IL BULLISMO E L'AGGRESSIVITA'

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IL BULLISMO E L'AGGRESSIVITA'
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IL BULLISMO E L’AGGRESSIVITA’

                     NEMICI

DELL’AMICIZIA E DEL RISPETTO
IL BULLISMO E L'AGGRESSIVITA'
IL BULLISMO E L’AGGRESSIVITA’ NEMICI DEL RISPETTO E DELL’AMICIZIA

Una realtà che ai nostri giorni merita forte attenzione sociale è quella del bullismo.
Le statistiche ci dicono che il bullismo e in generale l’aggressività fisica e verbale
sono un fenomeno in espansione tra la popolazione scolastica: si parla di mobbing
dell’età evolutiva perché lo si osserva già tra gli alunni della Scuola dell’Infanzia e
tende ad aumentare col crescere dell’età.

I comportamenti violenti, prevaricatori e aggressivi hanno radici articolate e
complesse e spesso rivelano disagi di natura psichica e socio-culturale che non
possono e non devono essere affrontati in una prospettiva sanzionatoria.

Trattare di questi argomenti con i bambini frequentanti la Scuola Primaria, partendo
dalle loro esperienze e riflessioni, può significare invece educare alla legalità, alla
convivenza pacifica, al rispetto di sé e degli altri, promuovere comportamenti sociali
in cui si esclude la violenza e si privilegiano la solidarietà e l’amicizia, insegnare
infine l’arte di stare bene a scuola e in ogni ambiente comunitario.

Partendo da queste convinzioni, nell’ambito del servizio di “Sportello di Ascolto e
Consulenza Psicologica” realizzato dal Consultorio Familiare Diocesano “Regina
Familiae” nella Scuola Primaria e dell’Infanzia dell’Istituto Comprensivo 1° Polo di
Galatone, è maturata l’idea di approfondire la tematica del bullismo nelle classi
terze, quarte e quinte dei plessi “Don Milani” e “G. Susanna”.

Come obiettivo ci si è proposti di promuovere e approfondire nei bambini le
conoscenze utili a prevenire e arginare l’eventuale presenza di tale fenomeno,
accrescendo al tempo stesso il loro senso di responsabilità, di sicurezza e di
autostima, lo spirito della collaborazione e dell’aiuto, l’accettazione e
l’interiorizzazione delle norme che regolano la convivenza nell’ambiente scolastico.

L’iniziativa, accolta positivamente dalla Dirigente Scolastica dott.ssa Adele Polo, ha
incontrato anche la disponibilità dei docenti alla fattiva collaborazione. In particolare
gli insegnanti prevalenti, nella prima fase, si sono adoperati a realizzare con gli
alunni attività didattiche di vario tipo: lettura di brani tematici, testi scritti, interviste,
raccolta di testimonianze, composizioni grafiche. Nel percorso, caratterizzato da
momenti di lavoro individuale e di gruppo si è avviato un processo di empowerment
volto a rendere gli alunni capaci di contrapporre il senso dell’amicizia e del rispetto
ai comportamenti aggressivi, prepotenti e prevaricatori propri del bullismo.

Nella seconda fase i risultati sono stati discussi con gli alunni dei due plessi
durante incontri congiunti di classi parallele guidati dalla Psicologa del Consultorio,
dott.ssa Fiorella Laudisa, alla presenza delle insegnanti e dei rappresentanti dei
genitori delle classi interessate.

Nel presente opuscolo sono riportate le considerazioni finali a cui sono giunte le
15 classi coinvolte (terze, quarte e quinte dalla sezione A alla E), e alcune
indicazioni utili a quanti, bambini e adulti, dovessero imbattersi in questo triste
fenomeno sociale.
I BAMBINI DELLE CLASSI TERZE ...

