In ricordo di Marcello Bello - Numero speciale anno 2020

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In ricordo di Marcello Bello - Numero speciale anno 2020
NOTIZIARIO DELLA FONDAZIONE DON TONINO BELLO

                                               Numero speciale anno 2020

    In ricordo
di Marcello Bello
 Nessuno osi pensa-                                         Tonino e Marcello
 re che con la tua                                          insieme. Ringrazio
 morte sia tutto                                            Dio del dono di
 finito.                                                    averli    incontrati.
 In questa tomba,                                           Tanti cari pensieri.
 che hai voluto nella                                       Nella celebrazione
 tua cara Alessano,                                         Eucaristica... qui a
 non ci sono resti,                                         Malta... nella Pre-
 ma semi che daran-                                         ghiera vi accompa-
 no frutti abbon-                                           gno. Ciao grande
 danti...                                                   a m i c o .
 Marcello Bello                                             Luigi Ciotti

Grazie...
per la tua vita esemplare...
Grazie per i tuoi silenzi fecondi, e le parole vibranti di interiorità. Grazie
perché hai vissuto i valori della povertà francescana e hai trovato in essa
perfetta letizia...
Grazie perché, cercando la bellezza nelle espressioni del genio umano, ci hai
insegnato a rincorrere Dio...
Grazie per quegli occhi rivolti al cielo, non saprei bene se nell'ultimo offerto-
rio della vita, o nell'estasi della penultima contemplazione di Lui...
Grazie, soprattutto, per la tua morte santissima e per il privilegio che mi è
toccato di assistere al tuo transito e di mormorarti all'orecchio "laudato sii mi
Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullo homo vivente può
scappare"... A laude di Cristo.
Amen.
Don Tonino

                                                                        anno 2020 numero speciale - pag. 1
In ricordo di Marcello Bello - Numero speciale anno 2020
LETTERA A PAPÀ di Stefano Bello
Spesso siamo portati a pensare che siano gli              lenza Vito Angiuli che ha definito la tua esistenza una melodia
adulti a insegnare qualcosa ai più piccoli. Io            contrassegnata da 5 variazioni, il saluto della diocesi di Molfetta,
mi rivolgo a te prendendo in prestito un’                 il ricordo vero, genuino, di Pax Christi nella persona di don
espressione che mio figlio utilizza quando mi             Renato Sacco, tuo grande amico, la bellissima lettera del tuo com-
interpella: Papa’ mio! Per un istante ho                  pagno di testimonianza Giancarlo che ha commosso l’intera
pensato che entrando in Chiesa avrei trovato              assemblea, il ringraziamento del nostro parroco don Gigi che ha
poche persone ad occupare i tanti banchi                  trascorso l’intera celebrazione tenendosi il viso tra le mani per
che riempiono le navate perché dal momento                cercare di nascondere il dolore che stava provando nel non saperti
che hai lasciato questo mondo, nella nostra               più in mezzo a noi. Un dolore che contrastava con la gioia di
casa sono transitate, facendo un calcolo                  saperti nell’abbraccio dell’amato fratello a contemplare il volto
approssimativo, almeno 5000 persone per                   del Signore. Poi si è avvicinato Francesco, il sagrestano, che mi
dirti ciao per l’ultima volta. Ho fatto un                ha detto che il prossimo intervento sarebbe stato il mio. Sapendo
                                                                                                   che l’emozione avrebbe
                                                                                                   tradito le mie parole ho
                                                                                                   rifiutato. Me ne sono penti-
                                                                                                   to un secondo dopo; lo sai
                                                                                                   perché? Perché mi sono
                                                                                                   reso conto che eravamo
                                                                                                   giunti alla fine della cele-
                                                                                                   brazione e che presto ci
                                                                                                   saremmo messi in marcia
                                                                                                   per l’ultimo viaggio. Forse
                                                                                                   se avessi trovato il corag-
                                                                                                   gio di spendere qualche
                                                                                                   parola in tua memoria,
                                                                                                   avrei ritardato di qualche
                                                                                                   minuto il triste commiato.
                                                                                                   Non ce l’ho fatta papà
                                                                                                   mio; la dialettica che da te
                                                                                                   ho ereditato era limitata
                                                                                                   dal dolore della tua assen-
                                                          za. Tante volte ho avuto timore di non essere all’altezza di rappre-
cattivo pensiero; ho creduto che i più avesse-            sentarti degnamente nei vari interventi che mi vedevano sostituir-
ro voluto togliersi il pensiero passando, per             ti, ma il tuo sguardo fiero , era la conferma che eri orgoglioso di
un momento, dalla tua casa a stringerci la                me e mi faceva superare la paura di non trasmettere il giusto mes-
mano. Poi sei uscito per l’ultima volta dalla             saggio. Il tempo passa, la paura che ci stiamo avviando all’epilo-
tua dimora, che ancora adesso è intrisa del               go sale. Abbiamo dispensato dalle condoglianze e questo accorcia
tuo profumo, e una fila interminabile di                  ancora di più il tempo che ci è concesso per trattenerti con noi.
amici ti ha seguito fino alla nostra Chiesa               Forse se avessimo accettato le condoglianze di rito in Chiesa, ti
per presenziare il rito funebre che il nostro             avremmo trattenuto per altre 2 ore con noi; ma non ce la sentiva-
Vescovo si apprestava a celebrare. La casa                mo di dedicarci ancora a quanti, commossi si sono comunque
di Dio gremita di gente, per dare l’ultimo                avvicinati per un ultimo abbraccio; temevamo di rubarti il palco-
saluto ad un amico, un compagno, un profes-               scenico. Siamo arrivati alle porte del cimitero, sperando che quel
sionista. Le campane suonavano a festa                    tratto di strada non finisse mai; invece è stato il km e mezzo più
come il giorno in cui arrivò il feretro di zio            veloce della mia vita. Il sorriso dolce di zio Tonino ci ha accolti
Tonino. Io e mamma ci siamo guardati e                    ma non è stato sufficiente ad allontanare il terrore che da li a
nello stesso istante abbiamo formulato                    pochi minuti non ti avremmo più potuto abbracciare e sentire
l’identico pensiero: sembra la cerimonia che              nostro. La sala mortuaria si è riempita di gente che voleva guar-
si svolge in occasione dei grandi eventi;                 darti per l’ultima volta. Perdonami se non sono entrato, ma
oltre 50 sacerdoti presiedevano gli spazi                 volevo ricordarti com’eri, vivo, dolce, scontroso, amorevole,
dell’altare, i banchi completamente occupa-               distante, premuroso, alienante, loquace, silenzioso; si perché eri
ti, i tuoi amici, colleghi, pazienti, con gli             tutto questo; papà mio! Quante volte abbiamo litigato perché
occhi gonfi di lacrime seguivano il tuo                   pensavo di non ricevere da te la giusta considerazione e invece tu
passaggio in un crescendo di emozioni. Il                 nel silenzio, quel silenzio che ti ha da sempre contraddistinto, mi
rito funebre, la toccante omelia di sua Eccel-            vedevi come il tuo degno successore e quanto orgoglio, quando

