IL ARABINIERE DA VENT'ANNI IN UNIFORME
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001_copertinaINSERTOscelta_Suppl_12 05/11/20 12.41 Pagina 1 C SUPPLEMENTO DICEMBRE 2020 Rivista Istituzionale dell’Arma dei Carabinieri IL ARABINIERE DA VENT’ANNI IN UNIFORME
02_03_presentazione_Suppl_12 04/11/20 18.15 Pagina 2 Supplemento al numero di Dicembre 2020 Direttore Editoriale Generale C.A. TEO LUZI Direttore Responsabile Col. GAETANO VITUCCI Direzione Redazione Amministrazione Piazza S. Bernardo, 109 - 00187 Roma Telefoni 06.483.780 - 489.04.039 Telefax 06.489.04.053 e-mail ilcarabiniere@tin.it Partita IVA 00915671002 C.F. 00598510584 GRAFICA Cippigraphix Srl STAMPA Poligrafici Il Borgo srl Via del Litografo, 6 40138 Bologna - www.poligraficiborgo.it Stampato Novembre 2020 UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA Copyright © 2018 «Il Carabiniere» Edito da Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri Iscrizione al n. 273 del Registro della Stampa del Tribunale di Roma 24.6.1948. Iscritto al n. 26876 del R.O.C.
02_03_presentazione_Suppl_12 04/11/20 14.56 Pagina 3 SUPPLEMENTO DICEMBRE 2020 PRESENTAZIONE N on lo dimenticheremo facilmente, questo 2020. Un anno pesantissimo, che ha messo sottosopra il mondo così come lo conoscevamo e che, ormai giunto alla fine, sta ancora mettendo alla prova il sangue freddo e la resilienza di ciascuno di noi, impegnati a combattere contro un nemico sub- dolo e invisibile. Contro di esso l’Arma dei Carabinieri, così come le altre Forze Armate e di polizia, il personale sanitario e tutti quei settori della nostra società chiamati a vegliare sulla pubblica sicurezza, ha schierato ogni sua ri- sorsa: uomini e donne che non si sono risparmiati in nulla per portare sol- lievo a chi ne avesse bisogno. Uomini e donne, appunto. È su queste ultime che mi voglio soffermare, perché a distanza di vent’anni dal loro ingresso nelle Forze Armate – le testimonianze contenute in questo inserto ve lo chiariranno – sono riuscite a confermare tutte le aspettative che la “novità” recava con sé. Il servizio militare femminile si è innestato su un nuovo modello di Difesa, che ha portato progressivamente tante giovani donne a inserirsi nel “mestiere delle armi” con compiti e doveri pari a quelli dei loro colleghi uomini. Per farlo, certo, hanno dovuto lavorare duro, dimostrare ogni giorno di “essere all’altezza” di ruoli tradizionalmente di appannaggio maschile. I tempi sono cambiati, la società anche, e oggi queste donne, quale che sia il loro grado o incarico, Comandanti di Compagnia o di Stazione, appartenenti a Reparti specializzati o analiste di la- boratorio, hanno dato ampia prova di versatilità, competenza e abnegazione, adattandosi a ogni ruolo e assumendosene ogni connessa responsabilità, cosicché la loro presenza nelle file dell’Arma costituisce un valore aggiunto di riconosciuto livello. Si pensi, ad esempio, all’im- portanza della componente femminile nelle missioni all’estero, dove il rapporto con le popo- lazioni locali è spesso vincolato a elementi culturali che riguardano il genere di appartenenza. «Nessuna lotta può concludersi vittoriosamente», ha detto la Premio Nobel per la Pace Malala Yousafzai, «se le donne non vi partecipano a fianco degli uomini». E non c’è nemmeno bisogno di andare troppo lontano: i più anziani di noi ricorderanno un tempo in cui, prima che le donne entrassero nelle Forze Armate, i Comandanti di Stazione si trovavano costretti, in de- terminate situazioni, a nominare “ausiliarie di polizia giudiziaria” le proprie mogli, per occu- parsi di mansioni troppo delicate per essere svolte dai militari uomini. Oggi, per fortuna, non dobbiamo più chiedere alle nostre consorti, alle nostre compagne, tale ulteriore supporto. Del resto, già ne riceviamo tanto, da loro, nella quotidianità. Oggi abbiamo tra di noi donne a pieno titolo operatrici di polizia giudiziaria. Loro, le nostre colleghe. Generale C.A. Giovanni Nistri Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri 3
04_05_introduzione__Suppl_12 05/11/20 14.51 Pagina 5 SUPPLEMENTO DICEMBRE 2020 INTRODUZIONE N ell’anno in cui abbiamo abbandonato la Lira per accogliere l’avvento dell’Euro, la nuova moneta unica europea, abbiamo anche salutato le prime donne Carabiniere: preparate, determinate, competenti. Pioniere in un mondo declinato per due secoli solo al maschile, hanno dovuto conquistare un loro spazio. Stesse opportunità sulla carta, ma la strada ancora tutta da tracciare, il proprio ruolo da conquistare. Guardate all’inizio da qualcuno con curiosità, hanno saputo dimostrare da subito tutta la grinta necessaria ad ottenere rispetto dentro e fuori l’Arma. Si sono distinte per bravura e tenacia, senza rinunciare all’empatia. Presenza preziosa, quella femminile, in tutte le operazioni, a cominciare da quelle in cui è op- portuno agire con tatto e discrezione, sapendo rinunciare alla forza. Capaci di ascolto, attente alle sfumature, sensibili, indossano l’uniforme con particolare orgoglio ed eleganza. A tutte loro va la mia ammirazione, la stima per un ruolo tutt’altro che facile, di tutela per tutti e di protezione per chi è a rischio. Il mio auspicio è che la loro gentilezza sia sempre d’aiuto ai più fragili e la loro forza una barriera contro i soprusi. Sono convinta che in ogni campo e in ogni momento il rigore vada declinato con l’attenzione verso gli altri, sia compagni di lavoro che destinatari del nostro impegno professionale. Anche in questo vedo che noi donne