IL CARCERE IN CAMPANIA AL TEMPO DEL COVID (MARZO-LUGLIO 2020)

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IL CARCERE IN CAMPANIA AL TEMPO DEL COVID (MARZO-LUGLIO 2020)
IL CARCERE IN CAMPANIA AL TEMPO DEL COVID
                              (MARZO- LUGLIO 2020)

                    Report del Garante Campano dei Detenuti
              con l’Osservatorio sulla vita detentiva della Regione Campania

                                                    INDICE

                                                         1
  A cura del Garante Campano dei detenuti, Samuele Ciambriello e l’Osservatorio sulla vita detentiva
IL CARCERE IN CAMPANIA AL TEMPO DEL COVID (MARZO-LUGLIO 2020)
1. Premessa                                                                                      1

    2. Cronistoria                                                                                   2

    3. Indicazioni e misure per il contenimento e la gestione dell’emergenza                         22

    4. Prossimità al tempo del Covid: i colloqui                                                     25

    5. L’area metropolitana: esperienze adottate negli Istituti di Poggioreale
       e Secondigliano                                                         27

    6. L’esperienza negli Istituti Penali Minorili di Nisida e Airola                                28

    7. Covid-19 nelle Rems                                                                           31

    8. Misure alternative alla detenzione                                                            35

    9. Progettazione al tempo del covid-19                                                           38

    10.Considerazioni finali                                                                         39

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IL CARCERE IN CAMPANIA AL TEMPO DEL COVID (MARZO-LUGLIO 2020)
Premessa
        L’emergenza legata al “Covid-19” ha imposto notevoli innovazioni in termini di
        gestione e di organizzazione nelle carceri del nostro paese. Essa ha dato “voce e
        corpo” alle tante difficoltà relative al nostro sistema penitenziario, facendo
        emergere punti critici ma stimolando anche un processo di rinnovamento.

        La sospensione dei colloqui come prima misura per il contenimento del contagio
        ha causato negli istituti penitenziari episodi drammatici come evasioni, scioperi
        e decessi ma ha anche prodotto un forte impulso all’innovazione, in particolar
        modo quella tecnologica (colloqui a distanza mediante le apparecchiature in
        dotazione agli istituti penitenziari (Skype), l’utilizzo delle telefonate al posto dei
        colloqui, la didattica a distanza etc.).
        La pandemia ha riportato a galla due delle croniche crepe che da anni affliggono
        le carceri: il sovraffollamento e l’emergenza sanitaria all’interno degli istituti.
        Questo opuscolo ripercorre le disposizioni introdotte dal Governo attraverso i
        Decreti, dal Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, e dal sistema
        sanitario penitenziario che afferisce alla Regione Campania tramite l’attuazione
        di protocolli per la gestione e la limitazione dei contagi.
        Nel mese di marzo sono state rese note anche le misure straordinarie che il
        Governo aveva intenzione di adottare per far fronte al pericolo d'ingresso e di
        propagazione massiva del covid-19 nelle carceri. Immediata è stata la percezione
        dell’insufficienza dei rimedi approntati a raggiungere, negli istituti della
        Campania come delle altre regioni, l'obiettivo di ridurre il sovraffollamento.
        A tal fine, con l’art.123 del c.d. “Cura Italia”, il Legislatore ha inteso estendere
        le misure alternative alla detenzione e gli arresti domiciliari, producendo un
        processo di collaborazione istituzionale che ha visto coinvolte determinazione
        interne ed esterne al carcere.
        In questo nuovo panorama istituzionale gli sforzi delle istituzioni coinvolte sono
        stati eccezionali. Naturalmente non mancano le battute di arresto e i fattori critici
        che in questo opuscolo verranno evidenziate con spirito fattivo e di
        collaborazione istituzionale.

        In questo nuovo scenario, l’iniziativa dell’Ufficio del Garante ha svolto il ruolo
        di “cartina di tornasole”, mettendo in evidenza i punti di forza raggiunti e i punti
        di debolezza da superare.

        Ben consci che occorre “inseguire” una domanda: Cosa accadrà a settembre?

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Cronistoria
        LEGENDA

                         Comunicazioni o disposizioni ufficiali

                         Episodi problematici

                        Iniziative e dichiarazioni da parte del Garante

        22 Febbraio - Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria emana la
        prima circolare avente come oggetto “raccomandazioni organizzative per la
        prevenzione” per sensibilizzare le Direzioni Penitenziarie ed il personale in
        servizio presso gli Istituti verso un puntuale adempimento delle indicazioni del
        Ministero della Salute per la prevenzione della diffusione del virus Sars-covid19.
        Tale circolare dispone che tutti gli operatori penitenziari, volontari e familiari
        che operano nell’ambito degli Istituti penitenziari ricadenti nelle zone rosse, non
        possono accedere negli Istituti. Vengono inoltre sospese, fino a nuova
        disposizione, le traduzioni dei detenuti verso e dagli Istituti penitenziari
        rientranti nella competenza dei Provveditorati di Torino, Milano, Padova,
        Bologna e Firenze.
        25 Febbraio - A distanza di pochi giorni il Dap emana un’altra circolare che ha
        l’obiettivo di emanare ulteriori indicazioni per la prevenzione del contagio. Si
        invita le direzioni degli Istituti ad assumere contatti con le Autorità Sanitarie del
        territorio per fronteggiare al meglio la fase di prelievo dei campioni ed avviare
        il trattamento conseguente dei casi sospetti di infezione da COVID-19. Ogni
        direzione inoltre deve individuare uno spazio ove collocare i detenuti per
        consentire l’eventuale fase di isolamento sanitario.
        26 Febbraio - Il Dap invita le regioni Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto,
        Friuli-Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Marche, Toscana
        e Sicilia, ad assumere provvedimenti che tendano a:
           • sospendere le attività trattamentali, per le quali sia previsto o necessario
               l'accesso della comunità esterna;
           • contenere le attività lavorative esterne e quelle interne per le quali sia
               prevista la presenza di persone provenienti dall'esterno;
           • sostituire i colloqui con familiari o terze persone, diverse dai difensori,
               con i colloqui a distanza mediante le apparecchiature in dotazione agli
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istituti penitenziari (Skype) e con la corrispondenza telefonica, che potrà
                 essere autorizzata oltre i limiti.

        6 Marzo – Casa di Reclusione - G. B. Novelli – Carinola (CE). Sospensione
        straordinaria delle attività e degli incontri con i detenuti.
        7 Marzo – Casa Circondariale di Salerno – Fuorni (SA). I ristretti danno il via
        ad una protesta scoppiata dopo l'annunciata sospensione dei colloqui con i propri
        familiari per l'emergenza coronavirus.
        8 e 9 Marzo - Il Consiglio dei ministri ha ordinato la sospensione dei colloqui
        con i familiari in tutto il paese.
        8 Marzo - Carceri in rivolta. I detenuti protestano per maggiore sicurezza e
        assistenza sanitaria in virtù dell’emergenza coronavirus, e per il ripristino dei
        colloqui con i familiari.
        A partire da questa data le visite di personale esterno e di familiari nelle carceri
        sono state sospese. Questa misura, necessaria dal punto di vista sanitario, ha
        comportato una grande sofferenza per gran parte dei detenuti e dei loro parenti.
        Le visite sono state generalmente sostituite da un maggior numero di telefonate
        mensili e da videochiamate su Skype o WhatsApp. Ma l’introduzione di questi
        strumenti non è stata omogenea, e i detenuti hanno potuto ricorrervi soprattutto
        in quegli istituti dove erano già previste possibilità di questo tipo. In certi casi,
        quando non erano disponibili postazioni per le videochiamate, si è ricorso a
        smartphone acquistati apposta o ricevuti come donazione.

