Il mistero dell'anatomista - New Italian Books

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Il mistero dell'anatomista - New Italian Books
STORIE
                                                                                                          LIBERE

                       Chi è Andrea Vesalio?

                                                                             Il mistero dell’anatomista
A Padova è il grande scienziato che rivoluziona lo studio del corpo umano,
              il professore di anatomia venuto da terre lontane.
  Per il giovane Menego, invece, è un alleato inaspettato, che lo aiuterà
   a risolvere un complicato mistero e a capire che la conoscenza, anche
        se a volte fa paura, è un valore inestimabile, come l’amicizia.
                                                                                                                    Luisa Mattia

                                                                                                          Il mistero dell’anatomista
                           Isbn 978-88-6945-095-2                                                                  Marco Brancato

                                                    13,50 €
Il mistero dell'anatomista - New Italian Books
STORIE
LIBERE

Ci sono uomini e donne che hanno saputo vedere oltre:
oltre il giudizio degli altri, oltre le convinzioni del
proprio tempo, oltre le regole sociali, oltre i traguardi
raggiunti dai loro predecessori. Questa è una di quelle
storie, storie coraggiose di chi ha guardato il mondo
e il futuro con la forza del proprio sguardo.
Il mistero dell'anatomista - New Italian Books
Luisa Mattia

                                                            Il mistero dell’anatomista
                                                                     Marco Brancato

Questo racconto è in parte frutto della fantasia
dell’autrice. Vesalio nonché gli artisti Tiziano Vecellio
e Jan van Calcar sono realmente esistiti, anche i
riferimenti alle loro opere sono reali.
Gli episodi narrati e gli altri personaggi, invece,
sono stati immaginati sulla base del contesto storico,
scientifico e sociale dell’epoca. Ci piace però pensare
che Vesalio abbia veramente vissuto un’avventura
come questa, insieme a due ragazzi curiosi come
Menego e Gemma.
Il mistero dell'anatomista - New Italian Books
1                                mozione. Cercando di tenere a bada la contentezza,
                                                            si era inchinato al maestro Vecellio.
La borsa con matite e pennelli, Menego non la lascia-       «Jan ha fretta» lo aveva informato Vecellio, «devi rag-
va mai. Seduto a poppa del burchiello, che lo portava       giungerlo il prima possibile».
da San Marco alla terraferma, il ragazzo se l’era tenu-     Menego allora non aveva perso tempo e, sistemate le sue
ta stretta al petto. Il vento soffiava forte e la piccola   quattro cose in una borsa, si era messo subito in viaggio.
imbarcazione, per quanto ben governata, oscillava           Si era imbarcato a Venezia sapendo che, per rag-
e, a tratti, imbarcava acqua. La luce radente del tra-      giungere la terraferma, ci sarebbero volute molte
monto faceva saettare lampi di giallo e di arancio          ore di viaggio. La barca solcava le acque del Brenta
sulla superficie del fiume. Una fitta pioggia di schizzi    lentamente, trainata dai cavalli che la rimorchiavano
bagnava lo zaino di tela con i pochi averi del ragazzo.     percorrendo l’argine. Menego non era il solo passeg-
Camicia, pantaloni di ricambio e un paio di calze di        gero ma, di certo, era il più giovane e il più entusiasta.
lana grossa erano tutto il suo bagaglio e il mattino        Tutto, per lui, era nuovo e occasione di eccitazione.
dopo sarebbero stati impregnati di umidità. Menego,         Il sole era già calato da un pezzo e il freddo lo spinse
però, non se ne preoccupò.                                  a stringersi addosso il ruvido tabarro, che lo riparava
All’arrivo a Padova lo attendeva il pittore van Calcar,     appena dalle raffiche di vento. Le mani intirizzite non
noto artista della bottega di Tiziano Vecellio che, ne      lasciavano la presa della borsa con matite e pennelli.
era certo, gli avrebbe offerto un ottimo pasto ristorato-   Alle prime luci dell’alba, il burchiello raggiunse il
re vicino al camino acceso, dove i suoi panni si sareb-     Portello e Menego, afferrato lo zaino, si diresse di
bero asciugati in un battibaleno. Gran signore, quel        buon passo verso Porta Ognissanti, dove lo aspettava
van Calcar! Menego lo aveva conosciuto nella bottega        un barroccio trainato da un mulo.
del maestro Vecellio e tutti ne parlavano con grande        Un uomo intabarrato richiamò la sua attenzione agi-
rispetto, per via della sua arte.                           tando la lanterna che teneva tra le mani.
Quando il maestro Tiziano in persona gli aveva detto        L’uomo salì a cassetta, lanciò un fischio, scosse le
che Jan, così si chiamava, lo voleva a Padova come          redini e il mulo s’avviò a passo lento.
aiutante per una grande opera di arte e ingegno, il         Raggiunta una piazzetta, l’uomo bloccò il barroccio.
giovane Domenico Tiozzo, detto affettuosamente              «Da qui in poi vai a piedi» mormorò.
Menego, aveva avuto un vero tuffo al cuore per l’e-         Menego raccolse al volo il suo modesto bagaglio,

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mentre il barrocciaio incitava il mulo a riprendere la     nessuno si era presentato. Incredulo e stanco, s’era
via del ritorno.                                           detto che, forse, l’artista dormiva ancora. Del resto,
«Oh, ma da che parte si va per la casa di van Calcar,      il giorno era appena sbocciato.
il pittore?» fece in tempo a chiedere Menego.              Così, aveva fatto il giro dell’isolato, per capire se ci
«Prosegui dritto e ci arrivi!» gli rispose sbrigativa-     fosse un custode della residenza. Ma nulla, proprio
mente l’uomo, senza neanche voltarsi.                      nulla. Le finestre erano serrate, la porta restava chiu-
Il ragazzo si avviò a passo svelto. Aveva fretta di pre-   sa. Menego, allora, si disse che forse stava bussando
sentarsi a van Calcar e di sapere quale importante         alla porta sbagliata. Tra emozione e stanchezza, aveva
incarico d’artista gli era stato riservato. Della città    probabilmente capito male l’indirizzo.
aveva sentito decantare meraviglie e ritrovarsi a vivere   Mentre pensava a cosa fare, lo distrasse una voce:
in un luogo noto per il suo prestigioso Studio, dove       «Sei il veneziano?».
insegnavano eccellentissimi professori, lo emozionava.     Il ragazzo si voltò e rimase di sasso nel vedere, sulla
Sua madre, nel sentire che avrebbe raggiunto la città      soglia di una bottega di fornaio, la ragazza più bella
del Santo, s’era raccomandata: «Vai alla basilica e        che avesse mai incontrato. I capelli rossi, sciolti sulle
chiedi la protezione di sant’Antonio».                     spalle, contrastavano con l’azzurro degli occhi. Lo
Menego aveva tutte le intenzioni di obbedire alle          scialle blu, che la riparava dal freddo, le metteva in
raccomandazioni di sua madre, anche perché la              risalto la carnagione chiara. Menego la contemplò
basilica conservava alcuni affreschi del suo maestro       senza riuscire a spiccicare parola.
Tiziano Vecellio, ma non subito. Strinse a sé la           «Sei muto o sei scemo?» lo apostrofò lei, sorridendo.
borsa con matite e pennelli: prima di tutto l’arte sua     E quel sorriso, il suo sorriso, confuse ancora di più
e il rispetto degli impegni! Chissà quale sorpresa gli     Menego, sopraffatto da un’emozione mai conosciuta
riservava il prossimo incontro con van Calcar...           prima.
                                                           «Mi chiamo Gemma» disse lei. «Gem-ma» sillabò,
                                                           avvicinandosi.
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                                                           «Allora, sai parlare!» Gemma batté le mani, sod-
Menego aveva bussato con energia alla spessa porta di      disfatta. «E se sai parlare... capisci perfino quello
legno del palazzetto in cui van Calcar alloggiava, ma      che dico, vero? Così, te lo chiedo di nuovo: sei il