sappiamo essere un esempio virtuoso. Siamo capaci di inter- pretare il nostro contributo alla società come servizio. Diamo prova di rara fermezza, ma anche di grande generosità. Sappiamo essere resilienti. Abbiamo imparato a comandare, con carisma, rimanendo solidali. Preferiamo essere leader convincenti piuttosto che persone au- toritarie che battono i pugni sul tavolo. Rivolgendomi qui direttamente alle festeggiate, auguro a ciascuna di restare fedele ai propri doveri, spesso così duri, faticosi e persino rischiosi, senza perdere la capacità di donare sorrisi. Cominciate da voi stesse: regalatevi un sorriso ogni mattina prima di ogni altra cosa, perché lo meritate! E nel giorno in cui questa Rivista decide di rendere un significativo omaggio alle donne Carabiniere per i primi vent’anni di servizio, la mia proposta è di gettare via quell’ar- ticolo maschile, ormai superato, per chiamare d’ora in poi questa testata con formula unisex semplicemente Carabiniere, perché è anche dai dettagli che passa la vera inclusione. Auguri a tutte le donne Carabiniere e ai colleghi maschi per questi primi vent’anni insieme! Maria Concetta Mattei 5
06_07_LeOrigini__Suppl_12 04/11/20 20.11 Pagina 6 Sessanta, con alcune importanti iniziative, sep- pure regolate da leggi speciali. Oggi la presenza delle donne nelle attività militari è accettata e riconosciuta ovunque, anche se sarebbe ingiusto negare la lunga fila di pregiudizi affrontati e su- perati nel tempo, e gli altri ancora da superare, come del resto in molti altri settori professionali, per affermarsi. Di certo, all’interno della sua struttura, l’Arma dei Carabinieri può contare su un contributo femminile di UNO STILE DI VITA «L’ apertura alle donne non potrà che raffor- zare ulteriormente e arricchire l’Arma di nuove energie e nuove sensibilità che la mette- ranno in grado di svolgere, in modo ancora mi- gliore, la sua preziosa opera di tutela della sicurezza e di contrasto al crimine ed all’illegalità». A pro- nunciare queste parole, alla Scuola Ufficiali Ca- rabinieri, in occasione della cerimonia di inau- gurazione dell’Anno Accademico 2000-2001, l’at- tuale Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, allora Ministro della Difesa. Suggellando un pas- saggio fondamentale per l’Istituzione, che proprio nel 2000 aveva visto riconosciuto il rango di quarta Forza Armata. Vent’anni sono trascorsi da quando, in quello storico 20 ottobre 1999, la Legge 380 (“Delega al governo per l’istituzione del servizio militare volontario femminile”) venne finalmente ap- provata, e alle donne si aprì la porta per l’accesso nelle Forze Armate. Un lungo e accidentato iter, di cui si può considerare l’inizio nei primi anni 6
06_07_LeOrigini__Suppl_12 04/11/20 20.12 Pagina 7 SUPPLEMENTO DICEMBRE 2020 primissimo piano, riconosciuto dentro e fuori il esclusivamente al maschile – per le prime donne nostro Paese. Perché, se l’Italia è stata tra le ultime chiamate, nello stesso anno 2000, a far parte nazioni europee a promuovere l’arruolamento dell’Istituzione, e opportunamente scelte come militare delle donne, nel momento in cui ciò è ufficiali, si è optato per una formazione di indi- avvenuto esse hanno saputo distinguersi per scusso livello in prevalenza con una specializza- iniziativa e capacità rispetto alle colleghe delle zione in Psicologia. Ciò ha consentito loro di tra- altre nazioni. sferire al meglio le proprie esperienze e conoscenze Finalizzato a questo, un ingresso nell’Arma disci- a quella “seconda generazione” chiamate poi a plinato in modo graduale: al di là dei problemi preparare. Cosicché, in breve, è stato possibile strutturali e organizzativi immettere donne con una competenza adeguata da affrontare e risolvere in tutti i ruoli dell’Arma. – in una struttura per più È anche grazie a questo che la “rivoluzione rosa” di duecento anni pensata che ha coinvolto l’ambiente militare ha visto ri- gorosamente rispettati i principi di pari opportunità uomo-donna, pur considerando con grande at- tenzione le complesse problematiche relative alle scelte di maternità, con annesse le respon- sabilità genitoriali. Reclutamento, formazione e addestramento, stato giuridico e avanzamento, sono organizzati nella logica di un’assoluta ugua- glianza, e nel reciproco rispetto. E se le “Carabiniere” (circa cinquemila attual- mente in servizio effettivo) sono riconosciute come una presenza fondamentale per la difesa delle Istituzioni e per la sicurezza collettiva, va nondimeno sottolineato il loro impegno nelle missioni all’estero, principalmente nei progetti di peace keeping. Un peace keeping valorizzato dalla capacità, questa sì prevalentemente fem- minile, di stabilire contatti e rapporti nei contesti più diversi, sia per cultura che per religione, adeguandosi ad ogni particolare, spesso difficile, realtà. E consentendo parallelamente sugli altri fronti un ampliamento dell’attività e migliori opportunità. Le donne, è stato detto, sono “un moltiplicatore di forza ed efficacia”. Lo sono le donne militari, lo sono quelle che hanno scelto di dare il proprio contributo arruolandosi nell’Arma dei Carabinieri. Un compito impegnativo e coinvolgente. E so- prattutto uno stile di vita. 7
