VIRTUAL TOWN MEETING PIANO STRATEGICO 15.07.2020 - Roma Capitale
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Carlo Cafarotti Assessore alla Sviluppo economico, Turismo e Lavoro di Roma Capitale Il Town Meeting Smart Business catalizza spunti e riflessioni per la finalizzazione della nostra mission: mettere a sistema le risorse di Roma Capitale, definirne il brand identitario e potenziare l’indotto cittadino in termini di visibilità e competitività. Il tutto, con lo sguardo rivolto al futuro: quello che si apre oggi è un confronto interamente votato allo sviluppo cittadino, attraverso l’utilizzo delle tecnologie e del digitale. Perché ci sono due costanti che ricorrono in ogni storia di successo, sia in termini amministrativi che imprenditoriali. La prima è l’innovazione. Qualunque eccellenza – dal prodotto fisico di un’azienda alle policy di governo di una città – “funziona” solo se supportata dall’utilizzo strategico di strumenti moderni: dalla gestione dei dati per il monitoraggio di fenomeni sensibili alla visibilità online di produzioni di qualità, tutto concorre all’ottimizzazione del risultato finale. La seconda, parimenti irrinunciabile, è la condivisione: è per questo che siamo qui, oggi, a discutere delle politiche cittadine per l’attrazione di capitali e il consolidamento degli investimenti in essere, con gli attori della dimensione imprenditoriale, tecnologica, culturale e, chiaramente, istituzionale. Un momento di confronto prezioso da cui trarremo le linee guida per l’azione mirata su più livelli: noi tutti, oggi, daremo il nostro contributo per accrescere l’appeal di Roma nel mondo. Di questo, ringrazio sin d’ora i partecipanti. Buon lavoro a tutti voi. 2
Luca Montuori Assessore all’Urbanistica di Roma Capitale Ringrazio coloro che prendono parte al Virtual Town Meeting sul piano strategico Smart Business. Per noi è assolutamente importante che il tema dell’innovazione sia coniugato con il tema della gestione del territorio. Oggi spesso parlando di smart city si pensa al problema della gestione delle reti immateriali, di flussi di dati. Questo però non può che andare insieme ad una idea dello sviluppo del territorio che favorisca la crescita di reti e comunità nei luoghi fisici in cui i cittadini abitano lo spazio della città. Esiste soprattutto una dimensione sociale del lavoro che dobbiamo coltivare e rendere smart. Oggi spostarsi nella città è uno dei diritti fondamentali dell’essere cittadini. Già da anni le stazioni delle reti su ferro sono diventate i veri spazi pubblici in cui spendiamo parte del nostro tempo, ci incontriamo, aspettiamo, lavoriamo. Intorno a questi nodi dovrebbero potersi sviluppare, in analogia con quanto accade in altre città, spazi di rappresentanza, di trasferimento tecnologico e ricerca, luoghi in cui localizzare forme innovative di lavoro, hub decentrati di grandi società che hanno la loro sede nei centri più rappresentativi, collegati a questi luoghi dobbiamo immaginare i nuovi spazi, parchi, luoghi con funzioni diverse, attività sportive, parti dedicate all’agricoltura urbana e al tempo libero, aree che acquisiscano una dimensione diversa, metropolitana appunto. La strategia complessiva di visione della città deve soprattutto coniugare un’idea della mobilità con lo sviluppo urbano e la valorizzazione dei nodi di scambio tra reti regionali e cittadine collegando ferrovie, metropolitane, e mobilità dolce. A scala nazionale questo obiettivo è strettamente legato al recupero del ruolo della Stazione Tiburtina quale nodo strategico di una rete di città connesse con l’Alta Velocità in una riqualificazione che deve immaginare la costruzione di un grande HUB internazionale che faccia dell’innovazione il suo obiettivo principale e che divenga la testa di un sistema che coniugando sviluppo e ambiente valorizza in chiave storico-ambientale l’intero anello ferroviario di