...hanno fatto riferimento alle loro esperienze di aggressività e bullismo vissute
direttamente o indirettamente nelle relazioni con i coetanei: hanno descritto il bullo
come un bambino che, desideroso di essere rispettato e apprezzato dai compagni,
non conosce altro modo di rapportarsi a loro se non quello di imporsi con la
forza; un bambino arrabbiato col mondo che non lo accetta proprio a causa di quei
suoi comportamenti aggressivi e violenti che, purtroppo, è incapace di modificare.

Dalle riflessioni è emerso che i bulli aggrediscono fisicamente e si mostrano
superiori e forti per attirare le ragazze, per sentirsi al centro dell’attenzione, perché
hanno scoperto un modo facile per ottenere quello che vogliono, per non far vedere
la loro debolezza, perché forse anche loro sono state vittime di violenze, perché
giocano con videogames o vedono film a contenuto violento, perché hanno dei
problemi in famiglia o hanno dei genitori che usano le maniere forti, perché sono
invidiosi, infelici, gelosi...

Offendono e umiliano verbalmente utilizzando nomignoli che mettono in ridicolo i
compagni (ciccione, quattrocchi), fanno dispetti, minacciano, estorcono soldi, non
rispettano le regole nel gioco, escludono la vittima dal gioco e dalle attività facendo
in modo che nessuno la cerchi per fare qualcosa insieme...

Le vittime sono bambini più piccoli, timidi, a volte stranieri o disabili, che si
vergognano e temono di essere incolpati ingiustamente o addirittura di essere
picchiati e derisi dai loro stessi genitori a causa della loro mitezza, che spesso
subiscono in silenzio il bullismo perché si sentono soli, tristi, impotenti e
spaventati dalle minacce ricevute.

I BAMBINI DELLE CLASSI QUARTE ...

... hanno scoperto che il termine bullismo è la traduzione italiana dell’inglese
bullyng, ed è utilizzato per definire i comportamenti con i quali un singolo o un
gruppo fa o dice cose per avere potere su una persona o su un gruppo.

Dal racconto delle loro esperienze si è rilevato che molti bambini sono stati
testimoni di fenomeni di bullismo, sia in ambito scolastico che durante le feste di
compleanno, per strada, negli spogliatoi delle palestre, ecc.

Hanno descritto i bulli come bambini che provano piacere a dimostrare la loro
presunta superiorità e aggrediscono la vittima contando soprattutto sulla propria
forza fisica e sull’appoggio di un gruppo. In bulli, infatti, agiscono direttamente
attraverso comportamenti quali: disturbare, offendere, minacciare, picchiare,
prendere in giro, non rispettare gli amici, appropriarsi delle cose altrui; o
indirettamente utilizzando web, SMS, MMS e facebook come nel caso del
cyberbullismo.    I cyberbulli si divertono a molestare rimanendo nascosti e
vigliaccamente, da dietro uno schermo, diffondono foto, inseriscono informazioni
false e minacciose, creano gruppi “contro”, modificano in peggio i profili privati.
I bulli si credono forti e coraggiosi e non si lasciano commuovere dalle suppliche
delle loro vittime; in realtà sono persone deboli che non sanno mostrarsi per
quello che sono veramente e non sanno né amare né ascoltare il loro cuore.

Alcuni bambini diventano bulli perché non hanno amici, provano invidia e gelosia
per i compagni, cercano di attirarne l’attenzione in maniera negativa, oppure perché
sono viziati e si comportano così per noia e non saper che fare. Altri perché hanno
problemi familiari: si sentono trascurati e poco apprezzati, hanno genitori poco
presenti, che non trascorrono molto tempo con loro, non pensano alla loro vita, non
li accudiscono bene e non li sanno educare.

Le vittime solitamente sono bambini incapaci di difendersi, che frequentano le
prime classi, più piccoli, più deboli e sensibili, oppure le bambine o i “secchioni” o
quelli che si sentono inferiori, che hanno la “colpa” di essere meno belli, con gli
occhiali, troppo grassi, estremamente timidi, portatori di handicap...

