I Monti Dauni, un esempio di area interna: riorganizzazione amministrativa e strategie di sviluppo locale - AGEI
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Eleonora Mastropietro I Monti Dauni, un esempio di area interna: riorganizzazione amministrativa e strategie di sviluppo locale Sulla base di un percorso di ricerca sul campo, il contributo vuole fornire una descrizione del contesto dell’area dei Monti Dauni, in riferimento all’evoluzione delle aggregazioni amministrative e ai rapporti con le diverse scale di governo del territorio. L’area appare di particolare interesse in quanto è stata scelta come zona di sperimentazione nell’ambito della Strategia Nazionale per le Aree Interne da parte della Regione Puglia. Il contributo passerà in rassegna la varietà di livelli amministrativi che insistono nell’area e i tentativi di costruire sinergie territoriali. Si evidenzierà in che modo il processo di riordino territoriale sia caratterizzato da incongruenze oltre che da resistenze da parte di alcune amministrazioni locali ad aderire a strategie di aggregazione sovracomunale. Abstract: T he Monti Dauni, an Example of an Inner Area: Administrative Reorganization and Local Development Strategies Based on a fieldwork project, the paper aims at providing a description of the context of the Monti Dauni’s area, regard- ing the evolution of the administrative aggregations and the relationships with the various levels of territorial government. The area seems to be particularly relevant because it has been chosen, by the Apulia Region, as experimental area within the National Strategy for Inner Areas. The contribution will review the different administrative levels inside the area and it will summarize the attempts to build territorial synergies. It will be highlighted how the territorial reorganization process has been characterized by discrepancies as well as by the resistance of some local administrations to take part in over-municipal aggregations’ strategies. Parole chiave: aree interne, aggregazioni amministrative, sviluppo locale, Puglia Keywords: inner areas, administrative aggregations, local development, Apulia Università di Milano, Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali - eleonora.mastropietro@unimi.it 1. Introduzione della Regione Puglia. Il contributo passerà in ras- segna la varietà di livelli amministrativi che insi- Questo contributo è parte di un progetto di stono nell’area e i tentativi di costruirvi sinergie ricerca sul campo, realizzato principalmente con territoriali, mettendo in evidenza in che modo la attività di raccolta di materiali (testimonianze di at- Strategia costituisca un’occasione per strutturare tori locali e della popolazione residente, indagine un’azione omogenea ed efficace su tutto il terri- audiovisuale), volto a produrre un’analisi delle rap- torio in esame. Emergerà, così, in che modo gli presentazioni di porzioni di territorio scarsamen- auspicabili esiti positivi del processo siano messi te presenti sia in letteratura sia in seno al discorso in discussione dalla non linearità dello stesso pro- proposto dalle policies territoriali. Il caso qui pre- cesso nonché dalle resistenze da parte di alcuni sentato riguarda una tra le zone oggetto di studio amministratori locali ad aderire alle strategie di nell’ambito del progetto, l’area dei Monti Dauni in riordino territoriale. Puglia. Questa sintesi costituisce solo un tassello introduttivo della ricerca in corso, la cui metodolo- gia sarà presentata in altre sedi nella sua interezza1. 2. Il contesto territoriale Qui si è scelto di proporre una sintesi dei pro- cessi amministrativi in atto sul territorio, in con- I Monti Dauni rappresentano un territorio nel siderazione anche del fatto che l’area è stata scel- quale è possibile ritrovare molte delle contraddi- ta come zona di sperimentazione della Strategia zioni, delle debolezze, nonché del potenziale delle Nazionale per le Aree Interne (SNAI) da parte aree interne italiane. La zona vive una condizione AGEI - Geotema, 57 47
