Il bambino silenzioso - Sabine Laerum
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COMUNICAZIONE ansioso che le rende difficile o impos- quelli con mutismo selettivo possono Il bambino sibile parlare in pubblico, mentre a ca- tacere per anni. Se un bambino non sa chiacchiera allegramente. I bambini parla dopo quattro settimane dall’in- che presentano un mutismo selettivo di serimento in classe, è un segnale d’al- solito in casa parlano senza problemi larme», avverte Steven Kurtz, che ha con le persone di fiducia – genitori, fra- istituito un programma specifico di telli o sorelle – ma ammutoliscono rego- trattamento presso il Child Mind Insti- silenzioso larmente quando vengono interpellati in tute di New York, oltre a occuparsi del altre situazioni, per esempio in vacanza, problema nella professione privata. L’I- alle feste di compleanno, dal medico, stituto è un’organizzazione di pubblica nei negozi, ai giardini e spesso anche utilità specializzata nell’assistenza ai all’asilo o a scuola. minori con problemi psichici. Nel cor- Il loro mutismo non è dovuto a proble- so degli ultimi 15 anni Steven Kurtz ha mi di sviluppo del linguaggio, anche se visto circa 500 casi di mutismo selet- questi sono presenti in circa metà dei tivo, del 90% dei quali ha seguito an- Sabine Laerum casi. Secondo il Diagnostic and Statisti- che il trattamento. «È una patologia che cal Manual of Mental Disorders (DSM- si può superare bene con una terapia 5), il mutismo selettivo rientra fra i di- comportamentale, eventualmente con sturbi ansiosi. Più esattamente, è una il supporto di psicofarmaci», dichiara. forma specifica di fobia, che come tutte «In assenza di trattamento è grande il le fobie porta a una condotta di evita- rischio che subentrino altri disturbi an- mento: chi ha paura dell’altezza evita siosi o anche depressione». di salire sulle torri, chi teme i ragni non La paura di parlare può assumere scende in cantina, chi ha paura di par- molti aspetti: alcuni bambini sono tal- lare tace. Nel 75% dei casi il mutismo mente angosciati che non comunica- è accompagnato da altre manifestazioni no affatto, o solo a gesti, annuendo, ansiose, come angoscia di abbandono e scuotendo la testa, alzando le spalle, sintomi ossessivi. indicando col dito. Altri emettono suo- Studi americani e israeliani indicano ni isolati, sbuffano, imitano la voce di che fra lo 0.7 e il 2% dei bambini in animali, usano il baby-talk. Ci sono poi età scolastica soffre di mutismo seletti- quelli che sussurrano singole parole o vo. Per avere un termine di raffronto, i disturbi di tipo autistico sono un po’ più frequenti, dall’1.1 al 2.6%. Ma chi tace Molti bambini tacciono: all’asilo, non disturba in classe, cosicché questi a scuola, alle feste di compleanno. bambini in genere sono considerati solo molto timidi. A casa invece parlano normalmente. La conseguenza è che spesso i casi non sono diagnosticati prima dei cin- Perché fanno così? que-otto anni, benché il disturbo si ma- E come possiamo aiutarli? nifesti già fra i tre e i cinque. Il 40% dei A lla scuola materna una matti- te, testarda, non dice una parola. Ma casi non riceve alcuna terapia specifi- frasi intere all’orecchio di una persona na Sarah a un certo punto cade, appena la madre viene a prenderla, le ca, e nella peggiore delle ipotesi è clas- prescelta. Qualcuno parla con i bambini sbucciandosi il ginocchio. I pan- si getta al collo piangendo e chiede un sificato erroneamente come autismo. ma non con gli adulti, o viceversa. taloni lunghi nascondono l’abrasione e cerotto. Spesso ci si limita ad aspettare che il Nessuno di questi bambini tace in- marzo-aprile 2015 marzo-aprile 2015 la maestra non ha visto l’incidente, ma Sarah ha quattro anni e questa è una mutismo scompaia da sé, cosa che av- tenzionalmente: vorrebbero parlare, ma si accorge che qualcosa non va. Le chie- delle tante situazioni in cui avrebbe viene di rado, non senza grave disagio non ci riescono. Spesso gli adulti pren- de: «Tutto bene?», Sarah però si gira bisogno di aiuto ma non riesce a co- emotivo. dono questo atteggiamento per osti- dall’altra parte, alza le spalle e curva municare per chiederlo. Soffre di mu- «I bambini timidi si sciolgono dopo nazione o come provocazione, perché il capo guardando per terra. Scostan- tismo selettivo, un complesso disturbo una fase iniziale di ambientamento, l’angoscia che c’è dietro non si mostra 66 67
