Il Turismo del Golf e la Sicilia - CENTRO DI RICERCHE IN ANALISI ECONOMICA E SVILUPPO ECONOMICO INTERNAZIONALE Università Cattolica del Sacro Cuore
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Università Cattolica del Sacro Cuore CENTRO DI RICERCHE IN ANALISI ECONOMICA E SVILUPPO ECONOMICO INTERNAZIONALE Il Turismo del Golf e la Sicilia Rosario La Rosa ISBN 978-88-343-2200-0 VITA E PENSIERO € 3,00
Università Cattolica del Sacro Cuore CENTRO DI RICERCHE IN ANALISI ECONOMICA E SVILUPPO ECONOMICO INTERNAZIONALE Il Turismo del Golf e la Sicilia Rosario La Rosa Ottobre 2011 VITA E PENSIERO
Rosario La Rosa è docente di Economia dello Sviluppo presso la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Catania, larosa@unict.it Il Presente saggio prosegue gli Studi sulla Sicilia promossi dal Cranec in collaborazione con il Gruppo Credito Valtellinese del quale fa parte il Credito Siciliano. I precedenti studi, pubblicati nella Collana Socioeconomica del Credito Valtellinese, sono stati I sistemi di produzione locali nell’economia globale (Franca Falcone, 2002 con Prefazione di Alberto Quadrio Curzio e Roberto Zoboli, Franco Angeli, ISBN: 9788846439284); Lo sviluppo del Turismo in Sicilia (Rosario La Rosa, 2004, con Prefazione di Alberto Quadrio Curzio e Mario Maggioni, Franco Angeli, ISBN: 8846462017), Distretti e Quarto capitalismo. Una applicazione alla Sicilia (Daniele Schilirò, 2010 con Prefazione di Alberto Quadrio Curzio, Franco Angeli, ISBN: 8856815753). Quelli pubblicati nella Collana dei Working Paper del Cranec sono Infrastrutture e sviluppo. Premesse per un’analisi del settore turistico in Sicilia (Rosario La Rosa, 2008, Vita e Pensiero, ISBN 978-88-343-1650-4); Distretti, PMI, Competitività. Analisi e proposte sulla Sicilia (Daniele Schilirò, 2010, Vita e Pensiero, ISBN 978-88-343-1928-4). Si tratta di una linea editoriale che conferma la costante attenzione del Gruppo Credito Valtellinese per i territori di insediamento secondo la propria vocazione centenaria come illustrato nel volume Credito Valtellinese. 100 anni per lo sviluppo economico e sociale (a cura di A. Quadrio Curzio, Laterza, Bari, 2008, ISBN 9788842085553). La responsabilità di ogni pubblicazione è dell’autore e non implica in alcun modo impegni e responsabilità degli enti con i quali il Crenec ha in corso delle collaborazioni. www.vitaepensiero.it All rights reserved. Photocopies for personal use of the reader, not exceeding 15% of each volume, may be made under the payment of a copying fee to the SIAE, in accordance with the provisions of the law n. 633 of 22 april 1941 (art. 68, par. 4 and 5). Reproductions which are not intended for personal use may be only made with the written permission of CLEARedi, Centro Licenze e Autorizzazioni per le Riproduzioni Editoriali, Corso di Porta Romana 108, 20122 Milano, e-mail: autorizzazioni@clearedi.org, web site www.clearedi.org. Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le fotocopie effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da CLEARedi, Centro Licenze e Autorizzazioni per le Riproduzioni Editoriali, Corso di Porta Romana 108, 20122 Milano, e-mail: autorizzazioni@clearedi.org e sito web www.clearedi.org © 2011 La Rosa ISBN 978-88-343-2200-0
Abstract L’attività golfistica dei residenti nel proprio paese e il “turismo del golf”, dovuto in primo luogo all’esercizio del golf, si espandono in modo rilevante, e questo tipo di turismo costituisce una componente sempre più consistente del settore turistico. Il “turista del golf” dispone di reddito, for- mazione e sensibilità ambientale notevolmente più elevati rispetto ad altre tipologie di turista ed è particolarmente attento alla qualità e alla differen- ziazione della struttura golfistica. Queste dipendono: a) dallo specifico con- testo ambientale del percorso, che incide sul disegno e l’entità dell’impegno di gioco, ma anche dal contesto ambientale e culturale dell’area; b) dal gra- do di ecocompatibilità della struttura: negli anni 90 sono stati istituiti orga- nismi a livello europeo e nazionale per la formulazione di linee guida nella progettazione dei percorsi e per il rilascio, a richiesta, della certificazione ambientale; c) dalla manutenzione; va al riguardo tenuto conto che la tecno- logia attuale rende possibile un utilizzo di risorse idriche, di fertilizzanti, di antiparassitari, sempre meno problematico ai fini ambientali; d) dalla loca- lizzazione delle strutture connesse (in particolar modo per la ricezione e l’edilizia residenziale). Il turista del golf è anche sensibile alla forma gestio- nale del campo, preferendo i golf club e i pay and play ai golf resort e ai campi pubblici, che, per altro, hanno dimensioni limitate e percorsi poco impegnativi. Essendo inoltre orientato verso nuove esperienze, tende ad ef- fettuare un turismo a largo raggio. In Europa il rapporto golfisti-residenti è nei paesi del centro-nord molto più elevato che nei paesi del sud, ma in quei paesi il golf è ostacolato dalle condizioni climatiche ed i golfisti tendono a spostarsi al sud, anche alla ri- cerca di nuovi percorsi e ambienti. La Sicilia, come il Sud della Spagna e il Portogallo - gli unici paesi del Sud Europa a rilevante turismo del golf - di- spone di notevoli potenzialità per lo sviluppo del turismo del golf, ma le strutture golfistiche sono allo stato del tutto insufficienti. La progettazione dell’offerta di golf in questa regione va prioritaria- mente orientata a sostenere la domanda del “turista del golf”. Sarebbe op- portuna la cooperazione tra imprese ed uno specifico organismo pubblico regionale, istituito al fine di indirizzare le scelte di ecocompatibilità dell’intera filiera del golf e della manutenzione del percorso, agevolando il conseguimento della certificazione dell’European Golf Association-Ecolgy Unit e orientando lo sviluppo golfistico verso quella tipologia di domanda. Questo organismo potrebbe anche formulare una mappa regionale delle aree a risorse ambientali compatibili con il golf di qualità e un efficiente sistema di infrastrutture specifiche all’offerta golfistica e al collegamento del turi- 3
smo del golf alle altre risorse turistiche della regione. Va infatti tenuto con- to che aggiungendo il golf alle risorse turistiche che rientrano nella funzione di utilità del turista golfista si ottiene, mediante un utilizzo integrato, un po- tenziamento di questa funzione e della domanda turistica. Questo organismo può inoltre incentivare l’impresa verso la formazione di una rete organizza- tiva che generi economie esterne (anche con riguardo al collegamento con i tour operator) e la definizione di una “regione golfistica” con percorsi diffe- renziati, ulteriore elemento di attrazione della domanda di golf. Con riguardo alla localizzazione delle strutture edili va rilevato che la diffusa presenza nella regione di piccoli centri urbani in ampie aree ad am- biente naturale integro consente di localizzare in tali centri, a distanze non rilevanti dai percorsi localizzati in pieno ambiente naturale, l’edilizia resi- denziale, riducendo fortemente l’impatto ambientale 4