di criticità demografica, di progressivo deteriora- forza presenti. La numerosità dei comuni, unita mento infrastrutturale, e di difficoltà nell’elabo- allo scarso peso demografico della gran parte di razione di strategie per lo sviluppo locale; questi questi (solo Ascoli Satriano, Troia e Lucera supe- elementi si contrappongono alle grandissime op- rano i cinquemila abitanti), costituisce un osta- portunità offerte dal territorio, e costituite dalla colo alla costruzione di una strategia di sviluppo particolare bellezza paesaggistica sia dei contesti territoriale condivisa ed efficace, benché esistano rurali sia dei piccoli centri che lo compongono, numerosi tentativi in questo senso. nonché dalla ricchezza del suo patrimonio storico La delimitazione dell’area dei Monti Dauni si e ambientale, e, non da ultimo, dalla qualità delle è prestata, nel tempo, a zonizzazioni proposte in produzioni agricole dell’area (Bozzi, 2016). differenti sedi che hanno previsto di volta in volta Il territorio, compreso nella Provincia di Fog- l’inclusione o l’esclusione di alcuni comuni. Ad gia e situato al confine con la Basilicata e la Cam- esempio, in un contributo apparso recentemente pania, è composto da una trentina di comuni su questa rivista (Bozzi, 2016) si è scelto di utiliz- nei quali risiedono, oggi, oltre 60.000 abitanti zare la proposta di Bissanti nel 1991 che prevede (90.000 se vi si aggiunge anche la popolazione per l’area una suddivisione in 28 comuni2. Nell’a- di Lucera). Questi ultimi sono i «superstiti» della nalizzare l’esposizione dell’area alle frane, invece, grande migrazione che ha interessato l’area a par- Pellicani, Van Westen e Spilotro (2014), hanno tire dal secondo dopoguerra, e che è tutt’ora in indicato la regione geografica della Daunia come atto. Lo spopolamento è continuato inarrestabile un territorio composto da venticinque comuni, come una vera emorragia fino ad oggi, e si stima delimitato a nord dal fiume Fortore, a est dal pro- che tra il 1971 e il 2011 vi sia stato un decremen- montorio del Gargano, a ovest dagli Appennini, to demografico pari al -35% (Comitato Nazionale e a sud dal bacino dell’Ofanto. Altra zonizzazio- Aree Interne, 2015), cui si collega un significativo ne è quella adottata dal Piano paesaggistico della invecchiamento della popolazione. Regione Puglia del 2010, nel quale l’ambito deno- Dal punto di vista paesaggistico, i segni della minato Monti Dauni, suddiviso in 4 sotto-ambiti, modernizzazione sono testimoniati dalla presen- comprende trenta comuni3. za di numerosissimi parchi eolici, complessiva- In questa sede si è scelto di utilizzare l’area mente tra i più estesi di Italia (Amoruso e altri, individuata come Area interna Monti Dauni, de- 2007), che oggi segnano il profilo dei monti senza scritta di seguito e che comprende 29 comuni, cui però, probabilmente, restituire economicamente si aggiunge il Comune di Lucera. al territorio quanto potenzialmente dovrebbero; nonché da interventi strutturali, finanziati grazie ai fondi stanziati in seguito al terremoto del 1980 3. Aggregazioni territoriali e progettazione delle e, successivamente, a quelli della programmazio- politiche ne comunitaria. Al contempo, dal punto vista eco- nomico, è ancora presente una generica aspirazio- In anni recenti si sono susseguiti, nell’area, vari ne a una soluzione «tradizionale» che vede, come tentativi di costruire progetti di rete e di svilup- unica strada per lo sviluppo, l’insediamento di at- po locale, in base alle indicazioni regionali e in tività manifatturiere. Questa visione è fortemente conformità con le esigenze e le linee di indirizzo influenzata dal modello rappresentato dal vicinis- provenienti dalla programmazione comunitaria. simo stabilimento della Società Automobilistica Questi tentativi si sono succeduti nel tempo in Tecnologie Avanzate (SATA) del Gruppo Fiat, a tutta la Regione Puglia, non sempre proponendo Melfi, che svolge ancora un ruolo essenziale per strategie e zonizzazioni in continuità (De Ruber- l’occupazione della popolazione locale. I dati, tis e altri, 2013). La strutturazione di aggregazioni tuttavia, confermano una disoccupazione diffu- e di progetti di area, incentrati sulla programma- sa e la quasi totale assenza di addetti nel settore zione territoriale e sullo sviluppo locale, hanno manifatturiero (Amoruso, 2011; Comitato Nazio- interessato in particolare tutta la