nella mimica del viso, che assume anzi imbarazzante per tutte e tre e alla fine una maschera d’impassibilità. È il cor- la madre dice: «Si chiama Sarah». Con po, semmai, che in molti casi presenta queste tre paroline tutte si sentono me- una reazione di panico: accelerazione glio: la madre è sollevata e Sarah si li- del battito cardiaco, mani sudate, au- bera dell’ansia, ma impara anche: «Non mento della resistenza elettrica della c’è bisogno che vinca la paura, qualcu- pelle, tensione di tutti i muscoli, pronti no verrà in soccorso, qualcuno parlerà alla fuga. al posto mio». Il mutismo selettivo non è indizio di Ogni volta che il bambino non riesce problemi in famiglia, non segnala un a rompere il silenzio, la tendenza al mu- trauma nascosto. Su questo gli specia- tismo si radica sempre di più, per cui è listi sono unanimi, perché un bambino importante rompere il circolo vizioso il traumatizzato se si chiude nel silenzio più presto possibile. lo fa totalmente, non in situazioni par- ticolari. A scatenare il disturbo ansioso Q sono piuttosto eventi normalissimi, co- uanto più rapido e intensivo è l’a- me l’inserimento in asilo nido, l’inizio iuto, tanto migliori sono le proba- della scuola, un trasloco, la vita in un bilità di ripresa. Di fatto, però, la contesto culturale e linguistico nuovo. terapia comincia generalmente troppo Così i bambini costretti al bilinguismo, tardi e dura troppo a lungo. Per que- come Sarah che è tedesca ma vive negli sto Kurtz ha messo a punto a New York Stati Uniti, ne sono colpiti con frequen- il programma Brave Buddies (“compa- za tripla. In questi casi il fenomeno è fa- gni coraggiosi”), una terapia di gruppo cilmente frainteso: mentre impara una intensiva per bambini dai tre agli otto lingua nuova, spesso il bambino attra- anni, articolata in due cicli di cinque versa una fase di mutismo selettivo che giorni consecutivi, più quattro giornate può durare anche un anno intero. singole nel corso di un anno. «Per lo più esiste anche una predi- II “seminario” settimanale è stato sposizione naturale all’inibizione», af- frequentato negli ultimi cinque anni da ferma Steven Kurtz. «In circa il 75% 121 bambini: il 12.5% di loro, secon- do la valutazione di Kurtz, usciva dal A scatenare il disturbo ansioso sono quinto giorno di trattamento senza più pi?”, e Sarah aveva risposto: “Parlo con Ogni volta che un bambino non riesce sintomi, mentre nei due terzi dei casi dei nuovi amici”. piuttosto eventi normalissimi, come c’erano miglioramenti significativi. In La seduta dei Brave Buddies simula a rompere il silenzio, la tendenza al l’inserimento i asilo nido, l’inizio della un caso su otto, come per esempio in una tipica giornata scolastica america- mutismo si radica sempre di più, per cui quello di Sarah, il trattamento richie- na: riunione iniziale in circolo, presen- scuola, un trasloco deva ulteriori sedute. tazioni, domande e risposte, pranzo, ri- è importante rompere il circolo vizioso La prima volta che ha incontrato il creazione, attività didattiche e uscite. dei casi, almeno uno dei genitori ha gruppo dei Brave Buddies, Sarah era Il tutto mira a creare, senza pressione, Con i Brave Buddies Sarah ha prova- sofferto nell’infanzia di disturbi ansio- talmente impaurita da non aprire quasi quante più situazioni possibile in cui to per la prima volta come ci si sente si». Alla predisposizione genetica si bocca. Tuttavia, quando la madre ven- i partecipanti (fino a 24 bambini nel quando si riesce a parlare in un grup- aggiunge il fatto che i genitori spesso ne a riprenderla, per prima cosa le dis- gruppo) possano fidarsi e parlare senza po. Per arrivarci ha dovuto abituarsi favoriscono inconsciamente il silenzio se: «Mamma, ho fatto brave talking e timore. Ciascun bambino è affiancato gradualmente alla compagnia degli al- del bambino, rispondendo al suo posto. mi è piaciuto». Qualcosa di era smosso da una figura di sostegno (psicologo o tri bambini e degli operatori. Appena Un esempio: «Come ti chiami?», chie- in lei e l’indomani alla scuola mater- studente di psicologia), che ne valuta arrivata, giocava solo con la mamma, marzo-aprile 2015 marzo-aprile 2015 de la cassiera del supermercato. Sarah na, dopo due anni e mezzo di