Benvenuti - Corso di Rugby L'avviamento al gioco del rugby Università degli Studi di Perugia - Università degli Studi di Perugia
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Alcuni riferimenti: Riferimenti web: www.federugby.it Gianluca Gamboni3802949700 Docente Regionale gianluca.gamboni@hotmail.it Comitato Regionale Umbro 0755002486 crumbro@federugby.it
Corso allenatori I momento Il ruolo dell’educatore e la missione (modulo 1) Chi è il principiante, quale rugby e quale approccio
Corso allenatori I momento L’obiettivo del formatore nel rugby Missione: Formare uomini-atleti che sappiano competere ai massimi livelli sportivi e siano capaci di reagire positivamente sottopressione in ogni situazione della vita (missione sportivo-educativa)
Quale formatore, quali competenze Area personale Area specifica del gioco l Disponibile l Regolamento l Entusiasta l Metodologia d’insegnamento l Rispettoso l Principi fondamentali del l Centrato sugli apprendimenti gioco l Motivato a migliorare l Relazione attacco difesa l Capacità tecnico-tattiche Area relazionale Area organizzativa l Comunicazione l Programmazione l Sviluppo della consapevolezza l Lavoro per obiettivi nell’atleta l Gestione lavoro in staff l Gestione del singolo l Gestione del gruppo Corso allenatori I momento
Corso allenatori I momento Quale formazione Un processo continuo, quantitativo e qualitativo, fondato sul bambino-ragazzo/atleta che parta dalle esigenze (motorie-cognitive-attitudinali-tattiche e tecniche) e arrivi alla possibilità dell’alta prestazione U6 U10 U12 U14 U16 U18 l Avviamento l Formazione l Specializzazione
Corso allenatori I momento Quale gioco: il rugby dei valori AMICIZIA ALTRUISMO IMPEGNO CORAGGIO ABILITA’ PASSIONE DISPONIBILITA’
Corso allenatori I momento Chi è il principiante Il “principiante” è colui che sia avvicina al gioco del rugby per la prima volta, al di là dell’età anagrafica. Il “principiante”, deve scoprire il gioco e le sue regole. Il “principiante bambino” oltre alla scoperta del gioco, ha la necessità di uno sviluppo motorio e di uno sviluppo della personalità, specifici dalla sua età.
Corso allenatori I momento Il principiante bambino • ESIGENZE MOTORIE: PRIORITA’ Sviluppo delle capacità motorie di base e delle capacità coordinative • ESIGENZE AFFETTIVE/SOCIALI: PRIORITA’ Relazione, fiducia, affiliazione nel gruppo • ESIGENZE COGNITIVE: PRIORITA’ Conoscenza del gioco e del regolamento • ESIGENZE TECNICHE: Sviluppo delle capacità polivalenti
Corso allenatori I momento Quale approccio Il termine “educatore” nel minirugby chiarisce di per sé che la prima finalità del ruolo non sia quella di allenare in relazione all’ottenimento di una vittoria sportiva, quanto quello di contribuire allo sviluppo psicofisico del bambino. Da questa premessa seguono una serie di comportamenti che l’educatore deve tenere in allenamento come in partita.
Corso allenatori I momento Quale approccio Aspetti Aspetti pedagogici Cosa evitare metodologici l Non dare l Stimolare l Urlare sempre soluzioni ma l’iniziativa ed essere facilitare personale autoritari nei l’apprendimento l Rinforzare i confronti dei (rinforzare la comportamenti bambini personalità) positivi verso il l Offendere la l Stimolare il gruppo e persona (focus bambino alla l’esterno sul scoperta del l Educare al comportamento) gioco e delle rispetto delle l Esaltare le proprie abilità regole (non solo vittorie (adeguarsi al di gioco) l Demonizzare le livello) l Seguire tutti e sconfitte non solo i più dotati
Corso allenatori I momento Come percepiamo l’educatore? Un facilitatore d’apprendimento
Corso allenatori I momento Quale gioco: il rugby Il gioco del rugby è lo stesso per il principiante e per il giocatore evoluto, ma le esigenze degli uni e degli altri sono differenti, quindi si differenzia per: • Le regole del gioco • Le dimensioni del campo • Le capacità fisiche dei giocatori • Le capacità mentali dei giocatori • Le capacità tecnico/tattiche dei giocatori
Corso allenatori I momento Il Rugby DEFINIZIONE: il Rugby è un gioco di squadra, di situazione e di combattimento, regolato da norme ben precise Caratteristiche del rugby sono quindi: L’opposizione con l’avversario (dialogo continuo tra attacco e difesa) La cooperazione tra i compagni
Corso allenatori I momento Il Rugby per il principiante bambino Il rugby per il principiante bambino non può essere considerato il rugby degli adulti semplicemente ridotto quantitativamente, in quanto il bambino NON E’ un adulto in miniatura. In relazione alle esigenze del principiante bambino, l’EDUCATORE, dovrà proporre un gioco in forma semplificata, utilizzando un metodo adatto all’età e alle capacità del gruppo.
Corso allenatori I momento Il Rugby per il principiante bambino Le regole: limitate a quelle fondamentali, per un gioco semplice, divertente e per un gioco svolto in regime di sicurezza per il bambino. Le dimensioni del campo: ridotte e adattate alle capacità motorie e cognitive dell’età ed alle competenze del bambino. Il numero dei giocatori: ridotto, in modo che il singolo sia coinvolto in misura maggiore con la conseguente scoperta di un gioco sempre più efficace e rispondente ai principi dello stesso.
Corso allenatori I momento Le regole fondamentali Il rispetto delle regole nel gioco, determina i diritti e i doveri dei giocatori. Le regole fondamentali del gioco nascono dall’obiettivo del gioco stesso: segnare la META (toccato del pallone a terra) per la squadra con il possesso del pallone (in attacco), viceversa per la squadra senza il possesso (squadra in difesa) impedire di segnare attraverso il PLACCAGGIO (portare il terra il portatore del pallone).
