IL PROGRAMMA INTERREG ITALIA-FRANCIA - 30 anni di cooperazione europea in Sardegna

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IL PROGRAMMA INTERREG ITALIA-FRANCIA - 30 anni di cooperazione europea in Sardegna
30 anni
di cooperazione
europea
in Sardegna:

IL PROGRAMMA
INTERREG
ITALIA-FRANCIA
Regione Autonoma della Sardegna
Centro Regionale di Programmazione
Via Cesare Battisti s.n.
Cagliari 09123 +39 070 - 6064659

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30 anni di cooperazione europea
           in Sardegna:

IL PROGRAMMA INTERREG
     ITALIA-FRANCIA
Nel 2020 i programmi INTERREG e la co-               costante aumento delle attività di cooperazio-

                                                                                                          INTRODUZIONE
operazione in tutte le sue forme celebrano 30        ne in atto tra gli enti regionali e locali dei di-
anni di attività. Secondo pilastro della politi-     versi Paesi. Con questa visione, in Europa la
ca di coesione, la Cooperazione territoriale è       cooperazione internazionale tra gli enti locali
espressione di un nuovo modo di concepire lo         e regionali è diventata nel corso degli anni un
sviluppo equo e sostenibile tra i diversi territo-   elemento essenziale del sistema globale di go-
ri, fondato sulla partecipazione, il dialogo e il    verno delle reti; questo fenomeno ha contribu-
rafforzamento delle capacità degli attori locali.    ito direttamente al processo globale di integra-
Per questo, è considerata al centro dello spirito    zione europea, costituendo una realizzazione
europeo perché incoraggia le regioni e i paesi       pratica dell’“Europa del cittadino”.
ad affrontare le sfide che si possono risolvere
lavorando insieme.                                   Le regioni frontaliere interne dell’UE occupa-
                                                     no il 40% del territorio dell’Unione, rappre-
Nel corso di 30 anni migliaia di progetti fi-        sentano il 30% della popolazione, vale a dire
nanziati dall’Unione Europea hanno portato           150 milioni di persone, generano il 30% del
benefici concreti alle regioni frontaliere del       PIL dell’UE, ospitano quasi 2 milioni di pen-
continente europeo, creando fiducia e rispet-        dolari transfrontalieri fra cui 1,3 milioni di la-
to tra le persone provenienti da comunità che        voratori transfrontalieri, che rappresentano lo
condividono uno spazio comune. La condivi-           0,6% di tutti gli occupati dell’UE. Dai proget-
sione delle frontiere non significa solo la ricer-   ti people-to-people agli investimenti nelle in-
ca di soluzioni a problemi comuni ma anche           frastrutture fino alle iniziative di cooperazione
approfittare di opportunità, interessi, pratiche     istituzionale, INTERREG ha inciso concreta-
culturali e stili di vita comuni.                    mente sulle regioni frontaliere, contribuendo
                                                     alla loro trasformazione.
La Cooperazione territoriale europea (CTE),
meglio nota come INTERREG, è il principale           Dalla fine degli anni ’80 sono stati introdotti
strumento dell’Unione Europea per la coope-          numerosi programmi specifici che hanno fa-
razione a livello regionale e nazionale a vantag-    vorito, direttamente o indirettamente, la co-
gio di tutti i cittadini europei, fornendo una       operazione e la creazione di reti tra enti locali
cornice per l’attuazione di azioni congiunte e       e regionali. Tra questi, INTERREG rappre-
scambi politici tra attori nazionali, regionali      senta uno strumento chiave per rafforzare la
e locali di diversi Stati membri. In attuazione      cooperazione tra i partner transfrontalieri con
dell’articolo 174 del Trattato istitutivo dell’U-    l’obiettivo di trovare soluzioni condivise nel
nione Europea, il suo obiettivo è quello di          campo dell’ambiente, dei trasporti, della ricer-
promuovere uno sviluppo economico, sociale           ca e dell’innovazione, della salute, dell’istru-
e territoriale armonioso dell’Unione nel suo         zione, della cultura, dell’energia sostenibile e
complesso.                                           altro ancora.

Dal suo avvio nel 1990 INTERREG ha dimo-             Con un bilancio totale di oltre 12 miliardi di
strato che le frontiere non costituiscono bar-       Euro per il periodo di programmazione 2014-
riere e ha avvicinato le comunità contribuendo       2020, compresi i contributi degli Stati membri
ad affrontare le sfide comuni e a creare nuove       e dei Paesi partner, i programmi di cooperazio-
opportunità di cooperazione attraverso i con-        ne INTERREG coprono l’intera UE e i suoi
fini. Nel 2000, con il Libro bianco sul sistema      vicini immediati: 53 programmi transfronta-
di governo europeo “Approfondire la demo-            lieri che mirano a migliorare la vita dei cittadi-
crazia nell’Unione europea”, la Commissione          ni migliorando le loro opportunità e l’accesso
Europea lanciò un ampio dibattito mirato a           ai servizi lungo le frontiere interne dell’Unio-
promuovere nuove forme di dialogo identifi-          ne; 15 programmi di cooperazione transna-
cando una “governance cooperativa” non più           zionale agiscono strategicamente su territori
circoscritta ai governi nazionali a seguito del      nazionali che hanno le stesse caratteristiche e

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soffrono delle stesse sfide che possono superare      terrestri ha stimato che tali regioni potrebbero
    solo insieme; 4 programmi di cooperazione in-         essere più ricche in media dell’8% se venisse-
    terregionale si occupano di questioni trasver-        ro rimosse tutte le attuali barriere e fosse uti-
    sali quali la creazione di capacità, la raccolta      lizzata da tutti la stessa lingua (Politecnico di
    di dati o la cooperazione tra le aree urbane, in      Milano (2017), Quantification of the effects of
    tutto il continente europeo. Anche i paesi terzi      legal and administrative border obstacles in land
    beneficiano di 10 programmi di cooperazione           border regions).
    con i paesi candidati, vale a dire lo strumento
    per l’assistenza alla preadesione (IPA), molti        Studiosi ed osservatori segnalano come le dif-
    dei quali nelle aree di confine con i Balcani,        ficoltà transfrontaliere siano sempre percepite
    nonché 15 programmi di cooperazione tra pa-           a livello locale, mentre le soluzioni raramente
    esi dell’UE e paesi di vicinato che condividono       possono essere trovate allo stesso livello e che,
    una frontiera terrestre o una marittima.              conseguentemente, per rimuovere gli ostaco-
                                                          li o ridurre la complessità occorre che tutti i
    A fronte del numero considerevole di proget-          livelli di governo operino in stretta collabora-
    ti finanziati e di soggetti coinvolti nella loro      zione. A fronte di queste problematiche, nel
    attuazione, un indagine condotta da Euroba-           2017 la Commissione europea ha condotto
    rometro nel 2015 su un campione di cittadini          un’analisi sui principali ostacoli alla coopera-
    residenti in aree di confine ha rilevato come         zione transfrontaliera e come questi incidono
    un’elevata percentuale di questi non fosse a          su persone, organizzazioni, imprese e autori-
    conoscenza di attività finanziate dai fondi che       tà pubbliche nelle regioni frontaliere, che ha
    l’Unione europea destina specificatamente a           portato all’adozione di una Comunicazione
    queste aree, mentre tra i pochi che ne avevano        al Consiglio ed al Parlamento Europeo inte-
    almeno sentito parlare una percentuale mag-           sa a rafforzare la crescita e la coesione nelle
    gioritaria non sapeva cosa fosse stato realizza-      regioni frontaliere dell’UE (Comunicazione
    to. Nonostante i molti progressi, permango-           COM(2017) 534 del 20 settembre 2017).
    no difficoltà in alcuni settori, quali la ricerca     Come si ricava dall’indagine della Commissio-
    di occupazione stabile, l’accesso all’assistenza      ne, i dati raccolti indicano come l’emergere di
    sanitaria, ai diritti pensionistici, al riconosci-    questioni transfrontaliere e la loro risoluzione
    mento delle qualifiche professionali, al supera-      costituiscano un processo complesso che coin-
    mento delle differenze culturali e linguistiche,      volge diversi livelli di governo. Tra le azioni
    l’accesso ai pubblici servizi.                        proposte per il miglioramento delle criticità
                                                          a livello transfrontaliero, la Commissione UE
    Sebbene INTERREG abbia contribuito a raf-             invita le autorità nazionali e regionali a sfrutta-
    forzare lo spirito di cooperazione riducendo al-      re appieno le opportunità esistenti di conclu-
    cuni ostacoli alle frontiere, una delle principali    dere accordi o stipulare convenzioni.
    criticità irrisolte risiede nei differenti sistemi
    legislativi e nelle procedure amministrative. In      Secondo la Commissione UE la mobilità della
    particolare, muoversi fra i diversi sistemi am-       forza lavoro è forse la questione più importan-
    ministrativi e giuridici è un’operazione com-         te fra quelle che risentono direttamente e in
    plessa e costosa: infatti, si considerano ostacoli    maggiore misura del problema degli ostacoli
    alle frontiere non soltanto le restrizioni della      alle frontiere; sebbene a livello europeo esista-
    libera circolazione ma anche quelle leggi, nor-       no strumenti e meccanismi di coordinamento
    me o prassi amministrative che ostacolano il          per facilitare il lavoro transfrontaliero, restano
    potenziale insito in una regione frontaliera          ancora margini di miglioramento per molti
    all’atto dell’interazione con il territorio con-      processi connessi al sistema dell’occupazione.
    finante. Nel 2017 uno studio condotto dal
    Politecnico di Milano sull’impatto economico          Altri aspetti fondamentali da risolvere riguar-
    degli ostacoli alle frontiere sul PIL e sui livelli   dano gli ostacoli connessi al bilinguismo,
    di occupazione nelle regioni frontaliere interne      all’accessibilità e ai trasporti, ai servizi sanitari,