08_15_Carabiniere2_Suppl_12 04/11/20 20.13 Pagina 8 UNIFORME PER DUE LE “PIO I L MIO INGRESSO NELL’ARMA DEI CARABINIERI, COME UFFICIALE DEL RUOLO TECNICO, È AVVENUTO apprendere dagli errori. Ricordo con gratitudine ogni mio Comandante e ogni incarico ricoperto: come Ufficiale NEL 2000, quando sono stata una Psicologo addetto al Centro Nazionale delle due donne (l’altra è il Ten. Col. di Selezione e Reclutamento dell’Arma Barbara Vitale, il cui contributo potete dei Carabinieri, come Ufficiale addetto leggere a fronte, NdR) a vincere il primo al Reparto Analisi del Raggruppamento concorso, per laureati in varie disci- Operativo Speciale, come Comandante pline, che permetteva la partecipa- della Sezione Psicologia Investigativa zione di candidati di sesso femminile. del Raggruppamento Carabinieri In- Avevo deciso di partecipare perché vestigazioni Scientifiche e, infine, come mi affascinava l’idea di mettere la for- Ten. Col. Comandante del Nucleo di Psicologia mazione ottenuta con la laurea in ANNA BONIFAZI della Legione Carabinieri “Lazio”. Ho Psicologia a disposizione di un’Istitu- selezionato Carabinieri di ogni ordine zione secolare come l’Arma dei Carabinieri. Il fatto e grado, sentito a testimonianza vittime di tratta di di acquisire lo status di militare non rappresentava esseri umani, profilato psicologicamente autori di un problema né una novità nella mia famiglia: da omicidi efferati, cercato di lenire la sofferenza di parte di mamma, avevo due cugine di nazionalità genitori, fratelli, figli di vittime (e vittime stesse) di israeliana che avevano espletato il servizio militare violenza di genere, abusi e maltrattamenti; ho for- di leva e professionale come ogni loro connazionale. mato centinaia di colleghi su tematiche psicologiche Già dal periodo adolescenziale, infatti, mi chiedevo e criminologiche, e ora mi impegnerò nell’attività come mai in Italia il mondo militare fosse precluso di sostegno psicologico a Carabinieri e familiari. alle giovani donne… e il destino mi ha risposto, Nei vent’anni trascorsi nella grande famiglia Arma permettendo proprio a me di diventare una delle mi sono sempre sentita un Ufficiale dei Carabinieri, prime due donne Carabiniere. senza il bisogno di specificare “donna”, anche se Ricordo con emozione e nostalgia il giorno del Giu- non nego di commuovermi ancora nel vedere le ramento alla Scuola Ufficiali, alla presenza del Co- foto con l’uniforme premaman che il Comando Ge- mandante Generale, del Comandante della Scuola nerale approvvigionò per la mia prima gravidanza... Ufficiali, dei miei genitori, del mio fidanzato (ora Credo che la mia esperienza, in ogni modo, dimostri marito da diciotto anni) e dei tanti giornalisti e fo- come professionalità, valori condivisi e spirito di tografi che immortalarono l’epocale ingresso delle corpo possano creare le solide basi per una proficua donne nell’Arma. Da lì è iniziata la mia vita militare, carriera militare di un individuo, a prescindere dal costellata da tante esperienze professionali che fatto che sia uomo o donna. hanno fatto da cornice alla mia vita personale di figlia, fidanzata, poi moglie e madre di due figli. «Mi sono sempre sentita L’Anna con gli alamari e quella con le pantofole si sono avvicendate dando l’una la forza all’altra e un Ufficiale dei Carabinieri, senza permettendo a entrambe di crescere, maturare e bisogno di specificare “donna”» 8
08_15_Carabiniere2_Suppl_12 04/11/20 20.13 Pagina 9 SUPPLEMENTO DICEMBRE 2020 L’ARMA, O NIERE” LA MIA CASA S ONO PASSATI VENT’ANNI DAL MIO ARRUOLAMENTO NEL- L’ARMA DEI CARABINIERI COME quando sono stata mandata sul posto, con un gruppo di Ufficiali del Comando Generale, all’indomani dell’attentato in UFFICIALE PSICOLOGO. Anni in cui cui persero la vita tante persone, militari ho fatto tante esperienze di servizio, e civili. Ho in mente il viaggio su un ho conosciuto molti colleghi e mi aereo militare e l’arrivo a Tallil, in quel sono confrontata con superiori diffe- mondo sconosciuto. Quando ci penso, renti. È stata un’avventura, a tratti percepisco ancora la sabbia che penetra, entusiasmante, a volte stressante, in senza tregua, fin sotto l’elmetto del- ogni caso stimolante. l’uniforme. Se penso al drammatico I ricordi sono tanti, alcuni affiorano scenario dell’esplosione, avverto ancora immediatamente alla memoria, altri Ten. Col. l’odore di carne bruciata nell’aria. sono più sfocati, legati a un’emozione. BARBARA VITALE Quando mi è stato affidato l’incarico di Nel mio primo incarico, quando sono Capo Sezione “Atti Persecutori”, ho avuto stata trasferita al Comando Generale, ero l’unico modo di gestire i miei collaboratori nell’ambito di un militare donna. Per i corridoi del Palazzo il mio pas- tema complesso, regolato dal nuovo articolo 612-bis saggio era accompagnato da uno strano silenzio, del Codice Penale a tutela delle vittime. Mi sembra di come di attesa. Anche quando telefonavo a qualche rivedere l’incontro al Comando Generale con l’allora Comando esterno, appena mi qualificavo sentivo Ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna, di ri- un silenzio sorpreso dall’altra parte del filo. Per non vivere l’emozione di quel momento e dei numerosi parlare di quando uscivo in uniforme: molte persone incontri organizzati nei Comandi territoriali di tutta mi salutavano e mi facevano i complimenti, qualcuno Italia per sensibilizzare il personale sull’argomento. addirittura mi chiedeva di fare una foto insieme! In questi anni sono cambiate molte cose, la presenza La prima volta che mi sono sentita un “vero” Cara- femminile nell’Arma è diventata ormai la norma. A biniere è stato però quando, alla fine del corso breve assumerò l’incarico di Capo della 2a Sezione alla Scuola Ufficiali, ho trascorso un periodo di ti- dell’Ufficio Selezione