Il Fregio della Vita Un confronto tra KLIMT e Munch - Spark (e-learning)

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Il Fregio della Vita Un confronto tra KLIMT e Munch - Spark (e-learning)
Il Fregio della Vita
   Un confronto tra        KLIMT e Munch

           di   Arianna Viganò
                5D – marzo 2020
Il Fregio della Vita Un confronto tra KLIMT e Munch - Spark (e-learning)
1862-1918,   Vienna                                                          1863-1944, Oslo

Fondatore e principale esponente della                                 Interprete della stagione
                                                                            simbolista
Wiener Secession
                                                                      ed espressionista

Pittura ricca di   simbolismo raffinato e letterario       Esasperazione e violenza
                                                                         cromatica
Cerebrale   estetismo e acuta sensualità
                                                                    Sentimento profondo e
Ritmo decorativo ottenuto mediante colore              malinconico della natura, senso
e schemi geometrici                                     doloroso dell'amore e della morte
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- IL PALAZZO DELLA WIENER SECESSION -
AD OGNI EPOCA LA SUA ARTE, ALL’ARTE LA SUA LIBERTÀ

                                          Klimt, presidente della Secessione Viennese,     Inaugurazione della XIV mostra della
                                          è attivamente coinvolto nella progettazione,     Wiener Secession delle arti unite curata
                                          affidata a Olbrich. Il Palazzo, rivoluzionario   da Josef Hoffman.
                                          per il suo spazio interno modificabile,          Presso il Palazzo della Secessione
                                          introduce la moderna concezione di               dell’architetto Joseph Olbrich, presenti il
                                          allestimento in cui architettura di interni e
   Gruppo scultoreo policromo Beethoven                                                    Fregio di Beethoven di Gustav Klimt e
                                          arti applicate concorrono alla creazione di un
   1902, Max Klinger                                                                       le opere di Max Klinger. Il maestro
                                          ambiente unitario. La XIV mostra della
                                          Wiener Secession si tenne nel 1902. Il           Gustav Mahler dirigerà l’Inno alla Gioia
                                          Palazzo si trasformò in un autentico santuario   dalla Nona Sinfonia di Beethoven;
                                          di Beethoven, prototipo del genio artistico.     Isidora Duncan eseguirà danze cultuali.
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Il FREGIO DI BEETHOVEN
           Esposizione del 1902 dedicata a Beethoven presso il Palazzo della Secessione di Vienna

                                              LE FORZE OSTILI

                                            PARETE CENTRALE
                                            220x636 cm

PARETE SINISTRA                                                                             PARETE DESTRA
220x1378 cm                                                                                 220x1381 cm

   TECNICA MISTA SU SFONDO DI                 TEMATICHE DEL FREGIO
   STUCCO                                     •    Raffigurazione della Nona Sinfonia di Beethoven nell’interpretazione di
   •   Colore alla caseina                         Wagner e dell’Ode alla Gioia di Schiller
   •   Foglia d’oro                           •    Allusione alla teoria Nietzschiana del superuomo, condensata nella figura
   •   Pietre semipreziose                         del Cavaliere
   •   Intonaco                               •    Lotta per la felicità contro le Forze Ostili e concetto di Ascesi, in relazione
   •   Carboncino                                  alla filosofia di Schopenhauer
   •   Pastello                               •    Opposizione tra bene e male e superamento delle tentazioni
   •   Matita                                 •    Riscatto ideale attraverso le arti, trionfo dell’eros e raggiungimento dell’Eden
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-  L’ANELITO      ALLA   FELICITÀ    -
 CAVALIERE, AMBIZIONE, COMPASSIONE, SUPPLICANTI

Le tre figure nude, rappresentanti le
Suppliche del Genere Umano,
invocano il Cavaliere; alle sue spalle,
impersonificate da due giovani donne,
l’Ambizione, che regge una corona
dall’alloro, e la Compassione, con gli
occhi socchiusi. L’Uomo, il cui volto è
quello di Mahler, impugnando lo
spadone, muove un passo avanti con
decisione e concentrazione.

