Il caso clinico: la signora Elvira - Hospice di ...

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Il caso clinico: la signora Elvira - Hospice di ...
ANZIANO + CRONICO + COMPLESSO =                                         Abbiategrasso
SPECIALISTA&PALLIATIVISTA                                               18 aprile 2017

      Il caso clinico: la signora Elvira
                            Elvira è una signora di 85 anni,
              da 7 anni le è stata diagnosticata la malattia di Alzheimer,
                  al momento della presa in carico di grado severo.
                       Vive al proprio domicilio con il coniuge,
          hanno una donna di servizio che li aiuta nella gestione della casa
        e da un supporto anche alle esigenze di cura personale della signora.
                La coppia ha due figli, entrambi con famiglia propria,
                     con cui si sono mantenuti in buoni rapporti
     e che sono coinvolti nelle decisioni legate al percorso di malattia e di cura.
ANZIANO + CRONICO + COMPLESSO =                                       Abbiategrasso
                                                                      Abbiategrasso
SPECIALISTA&PALLIATIVISTA                                             18 aprile 2017

       …negli   ultimi mesi…

       Ottobre 2016
       Ricovero ospedaliero per pleuropolmonite sn condizionante insufficienza
       respiratoria, IVU e diabete mellito scompensato.

       Novembre 2016
       Ricovero ospedaliero motivato da emiplegia dx
       (quadro di possibile ischemia emisferica sn)

       Dicembre 2016
       Dimissione dall’ultimo ricovero ospedaliero e accesso al servizio di
       Continuità Assistenziale il giorno successivo alla dimissione
Abbiategrasso
ANZIANO + CRONICO + COMPLESSO =
SPECIALISTA&PALLIATIVISTA                                                                   18 aprile 2017

 Venerdi
 dimissione dall’ospedale, la lettera di dimissione ospedaliera riporta
 che per l’età avanzata e le gravi comorbidità non ci sono di ulteriori margini terapeutici
 E’ presente un quadro di disidratazione per cui si pratica terapia reidratante.
 La paziente risulta disfagica a cibi solidi e liquidi
                                                       INDICATORI GENERALI DI PEGGIORAMENTO
 “al momento attuale non è stato ritenuto indicato, d’accordo con i parenti,
  procedere a posizionamento di SNG per nutrizione- enterale”.
                                                         riduzione dell’autonomia, declino funzionale
 Terapia: eparina, humalog, fisio 250+gastroprotettore - comorbidità
                                                            e antinfiammatorio se dolore,
 glucosata 5% 500cc+ humalog 2v/die                    - declino fisico generale e aumentato bisogno di
 potassio 1cp x2, gastroprotettore per os 40 mg, asasupporto
                                                         100mg,
 Suggerita: eventuale attivazione ADI per sostituzione     del CV e in
                                                       - malattia    terapia
                                                                        fasereidratante endovenosa
                                                                             avanzata/instabile,
 Domenica                                                     con sintomi complessi causa di sofferenza
 ricorso al servizio di continuità assistenziale       - ridotta efficacia dei trattamenti, diminuita reversibilità
 comparsa di febbre (TA 38.8°C), edemi, oliguria, stasi- scelta   di non essere più sottoposto a trattamenti
                                                          polmonare
 sospetto diagnostico: scompenso cardiocircolatorio«attivi»
                                                        in iniziale polmonite
 terapia prescritta: antibiotico 1gr fisio 100cc ev/die-eprogressiva
                                                          gastroprtettore+cortisone  in fisio
                                                                        perdita di peso   >10%100cc ev/die
                                                                                                 negli ultimi 6 mesi
 Si suggerisce attivazione ADI e posizionamento accesso venoso tipo PICC o midline
                                                   - ripetuti ricoveri ospedalieri, accessi in PS
                                                   - eventi sentinella (cadute, trasferimento in RSA, lutti)
                                                   - albumina sierica < 25mg/dl
ANZIANO + CRONICO + COMPLESSO =                                                             Abbiategrasso
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 Lunedi                                                         INDICATORI CLINICI SPECIFICI per la DEMENZA
 l’impegnativa del MMG richiede                                 indicatori della fase avanzata/terminale:
 “attivazione cure palliative per paziente affetta da demenza   - incapace di camminare senza assistenza
 senile Alzheimer avanzata”                                     - incontinenza urinaria e fecale
                                                                - eloquio non significativo e incoerente
 Martedi                                                        - dipendenza nelle ADL
 l’attivazione per le cure domiciliari riporta
 Paziente di 85 anni con demenza senile in morbo di             più almeno una delle seguenti:
 Alzheimer avanzato                                             - perdita di peso (> 10% negli ultimi 6 mesi)
 Disfagia, allettamento, afasia, decadimento cognitivo,         - infezioni ricorrenti delle vie urinarie
 lesioni da pressione in sedi multiple                          - lesioni da decubito (3° o 4° stadio)
 Recente ricovero                                               - febbre ricorrente
 Vive con il coniuge e una badante presente nelle 24 ore        - ridotta assunzione orale di liquidi o cibo
 Due figli non conviventi ma di supporto nell’assistenza        - polmoniti da aspirazione
ANZIANO + CRONICO + COMPLESSO =                                                           Abbiategrasso
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PRIMO ACCESSO MEDICO INFERMIERE
Paziente vigile, rallentata, risponde in modo episodico per afasia,
si assopisce con facilità. Febbrile.
Allettata, non in grado di collaborare.
Disfagia severa a solidi e liquidi
Cavo orale deterso e idratato, cute idratata.
                                                                      BISOGNI
Succulenza arti inferiori
Diuresi 800cc/24 ore                                                  Gestione alimentazione e idratazione
                                                                      Mobilizzazione (presidi adeguati)
LDP 2° tallone dx e sn, malleolo esterno dx e sn
LDP in sede sacrale, necrotica, dimensioni medie, bordi arrossati.    Igiene personale e
                                                                      Gestione/prevenzione delle LDP
Dolore PAINAD 0 a riposo                                              Valutazione/gestione dei sintomi
       PAINAD 3 al movimento emisoma dx
     che regredisce nell’immediato a riposo
                                                                      (febbre, dolore)
                                                                      Informazione/educazione ai famigliari
PA 120/60 sat 88% (non in ossigenotp, che è comunque                  e caregiver
disponibile al domicilio)

