GUIDA AL FINE VITA DEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI - Federazione Italiana per l'uso Razionale dell'Energia - Fire
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GUIDA AL FINE VITA DEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia
Indice Introduzione 3 Tecnologie fotovoltaiche 4 Tipologie di impianti 11 Rilevanza economica e ambientale 14 Riciclo o rifiuto ? 21 Modelli di riciclo 24 Analisi del ciclo di vita 29 Fattibilità e processi allo stato dell’arte 33 Leggi e documenti di riferimento 42 GUIDA AL FINE VITA DEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI 2
Introduzione L’energia solare fotovoltaica ha conosciuto uno Una gestione oculata del fine vita consente di sviluppo straordinario a livello globale e, in migliorare ulteriormente l’impronta ambientale particolare, europeo nel corso degli ultimi anni. del fotovoltaico estesa su tutto il ciclo di vita e, pro quota, quella dell’intero sistema energetico. Anche nel nostro paese è sempre più frequente vedere impianti piccoli e grandi variamente Se si considera che la durata in servizio degli integrati in contesti urbani, industriali e rurali. impianti fotovoltaici è di almeno 20-30 anni e che la maggior parte di essi è stata installata negli Come per ogni tecnologia che si diffonde in modo ultimi 5 anni, risulta evidente che siamo nella massiccio, diventa rilevante chiedersi che ne sarà fase giusta per capire come affrontare questo di tali impianti alla fine del loro ciclo di vita, cioè problema e per mettere in atto le tecnologie e i quando avranno esaurito la loro capacità processi necessari allo scopo. produttiva. In tale contesto la presente guida si propone L’importanza del tema è molteplice, in quanto come uno strumento di orientamento per tutti impatta su varie dimensioni di valenza economica coloro, industrie, enti pubblici e privati cittadini e ambientale, come il riciclo e riuso dei materiali, che, a vario titolo vogliono approfondire il quadro che servono a ridurre i consumi di materia prima delle opzioni disponibili. e di energia, e come le condizioni di riutilizzo dei terreni e/o dei fabbricati. Image: Salvatore Vuono / FreeDigitalPhotos.net GUIDA AL FINE VITA DEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI 3
Tecnologie fotovoltaiche Le tecnologie di celle fotovoltaiche diffuse sul Grazie alla minore quantità di materiale attivo mercato appartengono alle seguenti tipologie: utilizzato presentano in prospettiva potenzialità rilevanti di riduzione dei costi. Silicio Mono-cristallino cristallino Poli-cristallino Silicio monocristallino Nastro Le celle sono ricavate da un lingotto costituito da Film sottile Silicio amorfo un mono-cristallo di silicio, che viene prodotto a Tellururo di cadmio partire da silicio fuso attraverso un processo di ri- cristallizzazione denominato Czochralsky. Diseleniuro/Disolfuro di rame- indio/gallio Multi-giunzione SiO2 mg-Si Estrazione e Riduzione Processo UCC Raffinatura eg-Si Le classificazione si basa sulla tipologia di Wafering Taglio lingotto Processo Czochralsky materiale semiconduttore attivo, ma differenze scarti e sfridi fondamentali derivano anche dal processo di Lavaggio, Riciclo Si poli- cristallino produzione delle celle. Essiccatura Le celle al silicio cristallino utilizzano come Etching, Texturing celle semiconduttore il silicio e sono di gran lunga le più diffuse sul mercato (circa 80% secondo EPIA). Sono costituite da fette di silicio molto sottili Il silicio metallurgico ha una purezza compresa denominate wafer e il processo di produzione del tra 98 e 99%, mentre il silicio per la produzione silicio determina le differenze tra un tipo e l’altro delle celle può essere raffinato fino al 99,9999%. di cella. Il silicio mono-cristallino possiede una struttura molecolare regolare che facilita il transito degli elettroni, ma deve essere dopato per diventare Le celle a film sottile utilizzano differenti effettivamente fotovoltaico. Un primo drogaggio materiali semiconduttori (silicio, diseleniuro di (di tipo -p) viene realizzato aggiungendo boro al rame-indio, tellururo di cadmio, arseniuro di silicio fuso. gallio). Vengono realizzate tramite deposizione di uno strato molto sottile di materiale attivo su Dopo il taglio, i wafer vengono lavati e portati in substrati di varia natura. un forno a diffusione dove sono esposti a vapori di fosforo su uno dei lati per creare il drogaggio di GUIDA AL FINE VITA DEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI 4
tipo -n e quindi la differenza di potenziale (p-n) contatto metallico cornice cella tra le due facce. Successivamente viene applicato uno strato superficiale antiriflesso che aumenta la capacità 990 di cattura della luce solare e conferisce alle celle il tipico colore blu. Lo step successivo è l’applicazione di contatti 1650 50 metallici, in genere di argento, che servono a vetro convogliare gli elettroni verso il circuito esterno. Una rete di rame estremamente sottile (finger) giunto laterale cella solare viene applicata sulla faccia frontale della cella e resina protezione posteriore ha lo scopo di raccogliere la corrente generata. cornice Bandelle di rame più larghe (busbars) vengono applicate sulle facce frontale e posteriore della Componenti di un modulo fotovoltaico cella e hanno lo scopo di collegare una cella con l’altra (come descritto nella sezione successiva). Il processo di realizzazione del modulo è La superficie posteriore delle celle viene rivestita schematizzato nel diagramma seguente: di alluminio allo scopo di creare una superficie interna riflettente. Le celle hanno forma quadrata, le dimensioni Celle Flash test tipiche sono 156x156mm (6”) oppure 125x125 (5”) con uno spessore di 0,18÷0,2 mm. Bandelle Cu Tabbing Cornice Incorniciatura celle Angolari Vetro Bi-adesivo Layup J-Box EVA stringhe Silicone, J-Box Bus Ribbon Saldatura Rifilatura EVA, Tedlar stringhe Laminazione Le celle vengono collegate in serie attraverso la saldatura (tabbing) di bandelle di rame ricotto e l’installazione dei diodi di by-pass. In genere le stringhe sono composte di 10 o 12 celle. Cella monocristallina Sulla faccia anteriore il modulo viene chiuso e protetto da un vetro temperato dello spessore di Realizzazione del modulo fotovoltaico 4 mm ad alta trasmittanza. La superficie interna del vetro è antiriflesso, mentre la superficie Il modulo viene realizzato assemblando i seguenti esterna è liscia per contrastare sporcamenti componenti: dovuti ad accumulo di polvere e/o residui. GUIDA AL FINE VITA DEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI 5
