Sostenibilità dei reattori nucleari a piombo - Associazione ...
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Speciale Associazione Italiana Nucleare n. 4-2017 21mo SECOLO SCIENZA e TECNOLOGIA 19 Quaderno AIN numero 9 Sostenibilità dei reattori nucleari a piombo di Marco Ciotti *, Jorge L.Manzano**, degli approcci critici al quadro ideologico sottostante Ettore Ruberti *** il concetto di sostenibilità [1]. Le tesi maltusiane, sviluppatesi alla fine del diciot- Abstract tesimo secolo, vanno considerate come le prime anali- si economiche che teorizzano i rischi della scarsità N onostante che il 27% dell’energia elettrica pro- delle risorse naturali e i loro effetti nello sviluppo dotta in Europa e l’11% di quella prodotta a li- umano. Queste teorie possono essere considerate co- vello mondiale siano generate tramite reattori me un primo antecedente all’attuale approccio di pia- nucleari, negli ultimi decenni questo tipo di impianti nificazione dell’economia in un contesto di Sviluppo sono stati messi in discussione, ben prima degli inci- Sostenibile [2]. denti nei reattori di Chernobyl e Fukushima, inne- Nel diciannovesimo secolo molti autori hanno af- scando dei timori nell’opinione pubblica che hanno frontato le conseguenze ambientali indotte dalla tran- determinato la messa in dubbio della sostenibilità am- sizione da un’economia preindustriale ad una capitali- bientale e economica dell’energia nucleare. stica, ma è solo nella seconda metà del ventesimo se- Oggetto del presente lavoro è la presentazione di colo che questa linea di pensiero si è sviluppata e ac- un particolare tipo di reattore nucleare di IV genera- quista una rilevante diffusione. Tra coloro che hanno zione, quello veloce raffreddato a piombo (noto con la contribuito all’attuale concezione ambientalista, l’eco- sigla inglese LFR, Lead Fast Reactor), che possiede li- nomista Ernest Schumacher è stato uno dei più rile- velli di sostenibilità ambientale, sociale ed economica vanti, autore di molti saggi, scritti per la maggior par- in grado di ridurre fortemente i citati timori. te nella prima metà dello scorso secolo e conosciuto Dopo una breve analisi del concetto di sostenibi- soprattutto grazie al suo libro Piccolo è bello (Small is lità, sono analizzate le caratteristiche dei LFR (sicurez- beautiful [3]). In quegli anni un gruppo di studiosi co- za intrinseca, generazione trascurabile di scorie ad al- stituì il “Club di Roma” che pubblicò un noto rappor- ta radiotossicità e lunga vita, limitato fabbisogno di ri- to in cui si lanciava l’allarme sui rischi derivanti dalla sorse, alta resa energetica e costi), i cui livelli di soste- scarsità di materie prime, specialmente il petrolio e nibilità ambientale ed economica sono tali da poter sulle gravi conseguenze ambientali causate da uno collocare questi impianti tra le più performanti fonti di sviluppo industriale incontrollato [4]. generazione di elettricità, superando le preoccupazio- Il concetto di Sviluppo Sostenibile assunse una va- ni relative agli attuali impianti nucleari commerciali. lenza istituzionale dopo che l’assemblea generale Gli LFR sono i candidati più idonei per raggiungere dell’ONU, nel dicembre 1983, istituì una commissione lo scopo della drastica riduzione delle emissioni inqui- speciale con il compito di produrre un rapporto nanti e clima-alteranti, assicurando al contempo la for- sull’ambiente e sulle problematiche globali proiettate nitura di elettricità programmabile con risorse naturali all’anno 2000 ed oltre, e che avrebbe dovuto includere disponibili per millenni e reperibili in molti paesi. proposte per il raggiungimento di uno sviluppo soste- nibile. Tale commissione, conosciuta con la sigla Introduzione WCED (World Commission on Environment and De- velopment), redasse il rapporto “Il futuro di tutti Noi”, Negli ultimi decenni, la sostenibilità delle azioni noto come rapporto Brundtland [5]. Da allora, molte umane è diventata un argomento centrale sia nelle te- organizzazioni internazionali e numerosi autori hanno matiche affrontate dalla maggior parte dei politici sia cercato di definire tale concetto, con il risultato che esi- nelle preoccupazioni dell’opinione pubblica. Esiste stono almeno settanta diverse definizioni di esso [6]. una vasta letteratura sul concetto di sostenibilità e, per La concezione maggiormente condivisa dello Sviluppo completezza, bisogna aggiungere che vi sono anche Sostenibile, considera quest’ultimo un compromesso tra le tre diverse componenti presenti in ogni attività umana: l’economica, la sociale e l’ambientale. Quest’approccio è illustrato nella figura 1, dove viene * qualifiche autori ** I precedenti 8 Quaderni AIN possono essere *** richiesti alla redazione di 21mo Secolo
Speciale Associazione Italiana Nucleare 20 21mo SECOLO SCIENZA e TECNOLOGIA n. 4-2017 schematizzata una generica attività umana e dove ogni cerchio raffigura ciascuna di queste componenti. La lo- ro intersezione comune definisce graficamente la re- gione che concilia i tre aspetti menzionati, cioè lo Svi- luppo Sostenibile. Si evidenzia in tal modo il concetto che un’attività sarà rispettosa dello Sviluppo Sostenibi- le se armonizza, bilanciandole, le tre dimensioni [7]. Lo scopo del presente rapporto è fornire una ver- sione divulgativa dell’articolo presentato alla confe- renza internazionale ICONE22, e pubblicato dopo re- visione nei suoi atti [8]. Una prima versione sintetica del presente lavoro è stata già pubblicata in [9][7], qui se ne riporta una più estesa per dare completezza ad alcuni concetti già presentati in quella ed approfondi- re la problematica relativa all’accettabilità sociale. Ciò Figura 1: Diagramma di Venn dello Sviluppo Sostenibile al fine di dimostrare in modo maggiormente argo- risultato dell’intersezione dei suoi tre aspetti costituenti [10]. mentato che la sostenibilità dell’Energia Nucleare sarà notevolmente migliorata grazie ai reattori di quarta generazione raffreddati a piombo che, sia per la loro sola generazione di elettricità, sono stati individuati concezione, sia per i materiali impiegati, avranno ca- una serie di indicatori utili alla valutazione della so- ratteristiche di sicurezza intrinseca tali da poter so- stenibilità delle diverse tecnologie impiegate nella ge- stanzialmente escludere rilasci di radioattività nerazione dell’energia elettrica. Tali indicatori permet- all’esterno dell’edificio reattore; inoltre, il loro combu- tono di eseguire il confronto tra le diverse tecnologie stibile, essendo composto dalle scorie provenienti da- disponibili così da fornire uno strumento per consenti- gli attuali reattori commerciali, senza produrne di re ai decisori politici di scegliere con cognizione di nuove, ne assicura la sostenibilità del ciclo. causa, tra le diverse opzioni. Questo insieme d’indica- Tali miglioramenti sono analizzati nei termini delle tori è stato impiegato inizialmente in Svizzera e Ger- tre componenti precedentemente individuate: la socia- mania [14] e, con alcune modifiche, recentemente an- le, l’ambientale e l’economica. che nel Regno Unito [15]. Gli indicatori di