             anno 2020 numero speciale - pag. 2
In ricordo di Marcello Bello - Numero speciale anno 2020
ormai stanco di apparire, ti mettevi in disparte,      professione di ginecologo: zio Tonino ti chiedeva quale
indicandomi come tuo successore nella testimo-         fosse il tuo compenso per le visite ambulatoriali private. Tu
nianza del tuo amato fratello. Compito difficile e     gli rispondevi che ti attenevi ad un tariffario comune a tutti
arduo mi hai consegnato, papa’ mio, che sino ad        i professionisti del settore; 50.000 lire. Zio Tonino ti diceva:
oggi è stato piacevole perché ho vissuto un ruolo di   fratello …prenditene 25 e se riesci a leggere la povertà
vice, di rappresentante. Ora dovrò recuperare la       negli occhi dei tuoi pazienti, non ti fare pagare. E tu sapevi
forza per dare continuità al tuo impegno, ed è         riconoscere i poveri perché hai vissuto la povertà che ti sei
questo che mi spaventa. Come puo’ un nano              sempre portato dietro come un ombra e anche quando il
mettersi al livello di un gigante? Come farò a         successo professionale ti ha consentito di toglierti qualche
rappresentare un fratello che vibrava di intensa       soddisfazione hai mantenuto l’umiltà che ti ha sempre
spiritualità con un uomo che dalla comunità inter-     contraddistinto. Grazie papà mio per avermi fatto capire
nazionale è considerato già Santo prima ancora         che il volto di Cristo va ricercato nei poveri che material-
del riconoscimento ufficiale della Chiesa? Impos-      mente ti offrono poco, ma spiritualmente ti danno l’inco-
sibile emulare la tua capacità di interiorizzare il    mparabile ricchezza di sentirti uomo fino in cima. Anche
messaggio di zio Tonino; di renderlo tuo senza mai     ieri, nonostante il tuo corpo fosse freddo, hai saputo darmi
usurparne la paternità. Primo testimone di             il giusto consiglio. Presi dall’entusiasmo di ricongiungerti,
quell’esempio di vita evangelica che senza mai         materialmente al tuo amato fratello, abbiamo pensato di
impormi, sei riuscito a trasmettermi fino a farmi      darti degna sepoltura nell’area che racchiude la sua tomba.
appassionare totalmente; passione che ha cancel-       Abbiamo anche dato inizio ai lavori per realizzare l’alloggi-
lato qualsiasi altra distrazione e che mi ha fatto     amento che avrebbe ospitato il tuo feretro, proprio sotto
riscoprire attraverso l’approfondimento della vita     quella roccia che ci invita a partire dagli ultimi. Poi ho
di zio Tonino, quell’amore puro che il Signore         ripensato alla tua vita: umile, discreta, silenziosa, senza
nutre per ognuno di noi, fino a                                                              nessuna smania di
sentirlo mio negli spazi più                                                                 protagonismo, e ho
reconditi del cuore. Non                                                                     capito che non avrei
raccontavi semplicemente le                                                                  fatto la cosa giusta;
vicende che hanno caratteriz-                                                                probabilmente        avrei
zato la vita di zio Tonino ma mi                                                             sgretolato con quella
facevi capire che le parole                                                                  decisione la reputazione
sono vuote se non si è in grado                                                              che in 79 anni, giorno
di tradurle in gesti concreti;                                                               dopo giorno, ti ha
che ti rimane solo un freddo                                                                 permesso di essere la
applauso se non trasmettono                                                                  persona che tutti hanno
niente a chi ti sta ascoltando, e                                                            stimato e alla quale
le tue parole sono sempre state                                                              hanno voluto bene. Zio
misurate perché sapevi che il                                                                Tonino rinunciò al viag-
superfluo era solo un contorno                                                               gio della speranza
del quale si fa volentieri a                                                                 scegliendo di essere
meno. Stefano, non annoiare                                                                  operato nell’ospedale
mai le persone mi suggerivi,                                                                 dove si affidano tutti i
quando preoccupato di non                                                                    poveri che non hanno le
sfigurare in una testimonian-                                                                giuste conoscenze. Tu
za, ti leggevo quello che avrei dovuto dire nel mio    nel giorno della venuta di Papa Francesco, quando ti
intervento e tu con sguardo deciso approvavi           suggerimmo di affittare un elicottero per seguire il Santo
quelle parole. Grazie ai tuoi racconti ho afferrato    Padre a Molfetta ed omaggiare la popolazione con la
il senso del messaggio di tuo fratello: ama la         presenza dei fratelli di Don Tonino, con poche parole ci
gente, i poveri soprattutto e Gesù Cristo. Queste      facesti capire che ci stavamo macchiando del più grave dei
poche righe sono state le linee guida della tua        peccati: la presunzione. Non dimenticherò mai le parole che
esistenza. La posizione di professionista stimato ed   tuonasti verso me e zio Trifone : voi sareste il fratello e il
apprezzato non ha alterato le tue umili origini,       nipote di Don Tonino? Quelle parole gelarono il nostro
anzi ti ha spinto a meglio comprendere le difficoltà   entusiasmo riportandoci con i piedi per terra. Ora riposi tra
di chi non è riuscito ad arrivare permettendoti di     la gente comune, quella che nella tua vita hai sempre aiuta-
andargli incontro, depotenziando il tuo io, destrut-   to ed io sono orgoglioso di venirti a trovare dove i poveri
turando il tuo ruolo. Anche qui fondamenta-            vivono il sonno eterno. Da qui parte il messaggio di speran-
le è stato l’esempio di tuo fratello. Ricordo          za che la morte non è la porta di uscita…ma il portone di
sempre quello che mi dicevi quando ti iniziavi alla    ingresso; è così ora io ti immagino, sorridente, felice,
                                                                                               anno 2020 numero speciale - pag. 3
In ricordo di Marcello Bello - Numero speciale anno 2020
contento di aver riabbracciato                   Intervento di don Gigi Ciardo - parroco di Alessano - al ter-
nonna Maria e zio Tonino e                       mine della Messa esequiale di Marcello Bello
insieme, guardandoci, starete
                                                 Avrebbe desiderato intervenire Stefano, non sentendosi, mi faccio io sua
dicendo: guardate che stiamo
                                                 parola.
meglio noi di voi!
                                                 Grazie di cuore a lei, eccellenza per aver presieduto questa Eucarestia, per
Prega per me papa’ mio, perché
                                                 averci spezzato il pane della Parola, per aver condiviso con tutti noi la sua
possa sul tuo esempio prender-
                                                 esperienza personale con Marcello in rapporto a Gesù Cristo, a don Tonino,
mi cura della mia famiglia;
                                                 sin dagli anni della sua permanenza in Ugento, al fascino che Marcello ha
perché possa essere una guida
                                                 avvertito sin dall’adolescenza e all’accompagnamento di un fratello mag-
per Tonino, per Gaia, Lavinia,
                                                 giore che gli è stato padre e amico. Che, con l’incisività della sua vita, gli ha
Andrea e dammi la forza di
                                                 indicato l’amore per Gesù Cristo e la passione per l’uomo, partendo dagli
consolare mamma che ti ha
                                                 ultimi.
dedicato la sua intera esistenza
                                                 Grazie per la sua vicinanza da sempre ai fratelli di don Tonino e alla loro
e Federica che ha esaurito le
                                                 famiglie.
lacrime per il dolore della tua
                                                 Grazie al Vescovo di Molfetta, Mons. Domenico Cornacchia che abbiamo
scomparsa. Prega perché possa
                                                 sempre sentito accanto a tutti noi, sin dai primi giorni del suo ingresso a
essere sempre un servo inutile a
                                                 Molfetta e particolarmente vicino a Trifone e a Marcello e alle loro famiglie.
tempo pieno, perché possa
                                                 Grazie ai sacerdoti, consacrati, consacrate, laici della Chiesa di Molfetta.
essere tuo degno successore e
                                                 Grazie per essere venuti e per aver condiviso la preghiera nell’affidare Mar-
non ti debba mai vergognare di
                                                 cello alla straordinaria paternità di Dio.
tuo figlio. Un giorno nella
                                                 Grazie a te, don Raffaele, don Beppe, don Ignazio: abbiamo cominciato a
gloria del Signore ci abbracce-
                                                 conoscerci con voi e con i vostri confratelli negli anni del ministero episco-
remo ancora e torneremo ad
                                                 pale di don Tonino. Ci siamo conosciuti, ci siamo stimati, apprezzati e
essere la bella famiglia unita
                                                 abbiamo fraternizzato, soprattutto nell’ultimo tratto di strada del calvario di
che siamo sempre stati;
                                                 don Tonino dal 15 febbraio al 20 aprile 1993, data del suo “dies natalis”.
nell’attesa di quell’ora verrò
                                                 Grazie a quanti da ogni parte siete venuti e avete partecipato con noi a
quotidianamente a trovarti al
                                                 questa Eucarestia esequiale.
cimitero per ascoltare i tuoi
                                                 Tetta, l’angelo che ha accompagnato Marcello in un rapporto di amore
consigli e a dirti:
                                                 esclusivo, complice, che gli è stata vicino sino alla fine, insieme con Federi-
Ti voglio bene papà mio.
                                                 ca e Stefano e le loro rispettive famiglie, ringraziano tutti e ciascuno. Sono
                    Stefano Bello                don Tonino e Marcello, che ora contemplano insieme il Cristo risorto, ad
                                                 essere particolarmente vicini a Tetta, Federica, Stefano, Trifone e alle loro
                                                 famiglie e si fanno ringraziamento, lode, benedizione, invocazione per tutti
                                                 noi.

