In ricordo di Marcello Bello - Numero speciale anno 2020
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NOTIZIARIO DELLA FONDAZIONE DON TONINO BELLO Numero speciale anno 2020 In ricordo di Marcello Bello Nessuno osi pensa- Tonino e Marcello re che con la tua insieme. Ringrazio morte sia tutto Dio del dono di finito. averli incontrati. In questa tomba, Tanti cari pensieri. che hai voluto nella Nella celebrazione tua cara Alessano, Eucaristica... qui a non ci sono resti, Malta... nella Pre- ma semi che daran- ghiera vi accompa- no frutti abbon- gno. Ciao grande danti... a m i c o . Marcello Bello Luigi Ciotti Grazie... per la tua vita esemplare... Grazie per i tuoi silenzi fecondi, e le parole vibranti di interiorità. Grazie perché hai vissuto i valori della povertà francescana e hai trovato in essa perfetta letizia... Grazie perché, cercando la bellezza nelle espressioni del genio umano, ci hai insegnato a rincorrere Dio... Grazie per quegli occhi rivolti al cielo, non saprei bene se nell'ultimo offerto- rio della vita, o nell'estasi della penultima contemplazione di Lui... Grazie, soprattutto, per la tua morte santissima e per il privilegio che mi è toccato di assistere al tuo transito e di mormorarti all'orecchio "laudato sii mi Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullo homo vivente può scappare"... A laude di Cristo. Amen. Don Tonino anno 2020 numero speciale - pag. 1
LETTERA A PAPÀ di Stefano Bello Spesso siamo portati a pensare che siano gli lenza Vito Angiuli che ha definito la tua esistenza una melodia adulti a insegnare qualcosa ai più piccoli. Io contrassegnata da 5 variazioni, il saluto della diocesi di Molfetta, mi rivolgo a te prendendo in prestito un’ il ricordo vero, genuino, di Pax Christi nella persona di don espressione che mio figlio utilizza quando mi Renato Sacco, tuo grande amico, la bellissima lettera del tuo com- interpella: Papa’ mio! Per un istante ho pagno di testimonianza Giancarlo che ha commosso l’intera pensato che entrando in Chiesa avrei trovato assemblea, il ringraziamento del nostro parroco don Gigi che ha poche persone ad occupare i tanti banchi trascorso l’intera celebrazione tenendosi il viso tra le mani per che riempiono le navate perché dal momento cercare di nascondere il dolore che stava provando nel non saperti che hai lasciato questo mondo, nella nostra più in mezzo a noi. Un dolore che contrastava con la gioia di casa sono transitate, facendo un calcolo saperti nell’abbraccio dell’amato fratello a contemplare il volto approssimativo, almeno 5000 persone per del Signore. Poi si è avvicinato Francesco, il sagrestano, che mi dirti ciao per l’ultima volta. Ho fatto un ha detto che il prossimo intervento sarebbe stato il mio. Sapendo che l’emozione avrebbe tradito le mie parole ho rifiutato. Me ne sono penti- to un secondo dopo; lo sai perché? Perché mi sono reso conto che eravamo giunti alla fine della cele- brazione e che presto ci saremmo messi in marcia per l’ultimo viaggio. Forse se avessi trovato il corag- gio di spendere qualche parola in tua memoria, avrei ritardato di qualche minuto il triste commiato. Non ce l’ho fatta papà mio; la dialettica che da te ho ereditato era limitata dal dolore della tua assen- za. Tante volte ho avuto timore di non essere all’altezza di rappre- cattivo pensiero; ho creduto che i più avesse- sentarti degnamente nei vari interventi che mi vedevano sostituir- ro voluto togliersi il pensiero passando, per ti, ma il tuo sguardo fiero , era la conferma che eri orgoglioso di un momento, dalla tua casa a stringerci la me e mi faceva superare la paura di non trasmettere il giusto mes- mano. Poi sei uscito per l’ultima volta dalla saggio. Il tempo passa, la paura che ci stiamo avviando all’epilo- tua dimora, che ancora adesso è intrisa del go sale. Abbiamo dispensato dalle condoglianze e questo accorcia tuo profumo, e una fila interminabile di ancora di più il tempo che ci è concesso per trattenerti con noi. amici ti ha seguito fino alla nostra Chiesa Forse se avessimo accettato le condoglianze di rito in Chiesa, ti per presenziare il rito funebre che il nostro avremmo trattenuto per altre 2 ore con noi; ma non ce la sentiva- Vescovo si apprestava a celebrare. La casa mo di dedicarci ancora a quanti, commossi si sono comunque di Dio gremita di gente, per dare l’ultimo avvicinati per un ultimo abbraccio; temevamo di rubarti il palco- saluto ad un amico, un compagno, un profes- scenico. Siamo arrivati alle porte del cimitero, sperando che quel sionista. Le campane suonavano a festa tratto di strada non finisse mai; invece è stato il km e mezzo più come il giorno in cui arrivò il feretro di zio veloce della mia vita. Il sorriso dolce di zio Tonino ci ha accolti Tonino. Io e mamma ci siamo guardati e ma non è stato sufficiente ad allontanare il terrore che da li a nello stesso istante abbiamo formulato pochi minuti non ti avremmo più potuto abbracciare e sentire l’identico pensiero: sembra la cerimonia che nostro. La sala mortuaria si è riempita di gente che voleva guar- si svolge in occasione dei grandi eventi; darti per l’ultima volta. Perdonami se non sono entrato, ma oltre 50 sacerdoti presiedevano gli spazi volevo ricordarti com’eri, vivo, dolce, scontroso, amorevole, dell’altare, i banchi completamente occupa- distante, premuroso, alienante, loquace, silenzioso; si perché eri ti, i tuoi amici, colleghi, pazienti, con gli tutto questo; papà mio! Quante volte abbiamo litigato perché occhi gonfi di lacrime seguivano il tuo pensavo di non ricevere da te la giusta considerazione e invece tu passaggio in un crescendo di emozioni. Il nel silenzio, quel silenzio che ti ha da sempre contraddistinto, mi rito funebre, la toccante omelia di sua Eccel- vedevi come il tuo degno successore e quanto orgoglio, quando anno 2020 numero speciale - pag. 2