provincia di Fog- nale Aree Interne, 2015). Dal punto di vista am- gia, comprendendo, in parte, anche il territorio ministrativo, infine, l’area vive una forte difficoltà dei Monti Dauni, in particolare durante la pro- nell’organizzarsi come «sistema», soprattutto a grammazione 2000-2006. In questa prospettiva si seguito della soppressione delle comunità mon- inseriscono alcuni progetti, iniziati nella stagione tane. Uno dei problemi principali che emerge dei patti territoriali; tra questi si possono ricorda- analizzando il contesto dei Monti Dauni è, infatti, re il Patto Fortore Pugliese, il Patto Prospettiva la scarsa capacità dell’area di lavorare in sinergia Subappennino, il Patto Ascoli-Candela (Longo e per affrontare le criticità e sviluppare i punti di Sommella, 2003). Inoltre, non si può non citare 48 AGEI - Geotema, 57
il Progetto Integrato Territoriale Subappennino capofila la Comunità montana dei Monti Dauni (indicato come PIT 10)4, che coinvolgeva pratica- Meridionali e riuniva in un unico progetto tutti mente tutti i comuni dell’area, ed era finalizzato i trenta sindaci della zona raccogliendo, di fatto, a «sviluppo ed innovazione dell’economia del Su- l’esperienza maturata con il PIT 10 (Mantino e bappennino Dauno attraverso la messa in sicurez- Forcina, 2014; Fighera, 2017). za del territorio, la tutela e la salvaguardia delle Nonostante i buoni propositi, però, il progetto risorse ambientali e naturali e la valorizzazione si è presto rivelato fallimentare, non tanto per i e la promozione del binomio produzioni tipiche- suoi contenuti, quanto per l’incapacità di mettere turismo». I progetti integrati territoriali e, tra in campo un’azione condivisa da parte dei Comu- questi, anche quello che ha interessato il Subap- ni che, più che progettare collegialmente, hanno pennino Dauno, sono da più parti indicati come puntato a una spartizione omogenea del finanzia- un’esperienza preliminare importante, seppure mento. La situazione è precipitata con lo sciogli- non pienamente compiuta, per le successive pro- mento delle comunità montane, tanto da portare grammazioni (Barbanente, 2004; Giorgio, 2008; la Regione Puglia a minacciare, nell’aprile 2010, la Mantino e Forcina, 2014). revoca del finanziamento e infine a gestire i fondi Anche dal punto di vista amministrativo, il ter- attraverso una sorta di «commissariamento», vista ritorio dei Monti Dauni ha vissuto alcune esperien- l’incapacità dei comuni di munirsi di una nuova ze di tipo aggregativo, grazie alla presenza di due leadership. comunità montane, entrambe abolite nel 2010. La Comunità montana dei Monti Dauni Settentrio- nali riuniva tredici comuni, mentre la Comunità 4. La nuova programmazione per le aree interne montana dei Monti Dauni Meridionali ne riuniva come prospettiva per un progetto locale sedici5. L’esperienza delle due comunità montane è stata caratterizzata da una difficoltà di azione e da Successivamente alla progettazione dell’area va- una scarsa capacità di coordinamento territoriale, sta, con la programmazione 2014-2020 si è aperta benché esse abbiano costituito un primo passaggio per il territorio dei Monti Dauni una nuova sfida. essenziale per i comuni dell’area per cominciare a Quest’area è, infatti, una delle quattro individuate ragionare in termini di «area vasta» e di aggrega- della Regione Puglia come area interna, assieme zione territoriale (Contò, 2002; Fighera, 2017). al promontorio del Gargano, la Murgia e il Bas- Con la soppressione delle comunità montane, so Salento. L’area dei Monti Dauni è stata l’unica nel territorio è emerso, come soggetto più signi- a essere individuata come «area pilota» nel 2015 ficativo per la costituzione di una rete, il Grup- all’avvio della nuova programmazione, mentre le po d’Azione Locale (GAL) Meridaunia6. Nato altre tre sono state istituite nel dicembre 2016. I nel 1998 come ente di promozione territoriale, Monti Dauni sono stati scelti come area di speri- nell’ambito del programma Liaison entre actions de mentazione a causa delle criticità che presentano; développement de l’économie rurale (LEADER) Plus, ri- durante la fase di istruttoria, dalle analisi del Di- univa inizialmente sessanta soci, tra cui diciassette partimento