Il Fregio della Vita Un confronto tra KLIMT e Munch - Spark (e-learning)
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1862-1918, Vienna 1863-1944, Oslo Fondatore e principale esponente della Interprete della stagione simbolista Wiener Secession ed espressionista Pittura ricca di simbolismo raffinato e letterario Esasperazione e violenza cromatica Cerebrale estetismo e acuta sensualità Sentimento profondo e Ritmo decorativo ottenuto mediante colore malinconico della natura, senso e schemi geometrici doloroso dell'amore e della morte
- IL PALAZZO DELLA WIENER SECESSION - AD OGNI EPOCA LA SUA ARTE, ALL’ARTE LA SUA LIBERTÀ Klimt, presidente della Secessione Viennese, Inaugurazione della XIV mostra della è attivamente coinvolto nella progettazione, Wiener Secession delle arti unite curata affidata a Olbrich. Il Palazzo, rivoluzionario da Josef Hoffman. per il suo spazio interno modificabile, Presso il Palazzo della Secessione introduce la moderna concezione di dell’architetto Joseph Olbrich, presenti il allestimento in cui architettura di interni e Gruppo scultoreo policromo Beethoven Fregio di Beethoven di Gustav Klimt e arti applicate concorrono alla creazione di un 1902, Max Klinger le opere di Max Klinger. Il maestro ambiente unitario. La XIV mostra della Wiener Secession si tenne nel 1902. Il Gustav Mahler dirigerà l’Inno alla Gioia Palazzo si trasformò in un autentico santuario dalla Nona Sinfonia di Beethoven; di Beethoven, prototipo del genio artistico. Isidora Duncan eseguirà danze cultuali.
Il FREGIO DI BEETHOVEN Esposizione del 1902 dedicata a Beethoven presso il Palazzo della Secessione di Vienna LE FORZE OSTILI PARETE CENTRALE 220x636 cm PARETE SINISTRA PARETE DESTRA 220x1378 cm 220x1381 cm TECNICA MISTA SU SFONDO DI TEMATICHE DEL FREGIO STUCCO • Raffigurazione della Nona Sinfonia di Beethoven nell’interpretazione di • Colore alla caseina Wagner e dell’Ode alla Gioia di Schiller • Foglia d’oro • Allusione alla teoria Nietzschiana del superuomo, condensata nella figura • Pietre semipreziose del Cavaliere • Intonaco • Lotta per la felicità contro le Forze Ostili e concetto di Ascesi, in relazione • Carboncino alla filosofia di Schopenhauer • Pastello • Opposizione tra bene e male e superamento delle tentazioni • Matita • Riscatto ideale attraverso le arti, trionfo dell’eros e raggiungimento dell’Eden
- L’ANELITO ALLA FELICITÀ - CAVALIERE, AMBIZIONE, COMPASSIONE, SUPPLICANTI Le tre figure nude, rappresentanti le Suppliche del Genere Umano, invocano il Cavaliere; alle sue spalle, impersonificate da due giovani donne, l’Ambizione, che regge una corona dall’alloro, e la Compassione, con gli occhi socchiusi. L’Uomo, il cui volto è quello di Mahler, impugnando lo spadone, muove un passo avanti con decisione e concentrazione. Il gusto stilistico, fortemente ornamentale e decorativo, confluisce nell’uso di una linea di contorno marcata e nella polimatericità. Il trionfo dell’oro nell’armatura del Cavaliere contrasta con la delicatezza e la semplicità, tipiche del Simbolismo, delle figure supplicanti.
- LE FORZE OSTILI - GORGONI, MALATTIA, FOLLIA E MORTE Le tre figure nude sulla sinistra sono le Gorgoni, figlie del Gigante Tifeo; caricate di una prepotente sensualità e delle caratteristiche di una femminilità fatale, tentano il cavaliere in un’alternanza di piacere e angoscia. Nonostante l’anatomia e la posa richiami l’ideale di bellezza klimtiano (Nuda Veritas), il colore scuro, inusuale nelle opere dell’artista, dei capelli, tra cui si annidano anche dei serpenti, contribuisce al senso di inquietudine. Quest’ultima è ben alimentata dalle personificazioni di Malattia, Follia e Morte, i corpi scheletrici e pallidi che sovrastano le giovani donne. Il biancore delle nudità contrasta con il colore scuro del resto della parete, che è riempita in ogni centimetro da dettagli decorativi.
