La Relatività Generale - A. Einstein 1916

Pagina creata da Nicole Borghi
 
CONTINUA A LEGGERE
La Relatività Generale - A. Einstein 1916
La Relatività
 Generale
  A. Einstein 1916
La Relatività Generale - A. Einstein 1916
E’ Probabile che nel momento stesso in cui stava
                    elaborando la Teoria della Relatività ristretta,
                    Einstein fosse consapevole che la nuova
                    concezione cinematica dello spazio e del tempo
                    avrebbe messo in discussione l’altro caposaldo
                    della fisica di Newton: la GRAVITAZIONE.

                     Si dovettero però attendere ben 11 anni
                     (definiti dallo stesso Einstein “Anni difficili”)
                     prima che il fisico di Ulm riuscisse ad
                     elaborare una nuova teoria della gravitazione
                     compatibile con la relatività ristretta e che
                     potesse sostituire quella di Newton.

Il motivo di una così lunga attesa è imputabile alla complessità
matematica di tale teoria che richiede l’uso di strumenti matematici
all’epoca da poco inventati e che per molti non erano altro che
speculazioni puramente matematiche:
      • Geometrie non euclidee
      • Calcolo tensoriale
La Relatività Generale - A. Einstein 1916
Stimolato dalla lettura del profondo riesame storico critico dei
                      fondamenti della meccanica compiuto da E. Mach, Einstein
                      cominciò a capire che il problema della Gravitazione doveva
                      essere legato all’inerzia e cominciò a lavorare ad una
                      generalizzazione della teoria della Relatività Ristretta (RR) ai
                      sistemi di riferimento accelerati.

                      La sua attenzione si concentrò su un fenomeno fisico ben noto
                      da tempo e sperimentato con grandissima precisione :
                      l’equivalenza tra massa gravitazionale e massa inerziale

Galileo, lasciando cadere pietre di dimensioni
diverse, aveva dimostrato che la gravità è
indipendente dalla massa ossia che oggetti di
massa diversa si muovono con la stessa
accelerazione di gravità g.

Trascurando la relatività, si consideri un corpo soggetto all’azione dell’attrazione
della Terra. La forza a cui esso è soggetto viene espresso dalla gravitazione
universale
                                     MT M
                                F =G    2
                                      R
La Relatività Generale - A. Einstein 1916
Possiamo calcolare l’accelerazione del corpo usando la
seconda legge della dinamica

      F                           MT M
   a=                          a=G 2
      m                           R m
La distinzione tra M e m rispecchia il fatto che la massa
gravitazionale M (responsabile dell’attrazione gravitazionale)
si misura attraverso l’attrazione che un altro corpo esercita
sul corpo mentre la massa inerziale si misura attraverso
l’accelerazione che una forza costante produce sul corpo
La Relatività Generale - A. Einstein 1916
Nel 1909 il fisico ungherese Loránd Eötvös dimostrò
                l’uguaglianza tra massa inerziale e quella gravitazionale
                con una precisione incredibile (10-8). Più recentemente
                Dicke è arrivato ad una precisione di 10-12.
                Tale uguaglianza prende oggi il nome di principio di
                equivalenza debole (PED).

                 Einstein si rese conto che l’uguaglianza tra massa inerziale
                 e massa gravitazionale era un fatto empirico di grandissima
                 importanza e lo estese introducendo un fondamentale
Loránd Eötvös    principio destinato a influenzare ogni futura teoria della
                 gravitazione

Principio di equivalenza Forte di Einstein (PEF) :
gli effetti prodotti sui fenomeni fisici dalla presenza di un
campo gravitazionale sono equivalenti (indistinguibili),
almeno localmente, a quelli prodotti da un’opportuna
accelerazione del sistema di riferimento.
La Relatività Generale - A. Einstein 1916
Per capire il significato profondo di questo principio prendiamo in considerazione
l’esperimento concettuale (gedankenexperiment) del razzo.

                                L’astronave è, in realtà, un laboratorio spaziale
                                senza oblò o dispositivi che ci permettano di
                                guardare all’esterno. L’estensione è circoscritta
                                ad un dominio finito dello spaziotempo

                                In questo laboratorio un fisico, attrezzato di
                                metri, orologi e quant’altro necessario, effettua
                                esperimenti per seguire il comportamento della
                                materia, senza però poter osservare lo spazio
                                esterno.
La Relatività Generale - A. Einstein 1916
Immaginiamo due osservatori collocati all’interno di due astronavi identiche. La
prima, A, ancora sulla rampa di lancio e la seconda, B, in accelerazione nello spazio.
Supponiamo anche che B si muova con un’accelerazione esattamente pari a quella
di gravità alla superficie terrestre.