sostenibilità applicati all’Energia Nucleare, in confronto alle altre fonti programmabili 2.0 Indicatori del Livello di Sostenibilità esistenti, mostrano complessivamente un ottimo pun- In seguito al rapporto Brundtland, durante l’Earth teggio [14,15]; nello specifico1, però due fra questi in- Summit nel 1992 (la prima conferenza mondiale dei ca- dicatori, quando applicati agli attuali reattori commer- pi di Stato sull’ambiente, indetta dalle Nazioni Unite) ciali (II e III generazione), non hanno un comporta- fu adottata l’Agenda 21 che promosse la definizione di mento così performante: quelli associati alla sicurezza una serie di indicatori, in grado di essere utilizzati dai dei reattori e all’impatto ambientale delle scorie, con decisori a livello nazionale, come strumento per garan- ricadute sulla accettabilità sociale. Nel seguito questi tire la sostenibilità dalle loro scelte. Diverse organizza- indicatori sono in dettaglio analizzati e vengono espo- zioni internazionali, anche non-governative hanno la- ste le aspettative al loro riguardo per i reattori di IV vorato, in parte coordinate fra loro, al raggiungimento generazione. di tale obiettivo. Una descrizione dettagliata delle isti- tuzioni coinvolte e dei diversi insiemi di indicatori pro- 3.0 Sostenibilità Sociale e sicurezza posti è riportata nei riferimenti [11] e [12]. Una delle azioni più significative per la definizione Come già accennato in precedenza, l’Energia Nu- di un insieme di indicatori da applicare nel campo cleare desta nell’opinione pubblica di molti paesi eu- energetico è stata l’iniziativa sovranazionale condotta ropei una sensibile apprensione, sia per una sfiducia dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica sulla sicurezza dei reattori, sia per la necessità di pre- (IAEA) in cooperazione con i seguenti organismi: il disporre depositi a lungo termine per le scorie radioat- Dipartimento degli Affari Economici e Sociali delle tive da essi prodotte. Queste preoccupazioni sono Nazione Unite (UNDESA); l’Agenzia Internazionale quantificate nei due indicatori della sostenibilità pri- per l’Energia (IEA); l’Eurostat e l’Agenzia Europea per ma menzionati. Sebbene ci sia un considerevole mi- l’Ambiente (EEA). È stato così concordato un sistema di riferimento comune, composto dalla definizione 1 L’energia nucleare, confrontata con le altre fonti pro- delle metodologie e delle linee guida, per assicurare il rispetto dello Sviluppo Sostenibile nei sistemi energe- grammabili, presenta risultati migliori per i seguenti indica- tori: il livello di emissioni gassose e di particolato; la diver- tici ed un insieme di indicatori per quantificare la so- sità nel rifornimento e la capacità di immagazzinamento del stenibilità di tali sistemi [12]. combustibile; l’impatto sulla salute umana durante il funzio- In un lavoro più specifico, svolto presso il Paul namento normale e il fattore di carico della centrale. Le tabel- Scherrer Institute (PSI) di Zurigo (CH), e relativo alla le complete sono riportate in appendice.
Speciale Associazione Italiana Nucleare n. 4-2017 21mo SECOLO SCIENZA e TECNOLOGIA 21 glioramento del livello di sicurezza nelle nuove cen- del reattore di Fukushima e che ha trali di terza generazione, l’accettabilità sociale del nu- esacerbato le conseguenze cleare potrà essere significativamente incrementata dell’escursione di potenza avvenuta con i reattori di quarta generazione raffreddati a a Chernobyl. Tra i reattori di Gen. piombo, sia per la loro sicurezza intrinseca sia per il ci- IV, quelli raffreddati a piombo hanno l’ulteriore van- clo chiuso del combustibile. Inoltre si registra una ap- taggio, rispetto a quelli raffreddati a sodio, che il prensione verso gli impianti di grandi dimensioni più piombo non reagisce né con l’acqua né con l’aria. Si temuti rispetto a quelli piccoli. Questi punti vengono annulla quindi il rischio del verificarsi di reazioni chi- di seguito trattati in dettaglio. miche negli scambiatori di calore, nei sistemi di rimo- zione del calore e di decadimento. La considerevole 3.1 La sicurezza minore energia potenziale di questa tipologia di reat- L’energia potenziale associata alle diverse tipologie tore diminuisce sensibilmente, in ogni caso, la possibi- di refrigerante impiegati nei reattori nucleari è uno dei lità del verificarsi di grossi incidenti a prescindere dal fattori decisivi nell’evoluzione di una sequenza inci- comportamento dei sistemi di sicurezza attivi e dalle dentale [21]. azioni degli operatori. L’energia potenziale in un reattore può essere di ca- L’analisi preliminare sulla sicurezza dei reattori rattere chimico (interazione zirconio-acqua, idrogeno- raffreddati a piombo [22-24], sia per il progetto del aria), meccanico o termico: nella tabella 1 sono elenca- reattore al momento di riferimento in Europa ELFR ti i valori di queste energie per diversi tipi di refrige- (European Lead Fast Reactor), sia per il dimostratore rante. Minore è l’energia potenziale maggiore è la pro- ALFRED (Advanced Lead Fast Reactor Demonstrator, babilità che un eventuale incidente sia confinato all’in- http://www.alfred-reactor.eu/, figura 2), effettuata terno delle barriere di protezione, o comunque abbia nell’ambito del progetto comunitario LEADER (vedi effetti limitati sul territorio. Gli impianti raffreddati par 5.1), conferma le caratteristiche conservative del con metalli liquidi di quarta generazione (Gen. IV) disegno e la natura robusta di questo concetto di reat- hanno, rispetto ai reattori di terza generazione, il van- tore, anche in confronto con altri impianti di Gen. IV, taggio di non richiedere la pressurizzazione del refri- grazie alla particolare combinazione di tecnologie a si- gerante; questa caratteristica riduce il potenziale ener- curezza intrinseca con soluzioni impiantistiche inno- getico del reattore, diminuendo quindi la probabilità e vative. Le analisi dimostrano inoltre l’esistenza di un le possibili conseguenze di una perdita accidentale del ampio margine di tempo per l’intervento dell’operato- refrigerante, consentendo così l’adozione di tecniche re anche nel caso in cui si verificassero le peggiori con- affidabili e poco complesse per il raffreddamento del dizioni incidentali ipotizzabili. nocciolo. Inoltre, la mancanza di acqua nel nocciolo I reattori nucleari a piscina, come sono gli LFR, os- dei reattori raffreddati con metalli liquidi, rende nulla sia quelli che hanno il circuito primario sommerso dal la possibilità di violente reazioni chimiche di ossida- liquido refrigerante in un grande recipiente contenen- zione con la conseguente formazione di idrogeno, cau- te anche gli scambiatori di calore del primario, possie- sa dei rilasci di radioattività all’esterno dell’edificio dono un grado di sicurezza molto maggiore in con- fronto a quelli privi di questa carat- teristica. La presenza di una cospi- cua massa di liquido in grado di as- sorbire per lungo tempo il calore re- siduo che si sprigiona dopo lo spe- gnimento del reattore o in condi- zioni incidentali, conferisce un no- tevole livello di sicurezza intrinse- ca. Questa soluzione costruttiva è stata adottata per il reattore ELFR che ha caratteristiche di dinamica neutronica e termoidraulica simili a quelle che hanno i reattori veloci raffreddati al sodio a piscina. Con un reattore di questo tipo, l’EBR-II (USA), sono stati realizzati due esperimenti che hanno dimostrato l’alto livello di sicurezza che offro- no i reattori veloci a piscina. In un primo test è stata spenta l’alimenta- zione delle pompe del circuito pri- mario e contemporaneamente si è impedito l’intervento dei sistemi automatici di arresto del reattore, Tabella 1: Energia potenziale immagazzinata nel refrigerante [21] nonostante ciò, grazie alla dilata-