Le celle sono inglobate in uno strato di materiale Silicio poli-cristallino plastico trasparente costituito di etil-vinil-acetato (EVA), che possiede buone caratteristiche di Il processo di produzione si differenzia da quello trasmittanza (70-90%) e igroscopicità (l’umidità mono-cristallino nelle fasi di realizzazione dei potrebbe danneggiare le celle corrodendo i wafer, mentre l’assemblaggio delle celle e la materiali conduttivi). costruzione dei moduli seguono il medesimo processo. L’EVA fonde a bassa temperatura (80-110 °C) e viene rinforzato da fibra di vetro per assicurare Come materia prima vengono utilizzati pezzi di rigidezza e stabilità dimensionale. silicio di varia provenienza riciclando componenti e scarti dell’industria elettronica e del processo Lo strato di Tedlar ha la funzione di proteggere le fotovoltaico stesso. celle sul lato posteriore. Le fette vengono tagliate a partire da un lingotto Esso è composto da bianco Tedlar (37μm) che ottenuto per solidificazione direzionale. resiste ai raggi UV e da poliestere (75÷80μm) che protegge dall’umidità. Le celle hanno forma quadrata, le dimensioni tipiche sono 156x156mm (6”), più raramente Il telaio è realizzato in alluminio anodizzato, 125x125mm (5”), con spessore di 0,18÷0,2 mm. tipicamente in leghe da trasformazione plastica e, in particolare, da trattamento termico che I moduli dei vari costruttori utilizzano quasi prevedono come alliganti Mg, Si, Zn, Cu. sempre celle da 6”. Due tra le configurazioni più diffuse prevedono 6 file da 9 o da 10 celle ed Tali leghe possiedono buone caratteristiche hanno le seguenti caratteristiche: meccaniche, di finitura superficiale e di resistenza alla corrosione. Il silicone ha lo scopo di sigillare le giunzioni (T = 120-150 °C). La fase finale di collaudo viene effettuata in una macchina di prova che utilizza la luce artificiale generata da una lampada flash. I moduli dei vari costruttori utilizzano celle di diverse dimensioni (5”o 6”) e numero. Due tra le configurazioni più diffuse prevedono 6 file da 10 o 12 celle ed hanno le seguenti caratteristiche: MODULO 60 celle (6”) 72 celle (5”) MODULO 54 celle (6”) 60 celle (6”) Altezza 1640÷1680 mm 1560÷1580 mm Altezza 1470÷1500 mm 1640÷1680 mm Lato 980÷1000 mm 800÷830 mm Lato 980÷990 mm 980÷1000 mm Spessore 35÷40 mm 35÷45 mm Spessore 35÷38 mm 34÷50 mm Peso 19÷22 kg 15÷17 kg Peso 15,5÷20 kg 18,5÷23,5 kg GUIDA AL FINE VITA DEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI 6
Silicio - tecnologie alternative Il “peso specifico” dei moduli di silicio (peso del modulo diviso per potenza di picco) è compreso Diverse tecnologie sono state sviluppate al fine di tipicamente tra 80 e 110 kg/kWp come indicato produrre celle con livelli più elevati di efficienza. nel grafico seguente. Le principali sono di seguito elencate: I valori inferiori sono relativi ai moduli con la maggiore efficienza. contatti nascosti: la rete e le bandelle sono nascosti in un solco che viene tagliato con il 120,0 laser sulla superficie posteriore della cella. In 100,0 questo modo aumenta la superficie anteriore 80,0 attiva della cella e quindi la sua efficienza kg/kWp 60,0 40,0 contatti posteriori: il contatto frontale viene 20,0 spostato nella parte posteriore della cella. 0,0 L’area frontale aumenta e diminuiscono le 10% 12% 14% 16% 18% 20% perdite per ombreggiamento. È la soluzione Efficienza applicata dalle celle che hanno i valori più elevati allo stato dell’arte Peso dei moduli c-Si in funzione dell’efficienza PLUTOTM: sviluppata da Suntech si distingue per il processo di texturing che aumenta la capacità di assorbire la luce debole e indiretta Il progresso tecnologico ha determinato una progressiva riduzione del peso dei moduli per HITTM: Heterojunction with Intrinsic Thin Layer effetto di miglioramenti di efficienza delle celle e sviluppata da Sanyo si distingue per la dei moduli, riduzione dello spessore delle celle ed struttura a sandwich delle celle, in cui il wafer ottimizzazione di telai e scatole di giunzione. mono-cristallo di silicio è racchiuso all’interno di due strati estremamente sottili di silicio La composizione indicativa in peso di un modulo amorfo. in silicio è illustrata nella figura seguente: Scatola di Tedlar giunzione Celle 1% Adesivi 4% 4% 1% EVA 6% La tabella seguente indica i record di efficienza raggiunti dai moduli commerciali più avanzati Telaio (Fonte: Greentech Media 2010). 10% Efficienza Vetro Tecnologia 74% commerciale Mono-cristallino 22% (contatto posteriore) Composizione in peso di un modulo c-Si TM HIT 19,8% Mono-cristallino TM 19% (Pluto ) Il vetro rappresenta il componente più rilevante, Mono-cristallino 18,5% con un’incidenza che varia tra il 65 e il 75% a seconda dello spessore (3 oppure 4 mm). GUIDA AL FINE VITA DEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI 7
Thin-film multi-giunzione sono celle composte di silicio amorfo a cui vengono aggiunti strati di silicio I moduli thin film sono realizzati depositando uno micro-cristallino che hanno la funzione di strato estremamente sottile di materiale foto- aumentare la capacità di assorbire l’infrarosso sensibile su un substrato di basso costo come e il vicino infrarosso e aumentano l’efficienza vetro, acciaio inossidabile o plastica. del 10%. Gli strati di silicio micro-cristallino hanno uno spessore di 3 m che rende i Il materiale semiconduttore ha una capacità moduli più robusti. estremamente elevata di catturare la luce solare per cui è sufficiente uno strato di pochi micron Contrariamente al silicio cristallino, non esistono per ottenere le proprietà fotovoltaiche. dimensioni standard dei moduli thin film. Una volta depositato il materiale, il substrato Si passa dai 0,6÷1,2 m2 dei moduli CIGS e CdTe a viene tagliato con il laser in celle sottili. 1,4÷5,7 m2 dei moduli a base di silicio. I moduli thin film sono di solito realizzati senza telaio e chiusi entro due strati di vetro. Se il substrato è di plastica il modulo risulta flessibile. I tipi più diffusi di moduli sono di seguito elencati: silicio amorfo: la capacità di assorbimento della luce solare è superiore a quella del silicio cristallino, ma genera un flusso di elettroni inferiore e quindi ha un’efficienza inferiore. Lo strato semiconduttore è spesso 1 m e per ridurre i costi viene depositato su substrati di grandi dimensioni (fino a 5,7 m2), che possono essere anche di materiale flessibile. Esempio di modulo CIS (Sulfurcell) diseleniuro di rame-indio (copper-indium diselenide, abbreviato CIS) cattura oltre il 99% della luce incidente in pochi micron di spessore. L’aggiunta di piccole percentuali di gallio (abbrev. CIGS) aumenta ulteriormente l’efficienza di conversione. Tra i thin film, la tecnologia CIG/CIGS è la più efficiente, ma anche la più costosa a causa di un processo complesso e poco standardizzato. tellururo di cadmio (abbreviato CdTe) possiede anch’esso una grande capacità di cattura della luce e rappresenta la tecnologia thin film più economica sul mercato. L’aggiunta di piccole percentuali di mercurio e zinco migliora ulteriormente le proprietà. arseniuro di gallio è un composto formato da due elementi particolari: l’arsenico diffuso in natura, ma velenoso, e il gallio più raro e costoso dell’oro. È estremamente resistente alla temperatura e risulta pertanto molto adatto per sistemi a concentrazione. Esempio di modulo amorfo (Sharp) GUIDA AL FINE VITA DEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI 8
