GLIFOSATO Conosciamolo meglio! - Nutrizione e Cancro - Cucina Evolution Academy
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2018--N. Febbraio2017 Novembre N°82 GLIFOSATO Conosciamolo meglio! Nutrizione e Cancro Solo una questione di cosa mangiare? 1 Art joins Nutrition Editore
EDITORIALE a cura del Prof. Ercole De Masi Apre il primo vero numero del 2018 la nostra Alessandra Piazza riprendendo il filone delle Blue Zones, con un articolo che spazia dalla vita eterna, ai trapianti di cervello, dalle nano tecnologie (futuro molto più prossimo di quanto si possa immaginare - da leggere il libro “come ci cureremo domani” ed. il mulino) alla longevità “nell’isola felice“ di LOMA LINDA in California, dove la redazione del nostro journal è andata ad esplorare la terza BLUE ZONE. Anche lì abbiamo un esempio delle contraddizioni della vita e del mondo: negli Stati Uniti, regno dell’obesità e dell’Alzheimer, esistono realtà virtuose dove non si fuma, non si beve, non si usa droga, si mangia sano e…. Si vive più a lungo! Nell’oasi di Loma Linda, si vive più a lungo, ma si vive anche bene, “senza cancro” e “senza diabete “utilizzando quello che “religiosamente” gli avventisti sono indotti ad assumere: dalla semplice acqua, alle verdure, alla frutta secca, al riso integrale e ai legumi, ma con lo “spirito positivo”. Nell’articolo successivo la Dott.ssa Elena Afanasyeva fa scuola nel vero senso della parola, sulla corretta gestione delle verdure! Elena conclude salomonicamente rispondendo “DIPENDE !!!” alla domanda “MEGLIO CRUDE CHE COTTE ???“. In realtà ci dimostra ampiamente come invece, anche cotte, siano ben utilizzabili, forse, a mio parere, anche meglio, con grandi vantaggi per la digestione e per l’assorbimento delle sostanze nutritive. Segue un articolo della Dott.ssa Ilaria Roncaioli sul GLIFOSATO. Attualissimo, ma rimanda purtroppo al 2021 per qualche notizia un po’ più accreditata…Anche se questo pesticida sembra non avere effetti cancerogenetici diretti, esistono elementi “probabilistici“ per altri percorsi indiretti in ambito oncologico o su altre patologie che verranno fuori nel tempo: oltre alla preoccupazione del “tumore”, sarà sicuramente da approfondire il campo ormonale, immunologico, metabolico e tanto altro, tra cui la malattia celiaca, forse la più importante e anche la più probabile !!! La medicina infatti non è una scienza esatta…è una scienza PROBABILISTICA ! Coerentemente con quanto previsto ed affermato nel mio primo editoriale (AGOSTO 2017) iniziamo con un grande oncologo e con tutta la squadra del journal una sfida EVOLUTION GASTRONOMICO-NUTRIZIONALE nei confronti della malattia oncologica. I due articoli del Prof. Palazzo, uno in collaborazione con il sottoscritto dal titolo “NUTRIZIONE 2
E CANCRO: SOLO UNA QUESTIONE DI COSA MANGIARE ?”, e l’altro in collaborazione con la Dott.ssa Monica Loizzo, sulle noci, aprono questo filone innovativo ed interessantissimo, entrando realmente nel vivo della malattia neoplastica, da attori protagonisti, soprattutto “preventivologi”, seguendo un filo rosso conduttore che parte in questo numero dai tumori del colon. Finalmente Chiara, prosegue la lotta contro il cancro con un importante articolo/guida sui danni malefici dell’acrilammide, sulla quale non finiremo mai di imparare! L’articolo rivolto essenzialmente agli addetti ai lavori, ma anche al cuoco di casa, riassume una serie di accorgimenti di cottura e di consigli pratici che meriterebbero di essere offerti alla portata di tutti, dalla mensa scolastica, alla mensa in ospedale, fino alla nostra cucina, per creare una vera e propria mentalità, con nuove modalità’ di gestione dell’arte del cucinare. Il nostro obiettivo è proprio quello di divulgare attraverso il journal al comune cittadino l’interesse e la conoscenza di questo mondo nuovo che stiamo scoprendo con Chiara… Segue l’articolo della Dott.ssa Proietti, dove la sfida tra carne e legumi, è ampiamente vinta da questi ultimi. In effetti, i legumi non sono la carne del povero, come usualmente si dice, bensì sono la carne della salute! Ilaria scrive che i legumi sono da sempre considerati un prezioso elemento, ricco di proprietà nutrizionali e benefiche…sarà pur vero il “da sempre“, ma tanta strada deve ancora essere fatta, e seguendo la teoria dei corsi e ricorsi (Vico), facciamo tornare e VINCERE il ri-corso a favore dei legumi! Soprattutto valorizziamo gli alimenti che son belli, buoni, anzi buonissimi, fanno bene alla salute e alle tasche. La Dott.ssa Laura Onorato nel suo articolo ricetta, offre una ragionata ed evidente dimostrazione di come gli arancini “siciliani” possano trasformarsi evolvendo in EVOLUTION, “continentali2, diventando più leggeri, più sani, pur non perdendo gustosità: non tutti i giorni, come dice Laura, ma sicuramente tutte le settimane! La Dott.ssa Silvia Brazzo nel suo articolo smonta uno dei miti del mondo delle diete: non abbinare pane e pasta. Richiamando i principi della Culinary Nutrition, non solo si possono abbinare, senza danni, e senza inutili rinunce, ma si può migliorare il piatto, con l’integrazione di INULINA nel pane, aumentando quindi le fibre e riducendo il senso di fame. Clicca qui per lasciare un commento 3
AUTORI CHIARA MANZI Fondatrice di Art joins Nutrition Academy, l’Accademia Europea di Culinary Nutrition, la branca della nutriziona applicata alla cucina (www.nutrizioneincucina.it) Presidente dell’Associazione per la Sicurezza Nutrizionale in cucina Docente al Master di Medicina Estetica dell’Università di Roma Tor Vergata. Autrice di diversi libri divulgativi sulla Nutrizione in Cucina ERCOLE DE MASI Gastroenterologo-nutrizionista . Gastroenterologo del CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano). Dott.ssa Alessandra Piazza Dott.ssa Elena Afanasyeva Dott.ssa Ilaria Roncaioli Health food Blogger, diplomata Dott.ssa Elena Afanasyeva Nutrizionista - Nutritional in Culinary Nutrition, Consulente Dietista laureata in Scienza Therapist - Culinary del Benessere ed educazione della Nutrizione Umana, Nutritionist alimentare - Master in Culinary Nutritionist Responsabile dell’Art naturopatia scientifica joins Nutrition Academy del Centro-Sud Prof. Salvatore Palazzo Dott.ssa Ilaria Proietti Dott.ssa Laura Onorato Direttore dell’ UOC di Oncologia Medica, Ricercatrice del Centro Comune Farmacista e Biologa del Dipartimento Oncoematologicodell’ di Ricerca di Ispra della Nutrizionista - Culinary Nutritionist Azienda ospedaliera di Cosenza; della Commissione Europea. Rete Oncologica dell’ Area Nord Calabria e della Rete Calabrese Tumori Rari Dott.ssa Monica Loizzo Dott.ssa Silvia Brazzo Pediatra, Specialista in Igiene Dietista-Culinary Nutritionist e Medicina Preventiva responsabile dell’AjNpoint di Pavia Responsabile dell’ Area Qualita’ ,Accreditamento e Formazione dell’Ospedale di Cosenza, Auditor certificata di Sistemi Qualita’ in Sanita’. 4