            anno 2020 numero speciale - pag. 4
In ricordo di Marcello Bello - Numero speciale anno 2020
OMELIA MESSA ESEQUIALE DEL NOSTRO VESCOVO MONS. VITO ANGIULI
Marcello e Tonino, una sola melodia con cinque variazioni*                                pevolezza della centralità
Chiesa SS. Salvatore, Alessano 17 ottobre 2019.                                           della figura materna. Alla sua
Cari fratelli e sorelle, felice l’uomo che trova un centro nella sua vita attorno al      scuola, entrambi, insieme a
quale ogni cosa prende senso. Il salmista, infatti, recita: «Beato chi trova in te la     Trifone, hanno imparato i
sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio» (Sal 84,6). Marcello Bello ha          valori fondamentali della
trovato il centro della sua vita in due punti fermi: la sua famiglia e suo fratello       vita. Circa la sua infanzia,
Tonino. Da una parte, ha amato la moglie e, insieme a lei, ha educato i figli con         Marcello scrive: «Tonino è
l’esempio più che con le parole. Dall’altra, ha vissuto la sua esistenza tutta relativa   stato il primo di tre fratelli
a don Tonino. Lo ha seguito a Bologna dove ha studiato, si è laureato in medicina         rimasti orfani in tenerissima
conseguendo la specializzazione in ginecologia e ha esercitato la sua professione         età: lui aveva appena 6 anni,
nei primi anni.                                                                           Trifone 4 ed io 2 quando mio
Poi, per amore della famiglia e seguendo l’insegnamento di don Tonino, è tornato          padre morì improvvisamente.
ad Alessano e ha lavorato presso l’Ospedale di Gagliano. In un gustoso ricordo,           Nostra madre, Maria Impera-
Marcello racconta come avvenne la decisione di tornare ad Alessano. Stando                to, rimasta vedova dopo
presso la tomba di don Tonino                                                             appena sei anni di matrimo-
(1996), egli scrive: «Siamo                                                               nio, senza alcuna risorsa
soli, io e te, sotto lo sguardo                                                           economica, in pieno tempo di
vigile della mamma: ci fanno                                                              guerra,      fu       sommersa
compagnia la solita colomba                                                               dall’indigenza e dalle ristret-
bianca appollaiata su di un                                                               tezze. Dalla morte di mio
angolo della tua tomba e il                                                               padre, si dovette inventare i
frinire delle cicale che mi                                                               lavori più disparati e disperati
richiama alla mente la tua                                                                per non farci mancare il
richiesta di audio-registrazio-                                                           necessario: da ricamatrice a
ne per riascoltarle nei tuoi                                                              improvvisata tabacchina, da
momenti di nostalgia. “Ma,                                                                donna a mezzo servizio a
Tonino – ti dissi – guarda che                                                            maestra di ricamo… e di vita.
le cicale ci sono dappertutto,                                                            E nelle ore libere coltivava la
anche a Molfetta”.                                                                        sua fede tenace insegnando
Sì, ma quelle sono stonate”.                                                              “le cose di Dio” ai ragazzi del
Era un modo per farmi capire                                                              paese. La sua forte fede e la
quanto grande fosse il tuo                                                                sua tenacia riuscirono a indi-
attaccamento alla nostra terra;                                                           rizzare l’animo di mio fratel-
per farmi capire la tua grande                                                            lo verso orizzonti cristiani a
sofferenza ogni volta che eri                                                             cui è pervenuto col passare
costretto ad allontanartene. E                                                            degli anni […] Anche nostra
lo hai trasmesso anche a me,                                                              madre era pervasa di france-
questo tuo amore per la nostra                                                            scanesimo e a questo indiriz-
terra, invogliandomi ad abban-                                                            zo fece rivolgere lo sguardo
donare la ricca e dotta Bolo-                                                             di Tonino e la sua santità».
gna per tornare nella nostra                                                              Anche la vocazione sacerdo-
povera e umile Alessano».                                                                 tale di don Tonino è stata da
Marcello si rammaricava di                                                                lui interpretata come una
aver compreso in ritardo la                                                               scelta divina, filtrata attraver-
valenza profetica del fratello. Dopo però la sua morte, si è impegnato con tutte le       so l’amore e i numerosi sacri-
sue forze a perpetuarne la memoria. Nei riguardi di don Tonino, Marcello ha               fici della madre. «Il pane e i
manifestato il suo amore al fratello come un musicista che suona l’unica melodia          mezzi di primo sostentamen-
con cinque variazioni. È stato il fratello del fratello, il discepolo del fratello, il    to erano scarsi e non so
custode del fratello, l’imitatore del fratello, il nascosto postulatore del fratello.     quanto queste circostanze
Non è una mia interpretazione, ma è quanto si può rilevare dalla sua vita e dalla         possano aver influito sulla
lettura del suo libro, Caro Tonino, Appunti e disappunti, che egli ha tenacemente         decisione di mio fratello ad
voluto pubblicare quest’anno, quasi come un suo testamento spirituale, per                entrare in seminario, oppure
lasciarci una confessione dei suoi sentimenti e dipingere un affresco della sua           bisogna intravedere in questo
esistenza e del suo amore alla famiglia e a don Tonino.                                   qualche disegno divino,
La prima variazione: Marcello è stato il fratello del fratello, nella comune consa-       perché anch’io sono convin-