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tema divenuto di estrema attualità conseguen-        connesse alla globalizzazione e quelle legate al
temente all’emergenza sanitaria COVID-19.            risorgere di sussulti nazionalistici e localistici,
                                                     il punto di vista della Commissione è che si
E per il futuro? Benché l’Unione Europea stia        rende necessario riconquistare la fiducia dei
attraversando uno dei periodi più difficili dalla    cittadini europei dando rinnovato impulso ad
sua nascita e molte delle sue azioni siano messe     uno dei valori fondamentali dell’Unione Eu-
fortemente in discussione, la spinta della coo-      ropea: lo spirito di cooperazione guidato dalla
perazione europea non sembra essersi esaurita.       consapevolezza che si è più forti lavorando in-
Di fronte all’apparente dualismo tra le sfide        sieme.

A partire dal 1990 la Regione Autonoma della Sardegna, attraverso il Centro Regionale di Pro-
grammazione (CRP), rappresenta per i numerosi attori territoriali dell‘Isola un punto di riferi-
mento nell’ambito della cooperazione territoriale europea. Con il compito di allargare le frontiere
dell’Isola, dapprima come elemento di contatto tra le istanze locali e le strutture amministrative
nazionali ed europee e successivamente investito della gestione diretta del Programma transfronta-
liero, il CRP ha svolto un fondamentale ruolo nel favorire l’incontro di una moltitudine di sogget-
ti – istituzioni pubbliche, forme associative private – per la creazione di partenariati di progetto,
dando impulso alla diffusione del know how comunitario in tema di cooperazione europea.
Oggi conserva il ruolo di presidio territoriale sui temi della cooperazione europea a supporto delle
istanze del partenariato locale.

ottobre 2020

Autore dello studio: Michele De Francesco
I contenuti della presente pubblicazione sono di proprietà esclusiva della Regione Autonoma della
Sardegna. È vietata qualsiasi riproduzione non autorizzata.

                                                                                                           5
Dopo la Seconda guerra mondiale, le po-        corrispondenti “programmi operativi”.

                                                                                                  PARTE I - BREVE STORIA DI INTERREG
polazioni di alcune zone di confine ubica-     La cooperazione transfrontaliera sostenu-
te nel Nord Europa avviarono la creazio-       ta dalla Commissione Europea poggiava
ne di associazioni locali/regionali per la     su alcuni princìpi: partnership verticale
gestione di settori di comune interesse e      e orizzontale; sussidiarietà, con delega di
intese a ridurre gli ostacoli giuridico-am-    poteri agli organismi regionali e locali;
ministrativi che ne limitavano lo svilup-      preparazione di programmi comuni per
po rispetto alle aree centrali dei rispetti-   lo sviluppo delle relazioni transfrontalie-
vi Paesi. A partire dagli anni ‘60 questi      re, attuazione di progetti transfrontalieri.
organismi perseguirono tenacemente, ad
ogni livello politico ed amministrativo,       Nella visione della Commissione, per es-
una politica di miglioramento delle situa-     sere e rimanere efficace la cooperazione
zioni socioculturali ed economiche delle       transfrontaliera doveva poggiare su soli-
popolazioni residenti nelle zone di confi-     de basi; prima di tutto, doveva interessa-
ne, volta a ridurre od eliminare le barriere   re sin dal principio tutti gli aspetti della
rappresentate dai confini.                     vita quotidiana delle regioni di confine:
                                               affari, lavoro, tempo libero, cultura, ser-
Alla fine degli anni ‘80, la creazione del     vizi sociali, pianificazione; essere “d’uso
Mercato Unico Europeo e l’evoluzione           quotidiano” e coinvolgere sin dall’inizio
democratica dei Paesi dell’Europa cen-         partner di tutti i settori e gruppi socia-
tro-orientale hanno ulteriormente sman-        li, dall’una e dall’altra parte del confine;
tellato la maggior parte dei confini nazio-    essere recepita a tutti i livelli amministra-
nali e contribuito alla creazione di nuove     tivi: nazionale, regionale e locale. Questa
regioni di confine. L’apertura dei confini     visione della cooperazione transfrontalie-
e il tracciamento di nuovi hanno convo-        ra prevedeva l’esigenza di cooperare a tut-
gliato l’attenzione delle istituzioni euro-    ti i livelli amministrativi e stabilire tra essi
pee sui restanti problemi delle regioni di     relazioni coordinate.
confine. Per risolvere i problemi giuridici,
le istituzioni europee avevano già elabo-      Nato nel 1990 come Iniziativa Comuni-
rato accordi e modelli e studiato il modo      taria e sostenuto da finanziamenti per la
di armonizzare vasti campi del diritto; in     coesione, INTERREG è costruito intor-
parallelo, alcuni governi nazionali sosten-    no a tre filoni di cooperazione; al suo av-
nero questi sviluppi con speciali trattati     vio copriva esclusivamente la cooperazio-
applicativi nell’ambito delle convenzio-       ne transfrontaliera (Interreg A); nel 2000
ni-quadro e mediante regolamentazioni          è stato riorganizzato come “obiettivo”
ad hoc.                                        formale della politica di coesione europea
                                               ed esteso alla cooperazione transnazionale
In questo contesto, agli strumenti prece-      (Interreg B) e interregionale (Interreg C).
dentemente collaudati della politica re-
gionale l’Unione Europea aggiunse una          A partire dal 1990 si sono succeduti cin-
soluzione adeguata per le zone di confine      que periodi di programmazione di IN-
dell’Europa occidentale e meridionale: fu      TERREG: INTERREG I (1990-1993)
così varata l’iniziativa nota come “Inter-     - INTERREG II (1994-1999) - INTER-
reg”, che prevedeva specifici aiuti alle re-   REG III (2000-2006) - INTERREG IV
gioni di confine basati intorno a strategie    (2007-2013) - INTERREG V (2014-
o piani di sviluppo transfrontalieri e su      2020).