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veneziano di Vecellio il pittore?» concluse, con aria                              3
irridente.
Menego, fatto un energico cenno di assenso con la        Gemma gli si era messa a fianco e lo aveva accom-
testa, provò a riprendere il controllo di sé stesso e,   pagnato. La casa del dottore era un’abitazione a due
finalmente, riuscì a spiccicare qualche parola.          piani, di aspetto modesto e incuneata tra due vicoli
«Sì, sono Menego della bottega di Vecellio. Mi           del borgo.
aspetta van Calcar e...»                                 «Ecco, è quella là!» gli aveva detto la ragazza, indi-
«Il fiammingo è partito da due giorni!» lo interruppe    cando un portoncino di legno verde con la vernice
Gemma. «Però, ha lasciato un messaggio per te. E         scrostata. «Suona il picchiotto e vedrai che ti apre.»
anche...»                                                Poi se n’era scappata via, senza dargli il tempo di
Gemma rientrò velocemente in bottega e ne uscì           salutarla. Menego, appesantito dalla cartella con i
dopo qualche secondo, portando tra le braccia una        disegni e dalla stanchezza, aveva dunque battuto il
cartella di legno con dentro un fascio di fogli.         picchiotto. Una volta, due volte, tre volte e s’era
«Ci ha detto che saresti venuto a prendere i disegni.»   messo ad aspettare. Dall’interno, aveva sentito il
Di che parlava? Menego era confuso.                      rumore di una sedia smossa e dei passi. Poi, qualcu-
«Come sarebbe a dire che è partito? Mi aspettava.        no aveva aperto lo spioncino.
Devo lavorare con lui. E non so niente di questi         «Chi sei?»
disegni...»                                              «Menego della bottega di Vecellio. Vengo per...»
Gemma gli mise tra le mani la cartella: «Jan se n’è      Non aveva completato la frase perché, se ne rende-
tornato a casa sua e non lo rivedremo se non tra         va conto sempre di più, non sapeva proprio quale
qualche mese, così ci ha detto».                         fosse il suo incarico lì, dal “dottore”. Lo spioncino
«A casa sua?» Menego cominciava a essere seriamen-       si richiuse e la porta si aprì cigolando: Menego si
te preoccupato.                                          ritrovò di fronte a un uomo con lo sguardo severo e
«Eh, ma poi torna. A Venezia» specificò Gemma. «A        una folta barba corvina.
te lui non serve. Devi andare dal dottore.»              «Entra.»
Crescevano, in Menego, la confusione e il dubbio         L’interno dell’abitazione, illuminato dalla luce piena
che Gemma si stesse prendendo gioco di lui.              del giorno, si rivelò spoglio. Un tavolo di legno,
Che c’entrava il dottore, adesso?                        addossato al muro, era ricoperto di libri e pergamene.

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A terra era appoggiata una lanterna. Accostata al                                    4
muro si trovava una sedia.
«Seguimi» lo invitò il dottore.                           Si chiamava Vesalio, Andrea Vesalio, e faceva il medi-
S’avviò lungo uno stretto corridoio sul quale s’affac-    co. «Insegno anche allo Studio della città. Anatomia e
ciavano due stanze. Menego, istintivamente, lanciò        chirurgia» specificò.

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uno sguardo all’interno della prima stanza ma non         «Per me, disegnerai» aveva aggiunto. «Jan, che ho
riuscì a vedere nient’altro che un tavolo, perché il      conosciuto e apprezzo molto, mi ha assicurato che
dottore s’affrettò a chiudere la porta.                   tu hai una mano precisa e sei capace di grande disci-
«Qui non ci devi entrare, se non con me» disse,           plina nel disegno. Mi ha detto che sei tra gli allievi
girando nella toppa la chiave che mise subito in tasca.   più talentuosi del grande maestro Tiziano Vecellio.»
Ancora qualche passo e furono davanti alla secon-         A quelle parole, Menego era arrossito. In bottega, a
da stanza del corridoio. «Qui riposo io» spiegò           Venezia, ce l’aveva messa tutta per imparare. Sapeva
il dottore, indicando la porta chiusa, «tu starai         di essere bravo, ma era la prima volta che si sentiva
lassù» proseguì, indicando una scaletta di legno          dire che aveva talento.
che, come scoprì Menego qualche secondo dopo,             «Non merito tanta stima» provò a spiegare, cercando
portava al solaio. Un pagliericcio, una sedia e una       di essere modesto, «non si smette mai di imparare e
conca con la brocca per l’acqua: non c’era altro.         l’arte del maestro Tiziano è ancora, per me, inarriva-
La luce entrava di traverso da uno stretto abbaino.       bile. Non vorrei che vi aspettaste da me affreschi e...».
«Qui dormirai» spiegò il dottore. «Per lavorare inve-     Vesalio gli sorrise bonariamente: «Tranquillizzati,
ce, starai con me, di sotto.»                             Menego. Qui ho bisogno della tua mano ferma e
Menego fissò l’uomo. Chi era? E cosa doveva fare          precisa nel disegnare!».
per lui? Si azzardò a domandarlo.                         Menego si sentì rassicurato da quelle parole: nel dise-
«Chiedo scusa, signor dottore, ma io ero atteso dal       gno era davvero in gamba, lo poteva dire senza falsa
pittore Jan van Calcar… Io…» esitò «non so dove           modestia.
mi trovo, né per quale incarico…».                        «Questo mi conforta» mormorò, «nel tracciare ritratti
«E non hai idea di chi io sia» completò l’uomo.           con la matita sono il più bravo, in bottega. Volete un
                                                          vostro ritratto?» si azzardò a domandare.
                                                          «Non esattamente...» commentò Vesalio. «Ti spie-

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gherò con precisione tra poco. Intanto, sistema le tue        Il saper riprodurre dettagli, anche infinitesimali, del
        cose. Dopo un’abbondante zuppa calda per rimetterti           corpo umano era un’abilità necessaria e insostituibile
        in forze, ti spiegherò il mio lavoro e in cosa mi sarai       per qualunque artista. Gli artisti greci e romani ave-
        d’aiuto.»                                                     vano tracciato la strada dell’arte più eccelsa, sul cui
        Vesalio aveva imboccato la scaletta e si era dileguato.       sentiero si erano avventurati i grandi maestri rinasci-
        Il ragazzo, toltosi il tabarro, s’era sdraiato per un minu-   mentali della pittura e della scultura.
        to sul pagliericcio. Aveva ancora freddo ma, per fortu-       I corpi umani, dunque, erano per Menego arte quo-
        na, la giornata era assolata e il sottotetto tratteneva un    tidiana ma… questi corpi, disegnati da van Calcar,
        po’ di calore.                                                erano diversi. I disegni, precisi in ogni minimo detta-
        Menego si guardò intorno e l’occhio gli cadde sulla           glio, erano terribilmente belli ma inquietanti.
        cartella con i disegni che gli aveva lasciato van Calcar.     Muscoli, ossa, fibre nervose, pelle, articolazioni,
        L’aprì per controllarne il contenuto e rimase a bocca         cuore, occhi, cervello: tutto era esposto allo sguardo
        aperta per lo stupore.                                        e generava in lui stupore misto a una preoccupazione
        Erano corpi!                                                  che somigliava alla paura. E paura vera e propria era
                                                                      diventata quando, disegni alla mano, Menego era
                                                                      sceso precipitosamente nel salone dove lo attendeva
                                    5                                 Vesalio.
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        Nel lungo periodo del suo apprendistato, Menego               mentato il dottore. «Tu dovrai completare e ampliare
        aveva realizzato moltissimi disegni dal vero con              quanto da lui rappresentato, perché le mie ricerche
        modelli e modelle, abbigliati come gran signori oppu-         stanno andando avanti. Sto elaborando un’opera in
        re come popolani.                                             sette libri sull’anatomia umana.»
        Molte erano state le occasioni in cui il maestro Vecellio     Vesalio lo aveva invitato a seguirlo con un cenno e,
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        aveva impegnato i suoi allievi in ritratti di nudi di         chiavi alla mano, lo aveva fatto entrare nella stanza
        uomo, donna e bambini. L’arte del segno e del dise-           che aveva sbrigativamente chiamato “il mio studio”.
        gno doveva saper riprodurre il corpo umano al meglio.         La stanza era al buio, perché l’unica finestra era oscu-
        Per questo Menego aveva eseguito anche centinaia di           rata da una pesante tenda di velluto nero che, entran-
        disegni con particolari di mani, piedi, braccia e volti.      do, Vesalio si era affrettato ad aprire.