Il processo di produzione dei moduli thin film, Il processo impiegato dal produttore Sulfurcell è rappresentato in figura, è comune a tutte le illustrato nel diagramma seguente: tecnologie. Produzione del substrato Vetro Molibdeno Laser Rivestimento Sputtering Scribing conduttivo trasparente Rame Sputtering Indio Deposizione del semiconduttore CIS Annealing, Mechanical Sulfurisation Scribing Collegamento contatti Wet chemical processing conduttori Ossido di Mechanical Sputtering Laminating Zinco Scribing Montaggio tra due strati di vetro MONOLITHIC DEPOSITION ENCAPSULATION INTERCONNECTION Processo di produzione dei moduli thin film Processo di produzione Sulfurcell L’applicazione del semiconduttore sul substrato viene effettuata attraverso elettrodeposizione Nella figura seguente è esemplificato lo schema oppure trasferimento in fase vapore. di un modulo CdTe con substrato di vetro. Entrambi i processi sono molto efficienti (nella elettrodeposizione solo l’1% di Cd e Te viene disperso, nel trasferimento di vapore il 20÷30%) e i residui vengono trattati in modo sicuro. Vetro vetro anteriore L’applicazione dei contatti metallici sulla parte posteriore serve a collegare i moduli in serie e si SnO2F TCO contatto anteriore realizza tramite incisione o stampaggio laser. CdS strato finestra CdTe strato assorbente contatto posteriore Nella figura seguente è esemplificato lo schema EVA incapsulante di un modulo CIS con substrato di vetro. Vetro vetro posteriore Sezione di un modulo CdTe (First Solar) Vetro vetro anteriore EVA incapsulante ZnO Il vetro anteriore è quello su cui incidono i raggi CdS strato finestra solari. Su di esso viene depositato un film sottile CuInS2 strato assorbente di ossido conduttivo trasparente (TCO). Mo contatto posteriore Gli strati sottili semi-conduttori, rispettivamente Vetro vetro posteriore p- (CdS) e n- (CdTe) vengono depositati sul substrato di vetro. Lo spessore degli strati semi- Sezione di un modulo CIS (Sulfurcell) conduttori è inferiore a 3 m. GUIDA AL FINE VITA DEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI 9
Il vetro posteriore ha la funzione di proteggere i La composizione indicativa in peso di alcune semi-conduttori e viene incollato al vetro tipologie di moduli thin film è illustrata nelle anteriore tramite laminazione interponendo uno figure seguento: strato di Etil-Vinil Acetato (EVA). In tutti i casi il materiale semiconduttore incide La tabella seguente indica i record di efficienza per meno dell’1% sul peso del modulo. raggiunti a livello commerciale e di laboratorio dai moduli thin film (Fonte: EPIA, 2010). EVA Cavi Semiconduttore 3% 1% 0% Telaio Efficienza Efficienza di 12% Tecnologia commerciale laboratorio Silicio amorfo 7,1% 10,4% Silicio amorfo Substrato-vetro 10% 13,2% 51% multigiunzione Vetro anteriore CdTe 11,2% 16,5% 33% CIGS/CIS 12,1% 20,3% Composizione in peso di un modulo CIGS Il “peso specifico” dei moduli thin film è compreso tipicamente tra 120 e 250 kg/kWp come indicato nel grafico seguente. Scatola di Cavi 1% giunzione 0,1% I valori inferiori sono relativi ai moduli con la maggiore efficienza. Vetro anteriore Substrato-vetro 48% 350 48% 300 250 200 kg/kWp 150 Semiconduttori EVA 3% 0% 100 50 0 Composizione in peso di un modulo CdTe 4% 6% 8% 10% 12% 14% Efficienza Peso dei moduli thin film in funzione dell’efficienza GUIDA AL FINE VITA DEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI 10
Tipologie di impianti La crescente diffusione degli impianti fotovoltaici Il BOS è tipicamente costituito dai seguenti per molteplici e differenti esigenze applicative si componenti: accompagna a una progressiva diversificazione delle taglie di potenza degli impianti e delle moduli tipologie di installazione, integrate in edifici inverter oppure poste sul terreno. sostegni in acciaio zincato trasformatore Ai fini dell’analisi delle problematiche di fine vita cavi elettrici gli impianti saranno classificati come segue: quadri e scatole di derivazione contatori di energia integrati su edifici civili e industriali sistema di monitoraggio solar farm impianto di terra (scaricatori). piccoli impianti residenziali. Il grafico successivo esemplifica la percentuale in Tale suddivisione non intende esaurire la peso dei componenti del BOS di un impianto da molteplicità delle tipologie applicative, ma ha lo 350 kW integrato sulla falda di un tetto. scopo di creare classi di impianti relativamente omogenee in termini di composizione e importanza relativa degli elementi costituenti il Balance of System (BOS). 9% 1% 6% 5% Moduli Inverter 2% Impianti integrati Trasformatori Cavi di campo Quadri e combinatori Con questa denominazione si intendono gli Fissaggi impianti di taglia media installati sui tetti di edifici industriali o del terziario. 77% Rappresentano una tipologia di impianto che ha conosciuto una grande diffusione in Italia, come soluzione per alleggerire la bolletta energetica oppure come elemento qualificante di un piano I moduli fotovoltaici costituiscono la quota di di miglioramento della sostenibilità ambientale di gran lunga prevalente del BOS (77%), pari a circa aziende manifatturiere o di servizio. 35.500 kg per 350 kW. Gli impianti integrati spaziano da qualche decina a qualche centinaio di kW (20÷500 kW). GUIDA AL FINE VITA DEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI 11
Solar farm I moduli fotovoltaici costituiscono la quota prevalente del BOS (52%), pari a circa 200t per 2 Con questa denominazione si intendono gli MW. impianti di taglia grande installati sul terreno. Rappresentano una tipologia di impianto che ha conosciuto una crescita straordinaria in Italia e Piccoli impianti residenziali nell’Europa meridionale come risultato di grandi investimenti operati da fondi interessati a Con questa denominazione si intendono gli cogliere l’opportunità di profitto delle tariffe di impianti di piccola taglia installati sui tetti di case, feed-in coniugandola con le economie di scala dei condomini, scuole, rifugi, alberghi e agriturismi. grandi impianti. Rappresentano una tipologia di impianto che in Grazie alle loro dimensioni rappresentano una Italia ha conosciuto una prima grande diffusione quota cospicua dell’installato complessivo, anche all’epoca del programma 10.000 tetti fotovoltaici se in molti paesi sono state introdotte normative e che successivamente ha ricevuto un ulteriore per scoraggiare la loro proliferazione che va a impulso dal Conto Energia. scapito dell’uso agricolo dei terreni. In Italia sono impianti prevalentemente installati Il BOS è costituito dai seguenti componenti: su falde spioventi e in varia misura integrati con esse. moduli inverter Il BOS è costituito dai seguenti componenti: sostegni in acciaio zincato strutture di supporto girevoli (per sistemi a moduli inseguimento) inverter trasformatori sostegni in acciaio zincato cavi elettrici cavi elettrici quadri e scatole di derivazione quadri e scatole di derivazione contatori di energia contatori di energia sistema di monitoraggio impianto di terra (scaricatori). impianto di terra (scaricatori) cabina elettrica ancoraggi di sostegno nel terreno. Il grafico successivo esemplifica la percentuale in peso dei componenti del BOS di un impianto da 5 kW integrato sulla falda di un tetto. Il grafico successivo esemplifica la percentuale in peso dei componenti del BOS di un impianto da 2 MW installato su terreno. 8% 1% 8% 2% Moduli Inverter Moduli 37% Cavi di campo Inverter Quadri e combinatori Trasformatori 52% Fissaggi Cavi di campo Quadri e combinatori Fissaggi 81% 2% 3% 3% 2% GUIDA AL FINE VITA DEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI 12