per le politiche di sviluppo e coesione comuni dell’area. Nel 2010, la compagine societa- (DPS), l’area dei Monti Dauni è immediatamente ria è stata rinnovata e si è estesa a ottantacinque emersa, infatti, come caratterizzata da difficoltà soci, tra cui trenta comuni (gli stessi indicati dal- in ambito economico, sociale e infrastrutturale la SNAI, più il Comune di Lucera; si tratta quindi (Comitato Nazionale Aree Interne, 2015). L’area è proprio dell’area presa in considerazione in questo stata delimitata circoscrivendo l’aggregazione di testo). Se nella sua prima fase (programmazione ventinove comuni, utilizzando la zonizzazione già 2000-2006) il GAL Meridaunia ha svolto un ruolo scelta per l’area vasta e coincidente, di fatto, con il completamente conforme agli scopi del program- territorio del GAL Meridaunia. ma LEADER Plus – vale a dire una progettazione Dei comuni, sulla base degli indicatori predispo- incentrata sullo sviluppo dell’agricoltura e della sti a livello ministeriale8, otto sono stati classificati promozione turistica e territoriale – a partire dalla come «intermedi», mentre ventuno come «perife- programmazione successiva ha cominciato ad assu- rici» (Comitato Nazionale Aree Interne, 2015). A mere un ruolo più ampio di leadership territoriale. questi è stato aggiunto, inoltre, il comune di Luce- Passaggio chiave in questa direzione è stato la ra, coinvolto nella fase di progettazione, sebbene progettazione dell’area vasta Monti Dauni, avvia- classificato come comune di «cintura», in quanto ta con la programmazione 2007-2013, secondo interessato dalle ricadute indirette della Strategia. quanto previsto dal Documento strategico re- Elemento portante dell’innovazione insita nel- gionale7. Il progetto area vasta aveva come ente la Strategia è il compito affidato ai territori di im- AGEI - Geotema, 57 49
postare progettazioni territoriali strategiche e di cooperazione fra i Sindaci e potrà trovare sbocchi lunga durata, incentrate su un approccio integra- istituzionali nell’opportunità di gestione di asso- to, riguardante almeno due tra i settori chiave in- ciata di funzioni e servizi fra le diverse ammini- dividuati dalla stessa Strategia nazionale (valoriz- strazioni comunali interessate» (Comitato Nazio- zazione delle risorse naturali, culturali e turismo nale Aree Interne, 2015, p. 6). sostenibile; sostegno ai sistemi agroalimentari e La Strategia per le aree interne ha dunque rin- alle iniziative di sviluppo locale; risparmio ener- novato l’invito rivolto all’area dei Monti Dauni a getico e filiere locali di energia rinnovabile; saper ragionare in termini di area vasta e di partena- fare e artigianato) (Monaco e Tortorella, 2015). riato. Un passo importante in questa direzione è Passaggio essenziale, preliminare alla fase proget- dato dalla scelta recente di alcuni comuni dell’a- tuale – secondo le indicazioni dalla Strategia na- rea di dare vita a unioni comunali allo scopo di zionale – è la creazione, da parte dei territori, di integrare i servizi, ridurre le spese e intraprende- documenti strategici di indirizzo di medio e lun- re strategie atte ad affrontare le difficoltà legate go termine: per la prima volta, dunque, i comuni all’ambiente montano. Tra il 2015 e il 2018, ven- dei Monti Dauni sono stati chiamati a ragionare tidue su trenta comuni appartenenti all’area dei rispetto al loro futuro, tentando di superare la Monti Dauni hanno avviato quattro unioni di frammentazione delle politiche attuate, o speri- comuni (Fig. 2). Queste sono: a) l’Unione dei co- mentate, nell’ambito delle esperienze precedenti. muni dei Monti Dauni, costituita ufficialmente il Fin dalla stesura del rapporto di istruttoria, re- 22 maggio 2015, riunisce i comuni di Accadia, Bo- alizzato dal CNAI (2015), viene evidenziato in che vino, Panni, Sant’Agata di Puglia, Monteleone di misura una delle criticità dell’area sia la difficoltà, Puglia, Orsara, Deliceto, Rocchetta Sant’Antonio; da parte degli enti locali, di comprendere e mette- b) l’Unione dei comuni del Monte Cornacchia re in atto una strategia condivisa, coerentemente che riunisce i Comuni di Alberona, Biccari, Ca- con quanto menzionato precedentemente, riguar- stelluccio Valmaggiore, Celle