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La luce aveva invaso la stanza e, con stupore e racca-      «Dobbiamo scappare, Gemma. Quello è uno stre-
priccio di Menego, aveva rivelato un tavolo su cui era      gone, un assassino… C’è un cadavere nel suo stu-
poggiato il cadavere di un uomo.                            dio. E poi coltelli e seghe e…»
«È... è... morto?» aveva balbettato il ragazzo.             Gemma gli sorrise.
Il cenno di assenso di Vesalio lo aveva fatto rabbrividi-   «Non è un assassino» commentò la ragazza «e non
re e ancor di più si era sentito scuotere da un tremito,    ci ammazzerà né con il coltello né con la mannaia».
che non riusciva a controllare, quando aveva posato         «E il morto che ha sul tavolo?»
gli occhi su una mensola dove, in perfetto ordine,          «Il morto…» Gemma esitò «... lo studia. È un
erano allineati coltelli affilati, martelli, seghe e una    maestro, uno che indaga, impara e poi lo insegna
quantità di altri arnesi sul cui uso non c’era da dubi-     agli altri, così saranno in tanti a sapere quello che
tare: servivano a tagliare, rompere, segare!                ha scoperto lui e potranno riconoscere le malattie e
Ne ebbe conferma quando vide il medico che, impu-           curarle come si deve».
gnata una piccola mannaia, si avvicinava a lui. Menego      «Studia? Ma se prende un cadavere e lo fa a pezzi!»
non resse l’emozione: lanciò un grido e svenne.             insisté Menego, saltando giù dal tavolo.
                                                            Presa la mano di Gemma, trascinò con sé la ragazza
                                                            verso la porta di ingresso che era aperta a metà, ma
                           6                                qui si bloccò perché la sagoma di Vesalio si stagliò
                                                            all’improvviso sulla soglia.
Si risvegliò gridando e cercò di sollevarsi, ma due         «Hai ragione» gli disse il dottore, «io faccio a pezzi
mani decise lo trattennero e lo costrinsero a tornare       i morti, per usare il tuo linguaggio. Gemma però
a sdraiarsi sul tavolo di legno su cui era adagiato.        è stata più precisa: ha detto che io li studio ed è

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«Che volete farmi?» strillò, con la voce rotta dalla        proprio quello che faccio. Per sapere com’è fatto il
paura.                                                      corpo di un uomo non conosco altro modo che dis-
«Stai tranquillo» quella voce la conosceva. «Sono           sezionarlo, osservare con attenzione, descrivere ciò
Gemma» gli sussurrò lei, accarezzandogli una spalla.        che vedo e spiegarlo con chiarezza a chi apprezza il
«Dov’è il dottore?» mormorò Menego, aggrappan-              sapere».
dosi al braccio della ragazza.                              «Non ho mai visto studiare i cadaveri facendoli a
«Nella sua stanza.»                                         pezzi come i maiali» rispose il ragazzo.

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Con Gemma accanto, Menego si sentiva più sicuro                                      7
di sé, pronto ad affrontare l’inquietante medico che
gli stava di fronte.                                     Entrando in casa di Gemma, s’era già dimenticato di
«Tu sei un artista, ragazzo. Io uno studioso. Tu         Venezia. Le povere stanze dove viveva la ragazza erano
guardi la bellezza del creato che si mostra in super-    sopra il forno di famiglia. L’odore buono del pane
ficie. Io cerco la verità della natura dentro i corpi    ben cotto e il profumo che proveniva dalla pignatta
degli uomini. Ciò che io indago, tu puoi rappresen-      piazzata sul fuoco lo avevano rincuorato. Era odore
tarlo con l’eccellenza del disegno. Ciò che io descri-   di casa. L’effetto rilassante raggiunse il suo culmine
vo con le parole, tu puoi renderlo visibile. Insieme     quando Gemma lo fece sedere al tavolo della cucina e
possiamo fare un ottimo lavoro.»                         gli si mise accanto, tenendogli la mano.
Parlava bene, il dottore. E pacatamente. Ma questa       «Vesalio è un tipo strano» commentò la ragazza. «Tutti
sua calma, invece di rasserenare Menego, lo innervosì.   lo temono qui e anche certi professori, suoi colleghi,
«Non voglio restare qui un minuto di più» affermò,       dicono che è meglio starne alla larga. Però, ho sentito

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piantandosi di fronte a Vesalio.                         che altri, tra quelli che hanno letto molti libri, lo con-
Il dottore si scansò di lato.                            siderano un grande scienziato! Quasi un genio...»
«Puoi andare, se vuoi.»                                  «Fa paura» commentò Menego.
«Ah, certo che sì!» rispose Menego e passò la soglia     «Vero!»
della casa senza lasciare la mano di Gemma, che          La voce di una donna lo sorprese alle spalle, con
però lo trattenne.                                       quell’affermazione. Menego si voltò di scatto e
«Dottor Vesalio, può venire a casa mia, Menego.          inquadrò, nel vano della porta, la sagoma di una
Per stanotte» specificò lei.                             signora dai capelli rossi striati di grigio. Le mani
«Credo sia meglio» commentò l’uomo. «Domani, a           erano grandi e arrossate per il freddo. Portava uno
mente fredda, decideremo il da farsi.»                   scialle nero di lana attorno alle spalle e un abito gri-
«Domani me ne torno a Venezia!» affermò deciso           gio di fattura modesta.
Menego, lasciandosi alle spalle la casa di Vesalio.      «Lo chiamano grande scienziato, ma uno che prende
                                                         le ossa dei morti e compra i cadaveri dei giustiziati
                                                         per fare lezione agli studenti... beh, per me è uno
                                                         stregone! Alla larga!»