Speciale Associazione Italiana Nucleare 22 21mo SECOLO SCIENZA e TECNOLOGIA n. 4-2017 zione del combustibile e della strut- denti in rapporto alla quantità di GWh prodotti”. In tura del nocciolo, il reattore si è realtà, nel caso dei reattori nucleari, non esistono dati spento dopo 300 secondi senza che certi per la quantificazione di questo valore e le stime si producesse nessun danno, né al vengono eseguite sulla base di previsioni probabilisti- combustibile né al reattore. Un successivo esperimen- che del rischio di incidenti (PSA) e sul numero di vitti- to ha sottoposto il reattore a condizioni ancor più se- me attese nelle peggiori condizioni incidentali imma- vere, dimostrando nuovamente la robustezza del suo ginabili. disegno, in questo caso sono state spente le pompe del Tali stime sono certamente utili nella progettazione secondario. Questa azione ha prodotto l’interruzione e realizzazione delle misure di prevenzione idonee a dell’asportazione del calore generato nel reattore, con tutelare la salute degli operatori e dei comuni cittadi- il conseguente aumento di temperatura nel primario. ni, ma non sono una previsione validata degli effetti Durante l’esperimento condotto nell’EBR-II, l’innalza- sanitari e non rappresentano casi reali di malattia e/o mento della temperatura nel circuito primario ha com- decesso. Soprattutto il confronto fra i decessi reali, portato la dilatazione del combustibile e della struttu- considerati per tutte le altre fonti di energia, e analisi ra, provocando ancora una volta lo spegnimento auto- di stime potenziali, deve essere valutato con attenzio- matico del reattore senza necessità di intervento di ne. In figura 3, sono mostrati i dati reali per frequenze nessun sistema di sicurezza attivo e senza alcun dan- di eventi incidentali e numero di vittime (per evento no per il sistema stesso [25]. con più di cinque vittime) nei paesi della OECD utiliz- Oltre ai vantaggi su descritti relativi ai reattori a pi- zando diversi combustibili per la produzione di ener- scina si può aggiungere che il piombo, avendo elevata gia elettrica2. Nel caso dell’energia nucleare invece, a capacità termica ed altissima temperatura di ebollizio- causa dei pochi incidenti e delle sostanziale mancanza ne, riesce a sopportare naturalmente transitori termici molto importanti senza bisogno di un sistema esterno di asportazione del calore. 2 I dati riportati nella figura 3 sono anteriori all’incidente 3.2 Indicatori della sicurezza di Fukushima. Questo evento non comporta però modifiche, giacché non vi sono state vittime immediate per effetto delle Il primo degli indicatori “critici” riportati dal PSI radiazioni e eventuali decessi nel lungo termine si ritiene riflette “il numero di decessi a seguito di gravi inci- non saranno statisticamente riscontrabili [18]. Figura 2: Schema del reattore Alfred
Speciale Associazione Italiana Nucleare n. 4-2017 21mo SECOLO SCIENZA e TECNOLOGIA 23 di vittime “immediate”, ma delle possibili ricadute sa- eventi che, sebbene causino meno nitarie su tempi molto lunghi, l’analisi non si basa su vittime, abbiano probabilità di veri- dati reali, bensì su stime probabilistiche di frequenza ficarsi maggiore di diversi ordini di degli incidenti e possibili vittime correlate. Secondo grandezza. tali stime l’Energia Nucleare presenta una probabilità La implementazione delle norme di sicurezza per i di verificarsi di eventi incidentali estremi diversi ordi- reattori di recente costruzione (generazione III avan- ni di grandezza minori rispetto alle altre fonti (cosa ef- zata) renderà in ogni caso necessaria una ulteriore ri- fettivamente verificata), al contempo il numero di fa- duzione di un fattore 10 della frequenza di verificarsi talità ipotizzato per ogni incidente potrebbe essere di un evento incidentale estremo. Per i reattori di IV considerevolmente maggiore. generazione la frequenza di avere seri danni al core del La figura 4 mostra le frequenze di eventi incidenta- reattore sarà inferiore di un altro fattore 10 e comun- li nei paesi non-OECD. È indicato in questo caso il va- que qualunque sequenza incidentale non dovrà ren- lore registrato per l’unico incidente con vittime in una dere possibile che si arrivi a dover evacuare la zona centrale nucleare (Chernobyl), è inoltre riportato l’ipo- circostante il reattore4. Tali impianti risulteranno di tetico andamento della frequenza delle “vittime laten- gran lunga i più sicuri fra tutte le fonti programmabili ti” per effetto delle possibili conseguenze della radia- per la produzione di energia elettrica; è pertanto au- zione effettivamente rilasciata nell’incidente. Va se- spicabile che il timore della popolazione e la conse- gnalato che l’UNSCEAR3 ha appurato che dopo venti guente accettabilità sociale non costituiscano più un anni dall’incidente di Chernobyl, durante i quali sono ostacolo alla loro diffusione. state seguite le evoluzioni sanitarie della popolazione sottoposta ad alti livelli di radiazioni, non ci sono tali 3.3 Le scorie radio-attive e il loro impatto evidenze di un incremento statistico del numero di de- ambientale cessi sulla salute pubblica [17]. I dati statistici reali, ot- Il secondo indicatore problematico è relativo al tenuti in venti anni di studi diretti sulla popolazione, “tempo necessario di confinamento delle scorie ra- pertanto contrastano con le previsioni ottenute me- dioattive”; ciò è conseguenza del fatto che gli elementi diante stime probabilistiche utilizzate per la valutazio- ne di questo indicatore. La diffidenza della pubblica opinione di alcuni 3 UNSCEAR: sigla inglese del “Comitato Scientifico delle Paesi nei confronti dell’Energia Nucleare va interpre- Nazioni Unite per lo studio degli effetti delle radiazioni io- tata probabilmente come una maggiore apprensione nizzanti”. 4 Igor Pioro, Handbook of Generation IV Nuclear Reac- verso possibili eventi che comportino gravi conse- guenze, ma di bassissima probabilità, in confronto a tors, pagina 264. Figura 3: Frequenza degli eventi (che hanno provocato almeno X vittime per GWe-yr), in funzione del numero di vittime nei paesi della OECD (1970-2008) per le varie fonti di energia. Nel caso del nucleare si riferiscono a reattori nucleari di 2a e 3a generazione e le frequenze incidentali sono il risultato di calcoli effettuati con metodi PSA (Probabilistic Safety Analisys) [16] mentre il numero di fatalità viene stimato sulla base del potenziale di radioattività contenuto nel reattore.