del Personale del CNSR, che rocinio presso il Comando Provinciale di Bari. In mi dicono essere l’ufficio più “rosa” dell’Arma... quel periodo ho partecipato all’Operazione “Ettore Panta rei, tutto scorre. Una cosa, però, non è cambiata Fieramosca”, conclusasi con l’esecuzione di 19 or- da quando mi sono arruolata: la sensazione di “sen- dinanze di custodia cautelare in carcere per diversi tirmi a casa” ogni volta che vedo un Carabiniere. capi d’imputazione, tra cui l’associazione per de- linquere di stampo mafioso. Ricordo quando siamo «Quando uscivo in uniforme entrati all’alba in casa di uno degli indagati e, con lui, c’erano una ragazza ventenne e un bimbo di molte persone mi facevano due o tre anni che piangeva. Impossibile dimenticare i complimenti, qualcuno i loro occhi, colmi di paura e incredulità. Il 12 novembre 2003 un grave attentato colpì la addirittura mi chiedeva di fare base MSU dei Carabinieri a Nassiriya, in Iraq. Ricordo una foto insieme!» 9
08_15_Carabiniere2_Suppl_12 04/11/20 20.13 Pagina 10 LE “PIONIERE” UN AIUTO DAL CIELO L A MIA CARRIERA DA PILOTA DI ELICOTTERO INIZIA NEL 2008 CON IL CORSO DI FORMA- ZIONE PRESSO IL 72° STORMO DELL’AERONAU- TICA MILITARE DI FROSINONE, unica scuola militare nel settore dell’ala rotante che formi i futuri piloti delle Forze Armate e degli altri Corpi dello Stato. Al termine di quel percorso, ho conseguito il brevetto di volo con l’elicottero NH500E. All’epoca ero un Agente del Corpo Forestale dello Stato e, concluso il corso, sono stata destinata al Co- mando Operazioni Aeree di Roma Urbe, dove ho proseguito il mio addestramento finalizzato alla lotta Mar. Ord. Sara Battistini, agli incendi boschivi, al soccorso e ad altre attività di prima Pilota elicotterista presso il RAC di Pratica di Mare supporto aereo. È in questo contesto che ho preso anche l’abilitazione su elicottero AB412. A partire dal 2017, anno che ha visto il trasferimento delle risorse «I Nuclei Elicotteri Carabinieri del Corpo Forestale dello Stato nell’Arma dei Carabinieri, seguono le attività dei Reparti ho smesso l’uniforme grigioverde del CFS per indossare territoriali e di quelli specializzati: quella rossoblu dei Carabinieri. Una “rivoluzione” umana e professionale che è stata anche una straor- inevitabile che non esista missione dinaria occasione di crescita: nella nuova realtà in cui uguale ad un’altra» sono stata inserita, infatti, da una parte ho avuto modo di portare il mio specifico know-how e dall’altra reperti archeologici. Attualmente sono in servizio di approfondire ed estendere in maniera significativa presso il Raggruppamento Aeromobili Carabinieri le mie competenze aeronautiche. (RAC) di Pratica di Mare, con il grado di Maresciallo I Nuclei Elicotteri Carabinieri seguono le attività Ordinario. Attraverso i corsi di formazione del dei Reparti territoriali dell’Arma e di quelli specializzati, Reparto Addestramento, ho conseguito una nuova supportandoli in ogni modo “dal cielo”: inevitabile abilitazione su elicottero AW109 e il mio iter adde- che non esista missione uguale ad un’altra, cosa strativo in questo nuovo contesto è in fase di con- che rende il nostro incarico ancora più stimolante. solidamento. Presso il Nucleo Elicotteri di Roma Urbe, ad esempio, Essere la prima rappresentante dell’altra metà del ho avuto l’opportunità di lavorare con i Nuclei cielo a varcare come pilota la soglia del RAC è stato Tutela Patrimonio Culturale di Roma e Perugia per sicuramente un motivo di orgoglio. L’ambiente è il monitoraggio delle zone archeologiche presenti per tradizione maschile, ma mi auguro che la mia nel Lazio e in Umbria, al fine di contrastare il feno- presenza possa contribuire a dare un impulso nuovo, meno dei “tombaroli” che quotidianamente scavano permettendo ad altre colleghe d’intraprendere un abusivamente in queste aree per sottrarre beni che percorso certo impegnativo, ma anche estremamente vengono poi immessi nel traffico internazionale di ricco di soddisfazioni. 10
08_15_Carabiniere2_Suppl_12 04/11/20 20.13 Pagina 11 SUPPLEMENTO DICEMBRE 2020 ANDARE OLTRE L’ ACCETTAZIONE DEL RISCHIO È PARTE DEL- LA VITA DI OGNI CARABINIERE E CONSEGUE AL SUO GIURAMENTO DI FEDELTÀ. Per un Cara- biniere Paracadutista poi, è insito nei valori della sua specialità ed è requisito per l’appartenenza al Ten. Col. IRENE ORIVELLA MICELOTTA, prima Paracadutista nel Reggimento “Tuscania” Reparto. Pensare di entrare in Accademia Militare con il primo corso aperto alle donne è stato come decidere «Come militari non sempre di lanciarsi dentro un buco nero. Eppure non ho esitato. Non erano ancora pronte le uniformi, i re- ci viene data la possibilità golamenti, le camere, tutte informazioni di cui non di scegliere, la valutazione ero al corrente, ma senza esperienza non ne avrei del rischio non è solo un fatto comunque percepito fino in fondo la portata. Io ero un’atleta e avevo scelto di mettermi in gioco, personale, è parte del nostro accettando il rischio, per dare qualcosa di più. E sistema gerarchico» così ho continuato a fare ogni volta che mi sono trovata di fronte ad una difficoltà. Come militari, E io non ho mollato. Ora che sono un Ufficiale Su- però, non sempre ci viene data la possibilità di sce- periore, mi è richiesto di saper comandare e ho il gliere, la valutazione del rischio non è solo un fatto dovere di prendere in considerazione anche la mia personale, è parte del nostro sistema gerarchico. esperienza professionale. Quello che ho imparato Durante i