di San Vito, Faeto e do alle recenti esperienze di progettazione. Nel Roseto Valfortore, tutti con popolazione inferiore rapporto si sottolinea in che modo queste ultime ai tremila abitanti. L’Unione è progettata fin dal costituiscano una precondizione positiva, ma non 2014, in particolare grazie al comune di Biccari sufficiente, poiché, per la realizzazione del pro- che ne è, di fatto, il capofila; c) l’Unione dei Casali getto, è necessaria la presenza di una leadership Dauni, che riunisce solo tre comuni: Casalvecchio territoriale a oggi mancante. di Puglia, Castelnuovo della Daunia e Casalnuovo A fronte di questa mancanza è stato dunque Monterotaro; d) l’Unione dei comuni dei Monti individuato il GAL Meridaunia, al quale era già Dauni Settentrionali, che riunisce i sette comuni stata affidata l’ideazione e il miglioramento del di Carlantino, Celenza Valfortore, Motta Monte- programma strategico per l’area vasta, come uni- corvino, Pietramontecorvino, San Marco La Cato- co interlocutore già strutturato in forma di rete e la, Volturara e Volturino. capace di esprimere una capacità progettuale. Il Se questa spinta accoglie gli indirizzi naziona- GAL è stato centrale, nelle fasi di strutturazione li e regionali a lavorare in sinergia, emerge però, dei documenti di strategia per il progetto «area nuovamente, una geografia del territorio variega- interna», e il comune di Bovino, dove ha sede il ta, in cui le aggregazioni presentano discontinuità GAL, è stato individuato come capofila. e una sorta di mancanza di visione d’insieme. An- La stesura del documento Preliminare di strate- che da una semplice osservazione della cartogra- gia, avvenuta nella prima metà del 2016, ha com- fia (Fig. 2) emergono peculiarità nella costruzio- portato la sottoscrizione, da parte dei ventinove ne delle aggregazioni, che lasciano spazio a dubbi comuni, di una convenzione che li riunisce (Fig. sulla presumibile efficacia alla base delle logiche 1), aggregando per la prima volta il territorio in di aggregazione. I comuni più popolosi dell’area, un’unica struttura territoriale (Comune di Bovi- quali Troia e Ascoli Satriano (entrambi con una no, 2015). La stipula della convenzione è diretta popolazione superiore ai 5.000 abitanti), collocati conseguenza delle indicazioni fornite dal CNAI sul margine dell’area interna e in prossimità dei che indicava, per i Monti Dauni, la necessità di poli maggiori (Foggia e Lucera), godendo di una «lavorare alla costruzione di un “sistema locale in- maggiore accessibilità e di una presenza di servi- tercomunale” che, secondo quando indicato dal zi interni, hanno deciso di non aderire ad alcuna Comitato tecnico nazionale SNAI, assuma forma delle unioni di comuni. Analogamente, altri due di stabilità e permanenza e consenta di orientare comuni, Candela e Castelluccio dei Sauri, pur meglio l’offerta pubblica dei servizi pubblici loca- avendo una piccola dimensione demografica (en- li. Tale sistema dovrà poggiare su una più intensa trambi hanno circa 3.000 abitanti), ma trovandosi 50 AGEI - Geotema, 57
Fig. 1. Comuni aderenti alla Convenzione per la Strategia Aree interne Fonte: Elaborazione su base cartografica ISTAT Fig. 2. Unioni di comuni nell’area dei Monti Dauni Fonte: Elaborazione su basi cartografiche ISTAT AGEI - Geotema, 57 51
Fig. 3. ARO presenti nell’area dei Monti Dauni Fonte: Elaborazione su basi cartografiche ISTAT in una porzione di territorio relativamente più ipotesi. La decisione di aderire o meno ad aggre- accessibile, hanno deciso, ad oggi, di non pren- gazioni appare ampiamente percepita in senso dere parte alle unioni di comuni. Singolare è poi negativo (anche laddove si sia deciso di associarsi) la scelta di Anzano di Puglia (circa 1.200 abitanti in quanto correlata a una diminuzione delle pre- a 760 metri s.l.m.) che, collocato in posizione più rogative degli amministratori locali nonché a un interna, è rimasto per ora fuori dalle aggregazio- aggravio burocratico. Per questo i comuni hanno ni, divenendo un’«isola» nella geografia della rior- preferito dare vita a più unioni (anche di piccole ganizzazione territoriale della zona. dimensioni, come nel caso dell’Unione dei Casali Se si osservano poi i dati sulla