Roma che rappresenta un forte elemento infrastrutturale di trasporto pubblico del sistema policentrico dell’area metropolitana in grado di legare progetti in un continuo salto di scala da quella metropolitana a quella locale. A livello locale oltre alla rete dei trasporti integrata da una nuova visione smart della mobilità già approvata nel PUMS, la stazione Tiburtina deve diventare la testa di quello che abbiamo voluto chiamare l’anello verde, un sistema che si estende tra i parchi dell’Aniene, dell’Appia Antica e del Tevere unendo importanti corridoi ambientali, aree densamente abitate, preesistenze storico-monumentali e configurandosi come un possibile modello per la città di domani. 3
INTRODUZIONE Il percorso che viene finalizzato nel Town meeting odierno trae origine dai 17 obiettivi relativi alle sfide globali identificati dalle Nazioni Unite e legate a temi quali povertà, disuguaglianza, clima, inquinamento ambientale e prosperità. In tale contesto sono stati identificati i 5 macro obiettivi a cui le Città devono tendere per migliorare la vita dei cittadini, riducendo al contempo l’impatto sul Pianeta: tra questi, incentivare l’economia innovativa e migliorare la governance delle città. In tale ottica, l’Amministrazione Capitolina ha predisposto i Piani Strategici per la definizione degli obiettivi e delle progettualità nei diversi settori. A tal fine ha individuato le linee di intervento prioritarie per rendere Roma più Smart, «mettendo in rete» i singoli piani, valorizzando le sinergie e la collaborazione tra i diversi attori. La visione di sviluppo economico e urbano di Roma 2030 comprende molteplici verticali: la presente iniziativa si sofferma sullo Smart Business. Il Piano Strategico per lo Smart Business intende realizzare il Piano Industriale per la città di Roma al fine di attrarre investimenti per lo sviluppo dell’ecosistema hi-tech sia da parte delle istituzioni (es. Unione Europea, Governo, Regione, etc.), sia da parte delle imprese ad alto tasso innovativo. 4
Gli obiettivi del lavoro che faremo insieme Scopo del Town Meeting è individuare le principali linee di indirizzo che contribuiranno a definire le Linee Strategiche del Piano e le relative azioni a supporto. Tra gli obiettivi principali del Piano figurano: • l’individuazione di strategie urbane finalizzate allo sviluppo di infrastrutture e servizi a supporto delle attività imprenditoriali; • il miglioramento della capacità attrattiva del territorio per investimenti imprenditoriali e immobiliari; • la nascita di nuove attività imprenditoriali, potenziando la rete di Open Innovation tra imprese, startup, incubatori e acceleratori d’impresa, università, centri di ricerca, istituzioni e altri operatori della filiera dell’economia dell’innovazione. Che cos’è il Town Meeting? Il Town meeting è uno strumento di partecipazione diretta al governo locale da parte dei cittadini che ha le sue origini nella regione statunitense del New England, e che ha avuto un notevole sviluppo negli ultimi vent’anni negli Stati Uniti e anche in Europa. La declinazione moderna del Town Meeting (l’electronic Town Meeting, o e-TM) coniuga il vivo della discussione a piccola scala con l’elettronica: da una parte permette di trasmettere tempestivamente gli esiti dei lavori di gruppo ad un’assemblea plenaria; dall’altra introduce la possibilità di conoscere le opinioni dei singoli attraverso il televoto. Il Town Meeting che Roma Captale organizza per il “Piano Strategico per lo Smart Business” non si tratta di un semplice webinar ma di un momento intenso di lavoro che coinvolge attivamente tutti i partecipanti in una sfida collettiva molto importante per il futuro del settore. Nell’e-TM si alternano quattro differenti fasi di lavoro, tutte volte a facilitare i 5