Speciale Associazione Italiana Nucleare 24 21mo SECOLO SCIENZA e TECNOLOGIA n. 4-2017 con alti livelli di radioattività gene- lati, e quindi non potranno più generare perplessità rati nei reattori nucleari attualmente nell’opinione pubblica in merito alla loro accettabilità. in funzione, necessitano di un lungo Gli aspetti legati all’impatto ambientale del ciclo del periodo di tempo prima di decadere combustibile saranno discussi in dettaglio nel capitolo naturalmente in elementi innocui. 4.2, mentre quelli della sicurezza sono analizzati di se- In questo senso si osserva una ben diversa perce- guito. zione da parte dell’opinione pubblica italiana rispetto I reattori al piombo producono quantità di scorie ai rischi associati all’inquinamento dell’aria, dovuto trascurabili e possono essere alimentati con semplice principalmente all’uso di combustibili fossili, in con- uranio naturale oppure uranio depleto - che è uno fronto alla preoccupazione dei rischi legati all’energia scarto della produzioni di combustibile per gli attuali nucleare. reattori commerciali - oppure con combustibile ripro- Infatti, mentre ad oggi non vi è alcuna notizia rela- cessato proveniente sempre dagli attuali reattori. Tali tiva ad effetti sanitari sulla popolazione connessi con risorse sono disponibili in molti paesi ed in molte aree lo stoccaggio delle scorie nucleari, ma solo rischi “po- geografiche. Ciò ha una duplice valenza, sia per quan- tenziali”, si stima, sulla base di dati (non previsioni) to riguarda la sostenibilità ambientale, sia in termini sanitari statistici sulla popolazione, che l’inquinamen- di sostenibilità sociale. Nell’ipotesi di un maggiore im- to atmosferico nel 2012, dovuto principalmente all’uso piego del nucleare nella produzione di elettricità, si dei combustibili fossili (ovvero le scorie fossili), abbia avrebbe un allentamento delle tensioni oggi in essere provocato nel mondo 3,7 milioni di morti premature a verso la stabilità dei paesi dove la maggior parte delle causa delle malattie correlate all’inquinamento atmo- risorse di idrocarburi a basso costo sono custodite. sferico, sia in città sia in aree rurali [19]; in Italia una ri- Tensioni che sono all’origine di molti dei conflitti in cerca promossa dal Ministero della Salute ha stimato, corso. Una disponibilità di combustibile primario dif- sulla base di dati sanitari, in trentamila l’anno i deces- fusa su molti paesi potrebbe diminuire il numero di si legati all’inquinamento del particolato PM2.5 [20]. È conflitti bellici, evitando così vittime e annessi danni da notarsi che questi numeri non si riferiscono ad economici e dovrebbe essere ben accetta da una opi- eventi incidentali, con probabilità più o meno bassa, nione pubblica informata. ma alla “normalità”, ovvero ciò che avviene ogni an- no. 3.4 Piccolo è bello I reattori di IV generazione aiuteranno lo smalti- Un altro aspetto della sostenibilità sociale che inte- mento dei rifiuti di origine nucleare ad oggi accumu- ressa l’Energia Nucleare riguarda le dimensioni degli Figura 4: Frequenza degli eventi (che hanno provocato almeno X vittime per GWeyr) in funzione del numero di vittime nei paesi non appartenenti alla OECD (1970-2008). È indicato il numero di fatalità registrato dopo l’incidente di Chernobyl, 26 casi, (immediate fatalities); e quelle attese in base a stime previsionali (latent fatalities) [16]. Nei dati reali raccolti a 25 anni dall’incidente non si hanno evidenze di un tale aumento di mortalità nella popolazione .
Speciale Associazione Italiana Nucleare n. 4-2017 21mo SECOLO SCIENZA e TECNOLOGIA 25 impianti. Qualsiasi sistema energetico deve superare il ordini di grandezza superiore. Di difficile vaglio dell’accettazione da parte del pubblico. conseguenza, a parità di energia Solitamente, la maggior parte dei cittadini, accetta fa- elettrica prodotta diminuiscono di cilmente impianti di piccole dimensioni (Es.: mini im- tale fattore, sia la quantità di mine- pianti idraulici, sistemi domestici PV, ecc.); gli impian- rale utilizzato, sia quella di eventuali scorie prodotte. ti di ridotte dimensioni non riescono a fornire la quan- Le speciali proprietà neutroniche del piombo con- tità di elettricità richiesta dalle industrie, dagli ospe- sentono di progettare noccioli che generano scorie nu- dali, dai trasporti, ecc.; è quindi indispensabile dispor- cleari in misura molto minore rispetto ai reattori che re di grandi impianti programmabili di generazione di utilizzano altri refrigeranti, determinando così un’ul- elettricità, almeno per far fronte alla richiesta del cari- teriore riduzione dell’impatto ambientale dei reattori co di base. raffreddati al piombo. Oltre alle ragioni pratiche a favore degli impianti I valori ridotti delle sezioni d’urto, di assorbimento centralizzati, vi sono anche importanti aspetti sociali. e di diffusione, del piombo lasciano al progettista una La produzione dell’energia attraverso una miriade di larga libertà di scelta per ottenere la migliore configu- piccoli impianti, è incoraggiata dai promotori delle razione del nocciolo tale da consentire il raggiungi- energie alternative nell’errata convinzione che la pro- mento della chiusura del ciclo del combustibile. È sta- duzione “distribuita” sia “democratica”. Va invece to così possibile sviluppare una procedura [26] per de- sottolineato che gli impianti centralizzati garantiscono terminare a priori una composizione del combustibile efficaci economie di scala, abbassando quindi i costi, e che consenta l’estensione delle condizioni di equili- rendendo pertanto l’energia più accessibile alle fasce brio all’intera catena dei processi del ciclo del combu- di popolazione meno abbienti; in altri termini, una stibile: irraggiamento, riprocessamento e rifabbrica- bolletta elettrica maggiorata è più avvertita in questa zione. fascia di popolazione che in quelle di reddito medio- alto. Un tale reattore è progettato per funzionare, nel- Inoltre, le elevate sovvenzioni elargite per i micro- l’intero arco di vita, in modo adiabatico, quindi mante- impianti, dirette a compensare i maggiori costi di tec- nendo le quantità di Pu e Attinidi Minori (MA)5 a va- nologie non mature ed a promuovere la loro penetra- lori costanti durante il ciclo del combustibile e con- zione nel mercato, impongono agli utenti maggiori temporaneamente generando energia. Pertanto, solo i oneri, per fornire un vantaggio a pochi: i fabbricanti di prodotti di