Spesso non denunciano i loro aggressori perché si vergognano, si sentono soli
ed esposti, hanno molto timore a riferire gli episodi di cui sono state vittime per
paura di rappresaglie e vendette. Li supplicano di smetterla ma il perdurare di
comportamenti aggressivi nei loro confronti incrina sempre più la loro autostima e il
danno fisico e psicologico subito può portarli ad un disinvestimento nell’ambito
scolastico o al rischio di diventare a loro volta aggressori.

I BAMBINI DELLE CLASSI QUINTE ...

... hanno scoperto, da recenti studi condotti in Italia e da altri documenti letti, che il
fenomeno del bullismo sta dilagando in tutti gli ambienti dove si stabiliscono
relazioni tra pari (palestre, scuolabus, piscine, ecc) e, con riferimento al contesto
scolastico, più nelle elementari che nelle medie, tra i maschi come tra le femmine.
E’ in aumento anche tra gli adulti l’aggressività: nel 2012 sono stati segnalati al
telefono rosa ben 1562 casi di violenza sulle donne.

Il vocabolario definisce il bullismo un comportamento che mette paura, aggressivo,
prevaricatore o di sopraffazione. Sue caratteristiche peculiari e distintive sono:
l’intenzionalità, la sistematicità e l’asimmetria di potere: questo vuol dire che le
azioni dei bulli sono sempre volte ad arrecare danno alla vittima, che si ripetono
sistematicamente, e sono caratterizzate da uno squilibrio di relazione e di potere tra
chi agisce e chi subisce. Si parla di:

 bullismo fisico, quando il bullo colpisce la vittima con calci, colpi, spinte e sputi
  (più diffuso tra i maschi);
 bullismo verbale, quando il bullo minaccia e offende la vittima e la prende in
  giro chiamandola con nomignoli che mettono in evidenza qualche suo piccolo
  difetto;
 bullismo psicologico, quando il bullo ignora la vittima, la esclude, mette in giro
  false voci sul suo conto e spaventa i suoi amici così che si allontanino a loro
  volta da lei (più diffuso tra le femmine);
 bullismo elettronico o cyberbullismo, quando il bullo invia messaggi molesti
  alla vittima tramite sms, facebook, ecc.

Accanto al bullo ci sono “l’aiutante” che agisce come suo seguace e i “complici
sostenitori” che ridono e lo incitano legittimando il suo comportamento prepotente
e spavaldo, sintomo spesso, di una grande fragilità. Infatti, si diventa bulli per
reazione a un disagio vissuto, perché si è soli, non considerati, trascurati dalla
famiglia, perché si è subito o assistito a delle forme di violenza.

Le vittime di solito sono bambini timidi, riservati, tranquilli e sensibili, con difficoltà a
socializzare e con pochi amici, intelligenti e bravi a scuola, nei confronti dei quali i
bulli si sentono superiori per forza fisica, età o numero. Possono essere anche
persone anziane o disabili.

Di fronte a un atto di bullismo, le vittime spesso subiscono in silenzio per paura di
essere ulteriormente malmenate o perché pensano che sia colpa loro, e si tengono
dentro un segreto che non può essere taciuto. Qualcuno potrebbe anche
rispondere con dispetti o usando le mani, ma diventerebbe come loro, o deridere e
far imbarazzare il bullo per smontarlo, ma questo comportamento potrebbe indurre
il violento a vendicarsi chiamando rinforzi.

Accanto alle vittime spesso troviamo i “difensori” che aiutano la vittima e
contrappongono l’amicizia alle brutte maniere, e “l’esterno” che evita il
coinvolgimento pensando solo ai fatti propri.
“SINTOMI” DI BULLISMO

Se ti capita di sentirti un po’ BULLO, non avere paura ma...

