VIRTUAL TOWN MEETING PIANO STRATEGICO 15.07.2020 - Roma Capitale

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VIRTUAL TOWN MEETING PIANO STRATEGICO 15.07.2020 - Roma Capitale
PIANO
STRATEGICO
VIRTUAL
TOWN
MEETING

ROMA
15.07.2020
Zoom Conference
GUIDA ALLA
DISCUSSIONE
VIRTUAL TOWN MEETING PIANO STRATEGICO 15.07.2020 - Roma Capitale
Carlo Cafarotti
Assessore alla Sviluppo economico, Turismo e Lavoro di Roma Capitale
Il Town Meeting Smart Business catalizza spunti e riflessioni per la finalizzazione
della nostra mission: mettere a sistema le risorse di Roma Capitale, definirne il brand
identitario e potenziare l’indotto cittadino in termini di visibilità e competitività.

Il tutto, con lo sguardo rivolto al futuro: quello che si apre oggi è un confronto
interamente votato allo sviluppo cittadino, attraverso l’utilizzo delle tecnologie e del
digitale.

Perché ci sono due costanti che ricorrono in ogni storia di successo, sia in termini
amministrativi che imprenditoriali.

La prima è l’innovazione. Qualunque eccellenza – dal prodotto fisico di un’azienda alle
policy di governo di una città – “funziona” solo se supportata dall’utilizzo strategico di
strumenti moderni: dalla gestione dei dati per il monitoraggio di fenomeni sensibili alla
visibilità online di produzioni di qualità, tutto concorre all’ottimizzazione del risultato
finale.

La seconda, parimenti irrinunciabile, è la condivisione: è per questo che siamo qui, oggi,
a discutere delle politiche cittadine per l’attrazione di capitali e il consolidamento degli
investimenti in essere, con gli attori della dimensione imprenditoriale, tecnologica,
culturale e, chiaramente, istituzionale.

Un momento di confronto prezioso da cui trarremo le linee guida per l’azione mirata
su più livelli: noi tutti, oggi, daremo il nostro contributo per accrescere l’appeal di
Roma nel mondo.

Di questo, ringrazio sin d’ora i partecipanti.

Buon lavoro a tutti voi.

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VIRTUAL TOWN MEETING PIANO STRATEGICO 15.07.2020 - Roma Capitale
Luca Montuori
Assessore all’Urbanistica di Roma Capitale
Ringrazio coloro che prendono parte al Virtual Town Meeting sul piano strategico
Smart Business.

Per noi è assolutamente importante che il tema dell’innovazione sia coniugato con
il tema della gestione del territorio. Oggi spesso parlando di smart city si pensa al
problema della gestione delle reti immateriali, di flussi di dati. Questo però non può che
andare insieme ad una idea dello sviluppo del territorio che favorisca la crescita di reti e
comunità nei luoghi fisici in cui i cittadini abitano lo spazio della città. Esiste soprattutto
una dimensione sociale del lavoro che dobbiamo coltivare e rendere smart.

Oggi spostarsi nella città è uno dei diritti fondamentali dell’essere cittadini. Già da anni le
stazioni delle reti su ferro sono diventate i veri spazi pubblici in cui spendiamo parte del
nostro tempo, ci incontriamo, aspettiamo, lavoriamo. Intorno a questi nodi dovrebbero
potersi sviluppare, in analogia con quanto accade in altre città, spazi di rappresentanza, di
trasferimento tecnologico e ricerca, luoghi in cui localizzare forme innovative di lavoro,
hub decentrati di grandi società che hanno la loro sede nei centri più rappresentativi,
collegati a questi luoghi dobbiamo immaginare i nuovi spazi, parchi, luoghi con funzioni
diverse, attività sportive, parti dedicate all’agricoltura urbana e al tempo libero, aree che
acquisiscano una dimensione diversa, metropolitana appunto.