Corso allenatori I momento Le regole fondamentali Il gioco, al fine di dare pari opportunità all’attacco e alla difesa di segnare la meta, regola che il giocatore placcato (cioè portato a terra) non possa tenere il pallone ma lo debba lasciare a disposizione di chiunque lo possa raccogliere. La regola del TENUTO quindi, determina, collegata al placcaggio, la possibilità di ogni squadra di poter segnare la meta. A questo punto la squadra in attacco scoprirà la possibilità, per non essere placcati, di passare il pallone e introducendo la regola di trovarsi dietro al pallone (ossia non in fuori gioco) sarà più facile far rispettare l’ultima regola fondamentale che il passaggio non sia fatto IN AVANTI.
Corso allenatori I momento Le regole ed i principi del gioco Dalle regole, che caratterizzano il gioco del rugby, ne derivano dei “principi fondamentali” ossia comportamenti individuali e collettivi nel rispetto dei quali, sia in attacco che in difesa, si possa sempre raggiungere lo scopo del gioco: segnare la meta. Avanza re Sosten Contin Pressar ere uare e
Corso allenatori I momento I principi fondamentali Il forte legame tra regole e principi, connaturato nel gioco, si evidenzia proprio nell’osservazione del gioco: • Per segnare la meta ogni giocatore dovrà AVANZARE • Per impedire di segnare la meta anche l’avversario avrà la necessità di AVANZARE • Sull’incontro tra attaccante e difensore gli opposti obiettivi porteranno a PRESSARE l’uno sull’altro • Sull’incontro la necessità di CONTINUARE ad avanzare per l’attacco, di placcare per recuperare in difesa, determineranno l’esigenza di SOSTENERE i propri compagni.
Corso allenatori I momento In sintesi REGOLE PRINCIPI La meta Avanzare Placcaggio/tenuto Pressare Fuorigioco Sostenere Passaggio non in avanti Continuare
Corso allenatori I momento Il cicli d’apprendimento (modulo 2) Chi è il principiante, quale rugby e quale approccio
Corso allenatori I momento I cicli di apprendimento L’apprendimento evolve a partire dal “saper fare” individuale cioè dal vissuto del bambino, che prescinde dall’età del soggetto e che dipende, quasi esclusivamente, dallo sviluppo della motricità di base e dalla sua motivazione ad apprendere. Quindi anziché parlare di categorie struttureremo la progressione di obiettivi d’insegnamento del rugby in cicli. Se il principiante tredicenne mostra comportamenti analoghi al principiante di dieci anni, dettati da vissuti analoghi, gli obiettivi da perseguire saranno gli stessi per entrambi.
Corso allenatori I momento Primo ciclo (il principiante) Comportamenti Osservabili l “Grappoli” di giocatori intorno al pallone l Paura del contatto fisico l Giocatori “satelliti” (non coinvolti nel gioco) l Sostegno presente ma solo in attesa del passaggio l Rifiuto della perdita di equilibrio l Aggiramenti e corse laterali l Passaggi non necessari l Giocatori dominanti sul piano fisico motorio 7. Comportamenti I ciclo
Corso allenatori I momento Evoluzione del gioco del principiante Assembramento anarchico (nessuna percezione del compagno o avversario, nessuna comprensione della direzione verso la meta, ricerca unica del pallone, spinte contrarie). Assembramento differenziato (inizio della percezione della differenza tra compagno e avversario- Inserire il concetto di corpo ostacolo). lAssembramento che diventa “grappolo” (inizio dell’orientamento nello spazio in seguito alla costruzione dell’avversario e dell’acquisizione del principio dell’avanzamento). Parallelamente e in complementarità proporre esercitazioni di 1 contro 1 con grande variabilità di avvii (vicini, lontani, campo stretto, largo, pallone a terra, in aria etc…).
Corso allenatori I momento Evoluzione del gioco del principiante Assembramento anarchico (nessuna percezione del compagno o avversario, nessuna comprensione della direzione verso la meta, ricerca unica del pallone, spinte contrarie). Assembramento differenziato (inizio della percezione della differenza tra compagno e avversario- Inserire il concetto di corpo ostacolo). lAssembramento che diventa “grappolo” (inizio dell’orientamento nello spazio in seguito alla costruzione dell’avversario e dell’acquisizione del principio dell’avanzamento). Parallelamente e in complementarità proporre esercitazioni di 1 contro 1 con grande variabilità di avvii (vicini, lontani, campo stretto, largo, pallone a terra, in aria etc…). 8. Grappolo
Corso allenatori I momento Evoluzione del gioco del principiante Raggruppamento orientato (in seguito alla costruzione del sostegno si avvia la cooperazione nella spinta per avanzare verso la meta). Nascita del gioco nello spazio vicino 9. Scoperta spazio Favorire e valorizzare l’idea del giocatore che rilancia dal raggruppamento verso lo spazio, prima da solo e poi con un compagno (uso del secondo pallone per stimolare). L’opposizione in difesa si costituisce come un specchio in relazione al comportamento degli attaccanti. Quindi parallelamente e in complementarità proporre esercitazioni di 1v1 e 2v2 con grande variabilità di avvii. Migliorare la liberazioni di palla sui raggruppamenti con il concetto di “corpo ostacolo”. 10. Confronto individuale 10bis. 1+1 v 1+1