Abstract Golf played by country residents is and golf tourism are widely increas- ing. In particular, golf tourism is getting increasingly important as compared to the other forms of tourism. The golf tourist has a high income, is more educated and environmentally conscious than the other classes of tourists. Furthermore he pays special attention to the quality and differentiation of golf fields. Differences in golf fields depend: a) on the actual geographical location of the field, which affects the layout and the difficulty of the game, as well as on the environmental and cultural context; b) on the degree of en- vironmental friendliness of the field: in the 90s various national and Euro- pean institutions have been established for the definition of guidelines in the planning of the fields and for the issue of quality certification; c) on main- tenance: it must be noted that technology makes the use of water resources, fertilizers, pesticides, les troublesome from an environmental point of view ; d) on the geographical location of facilities like hotels and residences. The golf tourist takes also particular care to the way fields are managed, fa- voring golf clubs and ‘play and pay’ fields to golf resorts and public fields, which usually have smaller dimensions and fewer difficulties. Furthermore, the golf tourist looks for new experiences and travels long distances. In Europe the ratio of golf players to residents is much higher in the northern countries than in the southern ones. However in northern countries weather is not as nice as in the other countries with the result that golf play- ers tend to move south to find new fields and contexts. Sicily, like southern Spain and Portugal which are the only southern European countries with a large golf tourism, is an ideal setting for golf tourism, but the existing facili- ties are largely inadequate. Developing golf in this area means fundamentally taking into account the needs and the expectations of golf tourists. Cooperation between public agency and private firms is clearly desirable. Such public agency should be devoted to make sure that the new golf facilities are compatible with a proper conservation of the local environment and properly maintained. They should lead the golf fields to acquire proper certification by the European Golf Association-Ecology Unit and to develop as to meet golf tourists’ de- mands. Such agency should also draw a map of the areas eligible for golf fields, set up proper facilities for golf players and make sure that golf tour- ists can also take advantage of the other local sport facilities. It should be noted that adding golf to the existing tourism infrastructure and facilities will put the golf tourist in a position to gain more advantage from what he does in the area. The public agency could also supply local firms with the 5
proper incentives to set up clusters and networks with the effect to generate external economies (also in relation to tour operators). Through all this a ‘golf region’ becomes established with a number of different golf fields, which will attract more a more tourists. When it comes to the localisation of residential buildings it must be noted that Sicily has a number of small towns with large rural areas around, where such buildings could be placed. Golf fields therefore could take ad- vantage of residential facilities nearby without having to produce a negative impact on the area. 6
INDICE 1. Introduzione 9 2. Golf e turismo. Profilo del turista del golf. Catego- rie di golfisti e relativa diversificazione dei percorsi 10 3. Diversità dei percorsi di golf nei rispettivi contesti ambientali e interesse del turista golfista per la no- vità 16 4. Incremento dei contesti turistici compatibili di una regione e potenziamento della funzione di utilità del turista 19 5. La redditività dei percorsi di golf 22 6. Forme gestionali di utilizzo delle strutture del golf 24 7. Golf e ambiente 28 7.1. Necessità di progettare percorsi che non incidano sull’ambiente 28 7.2. Ecocompatibilità del percorso, localizzazione delle strutture previste dalla filiera, tipologia del golfista- turista: effetti sulla domanda di golf 30 7.3. Le federazioni del golf e altri organismi internazio- nali: linee guida di progettazione e manutenzione dei percorsi e relativa certificazione 34 8. Progettazione della filiera del turismo del golf in aree con assenza di tradizione golfistica e adeguate caratteristiche ambientali 38 8.1. Profilo del golfista-turista, tipologia gestionale dell’impianto, tipologia del percorso e dei servizi, presenza di altre risorse turistiche 38 8.2. Differenziazione e competitività della regione golfi- stica emergente 39 7
8.3. Livello di beauty e delle condizioni fisiche del cam- po, domanda di golf e gestione efficiente di aree emergenti del turismo del golf 40 9. Il ruolo dell’operatore pubblico nella progettazione del turismo del golf 42 9.1. Complessità delle scelte di progettazione di un’area golfistica differenziata e formazione di un ente di orientamento e controllo 42 9.2. Altri ruoli dell’operatore pubblico nello sviluppo del turismo del golf: infrastrutture specifiche, integra- zione del golf ad altre risorse turistiche locali, incen- tivazione del net work per le imprese della filiera 46 10. La filiera del golf e l’approccio del managing sta- keholders interests 49 11. L’offerta di golf in Italia e in altri paesi 52 12. Lo sviluppo del golf in Sicilia 55 12.1. La consistenza attuale. Elementi determinanti le potenzialità di sviluppo del golf in Sicilia 55 12.2. I progetti golfistici della regione e l’urgenza della definizione dei modelli di turismo del golf eco- compatibili e differenziati 58 12.3. Infrastrutture, mappa delle potenziali aree golfisti- che della regione ed altri elementi incentivanti l’investimento nel golf 60 12.4. Tipo di localizzazione del campo e l’attività im- mobiliare residenziale 62 12.5. Golf e risorse idriche 64 12.6. La potenziale domanda di turismo del golf in Sici- lia. La situazione di Spagna e Portogallo in Euro- pa e della Carolina e South Virginia negli USA 65 13. Conclusioni 70 Riferimenti bibliografici 73 8