La strategia complessiva di visione della città deve soprattutto coniugare un’idea
della mobilità con lo sviluppo urbano e la valorizzazione dei nodi di scambio tra reti
regionali e cittadine collegando ferrovie, metropolitane, e mobilità dolce. A scala
nazionale questo obiettivo è strettamente legato al recupero del ruolo della Stazione
Tiburtina quale nodo strategico di una rete di città connesse con l’Alta Velocità in una
riqualificazione che deve immaginare la costruzione di un grande HUB internazionale
che faccia dell’innovazione il suo obiettivo principale e che divenga la testa di un
sistema che coniugando sviluppo e ambiente valorizza in chiave storico-ambientale
l’intero anello ferroviario di Roma che rappresenta un forte elemento infrastrutturale di
trasporto pubblico del sistema policentrico dell’area metropolitana in grado di legare
progetti in un continuo salto di scala da quella metropolitana a quella locale.

A livello locale oltre alla rete dei trasporti integrata da una nuova visione smart della
mobilità già approvata nel PUMS, la stazione Tiburtina deve diventare la testa di quello
che abbiamo voluto chiamare l’anello verde, un sistema che si estende tra i parchi
dell’Aniene, dell’Appia Antica e del Tevere unendo importanti corridoi ambientali, aree
densamente abitate, preesistenze storico-monumentali e configurandosi come un
possibile modello per la città di domani.

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INTRODUZIONE
Il percorso che viene finalizzato nel Town meeting odierno trae origine dai 17
obiettivi relativi alle sfide globali identificati dalle Nazioni Unite e legate a temi
quali povertà, disuguaglianza, clima, inquinamento ambientale e prosperità. In
tale contesto sono stati identificati i 5 macro obiettivi a cui le Città devono
tendere per migliorare la vita dei cittadini, riducendo al contempo l’impatto sul
Pianeta: tra questi, incentivare l’economia innovativa e migliorare la governance
delle città.

In tale ottica, l’Amministrazione Capitolina ha predisposto i Piani Strategici per
la definizione degli obiettivi e delle progettualità nei diversi settori. A tal fine
ha individuato le linee di intervento prioritarie per rendere Roma più Smart,
«mettendo in rete» i singoli piani, valorizzando le sinergie e la collaborazione
tra i diversi attori. La visione di sviluppo economico e urbano di Roma 2030
comprende molteplici verticali: la presente iniziativa si sofferma sullo Smart
Business.

Il Piano Strategico per lo Smart Business intende realizzare il Piano Industriale
per la città di Roma al fine di attrarre investimenti per lo sviluppo dell’ecosistema
hi-tech sia da parte delle istituzioni (es. Unione Europea, Governo, Regione,
etc.), sia da parte delle imprese ad alto tasso innovativo.

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Gli obiettivi del lavoro che faremo insieme
Scopo del Town Meeting è individuare le principali linee di indirizzo che
contribuiranno a definire le Linee Strategiche del Piano e le relative azioni a
supporto.

Tra gli obiettivi principali del Piano figurano:

• l’individuazione di strategie urbane finalizzate allo sviluppo di infrastrutture e
  servizi a supporto delle attività imprenditoriali;

• il miglioramento della capacità attrattiva del territorio per investimenti
  imprenditoriali e immobiliari;

• la nascita di nuove attività imprenditoriali, potenziando la rete di Open
  Innovation tra imprese, startup, incubatori e acceleratori d’impresa, università,
  centri di ricerca, istituzioni e altri operatori della filiera dell’economia
  dell’innovazione.

Che cos’è il Town Meeting?
Il Town meeting è uno strumento di partecipazione diretta al governo locale
da parte dei cittadini che ha le sue origini nella regione statunitense del New
England, e che ha avuto un notevole sviluppo negli ultimi vent’anni negli Stati
Uniti e anche in Europa.

La declinazione moderna del Town Meeting (l’electronic Town Meeting, o
e-TM) coniuga il vivo della discussione a piccola scala con l’elettronica: da una
parte permette di trasmettere tempestivamente gli esiti dei lavori di gruppo
ad un’assemblea plenaria; dall’altra introduce la possibilità di conoscere le
opinioni dei singoli attraverso il televoto.

Il Town Meeting che Roma Captale organizza per il “Piano Strategico per lo
Smart Business” non si tratta di un semplice webinar ma di un momento intenso
di lavoro che coinvolge attivamente tutti i partecipanti in una sfida collettiva
molto importante per il futuro del settore.