I moduli fotovoltaici costituiscono la quota di La vita utile dipende essenzialmente da come le gran prevalente del BOS (81%), pari a circa 510 kg batterie vengono gestite nelle fasi di carica e per 5 kW. scarica, funzione svolta dal regolatore di carica che serve anche a monitorare lo stato delle Per alcuni impianti isolati dalla rete, che hanno la batterie stesse. necessità di assicurare la continuità del servizio, i componenti precedentemente indicati vengono integrati da: La dismissione di un impianto fotovoltaico è un batterie termine che significa la rimozione dei regolatori di carica. componenti dell’impianto attivo e il ripristino delle condizioni precedenti su tetto o su terreno. Nella sua accezione completa la dismissione Le batterie svolgono la funzione di accumulare comprende quindi le seguenti operazioni: l’energia nei periodi in cui la produzione istantanea eccede la richiesta e viceversa di rimozione dei pannelli fotovoltaici e di tutti i rilasciarla nei periodi in cui la richiesta eccede la componenti dell’impianto elettrico produzione. rimozione di tutte le strutture di sostegno, incluse anche fondazioni e pavimentazioni nel Tale missione richiede batterie in grado di caso di impianti a terra sopportare scariche profonde (fino all’80% della mitigazione di eventuali impatti ambientali. carica). Tipicamente vengono utilizzate batterie al piombo (lead acid) con durata fino a 15 anni. Image: Worradmu / FreeDigitalPhotos.net GUIDA AL FINE VITA DEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI 13
Rilevanza economica e ambientale La capacità fotovoltaica installata a livello globale Di questa capacità, circa il 70% è installata in è cresciuta in modo estremamente rapido negli Europa. In ambito europeo la Germania detiene ultimi anni, superando i 22 GW nel 2009 come lo share principale, mentre il mercato italiano, in illustrato nel grafico seguente (fonte: EPIA 2010). forte espansione, ha raggiunto il 10%. 25.000 20.000 Cina 15.000 USA 10.000 Resto del Mondo Giappone 5.000 Europa 0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Evoluzione della capacità installata (fonte: EPIA) 1% 1% 0,5% Germania 2% 2% 2% Italia Repubblica Ceca 7% Belgio Francia Spagna 7% 1% Grecia 0,5% Portogallo 0,5% 1% Resto EU 3% 53% Giappone USA 4% Cina 6% India Corea Sud Canada 10% Australia Resto del Mondo Mercato mondiale del fotovoltaico nel 2009 (fonte: EPIA) GUIDA AL FINE VITA DEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI 14
Nel corso del 2010 la tendenza si è ulteriormente La quota di mercato è passata dal 90% nel 2000 a consolidata e la capacità installata ha raggiunto i circa l’80% nel 2010 per scendere fino al 61% nel 36 GW, compiendo un balzo in avanti pari al 67% 2020. rispetto al 2009 (dati provvisori EPIA). Il mercato è equamente suddiviso tra moduli In termini di peso, l’installato 2009 corrisponde a mono e poli-cristallini, anche se quest’ultima circa 2÷2,2 milioni di tonnellate di soli moduli. tecnologia ha manifestato la maggiore crescita negli ultimi anni. In termini di applicazioni, nel corso del 2009 sono stati superati i 2 milioni di installazioni. I moduli thin film rappresentano la quota di mercato con le dinamiche di crescita più rapide Il problema del fine vita degli impianti fotovoltaici (20% nel 2010, 39% nel 2020). risulta quindi di grande attualità a livello globale e di particolare rilevanza a livello europeo e per il Tra di essi le celle CdTe rappresentano la seconda nostro paese. tecnologia più diffusa nel 2010 (18%). Una rilevanza che riguarda aspetti sia economici In rapida crescita sono i moduli CIGS la cui quota che ambientali, dati i quantitativi di materiali di mercato è attesa pari a quelli dei moduli CdTe coinvolti. nel 2020. Inoltre l’estrema numerosità delle applicazioni mentre da un lato rappresenta una valenza molto positiva in termini di partecipazione e Stima della capacità da dismettere decentralizzazione energetica, dall’altro rende la gestione del fine vita particolarmente complessa I rifiuti generati dall’industria fotovoltaica sono in termini organizzativi. direttamente correlati alla crescita del mercato. Le quantità da trattare negli anni a venire saranno influenzate in primis dai seguenti fattori: Rilevanza delle diverse tecnologie volumi prodotti Il silicio cristallino è di gran lunga la tecnologia peso specifico dei moduli per kWp più diffusa e tale rimarrà nei prossimi dieci anni incidenza degli scarti di processo come illustrato nel seguente grafico di evoluzione incidenza dei rifiuti prematuri generati storica del mercato. durante trasporto e installazione incidenza delle rotture premature in uso 100% 90% durata della vita utile. 80% 70% Tecnologie emergenti 60% CIGS 50% CdTe Il trend evolutivo dell’installato ha manifestato 40% 30% a-Si un’impennata a partire dai primi anni 2000. c-Si 20% 10% Considerata una vita media di 20-25 anni è 0% prevedibile che la gestione della dismissione degli 1980 1990 2000 2010 2020 impianti diventi un tema rilevante su larga scala a partire dal 2020-2025. Share tecnologie fotovoltaiche (fonte: EPIA) Nel 2008 i moduli dismessi in Europa hanno raggiunto 3.800t, un quantitativo ancora limitato. GUIDA AL FINE VITA DEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI 15
Il trend atteso è che tale cifra raddoppi ogni anno Materiali e loro valore raggiungendo le 35.000t nel 2020 come indicato nella tabella seguente (fonte: Ökopol 2007). Tra i componenti degli impianti fotovoltaici i materiali di maggior valore sono i semiconduttori contenuti nelle celle, l’alluminio contenuto nei telai e nei supporti e il vetro. Capacità da in MW in t dismettere Il silicio è il secondo materiale più abbondante 2008 50,8 3.807 sulla crosta terrestre. 2009 68,6 5.146 Secondo diversi studi costituisce dal 55% al 59% della crosta terrestre, e dal 44% al 48% del manto 2010 103,7 7.774 superiore. In natura non si trova allo stato puro, ma sotto forma di silicati e composti vari, in 2011 101,2 7.591 primis la silice (SiO2). 2012 124,9 9.364 I materiali utilizzati come semi-conduttori nei 2013 152,5 11.439 moduli thin film sono molto meno abbondanti. 2014 184,9 13.866 1000000 World primary Fe 100000 2015 222,7 16.706 refinery production [g/cpita/yr] 10000 Al Cu Pb Zn Si 2020 472 35.397 1000 Ni 100 V 2030 1170 132.750 10 Cd Li Co Ag 1 Au Se 0,1 In Pt Ga Te Ge 0,01 La capacità da dismettere sarà costituita in larga 0,001 Ru prevalenza da moduli in silicio (77% in peso nel 0,00001 0,001 0,1 10 1000 100000 Average abundance in continental crust [ppm] 2020 a decrescere fino al 34% nel 2030). Lo share dei moduli thin film da dismettere è Disponibilità materiali semiconduttori (fonte: BNL) stimato pari al 22% del totale nel 2020, con un trend a salire fino al 33% nel 2030. Il Tellurio è un metallo che viene estratto come Capacità MW c-Si Thin film Em. Tech sottoprodotto della lavorazione di minerali vari, 2010 82,8 18,7 2,2 tra cui rame (in grande prevalenza), piombo, oro e bismuto. 2020 339,8 99,1 33,0 L’Indio è un metallo che viene estratto come 2030 601,8 584,1 584,1 sottoprodotto della lavorazione dello zinco. Capacità t c-Si Thin film Em. Tech Le dinamiche di crescita della loro applicazione fotovoltaica potrebbe essere condizionata dalle 2010 6.219 1.399 122 dinamiche di domanda e offerta determinate da altri settori (ad esempio la domanda attuale di 2020 25.486 7.433 155 Indio è per l’85% determinata dall’industria dei 2030 45.135 43.808 43.808 cristalli liquidi). GUIDA AL FINE VITA DEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI 16