        Immagine del giorno, l’incontro fuori le mura del carcere di Poggioreale per
        rispondere alle domande dei familiari dei detenuti.

        9 Marzo – Le preoccupazioni sono tante: il figlio di una persona detenuta presso
        il carcere di Secondigliano esprime tramite una lettera le sue angosce in merito
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alla salute del padre. Il distanziamento sociale non viene rispettato a causa delle
        ridotte dimensioni della cella.
        12 Marzo - Il Dap, ha disposto una circolare per i detenuti appartenenti a circuiti
        di media sicurezza e AS3, in materia di colloqui a distanza colloqui via Skype
        per consentire lo svolgimento di esami di laurea, esami universitari e colloqui
        didattici tra docenti e studenti detenuti. È stato inoltre permesso l’utilizzo della
        posta elettronica nelle comunicazioni con i docenti e con le famiglie.

        Il Garante avanza una richiesta di dati ed informazioni alle direzioni degli istituti
        Campani rispetto alla situazione di emergenza del covid-19.
        Quattro sono i punti fondamentali da rispettare per uscire da una situazione già
        drammatica: 1) disporre la sospensione dei nuovi ordini di carcerazione per pene
        fino a due anni; 2) favorire, per i detenuti fino a tre anni, l’immediata
        sottoposizione a misure alternative alla detenzione; 3) aumentare – come già in
        passato – da due a tre mesi per semestre il periodo di liberazione anticipata; 4)
        approntare con urgenza sistemi di comunicazione video nei colloqui fra detenuti
        e familiari, che vanno resi più frequenti.
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13 Marzo – Il Dap emana una nota in cui, considerato il progressivo incremento
        del contagio, si rinnova l'appello ad implementare le azioni congiunte con le
        Aziende Sanitarie Locali anche per elaborare protocolli operativi condivisi,
        appropriati per il contesto penitenziario.
        16 Marzo - Fino al prossimo 30 giugno potrà essere ottenuta la detenzione
        domiciliare dai detenuti che devono scontare una pena, o un residuo di pena, fino
        a 18 mesi, come già previsto dalla normativa vigente, ma con una procedura
        semplificata. È quanto chiarisce il ministero della Giustizia illustrando in una
        nota i contenuti del nuovo decreto legge relativo al mondo penitenziario. Se la
        pena è superiore ai 6 mesi verrà applicato un braccialetto elettronico o altri
        strumenti tecnici. I reati particolarmente gravi, come ad esempio quelli
        richiamati dall’articolo 4 bis dell’ordinamento penitenziario, i maltrattamenti in
        famiglia o lo stalking, sono esclusi dalla norma che prevede l’accesso alla
        detenzione domiciliare per i detenuti che devono scontare una pena fino a 18
        mesi. Esclusi anche i detenuti che hanno partecipato alle rivolte dei giorni scorsi
        in molte carceri italiane.
        16 Marzo - Le lavorazioni sartoriali presenti in alcuni istituti penitenziari dove
        vengono impiegati i detenuti potrebbero essere immediatamente riconvertite per
        iniziare a produrre mascherine di tipo chirurgico in 'tessuto non tessuto' per
        rispondere all'emergenza sanitaria in corso. Cinque gli Istituti campani coinvolti,
        da dove è partita l'iniziativa: Sant'Angelo dei Lombardi, Santa Maria Capua
        Vetere, Pozzuoli, Benevento e Salerno.
        17 Marzo – Decreto Cura Italia: “Il decreto carceri è insufficiente. È certamente
        una presa di coscienza che il problema esiste. Certo un segnale c’è, è un primo
        passo, vengono incentivate prassi virtuose e si andavano già organizzando in
        molti istituti penitenziari e in tanti uffici di Sorveglianza. Da adesso si potranno
        consolidare e diffondere” è quanto dichiara il Garante regionale dei detenuti in
        merito al decreto approvato dal governo in materia di prevenzione e diffusione
        del Corona virus in carcere.
        19 Marzo – Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere (CE)Un medico
        risulta positivo al coronavirus. Cresce la paura tra i detenuti.
        21 Marzo – Si sente il bisogno di raddoppiare tutti gli strumenti di prevenzione
        all’interno delle carceri. Si evidenzia inoltre che l’impossibilità dei colloqui sarà
        compensata da un aumento di altre forme di comunicazione e di servizi tra i
        quali: l’acquisizione di oltre 1.6000 cellulari da parte del Dipartimento
        dell’Amministrazione penitenziaria.

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26 Marzo – Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere (CE). Un medico
        e due infermieri del servizio sanitario penitenziario risultano positivi al covid-
        19. Nessuno di loro sarebbe entrato in contatto diretto con i detenuti ma questo
        non placa gli animi dei detenuti e dei loro familiari. Ecco alcune righe della
        lettera che alcuni detenuti della in sciopero della fame hanno inviato al Garante
        regionale: «Siamo preoccupati perché nonostante si siano verificati casi di
        contagio in diverse carceri, inclusa la nostra, non sono stati adottati
        provvedimenti specifici. Non si tiene conto della presenza di detenuti
        ultrasessantenni e malati, non si tiene conto del sovraffollamento che non ci
        consente di mantenere le distanze […] Per queste ragioni, iniziamo uno sciopero
        della fame e del sopravvitto a oltranza, effettuando una battitura tre volte al
        giorno senza danneggiare la struttura, al fine di non essere dimenticati dalle
        istituzioni»
        26 Marzo – Dopo la seduta con l'Osservatorio Regionale sulla Sanità
        penitenziaria, tenutasi c/o il P.R.A.P. di Napoli, in collegamento con le direzioni
        sanitarie degli Istituti penitenziari, mi sono stati comunicati gli spazi previsti di
        specifici locali, stanze singole, con propri servizi igienici che sono state
        individuate dalle Direzioni in collaborazione con il presidio sanitario locale che
        consentirebbe l'isolamento per gli eventuali "casi sospetti" o "casi confermati".
        Fino a questa data non si sono verificati né casi di contagio né di "sospetto di
        contagio" tra i detenuti campani.
        Per migliorare la qualità della vita dei detenuti e gli standard di igiene e sicurezza
        sanitaria il Garante regionale consegna 25 lavatrici agli istituti penitenziari della
        Campania. Piccoli gesti, ma che in un momento di emergenza assumono un
        grande valore.
        28 Marzo – Casa Circondariale di Secondigliano (NA). Continuano le
        perplessità dalle carceri: un gruppo di detenuti scrive a Fanpage.it: “Le carceri
        sono una bomba pronta a esplodere. Non possiamo mantenere le distanze di
        sicurezza. Bisogna intervenire al più presto. Abbiamo sbagliato nelle nostre vite
        e paghiamo con la privazione della libertà, ma non possiamo pagare con la morte.
        Non dimenticateci”.
        30 Marzo – Appello dei Garanti territoriali al Presidente della Repubblica, alle
        Camere, ai Sindaci e ai Presidenti delle Regioni per ulteriori misure di riduzione
        della popolazione detenuta. In alcuni istituti penitenziari le misure di
        prevenzione prescritte alla popolazione in libertà non possono essere rispettate
        in condizioni di sovraffollamento, ciò aumenta i rischi connessi alla diffusione
        del virus.
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2 Aprile – Il Garante regionale denuncia la grave discriminazione in merito alla
        questione dei braccialetti elettronici. La disponibilità del braccialetto, infatti, è
        la condizione per la concepibilità della detenzione domiciliare superiore a sei
        mesi. La mancata reperibilità finisce per non assicurare a tutti i detenuti in
        possesso dei requisiti previsti per accedere alla detenzione domiciliare di poter
        beneficiare della “misura”.
        3 Aprile – Casa Circondariale di Secondigliano (NA). Tre agenti in servizio al
        carcere sono risultati positivi al test del Covid -19. Si rende necessaria la
        partenza di test rapidi per tutto il corpo penitenziario e detenuti delle carceri
        campane.
        5 Aprile – Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere (CE). Si registra il
        primo caso di Covid-19 negli istituti penitenziari della Campania. Il primo
        detenuto contagiato in Campania è l’ospite di un reparto di alta sicurezza. La
        persona detenuta è stata sottoposta a tampone ed è risultata positiva. Viste le sue
        condizioni di salute è stato trasportato al Cotugno, mentre all’interno del carcere
        sono state attivare le misure previste per contenere il contagio. Il reparto è stato
        isolato e sono iniziati i test rapidi per i 131 detenuti e per i 54 agenti che vi
        operano. La notizia alimenta le proteste di 150 detenuti su 400 ospitati nel
        carcere, che arriva a barricarsi in una delle sezioni chiedendo la distribuzione di
        igienizzanti, maschere e guanti.
        6 Aprile – Casa Circondariale di Secondigliano (NA). Visita del Garante
        regionale in compagnia del Garante dei detenuti per la città di Napoli Pietro
        Ioia, in seguito alla diffusione della notizia di un presunto caso di Coronavirus
        all’interno della struttura.
        -Carcere di Santa Maria Capua Vetere. Visita dei magistrati di sorveglianza ai
        ristretti dell’istituto. Nel pomeriggio come riportato da decine di denunce dei
        detenuti, circa 50 agenti sembrerebbero fare irruzione nel reparto Nilo agendo
        pesanti violenze.