primi anni di servizio del personale fem- è che non c’è nessun profitto che non abbia un minile si tendeva verso una generale prudenza, margine di rischio da accettare. ancora di più nell’impiego con un Reparto ad altis- Per un Comandante significa conoscere gli strumenti sima operatività come il 1° Reggimento Carabinieri che ha a disposizione, il loro potenziale e i loro Paracadutisti “Tuscania”. Il nodo cruciale dei 20 anni limiti, saperli valorizzare ma soprattutto avere la ormai trascorsi dal nostro ingresso è stato proprio “visione”. Solo andando oltre si può migliorare. l’accettazione di questo rischio anche da parte del- Nelle imprese private il rischio viene affrontato uti- l’Arma dei Carabinieri, un’Istituzione solida, equilibrata lizzando la diversificazione, ovvero puntando su e storicamente tradizionalista. L’Arma, con i suoi assetts diversi, distribuendo le risorse su strumenti modi e i suoi tempi, ha risposto, come sempre. con caratteristiche differenti. La diversificazione, «Sei arrivata troppo presto!», mi disse un nostro poi, promuove l’innovazione… e viceversa. Generale del “Tuscania”. «So che vuoi diventare Ca- Ieri era l’ingresso delle donne, domani potrebbe rabiniere Paracadutista, mi fa molto piacere. Mia essere qualsiasi altro input: ogni nuovo strumento figlia è stata una delle prime donne a diventare a disposizione dei Comandanti contribuisce all’ab- Funzionario della Polizia di Stato e so quello che ha battimento di un ulteriore margine di rischio, so- passato. Non permetterò che nella nostra Istituzione prattutto rende l’Arma un’Istituzione sempre aderente vinca una visione miope. Ma non sarà facile. E tu e vicina alla realtà di un Paese di cui si prende cura non devi mollare!». da più di duecento anni. 11
08_15_Carabiniere2_Suppl_12 04/11/20 20.13 Pagina 12 LE “PIONIERE” CARABINIERI SI NASCE C OSA HA DETERMINATO IN ME LA VOLONTÀ DI PARTECIPARE AL PRIMO BANDO DEL- L’ARMA APERTO ALLE DONNE? Una semplice frase pronunciata da mio fratello Tommaso, già Ca- rabiniere Paracadutista del “Tuscania”: «Carabinieri si nasce». Una massima che si attagliava perfettamente al mio carattere. Dopo la laurea e una carriera avviata in azienda, co- municai alla mia famiglia la volontà di intraprendere una vita diversa, quella del “Carabiniere”, un timido sogno nel cassetto divenuto realtà grazie a un’alchimia di senso della realtà, passione, rispetto della legalità e dei valori fondamentali del vivere civile. Maresciallo Capo ROBERTA REA, La determinazione e la dedizione mi hanno sempre prima Comandante di Stazione accompagnato, facendomi ben comprendere la responsabilità degli incarichi che ho di volta in volta ricoperto, senza perdere mai di vista il lato «Essere il punto di riferimento umano della nostra “missione”. Sì, perché grazie di una comunità ti fa crescere, anche ad eccellenti Comandanti, ho compreso la differenza profonda tra lo svolgere un “lavoro” e sia professionalmente fare il Carabiniere. sia umanamente» Nel mio primo incarico, in provincia di Firenze, ho partecipato a diverse attività investigative, comandato Il più grande orgoglio lo nutro proprio per aver ri- servizi esterni di pattuglia e interventi di emergenza, coperto questo ruolo, il più prestigioso per un Ma- ma soprattutto ho ascoltato la gente, ho incoraggiato resciallo. Essere il punto di riferimento di una donne a trovare la forza di denunciare condizioni di comunità è qualcosa che ti fa crescere, sia profes- violenza e accompagnato bambini a scuola per far sionalmente sia umanamente. sentire la nostra vicinanza ai cittadini. Grazie a quell’esperienza, ho potuto ambire ai succes- Vi è stato poi un momento dove la realtà ha superato sivi incarichi presso lo Stato Maggiore di una Grande il sogno: quando sono stata nominata Comandante Unità, anche come Capo Segreteria, fino alla mia at- di Stazione in provincia di Pistoia. Pioniera anche in tuale mansione in un Reparto interforze, la Direzione questo ruolo, timorosa del nuovo incarico ma de- Centrale della Polizia Criminale, ove quotidianamente terminata e risoluta, senza dare mai nulla per scontato, si affrontano nuove sfide e si elaborano nuove strate- ho preso in mano l’attività operativa di un Comando gie, forti del proprio bagaglio professionale. situato in una località a vocazione turistica, condotto A distanza di vent’anni, conservo lo stesso entusiasmo indagini e vigilato sulla comunità, raccogliendo nel e la medesima fierezza del primo giorno nel vestire tempo la sua riconoscenza e il plauso delle autorità l’uniforme, pur non dimenticando gli enormi sacrifici locali e provinciali. che ciò ha comportato. 12
08_15_Carabiniere2_Suppl_12 04/11/20 20.13 Pagina 13 SUPPLEMENTO DICEMBRE 2020 LA SCELTA DI MARIAGIOVANNA L A MIA CARRIERA NELL’ARMA È INIZIATA NEL 2010, MA LA DECISIONE DI INDOSSARE L’UNIFORME L’HO PRESA DA GIOVANISSIMA. servizio. Un attimo dopo, il Maresciallo Alessandro Catena ed io siamo intervenuti su una rapina in atto all’interno di un affollato esercizio commerciale All’inizio era solo il sogno di chi sta cercando la nel quartiere romano di Fidene. Il rapinatore ha propria strada, poi è divenuto consapevolezza di esploso alcuni colpi d’arma da fuoco, ferendo gra- valori che sentivo profondamente miei e, infine, vemente il Maresciallo Catena. È in simili momenti determinazione a raggiungere un obiettivo. È tale che emergono le ragioni che ti hanno spinto a di- determinazione che mi ha accompagnata nel mio ventare Carabiniere, insieme alla