TI in vena periferica 1000/1500cc die
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                    La PAINAD
 è una scala di valutazione comportamentale
 utilizzata nelle persone con deficit cognitivo
        per l’identificazione dei pazienti
                   con dolore.
Di agevole utilizzo, è costituita da 5 settori
che esplorano differenti modalità di
manifestare il dolore.
Lo score per ogni item nel PAINAD
varia da 0 a 2, e dipende dalla severità del
comportamento.
Essendo questo metodo facile da applicare e
veloce, può essere utilizzato da tutti gli
operatori sanitari.
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INTERVENTI
Riduzione della TI a 500cc/die con ipodermoclisi
Terapia antalgica al bisogno
Mantiene tp antibiotica in corso
Data indicazione a sospendere momentaneamente l’alimentazione per os e sospensione dell’insulina.
Rinnovo delle medicazioni

Educazione sanitaria alla badante, inserita la figura dell’OSS 2v/sett
Colloquio con i famigliari in merito ad aspettative e significato delle scelte terapeutiche

I PRIMI INTERROGATIVI
La terapia antibiotica con un’aspettativa di vita stimata < a 1 mese
Quale tipo di prodotti per medicazione scegliere
La riduzione della TI, il fragile bilancio IN/OUT
Il significato della sospensione dell’alimentazione in termini clinici e relazionali
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                              L’APPROCCIO
                           confort e benessere

    ogni scelta terapeutica ed assistenziale, pur non essendo mirata
    alla guarigione, deve assicurare il controllo dei sintomi e lo stato
    di maggior benessere possibile per il malato.
    Il confort deve essere garantito sia al paziente che ai
    famigliari/caregiver che devono essere nelle giuste condizioni di
    comodità e sicurezza per offrire l’assistenza adeguata al malato.
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   QUINDI
    Terapia ATB             SI
   (eliminare la febbre, migliorare il respiro, evitare complicanze)
    Medicazioni avanzate              SI
   (minor frequenza di cambio, facilità di gestione, maggior efficacia)
    Alimentazione/idratazione per os               NO
   (rischio di ab ingestis, la paz non la richiede)
    Ipodermoclisi            SI
   (sicura, di semplice utilizzo, efficace)
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…qualche giorno dopo…