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A cura del Garante Campano dei detenuti, Samuele Ciambriello e l’Osservatorio sulla vita detentiva
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6 Aprile – In una nota il Dap riporta alcuni dati sul fronte nazionale dei contagi:
        al 29 febbraio scorso erano presenti 61.230 detenuti. Alla mattina del 6 aprile,
        se ne contano 57.137: cioè 4.093 in meno. 37 sono i detenuti che risultano al
        momento contagiati, di cui 9 ricoverati presso strutture ospedaliere. Otto sono
        quelli già guariti. Sono 158 invece i soggetti positivi al tampone fra le quasi
        38mila unità di Polizia Penitenziaria, di cui 16 ricoverati, tutti dispensati dal
        servizio. 5 invece i contagiati fra il personale dell'Amministrazione Penitenziaria
        appartenenti al comparto funzioni centrali.
        8 Aprile - Casa Circondariale di Poggioreale (NA). Tensione all’esterno del
        carcere dove un gruppo di parenti di persone detenute, circa una ventina di
        donne, ha tentato di entrare nel Tribunale partenopeo.
        - Il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale della
        Campania, invia una missiva al Procuratore Capo della Repubblica presso il
        tribunale di Santa Maria Capua Vetere, la dottoressa Maria Antonietta Troncone,
        raccogliendo testimonianze di alcune associazioni che lavorano negli Istituti, dei
        parenti dei detenuti che avrebbero avuto contezza durante i colloqui telefonici,
        di presunti atti di coercizione e violenza esercitati dagli agenti di polizia
        penitenziaria in costanza delle perquisizioni e controlli effettuati nelle celle.
        Questo ha determinato l’effetto domino della dilagante agitazione extramuraria
        dei familiari.
        9 Aprile – Iniziano i colloqui del Garante dei detenuti all’Istituto di Santa Maria
        Capua Vetere con i detenuti del reparto Nilo trasferiti in isolamento nel reparto
        Danubio, a seguito degli avvenimenti dei giorni precedenti. Continuano i
        racconti degli episodi di violenza riferiti dagli stessi.
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A cura del Garante Campano dei detenuti, Samuele Ciambriello e l’Osservatorio sulla vita detentiva
10 Aprile – Casa Circondariale di S. Maria Capua Vetere (CE), continuano i
        colloqui tra i ristretti e il Garante regionale.
        11 Aprile – Casa Circondariale di S. Maria Capua Vetere (CE), non si fermano
        i colloqui, l’attività di ascolto del Garante continuano in linea diretta.
        14 Aprile – Napoli. Il Garante regionale riceve l'autorizzazione ad avere
        telefonate e videochiamate dai detenuti ristretti negli istituti ubicati nell’intero
        territorio della Campania.
        15 Aprile – Il Dap fornisce i seguenti dati: Sono complessivamente 94 i detenuti
        ad oggi positivi al coronavirus, quasi tutti asintomatici, mentre 11 sono
        ricoverati in strutture sanitarie. 19 i detenuti guariti dall’infezione da Covid-19:
        di questi, 14 hanno affrontato la quarantena all’interno delle camere di
        isolamento sanitario appositamente predisposte per ospitare i soggetti contagiati
        e i restanti 5 nelle strutture ospedaliere dove erano ricoverati. Restano due i
        decessi registrati fra i detenuti, di cui uno mentre si trovava in detenzione
        domiciliare in ospedale. Tra le fila del personale penitenziario sono risultati
        contagiati 204 agenti di Polizia penitenziaria, con 2 decessi e 6 guariti.
        16 Aprile – Casa Circondariale di S. Maria Capua Vetere (CE), un’altra giornata
        di colloqui telefonici tra ristretti e Garante.
        17 Aprile – In collaborazione all’ass. Fevoss sono state consegnate le
        mascherine nel carcere di Secondigliano (NA).

        -In giornata continuano i colloqui con i ristretti della Casa Circondariale di S.
        Maria Capua Vetere (CE).