Prezzi medi delle materie prime Lo studio si basa su un modello di riciclo al Tellurio (99,95%) e Indio (99,97%) termine di una vita utile di 30 anni, con un tasso 900 USD/kg 800 Te di perdita del 10% nella fase di raccolta e del 10% 700 In nella fase di riciclo vera e propria. 600 500 400 Lo scenario most likely si differenzia da quello 300 conservativo nella più rapida curva di evoluzione 200 100 delle tecnologie, come indicato nella tabella 0 seguente: 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Trend prezzi delle materie prime (fonte: USGS) Efficienza dei CdTe CIGS a-Si-Ge moduli 2020 Conservative 12,3% 14% 9% L’efficienza produttiva dei moduli e il riciclo dei materiali possono influenzare in modo rilevante Most likely 13,2% 15,9% 9,7% la disponibilità delle materie prime, come illustrato dai grafici seguenti tratti da uno studio Rif. 2008 10,8% 11,2% 6,7% del Brookhaven National Laboratory1, in cui sono Spessore del rappresentati due scenari. CdTe CIGS a-Si-Ge layer 2020 Conservative 2,5 m 1,2m 1,2m Tellurium availability [t/yr] 6000 Most likely 1,5m 1m 1,1m 5000 4000 Conservative scenario Rif. 2008 3,3m 1,6m 1,2m Conservative scenario 3000 with recycling Most likely scenario 2000 Most likely scenario with 1000 recycling Materiali pericolosi 0 2000 2020 2040 2060 2080 2100 Nella gestione del fine vita dei moduli particolare attenzione deve essere prestata alla presenza di Indium availability [t/yr] materiali come cadmio, piombo e selenio, la cui 1200 presenza in discarica è regolata da specifiche 1000 disposizioni. Conservative scenario 800 Di tali materiali il più importante in termini Conservative scenario 600 with recycling quantitativi è il cadmio. Most likely scenario 400 Most likely scenario with 200 recycling 0 Cadmio 2000 2020 2040 2060 2080 2100 Il cadmio rappresenta uno dei componenti critici della filiera fotovoltaica per la sua potenziale Disponibilità di Te e In (fonte: Ftenakis - BNL) tossicità, specie se soggetto a dissoluzione incontrollata in discarica che potrebbe inquinare le falde. 1 Ftenakis, Renewable & Sustainable Energy Reviews, 2009 GUIDA AL FINE VITA DEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI 17
È un sottoprodotto della produzione di zinco e Attraverso il riciclo dei moduli tale rischio viene quindi è disponibile in grandi quantità. completamente risolto. Il cadmio non utilizzato viene cementato e Diversi studi riportano emissioni atmosferiche di sotterrato per un utilizzo futuro oppure conferito Cd pari a 0,02 g/GWh di elettricità prodotta in discarica come rifiuto pericoloso. durante tutto il ciclo di vita, un quantitativo estremamente basso. L’impiego nell’industria fotovoltaica costituisce quindi uno dei suoi possibili utilizzi in alternativa al trattamento come rifiuto. Trend di riduzione dei consumi di materiali Essendo completamente incapsulato sotto forma di CdTe tale applicazione risulta particolarmente Grazie allo sviluppo tecnologico, l’efficienza dei sicura. moduli fotovoltaici è notevolmente cresciuta negli ultimi anni raggiungendo picchi del 19,5%. Per quanto riguarda il fine vita il rischio eventuale risiede nella possibilità di rilascio di cadmio per L’aumento dell’efficienza determina un minore effetto di dissoluzione in discarica e conseguente consumo di materiali a parità di kWh prodotti e contaminazione delle falde. di conseguenza un minore consumo di materie prime e di materiale da dismettere a fine vita. Un altro trend che impatta sul consumo di Dissoluzione in discarica materiali è la riduzione dello spessore delle celle che è l’obiettivo degli attuali sviluppi di mercato. La dissoluzione dei metalli in discarica viene caratterizzata attraverso test di diluizione come il TCLP Nel caso del silicio tale riduzione riguarda lo (Toxicity Characterization Leachate Profile) utilizzato spessore dei wafer (figura seguente), nel caso dei in USA oppure il DEV S4 (Deutsches Einheitsver-fahren) thin film lo spessore dello strato. utilizzato in Germania. Entrambi i protocolli prevedono prove su campioni di piccole dimensioni (
Nel caso di applicazioni in paesi ad irraggiamento Il riciclo degli impianti a fine vita rappresenta solare particolarmente elevato l’EPBT può un’opportunità per migliorare ulteriormente scendere fino a 6 mesi. l’impatto della generazione fotovoltaica sulla sostenibilità del sistema energetico. Il riciclo dei materiali ha un impatto ulteriore positivo sull’impronta ambientale, che è già particolarmente buona in rapporto ad altre tecnologie di generazione. Situazione e rilevanza in Italia La capacità installata in Italia ha superato 3,5 GW con un balzo straordinario di 2,3 GW nel corso Impatto sulle emissioni di CO2 del solo 2010. Le emissioni di CO2 generate dal fotovoltaico L’entità reale di tale quantitativo può essere durante il ciclo di vita (produzione, installazione, compresa considerando che rappresenta circa il manutenzione e dismissione) sono comprese tra 15% di tutta la nuova capacità installata a livello 15 e 35 g per kWh. globale nel 2010 e circa il 10% della capacità installata in Europa fino al 2009. I valori superiori corrispondono ai moduli in silicio, quelli inferiori ai moduli thin film. Durante la vita utile i moduli non emettono CO2 4.000.000 3.456.137 e pertanto gran parte di tali emissioni derivano 3.500.000 dalla fase di produzione. 3.000.000 2.500.000 La produzione globale di energia fotovoltaica ha 2.000.000 raggiunto nel 2009 il valore di 32 TWh, una 1.500.000 1.135.204 quantità di energia sufficiente a coprire il 1.000.000 fabbisogno della Grecia. 500.000 417.948 9.436 79.512 0 In termini di emissioni evitate la produzione 2009 2006 2007 2008 2009 2010 corrisponde a una riduzione di circa 19 MtCO2 (facendo riferimento a un mix energetico in cui Trend capacità istallata in Italia (kW) l’intensità delle emissioni è pari a 600 g/kWh). Nel grafico seguente è rappresentato il trend di evoluzione delle emissioni evitate di CO2 a livello In termini di massa, la capacità installata in Italia globale, annue e cumulate a partire dal 2003. corrisponde a circa 345.000 tonnellate di soli moduli, utilizzando come peso “specifico” di riferimento circa 100t/MW. 140 1400 MtCO2 MtCO2 120 Riduzione CO2 1200 Riduzione CO2 cumulata 100 1000 La produzione lorda ha raggiunto 1.736 GWh nel 80 800 60 600 2010, con un impatto in termini di emissioni 40 400 evitate pari a circa 842.000 tonnellate (riferite a 20 200 un mix energetico in cui l’intensità delle emissioni 0 0 è pari a 485 g/kWh). 2008 2009 2010 2015 2020 2030 Evoluzione delle emissioni di CO2 (Fonte: EPIA) GUIDA AL FINE VITA DEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI 19