SOMMARIO Rubriche: Pag. 06 Blue Zones Non esistono limiti al desiderio di una vita eterna! Pag. 10 Vero o Falso Verdure... meglio crude che cotte? Pag. 12 Focus Glifosato: conosciamolo meglio! Pag. 18 Nutrizione & Cancro Solo una questione di cosa mangiare? Pag. 22 Prevenire & Curare…Mangiando Noci di Autunno. Elisir di lunga vita per i pazienti con cancro del colon? Pag. 24 Voglio essere Chiara Patate: 3 mosse per ridurre la formazione di acrilammide Pag. 26 News dal mondo scientifico Non solo per vegetariani. Anche i diabetici dovrebbero consumare piu’ legumi Pag. 30 È solo buono o fa anche bene? L’arancino siciliano buono da vivere Pag. 34 Stupidomentro Mai abbinare pane e pasta nello stesso pasto per…non ingrassare! Journal of Culinary Nutrition Mensile – Numero 2 – Febbraio 2018 Direttore responsabile: Prof. Ercole De Masi Presidente ASSIC e Art joins Nutrition Accademy: Dott.ssa Chiara Manzi Editore: Art joins Nutrition Editore Staff editoriale: Prof. Massimiliano Rinaldi, Dott.ssa Ilaria Proietti, Prof. Vincenzo Brandolini, Dott.ssa Silvia Brazzo, Dott.ssa Francesca Grisenti, Dott.ssa Ilaria Roncaioli, Dott.ssa Maria Mattera, Dott.ssa Elena Afanasyeva, Dott.ssa Laura Onorato, Chef Massimo Salvadei, Prof.ssa Antonella Cavazza, Alessandra Piazza, Dott. Filippo M. Jacoponi, Dott.ssa Stefania Brescia, Dott.ssa Fabiana Carella, Dott.ssa Graziella Marino, Prof. Salvatore Palazzo, Prof. Gian Piero Molinari. 5
BLUEZONES Non esistono limiti al desiderio di una vita eterna! di Alessandra Piazza Vita eterna o lunga vita in salute? Oggi sono queste le domande del secolo. Mentre aspettiamo i fantascientifici risultati della scienza che studia come raggiungere la vita eterna, di cui forse non potremo avere ricordi, sarebbe auspicabile agire attivamente e applicare ciò che ad oggi è già chiaro e tangibile per ottenere una vita sana e lunga. M entre la scienza e la medicina studiano inserirli in veri e propri avatar robotici. Secondo senza sosta come migliorare lo stato di la sua “visione”, corpo e vita materiale verrebbero salute favorendo una vita più longeva, totalmente abbandonati e continueremmo così a vi sono persone che invece investono milioni di vivere sotto forma di ologrammi che vagano nella dollari per cercare il segreto dell’immortalità. rete, pura energia senza più alcun legame con il mondo fisico. E’ il caso, per esempio, del magnate russo Dmitry Itskov il quale auspica di poter un giorno Oppure ancora un illustre ingegnere Ray Kurzweil estrarre i cervelli dalle scatole craniche per crede che in futuro verranno iniettati minuscoli 6
nanobot nel nostro sistema circolatorio. Questi si scoraggia espressamente il fumo, l’alcol, o ancora occuperanno della nostra salute e accresceranno alimenti considerati impuri dalla Bibbia, come il le nostre capacità, fino a renderci più simili a maiale, o gli alimenti molto conditi, le bevande macchine che a uomini. con caffeina e persino l’uso di spezie stimolanti. Dal 2013, i fondatori di Google hanno dato Tutti questi principi, sembrano aver contribuito a vita ad un progetto di ricerca nel settore delle trasformare Loma Linda in un’oasi di longevità e salute. biotecnologie che ha tra i suoi obiettivi principali la lotta all’invecchiamento. Circa 50 anni fa, nel 1958, i ricercatori della Loma Linda University, intrapresero una ricerca “The Affidarsi alla speranza che un giorno qualcuno Adventist Mortality Study” su 22940 avventisti bussi alla nostra porta regalandoci l’immortalità, californiani che furono seguiti per ben 30 anni. non ci aiuterà però ad acquisire la giusta Nello stesso periodo l’American Cancer Society consapevolezza che dobbiamo essere noi, in condusse uno studio analogo. Confrontando i prima persona, ad impegnarci per migliorare il tassi di mortalità per tutti i tipi di tumore si osservò nostro stile di vita preservando la nostra salute che gli avventisti avevano un tasso di mortalità auspicando ad una sana longevità. inferiore del 40% per gli uomini e del 24% per le donne rispetto alla popolazione di riferimento Un esempio di grande atteggiamento mentale ci dell’American Cancer Society. Ciò che emerse di viene suggerito dagli abitanti di Loma Linda, in molto più interessante da questa ricerca, fu che California ed in particolare dagli appartenenti alla gli avventisti presentavano un’incidenza molto comunità degli Avventisti del Settimo Giorno. Essi più bassa anche verso altre forme tumorali, rappresentano una delle Zone Blu dove il numero cardiopatie e diabete. di ultra-centenari è molto alto rispetto al resto del mondo. Fu così che proseguì una nuova ricerca: la Adventist Health Study-1 (AHS-1), finanziata dal Strano pensare che proprio negli Stati Uniti, posto National Institute of Health. Furono esaminate col più alto tasso di obesità, diabete, malattie 34000 avventisti di età superiore ai 25 anni dal metaboliche e Alzheimer, si possa detenere un 1974 al 1988. tale primato. Eppure, in questa “bella collina” (questo il significato di Loma Linda), gli avventisti Nel 2002, invece, è iniziata una seconda versione del settimo giorno seguono una religione che dello stesso studio tutt’ora in corso, chiamato AHS-2, su 96000 avventisti di età compresa tra i 30 e i 112 anni e provenienti da tutti i 50 stati degli Stati Uniti e dal Canada. Cosa è emerso dal primo studio? - Dal primo studio è emerso che i maschi e le donne avventiste vivono rispettivamente 7,3 e 4,4 anni in più rispetto ad un californiano. - Una delle scoperte chiave del AHS-1 fu che la metà degli avventisti era vegetariana, o comunque consumava carne molto raramente e questo parrebbe giocare un ruolo chiave nella loro longevità. - La probabilità di sviluppare un tumore al colon 7
era maggiore nei consumatori di carne (65%) rispetto a coloro che consumavano molti più legumi (30-40%). L’organizzazione Mondiale della Sanità consiglia di non superare i 350gr di carne rossa e lavorata alla settimana, di cui 50 gr di salumi e insaccati. Nel mese di ottobre 2015 l’International Agency for Research on Cancer (IARC) di Lione, un’agenzia dell’Organizzazione mondiale della sanità che valuta e classifica le prove di cancerogenicità delle sostanze, ha definito la carne rossa come probabilmente cancerogena (classe 2A della classificazione dello IARC) e la carne rossa lavorata (insaccati e salumi) come sicuramente cancerogena (classe 1 della classificazione dello IARC). forme tumorali. In particolare il consumo di legumi Lo studio proseguì anche intorno agli alimenti grassi, almeno 3 volte a settimana e il riso integrale, almeno con maggior concentrazione sulla frutta a guscio. Gli una volta alla settimana, era collegato a un rischio avventisti consumando frutta a guscio 5 volte alla ridotto di polipi del colon rispettivamente del 33% e settimana riducono del doppio il rischio di sviluppare del 40% (AHS-2). Mangiare questi alimenti può ridurre cardiopatie rispetto a chi non ne consuma. il rischio di polipi del colon, che a sua volta ridurrebbe il rischio di cancro del colon-retto”, afferma l’autrice Noci, mandorle e nocciole sono ricche di fibre, principale Yessenia Tantamango, MD, ricercatrice minerali, tocoferoli (potenti antiossidanti)i, post-dottorato presso l’Adventist Health Study-2 della fitosteroli , e composti fenolici, questo le rende Loma Linda University utili nel contrastare malattie coronariche, calcoli biliari e diabete. Anche la pressione sanguigna, Il cancro del colon è la seconda causa