IL MASTOCITOMA NEL CANE E NEL GATTO: DIAGNOSI E PROGNOSI - Vetjournal
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Quaderni di dermatologia, Anno 9, n. 2, Dicembre 2004 7 IL MASTOCITOMA NEL CANE E NEL GATTO: DIAGNOSI E PROGNOSI L. MECHELLI, E. LEPRI Dipartimento di Scienze Biopatologiche Veterinarie Università degli Studi di Perugia INTRODUZIONE Il mastocitoma è una neoplasia del tessuto connettivo che si caratterizza per la proliferazione di cellule indicate con il termine mastociti (MC) o “mastzellen”. I MC originano nel midollo osseo da cellule staminali pluripotenti (CD34+) e migrano attraverso la via ematica come elementi mononucleati non granulati (CD34+, FCRI-, Kit +). Nei tessuti i MC aderiscono a specifici componenti connettivali, come fibronectina e laminina, raggiungendo una completa differenziazione attraverso lo sviluppo di granuli citoplasmatici e sopravvivendo da settimane a mesi. A regolare il processo di differenziazio- ne e proliferazione intervengono numerosi fattori (IL-3, IL-4, IL-6, etc.), tra cui lo Stem Cell Factor (SCF) che, ol- tre a stimolare la differenziazione e la proliferazione dei MC, ne previene l’apoptosi e ne regola la sintesi di me- diatori citoplasmatici; il recettore per SCF è “kit”, codifi- cato da un proto-oncogène c-Kit mastocitario. I MC pre- senti nei tessuti esprimono una eterogeneità morfologica, biochimica e funzionale che ne delinea una classificazio- ne in varie sottopopolazioni. Microscopicamente, i MC possono essere riconosciuti anche con colorazioni di routine quali l’ematossilina-eosi- na ma appaiono più facilmente individuabili con colora- zioni specifiche, quali il Blu di Toluidina e l’orceina acida- Giemsa, con cui è possibile evidenziare la presenza di gra- nuli metacromatici nel citoplasma. I MC possono essere considerati cellule effettrici multi- funzionali del sistema immunitario, con funzioni modula- Cane boxer con MCT cutaneo. trici dei processi infiammatori (mediatori citoplasmatici preformati, lipidici neoformati e citochine), cicatriziali (b- FGF, TGF1, MMP, istamina, eparina) e neoangiogenetici (VEGF, FGF2, chimasi, TNF, etc.) I mastocitomi del cane rappresentano il 6% di tutti i tu- mori in questa specie animale, dal 7 al 20% di tutte le for- EPIDEMIOLOGIA me di neoplasie cutanee e circa il 50% delle neoplasie con- nettivali; per quanto riguarda il gatto, il mastocitoma rap- I mastocitomi (MCT) sono neoplasie di raro riscontro presenta il secondo tumore cutaneo con un valore di inci- nella maggior parte delle specie animali, Uomo compreso, denza pari a circa il 20%. ad eccezione dei “pets”. Le razze canine che sembrano essere particolarmente Nel cane, i tumori cutanei rappresentano circa il 30% predisposte sono: Boxer, Boston terrier, Bull terrier, Ame- di tutte le neoplasie spontanee ed il 55% di essi è di origi- rican staffordshire terrier, Fox terrier, English bulldog, La- ne mesenchimale. Inoltre, circa il 20% dei tumori primiti- brador retriver, Weimaraners, mentre non è stata osservata vi cutanei è di natura maligna. alcuna particolare predisposizione legata al sesso.