2000 Tale caratteristica risulta favorevole nell’ottica 1800 1736 del riciclo, in quanto concentra la massa installata 1600 1400 in un numero relativamente ridotto di siti e 1200 quindi riduce complessità e costi della logistica 1000 per il ritiro a fine vita. 800 699 600 400 Un altro dato favorevole in termini logistici 198 200 41 dell’installato attuale è la concentrazione di oltre 2 0 il 58% della capacità in cinque regioni (Puglia, 2006 2007 2008 2009 2010 Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte) di cui quattro territorialmente limitrofe. Trend produzione lorda fotovoltaica in Italia (GWh) La capacità complessiva risulta installata in larga > 500 MW prevalenza in impianti di taglia medio-grande 250-500 MW (56% della capacità è installata in 2.286 impianti 100-250 MW di potenza superiore a 200 kW), una tipologia < 100 MW corrispondente ad installazioni a terra oppure su tetti di fabbricati industriali. 178.306 758.150 688.870 Mappa della capacità in esercizio (Febbraio 2011) Classe 1 da 1 a 3 kW 761.275 Classe 2 da 3 a 20 kW 1.343.427 Classe 3 da 20 a 200 kW Classe 4 da 200 a 1000 kW Classe 5 oltre 1000 kW Capacità installata per classe di potenza 235 2.051 10.833 65.610 Classe 1 da 1 a 3 kW Classe 2 da 3 a 20 kW 89.534 Classe 3 da 20 a 200 kW Classe 4 da 200 a 1000 kW Classe 5 oltre 1000 kW Numero di impianti per classe di potenza GUIDA AL FINE VITA DEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI 20
Riciclo o rifiuto ? Il riciclo dei moduli fotovoltaici a fine vita non è Tali materiali sono regolamentati in Europa affatto una soluzione scontata, anche se si può dalla normativa RoHS (paragrafo successivo), immaginare che una loro gestione come rifiuti e ma non sono ancora regolamentati negli altri un conferimento dei componenti esausti nelle mercati, USA in primis. discariche e negli inceneritori comporterebbe nuove preoccupazioni ambientali e ulteriori Piombo: è utilizzato nei circuiti elettronici carichi su strutture già critiche. per circuiti, contatti saldati e paste di stampaggio. Come altri rifiuti dell’industria elettronica, i È un materiale tossico che si accumula nelle moduli fotovoltaici avranno un impatto tossico discariche e può colare verso le falde se conferiti in discariche, in quanto i materiali inquinando l’acqua potabile. che essi contengono possono colare nel terreno e nelle falde acquifere. Può essere eliminato dal prodotto sostituendolo con stagno, argento o rame. Se conferiti ad inceneritori possono rilasciare emissioni tossiche in aria. Bromurati ritardanti di fiamma (BFR), bifenil polibromurati (PBB), difenil-etere Al fine di evitare il ripetersi di esperienze polibromurati (PBDE): sono additivati alle negative già vissute per i rifiuti elettronici, plastiche per renderle meno infiammabili. smaltiti in molti casi senza controlli in paesi non regolamentati, diventa essenziale regolare e Sotto l’azione del calore i bromuri vengono organizzare la gestione del fine vita dei moduli. rilasciati dalla plastica e rallentano la combustione. Attraverso il modello della responsabilità estesa dei produttori è necessario assicurare che i Sono presenti in schede elettroniche e moduli non finiscano nei processi di inverter e, a causa dell’enorme diffusione dei smaltimento, ma, al contrario, vengano trattati componenti elettronici, la loro presenza attraverso una filiera di recupero e di riciclo nell’ambiente è diventata pervasiva. specifica e sicura. I PBDE tendono ad accumularsi nei tessuti adiposi e sono classificati come tossici e Nel seguito vengono illustrati i fattori di rischio cancerogeni. derivanti dal fine vita dei principali componenti dei moduli fotovoltaici. Cromo esavalente: è utilizzato in molti moduli come rivestimento per assorbire la radiazione solare ed è presente in viti e telai Componenti elettronici di circuiti stampati. È notoriamente cancerogeno. I moduli contengono componenti elettronici e, di conseguenza, materiali pericolosi tipici quali piombo, cadmio, bromurati ritardanti di fiamma, cromo. GUIDA AL FINE VITA DEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI 21
Silicio cristallino su polmoni, fegato, sistema immunitario e sistema sanguigno. Se prodotti al di fuori dell’Europa i moduli in silicio cristallino possono contenere alcuni dei materiali precedentemente elencati. Tecnologie emergenti Se i moduli sono prodotti in USA le percentuali rientrano comunque nei limiti regolamentati Molte delle tecnologie emergenti non sono dall’EPA (Environmental Protection Agency). ancora state analizzate. Alcune di esse sono realizzate attraverso la combinazione di semiconduttori esistenti e Tellururo di cadmio (CdTe) quindi si ricollegano alle problematiche già esaminate. La tossicità del CdTe non è stata ancora chiarita. Le celle dye-sensitized sono basate su una Viene ritenuta inferiore a quella degli idrossidi combinazione di biossido di titanio (che non è di cadmio contenuti nelle batterie NiCd essendo tossico) e di vari tipi di tinture, la cui tossicità il CdTe meno solubile in acqua. non è al momento stabilita. Diversi studi sono ancora in corso per stabilire Particolare attenzione andrà dedicata ai rischi se il CdTe supera i test di dissoluzione TCLP legati all’impiego di nano-materiali, in quanto (USA) oppure DEV64 (Germania) descritti nella materiali classificati non pericolosi possono sezione precedente. diventarlo se le caratteristiche bioaccumulative o tossiche cambiano scendendo alla scala nano. In assenza di un processo specifico di riciclo, i moduli CdTe sarebbero conferiti a fonditori che li tratterebbero alla stregua dei tubi catodici, delle lampade fluorescenti e delle batterie. Legislazione e regolamenti in Europa In Europa non esistono regolamenti specifici relativi al fine vita dei moduli fotovoltaici. CIS e CIGS A partire da febbraio 2003 sono state approvate Il selenio è una sostanza regolata che si le direttive WEEE (Waste Electrical & Electronic accumula nella catena alimentare e forma Equipment) e RoHS (Restriction of Hazardous composti come il seleniuro di idrogeno, che è Substances). classificato altamente tossico e cancerogeno. Entrambe le direttive sono finalizzate a Il gallio ha un livello inferiore di tossicità. minimizzare la quantità di rifiuti elettrici ed elettronici conferiti in discarica e agli Sia i moduli CIS che CIGS possono contenere inceneritori. quantità di solfuro e tellururo di cadmio la cui tossicità è già stata discussa. La direttiva RoHS impone che i prodotti venduti in Europa devono contenere frazioni minime (inferiori allo 0,1%) di piombo, cromo, difenil polibromurato/PBB, difenil-etere polibromurato Arseniuro di gallio /PBDE e frazioni ancora inferiori (0,01%) di cadmio. I dati tossicologici, tuttora molto scarsi, indicano un potenziale impatto sull’uomo e in particolare GUIDA AL FINE VITA DEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI 22