di morte l’adiposità viscerale e la sindrome metabolica per cancro negli Stati Uniti e il terzo più comune sembrano trarre benefici dal consumo di frutta cancro in uomini e donne, secondo l’American secca. E’ stato inoltre osservato che il consumo Cancer Society. di frutta a guscio è associata anche ad un minore rischio di diabete di tipo 2 e cancro del colon. Il consumo di verdure cotte verdi una volta al giorno o più, rispetto a meno di cinque volte Non sarà certamente solo il consumo di frutta a alla settimana, sembra essere associato a una guscio a determinare la longevità degli avventisti riduzione del 24% del rischio di polipi del retto / del settimo giorno, ma se a questo sommiamo del colon. la loro dieta prevalentemente vegetariana, molto probabilmente, l’insieme delle due cose aggiunge Il consumo di frutta secca tre volte a settimana o qualche certezza in più. più, rispetto a meno di una volta alla settimana, è associabile a un rischio ridotto del 26%. Quello che gli epidemiologi confermano sulla dieta e Anche la semplice acqua può contribuire ad una sul cancro è che il consumo di molta frutta e verdura vita sana e lunga. è fondamentale per proteggerci da numerose 8
Il Sabbath, in sintesi è considerato un perfetto Infatti, lo sutdio AHS-1 ha messo in evidenza un antistress che consente di ritrovare la pace. Esso altro dato che spesso viene sottovalutato o poco offre agli avventisti un giorno per spegnere la considerato. Mi riferisco al consumo di acqua. Gli televisione, non pensare al lavoro e passare più avventisti del settimo giorno consumano tantissima tempo con le persone care. acqua, naturale e a temperatura ambiente ogni giorno. Si è visto che chi consuma 5 o 6 bicchieri A questo punto siamo in grado di stilare i 10 segreti di acqua al giorno, diminuisce il rischio di mortalità che favoriscono la salute e la longevità degli avventisti improvvisa del 60-70% rispetto a chi non beve molta del settimo giorno di Loma Lynda e tentare di applicarli acqua. Questo dato sembra essere approfondito nel quanto più possibile auspicando ad altrettanta salute secondo studio. e longevità: Il 60% circa del nostro corpo è composto di acqua. Secondo la Mayo Clinic in media sono 1. Dedicarsi al Sabbath dedicando il giusto necessarie 8 tazze di acqua per sopperire alla tempo alla famiglia, agli amici e allentando lo quantità consumata quotidianamente dal nostro stress organismo. Con un esercizio fisico moderato 2. Mantenere un peso corporeo adeguato occorrerebbero un paio di tazze in più, e con una 3. Praticare esercizio fisico in modo costante e attività fisica intensa, si dovrebbe raggiungere adatto al proprio fisico almeno 2-3 tazze in più per ogni ora di allenamento. 4. Fare vita sociale frequentando amici con cui condividere i propri pensieri Può la fede promuovere una cultura della longevità? 5. Consumare frutta a guscio almeno 5 volte alla settimana Gli avventisti di Loma Linda osservano il Sabbath dal 6. Aiutare il prossimo tramonto del venerdì a quello del sabato. Si tratta di 7. Consumare carne con moderazione una messa dei fedeli che inizia con degli inni cantati a 8. Consumare cene leggere per non cui segue una predica e poi le offerte. Ma la particolarità sovraccaricare il corpo di troppo lavoro nelle di questo momento risiede nel dopo messa. Infatti le ore notturne centinaia di fedeli non vanno subito a casa propria, ma 9. Consumare due o più porzioni di frutta al condividono una serie di attività “sociali” come canti, giorno, legumi 3 volte alla settimana e verdure preghiere, o giochi coreografici. Questo ci fa ripensare 4 volte a settimana alla convivialità e alla socialità di altri popoli centenari. 10. Bere molta acqua La vita sociale che avviene durante il Sabbath risulta fondamentale per favorire pensieri positivi e buon umore. Bibliografia Bibliografia: Lezioni di lunga vita: le Blue Zones ( National Geografic) https://publichealth.llu.edu/practice Fonti: http://www.popsci.it/elisir-di-lunga-vita- https://publichealth.llu.edu/adventist-health-studies/researchers/ quanto-e-lontana-limmortalita.html scientific-publications https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2677008/ https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21411506 Clicca qui per lasciare un commento http://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa1307352 9
VERO O FALSO Verdure... meglio crude che cotte? di Dott.ssa Elena Afanasyeva Le Linee Guida per una sana alimentazione italiana consigliano il consumo di almeno due porzioni di verdura al giorno in quanto sono fonte di vitamine, minerali, fibra, antiossidanti e fitocomposti importanti per mantenere un buon stato di salute dell’organismo. L’idea comune è che è sempre meglio preferire il consumo di verdure crude, rispetto alle cotte in quanto la cottura porta alla perdita di micronutrienti, ma non è sempre così. Per sfatare questo mito vediamo come variano i contenuti di alcuni nutrienti in seguito a manipolazione e cottura degli alimenti. L a vitamina C è sensibile a luce, calore cappuccio...) ma è importante seguire alcuni e ossigeno pertanto il suo contenuto si accorgimenti per preservarne il contenuto e il suo riduce in seguito alla cottura. Per assumere potere antiossidante: buone quantità di vitamina C preferire il consumo - non lasciare le verdure già tagliate all’aria, è preferibile di vegetali crudi (rucola, lattuga, cavolo tagliarle poco tempo prima di consumarle o cuocerle 10
(eventualmente conservarle in un recipiente chiuso con coperchio per il minor tempo possibile); - bere centrifugati, frullati ed estratti preparati al momento; non conservarli in frigorifero per il giorno successivo: a contatto con l’ossigeno la vitamina C perde il suo potere antiossidante; - lavare le verdure, preferibilmente intere, senza lasciarle a mollo nell’acqua per lungo tempo: il contatto con l’acqua favorisce il passaggio della vitamina C, vitamina idrosolubile, dall’alimento all’acqua. I minerali (ferro, zinco, magnesio...) e le vitamine del gruppo B sono idrosolubili pertanto la bollitura prolungata in molta acqua potrebbe favorire il passaggio dei micronutrienti dall’alimento all’acqua, riducendone il contenuto. Si consiglia di fare bolliture brevi in poca acqua salata (la presenza di sale in acqua limita la fuoriuscita di sali minerali dall’alimento), cuocere le verdure al vapore o in padella. classe di pigmenti organici liposolubili di colore A differenza dei micronutrienti appena descritti, giallo- arancione, tra questi i principali sono il i carotenoidi hanno una bassa biodisponibilità beta-carotene, precursore della vitamina A, e il a crudo, ma questa aumenta con la cottura licopene, un potente antiossidante. Il pomodoro dell’alimento. I carotenoidi sono una vasta è la principale fonte di licopene per questo è preferibile preparare i sughi cuocendo a lungo il pomodoro. Si consiglia di aggiungere una piccola quantità di olio extravergine di oliva che favorisce l’assorbimento del licopene. Pertanto la risposta alla domanda “è meglio preferire le verdure crude alle cotte?” è dipende! Dipende da quali micronutrienti sono contenuti nella verdura che vogliamo mangiare. Bibliografia Fonti: INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione), Linee Guida per una sana alimentazione italiana, 2003 Cucina Evolution BuonaDaVivere! – Chiara Manzi – Ed. Art Joins Clicca qui per lasciare un commento Nutrition 11