- LE FORZE OSTILI - VOLUTTA’, LUSSURIA ED ECCESSO Il Fregio prosegue con le allegorie di Voluttà, Lussuria ed Eccesso. Un nudo femminile tanto esplicito e non solo aggraziato e sensuale, ha valso al pittore accuse di oscenità e pornografia. Le bocche rosse socchiuse, le gambe ritratte verso il petto e i capelli sciolti rappresentano alcuni dei tratti tipici del paradigma klimtiano. La figura dell’Eccesso presenta uno stile materico molto evidente; infatti, la decorazione della capigliatura e della veste è costituita da elementi preziosi applicati sopra il colore.
- LE FORZE OSTILI - IL GIGANTE TIFEO E ANGOSCIA La metà destra della parete centrale è occupata dall’ala e dalle anse del corpo rettiliano del Gigante Tifeo, chimera la cui testa richiama quella di un enorme gorilla. Dalla macchia di colore oro e rosso intenso si staglia il corpo scarno di Angoscia, rannicchiata e avvolta da un leggero velo nero.
- POESIA - L’ANELITO ALLA FELICITA’ TROVA COMPIMENTO NELLA POESIA La suonatrice di lira, soggetto già studiato in Musica (a fianco), rappresenta il compimento dei desideri umani, impersonificati dalle figure sospese. Simbolo di tutte le arti, in particolare Poesia e Musica, indica la strada maestra per l’ottenimento della felicità.
- L’INNO ALLA GIOIA - CORO DEGLI ANGELI DEL PARADISO E BACIO La scena, tripartita, ritrae, sulla sinistra, una colonna di figure femminili su sfondo dorato, al centro, il coro degli Angeli e a destra l’abbraccio di una coppia. «Gioia meravigliosa scintilla divina» «Questo bacio a tutto il mondo» - Schiller La fascia centrale è carica di un valore rituale e le figure angeliche sono ritratte come sacerdotesse assorte in un’estasi mistica. Il senso di armonia che contraddistingue questa parte del fregio è veicolata dall’omogeneità delle espressioni e dalla sinuosità della linea. Il culmine del percorso del Cavaliere è rappresentato dall’abbraccio, dipinto all’interno di una campana, rappresentante l’Eden stesso, con il Sole, la Luna e lo sgorgare di un corso d’acqua. Tuttavia, i volti degli amanti sono celati, poiché si vuole elevare questo gesto ad un livello universale. Si tratta quindi della massima rappresentazione visiva di ciò che Schiller intendeva con gli ultimi versi che chiudono la sua opera Ode alla Gioia, che viene cantata sopra la Nona Sinfonia.
Nel marzo del 1902, mentre a Vienna la Weiner Secession prepara la sua XIV mostra, Munch espone presso la Secessione Berlinese una selezione di 22 dipinti, che IL FREGIO chiamerà Fregio della Vita. All’interno dell’esposizione è presente anche una riproduzione di una statua di Max Klinger, Beethoven, che ci evidenzia l’affinità tra i DELLA VITA riferimenti culturali di Munch e Klimt. Le tele vengono presentate all’interno di un’unica cornice bianca che corre lungo tutte le pareti della sala. L’organizzazione spaziale in una sequenza continua amplifica il significato di ogni opera che entra in risonanza con le altre, venendo incontro all’esigenza tipica di un pittore simbolista di rappresentare complessivamente il destino umano attraverso un Fregio unitario, così come fa l’artista viennese. Le tele, che abbracciano le tematiche legate a incomunicabilità, straniamento, solitudine e perdita, sono suddivise dallo stesso Munch in quattro capitoli, alla stregua di quelli di un libro pittorico: Seme dell’Amore, Sviluppo e Dissoluzione dell’Amore, Angoscia, Morte. L’interesse verso questi temi prende nuovo valore se li si inquadra nel contesto sociale della Oslo in cui Munch inizia il proprio percorso artistico: questa città dai freddi e rigorosi edifici, è pregna di un puritanesimo perbenista, borghese e protestante. L’artista si propone quindi in antitesi a questa concezione, valorizzando i temi di vita, morte, angoscia, malattia, amore.
Capitolo 1: Il Seme dell’Amore Il Bacio, 1897 Rosso e Bianco, 1899-1900 Notte stellata, 1893 Danza sulla Spiaggia, 1900-1902 Occhi negli Occhi, Madonna, 1899-1900 1893-1894 Nel primo capitolo, Munch mette in scena l’Amore Nascente. Troviamo qui opere come Il Bacio, in cui i volti degli amanti si fondono perdendo, tuttavia, la propria identità, e come Madonna, dove la figura femminile che concede se stessa raggiunge una bellezza dolorosa. Si inizia ad intuire il tema, ripreso dallo stesso Freud solo qualche anno più tardi, di Eros e Thanatos, Amore e Morte, come indissolubilmente legati.