  Il PEF ci dice che gli osservatori O e O’, qualunque esperimento essi
  eseguano, troveranno esattamente gli stessi risultati.
  In altre parole, senza guardare fuori, nessuno dei due può portare alcuna prova
  che permetta di stabilire se l’astronave si è già sollevata in volo.
La Relatività Generale - A. Einstein 1916
L’osservazione che gli effetti prodotti da un campo gravitazionale sono
indistinguibili da quelli prodotti da un opportuno sistema di riferimento
accelerato fa comprendere ad Einstein che:

è possibile stabilire quali sono le leggi del moto in un campo
gravitazionale e quali effetti abbia un campo gravitazionale sulla
struttura dello spaziotempo semplicemente studiando quello che
accade in un sistema di riferimento opportunamente accelerato.
La Relatività Generale - A. Einstein 1916
Deflessione della luce
  La luce è costituita di fotoni privi di massa e quindi non dovrebbe essere deviata
  dal campo gravitazionale. Einstein dimostra, usando il principio di equivalenza,
  anche la luce deve essere deviata dalla gravità.

                     Consideriamo la nostra solita astronave e supponiamo di aver
                     montato su una parete un faretto che emetta un fascio di luce
                     laser parallela al pavimento.

                     In condizioni normali, ossia se il sistema è inerziale e lontano da
                     campi gravitazionali, il fascio si manterrà parallelo al pavimento

Cosa succede se ora l’astronave si muove con accelerazione pari a g verso l’alto?
A causa dell’accelerazione l’osservatore all’interno
dell’astronave vedrà il fascio luminoso seguire una
traiettoria curvata verso il basso, esattamente uguale
a quella che seguirebbe un qualsiasi altro corpo.
La Relatività Generale - A. Einstein 1916
L’osservatore dell’astronave, non potendo guardare
all’esterno, può non sapere di essere su un’astronave
in accelerazione ma può pensare di trovarsi fermo
sulla superficie di un pianeta avente accelerazione di
gravità g verso il basso.

     In questo caso, l’osservatore all’interno
     dell’astronave attribuisce la deviazione
     della luce alla forza gravitazionale!

    Secondo la relatività generale,
 la gravitazione è in grado di deviare
        la traiettoria della luce,
   malgrado essa non abbia massa
Effetti del campo gravitazionale sullo spaziotempo
Per determinare il modo in cui la gravità modifica lo spaziotempo consideriamo il
seguente esperimento mentale: immaginiamo di avere una piattaforma in
rotazione su cui siano collocati due osservatori. Il primo, O, si trova al centro ed
è immobile rispetto alle stelle fisse, il secondo, O’, è sul bordo e ruota assieme
alla piattaforma.

O vede ruotare O’ con velocità V = ωR e accelerazione a = ω2R.
Dal canto suo O’ percepirà un’accelerazione a’ = ω2R diretta verso l’esterno
rispetto al centro della piattaforma.
Non essendo O’ a conoscenza del fatto che la piattaforma è in rotazione, in base al
PEF, interpreterà a’ come un’accelerazione dovuta alla presenza di un campo
gravitazionale. Infatti, tutti i corpi nel suo sistema di riferimento, tenderanno a
muoversi verso l’esterno della piattaforma con accelerazione uguale.
Vediamo ora come O e O’ valutano le misure spazio-temporali.
     Per maggior chiarezza osserviamo la piattaforma dall’alto.

                          O e O’ possono eseguire delle misure per determinare
                          il rapporto tra la circonferenza C e il raggio R.

                        O misura allora con uno stesso righello sia la lunghezza R
                        del raggio che quella C della circonferenza, trovando il valore
                                             C
                                               = 2π
                                             R
Anche O’ esegue le stesse misure. Per il raggio R’ trova lo stesso valore di O.
Infatti, essendo perpendicolare alla direzione della velocità, esso non subisce il
fenomeno della contrazione delle lunghezze.
Le cose vanno diversamente per la circonferenza C’. Infatti, essa risulta parallela
alla direzione della velocità e quindi essa risulterà accorciata rispetto a C per
l’effetto della contrazione delle lunghezze nella direzione del moto. Pertanto C’
risulterà minore di C e quindi O’ otterrà come rapporto tra circonferenza e raggio
            '        '
       C C C                                       C    '

        '
          = <                                          < 2π
       R R    R                                    R '
Quindi l’osservatore non inerziale trova un rapporto C’/R’ inferiore
  a 2π e attribuisce tale risultato alla presenta della gravitazione.

   A prima vista questo risultato può sembrare strano. Lo studio della geometria
   euclidea ci ha insegnato che il rapporto tra circonferenza e raggio deve
   essere uguale a 2π

Ma la matematica venne incontro ad Einstein:
i matematici dell’800 avevano dimostrato che
la geometria euclidea non è l’unica geometria
possibile. Esistono altre geometrie possibili in
cui il valore del rapporto C/R è diverso da 2π

Quindi l’osservatore inerziale, per il PEF,
attribuisce questo effetto alla gravitazione e
afferma che:

l’effetto del campo gravitazionale è quello di
modificare lo spazio rendendolo non euclideo!
In maniera analoga possiamo vedere l’effetto della gravitazione sul tempo.
                                             Prendiamo in considerazione tre orologi
                                             identici.
                                             L’orologio 3 è inerziale in quanto
                                             solidale con le stelle fisse.
                                             Gli orologi 1 e 2 si trovano su una
                                             piattaforma rotante. L’orologio 1 è al
                                             centro mentre l’orologio 2 è al bordo.