partecipanti nel trattamento dei temi oggetto di discussione: • l’informazione e l’approfondimento, che consentono ai partecipanti di acquisire stimoli alla discussione; • la discussione per piccoli gruppi, che facilita l’ascolto reciproco e il confronto con opinioni divergenti dalla propria; • la riflessione sugli esiti dei lavori di gruppo, una volta sintetizzati e restituiti all’intera assemblea; • la votazione, che permette ai partecipanti di esprimere le proprie preferenze individuali. Quali caratteristiche avrà questo evento? Sono stati invitati stakeholder scelti in modo che ciascun partecipante possa esprimere il suo punto di vista in modo consapevole, trovandosi a discutere sia su un tema che su un territorio di cui ha un’esperienza diretta. I temi che discuteremo durante la giornata hanno infatti un alto contenuto progettuale ed un forte legame con il territorio. L’evento si svolgerà il prossimo 15 luglio dalle 9.45 alle 14.00 e si articolerà nelle seguenti fasi: • Accesso e registrazione partecipanti • Introduzione ai lavori e saluti istituzionali • Sessioni di discussione in stanze virtuali • Sessione 1: Quali sono le principali criticità per la creazione di un robusto e dinamico ecosistema dell’innovazione capitolino? • Sessione 2: Come possono essere affrontate e possibilmente superate? • Pausa (coffee break) • Presentazione risultati e Televoto • Conclusione lavori 6
TEMI DI DISCUSSIONE La complessità e l’interconnessione delle molteplici dimensioni connesse alla diffusione delle tecnologie hi-tech presso imprese e cittadini e allo sviluppo di strategie di attrazione degli investimenti, già ampiamente nota, si è ulteriormente manifestata nello svolgimento dei Tavoli. Questi ultimi hanno dimostrato come sostenere l’innovazione implichi lo stimolo di una serie di dinamiche complesse, interconnesse e talvolta sovrapposte, che spesso necessitano le une delle altre per potersi sviluppare in armonia e garantire performance migliori. Il compito del Comune di Roma consiste quindi nel promuovere lo sviluppo ordinato di tali dinamiche, anche all’interno del contesto regionale e nazionale, identificandone i principi fondamentali e dettagliando una serie di azioni concrete, finalizzate alla creazione e allo sviluppo di fenomeni reali i cui effetti si dimostrino efficaci e sostenibili. A tal fine, spetta all’Amministrazione capitale agire (e/o favorire le condizioni) per lo sviluppo di azioni concrete nei seguenti ambiti: 7
1 Infrastrutture digitali e tecnologie emergenti Appartengono a questo comparto le piattaforme per lo sviluppo di connettività e servizi digitali avanzati a Roma, quali reti in banda larga e ultralarga, connessioni FWA, infrastrutture 5G, data center e servizi cloud, in grado di abilitare applicazioni in ambito IoT, Intelligenza artificiale e blockchain. Centrale appare l’individuazione di strategie urbane finalizzate allo sviluppo di infrastrutture e servizi a supporto delle attività imprenditoriali, che siano capaci di connettere in banda ultralarga tutta la collettività, creando benèfici effetti di rete e consentendo l’accesso a questi servizi emergenti da parte di aziende, pubbliche amministrazioni e cittadini. La prospettiva è di costruire, attraverso l’utilizzo della fibra FTTH (connessioni in fibra ottica fino a casa dell’utente), una rete capillare che porti connettività in tutti gli edifici. Ad ottobre 2019, la copertura delle famiglie nel Comune di Roma era attestata al 93% in banda ≥30 Mbps e al 73% in banda ≥100 Mbps (Fonte: Agcom). I piani di infrastrutturazione in FTTH di Open Fiber prevedono complessivamente una copertura di circa l’80% del territorio comunale di Roma Capitale, pari a 1.200.000 unità immobiliari, con interventi programmati nell’arco temporale che va dal 2019 al 2023. Per quanto concerne la copertura dell’area provinciale, appaiono molto importanti anche gli interventi in tecnologia Fixed Wireless Access, previsti in 117 Comuni della Città Metropolitana. Le zone più periferiche, fino ad oggi ritenute un fallimento di mercato, rappresentano infatti un ampio margine di crescita per l’economia capitolina. In ambito urbano, il regolamento comunale e i molteplici vincoli derivanti dalle esigenze di tutela - con particolare riferimento al centro storico, anche in ragione del riconoscimento Unesco – limitano fortemente le possibilità di intervento infrastrutturale, richiedendo soluzioni di semplificazione e accelerazione della permessistica, ad es. coinvolgendo lo Sportello Unico Attività Produttive. 8