        20 Aprile – L’Unione Camere Penali Italiane e il proprio Osservatorio Carcere
        esprimono preoccupazione per le gravissime affermazioni contro i Garanti dei
        Detenuti, contenute nei comunicati stampa di alcune sigle sindacali della Polizia
        Penitenziaria, in cui si giunge addirittura a chiedere l’abolizione di tale figura
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A cura del Garante Campano dei detenuti, Samuele Ciambriello e l’Osservatorio sulla vita detentiva
istituzionale. Oggetto di tale grave iniziativa sindacale sono gli interventi
        dell’Ufficio del Garante Nazionale e del Garante Regionale della Campania, a
        seguito delle denunciate percosse ai detenuti, che sarebbero avvenute nel carcere
        di Santa Maria Capua Vetere.
            - Casa Circondariale di S. Maria Capua Vetere (CE), continuano i colloqui
               con i detenuti.
        22 Aprile – Napoli. Il Garante regionale riceve attestato di solidarietà da parte
        dell’Associazione “Il Carcere Possibile onlus”. Ciò a seguito degli attacchi
        manifestati da alcune sigle del sindacato di Polizia penitenziaria.
        23 Aprile – Casa Circondariale Salerno – Fuorni (SA). Continuano le iniziative
        solidali dell’associazione Sol.id Onlus: dopo aver donato mascherine, gel
        igienizzanti mani, detergente battericida/criticità per superfici e detergente
        chirurgico al carcere di Secondigliano, l’Associazione ha replicato la stessa
        iniziativa anche nei confronti della Casa Circondariale di Salerno (Fuorni). In
        questo clima di solidarietà, a collaborare con i volontari di Sol.id sono
        intervenuti anche i detenuti art.21 del carcere che hanno scaricato e preso in
        consegna attraverso le autorità del carcere tutto il materiale donato dalla onlus.
        25 Aprile – Il Garante regionale prosegue nella denuncia sui lunghi tempi di
        attesa per i detenuti che hanno ottenuto un'ordinanza di concessione della
        misura      alternativa    della detenzione      domiciliare con      applicazione
        del braccialetto elettronico. Sottolinea inoltre che il persistere di tale
        disfunzione genera frustrazione e malessere nella popolazione detenuta.
        Frustrazione e malessere che hanno già portato un detenuto del carcere
        di Aversa a compiere un grave tentativo di gesto estremo, scongiurato soltanto
        grazie alla professionalità e alla prontezza del personale in servizio.
        27 Aprile – Ancora colloqui presso la Casa Circondariale di S. Maria Capua
        Vetere tra i ristretti e il Garante regionale.
        28 Aprile – In piena emergenza Coronavirus viene pubblicata la relazione
        annuale 2019 sulla condizione delle persone ristrette nella regione Campania. Si
        riporta di seguito una dichiarazione del Garante regionale Samuele
        Ciambriello:” Mi ritrovo a riflettere intorno al distanziamento sociale,
        rendendomi conto che è tutta la vita che io combatto contro questo concetto.
        Eppure, allo stato è l’unica maniera che abbiamo per combattere una pandemia
        che sta mietendo in Italia e in tutto il mondo migliaia di vittime”.
        30 aprile - Decreto-Legge 30 aprile 2020, n. 28 in vigore dal 1° maggio 2020 –
        si compone di 8 articoli suddivisi in 3 capi. L’Art. 2 interviene in merito a
        Disposizioni urgenti in materia di detenzione domiciliare e permessi per motivi
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A cura del Garante Campano dei detenuti, Samuele Ciambriello e l’Osservatorio sulla vita detentiva
connessi all'emergenza sanitaria da COVID-19. Alla legge 26 luglio 1975, n.
        354,         sono         apportate         le        seguenti        modificazioni:
        a) all’articolo 30-bis: 1) al primo comma sono aggiunti infine i seguenti periodi:
        «Nel caso di detenuti per uno dei delitti previsti dall’articolo 51, commi 3-bis e
        3-quater, del codice di procedura penale, l’autorità competente, prima di
        pronunciarsi, chiede altresì il parere del procuratore della Repubblica presso il
        tribunale del capoluogo del distretto ove ha sede il tribunale che ha emesso la
        sentenza e, nel caso di detenuti sottoposti al regime previsto dall’articolo 41-bis,
        anche quello del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo in ordine
        all’attualità dei collegamenti con la criminalità organizzata ed alla pericolosità
        del soggetto. Salvo ricorrano esigenze di motivata eccezionale urgenza, il
        permesso non può essere concesso prima di ventiquattro ore dalla richiesta dei
        predetti                                                                     pareri.»;
        2) il nono comma è sostituito dal seguente: «Il procuratore generale presso la
        corte d’appello e’ informato dei permessi concessi e del relativo esito con
        relazione trimestrale degli organi che li hanno rilasciati e, nel caso, di permessi
        concessi a detenuti per delitti previsti dall’articolo 51, commi 3-bis e 3-quater,
        del codice di procedura penale o a detenuti sottoposti al regime previsto
        dall’articolo 41-bis, ne da’ comunicazione, rispettivamente, al procuratore della
        Repubblica presso il tribunale del capoluogo del distretto ove ha sede il tribunale
        che ha emesso la sentenza e al procuratore nazionale antimafia e
        antiterrorismo.»;
        b) all’articolo 47-ter, dopo il comma 1-quater, è aggiunto il seguente: «1-
        quinquies. Nei confronti dei detenuti per uno dei delitti previsti dall’articolo 51,
        comma 3-bis e 3-quater del codice di procedura penale o sottoposti al regime
        previsto dall’articolo 41-bis, il tribunale o il magistrato di sorveglianza, prima di
        provvedere in ordine al rinvio dell’esecuzione della pena ai sensi degli articoli
        146 o 147 del codice penale con applicazione della detenzione domiciliare, ai
        sensi del comma 1-ter, o alla sua proroga, chiede il parere del procuratore della
        Repubblica presso il tribunale del capoluogo del distretto ove ha sede il tribunale
        che ha emesso la sentenza e, nel caso di detenuti sottoposti al regime previsto
        dall’articolo 41-bis, anche quello del Procuratore nazionale antimafia e
        antiterrorismo in ordine all’attualità dei collegamenti con la criminalità
        organizzata ed alla pericolosità del soggetto. I pareri sono resi al magistrato di
        sorveglianza e al tribunale di sorveglianza nel termine, rispettivamente, di due
        giorni e di quindici giorni dalla richiesta. Salvo che ricorrano esigenze di
        motivata eccezionale urgenza, decorsi detti termini, il magistrato o il tribunale
        di sorveglianza procedono comunque anche in assenza dei pareri.».
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A cura del Garante Campano dei detenuti, Samuele Ciambriello e l’Osservatorio sulla vita detentiva
1° Maggio – Si dimette Francesco Basentini, capo Dap, dopo le polemiche sulla
        scarcerazione dei boss.
        4 Maggio – Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere (CE). Muore
        Lamine H, algerino, nato a giugno del 1992. L’autopsia stabilirà le reali cause
        del decesso. In Italia dall’inizio del 2020 i morti in carcere sono 55, mentre i
        suicidi sono 17. Non ci sarebbero evidenze su eventuali sintomi da Covid-19. Il
        detenuto è stato trovato nel reparto Danubio, ma proveniva da quel Nilo dove
        nelle scorse settimane, stando alle denunce di detenuti e familiari di questi, si
        erano verificati dei pestaggi.
        Il Garante inoltra il report di decine di colloqui effettuati con i detenuti del
        Padiglione Nilo del carcere di Santa Maria Capua Vetere, al Procuratore Capo
        della Repubblica presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, la dottoressa
        Maria Antonietta Troncone in cui riferirebbero i dettagli dei presunti episodi di
        violenza verificatisi il data 6 aprile.
        6 Maggio – Nelle carceri campane vengono eseguite in media 70 visite mediche
        al giorno, ma sono più di 1500 le visite in strutture esterne che si è costretti a
        rimandare in attesa che sia disponibile il cosiddetto nucleo di traduzione, ossia
        la scorta con i tre o quattro agenti che devono accompagnare il detenuto a farsi
        visitare fuori dal carcere. Il suicidio del giovane algerino, nel carcere di Santa
        Maria Capua Vetere, è solo l’ultimo in ordine di tempo in un elenco che già
        conta 17 nomi, più 55 detenuti morti in cella per le più diverse cause.
        10 Maggio - Decreto-legge n. 29: è approvato un secondo decreto contenente
        norme in materia di scarcerazione di detenuti appartenenti a criminalità
        organizzata.
        10 Maggio – Casa Circondariale Femminile di Pozzuoli (NA). In occasione della
        Festa della Mamma il Garante ha fatto visita alla struttura dove ci sono 104
        detenute. In Campania su 6442 ristretti ci sono in totale 301 donne.

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A cura del Garante Campano dei detenuti, Samuele Ciambriello e l’Osservatorio sulla vita detentiva
10 Maggio – Casa Circondariale di Aversa (CE). Un detenuto muore nel carcere
        Filippo Saporito di Aversa. Nunzio Rutigliano, classe 1979, gli mancavano 10
        mesi di condanna su una reclusione di 4 anni.