L’orologio 1 è in quiete rispetto all’orologio 3 e quindi essi rimangono sincroni.

L’orologio 2 è in moto rispetto all’orologio 3 e quindi esso subisce la
dilatazione del tempo e rimane indietro rispetto all’orologio inerziale.
 In base al PEF, possiamo pensare che l’orologio 1 si trovi in condizione di
 assenza di gravità mentre l’orologio 2 è in presenza di un campo gravitazionale.

 L’orologio 2 rimane indietro rispetto all’orologio 1. Sempre in base al
 PEF tale ritardo è imputabile alla gravitazione.
Lo scorrere del tempo è quindi influenzato dalla presenza di
 un campo gravitazionale
In particolare lo scorrere del tempo risulta
essere rallentato rispetto al tempo misurato da
un orologio posto in assenza di gravità.
L’effetto è tanto maggiore quanto è intenso
il campo gravitazionale:
il tempo misurato in un campo
gravitazionale scorre più lentamente del
tempo misurato da orologi posti in un
campo gravitazionale meno intenso

          2φ
  ∆t = 1 + 2 ∆t0
          c
Essendo   φ   il potenziale gravitazionale

                 M             A 10 km di altezza la dilatazione temporale è
          φ = −G               ~ 10-12 rispetto ad un orologio sulla superficie
                 r
La presenza del campo gravitazionale modifica sia la struttura dello spazio
    sia lo scorrere del tempo.

Quindi l’effetto della gravitazione è quello di “deformare” lo
spaziotempo piatto della relatività ristretta (warped spacetime).

  Il fisico e astronomo inglese Arthur Eddington propose un modo di
  visualizzare questo effetto con una modalità che ha preso il nome di “telo
  di Eddington”

  In tale rappresentazione lo spazio
  viene rappresentato con un telo
  elastico teso. In assenza di masse
  esso è piatto (geometria euclidea).

                                              Se però mettiamo sopra di esso
                                              un oggetto massivo, esso si
                                              deforma!
Il principio di equivalenza forte di Einstein può essere enunciato anche in una
forma diversa da quella vista precedentemente ma del tutto equivalente:

Principio di equivalenza Forte di Einstein (PEF) ver. 2 :
in qualunque campo gravitazionale, anche non uniforme,
è possibile scegliere un sistema di riferimento locale
(sistema in caduta libera) in modo tale che gli effetti del
campo siano annullati.
Questo significa che non siamo in grado di distinguere, con nessun tipo di
esperimento, se siamo in assenza di gravità lontano da qualsiasi fonte di
gravità, oppure siamo in caduta libera in prossimità di un pianeta, di una
stella, …

Questa è la condizione in cui si trovano gli
astronauti dello Shuttle che si trovano nel
campo gravitazionale terrestre (a circa 300 km
dalla superficie terrestre e a tale altezza g vale
circa 9,0 m/s2) ma che essendo in continua
caduta libera non percepiscono il peso

La NASA per allenare i suoi
astronauti all’assenza di peso
usa un dc9 che viene portato ad
alta quota e poi mandato in
picchiata (caduta libera) per
alcuni secondi. In tale periodo le
persone che si trovano al suo
interno si trovano in assenza di
peso.
In fisica, i sistemi inerziali svolgono un ruolo importantissimo in quanto in
 tali sistemi la fisica risulta “semplice”.
Inoltre, dato il moto di un oggetto in un certo riferimento inerziale, è possibile
ottenere la forma della traiettoria dell’oggetto in qualunque altro sistema di
riferimento inerziale applicando le leggi di trasformazioni che ci fanno passare da
un sistema di riferimento all’altro.

Consideriamo, ad esempio, la seguente situazione: una donna guarda un
ragazzo il quale, all’interno dell’autobus (che si muove a velocità costante v),
lancia una palla verso l’alto.
Secondo il ragazzo, la palla fa un moto rettilineo
                           verticale che può essere descritto dalle equazioni
                                        x' = 0
                                               1 2
                                        y ' = − gt ' + voy t '
                                               2

La donna da terra vede un moto più complicato.
Qual è l’equazione della traiettoria della palla vista
dalla donna?

Per ottenerla basta usare le
leggi di trasformazione che                      ↓ x = x '+ vt
collegano le coordinate x’, y’                   ￯                Le trasformazioni
del sistema del ragazzo con                      ■y = y '         di Galileo!
le coordinate x,y del
                                                 ￯t = t '
riferimento della donna.                         ○
Da cui si ottiene:
                        x = 0 + vt
                             1 2
                        y = − gt + voy t
                             2
Ricavando t dalla prima equazione e sostituendo nella seconda equazione si trova

                           1 g 2 voy
                        y=− 2 x +    x
                           2v     v
    l’equazione della traiettoria della palla secondo la donna: una parabola!

      Quindi studiando il moto del corpo in un sistema inerziale in cui esso è
      molto semplice e poi usando le leggi di trasformazioni tra sistemi inerziali
      possiamo ottenere l’equazione generale della traiettoria del corpo.
Einstein cercò di applicare questa idea per determinare le equazioni del moto dei
 corpi nel campo gravitazionale.