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«Lei è Lena, mia nonna» mormorò Gemma.                    «Allora, lavora per me» replicò Cesco. «Visto che
        La donna, lanciato uno sguardo distratto a Menego,        hai mangiato o stai per mangiare metà di una mia
        si avvicinò alla pentola e controllò la cottura.          pagnotta, dammi una mano a sistemare quelle che
        «È pronto!» disse con soddisfazione, togliendo la         sto per sfornare!»
        pignatta dal fuoco. Impugnato un mestolo e uno            Menego accettò di buon grado e, per qualche minu-
        scolino, ne filtrò il contenuto che lasciò cadere, goc-   to, si divertì a togliere con la pala il pane dal forno e
        cia a goccia, in una caraffa di coccio.                   a sistemarlo sulle mensole, a freddare. Posata l’ultima
        «Bevete la zuppa, da queste parti?» scherzò Menego.       pagnotta, tornò vicino a Gemma che, nel frattempo,
        «Non è una zuppa!» spiegò Lena. «È un filtro del          s’era messa a sedere sullo scalino della porta.
        disamore.»                                                «Eccolo il cliente!» disse la ragazza, indicando un anzia-
        «Mia nonna fa i filtri d’amore» sussurrò Gemma «e         no signore ben vestito che si dirigeva verso di loro.
        anche quelli per far passare il mal d’amore!».            Lo affiancavano due giovanotti, ugualmente elegan-
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        «Ho un cliente che viene tra poco» spiegò la donna,       ti, che lo tenevano sottobraccio.
        «m’hanno promesso una scarsella di monete se il           L’uomo più anziano sembrava camminare con rilut-
        filtro funziona!».                                        tanza e loro lo spingevano a ogni passo, finché riusci-
        Mentre la donna continuava a preparare la bevanda         rono a fargli passare la soglia.
        del disamore, Gemma condusse Menego al forno.             «Perché deve bere il filtro del disamore?»
        «Mio padre Cesco fa il pane più buono della città»        Gemma rise: «Perché è un vedovo, vecchio e malan-
        disse con orgoglio, prendendo una pagnottina da           dato, e si è incapricciato di una ragazzetta e la vuole
        una mensola e spaccandola a metà, prima di mor-           sposare! Hanno fatto quasi la promessa e il contratto
        derla con gusto.                                          di matrimonio».
        «Non mangiare le pagnotte!» Dal retro, dove scop-         «E che c’è che non va? È troppo vecchio?»
        piettava il fuoco, un uomo giovane spuntò sulla           «È troppo ricco!» spiegò Gemma.
        soglia, le mani e il viso bianchi di farina: «E questo    Di fronte allo sguardo sconcertato di Menego, con-
        chi è?» domandò, squadrando Menego.                       tinuò: «Se lui si sposa, quando morirà tutte le sue
        «È un artista!» spiegò Gemma, offrendo al ragazzo         ricchezze andranno alla nuova moglie e invece i figli
        un boccone di pane. «Lavora per Vesalio!»                 le vogliono per sé. Così, hanno chiesto a mia nonna
        «No no, per Vesalio mai!» s’affrettò a dire Menego.       che gli faccia passare il mal d’amore per la ragazza!».

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Menego stava per commentare, ma Gemma si alzò                                          8
dallo scalino e gli fece cenno di seguirla. Le obbedì.
I due ragazzi si avvicinarono alla cucina e spiarono       La famiglia della ragazza, mancata sposa del vecchio
quello che accadeva. Ascoltarono nonna Lena pro-           gentiluomo, accusò i figli e nonna Lena di aver com-
nunciare bizzarre litanie, la videro girare intorno        plottato per ucciderlo. I figli vennero denunciati e
all’uomo facendo strani gesti e poi versare un po’         obbligati a dimorare in casa, in attesa di processo.
della bevanda in un bicchiere. L’uomo esitò qualche        Lena finì dietro le sbarre e a Cesco, suo figlio, intima-
secondo prima di bere fino all’ultima goccia.              rono di chiudere la bottega, in attesa della sentenza.
Videro uno dei due giovani ben vestiti passare una         Gemma era disperata e Menego non sapeva come
scarsella di monete sonanti a nonna Lena, poi pren-        consolarla.
dere sottobraccio il vecchio padre e sollevarlo di peso    «Sospettano perfino di mio padre!»
dalla sedia. L’uomo si alzò barcollando e si appoggiò      «C’era la farina nel filtro?» domandò ingenuamente
ai figli, avviandosi verso le scalette che portavano       Menego.
fuori.                                                     «Ma che ti viene in mente?» Gemma lo fulminò con lo
Menego e Gemma sgattaiolarono via, precedendoli.           sguardo e proseguì «Né farina né chissà che, nel filtro
Pochi minuti e i tre spuntarono dalla porta. Il vec-       c’erano camomilla, malva, violetta… erbe innocue».
chio sembrava affaticato. Il colorito del viso si era      «Allora sarà facile dimostrare che tua nonna non c’en-
fatto terreo. Lo videro sussultare, poi si portò una       tra nulla!»
mano alla fronte e cadde a terra.                          «E chi lo dimostrerà, eh? Chi?»
I figli gridarono. Nonna Lena si affacciò alla finestra.   «Vesalio!» disse Menego, che aveva pronunciato quel
Cesco uscì precipitosamente dalla bottega e si chinò       nome senza pensarci più di tanto e si stupì di sé stesso.
accanto al vecchio per soccorrerlo. Lo chiamò, lo          «È un medico, un professore o no?» continuò. «Saprà
scosse, poi lo adagiò a terra con delicatezza.             pure spiegare questa morte!»
«È morto» mormorò, guardando Lena che nel frat-            Andarono a bussare alla porta di Vesalio la sera stessa.
tempo li aveva raggiunti in strada e, a quella notizia,    Lui venne ad aprire subito, un libro tra le mani e il cor-
si era messa le mani nei capelli.                          petto che, senza dubbio alcuno, era sporco di sangue.
                                                           Ma, questa volta, Menego non si lasciò suggestionare
                                                           da pensieri negativi.

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«Nonna Lena non ha ammazzato nessuno!» affermò              darsi a Vesalio e alla sua autopsia, per dimostrare la
decisa Gemma. «Nel filtro non c’erano veleni! Ma non        loro innocenza e, conseguentemente, anche quella di
le credono.»                                                nonna Lena.
«Difficile sostenerlo» commentò Vesalio.                    «Ci costerà parecchi denari» commentò il primo.
«Non c’è modo di scoprire cosa ha causato la morte          «Salveremo l’eredità e il nostro buon nome» disse il
del vecchio gentiluomo?» Menego insisté.                    secondo.
«Dovrei vedere il cadavere...» rispose Vesalio. «E sezio-   «E se Vesalio non riuscisse a trovare la causa della
narlo» specificò.                                           morte?» riprese il primo.
Menego, stavolta, rabbrividì ma non per le parole           «E se Vesalio riuscisse a dimostrare che il filtro non
di Vesalio. Pensava che nessuno avrebbe autorizzato         ha determinato la morte del vostro signor padre?» si
il dottore a indagare, alla sua maniera, sulla morte        intromise Menego.
dell’uomo. Gemma non smetteva di piangere.                  I due fratelli decisero che valeva la pena tentare.
E Menego ebbe un’idea: «Ci penso io» disse.

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                                                            C’era voluta un’ordinanza del tribunale e l’inter-
Aveva bussato, nottetempo, al portone della casa del        vento del Podestà che, sguardo severo e codici alla
gentiluomo morto e, senza timidezze, aveva parlato          mano, valutasse la proposta di condurre un’indagine
con i figli.                                                che Vesalio aveva già fatto altrove, ma non ancora a

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«Siete accusati di omicidio anche voi» esordì. «E se il     Padova. Il valore di Vesalio era conosciuto e molto
tribunale vi condanna, che succederà?»                      apprezzata era la sua scienza. Ma, prima di allora,
«Perderemo l’eredità» disse il primo.                       nessuno s’era azzardato a chiamarlo in pubblica
«La ragazza promessa sposa di nostro padre si pren-         dimostrazione affinché cercasse la verità delle cause
derà tutto» spiegò il secondo.                              di una morte, sotto gli occhi di tutti. Così, infatti,
«E voi non lo volete, giusto?» chiese a conferma            avevano chiesto e preteso gli accusatori, convinti che
Menego. Era certo che non lo volessero. Spiegò cosa         il vecchio gentiluomo fosse stato vittima delle arti
aveva in mente: tentare la carta della scienza e affi-      stregonesche di Lena e della cattiveria dei figli.