1. Introduzione Il golf mostra, a livello globale, un notevole e costante incre- mento del numero di giocatori, che si realizza prevalentemente nei paesi in cui esiste una tradizione golfistica. Ancor più rilevante è l’evoluzione del turismo del golf, ovvero della categoria di turisti la cui scelta della destinazione dipende anche, e in varia misura, dalla possibilità ch’essa offre di praticare questo sport. Il turista del golf dispone generalmente di livelli di reddito piuttosto elevati e di ele- vati livelli di formazione, apprezza le caratteristiche ambientali e cul- turali di una destinazione, va alla ricerca di impianti di golf che pre- sentano novità riguardanti le soluzioni tecniche del percorso in sé, ma anche il contesto ambientale in cui questo è inserito. Pare che il golfista, spinto dal desiderio di realizzare nuove esperienze in questa attività sportiva, abbia una maggiore propensione verso il turismo rispetto ad altri soggetti dal medesimo profilo socioeconomico. Si consideri anche che il golf, nei paesi del centro e del nord dell’Europa (per rimanere in ambito europeo), da un lato è fortemen- te diffuso presso i residenti, ma dall’altro può esservi esercitato con difficoltà nel periodo autunnale e invernale per ragioni climatiche. Ne deriva un notevole flusso di turisti del golf, in buona parte diretti verso le regioni del sud dell’Europa e dell’Africa mediterranea. In questo contesto, i paesi che più hanno saputo cogliere questa occa- sione sono Spagna e Portogallo, soprattutto nelle proprie regioni me- ridionali1. Nella valutazione delle potenzialità di sviluppo dell’offerta del turismo del golf in Sicilia non possono non essere focalizzati gli e- lementi che hanno generato la positiva evoluzione del turismo del golf nelle regioni meridionali della Spagna, regioni dalle caratteristi- che ambientali abbastanza vicine a quelle del nostro meridione. Lo 1 In diversi paesi emergenti (Malesia, Filippine, Indonesia, ad es.) il turismo del golf viene considerato come rilevante elemento di sviluppo economico (Readman, 2003). 9
sviluppo di un’offerta di golf in Sicilia - offerta allo stato abbastanza limitata - può dunque creare forti sinergie con le notevoli risorse turi- stiche della Sicilia, e produrre significativi impulsi alla domanda tu- ristica. Ciò pone in essere diverse linee di policy, che riguardano in- tanto la predisposizione delle infrastrutture del tipo più specificamen- te legato al settore, come le connessioni viarie localizzate, la ricerca di nuove risorse idriche, il più agevole collegamento con altre risorse turistiche della regione; ma le policy riguardano soprattutto la foca- lizzazione delle aree a condizioni ambientali adeguate a percorsi di qualità, ecocompatibili e differenziati adatti ad un turismo che punta al golf come elemento esclusivo, o rilevante, del tour2. Altri obiettivi di policy possono riguardare la tipologia gestionale degli impianti, la differenziazione (e competitività) dell’offerta golfistica determinata dall’integrazione con altre risorse turistiche della regione, che a loro volta dispongono di significativi livelli di differenziazione. Si tratta di interventi di governance del territorio per la progetta- zione di un sistema golfistico, che sarebbe opportuno affidare ad un organismo regionale che disponga dell’insieme di competenze per produrre percorsi che incidano sulla domanda turistica e che abbiano consistenti livelli di ecocompatibilità. 2. Golf e turismo. Profilo del turista del golf. Categorie di golfisti e relativa diversificazione dei percorsi Nel turismo del golf la motivazione fondamentale è la pratica del golf in aree e paesi diversi da quelli di residenza. Va inoltre con- siderato il segmento turistico che considera il golf una componente rilevante della funzione di utilità del turista, anche se non costituisce l’elemento decisivo di scelta della destinazione. E’ abbastanza rico- nosciuto che la presenza del golf nell’offerta turistica fornisce un contributo notevole alla relativa domanda. 2 Considereremo l’esigenza di tutela ambientale, in quanto tale, un obiettivo prioritario della programmazione dello sviluppo golfistico, ma anche un e- lemento che contribuisce al potenziamento della domanda, essendo il golfi- sta sensibile all’integrità ambientale del territorio. 10
Pare che il turista moderno più evoluto sia sempre più orientato a concepire la vacanza non come riposo inattivo (al limite, prendere il sole presso una località balneare e dedicarsi all’intrattenimento) uti- lizzando soprattutto il periodo delle ferie estive e orientandosi verso destinazioni che compaiono con molta frequenza nei pacchetti turi- stici (soprattutto dei viaggi preorganizzati); pare invece orientato a concepire la vacanza in termini di conoscenza di contesti culturali e ambientali, svolgendo al contempo un’attività sportiva. Il turista del golf esprime appieno gli elementi che caratterizzano questo tipo di turista. Il turismo del golf, infatti, viene effettuato in qualsiasi perio- do dell’anno, evita le destinazioni proprie della massificazione del turismo, è fortemente attratto non solo dalla qualità3 e dalla diversifi- cazione dei percorsi di golf (peraltro legati ai diversi ambienti) ma anche dalla diversificazione culturale e sociale delle regioni di desti- nazione. L’importanza di questo fenomeno è espressa dai seguente dati a livello mondiale: nel 2010 il turismo del golf conta oltre 50 milioni di soggetti (25 milioni nel Nord America, 5 milioni in Europa) e ma- nifesta notevoli saggi di crescita. Il turista del golf tende a ripetere con elevata frequenza lo spostamento e dà luogo ad una spesa consi- stente, di ben quattro volte quella del turista medio (Readman, 2003). Le regioni a maggiore consistenza del turismo del golf - nel sud degli USA, Spagna, e Portogallo in ambito europeo4 - allo stato fronteg- giano quelle in cui esso emerge con forza: Sud-Est asiatico, Messico, Egitto, (KPMG, Golf Business Community, 2010 (b), S., L., Hudson, 2010). 3 Come vedremo, la qualità del percorso dipende dal relativo disegno, dal livello di adattamento del percorso (e delle altre strutture ad esso associate) all’ambiente naturale e al patrimonio culturale eventualmente presente, dal livello di manutenzione. 4 In un’intervista A. Stanley - noto operatore del golf - dichiara che Spagna e Portogallo saranno tra le nazioni golfistiche più rilevanti nel futuro svi- luppo del golf (KPMG, Golf Business Community, 2010 (c)). In ambito mediterraneo allo stato emergono Marocco e Tunisia, Egitto (Acciari Con- sulting e CENSIS, 2004). 11