La direttiva WEEE introduce il modello della elettronici che utilizzano gli stessi materiali responsabilità estesa dei produttori che include pericolosi. la progettazione orientata al riciclo, la responsabilità finanziaria e organizzativa per la raccolta e il riciclo e l’etichettatura. Gestione integrata del fine vita Nessuna delle due direttive riguarda in modo specifico il fotovoltaico, anche se l’inclusione La prevenzione dei rifiuti è solo uno degli nella WEEE è oggetto di approfondimenti. aspetti di una strategia integrata volta ad assicurare un uso sostenibile delle risorse. La creazione di accordi volontari per il recupero e riciclo dei moduli, come quelli promossi L’utilizzo dei rifiuti come risorsa attraverso il dall’associazione PV CYCLE descritti nel seguito, riciclo è una possibilità che va correttamente potrebbero raggiungere risultati analoghi valutata sia in termini di potenziale risparmio di oppure addirittura superiori. risorse primarie, sia in termini di impatto al fine di stabilire se esso costituisce un miglioramento effettivo rispetto all’uso diretto delle risorse. Legislazione e regolamenti in USA Tali concetti fanno parte integrante delle politiche europee sui rifiuti3, che si articolano in I moduli sono soggetti alle normative relative due fasi. alle sostanze pericolose2 solamente se i materiali utilizzati dai produttori rientrano tra La prima fase prevede il rafforzamento dei quelli classificati come pericolosi dall’EPA. regolamenti esistenti, rendendoli più semplici ed efficaci e sostenendoli attraverso strumenti I moduli dismessi o difettosi sono classificati di natura economica come tasse sul come rifiuti pericolosi se non superano i test di conferimento dei rifiuti e un crescente uso di dissoluzione TCLP fissati dall’EPA. norme e standard. In tale caso il fine vita dei moduli viene regolato La seconda fase prevede la verifica della dal Resource Conservation and Recovery Act necessità di ulteriori misure e, soprattutto, il (RCRA) a livello federale e da leggi specifiche a superamento dei confini nazionali al fine di livello di stati come il California Hazardous evitare sperequazioni e massimizzare Waste Control Law (HWCL), che regolamentano l’efficienza. tutte le fasi di spostamento, riciclo, riuso, immagazzinamento,trattamento e smaltimento. Ad oggi diversi stati hanno approvato leggi in merito alla responsabilità estesa dei produttori. In California, ad esempio, è stata introdotta a partire dal 2003 una tassa di smaltimento compresa tra $6 e $10 che si aggiunge al prezzo di acquisto di monitor e televisioni e che serve a finanziare la raccolta e riciclo a fine vita. Ad oggi i moduli fotovoltaici non sono inclusi anche se vi rientrano diversi componenti 2 3 Emergency Planning and Community Right-to-Know Act, “Moving closer to a recycling society”, Stakeholders introdotto a livello federale dal 1986 meeting, January 2006 GUIDA AL FINE VITA DEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI 23
Modelli di riciclo La dismissione dei moduli fotovoltaici a fine vita Nel caso dei moduli fotovoltaici la situazione è diventerà un tema attuale su larga scala nel giro particolarmente complicata a causa della di dieci-quindici anni, considerando che i primi dispersione geografica dei moduli sul territorio, impianti sono stati realizzati negli anni 90 e che la della bassa concentrazione di materiali pregiati e vita media degli impianti si attesta sui 25-30 anni. del lungo lasso di tempo tra le fasi di installazione e dismissione che può arrivare a 30 anni. In questo lasso di tempo industria e istituzioni devono sviluppare e mettere in atto soluzioni In tale scenario l’Europa sta svolgendo un ruolo tecnologiche, organizzative e normative idonee a attivo di precursore, avendo avviato le prime gestire il problema, preservando l’impronta ricerche sul tema del riciclo a partire dagli anni ambientale positiva dell’energia fotovoltaica in ’90 e vantando l’esperienza attualmente più tutte le fasi del ciclo di vita. avanzata a livello globale, quella promossa e sviluppata dall’associazione PV CYCLE. I moduli fotovoltaici sono costituiti da materiali come il vetro, l’alluminio e diversi semiconduttori che, se riciclati in modo opportuno, possono essere riutilizzati per realizzare nuovi moduli Modelli di business fotovoltaici oppure altri prodotti. Il modello attraverso il quale il riciclo a fine vita Il riciclo dei moduli è positivo per l’ambiente non sarà organizzato negli anni a venire potrebbe solo perché reduce il volume dei residui, ma variare a seconda del tipo di installazione (piccoli anche perché riduce l’intensità energetica e impianti oppure su scala utility) e da mercato a l’impatto ambientale del fotovoltaico, riducendo mercato. l’energia necessaria a produrre i materiali e i semilavorati di partenza. A titolo di esempio mentre in Italia le installazioni sono prevalentemente concentrate in impianti di Per contro il riciclo dei moduli a fine vita è un taglia media-grande, in Francia si registra una processo piuttosto complesso la cui applicazione netta prevalenza degli impianti integrati negli è condizionata da fattori economici. edifici, mentre in Spagna prevalgono gli impianti installati a terra. Esso richiede infatti una filiera complessa di operazioni specialistiche tra cui raccolta dei Tipo di applicazione moduli, cessione e/o riacquisto, trasporto e Segmento di Integrata su Su tetto A terra mercato facciata /tetto operazioni varie di trattamento, conferimento dei Residenziale materiali riciclati e dei residui. < 10 kWp Commerciale Anche materiali di valore e facilmente riciclabili 10-100 kWp come l’alluminio spesso registrano tassi di riciclo Industriale inferiori alle attese a causa delle difficoltà della 100-1000 kWp Utility filiera di raccolta. > 1 MWp GUIDA AL FINE VITA DEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI 24