Trascuriamo l’esistenza di qualunque altra forza se non quella gravitazionale.
 Il primo problema affrontato da Einstein fu quello di identificare quali sono i
 riferimenti inerziali in presenza di un campo gravitazionale (es. quello
 prodotto dalla Terra).

 Un sistema che si trova fermo sulla superficie della Terra è inerziale?
 Dal PEF abbiamo però visto che la gravità può essere identificata con
 un’accelerazione e quindi non è inerziale. La presenza della gravità è quindi
 indice di non inerzialità!

 Ma abbiamo visto che è possibile far sparire la gravità prendendo un sistema in
 caduta libera.

 In presenza di un campo gravitazionale prenderemo come
 sistema inerziale un sistema di riferimento in caduta libera.

In un tale sistema ogni corpo (compresa anche la luce) non essendo
soggetta alla gravità (e non considerando la presenza di altre forze) si
muove di moto rettilineo uniforme
E’ importante però notare che questo discorso può valere per regioni
             piccole. Se le dimensioni della nostra astronave in caduta libera fossero
             troppo grandi il campo gravitazionale no sarebbe costante in direzione ed
             intensità e non sarebbe possibile annullarlo completamente in ogni punto
             con la caduta libera.

             Ossia la validità dell’inerzialità vale solo in un intorno infinitesimo del
             punto

             In assenza di gravità è possibile usare un unico riferimento
             inerziale per descrivere tutto lo spazio. Ovviamente è possibile
             scegliere infiniti riferimenti inerziali con l’unica limitazione che si
             muovano di moto rettilineo uniforme tra loro.

La presenza della gravitazione altera drasticamente questa
visione: la sua presenza “frantuma” il sistema di riferimento
inerziale della situazione precedente in una infinità di
infinitesimi riferimenti inerziali distinti l’uno dall’altro

I tre sistemi A, B, C sono tre di questi minuscoli riferimenti
inerziali. Notiamo che diversamente dal caso in cui la
gravità è assente, i riferimenti inerziali non si muovono di
moto rettilineo uniforme ma sono tra loro “accelerati”.
La frantumazione del riferimento inerziale infinito della situazione in assenza di
gravità può sembrare strano ma con un’analogia può diventare più comprensibile.
Supponiamo di voler descrivere la superficie della Terra attraverso un
riferimento cartesiano bidimensionale.
Se la Terra fosse piatta non ci sarebbero problemi. Potremmo farlo facilmente, anzi
potremmo scegliere tra infiniti riferimenti cartesiani bidimensionali che differiscono
per origine e/o orientamento degli assi.

Ma nel momento in cui ci accorgiamo che la Terra non è piatta comprendiamo
che la situazione precedente non è realizzabile.
In un intorno di un punto la Terra è praticamente piatta e in tale intorno potremo
usare un riferimento cartesiano ma se provassimo ad estenderlo a tutta la Terra
non funzionerebbe.

Quello che possiamo fare usare un riferimento cartesiano per
ogni “intorno” ricoprendo la terra di riferimenti cartesiani.
Questa cosa la vediamo realizzata negli atlanti: non è
possibile “spianare la Terra su una singola cartina per cui la
sua rappresentazione viene frantumata in tante cartine che
descrivono regioni quasi piatte.
Anzi, proprio l’impossibilità di avere un’unica cartina
ci dice che la Terra non è piatta!
Analogamente, Einstein interpretò l’impossibilità di avere, in presenza della
  gravità, un unico riferimento inerziale che si estenda per tutto lo
  spaziotempo come dovuto alla deformazione dello spaziotempo: esso non è
  più piatto (ossia descrivibile dalla geometria euclidea) ma è “curvo”…

  Abbiamo già detto che in ciascuno dei riferimenti
  inerziali ogni oggetto si muove libero di moto
  rettilineo uniforme. Supponiamo quindi di avere
  un oggetto che abbia tale moto in B
  Supponiamo quindi di avere un oggetto che abbia
  tale moto in B. Cosa vede un osservatore in A?
  Pur non essendo soggetto a forze (ricordiamo che
  la forza di gravità è annullata dalla caduta libera e
  trascuriamo le altre forze) essendo B un riferimento
  inerziale ma accelerato rispetto ad A, l’osservatore
  in A vedrà una traiettoria non rettilinea!
  Possiamo pensare quindi che il corpo si muova intorno alla Terra passando da
  un riferimento inerziale all’altro in ciascuno dei qual il corpo si muove
  liberamente. Ma per A questo muoversi liberamente non implica un moto
  rettilineo e quindi vedrà il corpo muoversi lungo una traiettoria curva.
Il fatto che la traiettoria del corpo, pur muovendosi liberamente, è curva è
imputabile non all’azione di una forza ma alla curvatura dello spaziotempo.
Einstein interpretò quanto visto nella seguente maniera:

 Il campo gravitazionale provoca una
 deformazione dello spaziotempo. Un
 corpo che si trova nel campo
 gravitazionale non è soggetto ad alcuna
 forza ma si muove di moto libero che
 però non è rettilineo poiché lo spazio
 non è più “piatto”.