preparazione e percorso, dove mi sono trovata spesso a dover su- agli addestramenti ricevuti. Agire dimenticando te perare i miei limiti, a mettere da parte le incertezze stessa per difendere vite altrui, quella del collega per far emergere il coraggio e l’abnegazione che ormai a terra e degli avventori terrorizzati. La deci- ogni militare deve possedere. La carriera di un Ca- sione istintiva di rispondere al fuoco per poi disarmare rabiniere può essere segnata dall’esigenza di pren- e trarre in arresto il rapinatore. dere decisioni importanti, dalle quali dipende non Il 5 giugno 2017, nell’Annuale di fondazione dell’Arma, solo la propria vita, ma anche quella degli altri. il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella mi Nel 2016 è successo anche a me. Era il 13 giugno e, ha consegnato la Medaglia di Bronzo al Valore del- fino a quel momento, sembrava un giorno di normale l’Arma dei Carabinieri. L’emozione è stata grande, e non tanto per il prestigio di quel riconoscimento, ma perché accanto a me, a ricevere la Medaglia d’Argento al Valor Militare, c’era il Maresciallo Catena. In quel momento ho capito di aver fatto la scelta giusta. A partire da quando ho varcato i cancelli della Scuola Allievi Carabinieri di Torino fino a quando, terminato l’iter di formazione, sono ap- prodata in una Stazione romana dove è stato l’allora Comandante, il Luogotenente Salvatore Veltri, oggi in congedo, a insegnarmi “sul campo” cosa significhi essere un Carabiniere. Nella professione, però, come nella vita, l’importante è crescere. Per questo nel 2019, dopo aver superato il concorso e aver frequentato il Corso Allievi Mare- M.llo MARIAGIOVANNA CARDINALE, scialli presso la Scuola Sottufficiali di Velletri, sono prima Medaglia di Bronzo al Valore dell’Arma stata assegnata al Comando Stazione Carabinieri di Vallata (AV ), dove presto servizio tutt’oggi. Nuove «Era il 13 giugno e, fino a quel prospettive, differenti realtà territoriali, ma sempre la stessa determinazione a voler guardare avanti momento, sembrava un giorno senza dimenticare mai i valori in nome dei quali ho di normale servizio» prestato giuramento. 13
08_15_Carabiniere2_Suppl_12 04/11/20 20.14 Pagina 16 LE “PIONIERE” L’ACCORDO PERFETTO P IÙ CHE UNA SCELTA, ENTRA- RE NELL’ARMA È STATA PER ME UNA VERA E PROPRIA VO- anziani, quartieri e piazze dove il calore e l’affetto della gente sono palpabili. Ricordo a tal proposito CAZIONE, edificata sulla base di un concerto che abbiamo tenuto a un impegno continuo, sull’adesione Brescia, in piazza della Loggia, nel a valori incrollabili e sul desiderio febbraio scorso. Era una domenica d’inserirsi in una tradizione presti- mattina soleggiata ma freddissima, giosa. Un vero e proprio modus vi- eppure l’entusiasmo che faceva bril- vendi, insomma, che abbraccio or- lare gli occhi di chi assisteva alla mai da un decennio e che va al di nostra esibizione è stato capace di là di quelli che sono la professione sciogliere il gelo che attanagliava o lo specifico ruolo ricoperto all’in- Lgt. ANNA MARIA BARBARIA, le dita durante l’esecuzione. Una si- terno dell’Istituzione... Primo Clarinetto nella Banda dell’Arma gnora del pubblico, che non cono- Già farmacista con la passione per scevo, si è tolta dal collo il suo la musica, il mio primo incontro con l’Arma è avvenuto foulard, sul quale erano stampate delle note musicali, grazie al superamento del Concorso, indetto nel 2008, e me l’ha regalato. Quella stola, mi ha detto, aveva per orchestrali presso la Banda dell’Arma. La mia pas- per lei un significato particolare e il farmene dono era sione di sempre ha trovato un modo per ringraziarci così il suo posto naturale «Cresciuta in piccole realtà delle emozioni che il nostro all’interno di un’Istituzione concerto le aveva suscitato in cui, un po’ per indole e musicali, grazie all’Arma dei ma anche, più estesamen- un po’ per formazione, mi Carabinieri mi trovo oggi a calcare te, un’espressione di rico- sono istintivamente rico- noscenza per tutto ciò che nosciuta. I valori che mi i più bei palcoscenici e le più l’Arma fa per la gente e ac- sono stati trasmessi dalla stupefacenti piazze del mondo» canto alla gente. Sono pic- mia famiglia e l’immagine coli, grandi gesti come que- emblematica di mio padre, già Comandante della sto che conservo tra i ricordi più preziosi della mia Polizia Locale, sono stati il terreno fertile su cui è esperienza di donna e di “musicista con gli alamari”; fiorito il mio percorso di vita e di carriera. Cresciuta al- sono simili incontri a rappresentare, per me, una fonte l’interno di piccole realtà musicali, in quel pezzo di insostituibile di crescita e arricchimento interiore. Sicilia sano e ricco di creatività che mi ha poi portato Nella nostra gloriosa Banda ricopro oggi il ruolo di ad approfondire gli studi negli ambienti vivaci e sti- Primo Clarinetto, col grado di Luogotenente. La mia è molanti del Conservatorio, grazie all’Arma dei Carabinieri una vita fatta di viaggi, in Italia e all’estero – Mosca, mi trovo oggi a calcare i più bei palcoscenici e le più New York, Parigi, Toronto e Buenos Aires sono solo stupefacenti piazze del mondo. Scenari sempre nuovi alcune tra le mete che abbiamo raggiunto nel mondo e diversi, come nuovo e diverso è ogni giorno il lavoro con i nostri fiati, i nostri ottoni e le nostre percussioni – in questo particolarissimo Reparto, così unico eppure ma soprattutto è una vita fatta di studio e creatività, così fedele alla tradizione dell’Arma. I teatri migliori in che mi porta ogni giorno a confrontarmi con i miei cui esibirsi, tuttavia, restano per me le piccole realtà, limiti e a pormi continuamente nuovi obiettivi, il più quelle semplici e vicine alla gente, nelle quali continuo importante dei quali è trovare l’accordo perfetto tra a sentirmi a casa: contesti di provincia, scolastici o per passione e professione. 14