                                                                                                                     9
tra queste l’iniziativa co-
                                                                  munitaria INTERREG,
                                                                  con l’intento di sviluppa-
                                                                  re programmi operativi
                                                                  mirati alla riduzione dei
                                                                  problemi nelle regioni di
                                                                  frontiera interna all’Eu-
                                                                  ropa mediante progetti di
                                                                  infrastrutture, cooperazio-
                                                                  ne fra organismi politici,
                                                                  joint ventures fra imprese
                                                                  e cooperazione in materia
                                                                  di tutela ambientale.

                                                                    Si trattava di programmi
     L’iniziativa Comunitaria                     di aiuto istituiti per completare il funzio-
     INTERREG I (1990-1993)                       namento dei fondi strutturali in determi-
                                                  nati settori:
     Nell’ambito della prima riforma dei fondi
     strutturali risalente al 1989 la Comunità    Reg. CEE del Consiglio n.4253 del
     Economica Europa (CEE) previde “azioni       19/12/1988, articolo 11 “Iniziative comu-
     di interesse particolare per la Comunità”:   nitarie”

10
In applicazione dell’articolo 5, paragrafo 5                            nanziati congiuntamente da FESR, FSE
del Regolamento (CEE) n.2052/1988 la                                    e FEOGA, assai differenziati sul piano
Commissione può, di propria iniziativa e in                             dell’estensione geografica, del volume
conformità delle procedure stabilite al titolo                          complessivo del finanziamento, delle prio-
VIII, decidere di proporre agli Stati membri                            rità individuate, dei protagonisti e partner
di presentare richieste di contributo per azio-                         sociali coinvolti a livello regionale e locale
ni che rivestono un interesse particolare per                           e delle caratteristiche transfrontaliere, l’i-
la Comunità non incluse nei piani di cui al                             niziativa INTERREG I era indirizzata in
titolo II. Qualsiasi intervento approvato nel                           particolare alla ristrutturazione economi-
quadro della presente disposizione è preso in                           ca delle aree frontaliere, molte delle quali
considerazione nell’elaborazione o nella revi-                          appartenevano a regioni dell’Obiettivo 12,
sione del corrispondente quadro comunitario                             in modo da integrare le loro economie in
di sostegno.                                                            vista del completamento del progetto del
                                                                        mercato unico europeo.
Dopo una prima fase pilota finanziata a
carico dell’articolo 10 del Regolamento                                 L’iniziativa INTERREG prevedeva la con-
del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale                                 cessione di un sostegno comunitario sotto
(FESR) tra il 1988 e il 1989, la Commis-                                forma di prestiti e di aiuti non rimborsabili
sione europea, con la Comunicazione C                                   a favore delle misure e delle zone che aves-
(90) 1562/3 che fissava gli indirizzi di un’I-                          sero soddisfatto le condizioni indicate nel-
niziativa comunitaria destinata alle aree di                            la stessa comunicazione, a condizione che
confine1, lanciò l’iniziativa comunitaria                               formassero oggetto di programmi operativi
INTERREG.                                                               presentati dagli Stati membri successiva-
                                                                        mente approvati dalla Commissione delle
La prima decisione finanziaria della Com-                               Comunità europee.
missione riguardante le Iniziative Comuni-
tarie, assunta il 22 novembre 1989, deter-                              Tali programmi costituivano un pacchetto
minò un importo globale da destinare alle                               eterogeneo per dimensioni e disposizioni
Iniziative Comunitarie di 5,8 miliardi di                               istituzionali, in linea di massima suddivi-
ECU, pari a circa il 10% del budget com-                                so in due categorie; alla prima appartene-
plessivo dei Fondi strutturali. Di questi,                              vano programmi che avevano adottato un
700 milioni a favore di INTERREG, per                                   approccio di tipo “bottom-up” sviluppatisi
la quale in seguito si aggiunsero ulteriori                             sulla base di molti anni di esperienza e del-
risorse provenienti dai Fondi strutturali                               le strutture transfrontaliere esistenti, come
1990-1993 e 100 milioni di ECU previ-                                   le euroregioni sul confine tra Paesi Bassi e
sti per altre iniziative dall’articolo 10 del                           Germania. Su questo ed altri confini simili,
Regolamento FESR, per un totale di 917                                  lo sviluppo e la gestione dell’attuazione dei
milioni di ECU (prezzi 1989).                                           programmi furono effettuati dalle eurore-
                                                                        gioni in collaborazione con le autorità degli
Articolata in 31 Programmi Operativi fi-                                Stati membri ed i programmi venivano at-

1 Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee n. C 215/4 del 30 agosto 1990.
2 La politica di coesione dell’Unione europea è finanziata con le risorse dei Fondi strutturali e di investimento europei, diversi per
dimensione finanziaria e finalità dell’intervento. Nei territori, la misura dell’intervento dei Fondi è parametrata al livello di sviluppo
delle regioni dell’Europa, a loro volta classificate in base al PIL pro-capite rispetto alla media comunitaria. Attualmente, si distin-
guono così le regioni meno sviluppate (PIL inferiore al 75% della media) da quelle in transizione (PIL compreso tra il 75% e il
90%) sino a quelle sviluppate (PIL pro-capite superiore al 90% della media UE). Precedentemente, tale distinzione era identificata
attraverso Obiettivi strategici: le regioni meno sviluppate appartenevano all’Obiettivo 1.