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12 Maggio – Il Dap informa circa la ripresa dei colloqui rispettando un numero
        massimo, fermo restando il diritto ad almeno un colloquio al mese con almeno
        un congiunto o altra persona. Resta salva la possibilità delle videochiamate.
        12 Maggio – Bernardo Petralia, nuovo                                    capo      del        Dipartimento
        dell’Amministrazione Penitenziaria.
        15 Maggio – La questione delle carceri, dei detenuti e delle scarcerazioni al
        tempo del coronavirus ha assunto importanza centrale durante l’emergenza della
        pandemia. In queste settimane di emergenza Covid-19, l’Ufficio del Garante
        campano dei detenuti intensifica i colloqui telefonici con gli stessi, i protocolli
        di intesa con le Asl e le iniziative sanitarie per ogni Istituto, sia per la quarantena
        fiduciaria per chi arriva da fuori, sia per gli spazi di isolamento sanitario per casi
        sospetti o eventualmente positivi. Ad oggi, in Campania sono presenti 6401
        detenuti, di cui 298 donne. Da marzo ad oggi, sono state 920 le persone ad aver
        ottenuto gli arresti domiciliari o la detenzione domiciliare. Dopo aver consegnato
        in tanti Istituti 25 lavatrici, in data odierna sono pervenuti, sia nel carcere di
        Bellizzi Irpino che Fuorni n 8 pozzetti, n 30 phon e n 4 fornetti”.
        18 Maggio – Parte la fase 2 nelle carceri: riprendono i colloqui in presenza con
        i familiari ma in forma contingentata, su decisione del direttore e dell’autorità
        sanitaria.
         I mezzi divisori dovranno avere una altezza tale da coprire il viso delle persone
        a colloquio e non permettere contatti fisici interpersonali. Nel distanziare le
        sedute si terrà anche conto della necessità di evitare il possibile passaggio di
        oggetti. Il numero dei colloqui effettuabili contemporaneamente nella sala sarà
        individuato rispetto alle specificità di ogni istituto ed alla imprescindibile
        esigenza di massimizzare la prevenzione dal rischio di contagio. Tra i diversi ‘
        gruppi’ di persone a colloquio dovrà comunque essere assicurata la distanza
        minima di due metri. Ove possibile dovrà essere attuata un’organizzazione dei
        colloqui (per piani, per sezioni…) che permetta di ‘ confinare’ un eventuale
        contagio. Nel consentire l’accesso dei familiari ai colloqui dovrà tenersi conto
        della necessità che i predetti mantengano continuativamente la distanza di
        sicurezza. Nel mese di maggio ogni persona detenuta potrà effettuare un
        colloquio, da giugno invece i colloqui visivi saranno almeno due. Gli
        scostamenti tra gli istituti rispetto al numero ammesso saranno dovuti a motivi
        di contesto rilevati dalle autorità sanitarie coinvolte.
        20 Maggio – Si provvede a pubblicare il calendario per la gestione dei colloqui
        nelle carceri campane.

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A cura del Garante Campano dei detenuti, Samuele Ciambriello e l’Osservatorio sulla vita detentiva
L’immagine ci informa circa le modalità organizzative, tempi e numero di
        persone autorizzate ammesse ai colloqui, rispettando la piena sicurezza per i
        detenuti ed i familiari.

        24 Maggio – Celebrazione Eucaristica presso il centro di pastorale carceraria
        della diocesi di Napoli.

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A cura del Garante Campano dei detenuti, Samuele Ciambriello e l’Osservatorio sulla vita detentiva
25 Maggio – Consegna al vicedirettore dott.re Rubino e al comandante
        Manganelli, mille mascherine per i detenuti di Smcv donate dall'ass. Fevoss di
        Verona.

        28 Maggio – Di concerto con l’Assessorato alle Politiche Sociali della Regione
        Campania, sono stati donati al Polo Universitario di Secondigliano, promosso
        dalla Federico II, condizionatori, sedie, banchi, LIM, numerosi libri di testo,
        materiale di cancelleria, toner per le stampanti, dizionari, cartine geografiche e
        tutto quanto serve per garantire il diritto allo studio in carcere.
        31 Maggio – Casa Circondariale di Secondigliano. In seguito alle iniziative e
        alla visita, da parte del Garante, al reparto T1 del carcere, il detenuto studente
        universitario ha sospeso lo sciopero della fame.
        6 Giugno - Il 27 febbraio Dario, 38 anni, si impicca nel carcere di Secondigliano;
        il 5 aprile Emil, rumeno di 32 anni, si impicca nel carcere di Aversa e, infine, il
        5 maggio Lamine, di origine algerine, 28 anni, si è suicidato per asfissia nel
        carcere di Santa Maria Capua Vetere. Non si può morire di carcere in carcere. Il
        Garante invita le istituzioni ai vari livelli, Ministero della Giustizia, gli operatori
        del privato sociale, ad una riflessione perché accanto alla precarietà endemica
        del carcere si aggiungono vulnerabilità e disagi, a causa dell’emergenza covid.
        11 Giugno – Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere (CE). Protesta
        dei poliziotti sul tetto della struttura per contestare la modalità di perquisizione

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A cura del Garante Campano dei detenuti, Samuele Ciambriello e l’Osservatorio sulla vita detentiva
da parte dei carabinieri per i presunti atti di violenza, che secondo gli inquirenti
        sarebbero avvenuti il 6 aprile.
        12 Giugno – Riunione dei Garanti presso l’ufficio del Garante Regionale
        Samuele Ciambriello, sono presenti all’incontro: il Garante di Napoli Pietro Ioia
        e quello provinciale di Avellino Carlo Mele.

         Lo scopo della riunione è stato quello di avviare un confronto periodico tra i
        vari Garanti territoriali dei detenuti con l’obiettivo di confrontarsi e mettere a
        tema le diverse problematiche che attraversano il pianeta carcere nei diversi
        territori della Regione con l’intento di far emergere le eventuali criticità presenti
        nel sistema e di condividere le buone prassi individuate.
        16 Giugno - Il Garante campano dei detenuti, ha inviato una lettera al ministro
        della Giustizia, Alfonso Bonafede, e al Capo del Dipartimento
        dell’Amministrazione Penitenziaria, Bernando Petralia. Nella missiva si chiede
        la nomina di un commissario ad acta per la ristrutturazione dei padiglioni
        fatiscenti del carcere di Poggioreale, in considerazione del fatto che ci sono 12
        milioni inutilizzati da 3 anni dal Provveditorato alle opere pubbliche della
        Campania.
        18 Giugno – Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere (CE). Il Garante
        visita i padiglioni Danubio, Nilo e Tamigi e ascolta i detenuti delle diverse
        sezioni, il responsabile sanitario dell’istituto e con i medici e gli psicologi
        dell’A.S.L. presenti in istituto.
        20 Giugno – Casa Circondariale di Poggioreale (NA). Il Garante visita i reparti
        San Paolo (detenuti ammalati) e Firenze (detenuti entrati la prima volta in
        carcere). Il reparto San Paolo avrà a breve una stanza solo per detenuti dializzati.
        Il Garante, inoltre, rinnova una richiesta avanzata già da un po’ di tempo:
        l’introduzione della “cartella clinica informatizzata".

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A cura del Garante Campano dei detenuti, Samuele Ciambriello e l’Osservatorio sulla vita detentiva
24 Giugno – Il nuovo libro “Carcere. Idee, proposte e riflessioni” di Samuele
        Ciambriello, Garante regionale dei detenuti può essere acquistato online.