Il    gusto     stilistico, fortemente
ornamentale e decorativo, confluisce
nell’uso di una linea di contorno
marcata e nella polimatericità.
Il trionfo dell’oro nell’armatura del
Cavaliere contrasta con la delicatezza e
la semplicità, tipiche del Simbolismo,
delle figure supplicanti.
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- LE FORZE OSTILI -
        GORGONI, MALATTIA, FOLLIA E MORTE
Le tre figure nude sulla sinistra sono le
Gorgoni, figlie del Gigante Tifeo; caricate di
una prepotente sensualità e delle
caratteristiche di una femminilità fatale,
tentano il cavaliere in un’alternanza di
piacere e angoscia. Nonostante l’anatomia
e la posa richiami l’ideale di bellezza
klimtiano (Nuda Veritas), il colore scuro,
inusuale nelle opere dell’artista, dei capelli,
tra cui si annidano anche dei serpenti,
contribuisce al senso di inquietudine.

Quest’ultima è ben alimentata dalle
personificazioni di Malattia, Follia e Morte,
i corpi scheletrici e pallidi che sovrastano le
giovani donne.

Il biancore delle nudità contrasta con il
colore scuro del resto della parete, che è
riempita in ogni centimetro da dettagli
decorativi.
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- LE FORZE OSTILI -
         VOLUTTA’, LUSSURIA ED ECCESSO

Il Fregio prosegue con le allegorie di
Voluttà, Lussuria ed Eccesso.

Un nudo femminile tanto esplicito e non
solo aggraziato e sensuale, ha valso al
pittore accuse di oscenità e pornografia.
Le bocche rosse socchiuse, le gambe
ritratte verso il petto e i capelli sciolti
rappresentano alcuni dei tratti tipici del
paradigma klimtiano.

La figura dell’Eccesso presenta uno stile
materico molto evidente; infatti, la
decorazione della capigliatura e della
veste è costituita da elementi preziosi
applicati sopra il colore.
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- LE FORZE OSTILI -
        IL GIGANTE TIFEO E ANGOSCIA

La metà destra della parete centrale è
occupata dall’ala e dalle anse del corpo
rettiliano del Gigante Tifeo, chimera la
cui testa richiama quella di un enorme
gorilla.

Dalla macchia di colore oro e rosso
intenso si staglia il corpo scarno di
Angoscia, rannicchiata e avvolta da un
leggero velo nero.
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- POESIA -
L’ANELITO ALLA FELICITA’ TROVA COMPIMENTO NELLA POESIA

                                                         La suonatrice di lira, soggetto già
                                                         studiato in Musica (a fianco),
                                                         rappresenta il compimento dei desideri
                                                         umani, impersonificati dalle figure
                                                         sospese.
                                                         Simbolo di tutte le arti, in particolare
                                                         Poesia e Musica, indica la strada maestra
                                                         per l’ottenimento della felicità.
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- L’INNO ALLA GIOIA -
CORO DEGLI ANGELI DEL PARADISO E BACIO

   La scena, tripartita, ritrae,
   sulla sinistra, una colonna
   di figure femminili su
   sfondo dorato, al centro, il
   coro degli Angeli e a destra
   l’abbraccio di una coppia.

                      «Gioia meravigliosa scintilla divina»   «Questo bacio a tutto il mondo»    - Schiller

La fascia centrale è carica di un valore rituale e le figure angeliche sono ritratte come sacerdotesse assorte in
un’estasi mistica.
Il senso di armonia che contraddistingue questa parte del fregio è veicolata dall’omogeneità delle espressioni e
dalla sinuosità della linea.

Il culmine del percorso del Cavaliere è rappresentato dall’abbraccio, dipinto all’interno di una campana,
rappresentante l’Eden stesso, con il Sole, la Luna e lo sgorgare di un corso d’acqua. Tuttavia, i volti degli amanti
sono celati, poiché si vuole elevare questo gesto ad un livello universale. Si tratta quindi della massima
rappresentazione visiva di ciò che Schiller intendeva con gli ultimi versi che chiudono la sua opera Ode alla
Gioia, che viene cantata sopra la Nona Sinfonia.
Nel marzo del 1902, mentre a Vienna la Weiner Secession
             prepara la sua XIV mostra, Munch espone presso la
             Secessione Berlinese una selezione di 22 dipinti, che

 IL FREGIO
             chiamerà Fregio della Vita. All’interno dell’esposizione è
             presente anche una riproduzione di una statua di Max
             Klinger, Beethoven, che ci evidenzia l’affinità tra i