Nella individuazione di un profilo generale del giocatore di golf - indipendentemente, cioè, dal riferimento, ad esempio, al golfista abituale o occasionale - possiamo richiamare le analisi effettuate nei diversi paesi, sia ad elevata intensità di golfisti residenti che ad ele- vata intensità di golfisti turisti. Dovendoci tuttavia occupare delle po- tenzialità di sviluppo turistico del golf in Sicilia, appaiono ancora più utili i risultati di diversi studi effettuati in Spagna sul turismo in vario modo interessato al golf, e specialmente quelli relativi alle rispettive regioni meridionali, in quanto per diversi aspetti affini alla Sicilia5. Il profilo sociodemografico del turista del golf (per il quale il golf costituisce l’unico, o il centrale obiettivo del tour) che emerge da queste inchieste (ad esempio, Amoròs F., 2002, Readman M., 2003, Paniza Prados J.L., 2004)) è sostanzialmente fondato - come per altro accade per l’individuazione dell’analogo profilo per il turista, golfi- sta o meno - sui seguenti elementi: età, formazione, professione, reddito, livello di interesse del turista verso il golf. La classe di età più rappresentata va da 46 a 60 anni, che copre il 60% del totale dei giocatori, mentre la quota dei più giovani (sino a 30 anni) è pari al 4%. Il livello della formazione è sempre superiore rispetto a quello del turista generico e le professioni più frequentemente riscontrate riguardano l’attività imprenditoriale, le professioni liberali, la dirigenza nelle amministrazioni pubbliche. Il reddito è di conseguenza del livello medio alto, la permanenza nella regione del golf si protrae mediamente per una decina di giorni e 5 I raffronti con la Spagna, e specialmente con le regioni del meridione di questo paese, presentano un notevole interesse per chi si occupa di turismo e di turismo del golf in Sicilia. L’interesse è intanto dovuto al forte sviluppo del turismo (anche del golf) in queste regioni , alle stesse latitudini delle re- gioni meridionali italiane e con analoghe caratteristiche del territorio come elementi di attrazione per il turista e il turista del golf in particolare. L’esperienza di questo paese, contrassegnata da un forte orientamento nel coordinamento delle policy verso l’obiettivo di promozione del turismo co- me elemento primario di sviluppo di quelle regioni, può quindi risultare uti- le per talune regioni italiane. Dovendo delineare un profilo del potenziale turista del golf in una regione come la Sicilia, ci pare quindi di notevole uti- lità il riferimento ad analisi effettuate per le regioni meridionali spagnole (in particolare la Costa del Sol). 12
notevole risulta la relativa spesa. Ciò, assieme alla forte disponibilità di questo turista a tornare nelle destinazioni spagnole, esprime il consistente livello di sviluppo turistico di queste regioni dovuta intanto alla qualità dei percorsi, ma anche alla struttura del prodotto golfistico integrato ad un insieme di servizi che risultano compatibili con le esigenze del golfista che rientra nel profilo del turista del golf. Date le condizioni climatiche il sud della Spagna ha raggiunto l’obiettivo della destagionalizzazione del turismo - e il turismo del golf in primo luogo - ottenendo al contempo la formazione di un’immagine turistica (articolata sulle diverse filiere) di notevole livello, che ha prodotto il consolidamento di un rilevante flusso turistico. In relazione all’interesse del turista verso l’attività golfistica si suole intanto individuare una tipologia di soggetti che fanno di questo sport il motivo centrale dello spostamento da un paese all’altro (li abbiamo già definito “turisti del golf” e vengono anche classificati come “golfisti appassionati”). E’ un golfista che apprezza fortemente la novità - soprattutto con riguardo al percorso di golf, ma anche rispetto alle altre specificità della regione di destinazione - e le qualità tecniche del campo6. Nel progetto di un insieme di campi da golf occorre pertanto puntare il più possibile alla qualità e alla differenziazione dei percorsi sulla base della differenziazione già presente nell’ambiente (ciò, come vedremo, risponde all’ipotesi della progettazione di un campo da golf compatibile con l’ambiente, ovvero di un campo da golf la cui primaria specificità è determinata dalle proprie peculiarità ambientali), ma è altrettanto necessario che singoli percorsi della regione risultino a loro volta diversificati tra di loro7. L’opportunità della differenziazione dei campi da golf non 6 Come vedremo, il turista interessato al golf, quale che sia l’intensità dell’interesse, risulta essere particolarmente sensibile agli elementi di novità di una destinazione. 7 Una destinazione turistica di consistenti dimensioni (una regione) che in- tende attrezzarsi per il golf progetterà un insieme di percorsi, in modo da costituire una “regione golfistica”. Le motivazioni della costruzione di più campi non sono date semplicemente dalla dimensione della domanda, ma soprattutto dalla opportunità di differenziare i campi della destinazione lo- 13
deriva unicamente dal soddisfacimento delle esigenze del golfista “appassionato”, ma anche dal soddisfacimento delle esigenze di altre tipologie di turisti del golf, ancorché con minori livelli di interesse verso questo sport. Si individua inoltre una categoria di turista che mostra un interes- se elevato per il golf, che pratica con regolarità, ma non in modo così esclusivo da non lasciare spazio agli altri prodotti turistici. Ha età media più giovane della categoria precedente e si sposta con la fami- glia: è probabilmente questa (cioè la necessità che l’intera famiglia tragga giovamento dal viaggio) la ragione che lo induce a valutare, con lo stesso interesse con cui si riferisce al percorso, anche le altre risorse turistiche nella scelta della destinazione. Si tratta di soggetti con buona posizione socioeconomica, che sono in misura assai mino- re dei golfisti “appassionati” membri di circoli di golf e quindi fre- quentano soprattutto campi turistici e commerciali (di queste diffe- renti tipologie di gestione dei campi di golf ci occuperemo più avan- ti, par.6). Il golfista occasionale, infine, dispone in taluni casi di livelli tecnici di gioco medio e medio-bassi ma può avere interesse notevole per il golf, oppure può essere al riguardo tecnicamente più evoluto ma avere un interesse più limitato per tale sport. Nel primo caso si tratta di giovani nella fase di apprendimento che frequentano i campi pubblici. Questi golfisti non scelgono la destinazione turistica in fun- zione del golf, o anche del golf, e tuttavia esercitano questo sport se la destinazione dispone delle relative strutture. Sono le prime due ca- tegorie che compongono la percentuale notevolmente più elevata di turisti golfisti nelle regioni del sud della Spagna. La presenza di differenti categorie di turisti golfisti determina l’opportunità, nella progettazione di una regione golfistica, di preve- dere una congrua articolazione di campi per forma gestionale, che calizzandoli in ambienti compatibili con il percorso del golf ma il più possi- bile diversificati, in quanto la possibilità di realizzare esperienze diversifica- te nella medesima regione costituisce un’esigenza irrinunciabile per una congrua permanenza del golfista nella regione 14
