3 e i 14 anni. Il 10% dei fondi andrà al finanziamento di progetti mirati per contrastare la povertà educativa nel periodo
dell’emergenza. Ci potrebbe essere anche un capitolo ‘banche’ nel decreto Rilancio: nella nuova bozza si prevede da un lato che il Mef possa concedere per i prossimi sei mesi garanzia dello Stato fino al valore nominale di 15 miliardi su nuove passività degli istituti di credito. Dall’altro si prevedono una serie di aiuti – garanzie e misure fiscali – agli acquirenti di piccole banche sotto i 5 miliardi di attività che dovessero essere sottoposte, dopo l’entrata in vigore del decreto, a liquidazione coatta amministrativa. Vendere all’estero con l’e- commerce: vale la pena? Quello dell’e-commerce è un mondo in continua evoluzione e crescita, soprattutto negli ultimi anni. Nel 2019 il valore degli acquisti online in Italia ha raggiunto i 31,6 miliardi
di euro, +15% rispetto al 2018. In valore assoluto, l’incremento è il più alto mai registrato (+4,1 miliardi di €). Uno scenario che dimostra come anche in Italia l’e- commerce sia ormai diventato un fenomeno di assoluta rilevanza, che svolge un ruolo decisivo nella creazione e nella promozione di modelli di interazione con consumatori fortemente innovativi, che non restano confinati all’online ma si estendono a tutto il retail. Infatti, l’e-commerce è responsabile per il 65% della crescita complessiva (online + offline) del retail: gli acquisti online crescono del 15%, mentre i consumi complessivi sono sostanzialmente stabili (+1,5%). Anche nel 2019 sono stati i prodotti a trainare la crescita. Con 281 milioni di ordini e una spesa media di 66€ circa, i prodotti hanno raggiunto un valore di 18,1 miliardi di euro, con un incremento del 21%. Sia i comparti storici (Informatica ed elettronica e Abbigliamento), sia quelli emergenti (Arredamento & home living, Food&Grocery e Beauty) hanno ottenuto risultati positivi. Con un +19% e un valore complessivo di 5,3 miliardi di euro, il settore Informatica ed elettronica si conferma quello più rilevante, seguito dall’abbigliamento (+16%, 3,3 miliardi di euro). Invece, food&grocery e arredamento & home living sono i comparti che crescono più velocemente (+42% e +30% rispettivamente). I vantaggi dell’e-commerce sono dunque tanti. Innanzitutto su un e-commerce si possono effettuare ordini di ogni tipo, anche in dropshipping. Con l’e-commerce si può, ad esempio, vendere un prodotto senza averlo in magazzino. Trova i migliori prodotti in dropshipping per capire il funzionamento di questo sistema di vendita. La vendita all’estero Uno dei migliori vantaggi nel possedere un e-commerce è quello
di raggiungere un numero illimitato di potenziali utenti. Si può, ad esempio, vendere in Europa grazie all’e-commerce, ma anche nel resto del mondo. Con un e-store ogni tuo potenziale cliente può raggiungere da tutto il mondo il tuo sito web ed acquistare in comodità ogni articolo, 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. Se poi sappiamo in anticipo che il nostro prodotto o servizio potrebbe avere una certa presa, magari in particolari nazioni estere, l’e-commerce può sostituire l’investimento gravoso dell’apertura di un punto vendita in quell’area. Le risorse, in questo caso, saranno quelle dedicate, almeno inizialmente, a rendere visibile il mio negozio online. Non è detto che vendere in tutto il mondo possa incrementare i guadagni, le metriche da analizzare per attivare una campagna di advertising e farsi conoscere sono molto più complesse, ma se sfruttate bene permettono ampi margini di guadagno. Per esempio in UK più del 20% delle vendite avvengono online, ma la competizione per farsi trovare è elevata. Va quindi studiato una strategia di marketing che pianifichi gli obiettivi e tenga conto dei costi per curare il contatto nel tempo, anche se non dovesse acquistare con una prima campagna. Importante è capire come porsi con il target personas. Ammortizzatori sociali. Spera (Ugl): Le imprese ancora aspettano gli effetti della
promessa “Altro che ‘potenza di fuoco’, le imprese ancora attendono gli effetti della promessa, non hanno avuto quel sostegno massiccio tanto sbandierato. La verità è che oltre a mancare i fondi dei famosi 600 Euro, mancano anche per la Cig: cosa spaventosa, a luglio le aziende pagheranno, come ogni anno, l’anticipo fiscale 2020 basato sui guadagni 2019”. Forte e’ il grido d’allarme lanciato da Antonio Spera, Segretario nazionale Ugl Metalmeccanici. Per il sindacalista, “ il Governo, ha creato un grosso pasticcio ai danni di imprese e lavoratori: un errore di calcolo madornale ha messo in discussione e fatto emergere, problemi importanti che riguarderebbero la Cassa integrazione
guadagni (Cig). Per la copertura degli ammortizzatori sociali annunciati da Conte per far fronte alla crisi economica provocata dal nuovo coronavirus, per conti sbagliati, mancherebbero 7 miliardi di euro. Qui si scherza con il fuoco – dichiara Spera –, molte aziende non riapriranno, il Governo assegna alle imprese un forte ruolo sociale e in contemporanea, sono obbligati al pagamento di tutti i versamenti contributivi e fiscali mensili sospesi a causa del covid-19: nonostante le pressanti richieste dell’Ugl Metalmeccanici, non c’è verso di avere una proroga almeno fino a fine anno. Conte aveva puntato tutto o quasi sulle iniezioni di liquidità ma il meccanismo burocratico infernale, unito ad altri errori del Governo, stanno rendendo la situazione alquanto insostenibile. Le Pmi, i lavoratori, le famiglie vogliono risposte, ormai siamo arrivati alla fase 2, e il mondo produttivo di molte regioni d’Italia stanno ancora aspettando il riconoscimento della cassa integrazione. E’ vergognoso – tuona forte il sindacalista – altro che nei giorni scorsi l’Inps aveva fatto finta di spiegare che il problema dei ritardi non sarebbe stato da imputare all’istituto quanto alle regioni. Per l’Ugl serve chiarezza e verità: il problema è grande, Conte e il Ministro del Lavoro devono risolvere il pasticcio dei conti sbagliati dei 7 miliardi di Euro mancanti che, vanno ad aggiungersi ai ritardi che la Cig deve scontare. L’Ugl metalmeccanici ricorda – conclude Spera – che, in conseguenza alle misure attuate dal Governo per contenere la diffusione del virus, molte imprese sono state costrette a chiudere e non tutte, una volta terminata l’emergenza, saranno più in grado di ripartire lasciandosi alle spalle un dramma occupazionale e montagne di debiti”.