Tra le proposte formulate al tavolo figurano: • introdurre una formula di autocertificazione o silenzio-assenso per le opere di infrastrutturazione; • rivedere il regolamento comunale, in particolare per favorire il potenziamento delle connessioni mobili; • prevedere la pubblicazione da parte del Comune, in collaborazione con i Municipi, di una white list di siti dove effettuare le infrastrutturazioni. Per le tecnologie emergenti, tra le quali spiccano IoT, intelligenza artificiale, blockchain e cybersecurity, è auspicabile innanzitutto: • favorire luoghi di incontro e di collaborazione/confronto tra grandi imprese, incubatori e startup, università ed enti di ricerca, anche attraverso spazi messi a disposizione o comunque individuati da Roma Capitale. 9
2 Imprese innovative e startup Nel contesto della trasformazione digitale il ruolo delle startup innovative è centrale, in termini di tecnologie e dinamismo, per l’evoluzione futura della Capitale. Questi attori, pur essendo accomunati da qualificazioni dimensionali ed organizzative, sono enti estremamente eterogenei ed operano in tutti gli ambiti economici e produttivi presenti sul territorio. Le elevate potenzialità di sviluppo che le caratterizzano costituiscono un fattore cruciale per la competitività di un sistema economico. Nella distribuzione delle startup, Roma risulta seconda tra le provincie italiane con 1129, dopo Milano (2137), precedendo Napoli (411), Torino (371) e Palermo (186). Rispetto ai settori di appartenenza, la maggior parte delle startup romane opera nei servizi (86,7%) e solo in maniera residuale in industria e artigianato (7,5%) e nel commercio (4%). Nei campi di Intelligenza Artificiale e Big Data, a Roma risultano operative 53 aziende (a Milano 89), mentre nell’”Internet of Things” la Capitale ospita circa il 10% delle 394 imprese complessive (Milano il 18%). Nelle fasi successive preliminari alla stesura del piano, l’analisi sarà integrata con la quantificazione, ove disponibile, dei dati relativi all’ammontare di investimenti in capitale di rischio. Altri due elementi chiave per lo sviluppo del sistema di imprese innovative sono gli acceleratori e incubatori di impresa e il trasferimento tecnologico. Gli acceleratori sono programmi di consulenza progettati per velocizzare lo sviluppo di startup che hanno avviato attività di impresa, e risultano presenti a Roma in oltre 40 unità. Riguardo il trasferimento tecnologico, mediante il quale l’output di una ricerca scientifica passa dall’ambito dello studio a quello del mercato, oltre l’11% degli spin-off italiani ha origine da Enti pubblici di ricerca basati a Roma, l’8% da enti di Torino, il 6% da enti di Milano (Fonte: NetVal). Nel complesso, gli Enti di ricerca e le università residenti nella Capitale hanno dato vita a 157 spin-off (Fonte: NetVal). 10
Tra le proposte di policy formulate al Tavolo per promuovere la nascita e la crescita delle startup e il rafforzamento dell’ecosistema locale dell’innovazione figurano: • l’opportunità di concedere spazi pubblici per la creazione di un Distretto dove concentrare l’ecosistema e attrarre investimenti; • la promozione del trasferimento tecnologico dall’università all’industria e dell’open innovation; • la messa a disposizione dell’ecosistema startup degli strumenti di finanza innovativa già esistenti per altre imprese; • l’offerta di training specializzato e fondi dedicati a startup che si occupano di soluzioni innovative per la città; • la previsione di procurement riservato alle startup e Piccole Medie Imprese (PMI) innovative e il supporto a sperimentazioni di servizi innovativi che possano portare benefici ai cittadini e più in generale alla città. 11