                                                                                                   anno 2020 numero speciale - pag. 5
In ricordo di Marcello Bello - Numero speciale anno 2020
appassionato dialogo interiore con il fratello: “Ricordo, rivedo,
                                                       ho pianto, ho compartecipato, mi sono inorgoglito, ho condivi-
                                                       so”.
                                                       Leggendo e rileggendo gli scritti del fratello e gli altri libri che
                                                       parlavano di lui, Marcello ha imparato a conoscerlo meglio e a
                                                       farsi suo discepolo per diventare suo testimone. Intervenendo a
                                                       un convegno alle Marcelline di Lecce nel 1994, egli scriveva:
                                                       «In questi giorni, carichi di ricordi, ho voluto partecipare a
                                                       quasi tutti i vari convegni che sono fioriti spontaneamente
                                                       intorno alla figura di mio fratello. L’ho fatto, oltre che per
                                                       dovere di rappresentanza, soprattutto per cercare di capire se
                                                       l’immagine che ho io di Tonino non fosse un pochino enfatiz-
to, come Tonino, che Dio ci conosce uno ad uno         zata dal legame di parentela: ho dovuto rendermi conto, invece,
e ci segue ad ogni passo come facitori dei suoi        con mia somma gratificazione. che ne risultava addirittura
piani.                                                 riduttiva».
Ai tempi del Seminario di Ugento quanti sacrifi-       La terza variazione: Marcello è stato il custode del fratello.
ci da parte di mia madre! Ricordo che per andare       Ha raccolto, custodito e conservato gelosamente le carte di don
a trovarlo, per coprire quei venti chilometri che      Tonino, in obbedienza a quanto gli aveva detto poco prima
ci separavano, si impiegava un’intera giornata e
                                                       della sua morte. Così ricorda questo importante e decisivo
con i mezzi di trasporto più disparati: dal treno
                                                       momento per lui e per don Tonino: «”Vi lascio le mie carte”.
locale che bisognava prendere all’alba per torna-
re a sera inoltrata, ai passaggi sui camion militari   Ci congedasti così, me e Trifone, in uno dei tuoi ultimi dialo-
polacchi che stazionavano nei nostri paesi, agli       ghi. A dire il vero, forse perché presi da più urgenti contingen-
interminabili viaggi sui carretti carichi di suppel-   ze, quella frase la lasciai cadere lì senza darle particolare
lettili necessarie per i trasferimenti nel seminario   importanza. In seguito però, quando mi accinsi a mettere in
estivo di Tricase».                                    ordine quelle “carte”, ho capito l’importanza del compito di cui
La seconda variazione: Marcello è stato il             ci avevi investiti: quegli scritti sono la parte teorica della tua
discepolo del fratello. Attento, discreto, imme-       vita vissuta e tocca a noi ridistribuirli, a piene mani, a quanti ti
diato, si è lasciato progressivamente contagiare       hanno conosciuto e a quanti ti vogliono conoscere. È sorta così
dalla spiritualità di don Tonino. Ha fatto di Gesù     l’idea di una Fondazione intitolata al tuo nome e aperta a quanti
Cristo il centro della propria vita e, attraverso di   vogliono impegnarsi fattivamente per l’affermazione degli
lui, ha imparato a conoscere la tenerezza di Dio       ideali di pace e di solidarietà di cui tu sei stato il coraggioso
Padre. Proprio così. Marcello ha sentito don           assertore. Gli scopi della Fondazione saranno appunto quelli di
Tonino come un educatore e un padre: «Tonino -
                                                       curare, con ogni forma di diffusione, la conoscenza del tuo
egli scrive - integrava con la sua esperienza e
                                                       pensiero e del tuo Magistero e soprattutto promuovere lo
con la sua tenerezza la nostra educazione spiri-
tuale e sociale che ci veniva dalla cara mamma.        sviluppo di una cultura della pace e della solidarietà, di una
Forse è stato per noi, oltre che un fratello, anche    teologia e di una spiritualità incarnata nella storia».
un padre, senza comunque mai assumerne                 Caro Marcello, grazie per avere custodito le carte di don
l’autorità».                                           Tonino e anche quelle che parlano di lui. Man mano che il
Si è immedesimato nella sua capacità di rifles-        tempo passa, comprendiamo ancora meglio la loro importanza.
sione, di meditazione, di interiorizzazione. Ciò       In questi ultimi tempi, hai suonato la quarta variazione: ti sei
gli ha permesso di accogliere, approfondire,           fatto ”imitatore di tuo fratello”. Hai accolto dalle mani di Dio
assorbire la spiritualità del fratello che lui         la lunga sofferenza, lasciandoti accompagnare dallo stesso
apprezzava e ammirava. Si è ritagliato degli           Spirito che ha guidato don Tonino. Hai ricevuto l’Eucarestia,
spazi di tempo per ascoltare, confrontarsi e           l’unzione dei malati e hai apprezzato le premure, l’affetto,
condividere le tante intuizioni del fratello,          l’accompagnamento di Tetta, tua moglie, dei tuoi figli, di tuo
lasciandosi contagiare dalla sua testimonianza.        fratello Trifone, dei familiari e di tanti amici, primi fra tutti don
Fiero di un fratello che amava davvero il Signo-
                                                       Gigi e Giancarlo Piccinni.
re, non si è lasciato catturare dal ruolo, ma ha
                                                       Ti sei addormentato silenziosamente nel Signore, abbandonan-
imparato a personalizzare ogni rapporto. Lo
entusiasmava la povertà e la libertà interiore con     doti all’amore di un Dio che ti ha amato con il cuore di un padre
cui don Tonino si rapportava a tutti e a ciascuno.     che non hai conosciuto, di una madre che ti ha sempre custodi-
Come fosse una lunga litania, nel suo libro egli       to e di un fratello che ti ha teneramente accompagnato.
ripete i verbi che richiamano il suo lungo e           Chiudendo gli occhi a questo mondo, li hai aperti a quello cele-