FOCUS Glifosato: conosciamolo meglio ! Dott.ssa Ilaria Roncaioli C osa e’ il glifosato? europea (Commission Regulation No 1141/2010). Il glifosato è il nome comune del L’EFSA (European Food Security Autorithy) ha composto chimico N (fosfonometl) glicina. il compito di valutare la sicurezza dei pesticidi, Il glifosato è una sostanza attiva ampiamente come il glifosato e di consegnare la sua valutazione utilizzata nei pesticidi. I pesticidi a base di glifosato alla Commissione Europea che ha poi il ruolo (cioè formulati che contengono glifosato e altre di decidere se includere o meno la sostanza sostanze chimiche) sono utilizzati in agricoltura nell’elenco delle sostanze attive autorizzate dall’UE. come erbicidi su erbe infestanti di tutti i tipi di coltivazioni. Vengono anche utilizzati prima della Il glifosato: la commissione europea ne semina come trattamento essiccante pre-raccolta rinnova l’autorizzazione per altri 5 anni su cereali e semi oleosi per accelerare e uniformare La valutazione della sicurezza del glifosato è il processo di maturazione (EFSA, 2015). durata 5 anni. Iniziata nel Maggio 2012, l’EFSA ha consegnato le sue conclusioni nell’Ottobre 2015. Come viene valutata la sicurezza del glifosato? Essendo una sostanza attiva utilizzata in molti Tali conclusioni sono state al vaglio della prodotti fitosanitari, l’uso del glifosato è Commissione Europea per più di due anni: il 27 disciplinato da una severa legislazione Novembre 2017 tutti i paesi membri Ue riuniti 12
in Comitato d’appello hanno votato a favore del rinnovo dell’autorizzazione dell’erbicida glifosato per cinque anni. A favore si sono espressi 18 paesi. Nove i contrari: oltre all’Italia, hanno votato contro Francia, Belgio, Grecia, Ungheria, Cipro, Malta, Lussemburgo e Lettonia, mentre il Portogallo si è astenuto. In Italia resta il divieto d’ uso del glifosato nelle aree frequentate dalla popolazione o da “gruppi vulnerabili” quali parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie, ma il divieto resta anche in agricoltura in pre-raccolta “al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura”, quindi anche sul grano. In particolare, tutti gli Stati membri EFSA, con un’unica eccezione, hanno convenuto che né Il parere dell’EFSA : il glifosato non è cancerogeno i dati epidemiologici sull’uomo né le prove Il gruppo di esperti EFSA, composto da fatte sugli animali abbiano dimostrato nessi scienziati EFSA ed esperti designati dagli Stati causali significativi tra esposizione al glifosato e membri dell’Unione Europea ha concluso che è insorgenza di cancro nell’uomo. improbabile che il glifosato sia genotossico (cioè che danneggi il DNA) o che aumenti il rischio di La revisione dell’EFSA ha considerato una corposa cancro nell’uomo. L’EFSA ritiene che il glifosato massa di evidenze scientifiche, compreso il non sia da classificare come cancerogeno come rapporto dell’Agenzia internazionale per la ricerca da regolamento UE No 1272/2008 in materia sul cancro (IARC) che lo aveva invece considerato di classificazione, etichettatura e imballaggio un “probabile cancerogeno” inserendolo nella lista delle sostanze chimiche. 2A (evidenze concrete su animali da laboratorio ma limitate evidenze sull’uomo). Di conseguenza, l’EFSA ha valutato un numero maggiore di evidenze scientifiche, compresi ulteriori e importanti studi che non erano stati considerati dall’IARC. Danno al DNA: chi e’ il vero responsabile? Alcuni studi indicano che determinati formulati a base di glifosato si sono dimostrati genotossici (danneggiano il DNA) in vitro e in vivo. È quindi probabile che gli effetti genotossici osservati in alcuni formulati a base di glifosato siano collegati agli altri componenti o “coformulanti”. Analogamente, alcuni pesticidi a base di glifosato mostrano una tossicità superiore a quella del 13
principio attivo, presumibilmente a causa della presenza dei coformulanti. Ad esempio la POE- tallowamin (ammina di sego polietissalata) è uno dei coformulanti utilizzati nelle formule a base di glifosato. La POE-tallowamin si è dimostrata maggiormente tossica del glifosato per molti parametri tossicologici: tossicità acuta, a breve termine e tossicità riproduttiva e di sviluppo (in Italia la ammina di sego polietossilata è vietata da Maggio 2017). Nella propria valutazione l’EFSA propone che la tossicità di ciascun formulato e particolarmente il suo potenziale genotossico vengano ulteriormente studiati e trattati dalle autorità degli Stati membri mentre valutano nuovamente gli usi dei formulati a base di glifosato sui propri territori (EFSA, 2015). Questa distinzione tra sostanza attiva e formulato a base di pesticidi spiega sostanzialmente le sul sistema endocrino, dato che dalle conclusioni differenze nel modo in cui EFSA e IARC hanno consegnate nel 2015 era rimasta una lacuna di considerato i dati disponibili. Il rapporto IARC ha dati riguardante tale questione. tuttavia esaminato sia il glifosato – sostanza attiva Nell’Agosto 2017 l’EFSA ha concluso che il – sia i formulati a base di glifosato, raggruppandoli glifosato non altera il sistema ormonale tramite tutti senza tener conto della loro composizione. attività estrogenica, androginica, tiroidea o La valutazione UE, invece, ha considerato solo il steroidogenica (EFSA, 2017). glifosato. Questo perché l’Unione europea e l’IARC adottano approcci diversi alla classificazione Glifosato e alimenti: quanto ne ritroviamo delle sostanze chimiche. Il sistema UE valuta sulla tavola? individualmente ogni sostanza chimica e ogni Dopo aver vagliato l’ampia letteratura scientifica miscela commercializzata, mentre l’IARC valuta gli esperti EFSA e gli esperti degli Stati membri agenti generici, compresi i gruppi di sostanze dell’Unione Europea, pur ritenendo il glifosato chimiche correlate. non cancerogeno o genotossico, hanno proposto delle soglie di sicurezza tossicologica per tale Per la valutazione UE gli studi condotti con il sostanza: glifosato erano più pertinenti degli studi condotti con formulati contenenti altri componenti, Dose accettabile di riferimento ADI (Acceptable soprattutto quando gli altri componenti non Daily Intake) e una Dose acuta di riferimento potevano essere chiaramente individuati. ARfD (Acute Reference Dose) pari a 0.5 mg/Kg di peso corporeo al giorno che si basa su un NOAEL Il glifosato: altera il sistema ormonale? (livello senza effetto osservabile) di 50 mg/Kg di Il parere dell’efsa peso corporeo al giorno da studi fatti su conigli, Nel Settembre 2016 la Commissione Europea ha a cui è stata applicato un fattore di incertezza UF richiesto all’EFSA di rivalutare le informazione (Uncertainly Factor) di 100. riguardanti il possibile effetto del glifosato 14