Nell’e-TM si alternano quattro differenti fasi di lavoro, tutte volte a facilitare i

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partecipanti nel trattamento dei temi oggetto di discussione:

• l’informazione e l’approfondimento, che consentono ai partecipanti di
  acquisire stimoli alla discussione;

• la discussione per piccoli gruppi, che facilita l’ascolto reciproco e il confronto
  con opinioni divergenti dalla propria;

• la riflessione sugli esiti dei lavori di gruppo, una volta sintetizzati e restituiti
  all’intera assemblea;

• la votazione, che permette ai partecipanti di esprimere le proprie preferenze
  individuali.

Quali caratteristiche avrà questo evento?
Sono stati invitati stakeholder scelti in modo che ciascun partecipante possa
esprimere il suo punto di vista in modo consapevole, trovandosi a discutere sia
su un tema che su un territorio di cui ha un’esperienza diretta.

I temi che discuteremo durante la giornata hanno infatti un alto contenuto
progettuale ed un forte legame con il territorio.

L’evento si svolgerà il prossimo 15 luglio dalle 9.45 alle 14.00 e si articolerà nelle
seguenti fasi:

• Accesso e registrazione partecipanti

• Introduzione ai lavori e saluti istituzionali

• Sessioni di discussione in stanze virtuali

  • Sessione 1: Quali sono le principali criticità per la creazione di un robusto
    e dinamico ecosistema dell’innovazione capitolino?

  • Sessione 2: Come possono essere affrontate e possibilmente superate?

• Pausa (coffee break)

• Presentazione risultati e Televoto

• Conclusione lavori

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TEMI DI DISCUSSIONE
La complessità e l’interconnessione delle molteplici dimensioni connesse alla
diffusione delle tecnologie hi-tech presso imprese e cittadini e allo sviluppo di
strategie di attrazione degli investimenti, già ampiamente nota, si è ulteriormente
manifestata nello svolgimento dei Tavoli. Questi ultimi hanno dimostrato come
sostenere l’innovazione implichi lo stimolo di una serie di dinamiche complesse,
interconnesse e talvolta sovrapposte, che spesso necessitano le une delle altre
per potersi sviluppare in armonia e garantire performance migliori.

Il compito del Comune di Roma consiste quindi nel promuovere lo sviluppo
ordinato di tali dinamiche, anche all’interno del contesto regionale e nazionale,
identificandone i principi fondamentali e dettagliando una serie di azioni
concrete, finalizzate alla creazione e allo sviluppo di fenomeni reali i cui effetti
si dimostrino efficaci e sostenibili. A tal fine, spetta all’Amministrazione capitale
agire (e/o favorire le condizioni) per lo sviluppo di azioni concrete nei seguenti
ambiti:

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                Infrastrutture digitali e tecnologie emergenti
                Appartengono a questo comparto le piattaforme per lo sviluppo
                di connettività e servizi digitali avanzati a Roma, quali reti in
                banda larga e ultralarga, connessioni FWA, infrastrutture 5G,
                data center e servizi cloud, in grado di abilitare applicazioni in
                ambito IoT, Intelligenza artificiale e blockchain. Centrale appare
                l’individuazione di strategie urbane finalizzate allo sviluppo di
                infrastrutture e servizi a supporto delle attività imprenditoriali,
                che siano capaci di connettere in banda ultralarga tutta la
                collettività, creando benèfici effetti di rete e consentendo
                l’accesso a questi servizi emergenti da parte di aziende,
                pubbliche amministrazioni e cittadini.

La prospettiva è di costruire, attraverso l’utilizzo della fibra FTTH (connessioni
in fibra ottica fino a casa dell’utente), una rete capillare che porti connettività
in tutti gli edifici. Ad ottobre 2019, la copertura delle famiglie nel Comune di
Roma era attestata al 93% in banda ≥30 Mbps e al 73% in banda ≥100 Mbps
(Fonte: Agcom). I piani di infrastrutturazione in FTTH di Open Fiber prevedono
complessivamente una copertura di circa l’80% del territorio comunale di
Roma Capitale, pari a 1.200.000 unità immobiliari, con interventi programmati
nell’arco temporale che va dal 2019 al 2023.