                                                                                                                                             11
tuati su scala regionale/locale, rispecchian-                        Rientravano nelle zone prese in considera-
     do la portata geografica di queste strutture.                        zione dall’iniziativa INTERREG quelle di
                                                                          cui agli Obiettivi 1, 2 e 5b situate lungo
     La seconda categoria di programmi adot-                              le frontiere interne ed esterne della Comu-
     tò un approccio cosiddetto “top-down”,                               nità, definite al livello amministrativo III
     con programmi predisposti dalle autorità                             della Nomenclatura delle unità statistiche
     nazionali senza implicazione delle struttu-                          territoriali (NUTS 3)3, sulla base dell’elen-
     re transnazionali nei rari casi in cui queste                        co allegato alla stessa comunicazione. Per
     esistevano. La gestione di questi program-                           l’Italia, l’unica zona ammissibile per l’O-
     mi venne effettuata dalle autorità nazionali                         biettivo 1 era quella di Sassari.
     interessate, in alcuni casi con un coordina-
     mento transfrontaliero, in altri con un mag-                         La programmazione di INTERREG I è
     gior coordinamento e con un’intensa parte-                           stata caratterizzata da un certo grado di
     cipazione delle autorità regionali/locali.                           flessibilità geografica, soprattutto nei casi
                                                                          in cui emergeva un’evidente anomalia nel-
     Le finalità dell’iniziativa consistevano prin-                       la individuazione delle aree, ad esempio
     cipalmente nel fornire alle zone di frontiera                        in un programma strettamente limitato a
     interna ed esterna della Comunità un aiuto                           regioni NUTS 3 su due lati del confine.
     che consentisse di risolvere gli specifici pro-                      Al riguardo, la Commissione suggeriva che
     blemi di sviluppo determinati dalla posizio-                         gli investimenti per la creazione di infra-
     ne di relativo isolamento nel contesto delle                         strutture dovessero essere concentrati, per
     economie nazionali ed in quello dell’intera                          quanto possibile, in zone amministrative
     Comunità, a vantaggio della popolazione                              più piccole di quelle individuate al livello
     locale e con modalità consone alla tute-                             NUTS 3, poste a ridosso dei confini, e solo
     la dell’ambiente, nonché promuovere, nel                             qualora si fosse osservato in regioni scar-
     contesto del completamento del mercato                               samente popolate che lo sviluppo econo-
     interno del 1992, la creazione e lo sviluppo                         mico veniva frenato dalla carenza delle in-
     di reti di cooperazione comuni a zone con-                           frastrutture viarie, queste ultime avrebbero
     termini attraversate da frontiere interne.                           potuto essere prese in considerazione, in
                                                                          via eccezionale, in una zona che non esat-
     La Commissione distinse tre tipi di azioni:                          tamente coincidente con quella definita al
     pianificazione ed applicazione congiunte                             livello NUTS 3, a condizione che le infra-
     di programmi transfrontalieri, introduzio-                           strutture fossero finalizzate allo sviluppo
     ne di misure atte a migliorare il flusso tran-                       delle regioni in questione.
     sfrontaliere di informazioni nell’ambito
     delle regioni di frontiera tra enti pubblici,                        Le attività sostenute in base a tale Inizia-
     organismi privati ed organizzazioni a carat-                         tiva Comunitaria coprivano quasi tutti i
     tere volontario, creazione di strutture isti-                        settori dello sviluppo economico: trasporti
     tuzionali ed amministrative miste destinate                          e comunicazioni, scambi e turismo, svilup-
     a sostenere e promuovere la cooperazione.                            po rurale, formazione. Nell’elaborazione

     3 L’Unione europea utilizza una nomenclatura statistica comune delle unità territoriali, denominata «NUTS», per permettere
     la rilevazione, la compilazione e la diffusione di statistiche regionali armonizzate nell’UE. Questo sistema gerarchico viene anche
     utilizzato per condurre analisi socioeconomiche nelle regioni ed elaborare gli interventi nel contesto della politica di coesione
     dell’UE. Il livello NUTS 0 comprende i 27 Stati nazionali dell’Unione Europea; il livello NUTS 1 97 territori, che per alcuni Paesi
     corrispondono alle regioni, mentre per altri, come l’Italia, ad aree sovraregionali (per l’Italia le 5 ripartizioni, Nord Ovest, Nord
     Est, Centro, Sud, Isole). Il livello NUTS 2 è suddiviso in totale 271 territori, tra cui le regioni italiane, le comunità autonome in
     Spagna, le regioni e le DOM francesi e così via. Il livello NUTS 3, infine, considera 1303 territori, tra cui le province italiane.

12
dei programmi operativi gli Stati membri          netico e per la salute degli animali e delle
avrebbero dovuto definire una serie limita-       piante; misure volte a migliorare le produ-
ta ma equilibrata di misure sulle quali con-      zioni e le pratiche agricole, a promuovere
centrare l’aiuto comunitario, scegliendo tra      la diversificazione dei prodotti, a svilup-
le numerose indicate dalla comunicazione:         pare l’uso di etichette e marchi di qualità;
studi concernenti piani di sviluppo; aiuti        misure per il miglioramento delle strutture
agli investimenti e fornitura di strutture        commerciali e per il sostegno delle strategie
e servizi per incentivare e promuovere lo         commerciali cooperative, nelle aree con se-
sviluppo di piccole e medie imprese, con          rie carenze infrastrutturali, miglioramento
un accento particolare sullo sviluppo di          dei trasporti e di altri sistemi di comunica-
reti transfrontaliere per facilitare i contatti   zione (compresi i mezzi di comunicazione
tra le PMI; distribuzione, a livello locale,      di massa) all’interno delle zone di fron-
di acqua, gas ed elettricità; creazione di        tiera e tra di esse, mediante la creazione
reti di telecomunicazioni a carattere loca-       o l’ammodernamento di infrastrutture, in
le e sviluppo delle fonti di energia rinno-       risposta a problemi direttamente connessi
vabili; sviluppo ed utilizzazione comune          alla presenza di un confine; misure volte a
delle risorse idriche e delle infrastrutture      promuovere la cooperazione tra centri di
connesse; programmi di prevenzione e di           ricerca nel campo dell’istruzione superio-
lotta all’inquinamento e di tutela ambien-        re e della formazione professionale; misure
tale, di controllo degli standard ambientali      concernenti la formazione e l’occupazione
delle nuove industrie localizzate nelle zone      destinate ai disoccupati e alle persone che
di frontiera; programmi di sviluppo rurale        avessero risentito dei cambiamenti interve-
destinati a diversificare i redditi degli agri-   nuti nelle attività connesse alla presenza di
coltori ovvero concernenti la silvicoltura e      un confine ed in rapporto con le preceden-
la pesca; misure per il miglioramento ge-         ti misure.

                                                                                                  13
Il finanziamento dei programmi opera-                             gionali per la realizzazione del programma
     tivi INTERREG era assicurato da un in-                            operativo; l’affidabilità degli strumenti de-
     tervento congiunto degli Stati membri e                           stinati alla realizzazione, al monitoraggio e
     della Comunità europea attraverso i Fondi                         alla valutazione.
     strutturali. La decisione in merito all’enti-
     tà del contributo del bilancio comunitario
     per singoli programmi teneva conto della                          INTERREG II
     popolazione presente nelle zone di frontie-                       Iniziativa Comunitaria in materia
     ra interessate, del livello di sviluppo delle                     di sviluppo delle zone di confine,
     stesse e della qualità dei programmi pre-                         cooperazione transfrontaliera e
     sentati, per valutare la quale la Commis-                         reti energetiche selezionate
     sione avrebbe tenuto conto di una serie                           (1994-1999)
     di elementi, tra i quali l’esistenza di una
     coerente strategia regionale per le zone di                       L’iniziativa INTERREG II venne lanciata
     frontiera interessate, la probabile incidenza                     per continuare le attività di sostegno allo
     delle misure proposte sulle prospettive di                        sviluppo delle regioni di confine già avvia-
     sviluppo delle zone prese in considerazio-                        te nella prima fase del programma (1990-
     ne, il carattere supplementare delle risorse                      1993)4. Mentre INTERREG I sosteneva
     chieste alla Comunità e di quelle messe a                         essenzialmente le regioni di confine rien-
     disposizione dalle autorità nazionali e re-                       tranti negli Obiettivi 1, 2 e 5b, oltre ad

     4 Nella programmazione 1994-1999 i riferimenti alle Iniziative comunitarie sono contenuti nell’art.11 del Reg. 2082/1993 sulle
     disposizioni comuni per i fondi strutturali e nell’art.10 del Reg.2083/1993 disposizioni per il FESR.