Nel Aprile 2016 il Test-Salvagente presenta le prime analisi complete mai condotte in Italia su 100 campioni: dalla farina alla pasta, dai biscotti alle fette biscottate e corn flakes fino all’acqua di rubinetto.I risultati ottenuti mostrano che per una stessa marca sono stati trovati lotti in cui è stato rintracciato l’erbicida accanto a lotti che non lo contenevano. I residui testimoniano una contaminazione diffusa ma sempre inferiori ai limiti di legge. La GranoSalus, associazione italiana di produttori e consumatori ha fatto analizzare da un laboratorio accreditato estero 8 tipi di pasta italiana per il loro contenuto in glifosato. Dai risultati emerge che la pasta di tali aziende produttrici contiene i seguenti livelli di glifosato : Barilla: 0,102 mg/Kg Divella: 0,110 mg/Kg De Cecco: 0.052 mg/Kg Garofalo: 0.062 mg/Kg Voiello: 0.050 mg/Kg Molisana: 0,033 mg/Kg Coop: 0.027 mg/Kg GranOro: 0.018 mg/Kg (https://granosalus.it/2017/02/26/lo-dicono-le-analisi-don- glifosate-e-cadmio-presenti-negli-spaghetti/) Tuttavia, se facciamo riferimento ad un uomo medio di 70 Kg, la dose massima giornaliera (ADI) è pari a 35 mg/die. Considerando la pasta Divella, che ha il maggior contenuto di glifosato, per raggiungere l’ADI un uomo di 70 Kg dovrebbe mangiare 318 Kg di pasta al giorno. la coltivazione di piante geneticamente modificate tolleranti al glifosato non è autorizzata in Nelle piante non tolleranti (non OGM) Europa. Altro aspetto rassicurante arriva dai dati l’assorbimento di glifosato è molto basso,
Nell’acqua potabile non è stato registrato il Ai ratti è stato somministrato per un periodo di superamento del limite fissato a 0.1 mcg/L 90 giorni una quantità di glifosato pari a 1,75 (EFSA, 2015). Diversi tuttavia sono i risultati mg/kg di peso corporeo, che è la dose massima riportati dal Test-Salvagente su 26 campioni di giornaliera ammessa negli Usa. Tale quantità è acqua provenienti da diverse città italiane: in stata somministrata per un periodo espositivo di due casi l’Ampa, un derivato del glifosato che 90 giorni, che corrispondono nel modello uomo con l’erbicida condivide la tossicità, è risultato equivalente al periodo della vita embrionale ai 18 superiore ai limiti di legge. Nessuna Regione anni di età. italiana analizza la presenza di glifosato e del suo Secondo i primi risultati dello studio pilota il metabolita Ampa nelle acque potabili, nonostante glifosato interferisce con il sistema ormonale con le raccomandazioni comunitarie. effetto androgeno-simile. La Dott.ssa Belpoggi però dichiara che dallo studio non è definibile un Il glifosato e la posizione dell’istituto ramazzini rischio ma si può evidenziare un pericolo. di bologna: tra 5 anni sara’ fatta chiarezza? La differenza è che il pericolo non è quantificato, Fiorella Belpoggi, direttrice dell’area di ricerca il rischio è invece un parametro che viene dell’Istituto Ramazzini di Bologna ha avviato nel quantificato con modelli matematici. Maggio del 2016 uno studio-pilota in vivo su Lo studio pilota non ha ancora chiarito le incertezze modello animale (ratti) per valutare gli effetti del relative alla cancerogenicità del glifosato. glifosato. Secondo i primi risultati emersi dallo Per avere maggiore chiarezza, dovremo aspettare studio Ramazzini il glifosato è in grado di alterare ancora 5 anni, tempo necessario per conoscere alcuni parametri biologici di rilievo che riguardano i risultati dello studio a lungo termine. Il 2021 soprattutto marker correlati allo sviluppo sarà quindi la data da segnare in calendario per sessuale, alla genotossicità e all’alterazione della 2 motivi: scadrà il rinnovo dell’autorizzazione flora batterica intestinale. europea del glifosato e probabilmente saranno noti i risultati degli studi dell’Istituto Ramazzini. Bibliografia Alavanja MC, Sandler DP, McMaster SB, et al. The Agricultural Health Disponibile su: https://www.efsa.europa.eu/sites/default/files/4302_ Study. Environmental Health Perspectives. 1996;104(4):362-369. glyphosate_complementary.pdf, consultato il 27 Novembre 2017 European Food Safety Authority (EFSA). Conclusion on the peer review of https://granosalus.it/2017/02/26/lo-dicono-le-analisi-don-glifosate-e- the pesticide risk assessment of the active cadmio-presenti-negli-spaghetti/, consultato il 27 Novembre 2017 substance glyphosate. EFSA Journal 2015;13(11):4302 https://ilsalvagente.it/2017/11/07/cosi-abbiamo-provato-che-il- European Food Safety Authority (EFSA). Peer review of the pesticide glifosato-altera-il-sistema-ormonale/, consultato il 28 novembre 2017 risk assessment of the potential endocrine disrupting properties of glyphosate. EFSA Journal 2017;15(9):4979 https://ilsalvagente.it/2016/04/24/glifosato-il-veleno-nascoso-le-analisi- SITI WEB: https://www.efsa.europa.eu/it/press/news/151112 , consultato del-test-salvagente-sugli-alimenti-dalla-farina-allacqua/ consultato il il 27 Novembre 2011 28 Novembre https://www.efsa.europa.eu/sites/default/files/corporate_publications/ (https://ilsalvagente.it/2017/11/07/cosi-abbiamo-provato-che-il- files/efsaexplainsglyphosate151112it.pdf, consultato il 27 Novembre glifosato-altera-il-sistema-ormonale/). 2017 European Food Safety Authority (EFSA). EFSA explains the carcinogenicity Clicca qui per lasciare un commento assessment of glyphosate. 2015 16
100 ricette Antiaging facili e veloci 17 Art joins Nutrition Editore
NUTRIZIONE E CANCRO Solo una questione di cosa mangiare? Di Salvatore Palazzo e Ercole De Masi C he il rapporto tra cibo e neoplasie occupi un posto di rilievo nelle ricerche con cui gli scienziati cercano di comprendere il pianeta cancro ma anche negli interessi informativi di comuni persone, è documentato dal fatto che «NUTRIZIONE e CANCRO» su www.google.it individua oltre 3.000.000 risultati, i quali diventano, nel caso di «NUTRITION and CANCER»-, quasi 80.000.000, cosicché il concetto che una buona alimentazione aiuti nella guerra dichiarata a questa malattia, è entrato oramai nell’immaginario collettivo (figura 1). Le tappe della lotta alimentare al cancro seguono la strategia più generale di ridurne l’ 18
incidenza, cioè il numero di nuovi casi registrati fresca e verdura accompagnati da una quantità annualmente nella popolazione sana o malata ridotta di carne rossa e conservate (salumi, etc.) (cosiddetta chemioprevenzione alimentare); e e, più recentemente, dall’uso di frutta secca, di contenere i noti «danni collaterali» da evoluzione tra cui noci in particolare. Altro imperativo è il della malattia stessa o da trattamenti terapeutici contenimento massimo del consumo di zucchero correlati (chirurgici, radianti, chemioterapici, come tale o contenuto in bevande tipo soft drink, biologici e immunoterapici), influenzanti al fine dichiarato di …. affamare il cancro, noto negativamente le funzioni dell’ organismo, come divoratore di zucchero che peraltro sperpera l’ appetito e la tolleranza a determinati alimenti o sotto il profilo biochimico. loro utilizzazione . Mangiare senza sfamare la malattia oncologica. Le battaglie si svolgono su piani (anche di … Nella maggior parte delle persone affetta da cucina!) dislocati nell’arco della ‘traiettoria’ del cancro una perdita di peso, a volte consistente, lungo processo neoplastico (oggi calcolabile in è legata al fatto che letteralmente il cancro anni, fortunatamente!), dove, oltre a sostanze «si mangia» il proprio ospite, in