OBIETTIVI PRIMO CICLO Educativo Didattico Piano affettivo: Regole fondamentali del rugby: Socializzare; vincere la paura del contatto con il Segnare la meta; placcare e tenuto; passaggio in suolo e l’avversario; favorire l’iniziativa individuale avanti e fuori gioco Piano cognitivo: Principi fondamentali del rugby Organizzare un progetto individuale tenendo In attacco: conto di spazio e tempo; Avanzare per segnare la meta dapprima conoscere e rispettare le regole individualmente poi collettivamente; • Battere l’avversario nell’1vs1 e avanzare al Piano motorio: contatto; Schemi motori di base, capacità coordinative e • Iniziare a sostenere per continuare ad avanzare rapidità In difesa : Avanzare inizialmente individualmente poi insieme, per non far avanzare il portatore del pallone; Placcare e cercare di recuperare il pallone e avanzare per segnare la meta Corso allenatori I momento
IL BAMBINO UNDER 6 o IL BAMBINO 1. Problemi di affettività socializzare paura del contatto 2. Problemi motori schemi motori di base capacità coordinative Rapidità 3. Capacità cognitive capacità percettive capacità di orientamento iniziativa individuale conoscenza del gioco
IL GIOCO DEL BAMBINO UNDER 6 PROGETTO DI GIOCO UNDER 6 Giochi di movimento In attacco: • Conoscere la linea di meta portare il pallone verso la META • Segnare spesso • Correre con la palla a 2 mani • Raccogliere il pallone In difesa: • Difendere la propria linea di meta avanzare per conquistare terreno • Opporsi fisicamente • Prendere il portatore del pallone Obiettivo prioritario per entrambi: • Riappropriarsi della palla la META Gestione del contatto In attacco: • Avanzare a contatto conservare il pallone a contatto • Lottare per difendere il pallone e della lotta • Lottare per conquistare il pallone • Accettare il contatto In difesa: • Accettare di cadere recuperare il pallone Lancio del gioco In attacco: • Piazzarsi ciascuno dietro la linea della palla orientarsi verso la META • Rispettare i limiti del campo • Partecipare attivamente e collaborare In difesa: orientarsi verso il pallone Rispetto Sapere come si segna la META • Schiacciare il pallone per segnare la meta • Ripiazzarsi per riproporsi in gioco delle regole Conoscere il fuorigioco rispetto alla linea del pallone
IL BAMBINO UNDER 8 o IL BAMBINO 1. Problemi di affettività socializzare paura del contatto 2. Problemi motori schemi motori di base capacità coordinative Rapidità 3. Capacità cognitive capacità percettive capacità di orientamento iniziativa individuale e approcci all’utilizzo dei compagni conoscenza del gioco
IL GIOCO DEL BAMBINO UNDER 8 PROGETTO DI GIOCO UNDER 8 movimento In attacco: • Orientarsi nello spazio di gioco o IL GIOCO Avanzare DELindividualmente RUGBY DEL BAMBINO • Avanzare verso la meta • Evitare l’avversario e accelerare Accettare il sostegno (collaborare) UNDER 8 InAvanzare difesa: individualmente e collettivamente in • Utilizzare il compagno (passaggio) • Fermare il portatore di palla • Recuperare la palla opposizione • Riconoscere i propri compagni 1. Il giocoIn in Gestione del contatto attacco attacco: • • Avanzare a contatto Accelerare negli spazi Proteggere il pallone a contatto e della lotta Continuare ad avanzare e avere sensibilità • Lottare per conquistare il pallone nell’accelerare • Spingere e ingaggiare con le spalle • Sostenere sulla palla (strappare) 1. Il giocoInBloccare difesa: in difesa l’avanzamento del portatore Collaborare con entusiasmo Lancio del gioco In attacco: • Avanzare nello spazio lasciato libero Cercare gli spazi per avanzare • Accelerare negli spazi liberi Liberare il pallone per continuare • Difendere e contrattaccare accelerando (cambio l’avanzamento di velocità) In difesa: Chiudere gli spazi Avanzare e guadagnare campo Bloccare il pallone e recuperare Rispetto Segnare la meta • Posizionamento rispetto a pallone e spazio Placcare • Placcare alla vita o sotto e recuperare la palla delle regole Diritto di giocare (tenuto) • Lasciare libero il pallone a terra Conoscere il fuorigioco rispetto alla linea del • Rilanciare il gioco accelerando
Corso allenatori I momento Metodologia e metodo (modulo 3) Come insegnare il rugby
Corso allenatori I momento Il Rugby DEFINIZIONE: il Rugby è un gioco di squadra, di situazione e di combattimento, regolato da norme ben precise Caratteristiche del rugby sono quindi: L’opposizione con l’avversario (dialogo continuo tra attacco e difesa) La cooperazione tra i compagni
Corso allenatori I momento Quale metodo per l’insegnamento Sulla base delle caratteristiche del gioco del rugby il modo migliore per insegnarlo è partendo dal gioco stesso. Così facendo infatti l’atleta prima di tutto comprenderà il gioco: le regole, i principi che gli permettono di essere efficace (segnare la meta o impedire a farlo) ed i mezzi (le abilità) per farlo. Comprenderà che nell’opposizione con l’avversario per batterlo si dovrà cercare il suo debole.
IL METODO APPROPRIANDOSI DEGLI ASPETTI TATTICI E TECNICI APPRENDERE GIOCANDO E SCOPRENDO IL GIOCO DAL PRINCIPIANTE DAL BAMBINO ALL’ALTO LIVELLO ALL’ADULTO Realizzato attraverso un processo di apprendimento continuo fondato sulla comprensione del gioco nel rispetto dell’essenza
Genesi del gioco E’ importante che il bambino prenda coscienza sin dai primi approcci al gioco del rugby in attacco ed in difesa: ATTACCO DIFESA Di avanzare per segnare e di Di avanzare per bloccare e continuare ad avanzare placcare chi avanza con il attraverso l’utilizzo del pallone per entrarne in sostegno possesso e segnare Corso allenatori I momento
Corso allenatori I momento Quale metodo per l’insegnamento Inizialmente ciò avverrà in maniera individuale (legata all’egocentrismo del bambino ed al suo scarso vissuto), e via via in forma più cooperativa con i compagni. Quindi il nostro metodo parte prima di tutto dalla comprensione da parte del bambino del gioco per poi dare lui i mezzi (le abilità) per realizzarlo in maniera sempre migliore in base alla crescenti richieste determinate dal gioco.