DELLA VITA   riferimenti culturali di Munch e Klimt.
             Le tele vengono presentate all’interno di un’unica cornice
             bianca che corre lungo tutte le pareti della sala.
             L’organizzazione spaziale in una sequenza continua
             amplifica il significato di ogni opera che entra in risonanza
             con le altre, venendo incontro all’esigenza tipica di un
             pittore simbolista di rappresentare complessivamente il
             destino umano attraverso un Fregio unitario, così come fa
             l’artista viennese.
             Le tele, che abbracciano le tematiche legate a
             incomunicabilità, straniamento, solitudine e perdita, sono
             suddivise dallo stesso Munch in quattro capitoli, alla
             stregua di quelli di un libro pittorico: Seme dell’Amore,
             Sviluppo e Dissoluzione dell’Amore, Angoscia, Morte.
             L’interesse verso questi temi prende nuovo valore se li si
             inquadra nel contesto sociale della Oslo in cui Munch
             inizia il proprio percorso artistico: questa città dai freddi e
             rigorosi edifici, è pregna di un puritanesimo perbenista,
             borghese e protestante. L’artista si propone quindi in
             antitesi a questa concezione, valorizzando i temi di vita,
             morte, angoscia, malattia, amore.
Capitolo 1: Il Seme dell’Amore                     Il Bacio,
                                                                  1897

                                 Rosso e Bianco, 1899-1900

          Notte stellata, 1893

                                 Danza sulla Spiaggia,
                                              1900-1902

           Occhi negli Occhi,                                                Madonna,
           1899-1900                                                         1893-1894

Nel primo capitolo, Munch mette in scena l’Amore Nascente. Troviamo qui opere come Il Bacio, in cui i volti
degli amanti si fondono perdendo, tuttavia, la propria identità, e come Madonna, dove la figura femminile
che concede se stessa raggiunge una bellezza dolorosa. Si inizia ad intuire il tema, ripreso dallo stesso
Freud solo qualche anno più tardi, di Eros e Thanatos, Amore e Morte, come indissolubilmente legati.
Capitolo 2: Sviluppo e                                               Gelosia,
           Dissoluzione dell’Amore                                              1895

                               Ceneri,
                               1894

                                                      La Donna
                                                     in Tre Fasi,
                                                            1894
              Vampiro,
              1893-1894

                                    La Danza
                                    della Vita,                                 Malinconia,
                                    1899-1900                                   1894

Il secondo capitolo è il racconto pittorico dell’Amore che Fiorisce e Passa. Ciò è ben rappresentato
ne La Danza della Vita e ne La Donna in Tre Fasi dove i tre momenti della vita, il bianco della
giovinezza fiduciosa, il rosso della maturità appassionata e il nero della vecchiaia amara, mettono
in scena il ciclo esistenziale del sentimento amoroso e della sua fine dolorosa.
Capitolo 3: Angoscia                                                     Golgota,
                                                                                          1900

                                        Edera Rossa, 1898

                                                            Il Grido,
                                                                 1895
              Angoscia, 1894

             Sera sul Viale Karl Johan, 1892

Il capitolo terzo è la massima espressione dell’Angoscia. I volti scheletrici e dagli occhi scavati sono in Sera sul
Viale e Angoscia un mezzo di critica sociale verso l’omologazione della borghesia, ma diventano, ne Il Grido,
specchio di uno straniamento e di un’incomprensione vissuti dallo stesso artista. Le linee ondulate e i colori
violenti rispecchiano pienamente l’esasperazione stilistica che diventerà la cifra caratteristica di Munch.
Capitolo 4: Morte                                               Metabolismo.
                                                                                   La Vita
               Il Letto                                                            e la Morte,
              di Morte,                                                            1898-1899
                   1895

                                               Odore
                                           di Morte,
                                                1895

                                                       La Madre
                                                       Morta e la
                                                       Bambina,
          Morte nella                                   1897-1899
          Stanza della
          Malata,
          1895

