Geopolitica del Mediterraneo - di Vittorio Pagliaro - Club Atlantico Napoli
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Geopolitica La Geopolitica è una disciplina che studia le relazioni (combinazione) tra la geografia fisica, la geografia umana e l'azione politica. Azione Politica: La politica si riferisce all'azione umana, che si dà in un mondo di azioni: ciò implica una molteplicità di soggetti agenti in una situazione sempre precaria e mutevole. Questa azione vuole mutare l'esistente (non importa in che senso) e non ha pertanto obiettivi conoscitivi, essa è soltanto prassi, una prassi mossa da valori e/o interessi. Azione Geopolitica: Tende all’attuazione di una politica di potenza e al perseguimento di interessi d’area, attraverso lo studio geo-politico- strategico delle caratteristiche dello spazio in riferimento a un determinato tempo.
Politica di Potenza e Interesse Nazionale • L’Italia è una potenza storicamente di media grandezza che, al contrario della Germania, «non fonda la diplomazia sulla forza, ma fonda la sua forza sulla diplomazia»; che, al contrario della Francia – la quale tende a concepire nemici permanenti e perciò a stringere amicizie permanenti – «considera i suoi alleati e i suoi nemici come intercambiabili»; che, infine, all’opposto della Gran Bretagna, «non persegue obiettivi durevoli ma vantaggi immediati» e che, pur avendo una concezione dell’equilibrio delle forze per certi aspetti similare a quella britannica, se ne discosta nel momento in cui interpreta tale principio non già come diretto ad evitare che un solo Stato domini l’Europa o il mondo, bensì nel senso che l’equilibrio possa essere alterato, in un modo o nell’altro, «con il suo solo peso». Harold Nicolson (Storia della diplomazia, Corbaccio, 1995)
Sei Modelli Geopolitici Modello Binario (Mackinder) Potenze Talassocratiche- Potenze Telluriche Modello Idealista Modello Marginale Ordine Globale Ideale (Spykman, Meining) Garanzia di pace Heartlands – Rimlands perpetua Modello Centro-Periferia Concezione Terzomondista Modello Zonale Conflittualità tra Centro (Scuola di Monaco) (Occidente) e Periferia Nord-Sud Equatore (Mondo sottosviluppato) Modello Pluralistico (Cohen) Zone Geostrategiche e Potenze Regionali che le controllano garantendo stabilità
Ciclo di Geopolitica Inquadramento Storico-Geografico Dinamiche di Sviluppo della Macro-Regione Studio Geopolitico dello Stato e degli Stati con questo interagenti Dinamiche di Sviluppo del Quadrante Studio di Organizzazioni Internazionali presenti nella Regione Dinamiche di Sviluppo della Regione Diverse Scale dell’Analisi Geopolitica
Ciclo d’Intelligence L'intelligence è lo strumento di cui lo Stato si serve per raccogliere, custodire e diffondere ai soggetti interessati, siano essi pubblici o privati, le informazioni.
Assunti Metodologici di Geopolitica Classica technology national power location physical geography security threats national expansion Intervening Variables conditions outcomes
Assunti Metodologici di Geopolitica Contemporanea national power technology security threats location physical geography anthropogeography national expansion strategic cultures international cooperation conditions intervening variables outcomes
Metodi di Ricerca Geopolitica e Geostrategica Fattori Misurabili «Hard Factors: Ambiente, Economia, Demografia. Fattori Soggettivamente e Parzialmente Misurabili: «Intermediate Factors» Caratteristiche Intrinseche del Territorio; Relazioni Inter-Statali d’area (Rapporti con gli Stati vicini); Affidabilità e Propensione al rispetto dei trattati internazionali firmati; Consistenza Militare. Fattori Non Misurabili «Soft Factors»: Spirito Bellicoso della Popolazione; Senso Patriottico e predisposizione alla resistenza civile; Insidie di una eventuale guerra asimmetrica (e/o ibrida) persistente. «I fattori non misurabili sono spesso quelli che conducono alla vittoria» (Jan Wendt)
Mar Mediterraneo
Mar Mediterraneo Il Mar Mediterraneo: Frattura, Continente Liquido o Zona di Contatto? L’Acqua separa, la terra connette (Connor, 1994) In verità per secoli, anzi per millenni, le relazioni economiche, politiche e culturali, si sono sviluppate molto più intensamente intorno ai bacini d’acqua, i mari interni e i canali, piuttosto che lungo le distanze terrestri. I Mari possono essere ragionevolmente definiti come «frontiere naturali», separanti sponde terrestri che si suppone essere culturalmente omogenee (Connor, 1969) Il Mediterraneo è uno «spazio di mediazione» (Reclus), dove le diversità entrano in contatto, corrompendosi ( in senso positivo) l’un l’altra, fino a creare nuove culture e nuovi processi. Il Mediterraneo non è uno spazio dalle frontiere fissate rigidamente, ma un’articolazione spaziale flessibile che decostruisce la logica moderna della fissità (Boria)