3 e-commerce È noto quanto l’economia italiana si basi sulle esportazioni e quanto ad esse contribuiscano le PMI. In questo ambito va crescendo, seppur rimanendo su quote ancora contenute, il contributo dei canali di vendita digitali. Tra il 2016 e il 2019, il valore dell’export digitale è aumentato del 57%, passando da 7,5 a 11,8 miliardi di euro. Tuttavia le esportazioni online rappresentano solo il 7% delle esportazioni totali di beni di consumo e il 2,5% del totale delle esportazioni. Sono in particolare i settori tipici del Made in Italy ad approfittare di più delle possibilità fornite dalle nuove tecnologie digitali: la moda, l’alimentare e l’arredamento, infatti, sono i comparti che più esportano online. Nel complesso, invece, gli investimenti delle imprese in tecnologie digitali si concentrano particolarmente sul marketing digitale. Nell’ambito dell’e-commerce, pertanto, si registra un gap abbastanza significativo rispetto alla media europea e ai principali partner internazionali dell’Italia. Nel 2019, il 9% delle imprese italiane aveva ricevuto ordini online, contro il 17% dell’UE a 27 e con un divario importante rispetto ai maggiori Paesi UE (in Francia il 16% delle imprese ha venduto online, in Germania il 18%, in Spagna il 19%), oltre che con gli Stati leader in Europa per l’e-commerce (l’Irlanda è al 36%, la Danimarca al 34%, la Svezia al 31%). Il gap tra Italia e performance europee si rivela anche nella quota di fatturato ottenuto tramite e-commerce (il 12% per l’Italia contro il 18% della media UE). Sono in particolare le vendite online all’interno dei confini nazionali a trovare indietro l’Italia, ulteriore manifestazione del ritardo tecnologico del nostro Paese, soprattutto dal punto di vista della domanda. La diffusione del Covid-19 non ha necessariamente avuto conseguenze positive sull’e-commerce. Ha pesato, infatti, un impatto negativo generalizzato dell’epidemia sull’andamento delle attività economiche. I settori della moda, del tempo libero e del turismo ne hanno risentito in misura ragguardevole. Al contrario, il food delivery e la vendita di dispositivi elettronici ne hanno tratto giovamento, almeno in parte. 12
Tra le proposte emerse nel tavolo tematico spiccano: • sostenere la digitalizzazione e la connettività delle imprese, in particolare delle PMI, favorendo in generale la diffusione delle competenze digitali; • formare figure professionali ad hoc, in grado di gestire i processi di innovazione tecnologica finalizzati al canale online; • siglare accordi con i marketplace per contribuire a un ampliamento dei canali di vendita per il tessuto produttivo romano. 13
4 Sostenibilità e innovazione Gli investimenti in tecnologie e prodotti sostenibili rappresentano un grande volano di sviluppo per le imprese italiane. In media, risulta anche che le società che promuovono investimenti verdi ne beneficiano con performance migliori dal punto di visto del fatturato, dell’export e degli occupati. Su 432mila imprese italiane che hanno investito in prodotti o tecnologie verdi nel periodo 2015-2019, 40mila risiedono nel Lazio, terza regione in Italia, dopo la Lombardia (78mila) e il Veneto (43mila). Se guardiamo alle province, invece, Milano e Roma occupano i primi due posti in classifica, con rispettivamente 31mila e 30mila imprese. Tuttavia, se misuriamo l’incidenza di imprese green sul totale delle imprese della provincia, Roma slitta al 12esimo posto in Italia, con una quota del 31,5%. Da un’analisi I-Com, si segnala che, su 1.275 imprese innovative operative