Corso allenatori I momento Come presentare il rugby al principiante bambino Facendo riferimento alle esigenze del bambino (quali il bisogno di divertimento, l’apprendimento realizzato principalmente attraverso il gioco, lo sviluppo di una motricità di base più ampia possibile), al rapporto tra regole e principi insiti nella natura del rugby e alle caratteristiche del gioco (costituito da situazioni differenti, innumerevoli e variabili) il modo migliore per apprendere il gioco è attraverso il gioco stesso.
Corso allenatori I momento Quale metodo d’allenamento Come conseguenza la proposta di allenamenti nei confronti di principianti bambini deve essere inserita in una progettualità che tenda a soddisfare i bisogni prioritari (affettivi, motori, cognitivi, ludici), utilizzando un metodo ludico e competitivo (cioè basato perennemente sul gioco) e basato sul confronto tra i giocatori (il rapporto di opposizione dovrebbe essere il più possibile omogeneo). MAI PROPOSTE A VUOTO!
Corso allenatori I momento Quale metodo “Metodo” vuol dire il modo di operare (ossia attraverso quali procedimenti) per ricercare uno scopo. L’educatore nel presentare il “gioco” al bambino principiante deve semplificarlo senza snaturarlo, avvalendosi di un metodo che si basa su alcuni principi fondamentali: dal generale al particolare (partendo dalla comprensione della situazione del gioco per arrivare al come realizzarla) dal conosciuto all’ignoto (cioè dalle attività che il bambino conosce, ossia i giochi, verso quelle che sono le esigenze fondamentali del gioco: regole e principi fondamentali)
Corso allenatori I momento Quale metodo dal semplice al complesso (per poter far ottenere al bambino momenti di successo ed un apprendimento progressivo). dal grezzo al fine (cioè non aspettando l’esecuzione perfetta per poter poi utilizzarla nel gioco, bensì ricercando l’efficacia del rispetto dei principi anche nella sua forma più grezza per poi raffinarla). Ogni proposta di allenamento dovrà essere fatta in regime di opposizione al fine di sottolineare nel gioco il rapporto causa/effetto che lega attacco e la difesa, e in regime di altissima velocità d’esecuzione.
Il metodo Esigenze del gioco Competenze del giocatore Situazione tattica EDUCATORE Principi Affettive/Relazionali Corretta presa Essenza d’informazione Cognitive Mentali Fisiche Tecniche/Tattiche Efficacia Polivalenti Specifiche di ruolo Osserva – Valuta - Interviene per facilitare l’apprendimento Dal generale al Dal conosciuto Dal semplice al Dal grezzo al particolare all’ignoto complesso fine Corso allenatori I momento
Gioco Evoluzione della situazione pedagogica Osservazione dei comportamenti Individuali e collettivi Situazione pedagogica Definizione degli obiettivi Corso allenatori I momento
Il processo pedagogico Gioco in sicurezza (incolumità) Competenze Metodo giocatori Mezzi Contenuti Definizione Pratica Organizzazione Valutazione Osservazione Progettazione Il gioco prodotto Gli obiettivi processo La seduta Comunicazione
Corso allenatori I momento La situazione di apprendimento • Chi sono i miei giocatori? (motivazioni, capacità, vissuto, esigenze) • Quali sono gli obiettivi da perseguire? • Quali sono le attività da proporre? • Quali mezzi di allenamento utilizzare (ossia quale tipologia di esercitazioni)? • Come verificare se gli obiettivi sono raggiunti? (ossia come valutare)
I mezzi di allenamento Seguendo il principio dal generale al particolare il ciclo dell’allenamento sarà il seguente: Collettivo totale (es 15vs15) 12 Collettivo totale Collettivo parziale (es 7vs7; 8vs8 …) 13 Collettivo parziale Ranghi ridotti (es 1vs1; 2vs1, 2+1vs 2 …) 14 Ranghi ridoti L’allenatore in base al processo precedentemente indicato valuta quali mezzi utilizzare nella singola seduta e nella programmazione di più sedute Corso allenatori I momento
I mezzi di allenamento La scelta di quale mezzo di allenamento utilizzare dipenderà dall’”obiettivo” stabilito in seguito all’osservazione, in quanto ogni mezzo sarà più indicato di altri al raggiungimento dell’obiettivo. Corso allenatori I momento
Corso allenatori I momento Fondamentale da rispettare • Un elevata percentuale di tempo dedicata all’obiettivo (rapporto parlato-pratica ). • Un tasso elevato di comportamenti degli allievi in rapporto diretto con il compito da apprendere. • Un adeguamento ottimale dei contenuti della proposta alle competenze (saper fare) dei giocatori. • Una evoluzione (miglioramento) del comportamento dei singolo giocatori in relazione all’obiettivo proposto. • Clima positivo per tutta la durata della seduta.
Corso allenatori I momento L’errore Quello che conta in un processo pedagogico come l’allenamento non è la correttezza formale della descrizione dell’errore, ma l’efficacia dell’intervento Correggere significa soprattutto saper scegliere bene verso cosa indirizzare il punto focale dell’attenzione dell’atleta in maniera che possa modificare il proprio comportamento (IN MEGLIO) comprendendo ciò che sta facendo.
Corso allenatori I momento Gli interventi dell’educatore Non esistono bambini che “non sappiano nulla”, né dal punto di vista cognitivo né motorio. Ogni bambino è in possesso di abilità che ha sviluppato (il proprio “vissuto”), chi più chi meno, che se adeguatamente stimolate utilizzerà al servizio delle esigenze del gioco; così facendo “apprenderà giocando”. È compito dunque dell’educatore di proporre delle situazioni di gioco o più vicine possibili al gioco, a cui il bambino dovrà dare una risposta a livello sia cognitivo che motorio.