              anno 2020 numero speciale - pag. 6
In ricordo di Marcello Bello - Numero speciale anno 2020
ste. E tra gli angeli e i santi hai
intravisto tuo fratello, Tonino.                           IL RICORDO DEL SEGRETARIO
Finalmente, vi siete nuova-                              DELLA FONDAZIONE Vito Cassiano
mente incontrati. Questa volta
in modo definitivo e per              È venuto a mancare un nostro grande amico, uno dei due fratelli del vescovo di
sempre. La venuta di Papa             Molfetta Don Tonino Bello, ora Servo di Dio in attesa di beatificazione, Marcello
Francesco sulla tomba di tuo          Bello, in cui vedevamo riflessa la carne e lo spirito del nostro grande Maestro che
                                      inaspettatamente ci lasciò venticinque anni fa nella pienezza del suo vigore pasto-
fratello (20 aprile 2018) ti ha
                                      rale. La Fondazione, da lui voluta e promossa come artefice principale e originario,
dato la certezza che la “bella
                                      perde un altro dei suoi più significativi componenti: dopo Donato Valli, Mario
battaglia che hai combattuto”         Signore, Nicola Occhiofino, Guglielmo Minervini, Antonio Coloro, Francesco
(cfr. 1Tm 6,12; 2Tm 4,7) ha           Scarascia, ora colui che aveva dato il cuore e le risorse necessarie per la costituzio-
avuto la conclusione che hai          ne della Fondazione ci è venuto a mancare, in un modo repentino, anche se da
sempre sperato.                       diversi anni la sua usuale dinamicità era bloccata da grave malattia e negli ultimi
Quello che hai lungamente             tempi il decadimento delle funzioni biologiche ci faceva presagire già l’infausto
desiderato si è materializzato        evento.
proprio sotto i tuoi occhi. E         Marcello Bello era un medico che, oltre alla libera professione, svolgeva il ruolo di
così hai compreso di non aver         ginecologo presso l’ospedale di Gagliano del Capo, fino alla sua soppressione
                                      avvenuta in seguito alla razionalizzazione della rete ospedaliera regionale. Il
corso invano e, come il
                                      reparto di ginecologia e conseguentemente di neonatologia era una struttura molto
vecchio Simeone, hai capito           qualificata e richiesta nel territorio del Capo di Leuca nel periodo degli anni 80 e
che era giunto il tempo di scio-      90; qui infatti si può dire che ognuno è nato del territorio del Capo di Leuca e anche
gliere le vele e intonare l’ulti-     di altre zone. In questa struttura il dott. Marcello si distingueva per la sua compe-
ma variazione.                        tenza professionale, per cui la sua consulenza e assistenza era molto ricercata dagli
Questa volta l’hai eseguita in        utenti. Era anche uno dei pochi medici che aveva optato per l’obiezione di coscien-
solitudine con un dolce silen-        za, che faceva far valere ogni volta che si creavano nel reparto situazioni di scelte
zio. Le quattro variazioni che        abortiste. Si può dire che molti di noi hanno visto accogliere e fiorire la vita nascen-
hai cantato durante la tua vita       te dei nostri figli nelle sue mani.
                                      La sua attività professionale era così intensa e totalizzante che non gli consentiva
si sono intrecciate e fuse in
                                      di prestare la dovuta attenzione all’attività del suo fratello maggiore, Don Tonino,
modo armonico con la quinta:
                                      che in quegli stessi anni, dopo la consacrazione episcopale, divenne protagonista,
quella che rivela sulla terra la      spesso contrastato, a livello non solo locale, ma a livello nazionale, nella Chiesa e
bellezza della santità che            nella comunità civile, di una cultura rinnovata e di un’etica riscoperta e vissuta
risplende nel cielo. Ora la           dalle pagine del Vangelo, in particolare, del discorso della montagna o delle beati-
contempli con i tuoi occhi e          tudini, montagna su cui si assise per profetizzare l’annuncio della pace e della non
gioisci! E, con tuo fratello          violenza, oltre che di una rinnovata vita ecclesiale specialmente sui fronti della
Tonino e la vostra cara               periferia.
mamma Maria, siete immersi            Marcello si rammaricava di aver scoperto la effettiva valenza di questa profezia
nell’eterna danza davanti al          espressa dal fratello con un po’ di ritardo e di non aver veramente compreso e soste-
                                      nuto, come discepolo, oltre che come fratello di sangue, la dirompente effervescen-
trono dell’Altissimo. Mentre
                                      za del vino nuovo che traboccava dalle parole e dal cuore oltre che dai gesti di una
noi, ancora pellegrini in questo      tale testimonianza. Per cui, quando inaspettatamente si vide privo di quella presen-
mondo, pieni di speranza,             za familiare e fraterna e ne cominciò a comprendere la rilevante valenza profetica
attendiamo di poter vedere e          e culturale, divenne quasi un alter ego di quella ormai presenza traghettata nel
gustare ciò che voi già godete.       mistero della vita e del mondo, e si impegnò affinché questo nostro mondo tangibile
Assetati di vedere il volto di        e limitato continuasse ad avere almeno una parvenza di quella esistenza e che
Dio, aneliamo a unirci alla           almeno la memoria non venisse a mancare nel tempo che tutto lide e oscura. Non
vostra gioia e alla vostra            tanto per cercare di dare una parvenza di immortalità che si profila come caduco
danza.                                ricordo di un trapassato, ma come necessità conclamata di un bisogno di mantenere
                                      vivo e operante il suo spirito, quello spirito di profezia che si nutre del passato per
                  + Vito Angiuli
                                      costruire il futuro.
  Vescovo di Ugento- S. Maria         E fu Marcello perciò che suscitò l’idea di una Fondazione che incarnasse e perpe-
                         di Leuca     tuasse nella storia dei nostri giorni la missione di Don Tonino, non certamente con
                                      lo stesso fascino e la forza ideale, ma certamente con un mantenimento di quello
                                      spirito nell’attualità del processo diacronico e sincronico delle vicende umane. E
                                      Don Tonino, grazie anche al fratello Marcello, ha continuato ad abitare su questa
                                      terra.

                                                                                                      anno 2020 numero speciale - pag. 7
In ricordo di Marcello Bello - Numero speciale anno 2020
Quell’idea e quell’invito di Marcello fu colto da un gruppo di           IL MESSAGGIO DI TONIO DELL’OLIO
persone dei territori delle due diocesi, quella di Ugento- S.
Maria di Leuca e quella di Molfetta. Egli stesso stilò l’impi-       Carissimi Tetta, Stefano, Federica, Trifone e tutte/i
anto giuridico e statutario della Fondazione e, quando si            speravo di poter vivere con voi questo momento
decise di approdare, era il 1995, all’ufficio del notaio, Mar-       forte e profondo ma l'impegno di servire la Pro Civi-
cello e suo fratello Trifone misero a disposizione le risorse
                                                                     tate Christiana mi tiene ad Assisi. In qualche modo
necessarie per la sua costituzione e funzionamento, ma più
ancora per dotare l’istituto di quelle note strutturali compati-
                                                                     anche questo ci rende fedeli allo stile di don Tonino.
bili con la necessaria autorizzazione da parte del ministero e
della prefettura.                                                    Dio solo sa quanto vorrei rubare un’idea di parola
E dopo che la Fondazione fu costituita, Marcello divenne di          originale e toccante a don Tonino per riuscire a
giorno in giorno la memoria vivente e parlante, era lui a            fotografare bene il contributo che Marcello ha dato
ricordarci tutte le connessioni della vita e della parola di Don     in questi anni alla prosecuzione fedele del lascito
Tonino ai fatti occorrenti nell’attualità storica della vicenda      spirituale e di Vita di Don Tonino. Con lui abbiamo
ecclesiale e sociale e quello che avrebbe fatto ed espresso          vissuto quell’ultimo indimenticabile momento nella
Don Tonino in quelle stesse situazioni.
                                                                     stanza di don Tonino: mi resta marcato a fuoco
Ultimamente il suo apporto e quello del Fratello Trifone sono
stati determinanti per avere a disposizione le risorse e gli         nell’anima l’espressione di Marcello che comunica-
strumenti per realizzare la Scuola di Pace, che ora ha una           va a tutti la fine dei suoi battiti. Ora che si fonde
sede propria con annessa una ricca biblioteca di volumi già          nell’abbraccio eterno in quell’altra dimensione,
posseduti da Don Tonino e da altri donatori tra cui alcuni           sarà festa per entrambi.
componenti della Fondazione.
Insieme al presidente della Fondazione, sia al tempo di Valli        In tutti questi anni in cui ho imparato a conoscerlo,
e più ancora nel corso della presidenza di Piccinni, fino            ho apprezzato la sua discrezione, quasi il pudore di
all’ultimo, fin quando un minimo di forze glielo consentivano,
                                                                     far sentire la propria presenza, il garbo di non
ha attraversato più volte l’Italia per portare nei vari conve-
gni, incontri, celebrazioni la testimonianza della sua consan-       rischiare nemmeno lontanamente di rubare un
guineità non tanto carnale quanto spirituale, divenendo              angolo di scena al fratello maggiore. E già questo,
giorno dopo giorno, come ci ha detto nel suo ultimo scritto,         in un tempo in cui si insegue la visibilità a tutti i
un suo discepolo, in quella grande schiera di amici di Don           costi e la sovraesposizione come certificazione di
Tonino che si va sempre più infoltendo e che rappresenta la          esistenza in vita, costituisce un’eredità preziosa che
vera impronta che rimane ancora su questa terra del fugace           vorremmo conservare gelosamente come testimo-
ma intenso passaggio del profeta di Alessano.                        nianze e modello. Spesso mi sussurrava come in un
Ci è sembrato di vedere Elia che con il suo repentino passag-
                                                                     orecchio le impressioni e le convinzioni che, alla
gio sul carro della storia, prima di entrare nel mistero della
vera e definitiva consistenza dell’essere, abbia gettato il suo      luce della testimonianza di don Tonino, si andavano
mantello su Marcello, perché profetizzasse in sua vece. Ora          radicando in lui. Ha sempre partecipato convinta-
questo mantello, il cui lembo aveva toccato anche tutti noi,         mente alle iniziative che proponevamo non per cele-
Marcello lo lascia ricadere sulla Fondazione perché porti nel        brare suo fratello ma piuttosto per tentare di dare
tempo lo spirito evangelico nella città degli uomini.                seguito al suo servizio.
Con questa visione di speranza e di fiducia, vogliamo velare
un po’il volto che in questo momento è istintivamente portato        A voi che avete condiviso più da vicino e nella quoti-
a mostrare i tratti del dolore e della mestizia. Noi tutti sappia-
                                                                     dianità la sua presenza, la mia vicinanza e la
mo infatti che Marcello ormai è stretto con un abbraccio
eterno al suo e al nostro Don Tonino e che ambedue con
                                                                     promessa di una preghiera davanti alla tomba di
inestinguibile letizia cantano l’inno di gloria dell’Apocalisse      San Francesco che è santo di cui Marcello aveva
“E vidi come un mare di vetro mescolato con fuoco e sul mare         un’ammirazione devota. Il Signore mi perdoni se
di vetro quelli che avevano ottenuto vittoria sulla bestia e         nell’Eucarestia che celebrerò questa sera pregherò
sulla sua immagine e sul numero del suo nome. Essi stavano           non “per” Marcello ma “con” Marcello.
in piedi, avevano delle arpe di Dio, e cantavano dicendo:
«Grandi e meravigliose sono le tue opere, o Signore, Dio             Il Signore vi renda con tassi da usura quanto avete
onnipotente; giuste e veritiere sono le tue vie, o Re delle          fatto per Marcello... e per tutti noi.
nazioni. Chi non temerà, o Signore, e chi non glorificherà il
                                                                     Un abbraccio
tuo nome? Poiché tu solo sei santo; e tutte le nazioni verran-
no e adoreranno davanti a te, perché i tuoi giudizi sono stati
manifestati”.
                           Alessano, 16.10.2019 Vito Cassiano