     Cerca di capire la vera ragione per cui te la prendi con i più deboli;
     Renditi conto che i comportamenti aggressivi allontanano gli altri da te;
     Scegli film e videogames non violenti;
     Impara a controllare la tua aggressività e a scaricarla senza fare del
      male a nessuno (allontanati, fatti una corsa, conta fino a dieci...);
     Se stai vivendo una situazione difficile confidati con i genitori o con un
      amico vero: ti aiuteranno a stare meglio con te stesso;
     Comincia a rispettare le regole e a chiedere scusa quando fai del male
      a qualcuno;
     Abbi più fiducia in te stesso e nella possibilità di poter cambiare;
     Ricorda che se saprai essere gentile e simpatico, ti farai presto degli
      amici.

Se, invece, ti senti un po’ VITTIMA, non avere paura, ma...

   Non subire in silenzio atti di violenza fisica, verbale, psicologica o
    virtuale, non sono segreti da mantenere;
   Evita e allontanati dalle situazioni pericolose;
   Se dovessi trovarti in difficoltà grida aiuto, scappa, non fare l’eroe;
   Attenzione! Rispondendo con la violenza, la vendetta, la sfida, il
    rancore, rischi di diventare anche tu un bullo;
   Racconta subito quello che ti è successo agli adulti di cui ti fidi
    (insegnanti, genitori, allenatori sportivi, parroci, catechisti...), loro
    sapranno come aiutarti;
   Non rimanere mai solo, stai con gli amici, protetto nel gruppo;
   Ridimensiona la figura del bullo, non è forte come vuol far credere: il
    suo comportamento è espressione di grande insicurezza, di rabbia, di
    infelicità...;
   Ricorda che esiste un sito www.smontailbullo.it e un numero verde
    800.669696 istituiti dal Ministero dell’Istruzione a cui rivolgersi per
    segnalare casi di bullismo e chiedere consigli utili.
E per noi adulti, genitori ed educatori...

   Teniamo sempre aperto il dialogo con i figli ed esprimiamo il nostro
    disappunto ogni qual volta usano maniere aggressive, anche lontano
    dalla famiglia;

   Incoraggiamoli a rivolgersi a noi quando qualcosa non va e cerchiamo
    insieme di capire cosa si nasconde dietro le loro esplosioni aggressive
    o dietro le loro paure;

   Suggeriamo loro dei modi accettabili di sfogarsi quando sono
    arrabbiati, ponendo dei limiti ai comportamenti inadeguati e abituandoli
    a risolvere i problemi in modo pacifico, dialogando;

   Facciamo in modo che non assistano ad episodi di violenza fisica o
    verbale e non utilizziamo noi stessi le maniere forti;

   Scegliamo trasmissioni televisive e videogiochi adatti alla loro età;

   Affianchiamoli nell’uso del computer e aggiorniamoci sui pericoli di
    Internet (es. cyberbullismo);

   Insegniamo col nostro esempio il valore delle buone maniere,
    dell’accoglienza e del rispetto verso tutto e tutti;

   Lodiamoli quando rispettano le regole, quando sono educati, gentili,
    generosi;

   Non vergogniamoci se i nostri figli sbagliano e non arrendiamoci di
    fronte ai primi problemi;

   Accompagniamoli con amore nelle tappe della loro vita,
    incoraggiandoli a saper stare bene con tutti e a vivere in profondità il
    senso dell’amicizia.

     Hanno collaborato al Progetto: Calignano M. (Responsabile), Laudisa F. (Psicologa),
     Miceli M. (Sociologa) del Consultorio Diocesano ”Regina Familiae” di Galatone; gli alunni
     e gli Insegnanti prevalenti delle Sez. A, B, C, D, E delle terze, quarte e quinte classi: A.
     Bagnato, C. Casale, M. Filoni, C. Griffini, T. Innocenti, M. Longo, A. Maglio, M. Marra, T.
     Migliaccio, G. Mino, M. Mino, L. Paglialunga, A. Prete, P. Prete, L. Rizzo; gli Insegnanti
     referenti E. Carlà e A. Macchia.

     Si ringraziano: la Dirigente Scolastica dell’Istituto Comprensivo 1° Polo di Galatone
     dott.ssa Adele Polo e i rappresentanti di classe.
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