Corso allenatori I momento Gli interventi dell’educatore Se il bambino non dovesse trovare le giuste risposte l’educatore dovrà allora modificare la propria proposta rendendola più semplice rispetto alla precedente o più vicina al vissuto del giocatore. L’educatore deve sollecitare in continuazione il bambino a porre la propria attenzione sul proprio comportamento all’interno della situazione di gioco, ponendo domande, variando le situazioni proposte e supportando il giocatore nel raggiungimento della “risposta adeguata” senza dare le soluzioni ma permettendo al bambino di arrivare alle soluzioni.
Gli interventi dell’educatore Importante che l’educatore non dovrà mai intervenire su un errore dettato da non abilità, al fine di evitare di innescare nel giocatore principiante il “timore di provare”. L’educatore piuttosto dovrà utilizzare l’errore come stimolo e strumento per facilitare l’apprendimento gestendolo in un clima positivo (apprendimento per “prove ed errori”). Corso allenatori I momento
Corso allenatori I momento IN SINTESI PER L’EDUCATORE Risolvere il problema affettivo del contatto al suolo e contatto con l’avversario con la giusta progressione. Osservare ed intervenire sul rispetto dei principi fondamentali e non farsi distrarre da errori gestuali. Negli interventi non dare soluzioni ma proporre situazioni per arrivare alla soluzione. Gli interventi devono essere sintetici: i bambini devono giocare e non ascoltare. Offrire molti feedback positivi e gestire i richiami solo su comportamenti non conformi all’educazione. Allenare sempre in condizioni di massima sicurezza.
Corso allenatori I momento La sicurezza nel rugby (modulo 4) Cultura e prevenzione. Il placcaggio
Corso allenatori I momento La cultura della sicurezza Il rugby è sport di combattimento e come tale presenta il rischio di traumi che nell’avviamento al gioco (minirugby) ha un’ incidenza assai bassa (è inferiore a quella del gioco del calcio). In età adulta la traumatologia nel rugby aumenta e, purtroppo sono presenti pochi casi, ma purtroppo drammatici, di lesioni spinali. Far finta che questa eventualità, seppure remota, non esista è l’atteggiamento più sbagliato.
Corso allenatori I momento Sicurezza nel gioco Tralasciando i primi due aspetti della sicurezza che vedono maggiormente un coinvolgimento della società sportiva, analizziamo il concetto di “sicurezza nel gioco” che diventa una responsabilità diretta dell’educatore/allenatore come dell’arbitro (durante le partite). Spesso non viene data la giusta attenzione sull’importanza del ruolo dell’educatore/allenatore per la sicurezza del giocatore.
Corso allenatori I momento Le fasi di contatto Prevenzione - Utilizzo del paradenti: oltre che per la protezione per i denti è un ottimo mezzo per assorbire traumi. Responsabilità dell’educatore è richiedere e controllare che i propri atleti portino il paradenti sia in allenamento che in partita. - Scegliere zone del campo idonee: libere da ostacoli (lontano dai pali, dalle recinzioni, dai tombini dell’acqua) - Proporre esercitazioni idonee: la proposta dell’educatore deve adeguarsi al livello dei giocatori non solo per un apprendimento ottimale, ma anche per prevenire rischi d’infortunio.
Corso allenatori I momento Le fasi di contatto Prevenzione - Gestire le disomogeneità: soprattutto nelle categorie minirugby è frequente avere gruppi non omogenei. Ragazzi con maggior anticipo nello sviluppo, con conformazioni fisiche diverse, con diverso livello di competenze, non devono essere buttati nel “mucchio” senza precauzioni ma essere gestiti con attenzione allo scopo di non aumentare il rischio. - Allenare i gesti tecnici nel momento del contatto: utilizzare la corretta progressione didattica nell’insegnare la tecnica del placcaggio, del recupero, dell’ingaggio in mischia.
Corso allenatori I momento Il placcaggio Una definizione di placcaggio: azione con cui il difensore, tramite un contatto dinamico, cerca sacrificando il proprio equilibrio, una perdita di equilibrio del portatore, per obbligarlo cadendo in terra a lasciare il pallone (nel rispetto della regola del tenuto) permettendone il recupero”. L’apprendimento in sicurezza impone, quindi, una risoluzione di alcune problematiche relative a varie aree di sviluppo del bambino.
Corso allenatori I momento Il placcaggio • Sfera cognitiva: permettere al bambino prima di tutto di capire a cosa serva placcare (per recuperare il pallone) sulla base delle regole e dei principi del gioco. • Sfera affettiva: intesa come attitudine e determinazione all’affrontamento fisico (contatto con terreno e avversario) • Capacità coordinativa relativa all’equilibro: intesa come capacità di effettuare un contatto dinamico efficace (partire da giochi individuali di contatto e di lotta e con coinvolgimenti dell’equilibrio dinamico) • Capacità di gestione spazio temporale: capacità di costringere il portatore ad entrare nel proprio spazio d’intervento per un placcaggio efficace ed in sicurezza
Corso allenatori I momento Prima del placcaggio: giochi di lotta Come conseguenza sarà importante introdurre sin dai primi incontri con i principianti una sere di giochi di lotta che facilitino l’abitudine al contatto e che siano propedeutici all’insegnamento del placcaggio vero e proprio che sarà inserito successivamente. Questi giochi devono avere queste caratteristiche: - Vicinanza tra i giocatori e omogeneità tra loro - Posizioni di partenza a terra, in ginocchio infine in piedi - Durata non superiore ai 5/8 sec.
Corso allenatori I momento Il placcaggio Quindi acquisiti i presupposti cognitivi, affettivi e coordinativi, dal punto di vista tecnico-tattico la progressione dell’insegnamento del placcaggio in sicurezza seguirà metodologicamente dal generale al particolare una fase in cui al gioco si affiancheranno degli esercizi individuali (1vs1) in cui sarà importante l’attenzione a formare coppie omogenee (sia sotto l’spetto fisico, che motorio che affettivo). Inoltre seguendo il principio metodologico dal semplice al complesso la proposta seguirà una serie di passaggi (progressione).