fissione e le perdite causate dal riprocessa- questi impianti. Tali sovraprezzi incidono con mag- mento devono essere inviati agli impianti di stoccag- gior peso sulle fasce di popolazione a basso reddito. gio (come evidenziato nella figura 5). Ciò comporta Questo, dal punto di vista sociale, costituisce il contra- una notevole riduzione del volume delle scorie e la rio del rispetto dei principi democratici. Inoltre, que- conseguente diminuzione del calore generato nel de- ste sovvenzioni applicate nel lungo termine comporta- posito e della radiotossicità a lungo termine, come no una distorsione del mercato attraverso la vendita mostra la figura 6. di energia sottocosto o in un modo privilegiato, come Inoltre, l’unico combustibile addizionale necessa- avviene con l’imposizione della priorità di dispaccia- rio al funzionamento del reattore è l’uranio (naturale, mento. impoverito o recuperato), utilizzato per produrre energia mediante fissione indiretta (cioè: per ogni fis- 4.0 Sostenibilità Ambientale sione, su qualsiasi nuclide, una catena di trasmutazio- ne dall’uranio ripristina la quantità di TRU). Il reattore Come anticipato nel precedente paragrafo, i reatto- adiabatico funziona a ciclo chiuso e al termine di cia- ri Gen. IV hanno caratteristiche di sostenibilità am- scun ciclo le concentrazioni dei nuclidi coincidono con bientale migliori rispetto agli attuali reattori termici quelle presenti all’inizio. commerciali raffreddati ad acqua. L’ottimizzazione Va segnalato come riferimento lo “European Lead- ambientale si manifesta in un migliore utilizzo delle cooled Fast Reactor (ELFR)” [28], questo reattore è sta- risorse naturali, nella minore produzione di scorie, e to concepito nell’ambito del progetto LEADER (Lead- nel miglioramento del rapporto tra energia consumata cooled European Advanced DEmonstrator Reactor, ed energia prodotta - nota con la sigla EROI (Energy vedi par. 5.1) del settimo programma quadro EURA- Return On Energy Invested) - nonché nella minore TOM. Tale reattore è stato disegnato per funzionare emissione di gas serra. adiabaticamente e rappresenta la filiera di riferimento, su scala industriale, tra i reattori raffreddati a piombo, 4.1 Il reattore adiabatico per una possibile politica europea di produzione ener- I reattori veloci utilizzano il contenuto energetico getica che sia sostenibile nel lungo periodo. Suppo- del combustibile molto più efficacemente dei reattori nendo di raggiungere un grado di efficienza nel ripro- termici attualmente in funzione, diminuendo forte- cessamento del 99,9%, già ottenuta a livello di labora- mente la richiesta di risorse naturali e aumentandone la loro durata fino a migliaia di anni, indipendente- mente dal tipo di configurazione adottata. Il contenu- to energetico estraibile dalla stessa quantità di combu- 5 Questi elementi sono i maggiori responsabili della ra- stibile fresco rispetto ai reattori termici è di circa due diotossicità di lungo periodo.
Speciale Associazione Italiana Nucleare 26 21mo SECOLO SCIENZA e TECNOLOGIA n. 4-2017 torio, un limite di irraggiamento di scio di grosse quantità di anidride carbonica si è avuto 100 GWd/t (in una prima fase) ed a seguito dell’improvviso rilascio dai fondali del Lago un’efficienza nella conversione del Nyos (Chad) di una massa di questo gas a seguito di calore del 40%, il quantitativo di uno smottamento sottacqueo avvenuto nel 1986 che scorie transuraniche destinate allo stoccaggio è dello provocò la morte di almeno 1700 persone [31]. 0,012 kg/TWhe per gli attinidi minori (MA) e dello Considerando che sono in discussione sistemi di 0,227 kg/TWhe per il Pu [29]. Questo quantitativo di accumulo di grandi quantità di CO2 in depositi sotter- MA, da conferire in depositi geologici, è dovuto alle ranei o sotto la superficie di bacini di acqua, un tale in- perdite che avvengono durante il riprocessamento, cidente è certamente da tenere in considerazione onde mentre il reattore adiabatico non produce nuovi MA. prevenirne di simili. È doveroso paragonare questi valori con quelli di un La CO2 prodotta per TWhe varia da 0,5·109 kg per LWR in un ciclo aperto standard, nominalmente 3,0 e un impianto a gas naturale a circa 1,0·109 kg per un im- 26,1 kg/TWhe di MA e Pu, rispettivamente. pianto a carbone; pertanto, per produrre un quarto del Figura 5: concetto di reattore nucleare adiabatico [26]. Nel riferimento [30] si analizza in dettaglio, uno consumo di energia elettrica in Italia con combustibili scenario in cui si ipotizza una graduale introduzione fossili si generano circa 40-80 ·109 kg di CO2, in termini di reattori LFR in sostituzione di quelli termici nei volumetrici, a 25°C ed ad 1 atm, ciò corrisponde a un paesi dell’area balcanica e l’Italia, determinando gli ef- valore tra 22,5 e 45 km3. Naturalmente il gas può esse- fetti sull’entità di transuranici prodotti. Le simulazioni mostrano che se il 25% di tutto il consumo energetico italiano del 2013 (317 TWh) fosse stato prodotto da LFR, solo 950 g di MA e 18 kg di Pu sarebbero stati conferiti ai siti di stoccaggio; cosicché, se si utilizzasse- ro i contenitori previsti per il deposito geologico di Yucca Mountain (USA), lunghi 5,34 m e con un diame- tro di 1,56 m, in ciascuno di essi si potrebbero stoccare le scorie generate durante cinque anni di produzione di energia elettrica con il nucleare. A questi vanno ag- giunti i prodotti di fissione (106 kg/TWhe), anche se la loro emivita è molto più breve. La Figura 5 mostra co- me la radiotossicità dei materiali di scarto provenienti dai reattori adiabatici sia considerevolmente minore di quella derivante dai reattori termici a parità di kWhe prodotti. Per renderci conto degli ordini di grandezza in gio- co, confrontiamo queste quantità con la CO2, che do- vrebbe essere immagazzinata, derivante dalla produ- zione equivalente di energia elettrica con impianti ali- mentati con combustibili fossili. È chiaro che le possibili conseguenze derivanti dai radionuclidi ad alto livello di radiotossicità non pos- sono essere paragonate a quelle causate dalla CO2. Va Figura 6: confronto della radiotossicità del combustibile ricordato comunque che questo composto è un gas spento tra un reattore LWR (curva di destra: plutonio, asfissiante a partire da una concentrazione nell’aria attinidi minori e prodotti di fissione) e un LFR (curva di del 8-10%; un esempio degli effetti devastanti del rila- sinistra: solo prodotti di fissione) [27].