Aumento del sopore, Elvira è poco reattiva agli stimoli esterni,
 non risponde alle domande.
La febbre è in riduzione ma compare un rantolo             BISOGNI
persistente di grado 2,                                    Idratazione parenterale
con saltuaria dispnea/tachipnea alla mobilizzazione.       Mobilizzazione
I famigliari hanno posizionato O2tp a 2l/min               Igiene personale
in autonomia (sat 98%)                                     Gestione/prevenzione delle LDP
Dolore PAINAD 0                                            Valutazione/gestione dei sintomi
Riduzione della diuresi (circa 400/24 ore),                (rantolo, dispnea, dolore, stipsi)
 alvo chiuso da 5 giorni                                   Informazione/condivisione con i
In miglioramento le LDP agli arti inferiori                famigliari
In netto peggioramento la LDP in sede sacrale
(escara sottominata, secernente, maleodorante)
ANZIANO + CRONICO + COMPLESSO =                                          Abbiategrasso
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INTERVENTI
Variazione della terapia farmacologica con
       introduzione di antisecretivo fl e diuretico fl, aumento del cortisone
Gestione delle lesioni agli arti inferiori con medicazioni avanzate
Gestione della medicazione in sede sacrale con betadine garza/garza iodoformica
        e impacco di garze esterno
Sospensione completa e definitiva dell’alimentazione per os
Educazione alla badante per la gestione del cambio medicazione in sede sacrale
         (impacco di garze esterno)
e alla maggior attenzione alla gestione dell’igiene del cavo orale
         (per dar sollievo dall’eventuale secchezza delle mucose).
Colloquio con marito e figli per condividere la scelta di sospensione dell’alimentazione
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   Segue qualche giorno di stabilità clinica della paziente che garantisce
 anche la “stabilità” dei famigliari nell’accettare e rispettare le indicazioni
                                 dell’equipe.
    Ma, in una giornata in cui la paziente è maggiormente vigile con un
 miglioramento anche del respiro (non più dispnea ne rantolo), si riapre il
                           capitolo alimentazione.
Alla domanda dei famigliari di poter riprendere l’alimentazione per os,
si danno indicazioni al solo tentativo di alimentazione e idratazione
con gelato o liquidi addensati in piccole quantità e con cautela.

    GLI INTERROGATIVI DEI FAMIGLIARI
    La febbre è passata…si riprenderà???
    È più sveglia, di sicuro se ne avesse le forze mangerebbe di più…
    non la possiamo aiutare con una NTP???
    Si può posizionare un accesso venoso centrale…o un SNG???
ANZIANO + CRONICO + COMPLESSO =                                        Abbiategrasso
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   Sono domande che costringono l’equipe a fermarsi e riflettere sulle possibilità
   terapeutiche che abbiamo a disposizione e soprattutto sull’appropriatezza degli
   interventi che si possono mettere in atto.
   In questo momento, forse ancor più che alla presa in carico, serve fare una
   rivalutazione che ci permette di identificare i bisogni e le priorità del momento.
   Gli indicatori prognostici ci possono dare una mano nel definire gli interventi ma
   non è la sola stima prognostica che orienta le scelte.

   Purtroppo la paziente non può scegliere per sé e non ci sono direttive anticipate
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   INTERVENTI
   L’equipe sceglie di mantenere l’idratazione per via ipodermica, escludendo il
   posizionamento di altri presidi per l’alimentazione/idratazione.
   Si riuniscono i famigliari, si ascoltano le loro richieste e i loro dubbi, si spiegano
   le motivazioni della scelta dell’equipe.
   Si rassicurano i famigliari che la paziente non soffrirà per la fame o la sete, che
   abbiamo a disposizione tutti gli strumenti per gestire i sintomi, che un presidio
   che garantisce alimentazione artificiale non cambia la prognosi dell’ammalata.
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  Quel momento di maggior veglia e reattività è durato esattamente un giorno, dopo
  di che Elvira torna ad essere assopita, i sintomi sempre ben compensati.
  Sono migliorate le LDP agli arti inferiori, mentre c’è stato un netto peggioramento
  della LDP in sede sacrale che non ha però comportato ulteriori complicanze
  sistemiche (dolore, infezioni, ...)
  La terapia infusiva è proseguita per la sola via ipodermica, garantendo un’adeguata
  idratazione e prevenendo eventuali complicanze (rantolo respiratorio, edemi, …).
  Non si sono fatti ulteriori tentativi di alimentazione/idratazione per os.
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      Elvira rimane in assistenza circa tre settimane, negli ultimi giorni gli
      accessi degli operatori sono stati quotidiani, non sono stati necessari
      ulteriori interventi per la gestione dei sintomi.
      Quando i famigliari ci contatto per comunicarci il decesso ci
      riferiscono che anche nelle ultime ore è rimasta tranquilla e assopita.
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                  Ancora qualche interrogativo
    Avremmo potuto tutelare meglio il rientro al domicilio della signora Elvira?
    Sono condivisibili le scelte circa alimentazione e idratazione operate su Elvira?
    E quelle sulle medicazioni?
    Chi deve dare le comunicazioni in merito alla sospensione dell’alimentazione?
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