ormai stanco di apparire, ti mettevi in disparte, professione di ginecologo: zio Tonino ti chiedeva quale indicandomi come tuo successore nella testimo- fosse il tuo compenso per le visite ambulatoriali private. Tu nianza del tuo amato fratello. Compito difficile e gli rispondevi che ti attenevi ad un tariffario comune a tutti arduo mi hai consegnato, papa’ mio, che sino ad i professionisti del settore; 50.000 lire. Zio Tonino ti diceva: oggi è stato piacevole perché ho vissuto un ruolo di fratello …prenditene 25 e se riesci a leggere la povertà vice, di rappresentante. Ora dovrò recuperare la negli occhi dei tuoi pazienti, non ti fare pagare. E tu sapevi forza per dare continuità al tuo impegno, ed è riconoscere i poveri perché hai vissuto la povertà che ti sei questo che mi spaventa. Come puo’ un nano sempre portato dietro come un ombra e anche quando il mettersi al livello di un gigante? Come farò a successo professionale ti ha consentito di toglierti qualche rappresentare un fratello che vibrava di intensa soddisfazione hai mantenuto l’umiltà che ti ha sempre spiritualità con un uomo che dalla comunità inter- contraddistinto. Grazie papà mio per avermi fatto capire nazionale è considerato già Santo prima ancora che il volto di Cristo va ricercato nei poveri che material- del riconoscimento ufficiale della Chiesa? Impos- mente ti offrono poco, ma spiritualmente ti danno l’inco- sibile emulare la tua capacità di interiorizzare il mparabile ricchezza di sentirti uomo fino in cima. Anche messaggio di zio Tonino; di renderlo tuo senza mai ieri, nonostante il tuo corpo fosse freddo, hai saputo darmi usurparne la paternità. Primo testimone di il giusto consiglio. Presi dall’entusiasmo di ricongiungerti, quell’esempio di vita evangelica che senza mai materialmente al tuo amato fratello, abbiamo pensato di impormi, sei riuscito a trasmettermi fino a farmi darti degna sepoltura nell’area che racchiude la sua tomba. appassionare totalmente; passione che ha cancel- Abbiamo anche dato inizio ai lavori per realizzare l’alloggi- lato qualsiasi altra distrazione e che mi ha fatto amento che avrebbe ospitato il tuo feretro, proprio sotto riscoprire attraverso l’approfondimento della vita quella roccia che ci invita a partire dagli ultimi. Poi ho di zio Tonino, quell’amore puro che il Signore ripensato alla tua vita: umile, discreta, silenziosa, senza nutre per ognuno di noi, fino a nessuna smania di sentirlo mio negli spazi più protagonismo, e ho reconditi del cuore. Non capito che non avrei raccontavi semplicemente le fatto la cosa giusta; vicende che hanno caratteriz- probabilmente avrei zato la vita di zio Tonino ma mi sgretolato con quella facevi capire che le parole decisione la reputazione sono vuote se non si è in grado che in 79 anni, giorno di tradurle in gesti concreti; dopo giorno, ti ha che ti rimane solo un freddo permesso di essere la applauso se non trasmettono persona che tutti hanno niente a chi ti sta ascoltando, e stimato e alla quale le tue parole sono sempre state hanno voluto bene. Zio misurate perché sapevi che il Tonino rinunciò al viag- superfluo era solo un contorno gio della speranza del quale si fa volentieri a scegliendo di essere meno. Stefano, non annoiare operato nell’ospedale mai le persone mi suggerivi, dove si affidano tutti i quando preoccupato di non poveri che non hanno le sfigurare in una testimonian- giuste conoscenze. Tu za, ti leggevo quello che avrei dovuto dire nel mio nel giorno della venuta di Papa Francesco, quando ti intervento e tu con sguardo deciso approvavi suggerimmo di affittare un elicottero per seguire il Santo quelle parole. Grazie ai tuoi racconti ho afferrato Padre a Molfetta ed omaggiare la popolazione con la il senso del messaggio di tuo fratello: ama la presenza dei fratelli di Don Tonino, con poche parole ci gente, i poveri soprattutto e Gesù Cristo. Queste facesti capire che ci stavamo macchiando del più grave dei poche righe sono state le linee guida della tua peccati: la presunzione. Non dimenticherò mai le parole che esistenza. La posizione di professionista stimato ed tuonasti verso me e zio Trifone : voi sareste il fratello e il apprezzato non ha alterato le tue umili origini, nipote di Don Tonino? Quelle parole gelarono il nostro anzi ti ha spinto a meglio comprendere le difficoltà entusiasmo riportandoci con i piedi per terra. Ora riposi tra di chi non è riuscito ad arrivare permettendoti di la gente comune, quella che nella tua vita hai sempre aiuta- andargli incontro, depotenziando il tuo io, destrut- to ed io sono orgoglioso di venirti a trovare dove i poveri turando il tuo ruolo. Anche qui fondamenta- vivono il sonno eterno. Da qui parte il messaggio di speran- le è stato l’esempio di tuo fratello. Ricordo za che la morte non è la porta di uscita…ma il portone di sempre quello che mi dicevi quando ti iniziavi alla ingresso; è così ora io ti immagino, sorridente, felice, anno 2020 numero speciale - pag. 3
contento di aver riabbracciato Intervento di don Gigi Ciardo - parroco di Alessano - al ter- nonna Maria e zio Tonino e mine della Messa esequiale di Marcello Bello insieme, guardandoci, starete Avrebbe desiderato intervenire Stefano, non sentendosi, mi faccio io sua dicendo: guardate che stiamo parola. meglio noi di voi! Grazie di cuore a lei, eccellenza per aver presieduto questa Eucarestia, per Prega per me papa’ mio, perché averci spezzato il pane della Parola, per aver condiviso con tutti noi la sua possa sul tuo esempio prender- esperienza personale con Marcello in rapporto a Gesù Cristo, a don Tonino, mi cura della mia famiglia; sin dagli anni della sua permanenza in Ugento, al fascino che Marcello ha perché possa essere una guida avvertito sin dall’adolescenza e all’accompagnamento di un fratello mag- per Tonino, per Gaia, Lavinia, giore che gli è stato padre e amico. Che, con l’incisività della sua vita, gli ha Andrea e dammi la forza di indicato l’amore per Gesù Cristo e la passione per l’uomo, partendo dagli consolare mamma che ti ha ultimi. dedicato la sua intera esistenza Grazie per la sua vicinanza da sempre ai fratelli di don Tonino e alla loro e Federica che ha esaurito le famiglie. lacrime per il dolore della tua Grazie al Vescovo di Molfetta, Mons. Domenico Cornacchia che abbiamo scomparsa. Prega perché possa sempre sentito accanto a tutti noi, sin dai primi giorni del suo ingresso a essere sempre un servo inutile a Molfetta e particolarmente vicino a Trifone e a Marcello e alle loro famiglie. tempo pieno, perché possa Grazie ai sacerdoti, consacrati, consacrate, laici della Chiesa di Molfetta. essere tuo degno successore e Grazie per essere venuti e per aver condiviso la preghiera nell’affidare Mar- non ti debba mai vergognare di cello alla straordinaria paternità di Dio. tuo figlio. Un giorno nella Grazie a te, don Raffaele, don Beppe, don Ignazio: abbiamo cominciato a gloria del Signore ci abbracce- conoscerci con voi e con i vostri confratelli negli anni del ministero episco- remo ancora e torneremo ad pale di don Tonino. Ci siamo conosciuti, ci