8 L. Mechelli, E. Lepri Il tumore può colpire cani di tutte le età ed occasional- mente è stato osservato anche in soggetti di sole sette setti- mane. Tuttavia il numero maggiore di casi si riscontra nel- la fascia di età compresa tra gli 8.2 e i 10.5 anni. Nella specie canina la localizzazione primaria prevalente è a livello di cute e connettivo sottocutaneo e le regioni in cui si osserva più frequentemente lo sviluppo sono: tronco e perineo (50%), arti (40%), testa e collo (10%). Sebbene raramente, sono state descritte anche localizzazio- ni primarie extracutanee sia viscerali a milza, fegato e rene, che a carico di altri tessuti fra cui: nasofaringe, cavità orale, linfonodi epatici e pancreatici, intestino e congiuntiva. Nel gatto, il mastocitoma mostra due espressioni clini- che fondamentali: una forma cutanea ed una forma visce- rale. La cutanea si distingue istologicamente in due tipolo- gie: una mastocitica (tipica) caratterizzata da un compor- tamento biologico potenzialmente recidivante-metastati- MCT cane: citologia di tumore scarsamente differenziato. co, che insorge in un’età media compresa fra gli 8 e 9 an- ni; una istiocitica, con un comportamento biologico beni- gno-regressivo, che solitamente insorge prima dei 4 anni di età. La razza Siamese sembra essere maggiormente pre- disposta ad entrambe. La forma viscerale, più frequente nel gatto che nel cane, coinvolge prevalentemente la milza (rappresentando il 15% circa delle splenopatie feline) e l’intestino, con un’in- sorgenza media di 13 anni, senza alcuna predisposizione di razza ed età. EZIOLOGIA Le cause legate allo sviluppo del mastocitoma restano di difficile valutazione sebbene s’ipotizzi una eziologia multi- fattoriale: 1. predisposizione ereditaria: è stato ipotizzato che Boxer e Boston terrier posseggano oncogèni che, in condizioni particolari (debilitazione, stress, etc.), potrebbero deter- minare l’insorgenza della neoplasia; inoltre, alcuni Auto- MCT cane: citologia di tumore ben differenziato. ri hanno prospettato che nel genoma di questi soggetti siano presenti, in analogia a quanto proposto dalla me- dicina umana, sedi cromosomiche estremamente instabi- li o “fragili”, con eventi mutazionali molto frequenti; 2. mutazioni del proto-oncogene c-kit; il gene c-kit è loca- lizzato nell’esone 11 e 12 del cromosoma 4. Nel cane sono state rilevate, in corso di MCT, duplicazioni a tan- dem di questi esoni con una fosforilazione della por- zione tirosin-chinasica in assenza di ligando. In tal sen- so sono state rilevate anche altre malattie che originano da mutazioni del kit: mutazione v-kit, indotta dal virus felino di Hardy-Zuckerman (HZ4 feline sarcoma); c-kit difettivo in topi con anemie, pigmentopatie, infertilità; c-kit ectopico, osservato nel cancro polmonare del- l’Uomo a piccole cellule; c-kit mutato nella mastocitosi sistemica, nelle malattie mieloproliferative, nel carcino- ma del colon, nel GIST e nel piebaldismo dell’Uomo; 3. traumi e processi infiammatori cronici; in letteratura medica veterinaria sono riportati casi di MCT insorti su focolai post-traumatici. 4. virus oncogèni: l’ipotesi si basa sui risultati di ricerche sperimentali che hanno consentito di trasmettere la MCT cane: citologia di tumore parzialmente differenziato. neoplasia attraverso l’inoculazione di estratti tumorali privi di cellule cancerose.