nella provincia di Roma, 54 siano quelle attive nell’ambito “Energia e sostenibilità”. Di queste, 43 si trovano a Roma Capitale, 5 PMI innovative e 38 start-up. Le PMI rientrano in vari ambiti del settore energetico, dalla fornitura di materiali avanzati e di nanotecnologie all’elaborazione di sistemi di distribuzione di energia rinnovabile, passando per la consulenza tecnica e la validazione e la verifica di servizi. Diverse tra le start-up considerate sono coinvolte in attività di ricerca e sviluppo, nella produzione di software, nella progettazione e nell’installazione di impianti di energia rinnovabile e di soluzioni innovative per l’ambiente. Roma, inoltre, può fare passi in avanti sul fronte della mobilità alternativa e condivisa, che tanto sarebbero utili in una città dove i sistemi di trasporto rappresentano uno delle maggiori criticità. Nella provincia di Roma risultano attive 379 stazioni di ricarica Enel X, di cui 240 all’interno del Comune, pari a 0,07 stazioni per km2, densità lievemente inferiore a quella di Milano (0,11/ km2), ma molto ridotta nel confronto internazionale (Parigi ne ha 7,8/km2). Si tratta di dati non rappresentativi dell’intero mercato, poiché riguardano solo un operatore (anche se di gran lunga il principale in Italia), ma sicuramente indicativi. 14
In questo ambito, le direttrici principali di intervento riguardano: • sostenere progetti di recupero e riqualificazione urbana, puntando nel campo dell’edilizia pubblica su progetti che includano produzione di energia da fonti rinnovabili e di efficientamento energetico degli edifici, a partire dal patrimonio esistente; • favorire la costituzione di un green innovation hub nel territorio comunale, aperto alle principali università ed enti di ricerca, alle maggiori aziende del settore energetico e ambientale, alle startup e PMI innovative; • supportare la mobilità alternativa e in particolare l’elettrificazione dei veicoli pubblici e privati e rinnovare il parco autobus circolante, costituendo un tavolo con gli operatori interessati per promuovere, nel rispetto della libertà d’impresa, una migliore pianificazione delle infrastrutture al servizio della mobilità sostenibile. 15
5 Semplificazione e attrazione investimenti Le città metropolitane e i sistemi territoriali sono sempre più baricentro globale dell’attrazione di investimenti, dello sviluppo di opportunità di impresa e di approcci innovativi al governo dei processi decisionali. Tra il 2003 e il 2020, si registrano 237 annunci pubblici di investimenti diretti esteri a Roma Capitale, attivati per la maggiore quota da parte di multinazionali statunitensi, britanniche, spagnole, francesi e tedesche, che, in media, hanno annunciato di investire a Roma venti milioni di euro ciascuno. Se guardiamo ai cluster di attività di queste multinazionali, ai primi 6 posti per investimenti attratti, troviamo ICT & elettronica, servizi finanziari, servizi professionali, turismo, industria creativa e trasporti. A fine 2019, inoltre, si registrano a Roma quasi 1.200 imprese a partecipazione estera, l’85% delle multinazionali presenti in regione. Per il 70% risulta che le multinazionali abbiano dato vita a investimenti greenfield, per il 30%, invece, si tratta di acquisizioni. Il 24,5% delle multinazionali opera nel settore dei servizi alle imprese, il 16,9% nel commercio all’ingrosso e al dettaglio, il 16,5% si occupa di energia elettrica, acqua, gas e gestione dei rifiuti e il 14,4% rientra nel settore dei servizi di informazione e comunicazione. Roma Capitale può fare molto per incrementare la propria capacità ricettiva di investimenti nazionali ed esteri, a partire dall’adozione di misure di semplificazione dell’attività di impresa, nei margini concessi alle città da parte dell’ordinamento nazionale. Si tratterebbe, in particolare, di: • snellire il portato di obblighi e procedure burocratiche per le imprese; • ridurre il carico normativo e i tempi di conclusione dei procedimenti amministrativi; • potenziare gli strumenti di e-government nelle relazioni con la Pubblica Amministrazione. 16