              anno 2020 numero speciale - pag. 8
In ricordo di Marcello Bello - Numero speciale anno 2020
MARCELLO IN PIENA SIMBIOSI CON TONINO NELL’ABBRACCIO DI DIO

Giovedì scorso, 17 ottobre, aleggiava su Alessano un’aria di rispettoso silenzio. Un clima        suo essere, era segno di quella
di mestizia e di partecipazione all’avvenimento che si stava vivendo: era giunto alla fine        maturazione, di quel cammino
della vita terrena Marcello Bello, il fratello piccolo di don Tonino. Nel pomeriggio si           fatto nel tempo che lo ha portato
sarebbero svolti i funerali nella Collegiata del paese con la celebrazione della Messa            alla simbiosi nello spirito.
esequiale, presieduta da mons. Vito Angiuli, vescovo della diocesi. Volti mesti, sguardi          Traspariva tutto l’affetto, tutta
che si incrociavano fugacemente, saluti appena accennati, un parlare e un pregare con             l’attenzione, tutta la stima, tutta
voce sommessa. Tutto sembrava rimandare a un altro giorno, a un altro pomeriggio di               l’ammirazione, tutta la venera-
tanti anni fa: un paese, Alessano, attonito, silenzioso, un silenzio interrotto solo dai canti    zione, che lui aveva maturato
e dalle preghiere, commosso fino alle lacrime; una Chiesa, quella di Ugento, in lutto; un         nei confronti del fratello, ammi-
territorio, il Salento, colpito dall’evento della morte di un sacerdote, di un vescovo che        randone rispettosamente la sua
tutti consideravano già santo. In questo pomeriggio si percepiva il ricordo, la memoria, lo       santità.
spirito di don Tonino.                                                                            Segni visibili di questa simbiosi
Sì, perché la simbiosi che Marcello aveva raggiunto nel tempo con il fratello Tonino era          sono il libro che Marcello ha
profonda, silenziosa, attenta, riflessiva, meditativa. Personalmente ho conosciuto questo         scritto in dialogo con don
lento ma costante cammino di Marcello verso lo spirito di don Tonino. Conservo vivo               Tonino, dove c’è tutto il suo
nella memoria il ricordo di due circostanze che sono segni per me del raggiungimento di           cuore, tutta la sua anima, tutto
questa profonda intesa tra loro.                                                                  se stesso, e la partecipazione
Dopo la morte di don Tonino, su iniziativa di don Salvatore Palese, si tennero per alcuni         alla malattia e alle sofferenze
anni le “Primavere di don Tonino”. Incontri nei quali laici e sacerdoti, che avevano cono-        del fratello attraverso la sua
sciuto più da vicino il sacerdote e il vescovo, venivano invitati a esporre una propria           malattia e le sue sofferenze che
riflessione sullo spirito e sull’azione di don Tonino. Al termine del mio intervento, tenuto      lo hanno portato alla morte. Ha
nella “Seconda Primavera”, si avvicina molto discretamente Marcello e mi dice: “Quante            rivissuto l’umanità e lo spirito
cose sapete voi di don Tonino che noi non conosciamo”. Evidentemente l’intenso rappor-            del grande, in tutti i sensi, fratel-
to familiare tra i tre fratelli, Tonino, Trifone e Marcello, e tra loro e mamma Maria, non        lo.
era andato oltre, coinvolgendo anche altri campi. Eppure Marcello aveva scelto di andare          Queste riflessioni mi venivano
a fare l’università a Bologna per stare con il fratello mentre lui era nel seminario              in mente giovedì pomeriggio
dell’ONARMO di Bologna; aveva deciso di svolgere la sua attività professionale di                 mentre partecipavo ai funerali
medico ostetrico nel Salento, nell’ospedale di Gagliano del Capo, perché don Tonino               di Marcello, pregando silenzio-
aveva scelto di tornare nella sua piccola ma amata Chiesa ugentina; aveva scelto di curare        samente per questo fratello nella
materialmente gli ultimi come il fratello li serviva spiritualmente e pastoralmente.              fede, che andava a trovare
Un secondo ricordo. Al termine di ogni incontro tenuto in Fondazione in tutti questi anni,        l’altro fratello nella carne e
Marcello mi si avvicinava, sempre con molta discrezione, e mi diceva. ”Gigi, chissà cosa          nello spirito nel regno dei beati.
avrebbe detto Tonino sugli argomenti discussi oggi e su quello che sta succedendo in
Italia e nel mondo! Io me lo chiedo sempre”. Questa continua riflessione sul pensiero e                                      Gigi Lecci
sull’azione del fratello, su quello che avrebbe potuto dire e fare, quasi sul ‘suo sentire’, il