Speciale Associazione Italiana Nucleare n. 4-2017 21mo SECOLO SCIENZA e TECNOLOGIA 27 re compresso (con consumo di energia) con conse- finale per i reattori nucleari com- guente diminuzione del volume ma con l’aumento merciali in tre periodi diversi della della quantità di CO2 per unità di elettricità immessa loro evoluzione, la prima colonna in rete e, anche con la diminuzione dell’EROI (vedi ca- mostra i valori durante la decade pitolo successivo) del sistema. La compressione, fino degli anni Settanta, la seconda colonna evidenzia i va- alla liquefazione, ridurrebbe il volume a circa 1011 litri. lori della centrale svedese di Forsmark calcolati dopo Generalmente non si considera l’immagazzinamento un periodo di funzionamento di venti anni (2002), nel- dei rifiuti, per sistemi alimentati a combustibili fossili, la terza colonna sono riportati i valori raggiunti con i dovuto all’indeterminazione delle condizioni dei de- reattori di terza generazione (2013). Nel computo positi. È però necessario vagliare sia la sorveglianza, dell’energia investita è stata considerata quella neces- sia i sistemi di emergenza per un periodo di tempo il- saria alla costruzione e allo smantellamento della cen- limitato; non sono inoltre valutate né le ceneri, né altri trale, al suo funzionamento, e alla gestione dei rifiuti gas prodotti dalla combustione che sono per la mag- radioattivi. gior parte disperse nell’ambiente. Va anche segnalato che, un mix energetico che Tabella 2: Evoluzione nel tempo dell’EROI dei comprenda impianti funzionanti con combustibili fos- reattori nucleari commerciali sili con CCS e impianti che utilizzino energie rinnova- bili (intermittenti) aumenta la richiesta di metalli (Sn, Anno 1975 2002 2013 Mo, Al, Fe, ecc.)[32-33], con un peggioramento netto [35] [36] [37] dell’impronta energetica sulla catena alimentare. Ciò determina un handicap nel computo della sostenibi- R2 (EROI primario) 15.4 74.7 166.2 lità. D’altro canto i reattori a fissione hanno bisogno di R3 (EROI finale) 9.6 - 105.0 un basso consumo percentuale di metalli, Uranio escluso. Nel pianificare il mix per la produzione di Anni di vita della centrale 30 40 60 elettricità vanno considerate tutte le esternalità delle % arricchimento con diffusione 100 20 0 diverse fonti, valutando quindi la quantità di metalli utilizzati e l’entità di anidride carbonica prodotta. Fattore di carico 0.75 0.85 0.91 4.2 Valutazione del rapporto tra energia consumata ed energia prodotta Diverse variabili concorrono alla determinazione dell’EROI: il grado di purezza dei minerali da dove si Com’è già stato accennato in precedenza, uno dei estrae l’uranio, la durata della centrale, il suo fattore di parametri utilizzati nella valutazione della sostenibi- carico, il livello d’irraggiamento del combustibile, l’ef- lità ambientale di una data fonte di energia è il rappor- ficienza nella conversione da energia termica in elet- to esistente tra l’energia che si deve consumare per trica e, infine, la tecnologia di arricchimento. Riguardo rendere disponibile tale fonte e l’energia ricavata da quest’ultima, nel passato l’arricchimento è avvenuto essa. Questo rapporto è noto con la sigla EROI tramite il processo di diffusione, tecnica già abbando- (Energy Return On Energy Invested); esiste una ampia nata da qualche tempo in favore dell’arricchimento letteratura scientifica concernente la sua determina- mediante centrifugazione; tecnologia quest’ultima che zione e su questa tematica si sono innescate innumere- ha permesso di ridurre di quaranta volte il consumo voli discussioni riguardo gli assunti di base [34]. di energia del processo [37]. Oltre all’importanza certamente economica di tale In [38] è stato determinato l’EROI per la generazio- indicatore, alcuni autori gli attribuiscono anche una ne di elettricità con diverse fonti di energia (Figura 7); valenza etica, ritenendo che, ove possibile, il genere insieme al rapporto è stato reso disponibile on-line un umano dovrebbe utilizzare le risorse naturali in modo file Excel con tutti i valori dei consumi energetici du- efficiente [35]. rante ciascuna delle fasi dei processi associati per ogni L’EROI è il vero indicatore dell’efficienza energeti- singola fonte. Con i dati presenti nel suddetto file è ca, anche se spesso ci si concentra solo sull’efficienza stata generata la Tabella 3 che elenca i costi energetici finale di utilizzo, senza percepire che questo è solo necessari alla generazione di elettricità tramite la fis- l’ultimo anello di una lunga catena. sione nucleare includendo tutte le fasi, anche il de- Per confrontare i diversi risultati disponibili in let- commissioning e lo stoccaggio dei prodotti utilizzati; è teratura va precisata quale definizione di questa gran- dezza è stata adoperata, giacché ne esistono almeno quattro accezioni diverse; Rotty fornisce una chiara 6 Le definizioni degli EROI primario e finale (R2 e R3) definizione per ognuno di questi modi di intendere l’EROI [36]. sono: La maggior parte degli autori fa riferimento al co- siddetto EROI dell’energia primaria (R 2 secondo Rotty) alcuni includono nelle loro analisi anche l’ dove EOutEL è l’energia elettrica prodotta dal sistema, EROI finale che è il rapporto tra l’energia finale ricava- EInEL e EInTH sono le energie elettriche e termiche consuma- ta e l’energia finale investita (R3 secondo Rotty).6 te dal sistema, e w è il costo della conversione da energia ter- La Tabella 2 riporta i valori degli EROI primario e mica in elettrica (≈ 3) [35].