comporta, anche per le differenti presenze di strutture integrate di servizi, una notevole differenziazione di qualità e prezzi dell’intera filiera del golf. La differenziazione delle filiere del golf costituisce un incentivo rilevante per la domanda complessiva di turismo del golf, in quanto copre le diverse esigenze dei giocatori distinti nelle diverse categorie. E’ abbastanza noto che lo sport del golf inizialmente veniva praticato soprattutto da categorie dal profilo socioeconomico assai elevato, per cui veniva considerato sport elitario. Solo negli ultimi decenni si sono avute aperture verso segmenti della popolazione che, anche se non possiedono un profilo socioeconomico di tipo elitario, si pongono, per la classe di reddito e il livello formativo, al di sopra del livello medio della popolazione. L’incidenza dei giocatori del golf sulla popolazione residente è quindi in continuo aumento nei pa- esi ad elevata o moderata tradizione golfistica, mentre in quelli a tra- dizione golfistica quasi nulla quell’incidenza rimane irrilevante A ciò si aggiunga l’agevolazione dell’esercizio di questo sport in altri pae- si8, possibilità per altro fortemente desiderata dai golfisti: è nella na- tura di chi si dedica a questo sport di trarre utilità crescente dalle no- vità espresse da campi di golf in nuovi ambienti, e non solo per gli aspetti ambientali in senso stretto (compreso quello climatico). Tenendo conto degli effetti negativi dell’attuale crisi economica sul turismo, e sullo stesso turismo del golf, viene rilevato ch’essi sono per il turismo del golf meno rilevanti che per il leisure tourism (KPMG, Golf Business Community (a), 2010, KPMG, Golf Business Community (b), 2010) . Ciò deriverebbe dalla maggiore consistenza del reddito del turista del golf - che, rimanendo abbastanza elevato anche in situazione di crisi, consente una limitata riduzione della domanda di golf - e da un’elasticità della domanda rispetto al reddito tendenzialmente rigida, che contribuisce a generare una domanda meno sensibile alla crisi. Questa rigidità deriva dal forte attaccamento a questa attività sportiva di un consistente segmento di golfisti (che, come si è visto, vengono chiamati “appassionati”). Si 8 Dovuta anche alla forte evoluzione di alcuni comparti della filiera turisti- ca: in particolare, trasporti e relative infrastrutture, organizzazione dei tour operator. 15
rileva inoltre che Spagna e Portogallo, nell’ambito delle destinazioni del turismo del golf, mantengono - probabilmente per la collocazione meridionale di buona parte dei relativi percorsi - livelli di attività più sostenuti (KPMG, Golf Business Community (c), 2010). 3. Diversità dei percorsi di golf nei rispettivi contesti am- bientali e interesse del turista golfista per la novità La ricerca della novità da parte del turista, nei vari aspetti in cui essa può essere rappresentata nel settore turistico, appare un elemen- to certamente rilevante nella scelta delle destinazioni. Esiste al ri- guardo una consistente letteratura9 che, procedendo dalle diverse configurazioni che il soggetto può attribuire al concetto di novità in campo turistico - ciascuna delle quali consente a sua volta di indivi- duare una tipologia di turista -, tende a mostrare l’importanza per le scelte di management e di policy dell’individuazione della tipologia del turista (alla ricerca di novità) compatibile con le risorse turistiche di base (non riproducibili) della destinazione e quindi della scelta dell’offerta turistica (in termini di beni riproducibili) compatibile con le rispettive preferenze. Si tratterebbe quindi di esaltare le specificità delle risorse turistiche originarie in grado di costituire un forte stimo- lo per la corrispondente tipologia di turista alla ricerca di nuovi con- 9 Ricordiamo il criterio utilizzato da Cohen ( E. Cohen (1997) che indivi- dua quattro livelli di intensità della ricerca della novità da parte del turista a seconda della tipologia del viaggio, procedendo dal turista che opta per il viaggio (di gruppo) organizzato, caratterizzato da uno stile di vita del tutto estraneo a quello proprio della destinazione e quindi abbastanza simile, an- corché si frequentino nuovi contesti, a quello abituale. Si passa quindi all’ “individual mass tourist”, all’“explorer” e al “drifter”, categorie che, nell’ordine, presentano crescente interesse per la cultura locale e il relativo stile di vita, che viene realmente sperimentato. Diversi altri autori (ad esem- pio, T.H.Lee e J Crompton (1992), C. Mo, M. E. Havitz, D. R. Howard (1994)) hanno cercato di individuare altre dimensioni del concetto di novità quale elemento chiave per spiegare la domanda turistica, graduandone l’entità e cercando la corrispondenza con altrettanti segmenti della domanda turistica. 16
testi, ma anche di individuare l’insieme delle produzioni turistiche compatibili con le preferenze di quel tipo di turista. Anche per il turista-golfista la ricerca di novità, nel significato appena considerato, appare fattore chiave della scelta della destina- zione. Scopo di una recente indagine (Petrick, 2002) è di misurare l’incidenza di questo fattore sulla scelta della destinazione mediante l’analisi dei dati ottenuti dalle risposte ai questionari distribuiti ai tu- risti che avevano acquistato un pacchetto turistico comprensivo di attività golfistiche. Il criterio di individuazione delle specifiche carat- teristiche del fattore novità è quello adottato da Lee e Crompton, che graduano l’intensità della novità mediante una scala di quattro ele- menti: andare oltre la routine uscire dalla noia, sorpresa, thrill. I primi due elementi riguardano qualsiasi tipo di attività turistica e so- no rappresentati dalle caratteristiche del contesto ambientale in senso lato: ambiente naturale, culturale, e così via. L’elemento sorpresa può essere presente ove il turista sceglie esplicitamente la ricerca del- la novità, mentre l’ultimo elemento è presente in attività turistiche mirate ad attività sportive che presentano difficoltà e rischi, che pos- sono in qualche misura riscontrarsi nel contesto golfistico. Risultato di questa indagine è la verifica di una significativa cor- relazione tra “ricerca di novità” ed anche “sorpresa” nella scelta del- le