14
alcune regioni di confine marittime, IN-                             to nel contesto delle economie nazionali
TERREG II comprendeva per la prima                                   e in quello dell’intera Unione europea:
volta tutte le regioni di confine, situate                           promuovere, nel contesto del mercato in-
sia ai confini interni che a quelli esterni                          terno, la creazione e lo sviluppo di reti di
dell’Unione Europea. Inoltre, attività tran-                         cooperazione tra zone interne di confine
sfrontaliere interessanti regioni dei paesi                          e, se del caso, il collegamento di tali reti
dell’Europa centrale e orientale confinan-                           con altre più a livello comunitario; aiu-
ti con Stati membri dell’Unione potevano                             tare le aree situate a ridosso dei confini
beneficiare dell’assistenza prevista dal pro-                        esterni ad adeguarsi al loro nuovo ruolo
gramma PHARE5.                                                       di zone di frontiera di un unico mercato
                                                                     integrato; cogliere le nuove opportunità
Gli orientamenti per la programmazione                               di cooperazione con paesi terzi alla fron-
di INTERREG II vennero fissati con la                                tiera esterna dell’Unione europea, creare
Comunicazione della Commissione 94/C                                 strutture istituzionali ed amministrative
180/13 del 1 luglio 19946. Ampliando                                 miste destinate a sostenere e promuovere
i programmi INTERREG I e REGEN I                                     la cooperazione.
1990-1993, l’iniziativa si articolava in due
sezioni distinte: la prima mirata allo svilup-                       Le zone ammissibili per la cooperazione
po delle zone di frontiera interne e alla co-                        transfrontaliera erano quelle situate lungo i
operazione transfrontaliera (INTERREG                                confini terrestri interni ed esterni alla Co-
IIA); la seconda mirata al completamento                             munità, definite a livello di NUTS 37, e al-
delle reti di collegamento energetico (IN-                           cune regioni marittime, definite allo stesso
TERREG II B). In totale furono presen-                               livello.
tati e approvati 59 programmi operativi
nell’ambito di INTERREG II A, per un                                 Alle misure sovvenzionabili già previste da
totale di 2,6 miliardi di Euro. Un secondo                           INTERREG I si aggiunsero quelle destina-
fattore che determinò la forte espansione                            te a promuovere la collaborazione in cam-
di INTERREG II A fu il maggiore accento                              po sanitario, quelle riguardanti l’energia, i
posto sulla cooperazione attraverso i confi-                         trasporti e le telecomunicazioni destinate a
ni marittimi: con Interreg II A venne dato                           completare lo sviluppo di reti transeuropee,
sostegno a 16 programmi operativi marit-                             misure speciali destinate a ridurre i problemi
timi rispetto ai soli 4 di INTERREG I.                               legati alle barriere linguistiche, a procedure
                                                                     amministrative e sistemi giuridici diversi
Le finalità generali perseguite dalla coo-                           da un lato e dall’altro dei confini nazionali,
perazione transfrontaliera (sezione A) era-                          misure di sostegno per l’elaborazione e la
no destinate a fornire alle zone di frontie-                         realizzazione di una pianificazione territo-
ra interna ed esterna dell’Unione europea                            riale transfrontaliera e per lo sviluppo degli
un aiuto che consentisse di risolvere gli                            insediamenti urbani nelle zone di frontiera
specifici problemi di sviluppo determi-                              e misure volte a prevenire il commercio ille-
nati dalla posizione di relativo isolamen-                           cito attraverso le frontiere esterne.

5 Il programma di aiuto comunitario ai paesi dell’Europa centrale e orientale (PHARE) era lo strumento finanziario della strategia
di preadesione per i paesi dell’Europa centrale e orientale (PECO) candidati all’adesione all’Unione europea. Riorientato negli anni
2000 e integrato con lo strumento strutturale preadesione (ISPA) e lo strumento agricolo preadesione (SAPARD), a decorrere dal
2007 tali strumenti sono stati sostituiti dallo strumento di assistenza preadesione (IPA).
6 Pubblicata sul Bollettino Ufficiale n. C 180 del 1 luglio 1994.
7 Oltre a Sassari, già inclusa da INTERREG, zone ammissibili per INTERREG II erano quelle di Bari, Brindisi e Lecce.

                                                                                                                                       15
Studi condotti alla chiusura dell’esperienza                           INTERREG III
     INTERREG II evidenziano come i pro-                                    (2000-2006)
     grammi per i confini terrestri interni fos-
     sero molto avanzati in termini di sviluppo                             Con il Libro verde sulle Iniziative Comu-
     istituzionale transfrontaliero, disponen-                              nitarie del 2000 la Commissione europea
     do nella maggioranza dei casi di strutture                             andò nella direzione della semplificazione
     transfrontaliere regionali locali per la loro                          e della concentrazione, riducendo da 13 a
     gestione, in autonomia o in partenariato                               4 il numero delle iniziative comunitarie.
     con le autorità nazionali. Diversamente,
     nell’ambito dei programmi marittimi in-                                Gli orientamenti dell’iniziativa comuni-
     terni vennero evidenziate situazioni del                               taria riguardante la cooperazione tran-
     tutto distinte: ad un estremo, i programmi                             seuropea volta a incentivare uno sviluppo
     del Nord Europa equiparati ai “migliori”                               armonioso ed equilibrato del territorio co-
     per i confini terrestri; all’altro estremo, i                          munitario - INTERREG III furono stabi-
     programmi dell’Europa meridionale (tra                                 liti con la Comunicazione della Commis-
     i quali Corsica-Sardegna) del tutto sotto-                             sione agli Stati membri 2000/C 143/08 del
     sviluppati in termini di disposizioni isti-                            28 aprile 2000).10
     tuzionali transfrontaliere nonché privi di
     importanti iniziative “bottom up” volte a                              Le zone frontaliere avevano certamente
     creare strutture permanenti a livello regio-                           tratto beneficio dall’esperienza di INTER-
     nale/locale8.                                                          REG I e II ma in generale era risultato mol-
                                                                            to difficile realizzare vere e proprie azioni
     Altri studi hanno evidenziato un aspetto                               transfrontaliere e persistevano ostacoli che
     fondamentale capace di incidere sull’effica-                           impedivano alle zone frontaliere e agli Stati
     cia dei programmi di cooperazione: la qua-                             membri di beneficiare appieno della coope-
     lità della compagine partenariale. Partendo                            razione; nonostante i passi significativi ver-
     dal presupposto che, considerata la limitata                           so la pianificazione e la gestione congiunte
     portata finanziaria, l’impatto economico di                            di programmi transfrontalieri, la Commis-
     INTERREG non è sempre stato garantito,                                 sione rilevava come il livello di coopera-
     gran parte del suo valore aggiunto risiede                             zione riscontrato in alcune aree, come nel
     tuttora nelle caratteristiche e nella qualità                          caso delle «euroregioni» nel nord Europa,
     della cooperazione all’interno dei parte-                              rappresentasse l’eccezione piuttosto che la
     nariati nei quali gli attori regionali e locali                        regola. Così, tra i diversi aspetti conside-
     sono coinvolti9.                                                       rati per rafforzare la coesione economica e

     8 Secondo l’indagine condotta nel dicembre 1997 dalla Comunità di lavoro delle regioni europee di confine (LACE) “Le regioni
     di confine meridionali dell’Unione Europea mancano ancora spesso di esperienza nella cooperazione. Strutture amministrative
     piuttosto centralizzate e la mancanza di conoscenza e fiducia reciproca consentono solo un faticoso progresso di strutture transfron-
     taliere durevoli. In tal modo si ostacola in generale l’impegno alla cooperazione, il che porta necessariamente a un coinvolgimento
     relativamente minore dei protagonisti regionali e locali e delle parti sociali”.
     9 Introdotto con la riforma dei fondi strutturali del 1988 e ampliato nei successivi periodi programmazione dei Fondi strutturali,
     il principio di partenariato si articola in due principali dimensioni: la dimensione verticale che prevede la stretta collaborazione tra
     la Commissione e tutti i rilevanti attori istituzionali al livello nazionale, regionale e locale, e la dimensione orizzontale che prevede
     l’inclusione dei partner economici e sociali e il rispetto dei principi di eguaglianza di opportunità e sviluppo sostenibile. Mentre la
     prima dimensione del partenariato si è ormai consolidata nell’esperienza dei Comitati di Sorveglianza per l’attuazione dei Quadri
     Comunitari di Sostegno, che riuniscono i rappresentanti della Commissione e delle Autorità di gestione nazionali, regionali e
     locali, invece il partenariato orizzontale si è realizzato in forme molto diversificate in Europa, laddove si osservano livelli di coope-
     razione crescenti dalle regioni del Sud a quelle del Nord.
     10 Pubblicata nella Gazzetta ufficiale C 143 del 23.05.2000. Successivamente modificata dalla Comunicazione C239 del
     25.8.2001 e dalla Comunicazione C226 del 2.9.2004.