Il capitolo quarto è completamente intriso del tema del Lutto. I ricordi delle tragedie che hanno segnato
l’infanzia di Munch trovano qui espressione sottoforma di ambienti claustrofobici e senso di
incomunicabilità del dolore. I colori caldi dei pavimenti non cedono il passo a tinte grigie e, anzi, alimentano
la sensazione di una attesa allucinata. Metabolismo rappresenta, dunque, un’eccezione al tema domestico
proponendo un simbolo del ciclo cosmico attraverso lo slancio dei tronchi dalle radici al cielo.
Munch: Il Grido, La Madre Morta e la Bambina,
Morte nella Stanza della Malata
                                                        La Tecnica di Munch
                                                Se per Klimt l’imperativo è oro e polimatericità, Munch utilizza per la
                                                maggior parte delle opere del suo Fregio colori ad olio applicati su tela;
                                                esistono però delle eccezioni: Il Grido, infatti, uno dei quadri più
                                                rappresentativi della poetica e della tecnica munchiana, è in realtà dipinto
                                                su cartone con olio, tempera e pastelli. Altre piccole eccezioni sono
                                                alcune tele del Quarto Capito: Morte nella Stanza della Malata è dipinta
                                                con tempera e pastello su tela, mentre in Odore di Morte e La Madre
                                                Morta e la Bambina sono state usate tele non impregnate su cui sono
                                                state apportate pennellate di tempera e colori ad olio. E tutto ciò riguarda
                                                solamente le 22 opere del Fregio: sono, infatti, centinaia gli schizzi, i
                                                pastelli, le litografie e le diverse versioni di ogni soggetto.
                                                L’uso del colore in Munch è molto caratteristico e profondamente legato
                                                al significato della sua poetica. Le sue opere più tragiche e sofferte, come
                                                Il Grido, sono quelle che, paradossalmente, hanno la gamma di colori più
                                                accesa e calda: i colori urlano, sono vitali; eppure ciò che comunicano è
                                                un senso di oppressione e soffocamento: le nuvole tendono al rosso
                                                sangue.
                                                L’attitudine di Munch nei confronti dei suoi lavoro è sicuramente
                                                particolare: accatastati per anni nel suo studio a Ekely, vicino a Oslo,
                                                furono rovinati da polvere e umidità, addirittura era non noncurante di
                                                calpestarli. Infatti, diceva: un bel quadro sopporta molte cose, sono i
                                                cattivi quadri che hanno bisogno di molta cura e di belle cornici.
KLIMT     e   Munch
Per entrambi gli artisti, il proprio Fregio racchiude il significato
dell’esistenza in un’ottica universale, diventa rappresentazione
complessiva del destino umano. Inoltre, li accomuna una visione
dell’Arte vicina a quella della Musica: le opere sono concepite
come sinfonie che concretizzano le idee filosofiche dei loro
creatori. Anche il substrato culturale in cui questi maestri si
muovono è simile: la filosofia pessimistica e ascetica di
Schopenhauer; le influenze nietzschiane, con la teoria dello
Übermensch; i primi studi di Freud sull’inconscio; l’appartenenza
al movimento simbolista europeo.
Tuttavia, sono proprio le visioni di fondo sui grandi temi
esistenziali che dividono nettamente i due artisti: se Klimt,
attraverso l’Arte, vede una possibilità di salvezza dalle Forze Ostili e
di raggiungimento di Felicità e completezza, Munch concepisce la
vita come un continuo ritorno ad elementi dolorosi e angoscianti,
che coinvolgono anche lo stesso sentimento amoroso, inseparabile
dalla Morte; neppure nell’Arte si trova un riscatto.
Infine, dal punto di vista stilistico, il gusto raffinato del dettaglio e
della decorazione di Klimt impatta con forza contro la concretezza
e la violenza cromatica di Munch.
La     concezione        di     Amore
                                                    klimtiana       anela       all’ideale:
                                                    l’abbraccio        corrisponde        a
                                                                                              eros
                                                    quell’unione che, come quella di             e
                                                    Sole e Luna, è universale e               eden
                                                    genera       vita,     rappresentata
                                                    dall’acqua. La campana dorata
                                                    che circonda gli amanti è simbolo
                                                    dell’Eden, visto come il Paradiso
                                                    Terrestre, luogo di perfezione e
                                                    felicità. Il bacio è quindi Amore
                                                    perfetto, puro e assoluto.
Munch ribalta diametralmente questa concezione, presentando i
suoi due amanti stretti in un abbraccio che li annulla: i loro volti
sono fusi, ma non in un’unione generatrice, al contrario,
annichilente. La stessa forma a campana, riproposta anche in
questo caso, diventa un involucro soffocante. Il sentimento
amoroso non può essere scisso da dolore e morte.
Anche il riferimento biblico è rovesciato: in Metabolismo, ciò che in
Klimt era vita e fecondità, diventa colpa e monito di morte. E di
nuovo, la tela Occhi negli Occhi, il cui titolo suggerisce la massima
intimità, mostra una distanza insolcabile tra i due; inoltre, si
ripresenta la trasfigurazione del volto dell’uomo in un teschio.