Con particolare attenzione verso la competitività di Roma sullo scenario internazionale, occorrerebbe: • potenziare i sistemi pubblici di contatto e accompagnamento degli operatori esteri nella conoscenza delle opportunità del territorio capitolino e nelle varie fasi di lancio della propria attività produttiva a Roma; • attivare corsie preferenziali per gli investimenti esteri e innovativi; • individuare strumenti per attirare talenti e dunque capitale umano oltre che capitale fisico. 17
6 Competenze digitali Argomento dalla dinamica complessa e multidimensionale, può essere declinato secondo le seguenti direttrici: competenze nella PA, competenze nei lavoratori privati, competenze degli utenti-cittadini e relative policy o iniziative di diffusione e accrescimento. Rispetto alle competenze digitali nella PA, allo stato attuale non esiste un censimento né a livello nazionale, né a livello locale. Ogni 3 anni l’Istat rileva i corsi di formazione tenuti dai comuni su digitale e ICT, ma i risultati non sono incoraggianti: nel 2018 i comuni «organizzatori» sono stati soltanto il 16,2% di quelli censiti, mentre i dipendenti coinvolti sono stati il 7,3%. Tra i comuni del Lazio hanno organizzato corsi Ict solo l’11,7% delle amministrazioni, e i dipendenti partecipanti sono stati appena il 2,4%. A livello nazionale, il Dipartimento della Funzione Pubblica ha organizzato un’iniziativa di sistema, in corso di svolgimento, volta a mappare le competenze disponibili, accrescere la consapevolezza delle azioni necessarie e a incoraggiare gli investimenti in materia di competenze. A livello di formazione e offerta sul mercato del lavoro, i laureati in discipline Ict risultano non sufficienti a colmare la domanda (nel 2018 erano il 4,2% del totale dei laureati, appena 8.700 unità). Rispetto all’offerta universitaria di formazione in discipline Ict, nel 2018 gli enti più prolifici risultano il Politecnico di Milano (431 laureati), e quello di Torino (371), che presentano anche un’offerta variegata di competenze digitali trasversali. A livello di utenti finali, circa ¼ della popolazione del Lazio non utilizza mai Internet. Tra gli utilizzatori, però, crescono quelli che interagiscono, anche in modo avanzato, con la PA, giunti sopra quota 20% (Istat, 2018). A livello nazionale, tuttavia, l’indice europeo DESI (Digital Economy and Society Index) pone l’Italia desolatamente ultima in Europa per diffusione delle competenze digitali di base e avanzate. 18
A luce di questi dati, tra le proposte di policy emerse nel Tavolo tematico figurano: • un censimento presso il personale del Comune, per valutarne le abilità digitali ed effettuare azioni di alfabetizzazione mirate; • rispetto ai cittadini, il rafforzamento dei servizi digitali e delle iniziative di sostegno e formazione dei cittadini meno tecnologicamente alfabetizzati (es. PRoF); • l’intensificazione delle iniziative di alternanza scuola-lavoro sul territorio; • rispetto alle imprese, l’opportunità di creare nuove strutture quali uno o più Digital Innovation Hub e un Politecnico di Roma, e di rafforzare la rete dei Tecnopoli esistenti. 19
DOMANDE DA DISCUTERE SESSIONE 1: Quali sono le principali criticità per la creazione di un robusto e dinamico ecosistema dell’innovazione capitolina? Si riportano, a titolo di esempio, alcune delle osservazioni emerse nei tavoli: • Necessità di estendere capillarità e performance delle infrastrutture di connettività e offerta di servizi digitali • Eccesso di complessità burocratica, polverizzazione degli enti, ritardi nella gestione delle pratiche • Disaffezione delle multinazionali (ad es. spostamento della sede di Sky a Milano) • Mancanza di competenze digitali presso la PA, presso i cittadini e sul mercato del lavoro SESSIONE 2: Come possono essere affrontate e possibilmente superate? A titolo esemplificativo: • Semplificazione di pratiche burocratiche e permessistica (in particolare relativa alla diffusione delle infrastrutture di connettività) 20