Mar Mediterraneo – Carta Fisica
Mar Mediterraneo – Carta Politica
Il Bacino Mediterraneo - Regione Storica • Mare Nostrum: L’intera regione mediterranea è controllata dall’Impero Romano L'Impero romano nell'anno 117 AC, sotto Traiano, ai tempi della sua massima estensione territoriale (6,5 milioni di chilometri quadrati). • 1450-1600: Il centro economico dell’Europa si sposta a Nord. Si assiste a una «periferizzazione» del Mediterraneo (Rapporto Centro-Periferia). • 1648: Pace di Westfalia, nascita degli Stati-Nazione in Europa. Definitiva affermazione del principio «cuius regio eius religio». Territorio, Governo, Etnia. • 1917: Caduta dell’Impero Ottomano. Balcani, Nord Africa e Medio Oriente vengono incorporati all’Europa meridionale in rapporto al Nord Europa. • XX° Secolo: Nascita degli Stati-Nazione post-coloniali. Affermazione del principio «one State one Religion». Affermazione del concetto di «confini geometrici» Le tre religioni monoteiste (Cattolicesimo, Ebraismo, Islam) si trovano faccia a faccia nel Quadrante Mediterraneo.
Il Mediterraneo - Definizione Geografica e Geopolitica Minimalisti: fanno coincidere «l’autentica regione mediterranea» con i territori di coltura degli ulivi , sponda nord, e dei datteri, sponda sud. Posizione Intermedia: comprende il Maghreb, il Mashriq e il ponte anatolico-balcanico, definendo così il «quadrante mediterraneo». Massimalisti: introducono il concetto di «Mediterraneo Allargato» e definiscono « The Greater Mediterranean Sea» o «Macro-Area Mediterranea». Essi ritengono che il Mar Mediterraneo non è sono un elemento geografico, ma un formidabile fattore geopolitico e geo- strategico. Cioè la prima garanzia di stabilità del «Medio Oriente allargato», fino al Caucaso, l’Iraq, l’Afghanistan e l’Hindu Kush.
Mediterranean Corners (Tullio D’Apone, 2014) NORTH CORNER A) Stable areas (UE countries) North-West Mediterranean Sea (Spain, Italy, France) North-East Mediterranean Sea (Greece, Bulgaria, Romania, Slovenia, Croatia) B) Areas in transition and moderately instable North-East Mediterranean Sea (Bosnia, Turkey, Serbia, Montenegro, Albania) C) Instable and critic areas Caucasus and Russian corner: (Ukraine, Georgia, Armenia, Azerbaijan) SOUTH CORNER South-West Mediterranean Sea A) More occidental and stable areas (Morocco) B) In transition with a new political system (Tunisia and Algeria) C) Countries in condition of political and economic instability (Egypt) D) Instable and critic areas (Lybia) EAST CORNER South-East Mediterranean Sea A) Instable and critic areas (Sudan, Eritrea, Gabon, Ethiopia, Somalia) B) Instable area in the East corner (Iraq and Iran) East Mediterranean Sea A) Critic areas where conflicts are potential or real (Israel, Lebanon, Syria)
Regione mediterranea
Quadrante Mediterraneo
The Greater Mediterranean Macro-Area
Instabilità Area Mediterranea
Sicurezza Nazionale
ATTORI SENSIBILI
Fattore – Religione - Siria - Egitto • Il Mediterraneo – è il punto d’intersezione delle tre religioni monoteiste: Cristianesimo, (Cattolico e Ortodosso); Ebraismo, Islam. L’unico posto al mondo in cui esse si trovano in stretta prossimità. Una storia di alterna fortuna relazionale (dalle Crociate ai giorni nostri), le cui divisioni sono state accentuate dalla nascita degli Stati –Nazione e dall’affermazione del principio «Cuius Regio Eius Religio» e, come evoluzione, del concetto «Religione di Stato». • Lo Stato-Nazione – con la dottrina del one State one Religion, ha fortemente limitato il multiculturalismo della fase pre-statale. Così è successo per gli Stati mediorientali. Il Wahabismo, religione di Stato, è un’idea definitiva e distruttiva del pluralismo religioso, culturale e identitario. • Soft Power – è necessario attuare una strategia di “soft power” per spezzare l’egemonia culturale di una generazione di dotti che ha “occupato ideologicamente” il centro dell’Islam sunnita, l’università al-Azhar del Cairo, a partire dall’inizio degli anni novanta. • Rompere il circolo vizioso - raffreddare il fascino suscitato, non solo sul popolo ma anche sui ceti colti, dal non-islam strumentale. In due modi: a) attraverso il potenziamento del dialogo interreligioso tra omologhi enti di natura religiosa; b) attraverso l’attivazione di comuni programmi di studio e ricerca tra reciproche realtà accademiche laiche delle diverse sponde del Mediteraneo. Questo per affermare l’idea che la spiritualità e il senso di umanità, presenti nelle religioni come nella laicità, sono la base per esistere, co-esistere e interagire con l’alterità.