        27 Giugno – Casa Circondariale di Poggioreale (NA). Il Garante ha incontrato i
        detenuti dei padiglioni San Paolo, Avellino, Italia e Roma.
        29 Giugno - Il Garante dei detenuti della Regione Campania, Samuele
        Ciambriello e l’Osservatorio Regionale delle Carceri in occasione della Giornata
        Mondiale contro la tortura sollecitano “una riflessione collettiva sugli abusi ai
        danni di persone inermi”.
        30 Giugno – Casa Circondariale di Poggioreale (NA). Il Garante si è recato in
        Istituto per la ricorrenza di San Basilide, patrono degli agenti di polizia
        penitenziaria. Durante la santa messa, è stata rivolta una preghiera ad Antonio
        U., detenuto trentanovenne, che si è suicidato durante la notte nella sua cella,
        occupata con altre sei persone. Questo è il quarto suicidio in Campania dall'inizio
        dell'anno, ventitré in tutta Italia.
        1 Luglio – Scoppia il caos, i detenuti del circuito dell'Alta Sicurezza non
        potranno più avere colloqui via Skype. Momenti di forte tensione si registrano
        nel carcere di Santa Maria Capua Vetere nel reparto femminile di Alta Sicurezza
        dell’Istituto.
        3 Luglio – Il DAP ripristina le videochiamate. Vengono inoltre incoraggiati i
        colloqui in presenza, per tutte le carceri italiane.
        4 Luglio – Manifestazione dei diritti dei detenuti e per le loro famiglie a Piazza
        Dante – Napoli con la partecipazione dei garanti dei detenuti Samuele
        Ciambriello, Pietro Ioia, Carlo Mele e Emanuela Belcuore.

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A cura del Garante Campano dei detenuti, Samuele Ciambriello e l’Osservatorio sulla vita detentiva
4 Luglio – Casa Circondariale di Poggioreale (NA). Il Garante incontra alcuni
        detenuti dei reparti Avellino, Roma e Torino.
        6 Luglio – Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere (CE). Il Garante
        visita i reparti Senna e Tamigi.
        9 Luglio - Casa di Reclusione di Carinola (CE). Il Garante in compagnia del
        direttore Carlo Brunetti, la vice Daniela Puglia, il prefetto di Caserta Raffaele
        Ruberto, il magistrato Marco Puglia, la garante provinciale Emanuela Belcuore
        e la docente universitaria Mena Minafra.

        13 Luglio – Presentazione del libro “Carcere. Idee, proposte e riflessioni” presso
        il Museo Diocesano di Napoli. In compagnia del Garante sono intervenuti il
        magistrato Nicola Graziano; Adriana Pangia, Presidente del Tribunale di
        Sorveglianza di Napoli; Annamaria Ziccardi, Presidente Associazione "Carcere
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A cura del Garante Campano dei detenuti, Samuele Ciambriello e l’Osservatorio sulla vita detentiva
Possibile"; Don Franco Esposito, Cappellano Carcere di Poggioreale e infine
        l’arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe.

        14 Luglio – Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere (CE). Un detenuto
        di 40 anni, Luigi Rossetti, è stato trovato impiccato all’interno della sua cella.
        Inutile ogni tentativo di soccorso.

        16 Luglio – Casa Circondariale di Poggioreale (NA). Alfonso Fresca, di 39 anni,
        si è tolto la vita, impiccandosi nella sua cella. La Polizia Penitenziaria e i sanitari
        del 118 hanno tentato di rianimarlo, ma inutilmente.

        17 Luglio – Il Garante Regionale Samuele Ciambriello e quello Metropolitano
        di Napoli Pietro Ioia chiedono al Provveditore Regionale dell’Amministrazione
        Penitenziaria e al responsabile dell’Osservatorio Regionale della Sanità
        Penitenziaria un incontro urgente tra più soggetti coinvolti nel mondo
        penitenziario. Il numero dei detenuti che si tolgono la vita continua a crescere,
        pertanto, i garanti concludono proponendo: “L’incremento delle figure sociali
        nelle carceri, l’attuazione di progetti rieducativi e umanizzanti”.

        20 Luglio – Istituto Penale per minorenni di Airola (BN). Inaugurazione della
        palestra destinata ai giovani ospiti dell’istituto penale.

        20 Luglio – Nel pomeriggio al carcere minorile di Nisida (NA), con il direttore
        Guida, la dirigente regionale Gemmabella e il direttore dell'ASL Na1 Verdoliva.

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A cura del Garante Campano dei detenuti, Samuele Ciambriello e l’Osservatorio sulla vita detentiva
27 Luglio Il rapper 23enne Johnny Cirillo si suicida nel carcere di Fuorni. Sale
        a 7 il numero di persone che si sono tolte la vita negli Istituti Penitenziari della
        Campania in soli 7 mesi

        I numeri in Campania: la situazione attuale

        All'indomani dell'adozione delle misure governative, i risultati in termini di
        riduzione degli indici di sovraffollamento e di contenimento del rischio
        sanitario sono stati, come previsto, assai modesti. Alla metà di aprile,
        nell'istituto di Poggioreale, a fronte di 120 istanze ex art. 123 del decreto cd.
        "Cura Italia" avanzate dall'Amministrazione, solo 14 hanno ricevuto
        accoglimento, di cui 10 nell'interesse di detenuti già sotto i sei mesi di pena
        residua da scontare, mentre 4 restano in vana attesa di dispositivo di controllo
        elettronico. Conteggiando altre 12 ordinanze di rigetto, solo 26 di queste 120
        richieste sono state scrutinate dal Tribunale di Sorveglianza. Delle 48 istanze
        presentate invece per motivi di salute, nessuna è stata accolta; mentre delle
        19 di detenzione domiciliare per detenuti over 70 solo 4 hanno trovato
        accoglimento e 15 restano pendenti. Non dissimile la situazione per il carcere
        di Secondigliano a quella stessa data. L'amministrazione ha avanzato 110
        istanze ex art. 123 del decreto cd. "Cura Italia" ed ex l. 199 di cui solamente
        8 sono state accolte. Delle 233 avanzate personalmente dai detenuti per
        motivi di salute appena 6 sono state vagliate favorevolmente. Soltanto una
        ventina le scarcerazioni per attenuazione della misura cautelare custodiale. Si
        segnalano, peraltro, come ancora pendenti numerose richieste di liberazione
        anticipata che consentirebbero la scarcerazione immediata di un numero
        ingente di detenuti. La popolazione detenuta di alcuni istituti, tra cui
        Poggioreale, pare però sensibilmente diminuita in ragione della riduzione del
        numero di ingressi di giudicabili in misura cautelare, quasi che l'emergenza
        sanitaria avesse ricordato il ruolo di extrema ratio riservato nel nostro sistema
        processuale alla custodia cautelare in carcere. Molte sono state le
        segnalazioni al garante campano dei diritti dei detenuti in ordine alla lentezza
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A cura del Garante Campano dei detenuti, Samuele Ciambriello e l’Osservatorio sulla vita detentiva
della macchina giudiziaria, ai mancati provvedimenti di scarcerazione, alle
        risposte evasive dell’amministrazione penitenziaria alle proteste dei detenuti.
        Ancora adesso, in piena fibrillazione da interpretazione della c.d. “fase 2”,
        nulla è stato chiarito per la popolazione carceraria. Molte restano le zone
        d’ombra su cui né il ministro né l’amministrazione penitenziaria hanno
        ancora fatto luce, impegnati probabilmente a discutere di scarcerazioni
        eccellenti (come se le altre vivessero una sorta di diminuito) e responsabilità
        da rimpallare, blindare o “murare”.