popolazione, Dauni) o di non aderire ad alcuna aggregazione. emerge chiaramente uno squilibrio tra il peso Questa visione negativa è rafforzata dal moltipli- demografico dell’Unione dei comuni dei Monti carsi di altre zonizzazioni legate a specifici ambiti Dauni, che con 17.750 abitanti9 costituisce l’aggre- amministrativi che seguono logiche differenti e di- gazione maggiore, e le altre aggregazioni (l’Unio- versificano gli interlocutori in base alle esigenze del ne dei comuni del Monte Cornacchia conta 6.911 momento. Si possono citare, ad esempio, l’esisten- abitanti; l’Unione dei Monti Dauni Settentriona- za della Centrale unica di committenza dei Monti li 9.062, e l’Unione dei Casali Dauni solamente Dauni10, che riunisce parte dei comuni dell’Unio- 4.830). Le scelte aggregative evidenziano, quindi, ne Monti Dauni, oltre a Candela e Celle San Vito salti e discontinuità che non sembrano essere ba- o la zonizzazione relativa agli ambiti socio-sanitari sate essenzialmente su logiche di razionalizzazio- non ancora messa a regime, come indicato nello ne, bensì su opportunità e decisioni che attengo- stesso documento strategico per l’area interna; sul no a considerazioni di natura politica. Il lavoro territorio dei Monti Dauni coesistono, infatti, due di ricerca sul campo, consistente nella raccolta di ambiti sociali territoriali, Lucera e Troia che da testimonianze dirette da parte di amministratori, poco tempo coincidono anche con la zonizzazio- nonché dall’esame delle dichiarazioni da questi ne prevista per i distretti socio-sanitari (individuati rilasciate sulla stampa locale, conferma questa come Troia-Accadia e Lucera). 52 AGEI - Geotema, 57
Altro esempio, in questo senso, è offerto dalle la popolazione – che risultano molto distanti tra aggregazioni basate sugli Ambiti di raccolta omo- loro nonostante la contiguità dei confini comuna- genei dei rifiuti (ARO, cfr. fig. 3), stabilite a livel- li. Malgrado queste resistenze, però, il percorso lo regionale con il ddl relativo alle Disposizioni in di attuazione della SNAI prosegue e, a tre anni materia di ciclo dei rifiuti. Modifica alla Legge 24/12 dall’individuazione dell’area, nel giugno 2018 si «Rafforzamento delle pubbliche funzioni nell’organiz- è concluso il percorso di approvazione del docu- zazione e nel governo dei servizi pubblici locali». La mento di strategia per l’area interna Monti Dauni pianificazione regionale nasce per massimizzare (Bollettino Ufficiale della Regione Puglia 91 del l’efficienza in tema di raccolta rifiuti e suddivide 9/7/2018) che punta essenzialmente sul rilancio il territorio in ambiti sub-provinciali; nel territorio dell’area attraverso la valorizzazione del patrimo- qui preso in esame sono presenti l’ARO Foggia 5, nio culturale e dell’agricoltura, tramite un’artico- l’ARO Foggia 7 e l’ARO Foggia 8: i tre soggetti lazione su più punti che vorrebbe valorizzare vari hanno avuto un avvio difficoltoso a causa della elementi del territorio. Sono previsti investimenti solita scarsa cooperazione da parte degli ammini- dai molteplici finanziamenti (Programma opera- stratori locali e della loro diffidenza nei confronti tivo regionale-Fondo europeo di sviluppo regio- di politiche basate su logiche sovracomunali. nale, POR FESR; Programma operativo-Fondo sociale europeo, PO-FSE; Programma di sviluppo rurale-Fondo europeo agricolo per lo sviluppo 5. Discussione rurale, PSR-FEASR; fondi derivanti dalla legge di stabilità), per un totale di 63 milioni di euro, Dalla trattazione è emersa un’area con proble- riservati a interventi volti a migliorare principal- mi strutturali (declino demografico ecc.) costitu- mente le infrastrutture dell’area, la connettività, ita da un insieme di comuni di piccola e picco- il patrimonio storico-artistico e la formazione del- lissima dimensione. Queste caratteristiche acco- la popolazione. Se la speranza è che questa nuova munano molte tra le aree individuate come «aree strategia possa stimolare uno sviluppo comples- interne» e che sono oggetto di interventi specifici sivo del territorio, sapendo mettere a sistema il nella programmazione 2014-2020. Elemento chia- potenziale dell’area, non si può non rilevare in ve nell’ambito della Strategia è aggregare