destinazioni del turista golfista, mentre la significatività degli ele- menti “andare oltre la routine” e “uscire dalla noia” appare relativa- mente modesta. Si osservano inoltre alcune variabili in grado di in- cidere sull’entità di ciascun elemento del fattore novità: a) variabili di natura demografica (età, educazione, reddito); b) variabili che mi- surano l’intensità dell’attività golfistica del soggetto; c) variabili che misurano il potenziale livello di soddisfazione ottenibile e la possibi- lità di tornare nella destinazione prescelta10. Va rilevato che queste indagini sul turismo del golf riguardano esclusivamente il percorso, ovvero una struttura assai diversificata a 10 Altro risultato dell’indagine riguarda l’irrilevanza di “educazione” e “red- dito” nella determinazione dei livelli di interesse verso ciascun elemento del fattore novità (in un soggetto già orientato verso la novità), mentre l’età dei soggetti incide soprattutto rispetto al fattore “thrill”: i più giovani sarebbero più sensibili alle novità di tipo più intenso rispetto alle altre categorie di età. 17
seconda dell’ambiente in cui è collocato e a seconda delle caratteri- stiche che presenta (i vari livelli di difficoltà, ad esempio), e non an- che l’ambiente in senso lato. L’interesse per la novità diverrebbe ora più rilevante, in quanto viene riferita anche alle categorie ambientali esterne al percorso, e che possono costituire in certe regioni, soprat- tutto in ordine ai beni culturali e ai processi di antropizzazione im- pressi al paesaggio, elementi di forte specificità e quindi di novità, che possono essere forte motivazione per il turista in generale, e quindi per il golfista turista11. Una regione che dispone di consistenti risorse turistiche nei di- versi contesti reciprocamente compatibili12 - ambientali (naturali e climatiche), culturali, gastronomiche, balneari - è in grado di genera- re una domanda turistica più consistente di un’altra che dispone di contesti meno articolati, in quanto viene meno la domanda del sog- getto non interessato alla novità di uno specifico contesto ma all’insieme delle novità di un contesto più integrato. Ne deriva che l’ampliamento dei contesti turistici può generare incrementi di do- manda del settore: la regione richiamata si avvarrà certamente degli effetti positivi dell’integrazione di un’offerta golfistica alle altre ri- sorse, di per sé rilevanti, di cui dispone. Nel par. che segue vedremo che l’effetto sulla domanda turistica di questa integrazione è dato dal potenziamento della funzione di utilità del turista dovuto alla mag- giore articolazione dei contesti compatibili. 11 Mediamente, il 75% dei turisti golfisti dichiara di essere continuamente orientato verso nuovi campi, mentre svedesi, inglesi e danesi effettuano all’estero il 50% del tempo destinato al golf, a fronte dei tedeschi con il 93% (Acciari Consulting e CENSIS, 2004). 12 I contesti turistici sono reciprocamente compatibili se ciascuno di essi è rappresentato nella funzione di utilità di un segmento della domanda turisti- ca principalmente interessato ad uno di essi. Una regione dotata di varietà di risorse turistiche può quindi potenziare una specifica offerta turistica se ren- de disponibili risorse compatibili con le preferenze dei soggetti certamente interessati a quelle risorse. 18
4. Incremento dei contesti turistici compatibili di una regio- ne e potenziamento della funzione di utilità del turista Com’è noto, è possibile che nella funzione di utilità di più beni l’utilità di ciascun bene sia anche funzione del consumo degli altri beni, in quanto la presenza di questi ultimi procura maggiori (o mi- nori) livelli di utilità per il bene ogni volta considerato. Per un dato soggetto, cioè, possono esistere insiemi di beni il cui consumo simul- taneo genera livelli di utilità totale più elevati di quanto non sia la somma delle utilità di ciascun bene se il relativo consumo fosse sepa- rato da quello degli altri13. Possiamo al riguardo fare riferimento ai contesti turistici offerti da una regione, composti dalle date risorse di base e dall’insieme delle produzioni relative ai servizi turistici. La composizione di que- sti ultimi viene scelta tenendo conto, come si è detto, delle preferen- ze del segmento turistico tipicamente interessato alle risorse di base più rilevanti nell’ambito di ciascun contesto territoriale della regione (La Rosa, 2005). Questa compatibilità tra risorse turistiche di base e servizi turistici prodotti nella data destinazione è già un elemento che procura un potenziamento della funzione di utilità del turista. Inoltre, se la regione dispone di un notevole insieme di risorse turistiche di base - culturali, ambientali, enogastronomiche -, che risultano, nelle valutazioni di dati segmenti della domanda turistica, reciprocamente compatibili, si ottengono ulteriori elementi di potenziamento della funzione di utilità totale se si aggiunge il golf alla produzione turisti- ca, e ciò può essere verificato sia nel caso in cui il golf venga consi- derato risorsa di base (in quanto si accresce la disponibilità di risorse di base reciprocamente compatibili), che nel caso in cui sia conside- rato servizio aggiuntivo (in quanto servizio compatibile con quelle risorse di base). Se, quindi, si aggiunge alle risorse di base esistenti una congrua produzione golfistica, le funzioni di utilità di un dato 13 In questi casi la funzione di utilità totale non è additiva rispetto alle sin- gole funzioni di utilità (su alcune proprietà di questa funzione si veda J. Fi- gueira, [e] S. Greco [S.] (2006). 19
segmento di domanda turistica risultano potenziate nel senso prima detto. Altra possibilità di potenziamento della funzione di utilità tota- le può essere data, in ambito golfistico, dalla costruzione di una rete di percorsi di golf, ciascuno dei quali può presentare caratteristiche diverse; ciò dipende dall’ipotesi, abbastanza verosimile, che il golfi- sta apprezza sperimentare il gioco su percorsi con buoni livelli di di- versificazione. Il potenziamento della funzione di utilità, dati i prez- zi delle produzioni turistiche, genera evidentemente incrementi di domanda, che non dipendono semplicemente dalla possibilità che il turista golfista ora può soddisfare la propria vocazione per il golf e fruire contemporaneamente di altre risorse turistiche, ma dipendono anche dall’innalzamento del livello di attrazione dell’insieme in quanto esso va oltre la somma delle utilità relative alle singole risor- se.. Innalzandosi, in altri termini, il prezzo che il turista è disposto a pagare per quella destinazione, si pongono le condizioni per realizza- re incrementi di domanda. La presenza