siamo stimati, apprezzati e essere la bella famiglia unita abbiamo fraternizzato, soprattutto nell’ultimo tratto di strada del calvario di che siamo sempre stati; don Tonino dal 15 febbraio al 20 aprile 1993, data del suo “dies natalis”. nell’attesa di quell’ora verrò Grazie a quanti da ogni parte siete venuti e avete partecipato con noi a quotidianamente a trovarti al questa Eucarestia esequiale. cimitero per ascoltare i tuoi Tetta, l’angelo che ha accompagnato Marcello in un rapporto di amore consigli e a dirti: esclusivo, complice, che gli è stata vicino sino alla fine, insieme con Federi- Ti voglio bene papà mio. ca e Stefano e le loro rispettive famiglie, ringraziano tutti e ciascuno. Sono Stefano Bello don Tonino e Marcello, che ora contemplano insieme il Cristo risorto, ad essere particolarmente vicini a Tetta, Federica, Stefano, Trifone e alle loro famiglie e si fanno ringraziamento, lode, benedizione, invocazione per tutti noi. anno 2020 numero speciale - pag. 4
OMELIA MESSA ESEQUIALE DEL NOSTRO VESCOVO MONS. VITO ANGIULI Marcello e Tonino, una sola melodia con cinque variazioni* pevolezza della centralità Chiesa SS. Salvatore, Alessano 17 ottobre 2019. della figura materna. Alla sua Cari fratelli e sorelle, felice l’uomo che trova un centro nella sua vita attorno al scuola, entrambi, insieme a quale ogni cosa prende senso. Il salmista, infatti, recita: «Beato chi trova in te la Trifone, hanno imparato i sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio» (Sal 84,6). Marcello Bello ha valori fondamentali della trovato il centro della sua vita in due punti fermi: la sua famiglia e suo fratello vita. Circa la sua infanzia, Tonino. Da una parte, ha amato la moglie e, insieme a lei, ha educato i figli con Marcello scrive: «Tonino è l’esempio più che con le parole. Dall’altra, ha vissuto la sua esistenza tutta relativa stato il primo di tre fratelli a don Tonino. Lo ha seguito a Bologna dove ha studiato, si è laureato in medicina rimasti orfani in tenerissima conseguendo la specializzazione in ginecologia e ha esercitato la sua professione età: lui aveva appena 6 anni, nei primi anni. Trifone 4 ed io 2 quando mio Poi, per amore della famiglia e seguendo l’insegnamento di don Tonino, è tornato padre morì improvvisamente. ad Alessano e ha lavorato presso l’Ospedale di Gagliano. In un gustoso ricordo, Nostra madre, Maria Impera- Marcello racconta come avvenne la decisione di tornare ad Alessano. Stando to, rimasta vedova dopo presso la tomba di don Tonino appena sei anni di matrimo- (1996), egli scrive: «Siamo nio, senza alcuna risorsa soli, io e te, sotto lo sguardo economica, in pieno tempo di vigile della mamma: ci fanno guerra, fu sommersa compagnia la solita colomba dall’indigenza e dalle ristret- bianca appollaiata su di un tezze. Dalla morte di mio angolo della tua tomba e il padre, si dovette inventare i frinire delle cicale che mi lavori più disparati e disperati richiama alla mente la tua per non farci mancare il richiesta di audio-registrazio- necessario: da ricamatrice a ne per riascoltarle nei tuoi improvvisata tabacchina, da momenti di nostalgia. “Ma, donna a mezzo servizio a Tonino – ti dissi – guarda che maestra di ricamo… e di vita. le cicale ci sono dappertutto, E nelle ore libere coltivava la anche a Molfetta”. sua fede tenace insegnando Sì, ma quelle sono stonate”. “le cose di Dio” ai ragazzi del Era un modo per farmi capire paese. La sua forte fede e la quanto grande fosse il tuo sua tenacia riuscirono a indi- attaccamento alla nostra terra; rizzare l’animo di mio fratel- per farmi capire la tua grande lo verso orizzonti cristiani a sofferenza ogni volta che eri cui è pervenuto col passare costretto ad allontanartene. E degli anni […] Anche nostra lo hai trasmesso anche a me, madre era pervasa di france- questo tuo amore per la nostra scanesimo e a questo indiriz- terra, invogliandomi ad abban- zo fece rivolgere lo sguardo donare la ricca e dotta Bolo- di Tonino e la sua santità». gna per tornare nella nostra Anche la vocazione sacerdo- povera e umile Alessano». tale di don Tonino è stata da Marcello si rammaricava di lui interpretata come una aver compreso in ritardo la scelta divina, filtrata attraver- valenza profetica del fratello. Dopo però la sua morte, si è impegnato con tutte le so l’amore e i numerosi sacri- sue forze a perpetuarne la memoria. Nei riguardi di don Tonino, Marcello ha fici della madre. «Il pane e i manifestato il suo amore al fratello come un musicista che suona l’unica melodia mezzi di primo sostentamen- con cinque variazioni. È stato il fratello del fratello, il discepolo del fratello, il to erano scarsi e non so custode del fratello, l’imitatore del fratello, il nascosto postulatore del fratello. quanto queste circostanze Non è una mia interpretazione, ma è quanto si può rilevare dalla sua vita e dalla possano aver influito sulla lettura del suo libro, Caro Tonino, Appunti e disappunti, che egli ha tenacemente decisione di mio fratello ad voluto pubblicare quest’anno, quasi come un suo testamento spirituale, per entrare in seminario, oppure lasciarci una confessione dei suoi sentimenti e dipingere un affresco della sua bisogna intravedere in questo esistenza e del suo amore alla famiglia e a don Tonino. qualche disegno divino, La prima variazione: Marcello è stato il fratello del fratello, nella comune consa- perché anch’io sono convin- anno 2020 numero speciale - pag. 5
appassionato dialogo interiore con il fratello: “Ricordo, rivedo, ho pianto, ho compartecipato, mi sono inorgoglito, ho condivi- so”. Leggendo e rileggendo gli scritti del fratello e gli altri libri che parlavano di lui, Marcello ha imparato a conoscerlo meglio e a farsi suo discepolo per diventare suo testimone. Intervenendo a un convegno alle Marcelline di Lecce nel 1994, egli scriveva: «In questi giorni, carichi di ricordi, ho voluto partecipare a quasi tutti i vari convegni che sono fioriti spontaneamente intorno alla figura di mio fratello. L’ho fatto, oltre che per dovere di rappresentanza, soprattutto per cercare di capire se l’immagine che ho io di Tonino non fosse un pochino enfatiz- to, come Tonino, che Dio ci conosce uno ad uno zata dal legame di parentela: ho dovuto rendermi conto, invece, e ci segue ad ogni passo come facitori dei suoi con mia somma gratificazione. che ne risultava addirittura piani. riduttiva». Ai tempi del Seminario di Ugento quanti sacrifi- La terza variazione: Marcello