Per quanto concerne la copertura dell’area provinciale, appaiono molto
importanti anche gli interventi in tecnologia Fixed Wireless Access, previsti in
117 Comuni della Città Metropolitana. Le zone più periferiche, fino ad oggi
ritenute un fallimento di mercato, rappresentano infatti un ampio margine di
crescita per l’economia capitolina.

In ambito urbano, il regolamento comunale e i molteplici vincoli derivanti dalle
esigenze di tutela - con particolare riferimento al centro storico, anche in ragione
del riconoscimento Unesco – limitano fortemente le possibilità di intervento
infrastrutturale, richiedendo soluzioni di semplificazione e accelerazione della
permessistica, ad es. coinvolgendo lo Sportello Unico Attività Produttive.

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Tra le proposte formulate al tavolo figurano:
• introdurre una formula di autocertificazione o silenzio-assenso per le opere
  di infrastrutturazione;

• rivedere il regolamento comunale, in particolare per favorire il potenziamento
  delle connessioni mobili;

• prevedere la pubblicazione da parte del Comune, in collaborazione con i
  Municipi, di una white list di siti dove effettuare le infrastrutturazioni.

Per le tecnologie emergenti, tra le quali spiccano IoT, intelligenza artificiale,
blockchain e cybersecurity, è auspicabile innanzitutto:

• favorire luoghi di incontro e di collaborazione/confronto tra grandi imprese,
  incubatori e startup, università ed enti di ricerca, anche attraverso spazi messi
  a disposizione o comunque individuati da Roma Capitale.

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                Imprese innovative e startup
                Nel contesto della trasformazione digitale il ruolo delle startup
                innovative è centrale, in termini di tecnologie e dinamismo, per
                l’evoluzione futura della Capitale. Questi attori, pur essendo
                accomunati da qualificazioni dimensionali ed organizzative,
                sono enti estremamente eterogenei ed operano in tutti gli
                ambiti economici e produttivi presenti sul territorio. Le elevate
                potenzialità di sviluppo che le caratterizzano costituiscono un
                fattore cruciale per la competitività di un sistema economico.

Nella distribuzione delle startup, Roma risulta seconda tra le provincie italiane
con 1129, dopo Milano (2137), precedendo Napoli (411), Torino (371) e Palermo
(186). Rispetto ai settori di appartenenza, la maggior parte delle startup romane
opera nei servizi (86,7%) e solo in maniera residuale in industria e artigianato
(7,5%) e nel commercio (4%). Nei campi di Intelligenza Artificiale e Big Data,
a Roma risultano operative 53 aziende (a Milano 89), mentre nell’”Internet of
Things” la Capitale ospita circa il 10% delle 394 imprese complessive (Milano
il 18%). Nelle fasi successive preliminari alla stesura del piano, l’analisi sarà
integrata con la quantificazione, ove disponibile, dei dati relativi all’ammontare
di investimenti in capitale di rischio.

Altri due elementi chiave per lo sviluppo del sistema di imprese innovative
sono gli acceleratori e incubatori di impresa e il trasferimento tecnologico.
Gli acceleratori sono programmi di consulenza progettati per velocizzare lo
sviluppo di startup che hanno avviato attività di impresa, e risultano presenti a
Roma in oltre 40 unità. Riguardo il trasferimento tecnologico, mediante il quale
l’output di una ricerca scientifica passa dall’ambito dello studio a quello del
mercato, oltre l’11% degli spin-off italiani ha origine da Enti pubblici di ricerca
basati a Roma, l’8% da enti di Torino, il 6% da enti di Milano (Fonte: NetVal). Nel
complesso, gli Enti di ricerca e le università residenti nella Capitale hanno dato
vita a 157 spin-off (Fonte: NetVal).

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Tra le proposte di policy formulate al Tavolo per promuovere la
nascita e la crescita delle startup e il rafforzamento dell’ecosistema
locale dell’innovazione figurano:
• l’opportunità di concedere spazi pubblici per la creazione di un Distretto
  dove concentrare l’ecosistema e attrarre investimenti;

• la promozione del trasferimento tecnologico dall’università all’industria e
  dell’open innovation;

• la messa a disposizione dell’ecosistema startup degli strumenti di finanza
  innovativa già esistenti per altre imprese;

• l’offerta di training specializzato e fondi dedicati a startup che si occupano di
  soluzioni innovative per la città;

• la previsione di procurement riservato alle startup e Piccole Medie Imprese
  (PMI) innovative e il supporto a sperimentazioni di servizi innovativi che
  possano portare benefici ai cittadini e più in generale alla città.