una sorta di farmacologiche di supporto, esistono alimenti orripilante cannibalismo parassitario legato di dimostrata evidenza scientifica, che aiutano a all’ipermetabolismo basale conseguente al già sentirsi meglio mediante il ripristino delle forse accennato cattivo utilizzo degli zuccheri da parte esauste e a ad affrontare con un diretto corpo-a- delle affamate cellule tumorali e al calo dell’ corpo una malattia sempre più cronicizzata. appetito del paziente da liberazione di citochine Questo nostro breve viaggio indica quali siano le tumorali o da presenza di sintomi anoressizzanti tappe di sviluppo e di cura della malattia in cui quali dolori, nausea e vomito, una corretta terapia alimentare, composta cioè in soggetti con sindromi dall’ assunzione di cibi salutari e da tecniche di ansioso e depressive. cottura adeguate (culinary nutrition), si integra con i trattamenti tradizionali. Faranno seguito a questo primo articolo paradigmatico ulteriori elaborati dedicati alle evidenze scientifiche relative alle varie sedi anatomiche sucettibili di malattia tumorale. Un ‘nuovo’ campo di lotta contro il cancro: la tavola! Contrastare lo sviluppo tumorale nella popolazione sana o la ricomparsa del tumore nei pazienti stabilizzati. Due categorie di persone solo in apparenza diverse ma in realtà molto simili nelle quali una cucina naturale e basata su prove di efficacia si adopera per pre-venire la comparsa del processo di trasformazione neoplastico o la ri-comparsa dello stesso o di nuovi altri processi, mediante l’uso di legumi, cereali integrali nonché frutta 19
Fronteggiare gli effetti collaterali delle cure RUOLO DEI NUTRIENTI NELLE VARIE FASI DELLA TRAIETTORIA DEL CANCRO Non solo la chemioterapia può essere responsabile SOPRAVVIVENZA di effetti collaterali particolarmente avvilenti, quali ESORDIO LIBERA DA CANCRO RECIDIVAE nausea e vomito, stipsi o diarrea, inappetenza, SECONDO TUMORE vomito, nausea, eruttazioni, diarrea ma anche mucositi da biologici o da radioterapia o sequele TRATTAMENTO MALATTIA CURATIVO CRONICIZZATA da ‘nuova’ anatomia post chirurgia demolitiva, possono essere frequenti e richiedere oltre a farmaci specifici, anche alimenti come miele con DIAGNOSI FALLIMENTO E STANDING TERAPEUTICO cortisone per le ulcere buccali, o piccole dosi di zenzero o prodotti a base di menta per attenuare SURVIVORSHIP TRATTAMENTO la nausea. PALLIATIVO MORTE In più occorre prestare attenzione ad alimenti anche alcuni prodotti di erboristeria, come ginseng, apparentemente innocui, ma che possono esercitare ginkgo biloba e aloe, che talvolta possono essere effetti di interferenza relativamente ad alcuni farmaci presi senza previo consulto medico. biologici: pompelmo e il suo succo, per esempio, possono bloccare l’azione di enzimi importanti per Alimentarsi in scenari poco umanizzati l’assorbimento e il metabolismo di alcuni farmaci Mangiare non è portare cibo in bocca, ma quali quelli antiEGFR, riducendone l’efficacia, come in soggetti resi fragili da condizioni morbose Il 14 Dicembre 2017 è stato siglato l’ accordo in un’insospettabile occasione da cui prendono Stato-Regioni su nuove Linee di indirizzo percorsi origine ansie da prestazione e sensi di colpa. nutrizionali nei pazienti oncologici, con cui è stato Inoltre il ricovero per lunghi periodi, espone presentato il modello di percorso integrato che a quelle disumane regole degli Ospedali, con permetta di garantire la continuità assistenziale orari fissi di distribuzione e consumo dei pasti ospedale-territorio secondo un processo di evidentemente più dettate da esigenze legate al integrazione tra medico nutrizionista, iI personale Personale che non al Paziente, che magari in quel dietista, infermiere territoriale, farmacista, momento sta eseguendo una Tac, per cui finisce psicologo, MMG, PLS e lo svolgimento di un per mangiare controvoglia cibi dall’ incongrua programma nutrizionale personalizzato e associato temperatura, incapaci certo di contrastare al trattamento oncologico sin dal primo accesso ai l’inappetenza quasi costante di pazienti, assistiti servizi in Istituzioni con Personale scarso o non http://www.regioni.it/sanita/2017/12/18/conferenza-stato-regioni- adeguatamente formato alla compassione (tipiche del-14-12-2017-accordo-sul-documento-recante-linee-di-indirizzo- le frasi frustanti della serie “aiutati mangiando”!) sui-percorsi-nutrizionali-nei-pazienti-oncologici-544249/ oppure con indisponibilità di familiari vicarianti. Bibliografia World Cancer Research Fund, American Institute for Cancer Research: Adherence to the World Cancer Research Fund/American Institute for Food, Nutrition, Physical Activity, and the Prevention of Cancer, 2007; Cancer Research Recommendations for Cancer Prevention Is Associated http://www.wcrf.org/sites/default/files/Second-Expert-Report.pdf With Better Health-Related Quality of Life Among Elderly Female Cancer Survivors, J Clin Oncol 31:1758-1766, 2013 World Cancer Research Fund International, Cancer Prevention and Survival, may 2017 edition, http://www.wcrf.org/sites/default/files/ CUP%20Summary%20Report%20May17.pdf Clicca qui per lasciare un commento Maki Inoue-Choi, DeAnn Lazovich, Anna E. Prizment, and Kim Robien 20
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PREVENIRE & CURARE…MANGIANDO Noci di Autunno. Elisir di lunga vita per i pazienti con cancro del colon? di Salvatore Palazzo e Monica Loizzo N ell’antichità intorno all’ imponente albero il consumo di noci ha effetti benefici su cardiopatia di noce, dedicato a Giove e simbolo di coronarica e suoi biomarcatori intermedi (ad es. prosperità e protezione, fiorivano fiabe, colesterolo nel sangue) . Sulla base di questi risultati, leggende, speranze. Ai suoi frutti, “cibo degli Dei” come la Food and Drug Administration ha concluso nel li definiva Plinio, raccolti in autunno, si attribuivano per 2003 che per la maggior parte delle noci, consumo la particolare forma simile al cervello umano proprietà di 43 g (1,5 once) al giorno, come parte di un una miracolose per curare le malattie della mente e dieta a basso contenuto di grassi, può ridurre il dell’amore. rischio di malattie cardiache. Recentemente, nel La noce è quindi frutto dalle riconosciute virtù 2013, è stato dimostrato (1) da due grandi coorti terapeutiche sin dalla notte dei tempi, cui oggi si di infermieri e altri operatori sanitari indipendenti, riconosce un ruolo importante in quanto alimento che la frequenza settimanale del consumo di noci ricco di nutrienti quali acidi grassi insaturi, fibre, era associata alla riduzione del 20% della mortalità vitamine, minerali e molte altre sostanze bioattive, totale e causa-specifica, indipendentemente cioè da come antiossidanti fenolici e fitosteroli. Studi altri predittori di decessi. osservazionali e studi clinici hanno suggerito che Ma ora la novità 2017 è che il consumo di noci funziona 22