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Vesalio non voleva denaro. Lo aveva detto subito             parenti diretti, dovrà assistere alle fasi della dissezio-
anche a Menego, quando gli si era presentato accom-          ne perché temo non reggiate alla vista del cadavere
pagnato dalle mogli dei due fratelli incriminati.            sottoposto alla mia indagine» concluse, mostrando
«I nostri mariti sono figli devoti!» aveva detto una delle   il tavolo con gli arnesi che normalmente utilizzava.
donne. «E l’accusa è falsa. Noi tutti, in famiglia, vole-    La donna sbiancò nel vedere, in fila ordinata, lame
vamo soltanto che il mal d’amore s’allontanasse dal          di ogni tipo ma, fatto un lungo respiro, assentì.
cuore del signor padre ed egli potesse tornare in sé.»
A sentir parlare di filtri d’amore e disamore, Vesalio
aveva fatto un sorrisetto sarcastico: «Non m’intendo                                    11
di pozioni. Sono uno scienziato».
«Per questo ci rivolgiamo a voi!» aveva insistito la         Il giorno della pubblica dimostrazione, il cortile
donna. «Il ragazzo sostiene che la vostra scienza è          antistante la casa del gentiluomo morto era presi-
altissima e che solo voi potrete svelare le cause della      diato da guardie armate che tenevano a bada una
morte del gentiluomo.»                                       folla di popolani curiosi. Al centro della piccola
Vesalio, allora, aveva posto le sue condizioni: «È neces-    corte era stato sistemato un tavolo di legno su cui
sario che io sappia in quali circostanze è avvenuta la       giaceva, coperto da un telo, il cadavere del gentiluo-
morte del gentiluomo e il tribunale dovrà consentirmi        mo. Il Podestà e i testimoni sedevano su scranne di

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una prima indagine esterna sul corpo della vittima. Lo       lato al cortile, affiancati dai parenti della promessa
farò alla presenza di testimoni che dovranno stendere        sposa che avevano denunciato il possibile omicidio
un verbale preciso di quanto dirò e farò».                   dell’uomo.
Aggiunse che, successivamente, avrebbe dovuto sezio-         Erano molti i dottori e gli scienziati di Padova che,
nare il cadavere. E che pretendeva di farlo di fronte        attratti dall’evento, si erano presentati per assistere a
al tribunale, ma con la garanzia che il popolo fosse         quello “spettacolo di anatomia” che aveva come pro-
tenuto a debita distanza da lui e dal tavolo anatomico.      tagonista Andrea Vesalio. Questi, consapevole che
«La gente rumoreggia, commenta, insulta. Immagino            ciò che stava per fare era una dimostrazione rischio-
che ci teniate molto alla discrezione e al rispetto e        sa, aveva chiesto di essere affiancato da un dottore di
che il mio intervento sia protetto da occhi estranei         anatomia illustre e preparato quanto lui in tema di
alla pratica scientifica e alla legge. Nessuno di voi,       scienza e natura del corpo umano.

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«Ogni indagine ha un obiettivo» aveva spiegato «e           dal vivo una dissezione, ma non c’era stato verso di
        in questo caso mi si chiede di cercare la causa di una      avere il permesso di assistere in qualità di “aiutan-
        morte che, sempre, è scritta nel cadavere di un uomo.       te” di Vesalio. Così, era rimasto in casa insieme a
        Io tenterò questa impresa, ma non è detto che rag-          Gemma, mentre Cesco aveva pensato di far visita a
        giunga il risultato sperato. Farò il mio dovere al meglio   Lena in carcere, ma era stato cacciato.
        delle mie possibilità però, a ogni passaggio, avrò biso-    «La prigioniera deve restare isolata!» gli aveva detto
        gno di un medico pari a me che mi segua e certifichi        una guardia. «Per via della sua arte di strega, potreb-
        ciò che faccio e ciò che, mi auguro, andrò svelando».       be causare danni a chi le si avvicina.»
        Menego non era andato nel cortile. Del resto non            Inutilmente Cesco aveva cercato di spiegare che sua
        glielo avevano consentito e grande era stata la sua         madre era una donna di fede e che i suoi filtri erano
        delusione. Dopo i primi giorni in cui era stato vitti-      innocui infusi di erbe calmanti. Gli avevano riso in
        ma di una totale e impaurita soggezione nei confron-        faccia e lo avevano spinto via di malagrazia.
        ti di Andrea Vesalio, il ragazzo aveva avuto modo di        Tornato a casa, aveva trovato Gemma e Menego in
        osservare l’anatomista alle prese con la scrittura del      cucina, seduti in silenzio. L’atmosfera era tesa e triste.
        suo trattato.                                               «Andiamo a implorare l’aiuto del Santo!» propose
        «Sarà un’opera importante» gli aveva detto, «la chia-       improvvisamente Gemma.
        merò De humani corporis fabrica».                           Menego non era mai entrato nella basilica dove le
        Menego aveva fatto una faccia smarrita.                     reliquie di sant’Antonio erano custodite.
        «Non comprendi il latino, vero?» il commento di             «Magari una nostra preghiera guadagnerà la salvezza
        Vesalio era stato bonario. «Significa architettura, o       di nonna Lena» commentò Cesco che si unì ai ragazzi.
p. 55

        struttura, del corpo umano. Spiegherò come sono             Lungo la strada Menego non pronunciò parola, ma
        fatti e come funzionano i corpi di un uomo e di             erano tanti i pensieri che gli frullavano in testa. Il
        una donna. Sei ancora troppo giovane per affronta-          Santo avrebbe aiutato Lena? Forse sì. Era pieno di
        re direttamente, con dedizione e precisione, il mio         speranza e di curiosità. E non solo perché gli pia-
        lavoro di dissezione. La tua mano d’artista andrà           ceva pensare che il Santo avrebbe dato una mano a
        bene per completare il lavoro di van Calcar» gli            nonna Lena ma anche – e forse soprattutto – per-
        aveva detto Vesalio.                                        ché, all’interno della grande basilica, erano custoditi
        A Menego, allora, era venuto il desiderio di seguire        ben tre affreschi del suo maestro, Tiziano Vecellio.

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Menego non vedeva l’ora di poterli osservare.                                         12
Una volta entrati, il ragazzo si avvicinò ai dipinti
e rimase incantato di fronte a tanta bellezza, men-         Erano tornati a casa già da ore e nessuna notizia
tre Gemma e Cesco invocavano il Santo con le                trapelava da quel cortile blindato dove Vesalio,
loro preghiere. Lui non se ne intendeva tanto di            sotto gli occhi di esperti e giudici, cercava la verità
preghiere e, in quel momento, gli sembrava che              della morte del gentiluomo. L’attesa sembrava non
l’unica opportunità di salvezza per la donna fosse          finire mai.
nelle mani di Vesalio, a cui non si chiedeva di             «Io vado a vedere» disse Menego, che non ne poteva
fare meraviglie ma di operare secondo la scienza.           più di aspettare.
Menego si stupiva dei suoi stessi pensieri. La cono-        «E io vengo con te!» Gemma non ebbe esitazioni.
scenza di Vesalio era recente e, inutile negarlo,           Si incamminarono, diretti al cortile dove Vesalio
l’opera dello scienziato lo aveva fortemente impres-        faceva la sua dimostrazione. Non incontrarono anima
sionato e impaurito. Ma ora, di fronte alla necessità       viva. Sembrava che la città fosse avvolta da un silenzio
di dimostrare qualcosa che aveva a che fare con un          di ghiaccio. Perfino i banchi del mercato e i conta-
cadavere, gli sembrava che solo la scienza dell’enig-       dini che esponevano la loro merce apparivano come
matico dottore potesse fare qualcosa.                       cristallizzati in un’attesa che aveva bloccato tutto.
«Caro sant’Antonio» pregava sottovoce Gemma,                Man mano che Menego e Gemma si avvicinavano al
«tieni ben ferma la mano del dottor Vesalio, rendi          luogo dello “spettacolo anatomico”, si udivano voci
acuti i suoi occhi, rinforza la sua scienza, fa’ che rie-   e clamori. Incrociarono un ragazzino che veniva loro
sca a dimostrare l’innocenza della nonna...».               incontro sbocconcellando un tozzo di pane secco.
Menego pensò che quella era un’invocazione che              «È inutile che andate avanti» disse loro, «le guardie del
aveva senso e si unì alla preghiera, inginocchiandosi       Podestà tengono lontano il popolo con le alabarde!».
accanto alla ragazza e avvolgendola in un delicato          «Ma sei riuscito a vedere qualcosa?» gli chiese
abbraccio.                                                  Gemma, in ansia.
                                                            «Niente di niente. Ho provato ad arrampicarmi su
                                                            un albero, ma una guardia mi ha punzecchiato il
                                                            sedere con la punta della spada e son venuto giù
                                                            come un sacco!»