Regione Lazio, sostegno all’editoria: c’è chi può e chi non può. Ecco l’elenco dei beneficiari Europa Verde Albano Laziale si unisce all’appello lanciato dall’Associazione sindacale emittenza radiofonica e televisiva locale affinché, “in questa fase – hanno dichiarato Elena Grandi e Angelo Bonelli – di crisi generale, si pensi anche alle ‘voci del territorio’ che, da sempre, hanno avuto un ruolo fondamentale in termini culturali oltre che giornalistici: raccontando le cronache, denunciando le storture, portando alla luce i paradossi, giorno dopo giorno. L’informazione locale ha aiutato a formare consapevolezza,
contribuendo alla crescita dei territori, della loro classe dirigente, dell’economia, dei cittadini. Pubblicato da Europa Verde Albano Laziale su Giovedì 30 aprile 2020 Stampa ed emittenti televisive e radiofoniche locali – proseguono Grandi e Bonelli – non sono esenti dalla profonda crisi che sta colpendo famiglie, lavoratori e imprese. Con la chiusura di attività ed esercizi commerciali, non sono pochi i contratti pubblicitari sospesi o disdetti. È quindi fondamentale che all’impegno assunto dal Governo nel Decreto Cura Italia di stanziare risorse aggiuntive rispetto a quelle previste attualmente dal Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione venga dato seguito al più presto e in maniera urgente”. Ebbene, la maggior parte della stampa e delle emittenti televisive e radiofoniche locali in questo periodo di profonda crisi economica da Covid-19 evidenziano un malessere relativo a quella che ormai è una realtà di abbandono consolidata da molto tempo da parte delle istituzioni. E così, per quanto riguarda il Lazio, “pochi fortunati” riescono ancora oggi a raccogliere qualche contributo qua e là, mentre c’è chi ancora riesce a proseguire con le proprie forze aspettando il minimo accenno di un segnale di cambiamento. 281.334,76 euro dalla Regione Lazio La Regione Lazio lo scorso dicembre 2019 è intervenuta a sostegno dell’editoria, delle emittenti televisive e radiofoniche locali, della distribuzione locale della stampa quotidiana e periodica nonché delle emittenti radiotelevisive e testate online locali approvando la cifra di 281.334,76 euro di cui 41.334,76 euro per 4 domande a sportello idonee e
ammissibili a finanziamento e 20 domande a graduatoria idonee e ammissibili a finanziamento per un importo complessivo pari a 240.000,00 euro. La Regione ha quindi approvato la graduatoria definitiva dalla quale risultano finanziabili i seguenti interventi:
Fase 2, Terziario. Confcommercio Trentino: “Non è questo il modo di garantire la ripresa al sistema Paese” Mentre il governo Conte annuncia i primi provvedimenti per la cosiddetta fase 2, quella di riapertura, il terziario entra in una crisi che rischia di diventare irreversibile portando alla morte centinaia di imprese con le conseguenze drammatiche che ciò comporterebbe. “Non accettiamo questa impostazione – spiega il vicepresidente vicario di Confcommercio Trentino Massimo Piffer. Non è questo il modo di garantire la ripresa al sistema Paese: così il terziario viene pesantemente danneggiato e rischia di subire
un tracollo irreversibile. Si è deciso per la riapertura di alcune tipologie di esercizi commerciali, lasciandone fuori molti altri. Con il giusto senso di responsabilità, regole chiare e misure di prevenzione crediamo che anche le altre attività oggi rimandate a data di destinarsi, come il settore della moda, le librerie, potrebbero invece ripartire subito. Magari ci fosse l’afflusso di clienti, ma non sarà comunque così: dobbiamo però mettere le aziende in grado di ripartire subito, in sicurezza”. “Stesso discorso – prosegue Piffer – anche per gli altri settori del terziario, dalla ristorazione ai pubblici esercizi, all’alberghiero: questo fermo ad oltranza sta mettendo in ginocchio migliaia di imprese, e con loro gli imprenditori ed i loro collaboratori, che significano famiglie che rischiano di entrare in uno stato di miseria. Così non può funzionare: dopo l’emergenza sanitaria ora rischiamo un’emergenza economica e sociale senza precedenti”. “Valuteremo con la provincia la sua possibilità di manovra, per intervenire subito e concretamente. Il primo problema è la liquidità, e nonostante protocolli e accordi il sistema bancario sta opponendo ancora troppa resistenza ed è troppo lento. Per chi sta garantendo gli stipendi occorre prevedere interventi che abbattano il costo aziendale. Il tempo ormai è agli sgoccioli e il malcontento tra gli imprenditori sta montando in maniera veloce e massiccia: si cambi strategia e lo si faccia in fretta”.
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