Capitolo 2: Sviluppo e Gelosia, Dissoluzione dell’Amore 1895 Ceneri, 1894 La Donna in Tre Fasi, 1894 Vampiro, 1893-1894 La Danza della Vita, Malinconia, 1899-1900 1894 Il secondo capitolo è il racconto pittorico dell’Amore che Fiorisce e Passa. Ciò è ben rappresentato ne La Danza della Vita e ne La Donna in Tre Fasi dove i tre momenti della vita, il bianco della giovinezza fiduciosa, il rosso della maturità appassionata e il nero della vecchiaia amara, mettono in scena il ciclo esistenziale del sentimento amoroso e della sua fine dolorosa.
Capitolo 3: Angoscia Golgota, 1900 Edera Rossa, 1898 Il Grido, 1895 Angoscia, 1894 Sera sul Viale Karl Johan, 1892 Il capitolo terzo è la massima espressione dell’Angoscia. I volti scheletrici e dagli occhi scavati sono in Sera sul Viale e Angoscia un mezzo di critica sociale verso l’omologazione della borghesia, ma diventano, ne Il Grido, specchio di uno straniamento e di un’incomprensione vissuti dallo stesso artista. Le linee ondulate e i colori violenti rispecchiano pienamente l’esasperazione stilistica che diventerà la cifra caratteristica di Munch.
Capitolo 4: Morte Metabolismo. La Vita Il Letto e la Morte, di Morte, 1898-1899 1895 Odore di Morte, 1895 La Madre Morta e la Bambina, Morte nella 1897-1899 Stanza della Malata, 1895 Il capitolo quarto è completamente intriso del tema del Lutto. I ricordi delle tragedie che hanno segnato l’infanzia di Munch trovano qui espressione sottoforma di ambienti claustrofobici e senso di incomunicabilità del dolore. I colori caldi dei pavimenti non cedono il passo a tinte grigie e, anzi, alimentano la sensazione di una attesa allucinata. Metabolismo rappresenta, dunque, un’eccezione al tema domestico proponendo un simbolo del ciclo cosmico attraverso lo slancio dei tronchi dalle radici al cielo.
Munch: Il Grido, La Madre Morta e la Bambina, Morte nella Stanza della Malata La Tecnica di Munch Se per Klimt l’imperativo è oro e polimatericità, Munch utilizza per la maggior parte delle opere del suo Fregio colori ad olio applicati su tela; esistono però delle eccezioni: Il Grido, infatti, uno dei quadri più rappresentativi della poetica e della tecnica munchiana, è in realtà dipinto su cartone con olio, tempera e pastelli. Altre piccole eccezioni sono alcune tele del Quarto Capito: Morte nella Stanza della Malata è dipinta con tempera e pastello su tela, mentre in Odore di Morte e La Madre Morta e la Bambina sono state usate tele non impregnate su cui sono state apportate pennellate di tempera e colori ad olio. E tutto ciò riguarda solamente le 22 opere del Fregio: sono, infatti, centinaia gli schizzi, i pastelli, le litografie e le diverse versioni di ogni soggetto. L’uso del colore in Munch è molto caratteristico e profondamente legato al significato della sua poetica. Le sue opere più tragiche e sofferte, come Il Grido, sono quelle che, paradossalmente, hanno la gamma di colori più accesa e calda: i colori urlano, sono vitali; eppure ciò che comunicano è un senso di oppressione e soffocamento: le nuvole tendono al rosso sangue. L’attitudine di Munch nei confronti dei suoi lavoro è sicuramente particolare: accatastati per anni nel suo studio a Ekely, vicino a Oslo, furono rovinati da polvere e umidità, addirittura era non noncurante di calpestarli. Infatti, diceva: un bel quadro sopporta molte cose, sono i cattivi quadri che hanno bisogno di molta cura e di belle cornici.
KLIMT e Munch Per entrambi gli artisti, il proprio Fregio racchiude il significato dell’esistenza in un’ottica universale, diventa rappresentazione complessiva del destino umano. Inoltre, li accomuna una visione dell’Arte vicina a quella della Musica: le opere sono concepite come sinfonie che concretizzano le idee filosofiche dei loro creatori. Anche il substrato culturale in cui questi maestri si muovono è simile: la filosofia pessimistica e ascetica di Schopenhauer; le influenze nietzschiane, con la teoria dello Übermensch; i primi studi di Freud sull’inconscio; l’appartenenza al movimento simbolista europeo. Tuttavia, sono proprio le visioni di fondo sui grandi temi esistenziali che dividono nettamente i due artisti: se Klimt, attraverso l’Arte, vede una possibilità di salvezza dalle Forze Ostili e di raggiungimento di Felicità e completezza, Munch concepisce la vita come un continuo ritorno ad elementi dolorosi e angoscianti, che coinvolgono anche lo stesso sentimento amoroso, inseparabile dalla Morte; neppure nell’Arte si trova un riscatto. Infine, dal punto di vista stilistico, il gusto raffinato del dettaglio e della decorazione di Klimt impatta con forza contro la concretezza e la violenza cromatica di Munch.