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                e-commerce
                È noto quanto l’economia italiana si basi sulle esportazioni e
                quanto ad esse contribuiscano le PMI. In questo ambito va
                crescendo, seppur rimanendo su quote ancora contenute, il
                contributo dei canali di vendita digitali. Tra il 2016 e il 2019,
                il valore dell’export digitale è aumentato del 57%, passando
                da 7,5 a 11,8 miliardi di euro. Tuttavia le esportazioni online
                rappresentano solo il 7% delle esportazioni totali di beni
                di consumo e il 2,5% del totale delle esportazioni. Sono in
                particolare i settori tipici del Made in Italy ad approfittare di più
                delle possibilità fornite dalle nuove tecnologie digitali: la moda,
                l’alimentare e l’arredamento, infatti, sono i comparti che più
                esportano online. Nel complesso, invece, gli investimenti delle
                imprese in tecnologie digitali si concentrano particolarmente
                sul marketing digitale.

Nell’ambito dell’e-commerce, pertanto, si registra un gap abbastanza
significativo rispetto alla media europea e ai principali partner internazionali
dell’Italia. Nel 2019, il 9% delle imprese italiane aveva ricevuto ordini online,
contro il 17% dell’UE a 27 e con un divario importante rispetto ai maggiori
Paesi UE (in Francia il 16% delle imprese ha venduto online, in Germania il 18%,
in Spagna il 19%), oltre che con gli Stati leader in Europa per l’e-commerce
(l’Irlanda è al 36%, la Danimarca al 34%, la Svezia al 31%). Il gap tra Italia e
performance europee si rivela anche nella quota di fatturato ottenuto tramite
e-commerce (il 12% per l’Italia contro il 18% della media UE). Sono in particolare
le vendite online all’interno dei confini nazionali a trovare indietro l’Italia,
ulteriore manifestazione del ritardo tecnologico del nostro Paese, soprattutto
dal punto di vista della domanda.

La diffusione del Covid-19 non ha necessariamente avuto conseguenze
positive sull’e-commerce. Ha pesato, infatti, un impatto negativo generalizzato
dell’epidemia sull’andamento delle attività economiche. I settori della moda,
del tempo libero e del turismo ne hanno risentito in misura ragguardevole. Al
contrario, il food delivery e la vendita di dispositivi elettronici ne hanno tratto
giovamento, almeno in parte.

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Tra le proposte emerse nel tavolo tematico spiccano:
• sostenere la digitalizzazione e la connettività delle imprese, in particolare
  delle PMI, favorendo in generale la diffusione delle competenze digitali;

• formare figure professionali ad hoc, in grado di gestire i processi di innovazione
  tecnologica finalizzati al canale online;

• siglare accordi con i marketplace per contribuire a un ampliamento dei canali
  di vendita per il tessuto produttivo romano.

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                Sostenibilità e innovazione
                Gli investimenti in tecnologie e prodotti sostenibili
                rappresentano un grande volano di sviluppo per le imprese
                italiane. In media, risulta anche che le società che promuovono
                investimenti verdi ne beneficiano con performance migliori
                dal punto di visto del fatturato, dell’export e degli occupati.
                Su 432mila imprese italiane che hanno investito in prodotti
                o tecnologie verdi nel periodo 2015-2019, 40mila risiedono
                nel Lazio, terza regione in Italia, dopo la Lombardia (78mila)
                e il Veneto (43mila). Se guardiamo alle province, invece,
                Milano e Roma occupano i primi due posti in classifica,
                con rispettivamente 31mila e 30mila imprese. Tuttavia, se
                misuriamo l’incidenza di imprese green sul totale delle
                imprese della provincia, Roma slitta al 12esimo posto in Italia,
                con una quota del 31,5%.