in una data destinazione turistica di più turismi appartenenti alla funzione di preferenza di un soggetto, ciascuno dei quali determina valori positivi di utilità, può dar luogo, come si è det- to, ad un potenziamento dei livelli globali di utilità. Si possono otte- nere, cioè, valori di utilità totale più elevati della somma dei valori di utilità espressi dal consumo isolato di ciascuna componente della funzione. Si tratterebbe quindi di una funzione di preferenza in cui i livelli di utilità totale sono ottenuti per moltiplicazione dei livelli parziali anziché per somma. Questo effetto non può essere attribuito alle economie di spesa derivanti dalla compresenza nella medesima destinazione dei diversi prodotti turistici, minore spesa che può consentire, per il dato bilan- cio, incrementi di consumo totale e quindi di benessere totale. Ci ri- feriamo, infatti, ad un potenziamento del livello di preferenza a parità di consumo di ciascun prodotto turistico ove esso avvenga simulta- neamente agli altri. Questo effetto non può neanche essere dovuto al pieno utilizzo del tempo di permanenza presso la destinazione mediante il consumo di risorse turistiche di base che appartengono, con elevati livelli di preferenza, alla funzione di utilità del soggetto. Ciò infatti ridurrebbe 20
le modeste (o negative) utilità dovute - nel caso si consumino pro- dotti turistici di base che non impegnino l’intero tempo disponibile - ai tempi residui impiegati in modo scarsamente proficuo o che addi- rittura generino situazioni di noia. L’effetto non può, ovviamente, risultare dalla semplice considerazione delle utilità aggiuntive otte- nute dalla possibilità di consumo dei prodotti turistici di base prefe- riti dal soggetto nell’utilizzo dell’intero arco di tempo disponibile, in quanto si avrebbe una funzione di preferenza additiva rispetto ai sin- goli elementi della funzione. Va comunque ancora rilevato che le scelte relative alla composizione dell’offerta turistica di una regione devono tener conto degli insiemi di prodotti che certamente appar- tengono alla funzione di preferenza del soggetto interessato alle ri- sorse di base (o alla risorsa di base) che caratterizzano la regione. Poiché è pensabile che per talune categorie di turisti esiste una sorta di complementarietà tra gli elementi della propria funzione di prefe- renza, possono aversi drastiche riduzioni di domanda dovute all’assenza di uno o alcuni di essi nell’offerta turistica. L’effetto di potenziamento della funzione può essere dato da un’attività turistica complessiva che, oltre a non lasciare tempi “vuo- ti” o scarsamente utili, determina la soddisfazione aggiuntiva di rea- lizzare contemporaneamente attività che rientrano con elevati valori di utilità nella propria funzione di preferenza. [Questa possibilità può determinare livelli di preferenza più elevati di quanto non sia la somma delle preferenze delle singole componenti della funzione se ciascuna di esse fosse esercitata indipendentemente dalla altre.] Se, in altri termini, il soggetto è fortemente interessato, ad esempio, al turismo culturale, al golf, all’eno-gastronomico e alla ricezione di elevata qualità, la possibilità di realizzare contemporaneamente que- ste attività turistiche crea un’esaltazione dei livelli di preferenza di ciascuna di esse, e quindi della preferenza totale, che può essere e- spressa mediante una funzione di tipo moltiplicativo. Ciò rafforza ulteriormente l’esigenza sopra individuata di effettuare scelte di composizione dell’offerta turistica coerenti con le preferenze dei soggetti che esprimono la domanda14. 14 Il contributo in termini di utilità dei singoli elementi della funzione è di tipo additivo se ciascun contributo viene espresso indipendentemente dagli 21
5. La redditività dei percorsi di golf Uno studio della Camera di Commercio Tirolese si occupa della redditività dei percorsi di golf, facendo riferimento alla realtà au- striaca15. Nell’ipotesi che il terreno sia in affitto, che il finanziamento privato dei progetti sia del 60% (il 40% essendo finanziamento pub- blico), che il percorso sia utilizzato al 30% delle proprie potenzialità di offerta - che corrisponde ad un uso medio prevalentemente priva- to16, meno intenso rispetto ad un uso turistico (50%) - si calcola una redditività del 3,2%, che comprende il reddito di gestione (pari all’1,6%), valori non certo elevati. Se, però, si ipotizzano canoni di affitto del terreno meno rilevanti ed un uso del percorso a più elevata intensità la redditività può significativamente accrescersi. In una re- gione come la Sicilia, ad esempio, i canoni di affitto sono assai mino- ri che in Austria o in Svizzera, e l’impianto verrà utilizzato sostan- zialmente per fini turistici. Inoltre in questa regione l’attività del golf può essere esercitata anche in autunno-inverno, con ulteriore notevo- le incremento della relativa intensità di utilizzo. Per queste ragioni, ove la regione riesca a realizzare una propria identità del turismo del golf, oltre che un’identità turistica, la redditività degli impianti po- trebbe essere in Sicilia più elevata che nell’Europa centrale. In un rapporto della Golfvacanze s.p.a. Milano (2002) si de- termina la redditività di un tipico impianto da golf in Sicilia che ab- altri contributi (è “separabile”), per cui l’utilità totale è data dalla somma delle utilità parziali, pari a quelle ottenute nell’ipotesi di utilizzo isolato dei singoli elementi; è, invece, di tipo moltiplicativo quando le utilità parziali, nell’utilizzo congiunto dei singoli elementi, sono reciprocamente interagenti (integrale di Choquet), determinando sinergie in caso di interazione positiva - che è il caso di taluni consumi turistici - ovvero livelli di utilità totale maggiori della somma delle utilità parziali (l’integrale di Choquet, nel caso di interazione negativa, determina, al contrario, situazioni di ridondanza, ovvero utilità totali minori rispetto alla somma delle utilità parziali) (P.Meyer, M. Roubens (2005). 15 Tiroler Roumondnung (1993), Tiroler Golfplatzkonzept, Selbstverlag. 16 In questo caso i soggetti che frequentano il campo sono esclusivamente i relativi proprietari, che hanno costituito un’associazione golfistica (si veda il par. successivo). 22