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Li superò, accelerando il passo. Menego, presa la           Quanto al resto, il Podestà e i medici hanno riempi-
mano di Gemma, la incitò a proseguire.                      to verbali e verbali, ma cosa abbiano scritto non lo so
«Cerchiamo di avvicinarci più che possiamo» le              proprio. Non lo sa nessuno! E adesso via!» concluse,
disse. «Magari riusciamo ad avere qualche notizia.»         ridacchiando.
Lei annuì ma, fatti pochi passi, si videro venire           Menego e Gemma tornarono sui loro passi.
incontro un drappello di guardie che disperdeva un          «Andiamo da Vesalio!» propose il ragazzo.
gruppo di popolani. Lesti, si fecero da parte. Il grup-     Corsero a perdifiato e bussarono insistentemente alla
petto si allontanò.                                         porta del dottore, ma nessuno venne ad aprire.
Ripresero la via e, stavolta, notarono un gruppo di         Stanchi e sfiduciati, si lasciarono andare a sedere
gentiluomini, scortati da guardie che li affiancavano       sullo scalino, stretti in un abbraccio per sostenere il
per proteggerli. Menego provò a vedere se, per caso,        senso di sconforto che li avvolgeva.
Vesalio fosse tra di loro ma non c’era.                     Menego non avrebbe saputo dire quanto tempo fosse
«Devono aver finito» mormorò Gemma, «sennò non              passato, quando sentì cigolare la porta. All’aprirsi
se ne sarebbero andati via, non credi?».                    dell’anta, lui e Gemma si voltarono e videro la sago-
Menego annuì e riprese il cammino verso il cortile.         ma di Vesalio.
Se la dimostrazione era finita, forse si sapeva già quali   «Che ci fate qui?» chiese loro.
fossero i risultati. Li bloccò una guardia.                 «Vogliamo notizie, dottore» mormorò Gemma,
«Dove credete di andare?» li apostrofò l’uomo. «Di          entrando.
qui non si passa.»                                          Il dottore li fece sedere e mise sul tavolo due bicchie-
Gemma lo guardò e gli si rivolse con gentilezza.            ri e una caraffa d’acqua, senza parlare.
«Sapete dirmi se lo... spettacolo del dottore Andrea        «Allora? Avete scoperto qualcosa?» lo incalzò Menego.
Vesalio è terminato?»                                       Vesalio si sedette di fronte a loro, l’aria seria.
«Da un pezzo!» commentò la guardia.                         «Ho scoperto tutto» disse con aria solenne.
«Dunque, si sa di che morte è morto il gentiluomo?»         «E dunque?» Gemma era sempre più impaziente.
lo incalzò Menego.                                          «E dunque...» riprese Vesalio «il gentiluomo è morto
L’uomo scoppiò in una risata greve.                         perché il suo cuore s’è fermato».
«Si sa che è morto, quello sì! E dopo il lavoro che ha      «Questo accade sempre» lo interruppe Menego, «lo
fatto il signor dottore, non ci possono essere dubbi.       sanno tutti. Lo so perfino io!».

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Vesalio sospirò: «La tua impazienza mi irrita, lascia-                              13
mi dire quel che ho da dire».
Gemma lanciò un’occhiataccia a Menego: «Dite pure          «Vi ringrazio, dottore» mormorò Menego, presen-
dottor Vesalio, vi ascoltiamo. In silenzio» aggiunse.      tandosi il giorno dopo alla casa di Vesalio.
Il dottore le sorrise. «Il gentiluomo aveva la sua         La nonna di Gemma era stata rilasciata la sera stessa
età e molti acciacchi. Uno gli è stato fatale. Sotto       e Cesco aveva immediatamente riaperto il forno.
gli occhi di un eccellente medico e del giudice, ho        Avevano fatto festa, in casa di Gemma, e Menego
potuto dimostrare che l’occlusione di una arteria          aveva dormito della grossa, sdraiato per terra accanto
coronaria...» si interruppe e portò l’indice al petto,     al lettuccio della ragazza.
«ha generato l’interruzione dell’afflusso di sangue al     Ma quella mattina, aveva sentito il bisogno di torna-
cuore e la morte, avvenuta nel giro di pochi minuti».      re da Vesalio che, ora, lo guardava con benevolenza,
Gemma lanciò un grido di gioia. «Dunque, non fu            affacciato sulla soglia di casa.
colpa del filtro del disamore!» esultò.                    «Non devi ringraziarmi, Menego» spiegò. «Ho agito
«Il filtro non c’entra nulla» confermò Vesalio.            per il bene della scienza.»
La ragazza, allora, si slanciò verso di lui e lo abbrac-   Menego arrossì: «Vi chiedo scusa per la mia ignoranza».
ciò d’impeto, salvo poi staccarsi e chiedergli scusa       «Sei perdonato» commentò Vesalio. «Immagino che
per l’ardire.                                              vorrai tornare a Venezia, in bottega da Tiziano.»
«Sono così felice!» disse, voltandosi verso Menego.        «Oh no! Io voglio lavorare per voi!»
«Sono così felice» ripeté, «adesso mia nonna torna a       Menego lo aveva detto d’impeto e si stupì lui stesso
casa!». E stampò un bacio sulla bocca di Menego.           per il suo ardire, ma di una cosa era sicuro: voleva
Di quel bacio, Menego non si sarebbe più dimen-            affiancare Vesalio nel suo lavoro.
ticato. Così come non avrebbe mai cancellato               «Farò i disegni che il vostro trattato di anatomia
dalla memoria l’emozione che aveva provato sen-            richiede» aggiunse. «Mai più dirò di voi che siete
tendo Vesalio spiegare i risultati del suo lavoro.         un macellaio!» arrossì, nel dirlo. «Mai più, sul serio!
Quell’uomo dallo sguardo severo era stato capace,          Metterò la mia arte al servizio della vostra scienza. E
grazie alla sua scienza, grazie a quella gran quantità     spero che ne sarete soddisfatto.»
di arnesi dalla lama affilata, di cercare la verità nel    Vesalio gli sorrise e gli spalancò la porta.
corpo di un uomo e di rivelarla agli altri.