i piccoli che modo i primi fondi sbloccati dalla Regione comuni affinché possano sviluppare politiche di sul POR FESR-FSE 2014-2020 (Azione 6.7), in at- area vasta: non si tratta di una novità rispetto a tuazione della Strategia per i Monti Dauni, siano esperienze del passato, in cui si è vista la creazio- essenzialmente rivolti ad interventi di riqualifica- ne di patti territoriali, comunità montane e colli- zione fisica di edifici e monumenti storici presen- nari eccetera (Salone, 2005; Ferlaino e Molinari, ti nei singoli comuni, elencati nel provvedimento 2009). Nel territorio dei Monti Dauni il ritaglio regionale di variazione di bilancio del 16 ottobre amministrativo ha seguito geometrie variabili per 2018, attraverso una formulazione che lascia in- poi stabilizzarsi nell’ambito di un’area nella quale tendere nuovamente una polverizzazione degli si sovrappongono la SNAI e il GAL. La zonizza- investimenti e basata più su un’ottica comunale zione è avvenuta assumendo (e dando per scon- che su una visione di insieme del territorio. La tato) una sorta di «apprendimento» dei comuni tensione tra un’aggregazione e una prospettiva coinvolti: si è assunto che imparassero a lavorare strategica e, di contro, una visione parcellizzata assieme e che una ripetuta delimitazione portas- del territorio sono costantemente presenti e ogni se, in un certo senso, a consolidare una traiettoria provvedimento amministrativo oscilla tra le due comune. Come si è visto guardando le ARO e le posizioni: cosa che si spera non metta a rischio le unioni di comuni recentemente formatesi nell’a- prospettive di sviluppo. rea si è trattato, però, di un’assunzione che non In questo quadro, la progettazione di area va- ha trovato riscontro nella realtà. sta – che comunque appare l’unica via persegui- Appare allora confermata l’ipotesi di un con- bile da parte di comuni di piccola dimensione per testo territoriale nel quale gli amministratori risolvere problemi simili e sviluppare le poten- stentano a percepirsi come inseriti in un sistema zialità condivise – non proviene mai dal contesto e subiscono, così, le logiche delle riorganizza- locale, ma è sempre legato a una sollecitazione zioni e delle aggregazioni territoriali senza fare esterna. Tutte le iniziative in questa direzione, proprie le motivazioni che ne sono alla base. più o meno recenti, sono sempre state attuate in D’altra parte la geografia del territorio è di fatto risposta a indirizzi della politica regionale e eu- costituita da centri di sommità – concentrati su ropea. Non può non emergere, dunque, un inter- abitati storici molto compatti in cui si raccoglie rogativo relativamente alle modalità con le quali AGEI - Geotema, 57 53
le aggregazioni di comuni (unioni e ARO) lavo- comuni della Strategia Nazionale Aree Interne, Prima edizione, Roma, Fondazione IFEL. reranno internamente, e ancora di più se e come Pellicani Roberta, Cees J. Van Westen e Giuseppe Spilotro esse collaboreranno con il soggetto istituito dalla (2014), Assessing Landslide Exposure in Areas with Limited convenzione per l’area interna Monti Dauni. Landslide Information, in «Landslides», 11, 3, pp. 463-480. Regione Puglia (2010), Piano paesaggistico regionale, Bari. Salone Carlo (2005), Politiche territoriali. L’azione collettiva nella dimensione territoriale, Torino, Utet. Riferimenti bibliografici http://www.agenziacoesione.gov.it; ultimo accesso 31/I/2017. Amoruso Onofrio, Mariateresa Gattullo, Antonella Rinella e http://www.meridaunia.it; ultimo accesso 31/I/2017. 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Cause e conseguenze della decrescita and the Promotion of Inland Areas: The Case of Subapennino demografica e dell’abbandono nelle aree interne in Italia dall’Unità Dauno (Apulia), in «Geotema», 52, pp. 114-123. ad oggi» (Siena, 2018), organizzato dal Dipartimento di Scien- Comitato Nazionale Aree Interne (2015), Rapporto di istruttoria ze Storiche e dei Beni Culturali dell’Università di Siena; nella per la selezione delle aree interne, Roma, Regione Puglia. relazione I Monti Dauni, un esempio di area interna. Una sovrap- Comune di Bovino (2015), Area interna Monti Dauni. Preliminare posizione di aggregazioni amministrative in assenza di sinergie dal di strategia, Bovino. basso, presentata al Convegno annuale dell’Associazione Italiana di Contò Francesco (a cura di) (2002), La dimensione rurale dello svi- Cartografia «Cartografia e Sviluppo Territoriale delle Specificità Geo- luppo. La multiformità della Provincia di Foggia ed il caso della Co- grafiche» (Benevento, 2018). munità montana dei Monti Dauni Meridionali, Milano, Angeli. 