  La traiettoria è una geodetica di tale
  spaziotempo curvo.
  La geodetica è l’analogo della retta
  per gli spazi curvi: è una particolare
  curva che descrive la traiettoria più
  breve fra punti di un particolare spazio

  Poiché le sorgenti del campo gravitazionale sono le masse e
  l’energia (da m=E/c2) Einstein concluse che la presenza di
  materia ed energia modifica lo spaziotempo che non potrà più
  essere descritto dalla geometria euclidea
Equazione gravitazionale di Einstein
• Le masse creano un campo gravitazionale che incurva lo spaziotempo
• I corpi che si muovono in un tale spaziotempo incurvato seguono traiettorie
  che sono linee geodetiche ovvero linee di minima distanza
• Il legame matematico fra le masse generatrici del campo gravitazionale e la
  curvatura dello spaziotempo è data dall’equazione di Einstein.
  Esprimiamola in forma sintetica e concettuale (in realtà si tratta di una
  equazione molto complessa) :

curvatura dello spaziotempo = distribuzione della masse

Si tratta di una equazione in grado di descrivere in modo completo un sistema
    di masse in interazione gravitazionale :

    Le masse si muovono seguendo linee geodetiche in uno spaziotempo la
   cui curvatura è definita dalle masse stesse in movimento
    (la traiettoria reale è la proiezione della geodetica dello spaziotempo nello spazio–
        quindi la traiettoria reale non è una geodetica del solo spazio)
1          8π G
    Rµν − g µν R = − 4 Tµν
         2           c
Rµν    Tensore di curvatura di Ricci

R      Scalare di curvatura

g µν   Tensore metrico

Tµν    Tensore Energia-impulso
VERIFICHE SPERIMENTALI
DELLA RELATIVITA’ GENERALE

(immagine del telegramma originale inviato da Campbell a Eddington in cui dava conto del risultato
positivo dell’esperimento sulla deviazione della luce prevista dalla relatività generale, eseguito
durante l’eclissi di Sole del 1919)
La relatività generale è ormai una teoria ben verificata
sperimentalmente.

Numerose sono le situazioni sperimentali che hanno
permesso la verifica diretta della validità e delle
conseguenze della teoria della relatività generale.

Si noti, comunque, che ci si devono aspettare effetti piccoli
(e dunque difficili da rivelare o da distinguere da altri effetti)
in quanto, ad esempio, il contributo relativistico alla
curvatura spaziale in prossimità della terra è dell'ordine di
una parte su cento milioni. Ancora sul sole l'effetto è cento
volte maggiore, dunque pur limitato ad una parte su un
milione.
Deflessione della Luce
      Abbiamo visto che il campo gravitazionale è in
      grado di deviare la luce. Se la luce proveniente da
      una stella, nel suo viaggio verso la Terra, passa
      in prossimità del Sole, essa verrà deviata e la
      stella ad un osservatore sulla Terra apparirà nella
      posizione B invece che in quella reale A
        Einstein propose di verificare tale deviazione durante
        un’eclisse in quanto grazie ad essa è possibile
        osservare la posizione apparente di stelle molto
        vicine al bordo del disco solare. Confrontando poi la
        posizione di queste stelle in tale situazione con la
        posizione delle stesse stelle in assenza del Sole è
        possibile misurare la deviazione della Luce. La
        verifica fu fatta con successo in occasione dell’eclisse
        di Sole del 1919.
In realtà anche la fisica classica è in grado di spiegare
la deflessione della luce assumendo che la luce abbia
massa pari a m = E/c2.
Un calcolo basato sulla fisica newtoniana però conduce
ad un risultato per la deviazione di θ=0.87".
L'osservazione sperimentale fornisce un valore vicino al
doppio (θ = 1.75") per la deviazione del raggio luminoso.
Nella teoria einsteniana si ammette che la deviazione è causata dal percorso
curvo che il raggio deve fare in uno spazio curvo. In base a questa
descrizione, la formula per la deviazione fornisce in eccellente accordo con
l'osservazione sperimentale.
Deflessione della luce delle stelle prodotta dal campo
                gravitazionale del Sole

Valore della
deviazione della
luce nel caso di
passaggio radente
in funzione della
distanza b del
raggio di luce dal
centro del Sole.

                4GM ⊕
           θ =−       2
                        = −1.75 arc sec
                 R⊕ c
                                          La misura può essere fatta
                                          solo durante le eclissi e la
           R⊕ = 6.96 ⋅1010 cm             presenza      della   corona
                                          solare limita le osservazioni
           M ⊕ = 1.99 ⋅1033 g
                                          a b>2R
Lenti gravitazionali
                                 Profondamente legato al precedente fenomeno,
                                 l’esistenza delle lenti gravitazionali è un altro
                                 fenomeno fisico previsto dalla teoria della relatività
                                 generale: poiché,come visto, la forza gravitazionale è in
                                 grado di deflettere i raggi di luce, è possibile che
                                 quando un corpo di grande massa viene a trovarsi
                                 fra una sorgente di luce e l'osservatore, i raggi di
                                 luce provenienti dalla sorgente vengano deviati in
                                 modo tale da provocare un'amplificazione del
                                 segnale luminoso simile a quella causata da una
                                 lente.