16
sociale, la Commissione riservò particolare       di sviluppo sostenibile e promuovere le pari
attenzione alla cooperazione transfronta-         opportunità. Inoltre, tutti gli interventi do-
liera concernente le regioni insulari.            vevano essere conformi alle regole comuni-
                                                  tarie in materia di concorrenza, in partico-
La cooperazione nell’ambito dell’iniziativa       lare alla disciplina sugli aiuti di Stato;
INTERREG III venne definita conforme-             - partenariato e impostazione “dal basso”:
mente ad alcuni princìpi:                         era necessario mettere a punto un partena-
- strategia transfrontaliera/transnazionale e     riato che non coinvolgesse soltanto i part-
programma di sviluppo congiunti: tutte le         ner istituzionali facenti capo alle autorità
misure e gli interventi nelle regioni doveva-     locali, regionali e nazionali ma che com-
no fondarsi su tale programmazione con-           prendesse le parti sociali e altri organismi
giunta e dimostrarne il valore aggiunto;          competenti (organizzazioni non governa-
- complementarità rispetto ai programmi           tive, rappresentanti del mondo accademi-
generali dei Fondi strutturali: la program-       co, ecc.). La Commissione sottolineava
mazione doveva tener conto degli orien-           l’importanza di costituire tale partenariato
tamenti generali dei Fondi strutturali e          sin dalla fase di elaborazione della strategia
delle politiche comunitarie, nonché essere        congiunta, fino all’attuazione degli inter-
complementare rispetto alle misure incen-         venti, a loro volta preceduti da una fase di
tivate a titolo degli Obiettivi 1, 2 e 3 dei      pubblicità trasparente volta a garantire la
Fondi, in particolare per quanto riguarda-        massima partecipazione possibile da parte
va le infrastrutture, e delle altre iniziative    di operatori pubblici e privati.
comunitarie, dando precedenza in partico-
lare agli interventi finalizzati a creare posti   Come per il passato, la Commissione impo-
di lavoro, migliorare la competitività delle      se la presentazione di un unico programma
zone interessate, definire e attuare politiche    operativo per l’intero periodo di program-

                                                                                                   17
mazione, articolato in «sottoprogrammi»           e un’Autorità di Pagamento, un Comi-
     distinti per ciascuna regione transfronta-        tato di Programmazione con il compito
     liera, all’interno del quale dovevano essere      di selezionare i progetti presentati nei
     indicati gli Stati partecipanti, la natura e      vari bandi, un Comitato di Sorveglianza
     gli obiettivi dei progetti, la loro durata, le    con il compito di decidere in ordine ai
     modalità di valutazione e di controllo della      principali aspetti finanziari e gestionali e
     loro realizzazione. Quale strumento indi-         dei criteri di selezione dei progetti. Per i
     spensabile per un sempre maggior parte-           programmi delle Sezioni B e C era previ-
     nariato venne, quindi, prevista la creazione      sto, infine, un Segretariato transnazionale
     di organismi comuni di cooperazione, sia          composto dai coordinatori dei singoli Pa-
     a livello decisionale dei programmi, che          esi partecipanti.
     potevano essere stabiliti da un comune or-
     ganismo transfrontaliero o transnazionale         Per il periodo 2000-2006 lo stanziamento
     sulla base delle proposte provenienti dal-        complessivo in favore di INTERREG III,
     le autorità nazionali, regionali o locali dei     a titolo esclusivo del Fondo europeo di svi-
     vari Paesi, sia a livello di sorveglianza con     luppo regionale (FESR), era pari a 4,875
     organismi unici che si occupano dei princi-       miliardi di Euro. Il programma era cofi-
     pali aspetti finanziari, gestionali e di attua-   nanziato dagli Stati membri e dalla Com-
     zione dei programmi stessi.                       missione con un contributo massimo del
                                                       FESR fissato al 75% del costo totale nelle
     Conseguentemente, ogni Programma do-              regioni dell’Obiettivo 1 e al 50% nelle altre
     veva prevedere un’Autorità di Gestione            regioni ammissibili.

18
Alcune delle disposizioni contenute ne-                             ca e promozione delle fonti di energia rin-
gli orientamenti riguardanti la Sezione A                           novabile, dal miglioramento dei trasporti,
mostravano una forte continuità rispetto                            delle reti e servizi informatici e di comuni-
a INTERREG I e IIA; tra esse il meto-                               cazione, delle reti idriche ed energetiche,
do di designazione delle aree ammissibi-                            dallo sviluppo della cooperazione in ambi-
li, che venivano specificate nell’allegato                          to giuridico e amministrativo per promuo-
agli orientamenti (e che salvo pochissimi                           vere lo sviluppo economico e la coesione
cambiamenti si riferivano alle stesse aree e                        sociale, dal rafforzamento del potenziale
confini di INTERREG IIA) e la loro am-                              umano e istituzionale per la cooperazione
piezza, rimasta a livello di NUTS 3, con                            transfrontaliera al fine di promuovere lo
la disposizione che in casi speciali si po-                         sviluppo economico e la coesione sociale.
tesse destinare fino al 20% del budget di
programma nelle zone adiacenti NUTS 3.
Le aree ammissibili alla cooperazione tran-                         INTERREG IV
sfrontaliera erano tutte di livello NUTS 3,                         (2007-2013)
mentre le autorità competenti in materia
di programmazione erano le autorità re-                             Riconoscendo l’importanza e l’aumentato
gionali o locali in partenariato con le auto-                       contributo alla coesione europea, con il
rità centrali nazionali.                                            Regolamento del Consiglio n.1083/2006
                                                                    dell’11 luglio 2006 la Cooperazione terri-
Vennero introdotti anche nuovi requisiti,                           toriale diventa uno degli Obiettivi dell’a-
tra i quali il più importante riguardava il                         zione condotta dalla Comunità ai sensi
sistema di gestione finanziaria, semplifica-                        dell’articolo 158 del trattato dell’Unione
to e reso più flessibile grazie all’utilizzo di                     volta a rafforzare la coesione economica e
un unico Fondo strutturale (FESR) avente                            sociale dell’Unione europea allargata. L’ar-
il compito di includere azioni solitamente                          ticolo 3 del Regolamento 1083/2006 defi-
ammesse al Fondo Sociale Europeo (FSE)                              nisce l’obiettivo «Cooperazione territoriale
e al Fondo di orientamento e garanzia per                           europea», inteso a rafforzare la coopera-
l‘agricoltura (FEOGA),11 con conseguente                            zione transfrontaliera mediante iniziative
ampliamento della gamma delle azioni am-                            congiunte locali e regionali, a rafforzare
missibili: promozione dello sviluppo urba-                          la cooperazione transnazionale mediante
no, rurale e costiero, dell’imprenditorialità                       azioni volte allo sviluppo territoriale inte-
e dello sviluppo delle piccole aziende, delle                       grato connesse alle priorità comunitarie e
iniziative locali a favore dell’occupazione,                        a rafforzare la cooperazione interregionale
dell’integrazione del mercato del lavoro e                          e lo scambio di esperienze al livello territo-
dell’inserimento sociale, dalla condivisio-                         riale adeguato.
ne delle risorse umane e delle strutture di
ricerca, sviluppo tecnologico, istruzione,                          Conseguentemente, vennero previste di-
cultura, comunicazioni e sanità al fine di                          sposizioni separate per l’attuazione dell’o-
aumentare la produttività e contribuire alla                        biettivo «Cooperazione territoriale euro-
creazione di una occupazione sostenibile,                           pea» finanziato dal FESR; in particolare,
dalla promozione della tutela ambientale,                           l’articolo 7 del Regolamento 1083/2006
dal miglioramento dell’efficienza energeti-                         definiva l’ambito geografico della CTE ed
11 Nel periodo di programmazione 2000-2006 iI Capo III (articoli 20 e 21) del Regolamento 1260/99 del Consiglio del 21
giugno 1999 recante disposizioni generali sui Fondi strutturali è dedicato alle Iniziative Comunitarie, che ricomprendevano, oltre
a INTERREG, anche i programmi URBAN, LEADER, EQUAL.