Queste differenziazioni sono frutto delle Nel caso dei piccoli impianti la responsabilità condizioni di mercato, ma anche delle politiche di della raccolta e riciclo dei moduli deve essere dei incentivazione che remunerano in maniera produttori. differente le diverse tipologie di impianto. Essi devono organizzare la filiera di riacquisto, raccolta, consolidamento e trasporto dei moduli da conferire a smantellatori e riciclatori. Sono possibili differenti modelli di business per il recupero e il riciclo dei moduli a fine vita. La raccolta peraltro non può essere effettuata on demand in modo economico, stante la piccola Nel caso dei grandi impianti, i responsabili della dimensione e la dispersione degli impianti. dismissione e conferimento dei moduli sono in genere i proprietari stessi. Nel modello di filiera vanno pertanto previsti operatori che consolidano partite di moduli Se tali impianti appartengono a utility elettriche provenienti da centri di raccolta territoriali (es. la gestione del fine vita può rientrare nei processi provinciali) o da singoli soggetti industriali o del operativi interni ed i relativi costi di servizio terziario. possono essere inglobati nelle tariffe. Se invece gli impianti appartengono ad aziende, pubbliche amministrazioni o soggetti privati, la Ordine di raccolta Fonti di moduli a fine vita loro gestione operativa (manutenzione) è in Trasporto genere delegata ad aziende di servizio che hanno la possibilità di gestire anche le fasi di dismissione Stoccaggi e riciclo. intermedi Trasporto Operatore del sistema La raccolta dei moduli dismessi avviene a seguito logistico di ordini individuali. A seconda della dimensione Impianti di riciclo dell’impianto dismesso, i moduli possono essere Trasporto indirizzati a un centro intermedio di raccolta oppure direttamente all’impianto di trattamento Rendicontazione Produttori di attività e costi nel caso di partite molto grandi. moduli Il modello in cui la raccolta è un’attività in carico Schema operativo del modello di riciclo al proprietario dei rifiuti (“bring in”), che ha la responsabilità di conferirli al riciclatore, si dimostra in genere meno efficace del modello La filiera del riciclo pone quindi un problema di “pick up”, in cui esiste un sistema organizzato di definizione del modello operativo le cui opzioni servizio che si occupa di raccogliere il rifiuto nel luogo in cui si genera. fondamentali sono: In genere il modello “pick up” implica costi più centralizzazione/decentralizzazione elevati, ma l’entità effettiva dipende in maniera numerosità e localizzazione dei centri di determinante dalla logistica. raccolta e consolidamento logistica/trasporto dei materiali L’accordo volontario di recupero da parte dei collegamento con i mercati di sbocco. produttori, coordinato e organizzato a livello centrale come nel modello PV CYCLE, appare la soluzione più efficace. La scelta e il dimensionamento della soluzione operativa sono strettamente legati alla quantità GUIDA AL FINE VITA DEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI 25
delle partite da trattare e alla fluttuazione dei Un altro aspetto da considerare è la numerosità prezzi di tutti i beni coinvolti, in particolare dei dei players attivi sul mercato, che dovrebbero materiali da riciclare. essere i futuri protagonisti del processo di riciclo. Caso per caso è necessario risolvere un problema Per quanto riguarda i moduli in silicio il mercato di ottimizzazione della reverse logistics, trovando registra la presenza di numerosi players, con un il giusto trade-off tra numero e capacità degli trend a decrescere a seguito di processi di impianti (investimento) e caratteristiche di concentrazione. mercato e geografiche (costi operativi). I fattori da ottimizzare sono: Silicio Lingotti Celle Moduli quantitativi da trasportare da ogni sito wafer distanza tra siti di raccolta e siti di riciclo N° aziende 75 208 239 988 costi della logistica inversa (personale, servizi) nel 2009 costi di trasporto (combustibile, tipo e Catena del valore moduli in silicio (fonte: EPIA) capacità del mezzo di trasporto) capacità operativa degli impianti costo di investimento per aprire un impianto di riciclo. Per quanto riguarda il mercato dei thin film i players sono verticalizzati e meno numerosi, specie per quanto riguarda la tecnologia CdTe Uno studio recente4 ha illustrato i risultati di che è la più diffusa sul mercato. un’analisi condotta nella Germania nord- orientale relativa al riciclo dei moduli di silicio cristallino. Il modello operativo analizzato era quello di Tecnologia CdTe a-Si, a-Si/-Si CI(G)S realizzare i siti di riciclo presso gli stabilimenti dei N° aziende produttori, in gran parte localizzati nella regione 4 131 30 nel 2009 (16 impianti). Nella tabella seguente sono indicati i valori Produttori di moduli thin film (fonte: EPIA) relativi a tre degli scenari analizzati, allo scopo di evidenziare il trade-off tra i fattori di scala e la logistica di conferimento. I prezzi sono in dollari e il costo operativo è il valore cumulato su cinque Allo stato attuale il modello più avanzato per anni (2010-2015). organizzare la filiera del riciclo è quello proposto dall’associazione PV CYCLE. Costo Soluzione Investimento Costo totale operativo PV CYCLE 1 Impianto USD 586k USD 1.529k USD 2.115k 2 Impianti USD 1.126k USD 943k USD 2.069K Nel 2007 l’agenzia tedesca BSW per l’energia rinnovabile e l’EPIA hanno commissionato uno 3 Impianti USD 1.079k USD 583K USD 1.662k 4 Choi J., Fthenakis V., “Mathematical Modeling for Cost th Optimization of PV Recycling Infrastructure”, 25 EUPVSEC Valencia, Sept. 2010 GUIDA AL FINE VITA DEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI 26
studio5 relativo allo sviluppo di un sistema per la raccolta e recupero dei moduli a fine vita. Il documento ha costituito il riferimento programmatico dell’associazione PV CYCLE, che è stata fondata a Bruxelles nel 2007 e raggruppa su base volontaria oltre 100 membri che rappresentano l’85% del mercato Europeo. Il modello della responsabilità estesa viene realizzato attraverso lo strumento di un accordo volontario o voluntary agreement (VA). Accordo volontario Scopo dell’associazione è sviluppare un approccio È una misura attraverso la quale i produttori assumono l’impegno di perseguire obiettivi precisi in integrato per il fine vita dei moduli e di tutti i termini di riciclo dei propri prodotti, anche superiori prodotti intermedi della filiera fotovoltaica, quali alle normative vigenti, e di adottare tutte le misure scarti di produzione oppure moduli danneggiati operative necessarie per raggiungere lo scopo. durante le fasi di trasporto e installazione. L’accordo volontario è una dichiarazione unilaterale da Il modello perseguito è la responsabilità estesa parte dei soggetti che la sottoscrivono, che li impegna del produttore, che riguarda l’intero ciclo di vita a fare oppure ad omettere determinate azioni. del prodotto attuale e di quelli in fase di sviluppo. In nessuna circostanza esso vincola terze parti e tanto meno le istituzioni che, pertanto, non sono obbligate a riconoscerlo formalmente. La Commissione Europea riconosce che gli accordi volontari sono efficaci al fine di perseguire obiettivi di interesse comune rendendo superflue alcune misure legislative (auto-regolamentazione). Può anche usarli in ottica di co-regolazione, fissando obiettivi e strumenti nelle direttive e lasciando alle parti la definizione dei percorsi di implementazione. Gli accordi volontari coordinati tra Commissione e industria devono essere inoltre adattati, se necessario, alle normative nazionali, altrimenti potrebbero creare conseguenze per alcuni sottoscrittori. 5 “Study on the development of a take back and recovery system for photovoltaic products”, November 2007 GUIDA AL FINE VITA DEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI 27
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