Corso allenatori I momento Tipologie di placcaggio Partire dal placcaggio laterale (più semplice e meno traumatico), passare poi al placcaggio frontale e per ultimo il placcaggio da dietro (in cui si deve fare attenzione a far approcciare il placcatore più alto (altezza del bacino) degli altri due tipi per evitare calci sul volto e poi scivolare più in basso per chiudere le braccia all’altezza delle cosce. In tutti i casi seguire il principio metodologico dal grezzo al fine (non aspettare l’esecuzione perfetta!!!) ma dare feedback correttivi sui fattori chiave legati alla sicurezza:
Corso allenatori I momento Fattori chiave del placcaggio - Approccio: bassi piegando le gambe (non il busto), schiena dritta tramite lo sguardo al bersaglio (ossia i pantaloncini) in modo da evitare iperestensione del collo, braccia non troppo aperte (placca la spalla), passi non troppo lunghi (controllo per i cambi di direzione). - Impatto: spalle e testa a stretto contatto con le cosce dell’avversario (non deve passare nulla in mezzo) e dalla parte opposta alla caduta (avversario “cuscino”) e contemporanea spinta delle gambe (continuare a correre) e chiusura delle braccia (mani che si chiudono tipo trappola per animali). Non tuffarsi mai.
Corso allenatori I momento Fattori chiave del placcaggio 20. Placcaggio - Caduta: mantenere nella caduta la testa aderente al corpo dell’avversario e le braccia strette (no mani per attenuare la caduta), dominare nella caduta il corpo dell’avversario, finiti in terra lasciare il placcato e permettere di far vivere il pallone e rialzarsi prima possibile per tentare il recupero (rispetto della regola). Indossare il paradenti sempre anche in allenamento!!!!!! Rispettare il regolamento!!!!
Corso allenatori I momento Le esigenze motorie (modulo 5) Alcuni riferimenti per l’educatore
Le qualità fisiche del giocatore • Corsa (spostamenti, ripiazzamenti…) • Corsa Veloce (inserimenti, recuperi…..) • Corsa con Accelerazioni (frenare, cambio direzione, cambio intensità e ritmo) • Lotta (placcaggio, ruck, maul, mischia…) • Agilità (andare a terra e rialzarsi) • Forza (lotta, tirare, spingere, placcare)
Premessa LA PREPARAZIONE FISICO-ATLETICA, intesa come attività atta al miglioramento delle capacità condizionali, è prevista a partire dall’ U15.. Per tutte le altre categorie, dall’U6 all’U14, si parla di FORMAZIONE MOTORIA del giocatore (processo a lungo termine). L’interesse dell’educatore neI minirugby deve essere concentrato, soprattutto inizialmente, sulla scoperta del gioco attraverso l’ATTIVITÀ LUDICA.
La motricità del fanciullo • 5-10 anni consegue gli schemi motori di base • 5-9 anni aumenta la precisione dei movimenti finalizzati • 7-10 anni realizza una maggiore rapidità di movimento • 7-10 anni migliora la sensibilità muscolare (maggiori informazioni dai propriocettori) • 6-7 anni migliora l’equilibrio rapidamente, 7-8 anni ha una notevole stabilità nel movimento, 11-12 anni raggiunge il livello più alto, dopo 11-12 anni progredisce in modo limitato • 11-12 anni completa lo sviluppo della lateralizzazione • 8-10 anni matura l’attitudine a prevedere la velocità e la direzione di un oggetto in movimento in rapporto al proprio corpo • 9-11 anni rapidi progressi nella coordinazione senso-motoria
Gli schemi motori di base Sono le basi del movimento che il bambino dovrebbe apprendere naturalmente attraverso il gioco libero, purtroppo la sedentarietà riduce di molto la quantità di esperienze che oggi i bambini riescono a compiere. Essi sono: - Camminare - Correre - Saltare - Rotolare - Strisciare - Arrampicare ed altri…
Le capacità coordinative Nel rugby c’è la necessità e l’esigenza di effettuare movimenti coordinati, rapidi ed efficaci, mirati all’adattabilità del gesto nelle varie situazioni tattiche Le capacità coordinative dipendono direttamente dallo sviluppo e dalla maturazione del SNC, che riceve, elabora e memorizza le informazioni esterne/interne e le mette a disposizione dello sviluppo della motricità, per risolvere tutti le situazioni che richiedono di agire rapidamente e in modo finalizzato La fase più sensibile al miglioramento delle varie capacità coordinative va dai 6 ai 14 anni (6-11/11-14); successivamente, nel periodo pre-puberale, il miglioramento sarà riferito a sviluppo di capacità già acquisite, piuttosto che a grandi nuove acquisizioni.
La classificazione Cap. coord. generali Cap. coord. speciali Cap.di accoppiamento e combinazione dei movimenti Cap. di direzione e Cap.di differenziazione cinestesica controllo Cap.di equilibrio Cap.di orientamento spazio- Cap. di apprendimento temporale motorio Cap.di ritmo Cap.di reazione motoria Cap. di adattamento Cap.di trasformazione Cap. di fantasia motoria Corso allenatori I momento
Corso allenatori I momento
Corso allenatori I momento Come allenare Quindi lo sviluppo delle capacità motorie (schemi motori di base e capacità coordinative) è un primario obiettivo dell’educatore di minirugby, e lo è ancora di più oggi in presenza di uno stile di vita “sedentario” da parte di molti bambini che si avvicinano al nostro sport. La proposta dell’educatore deve quindi contenere stimoli vari per sollecitare il Sistema Nervoso Centrale ad un continuo adattamento, attraverso giochi motori che, con la scusa del rugby, facciano fare varie esperienze motorie ai bambini. Nel caso in cui l’educatore non abbia le necessarie competenze deve cercare l’aiuto di un esperto (insegnante di educazione fisica/laureato in scienze motorie). 21.2 21.3 2.1.4 21.5
Corso allenatori I momento Il secondo ciclo (modulo 6) Alcuni riferimenti per l’educatore
Corso allenatori I momento Il secondo ciclo Parlando di secondo ciclo ci spostiamo dalla fase dell’avviamento al gioco del rugby del principiante all’inizio della formazione vera e propria, che continuerà nel terzo ciclo (ipoteticamente la under 14). Ricordiamo che ci riferiamo a cicli e non a categorie di età in quanto ci interessa verificare quale sia il livello di conoscenze e competenze del giocatore per adeguare una proposta idonea e ciò non sempre corrisponde all’età anagrafica.