anche nella prevenzione delle recidive in pazienti con patologie tumorali del colon trattati in maniera radicale: noci, specie quelle degli alberi, ma anche mandorle, nocciole e pistacchi, pecan, anacardi e macadamia diventano un must nella alimentazione dei pazienti con tumore? Non è così semplice, anche se pare dimostrato (2) che un consumo medio di circa 60 grammi di noci (una noce sgusciata intera ne pesa circa 5) e quindi circa 12 noci al giorno, corrisponde ad una riduzione del rischio di recidive del 42% e di morte del 57% rispetto a chi non mangia noci, nei pazienti trattati radicalmente per cancro del colon- retto al 3°stadio. Niente da fare invece per le arachidi e i prodotti derivati come il burro, probabilmente perché sono legumi, e in quanto tali seguono vie metaboliche diverse. E’ verosimile che l’effetto anticancro nel tumore o “spegnendo” alcuni geni. del colon sia collegabile innanzitutto all’ effetto positivo Ecco come sempre più l’approccio al controllo delle sulla prevenzione della sindrome cardiovascolare patologie tumorali passa da strategie di prevenzione mediato dalla sindrome metabolica e collegata alla primaria per stabilire stili di vita sani e attivi, tra cui la obesità. Non dimentichiamoci infatti come peraltro dieta (leggi le noci …) e l’ esercizio fisico. Le strategie affermato dalla United European Gastroenterologys di modifica degli stili di vita, pur scientificamente che i soggetti obesi hanno un rischio tre volte superiore dimostrate e correttamente fornite nel contesto di Cancro del colon retto. Ma quale potrebbe essere il di un approccio multidisciplinare assicurato da meccanismo d’ azione di questi frutti di lunga vita? medici oncologi, nutrizionisti, professionisti esperti in training sportivo, psicologi comportamentali, educatori Le noci sono un alimento che si presta a combattere sanitari, risultano però inutili senza una assunzione di l’ipercolesterolemia e lo stress ossidativo. L’alta responsabilità e un atteggiamento proattivo da parte percentuale di acidi grassi polinsaturi, di fitosteroli, di del paziente. Non giova al paziente con cancro del colon vit. E (α-tocoferolo) e di sostanze fenoliche (flavonoidi) “farsi una dose” di noci al giorno dopo i trattamenti determina la riduzione del colesterolo totale e oncologici primari e poi scotomizzare gli effetti negativi “cattivo” (LDL). Ma è verosimile che questa azione di di una alimentazione ad alto tasso di zuccheri e di ostacolo allo sviluppo della Sindrome Metabolica, possa grassi. Non funziona così la Prevenzione. La ricetta di correggere la predisposizione o la ricaduta nei tumori (più) lunga vita può invece essere di beneficio a patto del colon, tramite un meccanismo di produzione e che entri in testa come la modifica-dello-stile-di-vita va rilascio di adipokine alias “ormoni infiammatori” dal sempre accompagnata alla riduzione degli altri fattori tessuto adiposo: come sempre più sta dimostrando di rischio metabolico nel loro insieme. Ma ciò richiede la nutrigenomica, le molecole contenute nei cibi, in quella consapevolezza, che la forma antropomorfa questo caso le noci, dialogano con il DNA “accendendo” delle noci sta proprio lì a ricordarcela. Bibliografia (1) Ying Bao, M.D., Sc.D., et al., Association of Nut Consumption with Total and Cause-Specific Mortality, N Engl J Med 2013; 369:2001-2011, (2) Temidayo Fadelu, et al. , Nut consumption and survival in stage III colon cancer patients: Results from CALGB 89803 (Alliance), Journal of Clicca qui per lasciare un commento Clinical Oncology 35, no. 15_suppl (May 2017) 3517-3517. 23
VOGLIO ESSERE CHIARA Patate: 3 mosse per ridurre la formazione di acrilammide Di Chiara Manzi L a prevenzione della formazione dell’acrilammi- de nelle patate comincia già in fase di con- servazione, che va fatta a una temperatura compresa tra i 10 e i 12°C. In pratica le patate non vanno conservate in frigorifero o all’aperto se la tempertura esterna è sotto gli 8°C. Temperature troppo basse, infatti attivano l’idrolisi enzimatica dell’amido, aumentando la produzione di zuccheri semplici riducenti che, 24
insieme all’aminoacido asparagina, favoriscono in cottura la formazione di acrilammide. Esistono alcuni accorgimenti, sia in fase di preparazione che di cottura, che permettono di ridurre la formazione di acrilammide in cottura, suggeriti da Maurizio Marrocco, Tecnologo Alimentare dell’Electrolux Chef Academy, diplomato in Culinary Nutrition presso Art joins Nutrition Academy: 1.Prima della cottura condite le patate con un cucchiaio di aceto ed erbe aromatiche fresche. L’ambiente acido rallenta la formazione dell’acrillammide, mentre le erbe, oltre a conferire sapore, hanno funzione inibitoria per via della loro caratteristica antiossidante. 2. Sbollentate le patate in acqua e aceto (blanching) per 5-6’. Questa operazione favorisce la parziale gelatinizzazione dell’amido e consente anche di eliminare, in parte, gli zuccheri riducenti presenti sulle superfici di taglio, dove si forma la maggiore quantità di acrilammide. “Le patate, amate da adulti e bambini, sono tra i prodotti maggiormente esposti all’acrilammide, una sostanza tossica e cancerogena. E’ una sostanza che può formarsi, in modo del tutto naturale, durante la cottura dei prodotti amidacei contenenti glucosio e l’aminoacido asparagina, proprio come le patate, ma anche cereali, caffè, pane, fette biscottate. La ricerca ha dimostrato che la formazione di acrilammide è dipendente dai seguenti fattori: temperatura, tempo e presenza di vapore. Questa sostanza si sviluppa infatti quando la cottura avviene a temperature superiori a 120°, come durante la frittura, la cottura al forno e alla griglia; mentre è assente nelle patate bollite, dato che l’acqua non supera i 100°C”. Clicca qui per lasciare un commento 25
NEWS DAL MONDO SCIENTIFICO Non solo per vegetariani. Anche i diabetici dovrebbero consumare piu’ legumi di Ilaria Proietti M angia un piatto di legumi e ti sentirai meglio. I 31 pazienti sono stati suddivisi in due gruppi: Questo e’ quello che potrebbero sentirsi 1) al primo gruppo e’ stata assegnata una dieta a base dire oggi dal proprio medico i pazienti in di legumi sovrappeso, affetti da diabete di tipo 2. 2) al secondo gruppo una dieta totalmente priva di Secondo un recente studio condotto da ricercatori legumi (legume-free). dell’Universita’ di Scienze mediche di Tehran (Iran) e pubblicato sul “European Journal of Clinical Entrambe le diete erano composte per il 50-60% Nutrition”, infatti, una dieta ricca di legumi ridurrebbe di carboidrati, 15% di proteine e 25-35% di grassi; significativamente infiammazione e stress ossidattivo*. inolltre presentavano 25-30g di fibre e una quantita’ di colosterolo inferiore a 200 mg. Per l’indagine in oggetto sono stati reclutati 31 pazienti Le diete si distinguevano solo dal fatto che nella prima affetti da diabete di tipo 2 di eta’ compresa tra i 40 e i i pazienti dovevano sostituire due porzioni di carne 75 anni e con BMI (Body Mass Index – Indice di massa rossa con i legumi (tra cui lenticchie, ceci, piselli e corporea) tra 25 e 30 kg/m2. fagioli) per 3 volte alla settimana. * lo stress ossidativo e’ il risultato della mancanza di equilibrio tra la produzione endogena di radicali liberi e la loro neutralizzazione da parte dei sistemi antiossidanti ed e’ alla base di varie patologie quali l’ipertensione, l’aterosclerosi, le dislipidemie, il diabete e le malattie 26 cardiovascolari.