è stato il custode del fratello. ci da parte di mia madre! Ricordo che per andare Ha raccolto, custodito e conservato gelosamente le carte di don a trovarlo, per coprire quei venti chilometri che Tonino, in obbedienza a quanto gli aveva detto poco prima ci separavano, si impiegava un’intera giornata e della sua morte. Così ricorda questo importante e decisivo con i mezzi di trasporto più disparati: dal treno momento per lui e per don Tonino: «”Vi lascio le mie carte”. locale che bisognava prendere all’alba per torna- re a sera inoltrata, ai passaggi sui camion militari Ci congedasti così, me e Trifone, in uno dei tuoi ultimi dialo- polacchi che stazionavano nei nostri paesi, agli ghi. A dire il vero, forse perché presi da più urgenti contingen- interminabili viaggi sui carretti carichi di suppel- ze, quella frase la lasciai cadere lì senza darle particolare lettili necessarie per i trasferimenti nel seminario importanza. In seguito però, quando mi accinsi a mettere in estivo di Tricase». ordine quelle “carte”, ho capito l’importanza del compito di cui La seconda variazione: Marcello è stato il ci avevi investiti: quegli scritti sono la parte teorica della tua discepolo del fratello. Attento, discreto, imme- vita vissuta e tocca a noi ridistribuirli, a piene mani, a quanti ti diato, si è lasciato progressivamente contagiare hanno conosciuto e a quanti ti vogliono conoscere. È sorta così dalla spiritualità di don Tonino. Ha fatto di Gesù l’idea di una Fondazione intitolata al tuo nome e aperta a quanti Cristo il centro della propria vita e, attraverso di vogliono impegnarsi fattivamente per l’affermazione degli lui, ha imparato a conoscere la tenerezza di Dio ideali di pace e di solidarietà di cui tu sei stato il coraggioso Padre. Proprio così. Marcello ha sentito don assertore. Gli scopi della Fondazione saranno appunto quelli di Tonino come un educatore e un padre: «Tonino - curare, con ogni forma di diffusione, la conoscenza del tuo egli scrive - integrava con la sua esperienza e pensiero e del tuo Magistero e soprattutto promuovere lo con la sua tenerezza la nostra educazione spiri- tuale e sociale che ci veniva dalla cara mamma. sviluppo di una cultura della pace e della solidarietà, di una Forse è stato per noi, oltre che un fratello, anche teologia e di una spiritualità incarnata nella storia». un padre, senza comunque mai assumerne Caro Marcello, grazie per avere custodito le carte di don l’autorità». Tonino e anche quelle che parlano di lui. Man mano che il Si è immedesimato nella sua capacità di rifles- tempo passa, comprendiamo ancora meglio la loro importanza. sione, di meditazione, di interiorizzazione. Ciò In questi ultimi tempi, hai suonato la quarta variazione: ti sei gli ha permesso di accogliere, approfondire, fatto ”imitatore di tuo fratello”. Hai accolto dalle mani di Dio assorbire la spiritualità del fratello che lui la lunga sofferenza, lasciandoti accompagnare dallo stesso apprezzava e ammirava. Si è ritagliato degli Spirito che ha guidato don Tonino. Hai ricevuto l’Eucarestia, spazi di tempo per ascoltare, confrontarsi e l’unzione dei malati e hai apprezzato le premure, l’affetto, condividere le tante intuizioni del fratello, l’accompagnamento di Tetta, tua moglie, dei tuoi figli, di tuo lasciandosi contagiare dalla sua testimonianza. fratello Trifone, dei familiari e di tanti amici, primi fra tutti don Fiero di un fratello che amava davvero il Signo- Gigi e Giancarlo Piccinni. re, non si è lasciato catturare dal ruolo, ma ha Ti sei addormentato silenziosamente nel Signore, abbandonan- imparato a personalizzare ogni rapporto. Lo entusiasmava la povertà e la libertà interiore con doti all’amore di un Dio che ti ha amato con il cuore di un padre cui don Tonino si rapportava a tutti e a ciascuno. che non hai conosciuto, di una madre che ti ha sempre custodi- Come fosse una lunga litania, nel suo libro egli to e di un fratello che ti ha teneramente accompagnato. ripete i verbi che richiamano il suo lungo e Chiudendo gli occhi a questo mondo, li hai aperti a quello cele- anno 2020 numero speciale - pag. 6
ste. E tra gli angeli e i santi hai intravisto tuo fratello, Tonino. IL RICORDO DEL SEGRETARIO Finalmente, vi siete nuova- DELLA FONDAZIONE Vito Cassiano mente incontrati. Questa volta in modo definitivo e per È venuto a mancare un nostro grande amico, uno dei due fratelli del vescovo di sempre. La venuta di Papa Molfetta Don Tonino Bello, ora Servo di Dio in attesa di beatificazione, Marcello Francesco sulla tomba di tuo Bello, in cui vedevamo riflessa la carne e lo spirito del nostro grande Maestro che inaspettatamente ci lasciò venticinque anni fa nella pienezza del suo vigore pasto- fratello (20 aprile 2018) ti ha rale. La Fondazione, da lui voluta e promossa come artefice principale e originario, dato la certezza che la “bella perde un altro dei suoi più significativi componenti: dopo Donato Valli, Mario battaglia che hai combattuto” Signore, Nicola Occhiofino, Guglielmo Minervini, Antonio Coloro, Francesco (cfr. 1Tm 6,12; 2Tm 4,7) ha Scarascia, ora colui che aveva dato il cuore e le risorse necessarie per la costituzio- avuto la conclusione che hai ne della Fondazione ci è venuto a mancare, in un modo repentino, anche se da sempre sperato. diversi anni la sua usuale dinamicità era bloccata da grave malattia e negli ultimi Quello che hai lungamente tempi il decadimento delle funzioni biologiche ci faceva presagire già l’infausto desiderato si è materializzato evento. proprio sotto i tuoi occhi. E Marcello Bello era un medico che, oltre alla libera professione, svolgeva il ruolo di così hai compreso di non aver ginecologo presso l’ospedale di Gagliano del Capo, fino alla sua soppressione avvenuta in seguito alla razionalizzazione della rete ospedaliera regionale. Il corso invano e, come il reparto di ginecologia e conseguentemente di neonatologia era una struttura molto vecchio Simeone, hai capito qualificata e richiesta nel territorio del Capo di Leuca nel periodo degli anni 80 e che era giunto il tempo di scio- 90; qui infatti si può dire che ognuno è nato del territorio del Capo di Leuca e anche gliere le vele e intonare l’ulti- di altre zone. In questa struttura il dott. Marcello si distingueva per la sua compe- ma variazione. tenza professionale, per cui la sua consulenza e assistenza era molto ricercata dagli Questa volta l’hai eseguita in utenti. Era anche uno dei pochi medici che aveva optato