Corso allenatori I momento Comportamenti osservabili l Coinvolgimento maggiore dei giocatori l Il portatore di palla utilizza per la continuità l Acquisizione del concetto di corpo ostacolo e liberazione a contatto o prima del contatto l Il bloccaggio si evolve in placcaggio l Il sostegno interviene per continuare l Il grappolo si trasforma in raggruppamento l Prime forme di gioco sullo spazio l Si formano delle linee difensive di occupazione
OBIETTIVI DEL II CICLO Educativo Didattico Piano affettivo: Regole fondamentali del rugby: sentire il bisogno dell’altro e la ricerca della Segnare la meta e placcare; tenuto; passaggio in competizione, sicurezza in sé stesso e nelle avanti; fuori gioco proprie capacità, supermento del problema dell’impatto sull’avversario Piano cognitivo: Principi fondamentali del rugby esigenza dell’organizzazione per un compito In attacco: Stimolazione della determinazione comune; elaborazione di progetti comuni che finalizzata all’avanzamento efficace individuale e tengano conto dei compagni e degli avversari: collettivo. prevedere situazioni, elaborare programmi, Ricerca continua della velocità di utilizzo (forma realizzare azioni adeguate al compito; iniziativa prioritaria, continuità diretta). individuale / compito di gruppo; Comprensione del concetto d’utilità d’intervento pallone/spazio; In difesa: avanzamento collettivo per mettere pressione (linea); placcaggio e recupero del Piano motorio: pallone capacità coordinative; velocità, mobilità Abilità individuali: finalizzate alle esigenze del articolare gioco Corso allenatori I momento
IL BAMBINO o IL BAMBINO UNDER 10 1. Problemi di affettività sentire il bisogno dell’altro canalizzare l’aggressività rispettare l’avversario 2. Problemi motori capacità coordinative velocità, forza veloce e mobilità articolare 3. Capacità cognitive capacità percettive e di orientamento Processo mentale di vedere, riconoscere, capire e agire (atto tattico) coinvolgimento collettivo per compito comune conoscenza del gioco
IL GIOCO DEL BAMBINO UNDER 10 PROGETTO DI GIOCO UNDER 10 Giochi di movimento In attacco: • Piazzarsi con la giusta profondità rispetto alla palla o IL GIOCOAvanzare DELindividualmente Accettare RUGBY il sostegno evitando il bloccaggio (collaborare)DEL BAMBINO • • Passare il pallone prima di fermarsi Sostenere il portatore di palla, anticipando lo In difesa: UNDER 8Fermare il portatore di palla • sviluppo del gioco Giocare negli intervalli accelerando Recuperare la palla • Placcare il portatore e recuperare la palla Essere disposti a non perdere l’avanzamento • Difendere insieme ai compagni più vicini 1. Il giocoIn attacco: Gestione del contatto in attacco • • Essere in equilibrio Portare la palla lontano dalla linea di incontro e Disponibili a lottare sul contatto con l’avversario e della lotta Rendere il pallone disponibile ed e avanzante utilizzarla • Restare in piedi e avanzare In difesa: • Strappare, proteggere, spingere, raccogliere 1. Il giocoEssere indeterminati difesa Cercare di prevalere sul portatore di palla Lancio del gioco In attacco: • Avanzare lo schieramento sulla palla e nello Piazzarsi per superare la linea del vantaggio il spazio più presto possibile • Reagire velocemente alla rimessa in gioco • Organizzare il sostegno al portatore di palla In difesa: • Anticipare l’intervento per impossessarsi del Difendere con determinazione la propria linea pallone del vantaggio Rispetto Integrare le regole fondamentali con il rispetto • Impegnarsi nel passare correttamente la palla del fuorigioco nelle fasi di bloccaggio • Impegnarsi nel corretto placcaggio e recupero delle regole della palla • Ripiazzarsi per sostenere i compagni nelle regole • Non fare male all’avversario
IL BAMBINO UNDER 12 o IL BAMBINO 1. Problemi di affettività sentire il bisogno dell’altro canalizzare l’aggressività rispettare l’avversario 2. Problemi motori capacità coordinative velocità, forza veloce e mobilità articolare 3. Capacità cognitive capacità percettive e di orientamento Processo mentale di vedere, riconoscere, capire e agire (atto tattico) coinvolgimento collettivo per compito comune conoscenza del gioco
IL GIOCO DEL BAMBINO UNDER 12 PROGETTO DI GIOCO UNDER 12 Giochi di movimento In attacco: • Avanzare negli intervalli e negli spazi con poca o IL GIOCO DELdelRUGBY Assicurare la continuità Realizzare scelte DEL •BAMBINO movimento avanzante presenza di avversari Scegliere il miglior sostegno • Sostegno interno, sull’asse e laterale In difesa: UNDER 8 Occupare tutto lo spazio • • Opporsi collettivamente nello spazio minacciato Conservare una riserva difensiva Comunicare con il compagno Gestione del contatto In attacco: • Penetrare e proteggere il pallone e della lotta 1. IlOrganizzarsi gioconellainconservazione dell’avanzamento attacco della palla e • Conservare pallone e avanzamento attraverso il movimento dello stesso Essere determinati nell’obiettivo • Far uscire la palla dai P.I. • Combattere collettivamente In difesa: • Ribaltare la pressione avversaria 1. IlOrganizzarsi gioco degli nel bloccaggio uscendo dagli assi di spinta avversari in difesa • Girare il portatore di palla Essere determinati nell’obiettivo Lancio del gioco In attacco: • Cambiare la corsa e la velocità Approccio alle strategie • Avanzare e sfidare l’avversario Lancio del gioco lontano e vicino • Riconoscere i punti deboli avversari e utilizzarli Utilizzo del piede • Smarcarsi e fare passaggi di qualità • Placcare efficacemente e recuperare il pallone In difesa: Mettere pressione Organizzare la difesa sul pallone e nello spazio Rispetto Integrare le regole fondamentali con il rispetto del • Occupare lo spazio fuorigioco nelle fasi di bloccaggio e del gioco al piede • Impegnarsi nel corretto placcaggio e recupero della delle regole palla • Ripiazzarsi per sostenere i compagni nelle regole • Non fare male all’avversario