bia raggiunto una congrua notorietà a livello nazionale, per altro ana- logo per dimensioni e strutturazione all’unico impianto esistente nel- la Sicilia orientale (comune di Castiglione). A differenza del caso concreto, però, il modello di impianto golfistico analizzato ne preve- de l’integrazione in un circuito di quattro impianti, in modo da costi- tuire un’area golfistica. Il modello prevede che la realizzazione del percorso non determini costi dovuti ad operazioni particolarmente complesse di adattamento del percorso al terreno. La redditività dell’investimento privato per la realizzazione del progetto, per un pe- riodo di gestione di 15 anni, risulta più elevata rispetto a quella dei percorsi austriaci. Il movimento antigolfista17 fa leva, al fine di esaltare gli aspetti negativi del golf, oltre che sui rischi di impatto ambientale del relati- vo sviluppo, sulla limitata redditività dell’investimento nel settore ed evidenzia i casi di difficoltà e di fallimento di talune imprese. Quest’ultima non pare sia in effetti una situazione generalizzata: da- gli Stati Uniti alla Spagna (soprattutto per la Costa del Sol) questo settore ottiene buoni livelli di redditività, tanto che l’orientamento è per un’ulteriore espansione, soprattutto nei paesi a forte attività turi- stica. Per il movimento antigolfista la redditività del settore può, ov- viamente, essere accresciuta per effetto dello sviluppo del turismo del golf, in quanto accresce il grado di utilizzo delle strutture, ma an- che per effetto del finanziamento pubblico sempre più consistente. Ma l’espansione del turismo del golf viene considerata dal movimen- to fenomeno negativo soprattutto perché può generare l’aumento del numero degli impianti e il rischio di impatti ambientali negativi. Di conseguenza l’intervento crescente del soggetto pubblico a sostegno del golf mediante il relativo finanziamento di infrastrutture e contri- buti all’investimento determinerebbe situazioni di inefficienza della spesa dovute agli effetti negativi dello sviluppo del golf sull’ ambien- tale. D’altro canto, il finanziamento pubblico dei campi più popolari - a forte partecipazione pubblica e senza fini di lucro - congiunta- mente ad una politica di sensibilizzazione verso il golf diretta ai resi- denti di paesi a bassa tradizione golfistica, incrementando la propen- 17 Si veda, ad esempio, A. Atzori (2004). 23
sione dei residenti al gioco del golf, accresce la diffusione dei campi oltre a quanto può essere dovuto al turismo del golf, moltiplicando gli effetti negativi sull’ambiente. Va però rilevato, intanto, che lo sviluppo del golf può essere reso ecocompatibile mediante un intervento pubblico adeguatamente vincolante, orientamento sempre più presente a livello internazionale. Inoltre, i benefici della crescita del comparto golfistico, e quindi i benefici del relativo finanziamento pubblico, non vanno misurati unicamente in termini di redditività e occupazione aggiuntiva del comparto, ma anche in relazione ai benefici dovuti agli effetti moltiplicativi indotti sull’intera economia. 6. Forme gestionali di utilizzo delle strutture del golf Esistono differenti tipologie del rapporto del golfista con la rela- tiva struttura sportiva. Si distingue al riguardo tra campi privati, campi turistici, campi commerciali e campi pubblici.. Il circolo privato - ovvero golf club - è fondamentalmente carat- terizzato dalla costituzione di un gruppo di soggetti che intende uti- lizzare la struttura sportiva assumendone la proprietà. I costi di ac- quisizione delle aree, della loro trasformazione e di costruzione degli impianti strettamente necessari a questa attività (essenzialmente clu- bhouse, bar-ristoranti, depositi attrezzi, parcheggi), vengono soste- nuti di norma da imprese immobiliari, e vengono ripartiti in quote vendute a privati, che divengono proprietari del campo e che ne so- sterranno annualmente i costi di gestione. La gestione del campo viene affidata alla società sportiva, costituita dai relativi proprietari, e che realizza, senza scopi di lucro, le decisioni prese dall’assemblea dei soci. Gli stessi soci pagano, per la copertura dei costi di gestione, una tariffa giornaliera per l’accesso al campo. Non è previsto l’accesso al campo ai non soci. E’ previsto lo svolgimento di attività agonistiche. Il circolo privato costituisce la forma gestionale più dif- fusa in Italia. Il campo turistico (o campo misto). Questa struttura, diversa- mente dal circolo privato, non appartiene ai golfisti, ma ad altri soggetti privati o pubblici. La gestione del campo, che non presenta 24
fini di lucro, è affidata ad una società sportiva composta dai relativi utilizzatori del campo e appartenente alla Federazione nazionale del golf. I soci corrispondono un canone alla società per l’utilizzo annuo del campo, e quest’ultima corrisponde un canone alla proprietà. E’ previsto, ancorché in misura limitata, l’accesso al campo ai non soci, che corrispondono una tariffa giornaliera. Come per i circoli privati, i campi turistici sono abilitati allo svolgimento di attività agonisti- che. Il campo turistico, pertanto, è maggiormente frequentato e ri- chiede tariffe giornaliere sensibilmente minori rispetto al campo pri- vato. I campi turistici sono poco diffusi in Italia. Il campo commerciale. La proprietà di questo tipo di impianto appartiene, come per i campi turistici, a soggetti privati o pubblici; la gestione, invece, non viene effettuata da società sportive della Fe- derazione ma da altre imprese, con scopo di lucro. In assenza di una società sportiva, i cui soci acquistano il diritto annuo di frequentare il campo, l’accesso al campo diviene libero ed è probabile che il nume- ro dei giocatori sia sensibilmente maggiore rispetto ai circoli privati, ma anche rispetto ai campi turistici, determinandosi, nonostante i prezzi minori, potenzialità di ricavo più elevate rispetto, in primo luogo, ai circoli privati. I campi commerciali, inoltre, sono sempre più diffusi nelle regioni a condizioni climatiche che consentono l’esercizio del golf nell’intero arco dell’anno e nelle quali esiste una consistente offerta turistica effettiva. La tipologia gestionale del campo commerciale, assieme a quella del campo turistico, dà luogo alla categoria di impianto nota come “pay and play”, che si contrappone soprattutto a quella dei circoli privati. I campi pay and play allo stato determinano la quota princi- pale degli impianti di più recente costruzione soprattutto nelle regio- ni in cui l’offerta di golf svolge il ruolo di incentivazione della do- manda turistica (negli Stati Uniti questa tipologia gestionale costitui- sce la quota notevolmente più ampia). In Italia, tuttavia, gli impianti di questo tipo sono assai pochi - la quasi totalità essendo circoli pri- vati - e costituiti soprattutto da campi pratica e da campi a non più di nove buche (ovvero di piccole dimensioni) (Borghi, Chiavazza, 2003). Ciò riflette la scarsa attenzione che la politica del turismo ha sinora attribuito al golf quale elemento di sviluppo turistico, special- 25
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