Speciale Associazione Italiana Nucleare 28 21mo SECOLO SCIENZA e TECNOLOGIA n. 4-2017 stata ipotizzata una vita della cen- Si evidenzia il forte impatto che hanno le spese trale pari a sessanta anni. energetiche del combustibile (Total Fuel Front End,) sulla spesa totale (circa il 40%) in contrasto con la mi- nore rilevanza che ha il costo del combustibile nella Tabella 3: Consumi energetici per la determinazione del costo monetario del kWh (circa il generazione di 1 GWhe di un reattore nucleare 12%). Questa apparente contraddizione è dovuta an- commerciale di III Generazione [38]. che al fatto che l’investimento energetico iniziale per la costruzione della centrale non comporta “interessi Thermal Electrical energetici” nel tempo, a differenza dell’investimento MWhth/GWhe MWhe/GWhe monetario iniziale per la costruzione dell’impianto che invece comporta costi considerevoli distribuiti nel U Mining + Milling 0.91 0.91 tempo. U Conversion 0.75 0.00 L’EROI dei reattori veloci è maggiore di quello dei reattori di terza generazione, in ragione dell’aumento: U Enrichment 0.00 0.67 Fuel Fabrication 0.26 0.07 • dell’efficienza della conversione energetica, otte- nuta grazie alla temperatura del refrigerante molto Total Fuel Front End 1.92 1.65 più elevata; Maintenance LWR 1.11 1.84 • ai livelli di bruciamento del combustibile più spin- ti; Fuel disposal 0.52 0.08 • alla peculiarità dei reattori veloci di essere in gra- Reactor Construction 1.23 0.59 do, in determinate configurazioni, di generare il proprio combustibile. Reactor Decommissioning 0.31 0.19 Total 5.09 4.34 Si ha così che l’EROI primario del ciclo del combu- stibile dei reattori veloci varia tra 177 e 1000, a seconda Figura 7: EROI per diverse fonti di elettricità, i valori “buffered” sono stati calcolati considerando l’energia impegnata per fare fronte alla non programmabilità delle fonti.[38]
Speciale Associazione Italiana Nucleare n. 4-2017 21mo SECOLO SCIENZA e TECNOLOGIA 29 dal rapporto di conversione del reattore7 (CR) e del 4.3 Emissione di gas serra numero di cicli del combustibile presi in considerazio- Negli ultimi decenni è aumenta- ne [40]. ta la preoccupazione, sia da parte Per quanto concerne i calcoli energetici, il reattore della popolazione, sia da parte delle adiabatico a piombo si può assimilare a un reattore ve- Istituzioni nazionali ed internazionali, circa gli effetti loce al sodio con CR=1, si ottiene così che un LFR ha provocati sul clima dai prodotti emessi nell’atmosfera un EROI finale di 199. Valore determinato con l’impie- durante la combustione. I rappresentanti degli Stati go dei dati della Tabella 4, che elenca i consumi ener- presenti alla 21ma Conferenza sul Clima di Parigi getici per il riciclo del combustibile e la sua fabbrica- (Novembre 2015) hanno ribadito con forza gli impegni zione secondo quanto riportato in [39]; i valori del precedentemente adottati e destinati a ridurre le emis- consumo energetico per il funzionamento e la manu- sioni di gas serra nel prossimo futuro. L’EU intende tenzione del reattore a piombo sono stati ipotizzati pa- abbassare il livello delle emissioni domestiche almeno ri a quelli di un reattore commerciale di terza genera- del 40% rispetto a quelle del 1990 entro il 2030, e zione. dell’80% entro il 2050. Tutti gli scenari energetici pro- posti per raggiungere tale obiettivo prevedono un no- Tabella 4: consumi di energia finale di un tevole incremento dell’uso dell’elettricità, con un si- reattore veloce per la generazione di 1 GWhe gnificativo contributo dalle fonti intermittenti di ener- [38-39]. gia rinnovabile (ERI) [41]. Le fonti ERI, quali il fotovoltaico e l’eolico, possono MWh/ GWhe contribuire ad abbassare le emissioni CHG connesse alla produzione elettrica, ma, un dato parco elettrico MOX Recycling 0.542 di questi sistemi, necessita una riguardevole frazione MOX Fabrication 0.449 di fonti programmabili, abbinata in modo da coprire ad ogni istante la differenza tra richiesta e generazio- Reactor Construction & Decommissioning 1.078 ne. Come riporta l’IPCC [41] tra le fonti di produzione Reactor Operation & Maintenance 2.950 elettrica disponibili oggi sul mercato, gli attuali reatto- ri nucleari commerciali, sono caratterizzati da livelli di emissione tra i più bassi in termini di gCO2eq/kWh, Va ricordato che l’unico elemento da aggiungere al come mostrato nella Tabella 5, dove sono elencati i va- combustibile ad ogni ciclo (oltre a quelli provenienti lori presenti in letteratura delle emissioni per tutte le dal riprocessamento) è l’uranio impoverito, disponibi- fonti energetiche programmabili e non. Infatti, sebbe- le senza consumo di energia, in quanto è uno scarto ne esista una forte variabilità nei valori trovati dai di- derivante dal processo di produzione del combustibile versi autori per tutte le fonti, si osserva che in termini per i reattori LWR. Il quantitativo di questo materiale di CO2 equivalenti, le emissioni delle centrali nucleari attualmente disponibile è in grado di alimentare le si collocano tra quelle più ridotte. centrali Gen. IV per un periodo considerevole.8 Inol- Questa performance è ulteriormente migliorata nei tre, la sua distribuzione è tale da non innescare tensio- reattori Gen. IV, grazie alle minori emissioni associate ni geopolitiche. al ciclo di generazione del combustibile, alla più lunga L’introduzione dei reattori veloci porterebbe un ul- durata degli impianti, ai più elevati livelli di irraggia- teriore incremento della sostenibilità degli impianti di mento del combustibile ed alla più efficace conversio- Gen-III, giacché il loro EROI sarebbe migliorato dai ne dall’energia termica in quella elettrica. reattori veloci fertilizzanti, che grazie ad una opportu- na scelta della composizione del loro combustibile so- no in grado di produrne più di quanto ne consumino, offrendo così la possibilità ai reattori ad acqua di fun- zionare con un combustibile che ha un minor costo energetico. Gli EROI degli impianti a combustibili fossili, subi- ranno un notevole peggioramento a causa del consu- mo energetico necessario per l’immagazzinamento della CO2 (sequestro, compressione e/o liquefazione, suo trasporto tramite oleodotti e stoccaggio in deposi- ti sotterranei). Questo consumo addizionale sicura- 7 Si intende per rapporto di conversione (CR dalla sigla mente oscurerà l’incremento dell’efficienza energetica determinato dall’evoluzione tecnologica degli impian- in inglese) di un reattore veloce il rapporto tra il Pu disponi- ti. In conclusione, possiamo valutare favorevolmente, bile alla fine di ogni ciclo e quello iniziale, si tratterà di un bruciatore se l’indice è minore di uno, o di un fertilizzante se anche prendendo in considerazione le stime meno po- il CR è maggiore di uno. sitive, il bilancio energetico dei reattori Gen. IV, para- 8 A livello mondiale sono disponibili più di un milione di gonabile alle migliori prestazioni degli impianti idroe- tonnellate, un LFR di 1000 MWe ne consuma circa una ton- lettrici e superiore a tutte le altre fonti. nellata ogni anno, e richiede un carico iniziale di circa 90 ton- nellate.