per l’obiezione di coscien- solitudine con un dolce silen- za, che faceva far valere ogni volta che si creavano nel reparto situazioni di scelte zio. Le quattro variazioni che abortiste. Si può dire che molti di noi hanno visto accogliere e fiorire la vita nascen- hai cantato durante la tua vita te dei nostri figli nelle sue mani. La sua attività professionale era così intensa e totalizzante che non gli consentiva si sono intrecciate e fuse in di prestare la dovuta attenzione all’attività del suo fratello maggiore, Don Tonino, modo armonico con la quinta: che in quegli stessi anni, dopo la consacrazione episcopale, divenne protagonista, quella che rivela sulla terra la spesso contrastato, a livello non solo locale, ma a livello nazionale, nella Chiesa e bellezza della santità che nella comunità civile, di una cultura rinnovata e di un’etica riscoperta e vissuta risplende nel cielo. Ora la dalle pagine del Vangelo, in particolare, del discorso della montagna o delle beati- contempli con i tuoi occhi e tudini, montagna su cui si assise per profetizzare l’annuncio della pace e della non gioisci! E, con tuo fratello violenza, oltre che di una rinnovata vita ecclesiale specialmente sui fronti della Tonino e la vostra cara periferia. mamma Maria, siete immersi Marcello si rammaricava di aver scoperto la effettiva valenza di questa profezia nell’eterna danza davanti al espressa dal fratello con un po’ di ritardo e di non aver veramente compreso e soste- nuto, come discepolo, oltre che come fratello di sangue, la dirompente effervescen- trono dell’Altissimo. Mentre za del vino nuovo che traboccava dalle parole e dal cuore oltre che dai gesti di una noi, ancora pellegrini in questo tale testimonianza. Per cui, quando inaspettatamente si vide privo di quella presen- mondo, pieni di speranza, za familiare e fraterna e ne cominciò a comprendere la rilevante valenza profetica attendiamo di poter vedere e e culturale, divenne quasi un alter ego di quella ormai presenza traghettata nel gustare ciò che voi già godete. mistero della vita e del mondo, e si impegnò affinché questo nostro mondo tangibile Assetati di vedere il volto di e limitato continuasse ad avere almeno una parvenza di quella esistenza e che Dio, aneliamo a unirci alla almeno la memoria non venisse a mancare nel tempo che tutto lide e oscura. Non vostra gioia e alla vostra tanto per cercare di dare una parvenza di immortalità che si profila come caduco danza. ricordo di un trapassato, ma come necessità conclamata di un bisogno di mantenere vivo e operante il suo spirito, quello spirito di profezia che si nutre del passato per + Vito Angiuli costruire il futuro. Vescovo di Ugento- S. Maria E fu Marcello perciò che suscitò l’idea di una Fondazione che incarnasse e perpe- di Leuca tuasse nella storia dei nostri giorni la missione di Don Tonino, non certamente con lo stesso fascino e la forza ideale, ma certamente con un mantenimento di quello spirito nell’attualità del processo diacronico e sincronico delle vicende umane. E Don Tonino, grazie anche al fratello Marcello, ha continuato ad abitare su questa terra. anno 2020 numero speciale - pag. 7
Quell’idea e quell’invito di Marcello fu colto da un gruppo di IL MESSAGGIO DI TONIO DELL’OLIO persone dei territori delle due diocesi, quella di Ugento- S. Maria di Leuca e quella di Molfetta. Egli stesso stilò l’impi- Carissimi Tetta, Stefano, Federica, Trifone e tutte/i anto giuridico e statutario della Fondazione e, quando si speravo di poter vivere con voi questo momento decise di approdare, era il 1995, all’ufficio del notaio, Mar- forte e profondo ma l'impegno di servire la Pro Civi- cello e suo fratello Trifone misero a disposizione le risorse tate Christiana mi tiene ad Assisi. In qualche modo necessarie per la sua costituzione e funzionamento, ma più ancora per dotare l’istituto di quelle note strutturali compati- anche questo ci rende fedeli allo stile di don Tonino. bili con la necessaria autorizzazione da parte del ministero e della prefettura. Dio solo sa quanto vorrei rubare un’idea di parola E dopo che la Fondazione fu costituita, Marcello divenne di originale e toccante a don Tonino per riuscire a giorno in giorno la memoria vivente e parlante, era lui a fotografare bene il contributo che Marcello ha dato ricordarci tutte le connessioni della vita e della parola di Don in questi anni alla prosecuzione fedele del lascito Tonino ai fatti occorrenti nell’attualità storica della vicenda spirituale e di Vita di Don Tonino. Con lui abbiamo ecclesiale e sociale e quello che avrebbe fatto ed espresso vissuto quell’ultimo indimenticabile momento nella Don Tonino in quelle stesse situazioni. stanza di don Tonino: mi resta marcato a fuoco Ultimamente il suo apporto e quello del Fratello Trifone sono stati determinanti per avere a disposizione le risorse e gli nell’anima l’espressione di Marcello che comunica- strumenti per realizzare la Scuola di Pace, che ora ha una va a tutti la fine dei suoi battiti. Ora che si fonde sede propria con annessa una ricca biblioteca di volumi già nell’abbraccio eterno in quell’altra dimensione, posseduti da Don Tonino e da altri donatori tra cui alcuni sarà festa per entrambi. componenti della Fondazione. Insieme al presidente della Fondazione, sia al tempo di Valli In tutti questi anni in cui ho imparato a conoscerlo, e più ancora nel corso della presidenza di Piccinni, fino ho apprezzato la sua discrezione, quasi il pudore di all’ultimo, fin quando un minimo di forze glielo consentivano, far sentire la propria presenza, il garbo di non ha attraversato più volte l’Italia per portare nei vari conve- gni, incontri, celebrazioni la testimonianza della sua consan- rischiare nemmeno lontanamente di rubare un guineità non tanto carnale quanto spirituale, divenendo angolo di scena al fratello maggiore. E già questo, giorno dopo giorno, come ci ha detto nel suo ultimo scritto, in un tempo in cui si insegue la visibilità a tutti i un suo discepolo, in quella grande schiera di amici di Don costi e la sovraesposizione come certificazione di Tonino che si va sempre più infoltendo e che rappresenta la esistenza in vita, costituisce un’eredità preziosa che vera impronta che rimane ancora su questa terra del fugace vorremmo conservare gelosamente come testimo- ma intenso passaggio del profeta di Alessano. nianze e modello. Spesso mi sussurrava come in un Ci è sembrato di vedere Elia che con il suo repentino