silenzio, i progressi, lo motiva e l’aiuta a vivere poi a loro si aggiunse Julia, la studen- tace. La cassiera insiste: «Sei proprio aveva risposto per la prima volta a una nel corso di cinque ore esperienze gra- tessa di psicologia che l’avrebbe pre- timida». Silenzio. Prova allora con una domanda della maestra. Questa aveva tificanti di successo. La consapevolezza sa in carico: non appena familiarizzata battuta: «Ti sei mangiata la lingua?». chiesto alla classe: “Bambini, che cam- di sé così creata si estenderà poi alla con questa e scambiate due parole, Ju- Ancora silenzio. La situazione diventa biamenti avete avuto negli ultimi tem- vita quotidiana. lia e Sarah hanno continuato a gioca- 68 69
sti a farlo. Una volta che con qualcuno si è instaurato il mutismo, è difficilis- Le sette regole simo superarlo. Ora, succede che per- sone, luoghi e attività note siano ormai del brave talking compromesse, mentre con gente nuova e situazioni vergini non c’è ancora una storia di mutismo abituale. «Per non finire nel compartimento 1 Dapprima non chiedere niente, per ridurre la pres- sione a parlare. sbagliato», avverte Steven Kurtz, «è da evitare per prima cosa di fare do- mande». Chi non fa domande non si 2 Finché il bambino tace, descrivere e lodare quello che fa. Invece di «Vuoi giocare con le macchini- ne?», dire «Hai preso le macchinine, mi piace come aspetta una risposta, cosa che allenta le metti in fila». la pressione a parlare, cosicché l’ansia si riduce. Ma trattenersi in questo mo- do è molto difficile alla maggior parte delle persone, come dimostrano i video 3 Porre domande a scelta multipla: «Preferisci giocare con la macchina rossa o con quella blu?». La risposta è già contenuta nella domanda, il che registrati da Kurtz: in presenza di un rende più facile parlare. bambino silenzioso, in cinque minuti gli adulti arrivano a bombardarlo con 24 domande. 4 Se queste funzionano bene, fare anche domande aperte: «E ora con cosa vuoi giocare?». 5 Aspettare cinque secondi: i bambini con mutismo M a come si fa a comunicare sen- selettivo spesso rispondono con un certo ritardo. za fare domande? «Ci lasciamo guidare totalmente dalle idee del bambino, descriviamo le sue azioni, lodiamo quello che fa e lo imitiamo, gli 6 Ripetere quello che dice il bambino e lodarlo perché non ha paura di parlare: «Mi piacciono le macchinine». «Che bello che mi dici che vuoi gioca- mostriamo il nostro entusiasmo», spie- re con le macchinine. Bravo, non hai avuto paura di ga Kurtz descrivendo le regole dell’atti- parlare!». vità ludica, uno degli aspetti fondamen- tali del metodo. Invece di chiedergli «Prepari il caffè? Giochiamo alle signo- re?», si commenta quello che sta facen- 7 Evitare le domande Sì/No: permettono di rispon- dere annuendo o scuotendo la testa, cosicché il bambino non ha bisogno di parlare. do: «Ecco, hai messo la caffettiera sul fuoco. Ora hai preso la tazza gialla. Bra- re da sole, poi con un altro bambino. operatori, i quali vengono istruiti inoltre va, come stai attenta a non rovesciarla». Sarah il rituale dell’ordinazione: «Cosa L’avvicinamento al gruppo è avvenuto nella pratica di una versione riveduta Possono bastare 15-20 minuti di gioco preferisci, una pallina di cioccolata o lentamente: dapprima il terzetto gioca- della Parent-Child Interaction Therapy, non direttivo perché il bambino si di- di vaniglia?». «Vaniglia». «Brava, l’hai va in una stanza separata, a porta chiu- una forma di terapia comportamentale stenda e prenda contatto di sua inizia- detto proprio bene. La vuoi nel cono o sa, poi con la porta aperta, quindi nella ideata inizialmente per i bambini con tiva – un linguaggio corporeo più aperto, nel bicchierino?». «Nel cono». «Ottimo, sala comune, inizialmente ai margini e difficoltà di socializzazione. Una regola un sorriso, versi di animali o altri suoni, ti ringrazio di avermelo detto. Ci vuoi infine in mezzo alla mischia. Stephen fondamentale è non assillare il bambi- un sussurro, addirittura qualche parola sopra la granella di mandorle o qual- Kurtz insegna queste strategie a tutti gli no con domande, ma lasciargli condur- con voce normale. Quando comincia a cos’altro?». «La granella». «Bravissima! re il gioco e solo dopo che si è tran- verbalizzare, alcune regole di comuni- quillizzato avviare un contatto verbale. cazione