Dopo 8 settimane di dieta controllata sono stati - ossido nitrico (NO), principale mediatore della misurati alcuni marcatori dello stress ossidativo, funzione endoteliale ad azione vasodilatatrice; attraverso delle analisi effettuate su prelievi di sangue. - attivita’ della catalasi, la cui funzione principale è quella di eliminare il perossido di idrogeno (H2O2), una delle I marcatori considerati nello studio sono: specie reattive dell’ossigeno (o radicali liberi). - malondialdeide (MDA), uno dei principali prodotti della perossidazione lipidica; I risultati del trial mostrano che, rispetto alla dieta - lipoproteine a bassa densità ossidate (ox-LDL), legume-free, la dieta a base di legumi ha determinato importante fattore nell’insorgenza e nella progressione un miglioramento significativo dei markers considerati di lesioni aterosclerotiche; (vedi Tabella 1). - capacita’ antiossidante totale (TAC), che misura l’attività delle diverse specie antiossidanti presenti e le Tabella 1: valore dei biomarkers dello stress ossidativo loro eventuali azioni sinergiche; prima e al termine del trial (dopo 8 settimane di dieta Legume-free TLC diet Legume-based TLC diet P» n 40 40 Baseline 2.7±0.04 2.5±0.1 End of trial 2.5±0.1 1.8±0.1 Change -0.22±0.1 -0.68±0.1 0.002 Ox-LDL (mU/l) Baseline 12.6±0.4 12.8±0.5 0.67 End of trial 11.6±0.3 10.5±0.2 0.008 Change -0.9±0.4 -2.3±0.5 0.05 Baseline 0.29±0.01 0.28±0.01 0.39 End of trial 0.28±0.01 0.25±0.01 0.07 Change -0.02±0.01 0.04±0.01 0.28 NO (mM/l) Baseline 2.8±0.1 2.9±0.10 0.74 End of trial 3.2±0.2 3.8±0.2 0.02 Change 0.96±0.2 0.03 Catalase activity (Iu/ml) Baseline 5.6±0.6 5.6±0.4 0.84 End of trial 6.8±0.5 7.8±0.5 0.04 Change 1.2±0.5 2.1±0.6 0.05 Abbreviations: MDA, malondialdehyde; NO, nitric oxide; Ox-LDL, oxidized-LDL; TAC, Total antioxidant capacity. Data are geometric means±SE. aP-value was obtained from paired t-test, using logarithmically trasformed valuesof variables. bSignificantly different from baseline values (obtaine from paired t-test using logarithmically trasformed values of variables) P
controllata) in pazienti affetti da diabete di tipo 2.Gli effetti benefici dei legumi sembrano essere associati all’attivita’ di alcune componenti presenti in essi, quali i composti fenolici, come la procianidina, che svolgono un’importante attivita’ antiossidante, la fibra, che contrasta la formazione e i danni dei radicali liberi, il magnesio e il basso indice glicemico, i quali sembra abbiano anch’essi un importante ruolo nella riduzione dello stress ossidativo. I legumi da sempre sono considerati un prezioso alimento, ricco di proprieta’ nutrizionali e benefiche; una componente importante in una dieta sana. I legumi rappresentano una preziosa fonte di proteine nella dieta e, da una recente ricerca, sembra che il loro consumo (nello studio in oggetto erano fagioli e piselli) abbia un effetto maggiore sul senso di sazieta’ rispetto a un pasto a base di proteine animali (vitello e maiale)1. I legumi sono poveri di grassi e ricchi di fibre. avevano seguito la dieta a base di legumi presentavano Contengono importanti quantita’ di minerali e, oltre allo una significativa riduzione della glicemia, dell’insulina, studio qui riportato, ci sono state molte altre ricerche dei trigliceridi e del colesterolo LDL. che hanno dimostrato che un consumo regolare ha I risultati degli studi qui citati (e di numerosi altri studi) effetti protettivi contro le malattie cardiovascolari, dimostrano ancora una volta i benefici di aumentare l’obesita’ e il diabete di tipo 2. Ad esempio, in un la presenza di legumi nella dieta. Questo prezioso articolo precedente basato sullo stesso trial2, gli stessi alimento, infatti, si e’ dimostrato avere molti effetti ricercatori avevamo misurato gli effetti delle due diete positivi non solo sulle persone in buona salute ma su alcuni fattori di rischio cardiometabolici, tra i quali anche, e soprattutto, su quelle affette da problemi glicemia, pressione sanguigna, BMI, circonferenza cardiovascolari e altri disturbi metabolici, come il addominale, insulina, trigliceridi e colesterolo (tra i diabete di tipo 2. piu’ frequenti disordini in persone affette da diabete Ecco che quelli che un tempo erano considerati di tipo 2). I risultati dello studio avevano mostrato alimenti “poveri” si dimostrano sempre di piu’ essere come, rispetto alla dieta priva di legumi, i pazienti che invece molto ricchi...di moltissime proprieta’ benefiche. Bibliografia Fonte: Mirmiran et al., 2017. Therapeutic lifestyle change diet enriched with legumes in the therapeutic lifestyle change diet based on in legumes reduces oxidative stress in overweight type 2 diabetic dietary advice improves cardiometabolic risk factors in overweight patients: a crossover randomised clinical trial. Eur J Clin Nutr. 2017 Jul type 2 diabetes patients: a cross-over randomized clinical trial. 19. Disponibile online: https://www.nature.com/articles/ejcn2017113 Eur J Clin Nutr 2015; 69: 592–597. https://www.researchgate.net/ publication/267567638_Substitution_of_red_meat_with_legumes_ 1Kristensen M et al., “Meals based on vegetable protein sources (beans in_the_therapeutic_lifestyle_change_diet_based_on_dietary_advice_ and peas) are more satiating than meals based on animal protein improves_cardiometabolic_risk_factors_in_overweight_type_2_ sources (veal and pork)—A randomized cross-over meal test study,” diabetes_patients_A_cross-over_randomi Food & Nutrition Research 60, no. 1 (2017): 1654–61. http:// www.tandfonline.com/doi/full/10.3402/fnr.v60.32634 2Hosseinpour-Niazi S et al., 2014. Substitution of red meat Clicca qui per lasciare un commento 28
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