Speciale Associazione Italiana Nucleare 30 21mo SECOLO SCIENZA e TECNOLOGIA n. 4-2017 mentare i livelli di affidabilità dei sistemi di sicu- rezza, risultate dalle esperienze maturate dopo gli eventi di Fukushima; • Lunghi ritardi sulla tabella dei tempi di costruzio- Tabella 5: emissioni CO2 equivalenti da diverse ne di alcuni impianti per alcuni costruttori (ma non fonti di elettricità (includendo gli effeti per altri), dovuti alla maggiore complessità degli sull’albedo), disposte secondo la mediana impianti stessi e dalla perdita di expertise, determi- decrescente in gCO2eq/kWh [41]. nata quest’ultima dai lunghi anni di pausa nella co- struzione di impianti nucleari; Min Median Max • Variabili finanziarie (quali tassi di interesse, tasso Currently Commercially Available Technologies minimo di rendimento finanziario, accessibilità al credito, ecc.). Coal – PC 740 820 910 Biomass – cofiring 620 740 890 La sostenibilità economica del nucleare deve essere Gas – combined cycle 410 490 650 valutata in confronto alle altre fonti energetiche che presentino caratteristiche comparabili di dispacciabi- Biomass – dedicated 130 230 420 lità e dei livelli di emissione di gas serra. Anche per Solar PV – utility 18 48 180 queste tipologie di impianti, in particolare idroelettri- ci, geotermici, a combustibili fossili con CSS e biomas- Solar PV – rooftop 26 41 60 se, le valutazioni economiche sono influenzate da di- Geothermal 6 38 79 versi livelli di incertezza, causati da: Concentrated solar power 8.8 27 63 • Fluttuazione del costo dei combustibili; Hydropower 1 24 2200 • Incertezze associate ai processi di sequestro e di Wind offshore 8 12 35 immagazzinamento della CO2, per quanto riguar- Nuclear 3.7 12 110 da la tecnologia da adottare, i costi e l’impatto am- bientale; Wind onshore 7 11 56 • Previsione dell’effettivo fattore di carico, determi- Pre-commercial Technologies nato dalla percentuale di potenza intermittente istallata che, come già segnalato gode della priorità CCS – Coal – PC 190 220 250 di dispacciamento; CCS – Coal – IGCC 170 200 230 • Necessità di garantire la stabilità della fornitura di CCS – Gas – combined cycle 94 170 340 elettricità in un contesto di una massiccia presenza di fonti non programmabili ed intermittenti. Fatto- CCS – Coal – oxyfuel 100 160 200 re che determina che i futuri impianti programma- Ocean 5.6 17 28 bili debbano essere in grado di variare rapidamen- te la potenza erogata, comportando l’introduzione di appositi miglioramenti tecnologici con il conse- 5.0 Sostenibilità Economica guente incremento dei costi di costruzione, manu- tenzione e gestione [43-44]. La valutazione degli aspetti economici della pro- duzione di energia presenta notevole difficoltà e pre- 5.1 Il progetto LEADER cedenti previsioni si sono spesso rivelate inaccurate. In particolare, per quanto concerne gli impianti nu- Un primo elemento per determinare la sostenibilità cleari si sono aggiunti ulteriori fonti di incertezza, economica del reattore a piombo si ha con la valuta- elencate di seguito: zione dei costi di questa tipologia rispetto agli attuali reattori commerciali di terza generazione; ciò è stato • Le forti oscillazioni dei prezzi delle materie prime, realizzato nell’ambito del progetto LEADER [45], suc- al di fuori dei valori determinati nelle previsioni cessivamente nel riferimento [46] è stato aggiornato e economiche in precedenza effettuate; analizzato con più dettaglio. • L’attuale sovraccapacità elettrica istallata in alcuni È stato adottato un approccio top-down (basato sui Paesi Europei, conseguente dalla riduzione della dati storici dei reattori Gen. III e sui costi preliminari domanda innescata dall’attuale crisi economica; del progetto ELFR). È stato utilizzato il sistema per le • La distorsione del mercato, causata dalla priorità di previsioni contabili denominato G4Econs, sviluppato dispacciamento concessa alle energie rinnovabili dal gruppo di lavoro di modellizzazione economica intermittenti, peraltro già sussidiate; del Forum Internazionale Gen. IV (GIF) [47]. In tale si- • Fattori di carico non noti e concorrenza con altre stema, l’impianto è suddiviso in componenti di costo, fonti programmabili che hanno migliori perfor- valutate con diversi livelli di dettaglio della spesa, a mance nella modalità di erogazione ad insegui- seconda della fase di progettazione del reattore. mento del carico, anche nella fascia di carico base; Per ulteriori conteggi, la distribuzione dei costi tra i • Ulteriori modifiche impiantistiche rivolte ad incre- diversi sistemi/componenti è stata ricavata da diverse fonti per diversi tipi di reattore. Ad esempio, i costi del
Speciale Associazione Italiana Nucleare n. 4-2017 21mo SECOLO SCIENZA e TECNOLOGIA 31 contenitore del reattore e delle altre componenti del approccio più dettagliato. circuito primario incidono più significativamente per i Innanzitutto, bisogna considera- reattori Gen. IV, rispetto ai reattori Gen. III, a causa re che il prezzo dell’elettricità, an- dell’utilizzo di materiali più costosi, tali da resistere a drebbe valutato tenendo in debita temperature più elevate e all’azione corrosiva del re- considerazione il costo previsto per il 2040 delle altre frigerante. fonti energetiche. Va anche sottolineato che le previ- Sono stati adottati fattori di scala per analizzare sioni sul prezzo dei combustibili fossili si sono sinora reattori di diverse potenze (600 MWe per ELFR), ri- dimostrate perlomeno inaccurate. spetto all’impianto di riferimento Gen. III (1100 MWe), In secondo luogo, in particolare negli ultimi anni, sono stati, inoltre, considerati i benefici determinati cambiamenti notevoli hanno influito significativa- dall’eventualità della costruzione modulare [48]. mente sul costo dell’elettricità. Fra i più rilevanti, l’in- In questo modo si è realizzata una prima stima dei fluenza sul mercato globale del gas e petrolio da scisto valori e dei margini di variazione. Questo metodo, de- (shale gas e shale oil) che ha portato il prezzo del gas finito approccio ottimistico/pessimistico, è stato scel- negli USA a circa un terzo di quello europeo e ad un to in ottemperanza alle linee guida G4Econs, sia per quarto di quello italiano. Va aggiunto che la crisi eco- quanto concerne i costi di costruzione che della pro- nomica ha causato la diminuzione della richiesta ener- duzione energetica. getica, portando molti impianti al di sotto della soglia È stato determinato un valore di riferimento per il di redditività. In questo contesto la comparazione dei costo di costruzione “overnight” di 4100 €/kWe; costi comporta maggiori incertezze nel caso di im- l’analisi di sensibilità ha evidenziato che la variabilità pianti ad alto capitale di investimento. È necessario dipende da fattori di scala e modularità; l’incertezza comunque attuare un tentativo in questa direzione. relativa è dell’ordine del 20% dei costi di costruzione, Per cercare di ridurre il numero di variabili, sono state determinando un valore collocato nella gamma 3600 adottate due premesse: in primis, sono state escluse €/kWe-4900 €/kWe. dal confronto le fonti non programmabili (ERI), prin- La produzione di energia è stata contabilizzata cipalmente per i loro diversi fattori di capacità rispetto considerando sia i costi di manutenzione e di opera- a qualsiasi fonte programmabile. Un eventuale con- zione, sia quelli relativi al ciclo del combustibile, otte- fronto con le ERI andrebbe fatto abbinandole a appro- nendo un valore compreso nella gamma 22,5 €/MWe- priati sistemi di immagazzinamento dell’energia, e 69 €/MWe con 37,5 €/MWe quale valore di riferi- collocandole più che mai fuori mercato. La loro inclu- mento. sione nella comparazione aprirebbe comunque un di- I risultati ottenuti in [45] sono riassunti nella Tabel- battito che va oltre le finalità di questo rapporto [43- la 6, da notare che i valori del costo di generazione 44]. In secondo luogo, tenuto conto della necessità di dell’energia elettrica sono stati calcolati con un tasso rispettare i parametri di Kyoto e di obbedire alle diret- di sconto nullo. Se si considera un valore del 7% per tive europee, si è scelto di eseguire il confronto solo tra questa variabile, il costo dell’energia prodotta con un fonti con un livello ridotto di emissioni, considerando LFR è pari ad un valore di 82 €/MWh con una gamma tra queste anche le fonti fossili che si avvalgono di tec- di variabilità tra 62 e 110 €/MWh. niche di sequestro e immagazzinamento (CSS), a di- Da queste valutazioni preliminari si conclude che il spetto della difficoltà di valutare la reale quantità di costo per unità di potenza installata dei reattori LFR è CO2 sequestrabile e i relativi costi associati a causa dello stesso ordine rispetto a reattori con sicurezza dell’immaturità della relativa tecnologia. passiva Gen-III. In ogni caso per comprendere meglio queste stime e gli ultimi paragoni fatti, si dovrebbe utilizzare un Tabella 6: Costi dell’ELFR secondo le stime realizzate nel progetto LEADER.
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