Corso allenatori I momento Cosa stimoliamo nel II ciclo IN ATTACCO Un gioco semplice, dinamico e divertente in cui la proposta deve essere svolta sempre in regime di “opposizione” ed in cui l’obiettivo è finalizzato alla continuità dell’avanzamento in velocità nel rapporto portatore sostegno. Privilegiare una proposta ed un metodo che porti il bambino a “comprendere” il gioco nel rapporto di causalità tra attacco difesa e che esalti la capacità del bambino alla “sfida individuale”
Corso allenatori I momento Cosa stimoliamo nel II ciclo Stimolare la comprensione da parte del giocatore della propria utilità sul pallone o sullo spazio. Stimolare la comprensione della continuità di avanzamento nel ritmo (priorità alla continuità diretta), sia nei momenti di gioco collettivo che nelle esercitazioni a ranghi ridotti, giocando in piedi. Stimolare la velocità di esecuzione in tutto ciò che viene fatto (l’errore fa parte della crescita).
Corso allenatori I momento Cosa stimoliamo nel II ciclo IN DIFESA E AL PIEDE In difesa arrivare al concetto collettivo di rete che avanza insieme per mettere pressione. Stimolare il placcaggio recupero del placcatore. Stimolare il recupero del pallone da parte dei difensori più vicini e l’attenzione sullo spazio di quelli più lontani. Stimolare la scoperta dell’uso del piede (fornita dal regolamento con limitazioni) secondo una logica relativa al rapporto attacco/difesa quindi in base ad una presa d’informazione.
Corso allenatori I momento Ricordiamoci sempre che… Nel rugby è fondamentale L’INIZIATIVA INDIVIDUALE Incoraggiamola, stimoliamola, premiamola
Il principio di utilità Far rendere coscienti i giocatori che nel dialogo tra attacco e difesa ogni giocatore, nel rispetto dei principi (avanzare/pressare, sostenere, continuare) dovrà comprendere dove può essere utile per raggiungere l’obiettivo in attacco (fare meta) ed in difesa (placcare per recuperare) e cosa fare per raggiungerlo. Questa utilità vive attraverso la comprensione del concetto di utilità sul pallone e sullo spazio (dove sono, cosa, faccio, come lo faccio) Corso allenatori I momento
Il principio di utilità Ovviamente la comprensione dell’utilità non si svilupperà tutta in un momento ma attraverso un percorso che parte dal principiante attirato dal pallone e che non concepisce l’utilità sullo spazio, e via via si sviluppa facendo vivere progressivamente, con una proposta adeguata, la comprensione dell’utilità sullo spazio (più difficile). Quindi l’educatore dovrà far nascere ai propri giocatori attraverso la proposta l’esigenza di “giocare sullo spazio”. Corso allenatori I momento
L’essenza L’educatore quindi dovrà far comprendere ai giocatori che si ottiene l’efficacia nel gioco se si rispetta ciò che definiamo l’”essenza del gioco” ossia, nel rapporto di dialogo tra l’attacco e la difesa, il rispetto dei principi fondamentali del gioco, il principio di utilità e la capacità collettiva di un equilibrio di distribuzione sul pallone e sullo spazio. Ogni volta che uno di questi principi non viene rispettato la squadra perde efficacia. Corso allenatori I momento
Una squadra è efficace se… Movimento offensivo Movimento difensivo Rispetta “l’ESSENZA” del gioco Corso allenatori I momento
Corso allenatori I momento
Il metodo Dal generale al particolare: partire dalla gestione del gioco negli allenamenti con il mezzo di allenamento collettivo (totale o parziale) per migliorare la comprensione dei comportamenti utili da parte dei giocato(dove sono? Cosa faccio?) per poi passare ad esercizi a ranghi ridotti per allenare la qualità di realizzazione (come lo faccio?) Dal semplice al complesso: partire nel “movimento del gioco” (ossia l’esercitazione collettiva) semplificando gli avvii lavorando su condizionamenti alla difesa (se si lavora l’attacco) o sull’attacco (se si lavora la difesa) per facilitare le possibilità di riuscita e via via complicare. Corso allenatori I momento
Il metodo Proporre esercizi sempre in regime di opposizione reale e non dimenticarsi di sollecitare la comprensione della situazione da parte del giocatore (con domande, con valutazioni dei giocatori stessi) e via via le sua realizzazione sempre più qualitativa. L’attenzione dell’educatore deve poi rivolgersi ai comportamenti dei giocatori e non alla forma dell’esercitazione. La quantità di situazioni proposte dovrà essere elevata e gli interventi dovranno essere sintetici, precisi e indirizzati ai comportamenti su cui far porre l’attenzione del giocatore per il miglioramento. Corso allenatori I momento
Qualità d’intervento in attacco: quali mezzi di allenamento Corso allenatori I momento
Cosa osserviamo Corso allenatori I momento
Un’esercitazione di un 2vs1 I Corso allenatori I momento II
Qualità d’intervento in difesa: quali mezzi di allenamento 32. salite 3V3 Corso allenatori I momento
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