lo incoraggeranno a parlare di Questi bambini sono abituati a dividere marzo-aprile 2015 marzo-aprile 2015 Ciò è fondamentale soprattutto nei casi più (si veda il Box Le sette regole del Come si fa a comunicare senza fare il momdo in due: le persone con cui di mutismo selettivo, dato che questi Brave Talking). domande? «Ci lasciamo guidare bambini sono abituati a dividere il mon- Per esempio, durante un’uscita in possono parlare e quelle con cui non do in due: le persone con cui possono gruppo per andare a prendere un gelato, totalmente dalle idee del bambino, sono disposti a farlo parlare e quelle con cui non sono dispo- per tutta la strada Julia ripassava con lodiamo quello che fa, lo imitiamo» 70 71
«Ho dovuto abituarmi a ripetere tutto maestra e farle domande, comprarsi un panino dal fornaio, giocare con nuo- quello che Sarah dice e a lodarla ogni vi amici, far visita ai parenti, ordinare volta esplicitamente per aver avuto il qualcosa al ristorante, informarsi sui prezzi in un negozio, chiedere la strada coraggio di parlare» a un passante. Per poter padroneggiare gradualmente tutte queste situazioni, ci Così mi hai detto che ci vuoi la granella. vuole un adulto che si eserciti col bam- Hai detto tutto senza nessuna paura». bino e impari così a riconoscere i pic- Quando infine sono arrivati alla gelate- coli passi di cui è capace via via: forse ria, Sarah si era esercitata tante volte ancora non è in grado di ordinare il ge- da essere capace di ordinare il gelato lato da solo, ma lo dice in un orecchio da sola. al padre, in presenza del gelataio, e la «Ho dovuto abituarmi», racconta la prossima volta forse glielo dirà a voce madre, «a ripetere tutto quello che Sa- alta, ma solo a qualche metro di distan- rah dice e a lodarla ogni volta esplici- za dal banco. tamente per aver avuto il coraggio di Se si esercita spesso in situazioni del parlare». Sulle prime è stato un po’ genere, il bambino pian piano disimpa- scioccante per la bambina questo farle ra il comportamento di mutismo difen- notare tutto ciò che diceva, ma la ripe- sivo. Per arrivarci ci vogliono da tre mesi tizione e le lodi mandano tre messaggi a sei anni di lavoro intensivo, e molta importanti: «Ti sento parlare. Ce l’hai pazienza. Secondo Kurtz, prima di sen- fatta a superare la paura. Hai coraggio tirsi sicuro in quella situazione un bam- e l’apprezzo». Ciò aiuta in prospettiva a bino deve aver ordinato, mettiamo, un sviluppare una maggiore tolleranza allo gelato cinque o sei volte. Oggi Sarah a stress e a definire se stesso come per- scuola parla al 99%, ma non ha supera- sona che parla. to del tutto la paura di parlare, che an- cora la paralizza, per esempio, se deve fare un resoconto di fronte alla classe. M entre i bambini nel gruppo im- È comunque avviata sulla buona strada. parano a superare problemi co- A quattro anni c’erano solo tre per- me, ad esempio, ordinare un sone al mondo con cui parlava senza gelato, un lavoro di aggiornamento in- difficoltà: la madre, il padre e il fratel- segna ai genitori quelle stesse tecniche lo. Dieci mesi più tardi, dopo tre gior- che usano gli operatori del centro. Infat- nate e una settimana di Brave Buddies, ti, per quanto siano efficaci l’intervento innumerevoli situazioni quotidiane in di un terapeuta o un programma come cui ha esercitato le sue competenze di Brave Buddies, il coinvolgimento di ge- “brave talking”, quella lista è cresciuta nitori e insegnanti è decisivo. Non basta fino a 78 persone diverse, senza conta- infatti qualche ora di terapia, perché le re camerieri, commessi e tassisti. Qual- occasioni che richiedono il superamen- che giorno fa, andando a scuola con la to della paura di parlare sono dissemi- mamma a un certo punto è corsa avanti, nate in innumerevoli piccole situazio- si è girata ridendo e ha gridato: «Mam- ni quotidiane: a scuola rispondere alla ma, ora sono una bambina che parla!». marzo-aprile 2015 marzo-aprile 2015 Riferimenti bibliografici Titolo originale: «Das schweigende Kind», Psychologie Heute, Hartman B., Lange M. (2013), Mutismus im kindes-, jugend- und erwachsenenal- ter. Für angehörige, betroffene sowie therapeutische und pädagogische berufe, agosto 2014, 40-45. Schulz-Kirchner, Idstein. Traduzione di Gabriele Noferi. 72 73
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