2 Rispetto alla zonizzazione qui considerata è escluso il Comu- De Rubertis Stefano, Enrico Ciavolino, Pierfrancesco Fighera ne di Castelluccio dei Sauri. e Marilena Labianca (2013), Sviluppo territoriale, cooperazione 3 Rispetto alla zonizzazione qui considerata sono esclusi i Co- intercomunale, prossimità. Il caso della Puglia, in Cristina Capi- muni di Ascoli Satriano, Castelluccio dei Sauri e Troia, mentre neri, Filippo Celata, Domenico de Vincenzo, Francesco sono aggiunti i Comuni di Chieuti, Lesina, San Paolo Di Civi- Dini, Filippo Randelli e Patrizia Romei (a cura di), «Oltre la tate, Serracapriola e Torremaggiore. Per approfondimenti si globalizzazione. Prossimità/Proximity». Giornata di studio della veda (http://www.paesaggiopuglia.it/pptr/ambiti-paesaggistici.html; Società di Studi Geografici (Firenze, 6 dicembre 2012), in «Memo- ultimo accesso 31/I/2017). rie Geografiche», 11, pp. 384-391. 4 Il PIT 10 è uno dei dieci Progetti integrati territoriali avviati Ferlaino Fiorenzo e Paolo Molinari (2009), Neofederalismo, dalla Regione Puglia nel periodo di programmazione 2000- neoregionalismo e intercomunalità. Geografia amministrativa 2006. dell’Italia e dell’Europa, Bologna, Il Mulino. 5 Di quella settentrionale facevano parte i Comuni di Albero- Fighera Pierfrancesco (2017), Institutional and Administrative na, Biccari, Carlantino, Casalnuovo Monterotaro, Casalvecchio Reorganization: The Implementation of Territorial Cohesion Poli- di Puglia, Castelnuovo della Daunia, Celenza Valfortore, Mot- cies in Apulia, in Angelo Belliggiano e Angelo Salento (a ta Montecorvino, Pietramontecorvino, Roseto Valfortore, San cura di), The Local Action Group and Rural Development by Lo- Marco la Catola, Volturara Appula, Volturino; della Comunità cal Actors: An Apulian Case Study, and a Circumstantial Method meridionale facevano parte i Comuni di Accadia, Anzano di of Assessing Failure, Lecce, Università del Salento. Puglia, Ascoli Satriano, Bovino, Candela, Castelluccio dei Sau- Giorgio Rossana (2008), Il modello della progettazione integrata in ri, Castelluccio Valmaggiore, Celle di San Vito, Deliceto, Fae- Puglia. Focus sul PIT 3. Area Metropolitana di Bari, in Rosario to, Monteleone di Puglia, Orsara di Puglia, Panni, Rocchetta Sommella (a cura di), Le città del Mezzogiorno. Politiche din- Sant’Antonio, Sant’Agata di Puglia, Troia. amiche attori, Milano, Angeli, pp. 70-85. 6 http://www.meridaunia.it; ultimo accesso 31/I/2017. Longo Luigi e Rosario Sommella, Lineamenti per una definizione 7 Con la delibera della Giunta Regionale 1072 del 4 luglio dei sistemi locali territoriali in Capitanata: Il caso Manfredonia 2007, viene dato il via alla progettazione di dieci aree vaste a (2003), in Rosario Sommella e Lida Viganoni (a cura di), livello regionale, elemento chiave nella programmazione 2007- Territori e progetti del Mezzogiorno. Casi di studio per lo sviluppo 2013. locale, Bologna, Baskerville, pp. 165-181 (collana «Slot», 8 Vedi nota del Dipartimento per lo sviluppo e la coesione eco- Quaderno 5). nomica, Nota metodologica per la definizione delle aree interne (www. Mantino Francesco e Barbara Forcina (2014), La governance agenziacoesione.gov.it/opencms/export/sites/dps/it/documentazione/ regionale delle politiche di sviluppo per i territori rurali: i casi della Aree_interne/Nota_metodologica_Aree_interne.pdf ); ultimo acces- Regione Puglia e della Regione Sardegna, in Francesco Mantino so 31/I/17. (a cura di), La governance come fattore di sviluppo, Roma, 9 Dati inerenti alla popolazione su: http://www.ot11ot2.it/; ulti- INEA, pp. 133-198. mo accesso 31/I/17. Monaco Francesco e Walter Tortorella (a cura di) (2015), I 10 https://suamontidauni.traspare.com; ultimo accesso 31/I/17. 54 AGEI - Geotema, 57
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