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SCHEDA
     VIAGGI, STUDI E
     LIBERTÀ DI RICERCA
                                        dalla curiosità di capire come
                                        fossero fatti. Quest’interesse
                                                                            grazie alle sue dissezioni.
                                                                            Nel 1543 raggiunge Carlo V
                                                                                                               dalle svariate
                                                                                                               critiche al suo            1
                                        verso la conoscenza lo porta        d’Asburgo, imperatore del          lavoro. Sappiamo,

     A      ndrea Vesalio nasce
            nel 1514 a Bruxelles,
     in una famiglia di medici e
                                        nel 1533 a Parigi, dove studia
                                        medicina e compie le prime
                                        dissezioni sui cadaveri, sotto
                                                                            Sacro Romano Impero e re
                                                                            di Spagna, per lavorare come
                                                                            medico di corte fino al 1544,
                                                                                                               infatti, che non tutti
                                                                                                               i suoi contemporanei
                                                                                                               sono d’accordo con il suo
     farmacisti. Dal 1528 al 1533       la guida di Jacques Dubois          anno in cui sposa in Belgio        nuovo modo di lavorare.
     studia al Collegium Trilingue      che più tardi diventerà un          Anne van Hamme.                    Ad esempio girano voci
     di Lovanio, sempre in Belgio,      suo grande oppositore.              Nel 1562 in Spagna, mentre         sul fatto che Vesalio faccia
     dove impara greco, latino          Qui però non può ancora             è al servizio della corte di       dissezioni anche su persone
     ed ebraico. Sembra che già         dedicarsi in piena libertà alle     Filippo II, riesce a curare il     ancora in vita, ma si tratta di
     in quegli anni si interessi        sue ricerche e per farlo si         figlio del re da una ferita alla   pure maldicenze per metterlo
     all’anatomia: pare, infatti, che   sposta nel 1536 all’Università      testa, salvandogli la vita.        in cattiva luce.
     si dedichi alle dissezioni di      di Padova, dove nel 1537            Nel 1564 parte per un
     piccoli animali morti, spinto      diventa dottore in medicina         pellegrinaggio in Terra
                                        e poco dopo gli viene affidata      Santa, passando anche da
                                        la cattedra di anatomia e           Venezia, dove forse spera di
                                        chirurgia. Nel 1538 inizia          ottenere un nuovo incarico
                                        la sua più grande opera,            all’Università di Padova.
                                        pubblicata poi nel 1543: il         Quello stesso anno, nel
                                        De humani corporis fabrica          viaggio di ritorno, muore
                                        libri septem. In questo trattato    per un naufragio sull’isola di
                                        rivoluzionario, grazie alla         Zante, in Grecia.
                                        collaborazione di grandi            Il motivo per cui Vesalio sia
                                        artisti della scuola di Tiziano     partito per il pellegrinaggio
                                        Vecellio, raccoglie bellissime      in Terra Santa è ancora oggi
                                        tavole anatomiche che               un mistero. Qualcuno pensa
                                        mostrano le scoperte fatte          che abbia voluto allontanarsi

                                                 Ritratto di Vesalio
                                                 (dal De humani                           Frontespizio del
                                                 corporis fabrica, 1543).      De humani corporis fabrica.

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SCHEDA                                                                                                                             SCHEDA
        2              ARIA DI
                      NOVITÀ
                                             anche di grandissimo aiuto alla
                                             medicina: sapendo com’è fatto
                                                                                RIVOLUZIONI
                                                                                ANATOMICHE
                                                                                                                è studiare
                                                                                                                direttamente                  3
                                             il nostro corpo, è più facile                                      i loro corpi. A

       M       entre l’astronomo e
               matematico polacco
       Niccolò Copernico pubblica il
                                             capire come funziona, come
                                             si ammala e, di conseguenza,
                                             come curarlo.
                                                                                P      rima di arrivare a
                                                                                       Padova, Vesalio trova
                                                                                a Parigi un ambiente legato
                                                                                                                Padova Vesalio trova,
                                                                                                                invece, l’ambiente giusto
                                                                                                                per le sue ricerche: lì infatti
       libro che avrebbe rivoluzionato       L’anatomia è nata molto            alla tradizione di Galeno che   la scuola di medicina è già
       il modo di pensare il cielo, lo       tempo prima di Vesalio, già        non gli permette di portare     molto importante, in più
       stesso anno Andrea Vesalio            nell’antica Grecia, e da sempre    grande innovazione. Secondo     c’è una buona disponibilità
       pubblica l’opera che avrebbe          la pratica più usata per questi    Vesalio, infatti, quanto è      di cadaveri per gli studi
       rivoluzionato il modo di              studi è stata la dissezione,       stato fatto fino ad allora      anatomici e maggiore libertà
       studiare l’anatomia.                  cioè il taglio dei corpi già       nell’anatomia non va più        di ricerca e pensiero.
       È il 1543 e due rivoluzioni           morti. Galeno da Pergamo,          bene. In particolare contesta
       sono in atto!                         vissuto tra il 129 e il 201        il fatto che le informazioni    UN’IMPORTANTE
                                             d.C., è il medico greco che ha     sul corpo umano vengono         DIMOSTRAZIONE
       MA COS’È                              gettato importanti basi per la     dedotte dallo studio dei
       L’ANATOMIA?                           medicina. Secondo Galeno
                                             le informazioni ricavate dalle
                                                                                corpi di animali, soprattutto
                                                                                le scimmie. Secondo lui, il     M       entre lavora a Padova,
                                                                                                                        Vesalio va a Bologna

       L’     anatomia è la branca
              della medicina che
       si occupa di indagare e
                                             dissezioni di animali forniscono
                                             indicazioni importanti anche
                                             sul corpo umano. I suoi
                                                                                modo per avere informazioni
                                                                                precise sugli esseri umani
                                                                                                                dove fa alcune importanti
                                                                                                                dissezioni: confronta quello
                                                                                                                che si può vedere nei corpi
       comprendere come sono fatti i         lavori rimangono nei secoli                                        di molti animali diversi
       corpi degli esseri viventi: studia    il riferimento per tutti gli                                       con quello che si ritrova
       le ossa, i muscoli, i nervi e gli     anatomisti finché... non arriva                                    nel corpo umano. Alla fine,
       organi. L’anatomia è molto            Andrea Vesalio.                                                    confrontando una scimmia
       utile perché non solo svela i                                                                            con un uomo, dimostra che
       segreti dei corpi, di uomini                                                                             le informazioni ottenute
       e animali in generale, ma è                                                                              sono molto diverse!

        Putti intenti a mettere delle ossa                                                                                  Tavola anatomica
     in un calderone per la macerazione                                                                                con scheletro meditante
               (Capolettera O, tratto dal                                                                        (tratta dal libro De humani
         De humani corporis fabrica).                                                                                        corporis fabrica).
52                                                                                                                                                53
SCHEDA                                                                                                                                SCHEDA
         4               ARTE E
                        ANATOMIA
                                                 suoi trattati si ispira ad
                                                 alcuni disegni di Raffaello,
                                                                                   L’ARCHITETTURA
                                                                                   DEL CORPO UMANO
                                                                                                                      il piano
                                                                                                                      dell’opera: la            5
                                                 mentre l’anatomista Realdo                                           prima e la seconda

         N        el Rinascimento artisti
                  e medici cercano
         di comprendere assieme la
                                                 Colombo, brillante allievo
                                                 di Andrea Vesalio, chiede
                                                 all’amico Michelangelo di
                                                                                   I   l De humani corporis fabrica
                                                                                       (che in italiano significa
                                                                                   “la struttura o l’architettura
                                                                                                                      parte sono dedicate
                                                                                                                      allo scheletro e ai muscoli,
                                                                                                                      la terza al sistema vascolare,
         bellezza e l’armonia del corpo          illustrare il proprio. Progetto   del corpo umano”) di Vesalio       la quarta ai nervi, per passare
         umano. Per diventare bravi              purtroppo irrealizzato, perché    è uno dei libri più importanti     poi alla descrizione degli
         artisti bisogna sapere come             Michelangelo muore prima.         della storia della medicina:       organi addominali e terminare
         appaiono e funzionano le                Pratica anatomica e arte si       è considerato il primo libro       con lo studio del cervello e
         ossa, i tendini e i muscoli             intrecciano, a Padova, nelle      di anatomia umana e il primo       degli organi di senso. Vesalio
         sotto la pelle. Leonardo da             rappresentazioni di uno           libro della medicina moderna.      dimostra così gli innumerevoli
         Vinci, per esempio, apprende            dei miracoli più famosi di        Vesalio invita i docenti a         errori compiuti da Galeno.
         l’anatomia dai suoi maestri e           sant’Antonio: il rinvenimento     verificare nelle anatomie,         La Fabrica è anche un vero
         da adulto compie numerose               del cuore dell’avaro in uno       quanto scritto dai maestri         e proprio capolavoro dell’arte
         dissezioni. Il pittore e                scrigno. Gli artisti Donatello,   antichi, e gli studenti a          rinascimentale: le immagini
         scienziato fa molte scoperte            Tullio Lombardo, Francesco        esercitarsi sui corpi, per         sono strettamente legate al
         e i suoi disegni sono molto             Vecellio e Pietro Damini si       verificare quanto appreso.         testo e mostrano le parti
         più accurati dei trattati di            cimentano, infatti, nella sua     Nella dedica all’imperatore        anatomiche con una precisione
         medicina del suo tempo.                 riproduzione illustrando una      Carlo V, Vesalio espone            mai vista prima. Alcuni disegni
         Questo lavoro però è presto             scena di verifica anatomica.                                          sono attribuiti al pittore
         dimenticato perché allora non                                                                                 fiammingo Jan Stephan van
         viene reso pubblico.                                                                                          Calcar, allievo di Tiziano, che
         Il medico Berengario da                                                                                       Vesalio stima moltissimo e che
         Carpi, grande appassionato                                                                                    ha lavorato in precedenza a
         d’arte, per illustrare i                                                                                      un’altra sua opera: le Tabulae
                                                                                                                       anatomicae sex, ovvero “Le sei
                                                                                                                       tavole anatomiche”.