08_15_Carabiniere2_Suppl_12 04/11/20 20.14 Pagina 17 SUPPLEMENTO DICEMBRE 2020 IL DESTINO liare, così grande eppure così vicino. Nel 1993, ad esempio, per il 50° Anniversario del sacrificio di NEL NOME Salvo, portò tutta la famiglia in macchina, dalla Sicilia al luogo dell’olocausto, per la commemorazione in forma solenne. Anche per questo, da 17 anni, per me tutto è mutato e tutto si è amplificato. N ATA E CRESCIUTA IN SICILIA, TERZA DI Perché se tante volte, da bambina e da ragazza, QUATTRO FIGLI, ERO GIÀ LAUREATA IN PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZ- passando in una via, entrando in una caserma o partecipando a una cerimonia dedicate a Salvo ZAZIONI, quella sera di oltre vent’anni fa durante D’Acquisto, ho provato il naturale orgoglio per il la quale appresi dal TG la notizia che m’avrebbe cognome che porto, a questo, dal 2003, si è aggiunto cambiato la vita: l’inizio dell’arruolamento femminile l’onore per l’uniforme che indosso. Per 16 anni ho nelle Forze Armate italiane. In avuto il privilegio di prestare quel momento qualcosa mi scat- servizio all’Ufficio Cerimoniale tò dentro in modo definitivo: del Comando Generale dell’Ar- dovevo intraprendere quella stra- ma, occupandomi, tra l’altro, da e sentivo che una D’Acquisto di celebrazioni di avvenimenti non avrebbe potuto scegliere che hanno dato gloria alla Be- altro che l’Arma. nemerita, ma anche di eventi Ricordo benissimo il mio primo drammatici che hanno visto giorno da militare alla Scuola di nostri militari d’ogni ruolo do- Velletri, quando sollevando lo nare la vita per la difesa della sguardo, all’ingresso principale, legalità e della giustizia, adem- lessi la scritta “Caserma MOVM V. piendo al senso più profondo Brig. Salvo D’Acquisto” ed ebbi del nostro servizio. l’immediata sensazione che den- Da un anno appena, invece, tro me tutto stesse per cambiare. mi occupo di selezione del per- Il ricordo dell’Eroe di Torre di Pa- sonale presso il Centro Nazio- lidoro, nella mia famiglia, è stato nale di Selezione e Recluta- sempre tenuto vivo, soprattutto mento. Sento appieno la re- attraverso mio papà Alfredo, che Cap. VALENTINA D’ACQUISTO, sponsabilità di dare il mio con- ci ha lasciati due anni fa. Cugino Ufficiale atttualmente in forza al CNSR tributo nell’individuazione delle di Salvo, uomo d’altri tempi, ca- nuove leve dell’Arma, perché ratterizzato da un senso di giu- «In quel momento quando durante i colloqui mi stizia e da un’integrità morale qualcosa mi scattò dentro pare di riconoscere negli occhi talmente forti da lasciare a volte di una ragazza o di un ragazzo interdetti anche noi figli, è stato in modo definitivo: l’entusiasmo, la passione e il lui a trasmetterci col suo esempio dovevo intraprendere senso di giustizia propri di un e con la sua memoria attiva – non tanto della morte quanto quella strada e sentivo futuro, bravo Carabiniere, si ali- menta in me la speranza che della vita del suo amato parente – che una D’Acquisto si possa prima o poi avere un i valori più importanti. È stato Paese nel quale non ci sia più papà, ad ogni occasione, a rinvi- non avrebbe potuto la necessità di un sacrificio gorire l’immagine di quel fami- scegliere altro che l’Arma» come quello di Salvo. 15
16_17_fiction_Suppl_07 04/11/20 14.44 Pagina 16 DALLA REALTÀ ALLO SCHERMO Mentre diventa sempre più nelle Forze Armate: donne determinate nel com- pimento del proprio dovere, coraggiose quando familiare, agli occhi degli italiani, le circostanze lo richiedono, ma anche portatrici la versione femminile del Carabiniere, di quei valori insiti nell’universo femminile che danno al loro ruolo istituzionale un valore aggiunto. se ne moltiplicano (con successo) Maria Guerra, protagonista della fiction, ha il volto le interpretazioni televisive intenso e rassicurante di Vanessa Incontrada, che con empatia e naturalezza è riuscita a infondere È l’ultima in ordine di apparizione la Maria Guerra protagonista de Il Capitano Maria (serie televisiva andata in onda nel 2018), a rappresentare grazia e profondità al suo ruolo, dando vita a un personaggio che per risolvere i casi che si trova ad affrontare mette in campo, oltre ai metodi in- nelle più varie sfaccettature quello che sono oggi vestigativi più tecnologici, un’arma speciale: quel le “signore dell’Arma” vent’anni dopo il loro ingresso senso di umanità e capacità di comprendere la 16