Quaderni di dermatologia, Anno 9, n. 2, Dicembre 2004 9 Per quanto riguarda il gatto, è stata indicata una predispo- sizione genetica per la razza Siamese ma non è stata osser- vata alcuna correlazione con malattie virali quali FeLV, FIV e FIP. LA VALUTAZIONE ONCOLOGICA I segni clinici associati al mastocitoma sono in relazione con la sua localizzazione primaria, metastatica o con la presenza di forme disseminate. Macroscopicamente, il tumore cutaneo nel cane si pre- senta come un nodulo singolo, di dimensioni variabili, ben Ulcere gastriche in corso di mastocitoma, causate da iper-istaminemia. circoscritto, la cui superficie può essere alopecica, ulcerata ed edematosa; in rari casi può riscontrarsi un’insorgenza con noduli multipli. Le sedi prevalentemente interessate da metastasi sono i linfonodi regionali, la milza ed il fegato, più raramente il polmone. Talvolta può verificarsi un coinvolgimento del midollo osseo, sebbene quest’evenienza eccezionale nel ca- ne, si associ alla forma mastocitaria sistemica, detta anche “neoplasia mastocitaria disseminata”, spesso con carattere leucemico. In quest’ultimo caso gli strisci da buffy-coat possono mostrare MC senza granuli citoplasmatici, con un aspetto morfologico definito mastocitoide. Il MCT, nella sua forma gastroenterica, insorge preva- lentemente in razze di piccola taglia (es. Maltese), di età avanzata (8-9 anni), nelle regioni prossimali del tenue, con effetti ostruttivi progressivi del canale alimentare su- periore. La leucemia mastocitaria, forma peraltro estremamente rara negli animali domestici, origina dal tessuto emopoieti- MCT cutaneo istiocitico felino (A. Fondati). co, non si correla a segni cutanei, splenici o gastroenterici tipici del MCT, mostrando una mastocitemia di grado ele- vatissimo con valori che possono raggiungere il 60% dei leucociti ematici. Oltre ai segni e alle lesioni direttamente connessi con edema ed eritema (segno di Darier). La forma cutanea istio- la crescita primaria o secondaria della massa tumorale, citica può regredire spontaneamente e si caratterizza per la la valutazione oncologica può evidenziare un complesso presenza di noduli sottocutanei multipli, non pruriginosi, sintomatologico correlato ad una sindrome paraneopla- di consistenza ferma, di colore rosa, solo occasionalmente stica da mastocitoma funzionante. In tale senso è possi- ulcerati. bile riscontrare ulcere gastrointestinali da iper-istami- In alcuni gatti Sfinge e Devon rex sono state osservate nemia, singole o multiple, che si localizzano soprattutto lesioni cutanee caratterizzate da seborrea grassa, macule e nella regione del fondo dello stomaco, nel piloro e nel papule eritematoso-crostose simmetriche al tronco, arti, primo segmento duodenale. Gli animali colpiti presen- collo e testa, riferibili all’urticaria pigmentosa dell’Uomo. tano anoressia, vomito, diarrea e melena. Il rilascio di (Vitale CB et al., 1996; Noli C et al., 2004). eparina ed enzimi proteolitici da parte dei MC neofor- I soggetti con forme disseminate (splenica e intestinale) mati può prolungare i tempi di coagulazione, ritardare mostrano segni sistemici di malattia con depressione, ano- la guarigione delle ferite e indurre ulcerazione dei no- ressia, perdita di peso e vomito intermittente. duli tumorali. Nella forma splenica la palpazione addominale può ri- Nel gatto, le forme cutanee sono caratterizzate da noduli velare grave splenomegalia (diffusa o nodulare), effusioni dermici singoli (75%) o multipli (25%), rilevati, duri, ben peritoneali e masse intestinali a cui può associarsi eosinofi- circoscritti, alopecici, non sempre pruriginosi ed ulcerati, lia periferica, mastocitemia elevata e coagulopatie. con un diametro compreso fra 0,5 e 3 cm. La forma intestinale, caratterizzata da una prognosi In questa specie sono state descritte altre due forme estremamente grave, coinvolge generalmente duodeno, cutanee: a) lesioni pruriginose “a placca”, molto simili digiuno ed ileo, con metastasi frequenti ai linfonodi me- alla “placca eosinofilica”; b) lesioni nodulari sottocuta- seraici e fegato, in assenza di mastocitemia o eosinofilia nee multiple. periferica. Diversamente dal cane, le sedi più comuni di insor- I dati riportati in letteratura sulla capacità metastatiz- genza nel gatto sono la testa (particolarmente frequenti zante delle forme cutanee di MCT felino sono piuttosto nella porzione basale della pinna auricolare) ed il collo discordanti, con valori che oscillano fra 0 e 22% di casi seguite da tronco ed arti, in alcuni casi correlati ad mentre, per le forme viscerali, gli eventi metastatici risul-