Fra i fenomeni più spettacolari prodotti
dalle lenti gravitazionali c'e' certamente
il cosiddetto anello di Einstein e la
croce di Einstein.
Lenti gravitazionali 2
Un allineamento perfetto tra osservatore,
un ammasso sferico e una galassia
distante può creare un “anello di Einstein”

• Solitamente l’allineamento non è
  perfetto e/o l’ammasso di galassie
  non è sferico;
• in questo caso si osservano archi
  piuttosto che anelli completi.

In alcuni casi invece di crearsi degli
archi o degli anelli si creano immagini
multiple dello stesso oggetto (es. croce
di Eistein, immagine multipla di un
quasar creato da una massa invisibile
posta tra il quasar e la Terra)
Anello di
Einstein

Croce di
Einstein
Precessione del perielio
In astronomia viene chiamato precessione del
perielio il fenomeno per cui, per effetto delle
interazioni gravitazionali tra i pianeti del sistema
solare, le loro orbite non sono ellissi fisse e
immutabili, come prevederebbero le leggi di
Keplero, ma cambiano lentamente forma, in
particolare l'asse dell'ellisse ruota lungo il
piano dell'orbita così che la posizione del
perielio si sposta gradualmente.

Tra tutti i pianeti del sistema solare, Mercurio è quello che presenta la precessione
del perielio più accentuata, essendo il più vicino al Sole.

Il fenomeno è previsto dalla teoria della gravitazione universale di Isaac Newton,
ma Urbain Le Verrier, per primo, scoprì che questo pianeta avanza più
velocemente di quello che prevede la teoria stessa: dalle osservazioni infatti è
risultato che la longitudine del perielio, cioè la somma della longitudine del nodo
ascendente e l'argomento del perielio, aumenta di 574" (secondi d'arco) ogni
secolo. Il dato previsto teoricamente tenendo conto dell'interazione con gli altri
pianeti è invece di 531"/secolo, con uno scarto di 43".
Nel 1919 Albert Einstein annunciò che la sua teoria
della relatività generale prevedeva una precessione del
perielio dei pianeti anche in assenza di interazione tra di
essi (mentre la meccanica classica prevede in tal caso
che l'orbita sia un'ellisse fissa e immutabile), e che
l'entità di questa precessione per Mercurio
corrispondeva allo scarto osservato.

                 GM
          6π               ≈ 0.1035arc sec                    per rivoluzione
             a (1 − ε )c
                     2   2

L’effetto relativistico della precessione può diventare significativo in
stelle binarie PSR 1913+16 ha precessione di periastro di 4.2° anno
Red-shift gravitazionale
•   Un orologio posto in un campo
    gravitazionale intenso, siccome lo
    spaziotempo ne è fortemente
    incurvato, viene visto rallentare
    rispetto ad un orologio posto
    lontano dal campo. Il tempo in un
    campo gravitazionale scorre
    (rispetto ad un punto lontano) tanto
    più lentamente quanto è maggiore
    è l’intensità del campo.
•   Conseguentemente, la luce
    proveniente da una stella
    massiccia (che genera un forte
    campo gravitazionale) sarà vista
    con frequenza minore, quindi più
    rossa
•   Questo fenomeno si chiama red-
    shift (spostamento verso il rosso)
    gravitazionale (da non confondersi
    con il red-shift cosmologico (vedi
    più avanti))
GPS: global positioning system

                                                      24 satelliti
                                                      Altitudine da terra: 20000 Km
                                                      Periodo di rotazione: 12 ore
                                                      Precisione: 5-10 metri

Almeno 4 satelliti sono sempre visibili da ogni punto
della Terra ad ogni istante.
Ogni satellite ha un orologio atomico.

Il ricevitore GPS compara i segnali degli orologi di diversi
satelliti per usare poi il metodo del posizionamento sferico
per individuare la sua posizione sulla superficie della Terra.

Affinchè possa funzionare correttamente ci deve essere perfetta
sincronia tra gli orologi sui satelliti e quelli a Terra.
E’ stato necessario tener conto degli effetti sullo scorrere del tempo previsti
     dalle due teoria della Relatività per un corretto funzionamento del GPS
     altrimenti si avrebbe un grosso errore nella determinazione della posizione!

                  Relatività ristretta – dilatazione dei tempi
  rispetto all‘osservatore sulla Terra, gli orologi sui satelliti sono più lenti (7μs/giorno)

            Relatività generale – curvatura dello spazio-tempo
rispetto all'osservatore sulla Terra, gli orologi sui satelliti sono più veloci ( 46μs/giorno)

                                   Anticipo di 39μs/giorno

                          Errore
                          Errore didi 10
                                      10 Km
                                         Km al
                                             al giorno
                                                 giorno
                         se
                         se non
                            non si
                                si tengono
                                   tengono conto
                                            conto delle
                                                    delle
                        correzioni
                        correzioni della
                                     della RR
                                           RR ee della
                                                 della RG
                                                       RG
BUCHI NERI
L’esistenza dei buchi neri è una delle previsioni più note della relatività.