16_17_fiction_Suppl_07 04/11/20 14.44 Pagina 17 SUPPLEMENTO DICEMBRE 2020 complessità dei sentimenti umani che caratterizza un’intervista alla nostra Rivista dichiarò: «A anche tante altre protagoniste della Benemerita quella fiction sono particolarmente legata, non in versione “televisiva”. Perché quelle donne, qua- solo perché è grazie ad essa che ho realizzato lunque sia il grado che rivestono, Appuntato, Ma- il sogno di diventare un’attrice, ma anche perché resciallo o Capitano, una cosa hanno in comune: è accaduto nel modo migliore che potessi im- insieme all’estenuante lavoro in caserma, tra maginare: indossando un’uniforme prestigiosa delicate decisioni da prendere, a volte in situazioni come quella dei Carabinieri. Da palermitana di emergenza, e gravose responsabilità da onorare, cresciuta negli anni delle stragi di mafia, ho devono continuare a portare avanti il loro “mestiere” sempre visto i Carabinieri come un baluardo di di donne, occupandosi di figli, mariti, genitori. legalità, il simbolo di uno Stato che c’era e Maria-Vanessa l’ultima, Paola-Manuela la prima. combatteva dalla parte dei “giusti”». È stata infatti la bella attrice di Latina Manuela Il legame con l’uniforme e quel che rappresenta Arcuri ad aver interpretato per la prima volta una è un elemento che accomuna le “Carabiniere” donna Carabiniere sul piccolo schermo. Nella del piccolo schermo. Ne è convinta anche Maria fiction Carabinieri del 2002, a solo due anni dal Chiara Giannetta, che nelle ultime stagioni di fatidico ingresso dell’altra metà del cielo nelle Don Matteo, una tra le più popolari fiction made file dell’Arma, la giovane Paola Vitale indossa fie- in Italy, ha preso il posto dei due Capitani che ramente l’uniforme che – confessò più tardi l’hanno preceduta (Flavio Insinna e Simone Mon- l’artista a riprese finite – anche una volta smessa tedoro) e, con un’indomita tenacia condita anche le lascerà addosso un senso di responsabilità e di da un filo di rigidità, è andata a comandare la rispetto per quella professione e verso quei Compagnia di Spoleto, dove tra i suoi principali cittadini che ai Carabinieri si affidano. interlocutori ci sono anche un prete scomodo e Dopo di lei sono state molte altre a inter- l’ingestibile Maresciallo Cecchini, ri- pretare queste figure femminili che, col spettivamente interpretati da Terence passare degli anni, abbiamo imparato Hill e Nino Frassica. Per Maria Chiara a conoscere e riconoscere per strada, quell’uniforme, tra i tanti abiti di nelle caserme, nei servizi d’ordine, scena che come attrice le è capi- prima con un un misto di curiosità e tato di indossare, ha rappresentato perplessità, poi sempre più convinti una vera eccezione: perché ogni della loro autorevolezza, grazie a quel volta che si è ritrovata indosso senso di appartenenza e serietà con quella camicia bianca con le mo- cui ognuna di loro espleta il proprio strine e quei pantaloni perfettamente ruolo. Ecco allora il Maresciallo Andrea stirati, la giacca con gli alamari d’ar- Sepi che, sempre in Carabinieri, andata gento e il berretto con la fiamma, ha in onda su Canale 5 per sette sta- sentito crescere dentro di sé una gioni consecutive, aveva le responsabilità che non credeva fattezze della bionda Ales- nemmeno di poter provare. sia Marcuzzi, o il Carabi- E una “vestizione” dopo l’al- niere scelto Sonia Martini, tra, ha raccontato, «diven- interpretata dall’attrice tavo sempre di più Anna siciliana Roberta Giarrus- Olivieri, Capitano dei Ca- so, che in occasione di rabinieri». 17
18_storia_Suppl_12 04/11/20 15.52 Pagina 18 SUPPLEMENTO DICEMBRE 2020 51 FIGLI C’era anche il Car. Sc. Giovanna Calvaruso, tra i militari intervenuti per salvare i bambini di una scuola di Crema presi in ostaggio da un folle il 20 marzo 2019 N on è stata solo la Medaglia d’Oro al Valor Civile – di cui è stata insignita per aver salvato la vita, insieme ad altri colleghi del Comando Provinciale di Milano e non solo, di cinquantuno ragazzi e tre adulti presi in ostaggio da un folle – a fare del Carabiniere Scelto Giovanna Calvaruso, trentacinquenne in servizio presso la Tenenza di San Giuliano Milanese, una donna orgogliosa della sua scelta. Di quella vicenda che per giorni, nella primavera del 2019, ha riempito le cronache italiane, Giovanna conserva un riconoscimento di gran lunga più prezioso: il ricordo di un abbraccio. A regalarglielo è stata una di quei cinquantuno adolescenti quando, a incubo finito, i “Carabinieri eroi” sono andati a trovarli nella loro scuola di non l’hanno perso. In barba al pericolo e alla Crema e lei ha subito riconosciuto in quella militare paura che certo anche i Carabinieri conoscono dal rassicurante sorriso l’angelo che le era venuto ma sanno dominare, quando in gioco c’è la vita in soccorso quando il futuro sembrava sul punto di cinquantuno figli che potrebbero essere i loro. di andare in fumo. Non è ancora madre, Giovanna, ma una cosa, il Era stata quella ragazza, infatti, a incrociare lo giorno in cui ha incontrato gli sguardi di quei sguardo di Giovanna dal finestrino del bus se- giovanissimi ostaggi, l’ha imparata: un terrore questrato in quel maledetto giorno di marzo; simile a quello che ha visto nei loro occhi un era stata lei, con gli occhi colmi di un terrore bambino non dovrebbe provarlo mai. infinito, a segnalare a quella giovane in uniforme Impedire che accada è uno dei motivi che ogni che avrebbe potuto essere sua sorella maggiore giorno la spingono a indossare un’uniforme. «Per la tanica di benzina che il sequestratore aveva essere sempre vicina alla gente», direbbe lei, che usato per impregnare l’interno di quel mezzo, con questo obiettivo apparentemente semplice pieno di uomini e donne ancora da venire. Lei a si è arruolata nell’Arma sette anni fa e che, il 20 far capire a Giovanna e ai suoi colleghi che di marzo 2019, vicina, anzi vicinissima, alla gente tempo da perdere proprio non ce n’era. E loro di Crema lo è stata sicuramente. 18
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001_copertinaINSERTOscelta_Suppl_12 04/11/20 15.55 Pagina 4 ENTE EDITORIALE PER L’ARMA DEI CARABINIERI Piazza S. Bernardo, 109 - 00187 Roma - ilcarabiniere@tin.it
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