                                                                                                                                     19
in particolare di quella transfrontaliera,                        in un contesto di legislazioni e procedu-
     identificata nelle regioni della Comunità                         re nazionali differenti, e preso atto che gli
     di livello NUTS 3 situate lungo tutte le                          strumenti esistenti, quali il Gruppo euro-
     frontiere terrestri interne e lungo talune                        peo di interesse economico (GEIE), si era-
     frontiere terrestri esterne e tutte le regioni                    no rivelati poco adatti ad organizzare una
     di livello NUTS 3 situate lungo le frontiere                      cooperazione strutturata nell’ambito dell’i-
     marittime separate, in via di principio, da                       niziativa comunitaria INTERREG nella
     un massimo di 150 chilometri.                                     programmazione 2000-2006, il periodo
                                                                       2007-2013 vede, tra l’altro, la nascita del
     Ai sensi del Regolamento n.1080/2006 re-                          Gruppo Europeo di Cooperazione Territo-
     lativo al Fondo europeo di sviluppo regio-                        riale (GECT)12, soggetto dotato di perso-
     nale, le priorità nell’ambito dell’obiettivo                      nalità giuridica avente lo scopo di facilitare
     «Cooperazione territoriale europea» per                           e promuovere la cooperazione transfronta-
     la cooperazione transfrontaliera atteneva-                        liera, transnazionale e/o interregionale, al
     no alla realizzazione di attività economi-                        fine esclusivo di rafforzare la coesione eco-
     che, sociali e ambientali transfrontaliere                        nomica e sociale tra i suoi membri (Stati
     mediante strategie comuni di sviluppo                             membri, autorità regionali e locali, organi-
     territoriale sostenibile, in particolare: pro-                    smi di diritto pubblico).
     mozione dell’imprenditorialità e segnata-
     mente dello sviluppo delle piccole e medie
     imprese, del turismo, della cultura e del                         INTERREG V
     commercio transfrontaliero; promozione                            (2014-2020)
     e miglioramento della protezione e della
     gestione congiunte delle risorse naturali e                       Nella programmazione 2014-2020 l’accre-
     culturali nonché della prevenzione dei ri-                        sciuta importanza nel contesto delle politi-
     schi naturali e tecnologici; rafforzamento                        che di sviluppo finanziate dall’Unione Eu-
     dei collegamenti tra le zone urbane e rurali;                     ropea fa sì che la Cooperazione territoriale
     riduzione dell’isolamento tramite un mi-                          venga disciplinata da un Regolamento ad
     gliore accesso alle reti e ai servizi di traspor-                 essa espressamente dedicato.13
     to, informazione e comunicazione, nonché
     ai sistemi e agli impianti transfrontalieri di                    Le regioni dell’Unione ammesse al sostegno
     approvvigionamento idrico ed energetico e                         della cooperazione transfrontaliera sono
     a quelli di smaltimento dei rifiuti; sviluppo                     quelle del livello NUTS 3 situate lungo i
     della collaborazione, della capacità e dell’u-                    confini terrestri interni ed esterni diversi da
     tilizzo congiunto di infrastrutture in parti-                     quelli interessati dai programmi nell’ambi-
     colare in settori come la salute, la cultura,                     to degli strumenti di finanziamento esterno
     il turismo e l’istruzione.                                        dell’Unione, nonché tutte le regioni dell’U-
                                                                       nione del livello NUTS 3, che si trovano
     Considerate le notevoli difficoltà incontra-                      lungo i confini marittimi separati da una
     te dagli Stati membri, in particolare dalle                       distanza massima di 150 km, fermi restan-
     autorità regionali e locali, per realizzare e                     do gli eventuali aggiustamenti necessari per
     gestire azioni di cooperazione territoriale                       garantire la coerenza e la continuità delle

     12 Istituito e disciplinato dal Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio n.1082/2006 del 5 luglio 2006 relativo a un
     gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT).
     13 Regolamento (UE) del Parlamento europeo e del Consiglio n.1299/2013 del 17 dicembre 2013, recante disposizioni specifiche
     per il sostegno del Fondo europeo di sviluppo regionale all’obiettivo di cooperazione territoriale europea).

20
aree rientranti nell’ambito di applicazione                         mento permanente mediante lo sviluppo
del programma di cooperazione stabilite per                         e la realizzazione di programmi d’istruzio-
il periodo di programmazione 2007-2013.                             ne, formazione professionale e formazione
                                                                    congiunti; il rafforzamento della capacità
Per la cooperazione transfrontaliera le                             istituzionale delle autorità pubbliche e
priorità d’investimento individuate dal                             delle parti interessate e l’efficientamento
Regolamento n.1299/2013 sono la pro-                                dell’amministrazione pubblica mediante
mozione di un’occupazione sostenibi-                                la promozione della cooperazione giuridi-
le e di qualità e il sostegno alla mobilità                         ca e amministrativa e la cooperazione fra i
dei lavoratori mediante l’integrazione dei                          cittadini e le istituzioni.
mercati del lavoro transfrontalieri, inclu-
sa la mobilità transfrontaliera, le iniziative                      In conseguenza dell’emergenza sanitaria
locali congiunte a favore dell’occupazione,                         COVID-19 esplosa all’inizio del 2020,
i servizi di informazione e di consulenza                           la programmazione dei Fondi strutturali
e la formazione congiunta; la promozione                            2014-2020 è sottoposta ad una revisione
dell’inclusione sociale e contrasto a po-                           circa i suoi contenuti; al momento della
vertà e discriminazione mediante la pro-                            redazione del presente lavoro sono state
mozione dell’uguaglianza di genere, delle                           emanate disposizioni per la riprogramma-
pari opportunità e dell’integrazione delle                          zione dei Programmi Operativi regionali
comunità attraverso le frontiere; investi-                          FESR e FSE14 ed è in discussione in quale
menti nel campo dell’istruzione, della for-                         misura i correttivi interessino anche i pro-
mazione e della formazione professionale                            grammi della Cooperazione territoriale
finalizzata alle competenze e all’apprendi-                         europea.

14 Regolamento (UE) 2020/460 del Parlamento europeo e del Consiglio del 30 marzo 2020 che modifica i regolamenti (UE)
n. 1301/2013, (UE) n. 1303/2013 e (UE) n. 508/2014 per quanto riguarda misure specifiche volte a mobilitare gli investimenti
nei sistemi sanitari degli Stati membri e in altri settori delle loro economie in risposta all’epidemia di COVID-19 (Iniziativa di
investimento in risposta al coronavirus).