          A fronte di ciò molte realtà sociali e di volontariato sono state e sono vicine
          alle famiglie dei detenuti, proseguendo su binari già tracciati e provando a
          sostenerle con aiuti concreti, pacchi alimentari, spesa a domicilio, raccolte
          fondi e sostegno psicologico. In attesa di scoprire cosa ci riserverà la “fase
          2”, restano dubbi ed incertezze su come inciderà sull'istituzione carcere e
          sulla possibilità di ricomporre le fratture prodottesi in molti istituti della
          regione ai tempi dell'emergenza. La sensazione è quella che si stia perdendo
          un’occasione per riportare il trattamento e le misure alternative alla
          detenzione al centro delle politiche carcerarie.

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A cura del Garante Campano dei detenuti, Samuele Ciambriello e l’Osservatorio sulla vita detentiva
Indicazioni e misure per il contenimento e la
                 gestione dell’emergenza

          Com’era facile immaginare, la situazione carceraria, la condizione dei
          detenuti e la gestione dell’emergenza al tempo del covid-19, in Campania,
          hanno evidenziato i “mali endemici”, di cui è afflitta la condizione carceraria
          nella nostra regione. Questo perché già da prima dello scoppio di questa
          emergenza il sistema carcerario regionale doveva fare i conti con tre ordini
          di problemi che, se in condizioni di gestione ordinaria rappresentano di per
          sé una forte contrazione del dettato costituzionale, nell’occhio del ciclone di
          una pandemia si trasformano in vere e proprie bombe a orologeria:
          sovraffollamento, mancanza di cure adeguate e approccio carcero-
          centrico del legislatore e dell'apparato giudiziario.
          Come è noto, infatti, la Campania è la seconda regione italiana per numero
          di strutture carcerarie e la seconda (dopo la Lombardia) per indici di
          sovraffollamento, dato al quale deve aggiungersi l’atavica fatiscenza degli
          edifici e la concreta difficoltà di accesso a cure sanitarie adeguate, non
          sempre garantite in condizione inframuraria o tramite il ricorso ad aziende
          ospedaliere esterne, già di per sé martoriate da tagli ed emergenza.
          Questo lo stato di cose in cui sono maturate, con l'arrivo della pandemia, le
          proteste della popolazione detenuta in moltissime carceri della Campania
          contro le misure adottate progressivamente per farvi fronte: la limitazione e
          poi sospensione definitiva dei colloqui con i familiari; l'isolamento dei
          detenuti con sintomi a seguito dei primi contagi all'interno delle strutture,
          vista l'impossibilità di garantire la distanza minima di sicurezza all'interno
          delle celle; i trasferimenti eseguiti senza cautele per evitare l'aumento della
          promiscuità tra diversi istituti di pena.

          Ciò nonostante, nell’affrontare l’emergenza COVID 19 in ambito
          penitenziario si è adottata fin dall’inizio una filosofia di fondo basata sulla
          collaborazione interistituzionale e su un approccio interdisciplinare,
          consentendo una discreta efficacia nell’affrontare l’emergenza sanitaria.

          La situazione epidemiologica
          I primi casi di positività tra le persone detenute in Regione Campania sono
          stati registrati a partire dal 04/04/2020 – rispetto ai primi casi tra la
          popolazione generale regionale rilevati a partire dal 26/02/2020. La

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A cura del Garante Campano dei detenuti, Samuele Ciambriello e l’Osservatorio sulla vita detentiva
diffusione del contagio in ambito penitenziario è stata limitata a pochi casi
          che hanno interessato detenuti (n. 4 positivi e personale sanitario (n. 3
          positivi) e penitenziario (n. 7 positivi). L’analisi epidemiologica ha
          evidenziato in tutti i casi un’origine del contagio esterno all’Istituto
          penitenziario ed ha consentito di configurare l’evento come focolaio limitato
          e contenuto.
          Sono state adottate interventi guida che hanno costantemente confermato i
          principi fondamentali da porre costantemente a base delle indicazioni
          operative e dei programmi, che pertanto si intendono come da assumere
          anche per la fase 2 di gestione dell’emergenza in ambito penitenziario e che
          di seguito di riportano: A – limitazione delle possibilità e/o
          regolamentazione delle modalità degli spostamenti, in conformità alle
          prescrizioni o indicazioni nazionali o regionali pro tempore vigenti; B –
          mantenimento della distanza interpersonale di almeno 1-2 metri (a seconda
          delle specifiche situazioni) ed evitamento di aggregazione di più persone.
          Con il presente documento si intendono fornire sia un aggiornamento delle
          indicazioni e misure già definite e da attuare, a partire da quelle già
          precedentemente definite, sia gli essenziali elementi per la definizione di
          ulteriori e necessari programmi, attraverso le azioni di seguito riepilogate:

          Azione 1 – Aggiornamento continuo delle indicazioni e misure per il
          contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da covid-19 in
          ambito penitenziario e R.E.M.S, anche attraverso incontri settimanali
          coordinati dall’Osservatorio Permanente Regionale per la Sanità
          Penitenziaria.
          Azione 2 - Supporto alla prevenzione ed al contenimento del contagio in
          riferimento alla progressiva riattivazione delle ordinarie operatività: -
          Gestione dei colloqui, della ricezione dei pacchi, dell’ingresso di fornitori; -
          Gestione delle attività trattamentali; - Questioni di carattere generale.
          Azione 3 – Attività di screening, diagnostiche e di monitoraggio del
          personale operante e delle persone detenute e internate nelle strutture
          penitenziarie e nelle R.E.M.S.
          Azione 4 - Attività di monitoraggio
          L’inizio dell’adeguamento alla situazione è stato avviato nel mese di
          febbraio, con l’insorgenza dei primi casi nazionali. In seguito, le misure di
          prevenzione del contagio hanno subito gli adeguamenti dei D.p.c.m.
          progressivamente emanati. Le premesse relative agli Istituti di Poggioreale
          e Secondigliano non erano di certo incoraggianti, in quanto vantano il
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A cura del Garante Campano dei detenuti, Samuele Ciambriello e l’Osservatorio sulla vita detentiva
primato negativo di maggior sovraffollamento della Regione, rendendo di
          difficile applicazione le norme sul distanziamento sociale. Il lavoro
          congiunto degli educatori, del personale penitenziario e sanitario e
          dell’associazionismo ha reso possibile affrontare l’emergenza sanitaria,
          contenendo a minimo i danni e le limitazioni imposte alle persone detenuti.
          Con il diffondersi del virus, l’assetto organizzativo ha risposto
          all’emergenza su più fronti.
             • Gli operatori sono stati forniti di dispositivi di protezione individuale.
             • In risposta alla straordinarietà della situazione è stata implementata la
                presenza degli operatori sanitari e di volontari della Croce Rossa.
             • L’utilizzo di tendostrutture donate dalla Protezione Civile, che hanno
                ospitato le attività di triage per i nuovi giunti. Il protocollo per questi
                ha previsto un isolamento fiduciario di 14 giorni.
             • Creazione delle unità di crisi negli Istituti, che gestivano il
                contenimento della pandemia.
          Il miglioramento delle condizioni di vivibilità negli Istituti, frutto anche del
          Decreto Cura Italia che ha alleggerito il gravoso dato sul sovraffollamento,
          ha avuto ricaduta sul sistema sanitario, garantendo condizioni di lavoro e
          cura più tempestive e l’avvio di nuove sperimentazioni.
          Dalla data di ripresa dei colloqui con i familiari, a maggio, gli Istituti
          Penitenziari hanno dovuto acquisire i dispositivi di protezione individuale,
          garantendo che gli spazi rispettassero i criteri di distanziamento. Tra i
          ristretti e i loro cari compare un mezzo divisorio tale da coprire il viso delle
          persone a colloquio e non permettere contatti fisici interpersonali. Nel
          distanziare le sedute si terrà anche conto della necessità di evitare il possibile
          passaggio di oggetti. Il numero dei colloqui effettuabili
          contemporaneamente nella sala sarà individuato rispetto alle specificità di
          ogni istituto ed alla imprescindibile esigenza di massimizzare la prevenzione
          dal rischio di contagio. Tra i diversi gruppi di persone a colloquio dovrà
          comunque essere assicurata la distanza minima di due metri. Ove possibile
          dovrà essere attuata un’organizzazione dei colloqui (per piani, per
          sezioni…) che permetta di arginare un eventuale contagio. Nel consentire
          l’accesso dei familiari ai colloqui si terrà conto della necessità di mantenere
          continuativamente la distanza di sicurezza. Particolare prudenza inoltre è
          stata adottata nei confronti dei minori al di sotto dei 14 anni circa la loro
          ammissione.