La sua notorietà è legata anche al nome (dovuto al fisico John Wheeler)
e alla fantascienza che lo ha frequentemente usato in romanzi e film.
Buchi neri
•   Ogni stella passa la maggior parte dalla sua vita in una
    situazione di relativa stabilità legata all’equilibrio tra le
    forze gravitazionali che tenderebbero a farla collassare su
    se stessa e la pressione della radiazione prodotta dalle
    reazioni nucleari che avvengono nel suo nucleo.

•   Una stella, quando le reazioni nucleari che la tengono in
    equilibrio si esauriscono, inizia un processo di collasso
    gravitazionale.
•   A seconda della massa della stella questo
    collasso può dar luogo a diversi risultati:
     – Se la massa è paragonabile a quella del Sole
        il collasso darà luogo, dopo una serie di
        contrazioni ed espansioni, a una stella di
        piccole dimensioni (nana bianca) che pian
        piano si raffredderà fino a spegnersi.
     – Se la stella supera una certa massa (circa 5
        masse solari) essa muore trasformandosi in
        supernova e in certi casi il nucleo collassa su
        se stesso e il collasso termina solo quando
        esso si trasforma in una stella a neutroni
        (pulsar) del raggio di pochi chilometri.
Se la massa della stella è ancora maggiore niente può arrestare il processo
di collasso producendo un buco nero.
La massa del buco nero si concentra in un punto (chiamato singolarità)
avente densità infinita.
Nel buco nero la concentrazione di massa è tale da incurvare lo spazio
attorno a sé in modo che la luce (come ogni altro corpo) non ne può più uscire

Un buco nero, quindi, è in grado di assorbire massa ed energia dall’esterno ma
non è più in grado di emetterne (si suppone avvenga in effetti una lenta
“evaporazione” a causa di effetti quantistici)
La singolarità è circondata da
                          una superficie immaginaria,
                          detta orizzonte degli eventi. Se
                          qualcosa (massa o energia)
                          entra all’interno di tale superficie
                          non ne può più uscire.

                              Il raggio di tale superficie
                              sferica viene chiamato
                              raggio Schwarzschild

                                   2GM
                               Rs = 2
                                    c
Per una massa come quella del Sole
il raggio di Schwarzchild è di 3 km!
Tutto ciò che si trova all’interno dell’orizzonte degli eventi è
inaccessibile per sempre dall’esterno
L’intensità del campo gravitazionale in prossimità dell’orizzonte degli eventi è
tale che spazio e tempo sono fortemente deformati e in prossimità di esso
succedono cose molto strane. Consideriamo un osservatore che precipita nel
buco nero.

   L’osservatore che attraversa l'orizzonte non si accorge
    di nulla di strano e procede verso la singolarità in un
                tempo finito per il suo orologio

      L’osservatore lontano dal buco nero vede l'altro
  osservatore avvicinarsi all'orizzonte ma mai raggiungerlo
Si crede che esistano numerosissimi buchi neri. In particolare si crede
     che nel centro delle galassie sia presente un gigantesco buco nero
     avente massa corrispondente a milioni di masse solari.

Ovviamente l’osservazione diretta di un buco
nero è impossibile. Sono possibili solo
osservazioni indirette.

Indicatori di possibili buchi neri possono essere:

   Stelle che appaiono ruotare intorno ad un
  compagno invisibile;
                                                               Immagine artistica di Cygnus X-1
  Sorgenti di intense emissioni di raggi X e γ
  (dovute alla caduta di materiale sul disco di
  accrescimento che circonda il buco nero (vedi
  figure qui a fianco)
   Lenti gravitazionali generati da masse
  invisibili.
   Jet da galassie.
   ...

                                                     Immagine artistica di Cygnus X-1
NASA-ESA
Galassia M87

               Galassia Centaurus A
In realtà non è vero che niente può uscire dall’orizzonte degli eventi. Il
fisico inglese Stephen Hawking ha dimostrato che, per effetti quantistici, iI
buco nero può emettere radiazione sotto forma di elettroni e fotoni. Se il
buco nero non fosse alimentato da altra materia potrebbe evaporare.

 Questo è quello che dovrebbe accadere ad ipotetici microspopici buchi
 neri previsti da alcune teorie
Un po’ di Fantascienza!

    Buchi bianchi: oggetti che emettono materia, al contrario dei
                  buchi neri. Parte dei wormhole

Wormholes: altamente instabili. Scorciatoie attraverso lo spazio-tempo
Un po’ di Fantascienza 2!
Alcubierre drive: viaggi a velocità warp?
Nel 1994, il fisico messicano Miguel Alcubierre proposto un metodo per poter effettuare viaggi
interstellari. Studiando attentamente la RG Alcubierre ha mostrato che è ipoteticamente
possibile creare una sorta di onda spaziotemporale per cui è possibile far sì che il tessuto
dello spazio davanti a un veicolo spaziale si contragga e lo spazio dietro si espanda. La
nave cavalcherebbe questa onda all'interno una regione conosciuta come una bolla di
curvatura (al cui interno lo spazio è piatto). Dal momento che la nave non è in movimento
all'interno di questa bolla, ma è trasportata con essa gli effetti relativistici come la dilatazione di
tempo non si applicano nel modo in cui si avrebbe nel caso di una nave in movimento ad alta
velocità attraverso lo spaziotempo piatto.