                                                                                                            anno 2020 numero speciale - pag. 9
DON TONINO E MARCELLO
Entrambi credenti in Cristo risorto e nell’uomo                 pace.
redento, innamorati insieme della propria terra                 Nell’intensità scambievole di questo dialogo, c’è infine
                                                                il capitolo del ritorno a casa, ovvero del canto delle
Don Tonino e Marcello                                           cicale nella cassa armonica dei campi. Non una facezia,
Assimilati nella vita e nella morte, don Tonino e Marcel-       un acuto. Una poesia in fondo ai giorni!
lo sono fratelli di sangue e nello spirito.                     – «Marcello, perché non vai ad Alessano a registrare il
Isolo, fra i tanti, tre momenti significativi di comunanza,     loro frinire? Mi piacerebbe tanto ascoltarlo».
estrapolati dal racconto confidenziale dell’uno e               Don Tonino, ammalato terminale, si prepara al rientro
dell’altro, e propongo una mia impressione.                     nella propria terra, che percepisce come madre, e
Comincio a ritroso. Cioè dall’aspetto dei due fratelli nel      invoca il canto delle cicale al fratello medico che lo
feretro esequiale, scarnificati dalla malattia. Identici        assiste in episcopio.
come gocce d’acqua. Vicini all’inverosimile, nel soma           – «Ma Tonino, di cicale ce ne sono tante anche qui,
finale.                                                         nella campagna di Molfetta, di Giovinazzo, di Terliz-
Cos’altro hanno in comune nella prossimità perdurante           zi».
nel tempo e nello spazio?                                       – «E quire stonene, Marcello! Ognunu ha fare l’arte
“Salentinamente planetario”, don Tonino lascia la fami-         sua! Vai a registrare, per favore, il frinire delle cicale
glia d’origine a soli 11 anni; bambino, per entrare in          alessanesi. Accompagneranno le ultime tappe del mio
seminario. Ma ecco che uno spezzone di famiglia lo              pellegrinaggio terreno».
ricostituisce circa dieci anni dopo, a Bologna. La turrita,     Singolare, don Tonino! Personifica la natura, amorevol-
la dotta, la grassa, la rossa, li ospita entrambi, in esodo:    mente francescano nel legame con la propria terra.
don Tonino studia all’Onarmo, ente ecclesiastico che            Povera. Materna. Fatta di cose essenziali: frutti baciati
intende avvicinare la Chiesa al mondo del lavoro,               dal sole, profumi dalla macchia mediterranea, brezze
mentre Marcello vorrebbe studiare medicina, la facoltà          salmastre, accecanti scaglie di luce sul dorso marino,
ontologicamente preposta a studiare la persona come             muretti a secco popolati di lucertole, spighe abitate da
unità di psiche, di corpo e di spirito. La madre vedova         lumache in ascesa, gechi e ramarri sulle pareti dipinte a
non riesce a permettersi due figli fuori sede. Ci pensa         latte di calce, e papaveri a ciuffi, e odorosi rosmarini,
Tonino, che chiede al suo rettore una stanzetta e un pasto      farfalle e poi farfalle, nna pajara…
frugale per Marcello, in cambio della sua presenza in           Salento è il nome del luogo periferico di questo incanto,
portineria per un certo numero di ore al giorno, a servi-       l’ultima Puglia prima delle acque salse. Dove i mari si
zio della comunità dei residenti. Affare fatto!                 uniscono e fanno da cerniera tra Oriente e Occidente. E
E a chi ricorrerà don Tonino vescovo a Molfetta, alcuni         architettano gli anfratti costieri: disegnano anse, bacano
decenni dopo, per dare risposta al pianto delle madri           falesie, tolgono volumi alle rocce e ne fanno briciole di
angustiate dalla dipendenza tossica dei figli? Neanche a        sabbia, poetano emozioni accompagnate da strofe liqui-
dirlo: renitente la Curia, interpellerà Marcello, ginecolo-     de di turchese e di verde smeraldo. Mare sì – e anche
go ormai affermato nel Basso Salento, per un prestito           tanto – arginato da dune punteggiate di ginepro fenicio
necessario all’acquisto della struttura di Parco del Conte      e candidi gigli. Ma anche un mare di terra, che risale
a Ruvo di Puglia, mutata in casa di accoglienza per gli         dalla costa verso l’interno. Paesaggio forte, con azzardi
“schiavi dei buchi”. Disponibilità immediata, quasi un          di natura fino alle Serre, colline di calcare che curvano
rendimento di grazie al fratello così incisivo negli anni       il ventre dei campi e lo attraversano con sporgenze
dell’adolescenza.                                               ruvide, gravide di asfodeli e cespugli di lentisco. E da
Don Tonino chiederà l’aiuto al fratello non solo perché         qualsiasi parte si acceda, un ulivo a introdurre o conclu-
medico, che normalmente il denaro ce l’ha; ma anche             dere questo lembo di vita. Nodoso, solenne, scavato dai
perché ginecologo, che conosce particolarmente il               venti, resistente, secolare.
mistero del nascere, anzi lo tocca ogni giorno con mano,        Ogni tanto, sulle case basse, una scritta d’incanto e
e sa che la missione salvifica di chi cura il corpo e lo        d’abbandono: fazza Diu! E Dio continua a fecondarla,
spirito consiste proprio nell’affermare il primato della        questa terra speciale che don Tonino e Marcello conti-
persona e della vita sulla morte, contiguo con il mistero       nuano ad amare.
della passione e della risurrezione, in cui ogni inciampo,
ogni sofferenza, ogni degrado prova a risolversi in vita                                                 Renato Brucoli
nuova anziché sfociare nel nulla: si tratti di giovani in
difficoltà, di migranti, di poveri cristi senza tetto e senza

              anno 2020 numero speciale - pag. 10
CARO MARCELLO di Giancarlo Piccinni
Caro Marcello,                                                    come sposo premuroso, padre affettuoso e attento,
quanto è difficile per me oggi porgerti questo saluto. Non        medico responsabile e preparato. Mi iniziavano così ad
ti nascondo che avrei preferito ascoltare, avrei desiderato       essere familiari i nomi di Tetta, di Stefano e Federica, ed
un posto anonimo, avrei gradito perdermi nei ricordi.             intanto prendeva forma nella mia mente anche la tua
Quanti ricordi ! Credo che nelle tue notti insonni i ricordi      figura. Il tuo , il vostro ritorno da Bologna mi fu annun-
ti abbiano fatto compagnia, ti abbiano alleviato i dolori,        ciato con gioia dallo stesso don Tonino.
ti siano stati di consolazione. Ma non di questi oggi             La nostra amicizia si è consolidata lentamente. Un ‘
voglio parlare. Ma di te, di come da me , da noi , tu sei         amicizia costruita giorno dopo giorno. Abbiamo insieme
stato percepito, oserei dire meglio, vissuto.                     vissuto la malattia di don Tonino, la sua dipartita, insie-
Sei stato per tutti noi un uomo carismatico.                      me abbiamo pensato la sua profezia ed il modo di
Cosa sia il carisma , più o meno, lo sappiamo tutti. Ma           proporla. E stato per me un privilegio averti come
voglio qui riproporre la definizione che il dizionario ci         medico prima e come mio paziente dopo: abbiamo
dà. Carisma è “ l’insieme di particolari doti intellettive e      affrontato insieme per molti anni situazioni difficili ed
di carattere che consentono a certi individui di esercitare       esaltanti, sorprese ed incontri, amarezze e delusioni. Ma
autorità e fascino sul prossimo, assicurandone la concor-         sempre ho respirato il tuo essere carismatico e la tua
dia “.                                                            stima mi ha dato il coraggio per affrontare le sfide quoti-
Così è stato : autorità e fascino che ha garantito concor-        diane: ci siamo tante volte detto che dietro le nostre
dia, pace. E’ la pace il fine ultimo: il volersi bene, lo stare   scelte, i nostri disegni e i nostri programmi c’era qualcu-
insieme, perché , ci diceva tuo fratello, da soli non si cam-     no che ci guidava la mano. E questo ci ha sempre reso
mina più.                                                         felici. E questo qualcuno lo hai sentito particolarmente
Nella mia vita, prima di incontrarti , ti ho conosciuto           vicino quando inaspettatamente la tua salute veniva a
attraverso i racconti e le confidenze di don Tonino.              mancare. La malattia giunge all'improvviso, è una
Durante gli anni del mio liceo don Tonino mi parlava di           ladra, ti ruba la serenità, cambia la prospettiva della
questo suo fratello che viveva a Bologna, che nella soffe-        visione delle cose, del mondo, delle persone, di ciò che
renza e nella povertà, a volte nella solitudine, aveva            cerchiamo, di ciò che all'improvviso desideriamo.
studiato e aveva raggiunto traguardi importanti.                  Quante volte nei tantissimi incontri in cui abbiamo
Era diventato ginecologo, e lavorava al S. Orsola.                raccontato don Tonino non abbiamo ripetuto: " Ponti
Traspariva dai suoi occhi la tenerezza del padre ed insie-        non muri!" E i ponti ( questo significa by-pass ! ) erano
me l’orgoglio del fratello maggiore. Mi parlava di te             diventati necessari per il tuo cuore. Quattro by pass per