10 L. Mechelli, E. Lepri Tabella 1 Iter diagnostico per il mastocitoma Iter diagnostico 1. Valutazione diretta o per immagini della neoplasia 2. Esame citologico 3. Stadiazione clinica: a- E. emocromocitometrico, profilo biochimico, urine b- Strisci da buffy-coat c- Ago-aspirati dal midollo osseo d- Ago-aspirati da linfonodi e- Valutazione di cavità sierose 4. Biopsia seguita da gradazione istologica MCT felino: aspetto istopatologico di un tumore istiocitico. Tabella 2 Stadiazione clinica secondo il WHO STADIO DESCRIZIONE I Tumore confinato al derma, senza coinvolgimento dei LN regionali II Tumore confinato al derma, con coinvolgimento dei LN regionali a) Senza segni sistemici b) Con segni sistemici III Tumori dermici multipli; tumore infiltrante con o senza coinvolgimento dei LN regionali a) Senza segni sistemici b) Con segni sistemici IV Tutti i tumori con metastasi o recidive di metastasi MCT felino: citologia di tumore mastocitico. Tabella 3 Citologia aghi aspirati cutanei tano decisamente più elevati, con un coinvolgimento di fegato, linfonodi viscerali, midollo osseo e polmoni. Cir- Tessuto normale: 0-1 MC / HPF (< 1% del totale delle cellule) ca 1/3 dei casi mostra effusioni pleuriche e peritoneali Tessuto reattivo: 1-5 MC / HPF (< 10% del totale delle cellule) ricche di MC ed eosinofili con una mastocitemia nel M C T: > 40% del totale delle cellule 40% dei casi osservati. DIAGNOSI Esame citologico: la scelta della tecnica più idonea è La valutazione oncologica o stadiazione clinica del sog- condizionata dalla sede anatomica e dalle caratteristiche getto ha lo scopo di rilevare la localizzazione ed il numero della lesione (Tab. 3). Il mastocitoma insieme al linfoma, l’i- di masse tumorali, il coinvolgimento dei linfonodi regio- stiocitoma, il plasmacitoma e il tumore venereo trasmissibile nali, le metastasi, le recidive ed i segni sistemici di malat- è tra i tumori rotondocellulari di più frequente riscontro nel tia. Spesso, il sospetto di mastocitoma scaturisce dall’os- cane. I mastocitomi sono caratterizzati da una cellularità servazione di uno o più noduli cutanei, con superficie alo- piuttosto elevata: le cellule, di forma nettamente rotondeg- pecica, eritematosa, ulcerata, pruriginosi ed alla cui mani- giante e di dimensioni variabili, appaiono isolate, con un polazione può conseguire lo sviluppo di pomfi ed eritemi rapporto nucleo/citoplasma in genere elevato. Il citoplasma (segno di Darier). Un esame accurato è riservato a tutti gli mostra, in particolare nelle forme differenziate, una caratte- organi filtro quali i linfonodi regionali, il fegato, la milza, ristica granulia metacromatica evidenziabile con la colora- il midollo osseo che potrebbero essere coinvolti da pro- zione di May-Grunwald-Giemsa. In generale è possibile af- cessi di disseminazione neoplasica. (Tab. 1). Per i MCT fermare che la citoaspirazione può essere considerata dia- del cane è riportato il criterio di stadiazione clinica pro- gnostica per cute, milza, linfonodi, centesi toraco-addomi- posta dal WHO (Tab. 2). nale (effusioni) mentre risulta meno efficace per la valuta-