passag- orecchio le impressioni e le convinzioni che, alla gio sul carro della storia, prima di entrare nel mistero della vera e definitiva consistenza dell’essere, abbia gettato il suo luce della testimonianza di don Tonino, si andavano mantello su Marcello, perché profetizzasse in sua vece. Ora radicando in lui. Ha sempre partecipato convinta- questo mantello, il cui lembo aveva toccato anche tutti noi, mente alle iniziative che proponevamo non per cele- Marcello lo lascia ricadere sulla Fondazione perché porti nel brare suo fratello ma piuttosto per tentare di dare tempo lo spirito evangelico nella città degli uomini. seguito al suo servizio. Con questa visione di speranza e di fiducia, vogliamo velare un po’il volto che in questo momento è istintivamente portato A voi che avete condiviso più da vicino e nella quoti- a mostrare i tratti del dolore e della mestizia. Noi tutti sappia- dianità la sua presenza, la mia vicinanza e la mo infatti che Marcello ormai è stretto con un abbraccio eterno al suo e al nostro Don Tonino e che ambedue con promessa di una preghiera davanti alla tomba di inestinguibile letizia cantano l’inno di gloria dell’Apocalisse San Francesco che è santo di cui Marcello aveva “E vidi come un mare di vetro mescolato con fuoco e sul mare un’ammirazione devota. Il Signore mi perdoni se di vetro quelli che avevano ottenuto vittoria sulla bestia e nell’Eucarestia che celebrerò questa sera pregherò sulla sua immagine e sul numero del suo nome. Essi stavano non “per” Marcello ma “con” Marcello. in piedi, avevano delle arpe di Dio, e cantavano dicendo: «Grandi e meravigliose sono le tue opere, o Signore, Dio Il Signore vi renda con tassi da usura quanto avete onnipotente; giuste e veritiere sono le tue vie, o Re delle fatto per Marcello... e per tutti noi. nazioni. Chi non temerà, o Signore, e chi non glorificherà il Un abbraccio tuo nome? Poiché tu solo sei santo; e tutte le nazioni verran- no e adoreranno davanti a te, perché i tuoi giudizi sono stati manifestati”. Alessano, 16.10.2019 Vito Cassiano anno 2020 numero speciale - pag. 8
MARCELLO IN PIENA SIMBIOSI CON TONINO NELL’ABBRACCIO DI DIO Giovedì scorso, 17 ottobre, aleggiava su Alessano un’aria di rispettoso silenzio. Un clima suo essere, era segno di quella di mestizia e di partecipazione all’avvenimento che si stava vivendo: era giunto alla fine maturazione, di quel cammino della vita terrena Marcello Bello, il fratello piccolo di don Tonino. Nel pomeriggio si fatto nel tempo che lo ha portato sarebbero svolti i funerali nella Collegiata del paese con la celebrazione della Messa alla simbiosi nello spirito. esequiale, presieduta da mons. Vito Angiuli, vescovo della diocesi. Volti mesti, sguardi Traspariva tutto l’affetto, tutta che si incrociavano fugacemente, saluti appena accennati, un parlare e un pregare con l’attenzione, tutta la stima, tutta voce sommessa. Tutto sembrava rimandare a un altro giorno, a un altro pomeriggio di l’ammirazione, tutta la venera- tanti anni fa: un paese, Alessano, attonito, silenzioso, un silenzio interrotto solo dai canti zione, che lui aveva maturato e dalle preghiere, commosso fino alle lacrime; una Chiesa, quella di Ugento, in lutto; un nei confronti del fratello, ammi- territorio, il Salento, colpito dall’evento della morte di un sacerdote, di un vescovo che randone rispettosamente la sua tutti consideravano già santo. In questo pomeriggio si percepiva il ricordo, la memoria, lo santità. spirito di don Tonino. Segni visibili di questa simbiosi Sì, perché la simbiosi che Marcello aveva raggiunto nel tempo con il fratello Tonino era sono il libro che Marcello ha profonda, silenziosa, attenta, riflessiva, meditativa. Personalmente ho conosciuto questo scritto in dialogo con don lento ma costante cammino di Marcello verso lo spirito di don Tonino. Conservo vivo Tonino, dove c’è tutto il suo nella memoria il ricordo di due circostanze che sono segni per me del raggiungimento di cuore, tutta la sua anima, tutto questa profonda intesa tra loro. se stesso, e la partecipazione Dopo la morte di don Tonino, su iniziativa di don Salvatore Palese, si tennero per alcuni alla malattia e alle sofferenze anni le “Primavere di don Tonino”. Incontri nei quali laici e sacerdoti, che avevano cono- del fratello attraverso la sua sciuto più da vicino il sacerdote e il vescovo, venivano invitati a esporre una propria malattia e le sue sofferenze che riflessione sullo spirito e sull’azione di don Tonino. Al termine del mio intervento, tenuto lo hanno portato alla morte. Ha nella “Seconda Primavera”, si avvicina molto discretamente Marcello e mi dice: “Quante rivissuto l’umanità e lo spirito cose sapete voi di don Tonino che noi non conosciamo”. Evidentemente l’intenso rappor- del grande, in tutti i sensi, fratel- to familiare tra i tre fratelli, Tonino, Trifone e Marcello, e tra loro e mamma Maria, non lo. era andato oltre, coinvolgendo anche altri campi. Eppure Marcello aveva scelto di andare Queste riflessioni mi venivano a fare l’università a Bologna per stare con il fratello mentre lui era nel seminario in mente giovedì pomeriggio dell’ONARMO di Bologna; aveva deciso di svolgere la sua attività professionale di mentre partecipavo ai funerali medico ostetrico nel Salento, nell’ospedale di Gagliano del Capo, perché don Tonino di Marcello, pregando silenzio- aveva scelto di tornare nella sua piccola ma amata Chiesa ugentina; aveva scelto di curare samente per questo fratello nella materialmente gli ultimi come il fratello li serviva spiritualmente e pastoralmente. fede, che andava a trovare Un secondo ricordo. Al termine di ogni incontro tenuto in Fondazione in tutti questi anni, l’altro fratello nella carne e Marcello mi si avvicinava, sempre con molta discrezione, e mi diceva. ”Gigi, chissà cosa nello spirito nel regno dei beati. avrebbe detto Tonino sugli argomenti discussi oggi e su quello che sta succedendo in Italia e nel mondo! Io me lo chiedo sempre”. Questa continua riflessione sul pensiero e Gigi Lecci sull’azione del fratello, su quello che avrebbe potuto dire e fare, quasi sul ‘suo sentire’, il anno 2020 numero speciale - pag. 9