Klimt: L’Abbraccio; Munch: Il Bacio, Occhi negli Occhi, Metabolismo. La vita e la Morte
donna
                                                 La rappresentazione del corpo femminile in questi
                                                 due artisti tradisce la loro concezione del rapporto tra
                                                 i sessi. Per Munch, la bellezza della donna è un
                                                 rimando doloroso: molteplice e misteriosa, la
                                                 femminilità viene vista come elemento attraente ma,
                                                 al contempo, ostile. In Vampiro, questa concezione è
                                                 estremizzata: la donna ammalia con una fascino al
                                                 limite     del     demoniaco        portando       l’uomo
                                                 all’annichilimento. Nella tela La Donna in Tre Fasi,
                                                 inoltre, si inquadra l’esistenza femminile in tre
                                                 passaggi: la speranza giovanile, indicata dal colore
                                                 bianco, simbolo di purezza e dell’amore ideale, la
                                                 sensualità adulta, identificabile nel nudo, allegoria
                                                 della Lussuria, e una maturità amara e piena di
                                                 rimpianti, identificabile nel nero, dove la donna è
                                                 fedele, ma infelice; l’uomo sulla destra tiene in mano
                                                 il fiore del dolore che, benché rosso di amore
                                                 passionale, è straziato. In Klimt, invece, si coglie il lato
                                                 sensuale del corpo femminile, che è sia elemento di
                                                 tentazione che tramite per il raggiungimento di una
                                                 perfezione assoluta. Infine, l’artista viennese è anche
                                                 capace di ritrarre corpi privi di una marcata vena
Klimt: Le Gorgoni, Suppliche del Genere Umano;   seduttiva, al contrario, delicati e naturali.
Munch: Madonna, La Donna in Tre Fasi, Vampiro
angoscia
Come spesso accade in Munch, i titoli delle opere
sono concetti astratti che vengono impersonificati
dai personaggi raffigurati e resi attraverso lunghe
pennellate.
Il processo di Klimt è più colto, poiché procede
per allegorie.
Nel confronto tra la resa artistica dei due maestri
si notano divergenze drastiche: in Klimt l’Angoscia
è incarnata da un’esile donna, il cui corpo è
rannicchiato e avvolto da un leggerissimo velo
scuro. La tensione della figura è verso l’interno, i
suoi occhi sono chiusi e il capo chino. Il biancore
pallido contrasta con lo sfondo riccamente
decorato del corpo del gigante Tifeo.
Munch invece propone quadri assordanti: la
spinta verso l’esterno del grido fa vibrare l’aria
circostante in dense onde di colore. Il paesaggio
non è altro che amplificazione dello stato emotivo
del pittore. Le figure sono scheletriche, con gli
occhi spalancati e vestite di pesanti abiti scuri.

                                                       Klimt: L’Angoscia; Munch: Angoscia, Il Grido
SITOGRAFIA E BIBLIOGRAFIA

▪   Catalogo online del Munch Museet di Oslo: Munch Museet
▪   Video del Canale YouTube «Smarthistory»: Gustav Klimt,
    Beethoven Frieze
▪   Documentario Pittori del 900, Edvard Munch di Raffaele
    Andreassi ricaricato su YouTube: Edavrd Munch
▪   Catalogo della mostra presso il Museo Correr di Venezia
    (24.03_8.07.2012) Klimt: nel segno di Hoffman e della
    Secessione
▪   Volume dedicato a Klimt della collana I Classici dell’Arte – Il
    Novecento, Skira 2004
▪   Klimt di Gottfried Fliedl, Taschen 2003
▪   Le edizioni di Art Dossier dedicati a Munch e Klimt curati da Eva
    di Stefano, Giunti 1994/6
▪   Klimt – L’artista e le opere, Giunti 1999
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