Quaderni di dermatologia, Anno 9, n. 2, Dicembre 2004 11 zione di masse intestinali e per le forme istiocitiche feline. rofiliche nucleolari organizzate (AgNOR), di antigeni nu- Inoltre, uno studio condotto su 120 cani con mastocitemia cleari di proliferazione (PCNA), di markers proliferativi ha dimostrato che il 95.5% di questi animali non presentava cellulari (Ki-67), della proteina p53 e delle metalloprotei- MCT, quanto piuttosto malattie infiammatorie, neoplastiche nasi (MMP2 e MMP9), ma nessuna di queste si è rivelata non-mastocitarie, traumi, etc., limitando notevolmente il si- più predittiva della gradazione istopatologica. gnificato diagnostico che veniva riservato fino ad ora a que- sto riscontro di laboratorio. PROGNOSI Esame istopatologico: con quest’indagine è possibile stabilire il grado istologico della neoplasia (gradazione isto- In letteratura c’è una certa confusione riguardo al com- logica o grading), condizione peraltro riservata soltanto ai portamento biologico dei tumori di origine mastocitaria MCT del cane, attraverso i criteri morfologici proposti da nel cane. Bloom, nel 1952, e Weiss, nel 1962, riferivano Patnaik, nel 1984. Sebbene la diagnosi e la stadiazione clini- che i mastocitomi progrediscono naturalmente fino alla ca dei MCT nel gatto sia simile a quanto indicato nel cane, morte mentre Peters, nel 1969, indicava, per questo tumo- alcune considerazioni distintive sono necessarie per quanto re, una bassa mortalità. concerne gli aspetti classificativi istopatologici (Tab. 4). In- Per quanto riguarda le percentuali di metastatizzazione fatti, il sistema di classificazione istologica (Histologic Gra- o di recidive, il quadro non è certo molto più chiaro seb- ding System) proposto per il mastocitoma del cane non pro- bene la maggior parte degli Autori affermi che i mastocito- duce nel gatto informazioni prognostiche adeguate (Tab. 5). mi solo raramente danno metastasi. La percentuale di tu- mori che nel cane recidivano dopo l’intervento chirurgico Indagini immunoistochimiche ed ultrastrutturali: è piuttosto elevata (10-50% secondo Weiss, 17% secondo queste indagini vengono utilizzate prevalentemente nelle Moulton) e i soggetti colpiti da mastocitoma hanno una forme neoplastiche meno differenziate ai fini classificativi prognosi notevolmente diversa in parte legata alle caratte- e per valutare i caratteri infiltrativi e/o metastatici delle ristiche del soggetto (specie, razza, età, etc.) ed in riferi- cellule mastocitarie. Numerose altre indagini sono state in- mento agli aspetti propri della neoplasia (tipo, grado isto- traprese nel corso della malattia neoplastica mastocitaria al logico, sede anatomica, etc). fine di determinare, con maggiore accuratezza, peculiari Nel cane è stato osservato che i tempi di sopravvivenza riferimenti prognostici quali la valutazione del contenuto non sono influenzati dal sesso né dall’età mentre la razza del DNA (aneuploidia), delle regioni cromosomiche argi- sembra avere una certa rilevanza sulla prognosi. Infatti, i Tabella 4 Gradazione istologica del MCT nel cane secondo Patnaik Grado Descrizione microscopica Ben differenziato (Grado 1) Limiti cellulari ben definiti con nuclei regolari, sferici-ovali, Sopravvivenza a 45 mesi: 83% figure mitotiche rare o assenti, granuli citoplasmatici ben evidenti. Differenziazione intermedia (Grado 2) Cellule stipate con limiti indistinti; rapporto n/c medio-alto; Sopravvivenza a 45 mesi: 44% figure mitotiche scarse; irregolare/ridotta quantità di granuli. Anaplastico, indifferenziato (Grado 3) Alta cellularità, limiti citoplasmatici indifferenziati; dimensioni e aspetto del nucleo irregolare Sopravvivenza a 45 mesi: 6% (anisocitosi, anisocariosi); granuli citoplasmatici spesso difficili da reperire. Tabella 5 Classificazione istopatologica dei mastocitomi felini Tipo Sottotipo Istopatologia Mastocitico Compatto Cordoni omogenei di MC tipici con limiti citoplasmatici distinti e presenza di granulociti (ben differenziato) eosinofili nel 50% circa delle neoplasie. Diffuso MC meno differenziati con anisocitosi e cellule giganti mono e plurinucleate; (anaplastico) infiltrazioni neoplastiche nel sottocute; 2-3 mitosi/ hpf; granulociti eosinofili di frequente rilievo. Istiocitico Cordoni di cellule simil-istiocitiche con granuli citoplasmatici non ben definibili; aggregati di linfociti e granulociti eosinofili.