• Mappatura e messa a disposizione degli spazi pubblici disponibili per il settore tecnologico • Potenziamento dell’offerta di infrastrutture e servizi digitali per cittadini, imprese e PA (banda ultralarga, data center…) • Iniziative di formazione digitale per il personale del Comune di Roma e rafforzamento delle iniziative di sostegno per i cittadini meno alfabetizzati • Avvio di programmi e iniziative riservate ad investitori nazionali ed esteri • Creazione di nuovi centri di formazione e scambio come Digital Innovation Hub e universitarie dedicate, come il Politecnico di Roma, rafforzamento della rete dei Tecnopoli esistenti • Promozione dell’integrazione di tecnologie green nell’attività d’impresa e nella riqualificazione urbana 21
APPROFONDIMENTI La copertura in banda ultralarga a Roma si attesta a circa il 73% delle famiglie, e dovrebbe essere completata entro il 2023. Importante risulta anche, soprattutto per l’hinterland metropolitano, l’integrazione con tecnologie Fixed Wireless Access (FWA). Copertura famiglie in banda 30Mbps e 100Mbps (per Comune, in %) Fonte: Agcom Nella distribuzione delle startup, Roma risulta seconda tra le provincie italiane, dopo Milano, precedendo Napoli, Torino e Palermo. Occorre, tuttavia, aumentare la magnitudo degli investimenti in capitale di rischio. 22
Distribuzione startup innovative per area geografica (2020) Fonte: MiSE e dalle Camere di Commercio e Registroimprese Relativamente al passaggio di conoscenze dall’università all’industria, si osserva come oltre l’11% degli spin-off italiani abbia origine da Enti pubblici di ricerca basati a Roma, l’8% da enti di Torino, il 6% da enti di Milano (Fonte: NetVal). Provenienza degli Spin-off per area geografica degli Enti Pubblici di Ricerca (2017) 23
Secondo l’indice DESI, l’Italia risulta ultima in Europa per competenze digitali, comprendenti competenze di base (effettuare comunicazioni online ed utilizzare i software più comuni) e competenze avanzate (laureati in discipline STEM, ovvero Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). Desi 2020: Dimensione Capitale Umano Fonte: Commissione Europea, giugno 2020 Le imprese a partecipazione estera a Roma sono andate crescendo negli anni raggiungendo un picco nel 2011. Da allora, si nota una certa tendenza alla riduzione delle multinazionali attive a Roma. Nel complesso, il 70% delle multinazionali ha operato investimenti greenfield, il 30% acquisizioni. Andamento della costituzione di imprese a partecipazione estera a Roma (1990-2018) Fonte: ICE - Reprint 24
Le multinazionali attive a Roma sono in particolare di provenienza statunitense (19,5%), francese (12,8%) e spagnola (12%). Provenienza delle imprese a partecipazione estera (2019) Fonte: ICE - Reprint Se, in valori assoluti, Roma risulta essere la seconda provincia in Italia per numero di imprese che hanno attivato investimenti in tecnologie e prodotti sostenibili (poco più di 30mila), nel momento in cui rapportiamo questo numero alla popolazione di imprese attive a Roma, la Capitale scende al 12esimo posto tra le province italiane, con una quota del 31,5%. 25
Prime 15 province per numero di imprese green (2019) Fonte: Unioncamere e Symbola 2019 Tra il 2015 e il 2019 le start-up innovative a Roma Capitale, operative nell’ambito “Energia e sostenibilità”, sono cresciute ad un tasso medio annuo del 77%. Andamento della costituzione di PMI e start-up innovative dell’ambito Energia e sostenibilità a Roma Capitale (2015-2019) Fonte: elaborazione I-Com su dati Infocamere 26
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