Da un’analisi I-Com, si segnala che, su 1.275 imprese innovative operative nella
provincia di Roma, 54 siano quelle attive nell’ambito “Energia e sostenibilità”.
Di queste, 43 si trovano a Roma Capitale, 5 PMI innovative e 38 start-up. Le
PMI rientrano in vari ambiti del settore energetico, dalla fornitura di materiali
avanzati e di nanotecnologie all’elaborazione di sistemi di distribuzione di
energia rinnovabile, passando per la consulenza tecnica e la validazione e la
verifica di servizi. Diverse tra le start-up considerate sono coinvolte in attività
di ricerca e sviluppo, nella produzione di software, nella progettazione e
nell’installazione di impianti di energia rinnovabile e di soluzioni innovative per
l’ambiente.

Roma, inoltre, può fare passi in avanti sul fronte della mobilità alternativa e
condivisa, che tanto sarebbero utili in una città dove i sistemi di trasporto
rappresentano uno delle maggiori criticità. Nella provincia di Roma risultano
attive 379 stazioni di ricarica Enel X, di cui 240 all’interno del Comune, pari
a 0,07 stazioni per km2, densità lievemente inferiore a quella di Milano (0,11/
km2), ma molto ridotta nel confronto internazionale (Parigi ne ha 7,8/km2). Si
tratta di dati non rappresentativi dell’intero mercato, poiché riguardano solo
un operatore (anche se di gran lunga il principale in Italia), ma sicuramente
indicativi.

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In questo ambito, le direttrici principali di intervento riguardano:
• sostenere progetti di recupero e riqualificazione urbana, puntando nel
  campo dell’edilizia pubblica su progetti che includano produzione di energia
  da fonti rinnovabili e di efficientamento energetico degli edifici, a partire dal
  patrimonio esistente;

• favorire la costituzione di un green innovation hub nel territorio comunale,
  aperto alle principali università ed enti di ricerca, alle maggiori aziende del
  settore energetico e ambientale, alle startup e PMI innovative;

• supportare la mobilità alternativa e in particolare l’elettrificazione dei veicoli
  pubblici e privati e rinnovare il parco autobus circolante, costituendo un
  tavolo con gli operatori interessati per promuovere, nel rispetto della libertà
  d’impresa, una migliore pianificazione delle infrastrutture al servizio della
  mobilità sostenibile.

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                 Semplificazione e attrazione investimenti
                 Le città metropolitane e i sistemi territoriali sono sempre più
                 baricentro globale dell’attrazione di investimenti, dello sviluppo
                 di opportunità di impresa e di approcci innovativi al governo
                 dei processi decisionali. Tra il 2003 e il 2020, si registrano 237
                 annunci pubblici di investimenti diretti esteri a Roma Capitale,
                 attivati per la maggiore quota da parte di multinazionali
                 statunitensi, britanniche, spagnole, francesi e tedesche, che,
                 in media, hanno annunciato di investire a Roma venti milioni
                 di euro ciascuno. Se guardiamo ai cluster di attività di queste
                 multinazionali, ai primi 6 posti per investimenti attratti, troviamo
                 ICT & elettronica, servizi finanziari, servizi professionali, turismo,
                 industria creativa e trasporti.

A fine 2019, inoltre, si registrano a Roma quasi 1.200 imprese a partecipazione
estera, l’85% delle multinazionali presenti in regione. Per il 70% risulta che le
multinazionali abbiano dato vita a investimenti greenfield, per il 30%, invece, si
tratta di acquisizioni. Il 24,5% delle multinazionali opera nel settore dei servizi
alle imprese, il 16,9% nel commercio all’ingrosso e al dettaglio, il 16,5% si occupa
di energia elettrica, acqua, gas e gestione dei rifiuti e il 14,4% rientra nel settore
dei servizi di informazione e comunicazione.

Roma Capitale può fare molto per incrementare la propria capacità ricettiva
di investimenti nazionali ed esteri, a partire dall’adozione di misure di
semplificazione dell’attività di impresa, nei margini concessi alle città da parte
dell’ordinamento nazionale.

Si tratterebbe, in particolare, di:
• snellire il portato di obblighi e procedure burocratiche per le imprese;

• ridurre il carico normativo e i tempi di conclusione dei procedimenti
  amministrativi;

• potenziare gli strumenti di e-government nelle relazioni con la Pubblica
  Amministrazione.