Grazie alla la contrazione dello spazio di fronte a essa e alla distenzione dello spazio
dietro di essa, l’astronave potrebbe raggiungere la sua destinazione più veloce di un
fascio luminoso che viaggi al di fuori della bolla di curvatura.
Tuttavia, non si conoscono, per il momento, metodi per creare un tale bolla di
curvatura in una regione che non contenga già uno, o di lasciare la bolla una volta al
suo interno.
ONDE GRAVITAZIONALI
Onde gravitazionali
•   Se una grande quantità di materia
    subisce una rapida accelerazione
    (per esempio in un collasso
    gravitazionale di una stella) la
    curvatura dello spazio-tempo
    subisce una “increspatura”,
    vengono cioè generate onde
    gravitazionali, simili alle onde
    dell’acqua
•   Tali onde furono previste
    teoricamente da Einstein ed hanno
    la caratteristica di viaggiare alla
    velocità della luce c ed essere
    onde trasversali (come la luce)
•   Le onde gravitazionali, data la loro
    estrema debolezza, non sono state
    ancora verificate sperimentalmente
    nonostante i diversi esperimenti in
    atto.
Generate dall’accelerazione di oggetti massivi
  • Esempi di sorgenti astrofisiche:
          Big Bang
          Formazione di galassie.
          Buchi neri binari
          Formazione di stelle a Neutroni
          durante una supernova
         Stelle a neutroni coalescenti
         Superstringhe
In particolare la produzione di OG dovrebbe avvenire in sistemi
binari con due oggetti massivi che ruotano l’uno intorno all’altro.
Le forti accelerazioni dovute all’attrazione gravitazionale
dovrebbe produrre OG che porterebbero via energia meccanica al
sistema. Come conseguenza di tale perdita i due oggetti
dovrebbero pian piano collassare l’uno sull’altro.

                         Negli anni ‘70 R.Hulse e J.Taylor hanno osservato un sistema
                         binario di pulsar rotanti il cui periodo di rotazione diminuisce
                         di 75 millisecondi ogni anno. Qusta è considerata una prova
                         indiretta dell’esistenza delle onde gravitazionali.
Ricerca delle onde gravitazionali
   Esistono diversi progetti rivolti alla rilevazione di eventuali onde
   gravitazionali. Quasi tutti si basano sulla tecnica dell’interferometria laser.

                                        Un raggio laser viene diviso in raggi e diretti
                                        lungo i due bracci dell’interferometro. I due
                                        raggi sono riflessi indietro da specchi posti
                                        alla fine dei bracci.
                                        I raggi vengono fatti rimbalzare più volte
                                        verso il fondo del braccio grazie a altri
                                        specchi posti all’inizio dei bracci (central
                                        mirror) allo scopo di aumentare la distanza
                                        percorsa dalla luce e aumentare la sensibilità
                                        dell’interferometro.

Alla fine i due raggi raggiungono il rivelatore dando luogo ad una figura di
interferenza.

Il passaggio di un’onda gravitazionale, deformando lo spazio al suo passaggio
provocherebbe una variazione della lunghezza dei bracci che genererebbe un
cambiamento della figura di interferenza.
Locations of detectors

      LIGO: American                                   GEO: British and German
                                                     interferometer near Hannover
 VIRGO: French and Italian
    Government built laser                        TAMA: Japanese interferometer
interferometer near Pisa, Italy                            in Tokyo
                                                 AGIO: Australian interferometer
              Picture source: http://www.ligo-la.caltech.edu/Posters/poster18.html
LIGO: Livingston Observatory (USA)
VIRGO: Pisa (Italia)
LISA: Laser Interferometer Space Antenna

                                           Molte delle speranze nella rilevazioni
                                           delle onde gravitazionali risiedono in
                                           LISA: il principio di funzionamento è
                                           più o meno simile a quello degli
                                           interferometri laser sulla Terra ma in
                                           questo caso LISA è posto nello
                                           spazio.
                                           I bracci di Lisa potrebbero essere
                                           lunghi 5 milioni di Km permettendo
                                           di rilevari anche onde di piccola
 spaceplace.jpl.nasa.gov/ lisa_fact2.htm   intensità prodotti da stelle doppie o
                                           dalla fusione di buchi neri nel centro
                                           della nostra galassia.

         La data prevista del lancio dovrebbe essere il 201?.
Il sistema funziona come un transponder ottici. Ogni spacecraft invia fasci laser
agli altri due e riceve quelli emessi da questi e agganciati in fase con i fasci
entranti. Mediante misura della fase relativa dei fasci si misurano le variazioni di
percorso (dovute ad OG)
Puoi anche leggere