DON TONINO E MARCELLO Entrambi credenti in Cristo risorto e nell’uomo pace. redento, innamorati insieme della propria terra Nell’intensità scambievole di questo dialogo, c’è infine il capitolo del ritorno a casa, ovvero del canto delle Don Tonino e Marcello cicale nella cassa armonica dei campi. Non una facezia, Assimilati nella vita e nella morte, don Tonino e Marcel- un acuto. Una poesia in fondo ai giorni! lo sono fratelli di sangue e nello spirito. – «Marcello, perché non vai ad Alessano a registrare il Isolo, fra i tanti, tre momenti significativi di comunanza, loro frinire? Mi piacerebbe tanto ascoltarlo». estrapolati dal racconto confidenziale dell’uno e Don Tonino, ammalato terminale, si prepara al rientro dell’altro, e propongo una mia impressione. nella propria terra, che percepisce come madre, e Comincio a ritroso. Cioè dall’aspetto dei due fratelli nel invoca il canto delle cicale al fratello medico che lo feretro esequiale, scarnificati dalla malattia. Identici assiste in episcopio. come gocce d’acqua. Vicini all’inverosimile, nel soma – «Ma Tonino, di cicale ce ne sono tante anche qui, finale. nella campagna di Molfetta, di Giovinazzo, di Terliz- Cos’altro hanno in comune nella prossimità perdurante zi». nel tempo e nello spazio? – «E quire stonene, Marcello! Ognunu ha fare l’arte “Salentinamente planetario”, don Tonino lascia la fami- sua! Vai a registrare, per favore, il frinire delle cicale glia d’origine a soli 11 anni; bambino, per entrare in alessanesi. Accompagneranno le ultime tappe del mio seminario. Ma ecco che uno spezzone di famiglia lo pellegrinaggio terreno». ricostituisce circa dieci anni dopo, a Bologna. La turrita, Singolare, don Tonino! Personifica la natura, amorevol- la dotta, la grassa, la rossa, li ospita entrambi, in esodo: mente francescano nel legame con la propria terra. don Tonino studia all’Onarmo, ente ecclesiastico che Povera. Materna. Fatta di cose essenziali: frutti baciati intende avvicinare la Chiesa al mondo del lavoro, dal sole, profumi dalla macchia mediterranea, brezze mentre Marcello vorrebbe studiare medicina, la facoltà salmastre, accecanti scaglie di luce sul dorso marino, ontologicamente preposta a studiare la persona come muretti a secco popolati di lucertole, spighe abitate da unità di psiche, di corpo e di spirito. La madre vedova lumache in ascesa, gechi e ramarri sulle pareti dipinte a non riesce a permettersi due figli fuori sede. Ci pensa latte di calce, e papaveri a ciuffi, e odorosi rosmarini, Tonino, che chiede al suo rettore una stanzetta e un pasto farfalle e poi farfalle, nna pajara… frugale per Marcello, in cambio della sua presenza in Salento è il nome del luogo periferico di questo incanto, portineria per un certo numero di ore al giorno, a servi- l’ultima Puglia prima delle acque salse. Dove i mari si zio della comunità dei residenti. Affare fatto! uniscono e fanno da cerniera tra Oriente e Occidente. E E a chi ricorrerà don Tonino vescovo a Molfetta, alcuni architettano gli anfratti costieri: disegnano anse, bacano decenni dopo, per dare risposta al pianto delle madri falesie, tolgono volumi alle rocce e ne fanno briciole di angustiate dalla dipendenza tossica dei figli? Neanche a sabbia, poetano emozioni accompagnate da strofe liqui- dirlo: renitente la Curia, interpellerà Marcello, ginecolo- de di turchese e di verde smeraldo. Mare sì – e anche go ormai affermato nel Basso Salento, per un prestito tanto – arginato da dune punteggiate di ginepro fenicio necessario all’acquisto della struttura di Parco del Conte e candidi gigli. Ma anche un mare di terra, che risale a Ruvo di Puglia, mutata in casa di accoglienza per gli dalla costa verso l’interno. Paesaggio forte, con azzardi “schiavi dei buchi”. Disponibilità immediata, quasi un di natura fino alle Serre, colline di calcare che curvano rendimento di grazie al fratello così incisivo negli anni il ventre dei campi e lo attraversano con sporgenze dell’adolescenza. ruvide, gravide di asfodeli e cespugli di lentisco. E da Don Tonino chiederà l’aiuto al fratello non solo perché qualsiasi parte si acceda, un ulivo a introdurre o conclu- medico, che normalmente il denaro ce l’ha; ma anche dere questo lembo di vita. Nodoso, solenne, scavato dai perché ginecologo, che conosce particolarmente il venti, resistente, secolare. mistero del nascere, anzi lo tocca ogni giorno con mano, Ogni tanto, sulle case basse, una scritta d’incanto e e sa che la missione salvifica di chi cura il corpo e lo d’abbandono: fazza Diu! E Dio continua a fecondarla, spirito consiste proprio nell’affermare il primato della questa terra speciale che don Tonino e Marcello conti- persona e della vita sulla morte, contiguo con il mistero nuano ad amare. della passione e della risurrezione, in cui ogni inciampo, ogni sofferenza, ogni degrado prova a risolversi in vita Renato Brucoli nuova anziché sfociare nel nulla: si tratti di giovani in difficoltà, di migranti, di poveri cristi senza tetto e senza anno 2020 numero speciale - pag. 10
CARO MARCELLO di Giancarlo Piccinni Caro Marcello, come sposo premuroso, padre affettuoso e attento, quanto è difficile per me oggi porgerti questo saluto. Non medico responsabile e preparato. Mi iniziavano così ad ti nascondo che avrei preferito ascoltare, avrei desiderato essere familiari i nomi di Tetta, di Stefano e Federica, ed un posto anonimo, avrei gradito perdermi nei ricordi. intanto prendeva forma nella mia mente anche la tua Quanti ricordi ! Credo che nelle tue notti insonni i ricordi figura. Il tuo , il vostro ritorno da Bologna mi fu annun- ti abbiano fatto compagnia, ti abbiano alleviato i dolori, ciato con gioia dallo stesso don Tonino. ti siano stati di consolazione. Ma non di questi oggi La nostra amicizia si è consolidata lentamente. Un ‘ voglio parlare. Ma di te, di come da me , da noi , tu sei amicizia costruita giorno dopo giorno. Abbiamo insieme stato percepito, oserei dire meglio, vissuto. vissuto la malattia di don Tonino, la sua dipartita, insie- Sei stato per tutti noi un uomo carismatico. me abbiamo pensato la sua profezia ed il modo di Cosa sia il carisma , più o meno, lo sappiamo tutti. Ma proporla. E stato per me un privilegio averti come voglio qui riproporre la definizione che il dizionario ci medico prima e come mio paziente dopo: abbiamo dà. Carisma è “ l’insieme di particolari doti intellettive e affrontato insieme per molti anni situazioni difficili ed di carattere che consentono a certi individui di esercitare esaltanti, sorprese ed incontri, amarezze e delusioni. Ma autorità e fascino sul prossimo, assicurandone la concor- sempre ho respirato il tuo essere carismatico e la tua dia “. stima mi ha dato il coraggio per affrontare le sfide quoti- Così è stato : autorità e fascino