                                                                                                                                     21
PREMESSA                                                       alla dipendenza dal modello centro-peri-

                                                                                                                PARTE II - INTERREG IN SARDEGNA
                                                               feria al quale si erano ispirate le politiche
Benché da diversi anni stia progressiva-                       nazionali del dopoguerra, alla loro condi-
mente aumentando il numero degli attori                        zione geografica e alle sue conseguenze che
regionali interessati ad esplorare i diversi                   hanno influito in maniera determinante a
percorsi della cooperazione europea, que-                      creare una sorta di “barriera naturale” ri-
sto breve lavoro limita l’indagine sui risul-                  spetto al mondo circostante.
tati della cooperazione europea in Sardegna
al solo filone transfrontaliero. È dalla con-                  Il sottosviluppo strutturale delle due isole
tinuità del percorso iniziato con INTER-                       venne seriamente considerato in sede eu-
REG I che si ha modo di valutare meglio                        ropea da una Risoluzione del Parlamento
l’esperienza dello strumento cooperativo in                    Europeo del maggio 1989 che invitava la
termini di risultati e misurare in concreto                    Commissione a rivolgere una particolare
l’impatto sul territorio isolano.                              attenzione alle due regioni in considerazio-
                                                               ne delle specifiche caratteristiche socio-e-
Da 30 anni, la cooperazione europea, e                         conomiche legate al loro carattere insulare
quella transfrontaliera in particolare, spin-                  e periferico, al fine di incoraggiare una po-
ge la Sardegna a confrontarsi e crescere                       litica di sviluppo di scambi economici, cul-
insieme a territori talvolta distanti per di-                  turali e sociali nonché per definire azioni
mensioni ed aspirazioni ma che nel lavoro                      comuni in particolare per lo sviluppo dei
comune hanno trovato una modalità di                           collegamenti aerei e marittimi. Perciò la
conoscersi ed apprezzarsi reciprocamente;                      Commissione decise di includere anche la
le relazioni e le reti partenariali costruite                  provincia di Sassari e il dipartimento del-
negli anni hanno permesso alla Sardegna di                     la Corse du Sud tra le aree eleggibili per
trarre vantaggio dal lavoro comune, esten-                     una serie di iniziative tra regioni frontalie-
dendo l’orizzonte delle opportunità di svi-                    re NUTS 3 confinanti - il primo INTER-
luppo e per tale via ridurre l’isolamento e                    REG - introducendo per la prima volta il
migliorare le condizioni di vita dell’Isola.                   concetto di “confine marittimo”1.

                                                               Azioni comuni vennero promosse nel cam-
PIC INTERREG I                                                 po del turismo legato alla cultura e alla
                                                               natura, riconosciuto come una delle più
Nonostante la vicinanza e i molti lati in                      grandi vocazioni delle isole e preziosa risor-
comune, tra Corsica e Sardegna non si ri-                      sa per il loro sviluppo, mentre un altro asse
cordano seri tentativi di portare avanti una                   di cooperazione riguardava la promozione
politica di cooperazione precedenti all’e-                     di scambi economici, scientifici, sportivi,
sperienza di INTERREG. Entrambe le re-                         accademici, e culturali. Sicuramente la co-
gioni hanno condiviso a lungo una storia                       operazione è risultata essere più fruttuosa
di sottosviluppo economico ed una condi-                       per gli assi che riguardavano la protezione
zione di dipendenza politica ed economica                      ambientale e iniziative a carattere cultura-
(perifericità) rispetto al governo centrale,                   le ed artistico, mentre molto più difficile
considerato come interlocutore pressoché                       è stato investire in misure a carattere più
esclusivo. La prolungata mancanza di dia-                      strutturale o economico, tradizionalmen-
logo tra le due isole è attribuibile, oltre che                te più regolamentate al livello nazionale.

1 La Decisione della Commissione che ha approvato il programma Sardegna-Corsica è la C(92)948 del 21.05.1992.

                                                                                                                           25
Questo spiega perché il campo principale                         tare l’obiettivo prioritario del programma,
     di cooperazione tra le isole - identificato                      sicché la cooperazione transfrontaliera e
     nella prima edizione con i miglioramenti                         l’integrazione tra i territori vennero consi-
     dei trasporti e delle comunicazioni - si è                       derate dalle regioni come un effetto secon-
     spostato successivamente verso lo sviluppo                       dario delle misure perseguite.
     della cooperazione in misure ambientali,
     anche in seguito al successo della Riserva                       Tuttavia, sebbene limitata territorialmente
     naturale delle Bocche di Bonifacio.                              ed a prescindere dai risultati ottenuti dalle
                                                                      misure specifiche, la prima esperienza IN-
     La poca visibilità del programma unita al                        TERREG in Sardegna è da valutare positi-
     budget limitato hanno rappresentato in                           vamente per aver dato avvio ad un graduale
     questa fase iniziale di cooperazione tra le                      processo di apprendimento da parte degli
     due isole un primo ostacolo ad un maggio-                        attori coinvolti riguardo sia gli obiettivi
     re coinvolgimento delle autorità locali e alla                   che animavano l’iniziativa che gli strumen-
     loro comprensione del carattere innovativo                       ti e metodi richiesti per metterla in pratica,
     dell’intervento. Come è stato osservato da                       percorso che andrà rafforzandosi nei suc-
     alcune parti, il limitato coinvolgimento                         cessivi periodi di programmazione.
     degli attori socio-economici è derivato dal-
     la difficoltà delle autorità locali di trovare
     autonomamente delle forme di organiz-                            INTERREG II A
     zazione e coordinamento, e dalla mancata                         ITALIA-FRANCIA “ISOLE”
     sensibilizzazione, da parte delle autorità                       1994-1999
     pubbliche, degli attori socio-economici ver-
     so le strategie affrontate dal programma. In                     L’Iniziativa Comunitaria INTERREG II
     particolare, sul versante della Corsica è sta-                   A Italia-Francia “Isole” Sardegna-Corsica
     to spesso difficile lanciare iniziative comuni                   è stata approvata con la Decisione della
     per assenza dei partner; fattore ancora più                      Commissione Europea n. C(96) 2580 del
     importante, i diversi livelli di autonomia                       27 settembre 19962.
     delle due regioni hanno rappresentato un
     ostacolo in termini di operatività del par-                      In base a tutte le integrazioni, il quadro fi-
     tenariato: il coordinamento istituzionale                        nanziario assegnava ai progetti da realizzare
     con i rappresentanti dello Stato francese è                      in Sardegna uno stanziamento complessivo
     stata vissuta dagli attori locali corsi come                     finale di circa 112 miliardi di Lire,3 di cui
     “soffocante” delle loro iniziative, minando                      la metà di contributo comunitario con il
     il carattere “bottom up” dell’intervento.                        concorso dei fondi FESR, FEOGA e FSE.

     Al di là delle difficoltà operative legate alla                  L’area di intervento del programma com-
     novità dello strumento cooperativo, il vero                      prendeva le zone NUTS 3 di Sassari e del
     punto critico emerso dall’esperienza di                          Dipartimento della Corsica del Sud.
     INTERREG I è il fatto che mancasse di
     contenuti di reale natura transfrontaliera,                      Le misure del programma INTERREG II
     caratteristica che invece doveva rappresen-                      avevano l’obiettivo di assicurare la continu-

     2 Modificata dalle successive Decisioni C(97) n.3223 del 20.11.1997, C(99) n.827 del 7.4.1999 e C(99) n.4579 del 28.12.1999.
     3 Il budget complessivo del programma era suddiviso tra i due sottoprogrammi Corsica-Sardegna e Corsica-Toscana) con attribu-
     zione di quote distinte per Regione.

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