12 L. Mechelli, E. Lepri cani di razza boxer, peraltro estremamente predisposti a Letture consigliate questa neoplasia, sopravvivono per tempi maggiori (40 sett.) rispetto a quelli di altre razze (25 sett.). Il motivo di 1. Withrow SJ and MacEwen EG: Small Animal Clinical Oncology. III° Ed. Saunders Company, 2002. questa diversità è molto probabilmente legato al fatto che 2. Wilcok BP et al: The morphology and behavior of feline cutaneous ma- nel boxer si sviluppano con prevalenza maggiore tumori stocytomas. Vet Pathol 23: 320,1986. ben differenziati (Tipo I). 3. Clinkenbeard KD: Diagnostic cytology: mast cell tumors. Compend Cont 4. Educ Pract Vet 13: 1697, 1991. Il fattore che incide maggiormente sui tempi di soprav- 5. Ozaki K, et al.; Mast cell tumors of the gastrointestinal tract in 39 dogs. vivenza sarebbe dunque il grado di differenziazione delle Vet Pathol 39: 156, 2002. cellule neoplastiche: ai mastocitomi ben differenziati è le- 6. Meuten DJ: Tumors in Domestic Animals. IV° Ed., Iowa State Press, Iowa 2002. gata una prognosi più favorevole rispetto a quelli parzial- 8. Simoes JPC et al.: Canine mast cell tumors: staining techniques. J Vet mente differenziati e i tumori anaplastici (Tipo III), hanno Diagn Invest 6: 458, 1994. una prognosi più sfavorevole degli altri due. Secondo alcu- 9. Histological classification of mesenchymal tumors of skin and soft tis- sues of D.A. by W.H.O., Second Series, Vol. 2, 1998. ni Autori, il giudizio prognostico dovrebbe considerare 10. Simoes JPC et al.: Prognosis of canine mast cell tumors: a compari- anche la sede della neoplasia primitiva. Infatti, i tumori lo- son of three methods. Vet Pathol 31:637–647, 1994. calizzati nell’area perineale, prepuziale, inguinale, unguea- 11. Galli CA, et al.: Spontaneous canine mast cell tumors express tandem- duplications in the proto-oncogene c-kit. Exp. Hematol. 1999. le, viscerale (intestino, milza, fegato), giunzioni muco-cu- 12. London CA and Seguin B: Mast Cell Tumors in the Dog. Vet Clin Small tanee e nel midollo osseo hanno un comportamento biolo- Anim 33: 473, 2003. gico più aggressivo rispetto a quelli localizzati altrove. 13. Meuten DJ: Tumors in Domestic Animals. IV° Ed., Iowa State Press, Iowa 2002. Il mastocitoma cutaneo del gatto ha generalmente un 14. Molander-Mc15. Crary et al.: Cutaneous Mast Cell Tumors in Cats: comportamento biologico benigno; tuttavia, nelle forme 32 Cases (1991-1994). J Am Anim Hosp Assoc 34: 192, 1998. istologiche anaplastiche, la neoplasia assume un’evolu- 16. Ogilvie G and Moore A: Managing the Veterinary Cancer Patient. Tren- ton: Veterinary Learning Systems, NJ, 505-514, 1995. zione più aggressiva con frequenti fenomeni di metasta- 17. Goldschmidt M and Shofer F: Skin tumors of the dog and cat. Perga- tizzazione. mon Press Ltd., NY, 1992. SEMINARIO OTITE ESTERNA E MEDIA NEL CANE E NEL GATTO 13 marzo 2005 - Palazzo Trecchi, Cremona RELATORI Fabia Scarampella, Med.Vet. Dipl. ECVD - Laura Ordeix, Med.Vet. Dipl. ECVD - Elisabetta Vasconi, Med.Vet. 8.30 Registrazione dei partecipanti 9.25 Saluto ai partecipanti, presentazione dei relatori ed inizio dei lavori 9.30 Otite esterna nel cane: eziopatogenesi e approccio clinico - Fabia Scarampella 10.45 Otite esterna nel gatto: eziopatogenesi e approccio clinico - Laura Ordeix 11.30 Pausa caffè 12.00 Otite media - Laura Ordeix 13.00 Pausa pranzo 14.00 Tecniche di pulizia e ispezione del condotto uditivo - Fabia Scarampella 15.00 Terapia medica dell’otite esterna e media - Laura Ordeix 16.00 Pausa caffè 16.30 Il dermatologo getta la spugna: quando il chirurgo è indispensabile - Elisabetta Vasconi 17.30 Test di valutazione dell’apprendimento e discussione finale 18.00 Termine della giornata
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