che ha garantito concor- diane: ci siamo tante volte detto che dietro le nostre dia, pace. E’ la pace il fine ultimo: il volersi bene, lo stare scelte, i nostri disegni e i nostri programmi c’era qualcu- insieme, perché , ci diceva tuo fratello, da soli non si cam- no che ci guidava la mano. E questo ci ha sempre reso mina più. felici. E questo qualcuno lo hai sentito particolarmente Nella mia vita, prima di incontrarti , ti ho conosciuto vicino quando inaspettatamente la tua salute veniva a attraverso i racconti e le confidenze di don Tonino. mancare. La malattia giunge all'improvviso, è una Durante gli anni del mio liceo don Tonino mi parlava di ladra, ti ruba la serenità, cambia la prospettiva della questo suo fratello che viveva a Bologna, che nella soffe- visione delle cose, del mondo, delle persone, di ciò che renza e nella povertà, a volte nella solitudine, aveva cerchiamo, di ciò che all'improvviso desideriamo. studiato e aveva raggiunto traguardi importanti. Quante volte nei tantissimi incontri in cui abbiamo Era diventato ginecologo, e lavorava al S. Orsola. raccontato don Tonino non abbiamo ripetuto: " Ponti Traspariva dai suoi occhi la tenerezza del padre ed insie- non muri!" E i ponti ( questo significa by-pass ! ) erano me l’orgoglio del fratello maggiore. Mi parlava di te diventati necessari per il tuo cuore. Quattro by pass per anno 2019 numero speciale - pag. 11
mio, ma non di scarsa comunicazione. Prendo in prestito quanto don Tonino scrisse in memoria di Ernesto Balducci per dirti che sapevi parlare, ma sapevi anche tacere. Il criterio del tuo silenzio, però, non era la prudenza, o peggio la paura. Ma era la sapienza . Perciò anche quando tacevi la tua compagnia è stata dolce e preziosa, perché un’altra tua importante virtù è stata la capacità di ascolto. E’ il silenzio che genera la parola, nel silenzio che si percepisce il senso ultimo delle cose, ed il silenzio è utero gravido delle intuizioni. Le tue intuizioni: ne voglio qui raccontare due. Perché se è vero che è tutta l’esistenza di un uomo che porta al conferimento di persona carismatica, è anche vero che è meno facile, a volte, individuare alcuni episodi che , da soli, facciano apparire carismatica la stessa. Il primo di questi episodi fa riferimento al 14 novembre del 2013. Insieme a Trifone fummo ricevuti a Santa Marta da Papa Francesco. E alla fine dell’incontro, ancora frastor- nati ed increduli per quanto avevamo vissuto, tu ci dicesti : “ Questo papa verrà sulla tomba di Tonino “! La profezia si è avverata dopo cinque anni. continuare a vivere, ad amare . E allora tutti ad Ancona, Ma c ‘è un'altra cosa , caro Marcello , che oggi voglio con la speranza nel cuore di " una Pasqua speciale ". ricordare. Ognuno di noi ha nel proprio cuore, nella Così scrivevi il 24 aprile del 2003: " E così Tonino, propria mente, dei flash del giorno in cui Francesco è quest'anno ho vissuto anch'io la mia Pasqua speciale, venuto qui ad Alessano. Ma forse uno è comune a tutti. come la tua ultima Pasqua di dieci anni or sono [...] E’ quel sillabato del nostro Papa: “ Don Tonino SE MI NA disteso sull'avveniristico letto della rianimazione[..]. TO “. Bene. Tu lo avevi già detto e scritto: “ in questa Anche a me in quelle ore interminabili in cui ti senti vera- tomba non ci sono i resti ma i semi ….” mente sospeso tra la vita e la morte è passata davanti ai Ti congedi oggi da noi con il comune riconoscimento di miei occhi una intera esistenza: come in una accurata essere stato, insieme a Trifone, la rappresentazione vivente videoregistrazuione in rassegna sono passati i ricordi e sempre presente di don Tonino, ed insieme, come il prin- belli e quelli più brutti, le soddisfazioni e le incompren- cipale promotore, con Trifone, della costituzione della sioni familiari, le affermazioni nel lavoro e gli insuccessi Fondazione. Per tutti , insomma, siete stati vissuti come che ti sprofondano nel più vivo scoramento; e ogni eredi del profeta. Ma il tuo più grande merito è quello di immagine sfumava poi in tenui tonalità e mi faceva appa- aver percepito che raccogliere l’eredità del profeta è un rire tutto diverso e soprattutto mi faceva dire che, in qualcosa che ha a che fare con lo spirito e non con la qualsiasi modo, le mie relazioni interpersonali sarebbero materia. Tu sai Marcello cosa voglio dire. Perché questa è migliorate" . Persino in quei momenti non ha fatto difetto stata più volte una riflessione che insieme abbiamo condi- la tua generosità e la tua tenerezza specie per i più vicini viso. La materia, può essere contenuta, limitata, perime- ." E poi sono convinto, Tonino, che anche tu hai posato trata, fatta propria. Lo spirito no! Per sua natura si dilata, sul mio capo la tua mano benedicente e che sarai stato di non lo si può contenere, possedere. Non lo si può delimita- gran conforto nello scoramento che avrà invaso l'animo re, racchiudere in uno spazio, in un solo cuore. Non ha di mia moglie e dei miei figli " . Ma al tempo stesso non confini. E’ la comunità il suo luogo, la sua casa, il suo ha fatto difetto la tua gratitudine. Ci diceva don Tonino Regno. che la memoria del cuore è la gratitudine e tu le parole Questa la tua lezione di vita di alto profilo, di notevole del fratello le hai vissute! Così scrivevi: "Ti ringrazio spessore. Una lezione di speranza, in linea con quella di per l'ineffabile amicizia di cui mi fai godere con Giancar- tuo, nostro Fratello, che io amo definire salentino planeta- lo che mi ha seguito passo dopo passo, sottraendo anche rio, definizione che a te piaceva tanto. Il tuo lascito mi qualche attenzione alla sua dolce sposa, e che mi è stato auguro che sia “ come un albero piantato lungo corsi di gran conforto." d’acqua, che darà frutto a suo tempo, e le sue foglie non Ma anche io ti dico grazie, e non solo per il dono cadranno mai….“ dell’amicizia. Grazie soprattutto perchè hai desiderato Per tutto questo ti diciamo grazie. E grazie lo diciamo ai che il progetto della Fondazione avesse un respiro comu- tuoi familiari che ti hanno sostenuto e amato, curato con il nitario. loro affetto e la loro presenza. Addio caro Marcello, anzi Questo è stato il tuo messaggio secondo me più impor- arrivederci nella Luce. tante: non lo hai gridato, ma lo hai vissuto. Perché tu sei stato sempre di poche parole, di poche parole caro amico Il tuo amico, Giancarlo anno 2020 numero speciale - pag. 12
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