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A cura del Garante Campano dei detenuti, Samuele Ciambriello e l’Osservatorio sulla vita detentiva
Prossimità al tempo del Covid: i colloqui
        Le attività legate al ruolo dell’Ufficio del Garante Regionale della Campania
        sono molteplici. Tutti coloro che varcano le porte del carcere hanno un constante
        bisogno di essere ascoltati e aiutati e l’assenza di ascolto e di risposta può portare
        a gesti estremi. L’ufficio del garante prova a gettare un ponte tra il mondo interno
        e quello esterno della realtà carceraria attraverso una serie di azioni quali i
        colloqui e i vari interventi a seguito delle diverse richieste notificate al Garante.

        Il monitoraggio di queste attività riguarda un periodo di tempo che va dal mese
        di marzo 2020 al mese di luglio. Gli interventi sono stati analizzati
        differenziandoli sulla base di chi fosse il destinatario dell’intervento. Ciò che si
        intuisce dai dati è che essi riguardano principalmente le questioni sanitarie. A
        seguire ci sono le richieste di intervento ai Magistrati di Sorveglianza e infine le
        varie segnalazioni formali, al Dap e al Prap.

        Fig. 1 – Interventi effettuati da marzo 2020 al 27/07/20.

                                        Interventi effettuati

                         PRAP

                          DAP

                 TRIB. DI SORV.

                    DIRETTORE

          DIRIGENTE SANITARIO

                                  0        20          40           60           80         100

        Il contenuto delle lettere esaminate, e di conseguenza il tipo di intervento, ha
        principalmente un filo conduttore: la continua richiesta della tutela della propria
        salute. Le lettere che il detenuto o un suo familiare scrive al Garante non sono
        altro che evidenziazioni delle più profonde criticità legate alla sanità
        penitenziaria. Gli istituti penitenziari, infatti, durante il periodo di emergenza
        hanno dovuto fronteggiare le già esistenti difficoltà legate alla peculiarità del
        mondo carcerario, con maggiori sforzi. Le problematiche si sono estese a tutti i
        livelli, da quello amministrativo, giurisprudenziale a quello sanitario. Una
        cospicua parte degli interventi, infatti, è indirizzata a una delle figure di garanzia
        di carattere giudiziario, il Magistrato di Sorveglianza.
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A cura del Garante Campano dei detenuti, Samuele Ciambriello e l’Osservatorio sulla vita detentiva
Fig. 2 – Totale interventi effettuati da gennaio 2020 al 27/07/20.

                41
                                   TOTALE INTERVENTI

                           29

                                                                           26
                                                   25

                                                                                      20
                                                                18
                                       15

           GENNAIO     FEBBRAIO     MARZO       APRILE     MAGGIO      GIUGNO      LUGLIO

        Una delle misure annunciate per contenere la diffusione del Covid-19 è stata
        quella di sospendere i colloqui visivi con i detenuti. Le visite sono state
        generalmente sostituite da un maggior numero di telefonate mensili e da
        videochiamate su Skype o WhatsApp. Infatti, i colloqui tra l’Ufficio del garante
        e le persone ristrette, nel mese di aprile, sono stati gestiti solo telefonicamente.
        Il primo colloquio in presenza è avvenuto l’8 maggio nella Casa di Reclusione
        di Carinola. Attualmente si effettuano sia colloqui visivi che telefonici.

        Tab. 1 – Colloqui effettuati da gennaio 2020 al 27/07/20 negli istituti
        penitenziari della Regione Campania.

                                   MESE                    NUMERO
                                   Marzo                   68
                                   Aprile                  44
                                   Maggio                  79
                                   Giugno                  50
                                   Luglio                  88
                                   TOTALE                  329

        L’Ufficio del garante ha svolto complessivamente 329 colloqui. Nonostante le
        nuove modalità di svolgimento, l’Ufficio ha continuato ad operare.
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A cura del Garante Campano dei detenuti, Samuele Ciambriello e l’Osservatorio sulla vita detentiva
L’area metropolitana: esperienze adottate negli Istituti di
          Poggioreale e Secondigliano

          L’adeguamento all’emergenza Covid ha avuto inizio nel mese di febbraio,
          con l’insorgenza dei primi casi nazionali. In seguito, le misure di
          prevenzione del contagio hanno subito gli adeguamenti dei D.p.c.m.
          progressivamente emanati. La situazione relativa agli Istituti di Poggioreale
          e Secondigliano non era di certo tra le migliori, in quanto entrambi gli Istituti
          vantano il primato negativo di maggior sovraffollamento della Regione,
          rendendo di difficile applicazione le norme sul distanziamento sociale.
          Con il diffondersi del virus, l’assetto organizzativo ha risposto
          all’emergenza su più fronti.
             • Gli operatori sono sempre stati forniti di dispositivi di protezione
                 individuale, a marzo sono iniziati i primi test sierologici a Poggioreale
                 e Secondigliano, che ad oggi risultano più di 200 e 0 positivi.
             • In risposta alla straordinarietà della situazione è stata implementata la
                 presenza degli operatori sanitari: tre psicologi a Poggioreale, e uno a
                 Secondigliano; due Operatori socio-sanitari e l’ampliamento della
                 copertura oraria della guardia medica e infermieristica a Nisida.
             • Poggioreale ha utilizzato le tendostrutture donate dalla Protezione
                 Civile, tra i primi Istituti in Italia e a fine marzo anche Secondigliano
                 e Nisida hanno ospitato le attività di triage per i nuovi giunti. Il
                 protocollo per quest’ultimi prevedeva un isolamento fiduciario di 14
                 giorni.
             • Creazione delle unità di crisi negli Istituti, presieduti dal Dott.re Irollo
                 a Poggioreale e De Iasio a Secondigliano, con il compito di gestire il
                 contenimento della pandemia.
           Il lavoro dei centri clinici di Secondigliano e Poggioreale non ha subito una
          variazione del ritmo delle prestazioni sanitarie erogate, rispetto a ciò che
          accadeva all’esterno della realtà penitenziaria. Il miglioramento delle
          condizioni di vivibilità negli Istituti, frutto anche del Decreto Cura Italia che
          ha alleggerito il gravoso dato sul sovraffollamento, ha avuto ricaduta sul
          sistema sanitario, garantendo condizioni di lavoro, cure più tempestive e
          l’avvio di nuove sperimentazioni. Infatti, in piena emergenza Covid sono
          state effettuati tre interventi trasfusionali, con specialisti venuti
          dall’Ospedale Del Mare e il supporto del laboratorio clinico presente in
          Istituto.

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A cura del Garante Campano dei detenuti, Samuele Ciambriello e l’Osservatorio sulla vita detentiva
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