          Il Miracolo del cuore dell’avaro
     (1511-1512). L’affresco è attribuito a
     Francesco Vecellio, fratello di Tiziano,                                                                         Tavola anatomica della
               e si trova nella Scoletta della                                                                        muscolatura (tratta dal libro
        Basilica di sant’Antonio a Padova.                                                                            De humani corporis fabrica).
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SCHEDA                                                                                                                     SCHEDA
      6           MEDICINA,
                CRIMINI E
                                       molto diffuse
                                       le pratiche superstiziose: in
                                                                         I LUOGHI
                                                                         DELL’ANATOMIA
                                                                                                            corporis fabrica
                                                                                                            possiamo vedere          7
                                       tanti credono, per esempio,                                          uno di questi teatri:
              SUPERSTIZIONI
                                       al maleficio, cioè alla
                                       possibilità di procurare          N      ell’antichità le            al centro della scena sta
                                                                                                            Vesalio col cadavere, il
     L’     uso della medicina,                                                 dissezioni si svolgono
                                       il male attraverso la magia.      sia in luoghi privati che          pubblico è sulle gradinate
            per cercare di risolvere
                                       I medici di allora iniziano       pubblici. Galeno, medico           e un cortile colonnato fa
     i misteri legati a malattie
                                       però a escludere sempre           di gladiatori e imperatori         da fondale. È probabile
     o crimini, è una pratica
                                       di più i malefici come causa      e anatomista, disseziona           che queste attrezzature
     molto antica. A Padova,
                                       di malattie.                      in pubbliche dimostrazioni         temporanee venissero
     per esempio, nel 1339 il
                                       Le donne còlte a praticare        animali come scimmie,              montate nel cortile
     Comune assume medici
                                       scongiuri e incantesimi           leoni e perfino elefanti, ma       di Palazzo Bo, sede
     esperti per indagare cause
                                       d’amore vengono spesso            non esseri umani perché            dell’Università di Padova.
     di morte improvvise e
                                       interrogate dall’Inquisizione,    ai suoi tempi è vietato.           Nel 1594 viene costruito,
     sospette. Vesalio stesso
                                       con processi severi e ingiusti.   All’epoca di Vesalio,              all’interno di Palazzo Bo,
     ci racconta di aver fatto
                                       Nella Repubblica di Venezia       invece, le anatomie possono        un teatro anatomico stabile
     da studente un’autopsia
                                       non mancano i casi in cui         avvenire nell’abitazione del       in legno: è il più antico
     su una diciottenne, per
                                       il Podestà interviene per         docente oppure all’aperto,         teatro anatomico stabile
     stabilire se fosse morta per
                                       stemperare la durezza             in strutture temporanee            conservato. Prima di allora,
     avvelenamento.
                                       del processo.                     chiamate “teatri”, alla            infatti, i teatri venivano
     La medicina legale moderna
                                                                         presenza di studenti, docenti      rimontati ogni anno,
     nasce di lì a poco e la
                                                                                    e pubbliche             d’inverno, per conservare
     dissezione ne sarà
                                                                                    autorità. Il primo      meglio i corpi. Il Teatro
     uno strumento
                                                                                    a descrivere queste     Anatomico di Padova ha
     fondamentale.
                                                                                    architetture ispirate   la forma di un imbuto con
     È infatti Giovanni
                                                                                    all’antico è, nel       sei gradoni. Gli studenti
     Filippo Ingrassia, uno
                                                                                    1502, Alessandro        stanno più in alto, mentre
     degli allievi di Vesalio,
                                                                                    Benedetti, un           le persone importanti,
     a gettarne le basi.
                                                                                    medico laureatosi a     come per esempio il Podestà
     Ai tempi di Vesalio,
                                                                                    Padova.                 (che fornisce i cadaveri!),
     tuttavia, sono ancora
                                                                                    Nel frontespizio        possono osservare
                                                                                    del De humani           più da vicino.
             Teatro Anatomico
     dell’Università di Padova.
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Luisa Mattia

                                                                      L     eggere e scrivere sono le mie passioni. Certo,
                                                                            amo molte altre cose nella vita, ma dei racconti,

STORIE                                                                delle memorie delle persone e delle loro voci, dei libri
                                                                      da leggere non potrei fare a meno. Ho pubblicato
LIBERE                                                                molti racconti e romanzi e la voglia di narrare mi ha
                                                                      portato a scrivere anche storie per la TV dei ragazzi
                                                                      e per i cartoni animati. Da bambina sognavo di fare
            na
          l la

                                                                      l’esploratore (al maschile!) e di viaggiare per il mondo.
        Co

                                                                      Ero anche convinta che, nel 2000, avrei guidato un
                                                                      razzo per andare a fare la turista sulla Luna. Non ho
                                                                      fatto l’esploratore né ho guidato un razzo, ma scrivere
                                                                      storie mi dà modo di immaginare viaggi, mondi e
I   n ogni tempo ci sono stati uomini e donne dal pensiero
    rivoluzionario, anticonformisti spesso ostacolati e incompresi
perché arrivati “troppo presto”. Se oggi per tutti è ovvio che la
                                                                      incontri. Questa è la mia bella libertà.

Terra giri intorno al Sole o che le donne abbiano il diritto di
studiare, a lungo non è stato così: solo grazie a chi si è battuto
                                                                      Marco Brancato
per affermare idee che all’inizio sembravano inaccettabili, il
mondo è come lo conosci oggi. Riscoprendo le storie di questi
personaggi straordinari, capirai che i cambiamenti del futuro
                                                                      C’      è chi nasce con la camicia e chi, come me, con
                                                                              la matita. Sin da bambino ho scelto il disegno
                                                                      come linguaggio con cui esprimermi, tanto intimo e
dipendono dal coraggio di ognuno di noi.                              allo stesso tempo universale. Puoi parlare proprio a
I racconti di questa collana, illustrati da bellissime immagini e     tutti! Non l’ho mai abbandonata, quella matita, e ora
accompagnati da schede di approfondimento, ti riveleranno un          che disegnare è anche il mio mestiere, mi permette di
lato nascosto delle vite dei loro protagonisti: scoprirai che anche   esplorare infiniti mondi, non importa quanto sembrino
loro, come tutti, avevano passioni, debolezze, affetti e paure, e     assurdi, sono tutti veri e posso raccontarli a quante più
solo grazie alla loro determinazione e alla capacità di credere       persone. Questo non mi rende meno fortunato di chi
nelle proprie intuizioni hanno saputo rivoluzionare il mondo.         nasce con la camicia.

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