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Con particolare attenzione verso la competitività di Roma sullo scenario
internazionale, occorrerebbe:

• potenziare i sistemi pubblici di contatto e accompagnamento degli operatori
  esteri nella conoscenza delle opportunità del territorio capitolino e nelle
  varie fasi di lancio della propria attività produttiva a Roma;

• attivare corsie preferenziali per gli investimenti esteri e innovativi;

• individuare strumenti per attirare talenti e dunque capitale umano oltre che
  capitale fisico.

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6
                 Competenze digitali
                 Argomento dalla dinamica complessa e multidimensionale, può
                 essere declinato secondo le seguenti direttrici: competenze
                 nella PA, competenze nei lavoratori privati, competenze degli
                 utenti-cittadini e relative policy o iniziative di diffusione e
                 accrescimento.

                 Rispetto alle competenze digitali nella PA, allo stato attuale non
                 esiste un censimento né a livello nazionale, né a livello locale.
                 Ogni 3 anni l’Istat rileva i corsi di formazione tenuti dai comuni
                 su digitale e ICT, ma i risultati non sono incoraggianti: nel 2018
                 i comuni «organizzatori» sono stati soltanto il 16,2% di quelli
                 censiti, mentre i dipendenti coinvolti sono stati il 7,3%.

Tra i comuni del Lazio hanno organizzato corsi Ict solo l’11,7% delle
amministrazioni, e i dipendenti partecipanti sono stati appena il 2,4%. A livello
nazionale, il Dipartimento della Funzione Pubblica ha organizzato un’iniziativa
di sistema, in corso di svolgimento, volta a mappare le competenze disponibili,
accrescere la consapevolezza delle azioni necessarie e a incoraggiare gli
investimenti in materia di competenze.

A livello di formazione e offerta sul mercato del lavoro, i laureati in discipline Ict
risultano non sufficienti a colmare la domanda (nel 2018 erano il 4,2% del totale
dei laureati, appena 8.700 unità). Rispetto all’offerta universitaria di formazione
in discipline Ict, nel 2018 gli enti più prolifici risultano il Politecnico di Milano
(431 laureati), e quello di Torino (371), che presentano anche un’offerta variegata
di competenze digitali trasversali.

A livello di utenti finali, circa ¼ della popolazione del Lazio non utilizza mai
Internet. Tra gli utilizzatori, però, crescono quelli che interagiscono, anche
in modo avanzato, con la PA, giunti sopra quota 20% (Istat, 2018). A livello
nazionale, tuttavia, l’indice europeo DESI (Digital Economy and Society Index)
pone l’Italia desolatamente ultima in Europa per diffusione delle competenze
digitali di base e avanzate.

                                                                                   18
A luce di questi dati, tra le proposte di policy emerse nel Tavolo
tematico figurano:
• un censimento presso il personale del Comune, per valutarne le abilità digitali
  ed effettuare azioni di alfabetizzazione mirate;

• rispetto ai cittadini, il rafforzamento dei servizi digitali e delle iniziative di
  sostegno e formazione dei cittadini meno tecnologicamente alfabetizzati
  (es. PRoF);

• l’intensificazione delle iniziative di alternanza scuola-lavoro sul territorio;

• rispetto alle imprese, l’opportunità di creare nuove strutture quali uno o più
  Digital Innovation Hub e un Politecnico di Roma, e di rafforzare la rete dei
  Tecnopoli esistenti.

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DOMANDE DA DISCUTERE

SESSIONE 1:

Quali sono le principali criticità per la creazione di
un robusto e dinamico ecosistema dell’innovazione
capitolina?
Si riportano, a titolo di esempio, alcune delle osservazioni emerse nei tavoli:

• Necessità di estendere capillarità e performance delle infrastrutture di
  connettività e offerta di servizi digitali

• Eccesso di complessità burocratica, polverizzazione degli enti, ritardi nella
  gestione delle pratiche

• Disaffezione delle multinazionali (ad es. spostamento della sede di Sky a
  Milano)

• Mancanza di competenze digitali presso la PA, presso i cittadini e sul mercato
  del lavoro

SESSIONE 2:

Come possono essere affrontate e possibilmente
superate?
A titolo esemplificativo:

• Semplificazione di pratiche burocratiche e permessistica (in particolare
  relativa alla diffusione delle infrastrutture di connettività)

                                                                                  20
• Mappatura e messa a disposizione degli spazi pubblici disponibili per il settore
  tecnologico

• Potenziamento dell’offerta di infrastrutture e servizi digitali per cittadini,
  imprese e PA (banda ultralarga, data center…)

• Iniziative di formazione digitale per il personale del Comune di Roma e
  rafforzamento delle iniziative di sostegno per i cittadini meno alfabetizzati

• Avvio di programmi e iniziative riservate ad investitori nazionali ed esteri

• Creazione di nuovi centri di formazione e scambio come Digital Innovation
  Hub e universitarie dedicate, come il Politecnico di Roma, rafforzamento
  della rete dei Tecnopoli esistenti

• Promozione dell’integrazione di tecnologie green nell’attività d’impresa e
  nella riqualificazione urbana

                                                                                 21
APPROFONDIMENTI
La copertura in banda ultralarga a Roma si attesta a circa il 73% delle famiglie, e
dovrebbe essere completata entro il 2023. Importante risulta anche, soprattutto
per l’hinterland metropolitano, l’integrazione con tecnologie Fixed Wireless
Access (FWA).

    Copertura famiglie in banda 30Mbps e 100Mbps (per Comune, in %)

                                   Fonte: Agcom

Nella distribuzione delle startup, Roma risulta seconda tra le provincie italiane,
dopo Milano, precedendo Napoli, Torino e Palermo. Occorre, tuttavia,
aumentare la magnitudo degli investimenti in capitale di rischio.

                                                                                22
Distribuzione startup innovative per area geografica (2020)

              Fonte: MiSE e dalle Camere di Commercio e Registroimprese

Relativamente al passaggio di conoscenze dall’università all’industria, si osserva
come oltre l’11% degli spin-off italiani abbia origine da Enti pubblici di ricerca
basati a Roma, l’8% da enti di Torino, il 6% da enti di Milano (Fonte: NetVal).

               Provenienza degli Spin-off per area geografica
                    degli Enti Pubblici di Ricerca (2017)

                                                                               23
Secondo l’indice DESI, l’Italia risulta ultima in Europa per competenze digitali,
comprendenti competenze di base (effettuare comunicazioni online ed
utilizzare i software più comuni) e competenze avanzate (laureati in discipline
STEM, ovvero Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica).

                   Desi 2020: Dimensione Capitale Umano

                     Fonte: Commissione Europea, giugno 2020

Le imprese a partecipazione estera a Roma sono andate crescendo negli
anni raggiungendo un picco nel 2011. Da allora, si nota una certa tendenza
alla riduzione delle multinazionali attive a Roma. Nel complesso, il 70%
delle multinazionali ha operato investimenti greenfield, il 30% acquisizioni.

 Andamento della costituzione di imprese a partecipazione estera a Roma
                             (1990-2018)

                               Fonte: ICE - Reprint

                                                                              24
Le multinazionali attive a Roma sono in particolare di provenienza statunitense
(19,5%), francese (12,8%) e spagnola (12%).

          Provenienza delle imprese a partecipazione estera (2019)

                                 Fonte: ICE - Reprint

Se, in valori assoluti, Roma risulta essere la seconda provincia in Italia per numero
di imprese che hanno attivato investimenti in tecnologie e prodotti sostenibili
(poco più di 30mila), nel momento in cui rapportiamo questo numero alla
popolazione di imprese attive a Roma, la Capitale scende al 12esimo posto tra
le province italiane, con una quota del 31,5%.

                                                                                  25
Prime 15 province per numero di imprese green (2019)

                        Fonte: Unioncamere e Symbola 2019

Tra il 2015 e il 2019 le start-up innovative a Roma Capitale, operative nell’ambito
“Energia e sostenibilità”, sono cresciute ad un tasso medio annuo del 77%.

   Andamento della costituzione di PMI e start-up innovative dell’ambito
          Energia e sostenibilità a Roma Capitale (2015-2019)

                    Fonte: elaborazione I-Com su dati Infocamere

                                                                                26
UN PROGETTO DI

IN COLLABORAZIONE CON

   PARTNER TECNICI

   COMUNICAZIONE
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