                                                                                                     anno 2019 numero speciale - pag. 11
mio, ma non di scarsa comunicazione. Prendo in prestito
                                                               quanto don Tonino scrisse in memoria di Ernesto Balducci
                                                               per dirti che sapevi parlare, ma sapevi anche tacere. Il
                                                               criterio del tuo silenzio, però, non era la prudenza, o
                                                               peggio la paura. Ma era la sapienza .
                                                               Perciò anche quando tacevi la tua compagnia è stata dolce
                                                               e preziosa, perché un’altra tua importante virtù è stata la
                                                               capacità di ascolto. E’ il silenzio che genera la parola, nel
                                                               silenzio che si percepisce il senso ultimo delle cose, ed il
                                                               silenzio è utero gravido delle intuizioni.
                                                               Le tue intuizioni: ne voglio qui raccontare due. Perché se
                                                               è vero che è tutta l’esistenza di un uomo che porta al
                                                               conferimento di persona carismatica, è anche vero che è
                                                               meno facile, a volte, individuare alcuni episodi che , da
                                                               soli, facciano apparire carismatica la stessa.
                                                               Il primo di questi episodi fa riferimento al 14 novembre del
                                                               2013. Insieme a Trifone fummo ricevuti a Santa Marta da
                                                               Papa Francesco. E alla fine dell’incontro, ancora frastor-
                                                               nati ed increduli per quanto avevamo vissuto, tu ci dicesti
                                                               : “ Questo papa verrà sulla tomba di Tonino “! La profezia
                                                               si è avverata dopo cinque anni.
continuare a vivere, ad amare . E allora tutti ad Ancona,      Ma c ‘è un'altra cosa , caro Marcello , che oggi voglio
con la speranza nel cuore di " una Pasqua speciale ".          ricordare. Ognuno di noi ha nel proprio cuore, nella
Così scrivevi il 24 aprile del 2003: " E così Tonino,          propria mente, dei flash del giorno in cui Francesco è
quest'anno ho vissuto anch'io la mia Pasqua speciale,          venuto qui ad Alessano. Ma forse uno è comune a tutti.
come la tua ultima Pasqua di dieci anni or sono [...]          E’ quel sillabato del nostro Papa: “ Don Tonino SE MI NA
disteso sull'avveniristico letto della rianimazione[..].       TO “. Bene. Tu lo avevi già detto e scritto: “ in questa
Anche a me in quelle ore interminabili in cui ti senti vera-   tomba non ci sono i resti ma i semi ….”
mente sospeso tra la vita e la morte è passata davanti ai      Ti congedi oggi da noi con il comune riconoscimento di
miei occhi una intera esistenza: come in una accurata          essere stato, insieme a Trifone, la rappresentazione vivente
videoregistrazuione in rassegna sono passati i ricordi         e sempre presente di don Tonino, ed insieme, come il prin-
belli e quelli più brutti, le soddisfazioni e le incompren-    cipale promotore, con Trifone, della costituzione della
sioni familiari, le affermazioni nel lavoro e gli insuccessi   Fondazione. Per tutti , insomma, siete stati vissuti come
che ti sprofondano nel più vivo scoramento; e ogni             eredi del profeta. Ma il tuo più grande merito è quello di
immagine sfumava poi in tenui tonalità e mi faceva appa-       aver percepito che raccogliere l’eredità del profeta è un
rire tutto diverso e soprattutto mi faceva dire che, in        qualcosa che ha a che fare con lo spirito e non con la
qualsiasi modo, le mie relazioni interpersonali sarebbero      materia. Tu sai Marcello cosa voglio dire. Perché questa è
migliorate" . Persino in quei momenti non ha fatto difetto     stata più volte una riflessione che insieme abbiamo condi-
la tua generosità e la tua tenerezza specie per i più vicini   viso. La materia, può essere contenuta, limitata, perime-
." E poi sono convinto, Tonino, che anche tu hai posato        trata, fatta propria. Lo spirito no! Per sua natura si dilata,
sul mio capo la tua mano benedicente e che sarai stato di      non lo si può contenere, possedere. Non lo si può delimita-
gran conforto nello scoramento che avrà invaso l'animo         re, racchiudere in uno spazio, in un solo cuore. Non ha
di mia moglie e dei miei figli " . Ma al tempo stesso non      confini. E’ la comunità il suo luogo, la sua casa, il suo
ha fatto difetto la tua gratitudine. Ci diceva don Tonino      Regno.
che la memoria del cuore è la gratitudine e tu le parole       Questa la tua lezione di vita di alto profilo, di notevole
del fratello le hai vissute! Così scrivevi: "Ti ringrazio      spessore. Una lezione di speranza, in linea con quella di
per l'ineffabile amicizia di cui mi fai godere con Giancar-    tuo, nostro Fratello, che io amo definire salentino planeta-
lo che mi ha seguito passo dopo passo, sottraendo anche        rio, definizione che a te piaceva tanto. Il tuo lascito mi
qualche attenzione alla sua dolce sposa, e che mi è stato      auguro che sia “ come un albero piantato lungo corsi
di gran conforto."                                             d’acqua, che darà frutto a suo tempo, e le sue foglie non
Ma anche io ti dico grazie, e non solo per il dono             cadranno mai….“
dell’amicizia. Grazie soprattutto perchè hai desiderato        Per tutto questo ti diciamo grazie. E grazie lo diciamo ai
che il progetto della Fondazione avesse un respiro comu-       tuoi familiari che ti hanno sostenuto e amato, curato con il
nitario.                                                       loro affetto e la loro presenza. Addio caro Marcello, anzi
Questo è stato il tuo messaggio secondo me più impor-
                                                               arrivederci nella Luce.
tante: non lo hai gridato, ma lo hai vissuto. Perché tu sei
stato sempre di poche parole, di poche parole caro amico       Il tuo amico, Giancarlo

             anno 2020 numero speciale - pag. 12
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