La concezione di Amore klimtiana anela all’ideale: l’abbraccio corrisponde a eros quell’unione che, come quella di e Sole e Luna, è universale e eden genera vita, rappresentata dall’acqua. La campana dorata che circonda gli amanti è simbolo dell’Eden, visto come il Paradiso Terrestre, luogo di perfezione e felicità. Il bacio è quindi Amore perfetto, puro e assoluto. Munch ribalta diametralmente questa concezione, presentando i suoi due amanti stretti in un abbraccio che li annulla: i loro volti sono fusi, ma non in un’unione generatrice, al contrario, annichilente. La stessa forma a campana, riproposta anche in questo caso, diventa un involucro soffocante. Il sentimento amoroso non può essere scisso da dolore e morte. Anche il riferimento biblico è rovesciato: in Metabolismo, ciò che in Klimt era vita e fecondità, diventa colpa e monito di morte. E di nuovo, la tela Occhi negli Occhi, il cui titolo suggerisce la massima intimità, mostra una distanza insolcabile tra i due; inoltre, si ripresenta la trasfigurazione del volto dell’uomo in un teschio. Klimt: L’Abbraccio; Munch: Il Bacio, Occhi negli Occhi, Metabolismo. La vita e la Morte
donna La rappresentazione del corpo femminile in questi due artisti tradisce la loro concezione del rapporto tra i sessi. Per Munch, la bellezza della donna è un rimando doloroso: molteplice e misteriosa, la femminilità viene vista come elemento attraente ma, al contempo, ostile. In Vampiro, questa concezione è estremizzata: la donna ammalia con una fascino al limite del demoniaco portando l’uomo all’annichilimento. Nella tela La Donna in Tre Fasi, inoltre, si inquadra l’esistenza femminile in tre passaggi: la speranza giovanile, indicata dal colore bianco, simbolo di purezza e dell’amore ideale, la sensualità adulta, identificabile nel nudo, allegoria della Lussuria, e una maturità amara e piena di rimpianti, identificabile nel nero, dove la donna è fedele, ma infelice; l’uomo sulla destra tiene in mano il fiore del dolore che, benché rosso di amore passionale, è straziato. In Klimt, invece, si coglie il lato sensuale del corpo femminile, che è sia elemento di tentazione che tramite per il raggiungimento di una perfezione assoluta. Infine, l’artista viennese è anche capace di ritrarre corpi privi di una marcata vena Klimt: Le Gorgoni, Suppliche del Genere Umano; seduttiva, al contrario, delicati e naturali. Munch: Madonna, La Donna in Tre Fasi, Vampiro
angoscia Come spesso accade in Munch, i titoli delle opere sono concetti astratti che vengono impersonificati dai personaggi raffigurati e resi attraverso lunghe pennellate. Il processo di Klimt è più colto, poiché procede per allegorie. Nel confronto tra la resa artistica dei due maestri si notano divergenze drastiche: in Klimt l’Angoscia è incarnata da un’esile donna, il cui corpo è rannicchiato e avvolto da un leggerissimo velo scuro. La tensione della figura è verso l’interno, i suoi occhi sono chiusi e il capo chino. Il biancore pallido contrasta con lo sfondo riccamente decorato del corpo del gigante Tifeo. Munch invece propone quadri assordanti: la spinta verso l’esterno del grido fa vibrare l’aria circostante in dense onde di colore. Il paesaggio non è altro che amplificazione dello stato emotivo del pittore. Le figure sono scheletriche, con gli occhi spalancati e vestite di pesanti abiti scuri. Klimt: L’Angoscia; Munch: Angoscia, Il Grido
SITOGRAFIA E BIBLIOGRAFIA ▪ Catalogo online del Munch Museet di Oslo: Munch Museet ▪ Video del Canale YouTube «Smarthistory»: Gustav Klimt, Beethoven Frieze ▪ Documentario Pittori del 900, Edvard Munch di Raffaele Andreassi ricaricato su YouTube: Edavrd Munch ▪ Catalogo della mostra presso il Museo Correr di Venezia (24.03_8.07.2012) Klimt: nel segno di Hoffman e della Secessione ▪ Volume dedicato a Klimt della collana I Classici dell’Arte – Il Novecento, Skira 2004 ▪ Klimt di Gottfried Fliedl, Taschen 2003 ▪ Le edizioni di Art Dossier dedicati a Munch e Klimt curati da Eva di Stefano, Giunti 1994/6 ▪ Klimt – L’artista e le opere, Giunti 1999
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