Fattore – Religione - Siria - Egitto • I Missionari d'Africa o Padri Bianchi (in latino Missionarii Africae o Patres Albi) sono una società clericale fondata dal cardinale Charles-Martial-Allemand Lavigerie ad Algeri nel 1868. • I Padri Bianchi-Missionari d'Africa si dedicano principalmente all'apostolato missionario presso le popolazioni non evangelizzate, poi alla cooperazione allo sviluppo delle Chiese locali. La priorità nell'opera di evangelizzazione è rivolta ai gruppi umani dell'Africa, ma i padri bianchi hanno avuto un ruolo notevole, per esempio, nella formazione del Clero Greco-Melchita in Medio Oriente (Libano – Siria) e sono fautori del dialogo islamo-cristiano. • Il mondo musulmano riveste un interesse particolare per i membri della società: nel 1926 fondarono a Tunisi l'Institut Pontifical d'Études Arabes (IPEA), trasferito a Roma nel 1964 e ridenominato Pontificio Istituto di Studi Arabi e d’Islamistica (PISAI). La loro forza, con i gesuiti, è la “diplomazia della misericordia”. • I Padri Bianchi sono presenti in numerosi paesi africani e del Medio Oriente, tra i quali: Algeria, Egitto, Tunisia, Libano e Siria)
Fattore Militare – Addestramento Marina Libica • EUNAVFOR MED Operation Sophia: La Marina è presente nelle acque del Mediterraneo Centrale, nelle acque internazionali prospicienti le coste libiche in base alle decisioni del Consiglio Europeo che, il 20 aprile 2015, ha ribadito il forte impegno per agire al fine di evitare tragedie umane derivanti dal traffico di essere umani attraverso il Mediterraneo. • Nel contesto dell’Unione Europea, l’Italia è inserita nell’operazione EUNAVFORMED, con un dispositivo aeronavale di circa 600 militari, che comprende anche la Flag Ship dell’operazione, nave anfibia San Giusto (Flag Ship), con elicotteri imbarcati, supporti sanitari e risorse logistiche in alcune basi in Sicilia.
Sicilia Augusta Catania Comando Marittimo Stazione elicotteri Fontanarossa Sicilia Augusta Arsenale Militare Marittimo Augusta Augusta Direzione di Comando delle Forze da Pattugliamento Commissariato per la Sorveglianza e la Difesa Costiera
Fattore Militare – Addestramento Marina Libica • Nell’ambito dell’Operazione Sophia, sotto l’egida dell’Unione Europea, 90 militari della Guardia Costiera libica hanno recentemente svolto un periodo di addestramento di 12 settimane su Nave San Giorgio, finalizzato alle attività basiche di manutenzione, gestione e conduzione di mezzi navali • Lo stesso personale avrà un secondo pacchetto addestrativo, dal mese di luglio presso la Scuola della Maddalena, di approfondimento delle attività di controllo costiero e contrasto al traffico di esseri umani • Nel 2014 un gruppo di militari libici ha svolto un corso di qualificazione anfibia presso il 1° Reggimento San Marco a Brindisi. L’intenzione è di avviare una collaborazione bilaterale permanente in settori specifici, per esempio nella specializzazione di boarding , per le ispezioni alle navi, sempre a cura del San Marco. • Infine, la Marina sta aprendo l’Accademia Navale di Livorno a giovani candidati provenienti dalla Libia.
Fattore Intelligence Agenzia informazioni e sicurezza esterna (AISE) – Secondo autorevoli fonti, la presenza dell’intelligence italiana in territorio libico è consistente e può contare su un contingente di circa 100 unità di forze speciali (incursori) per addestrare le milizie filo governative libiche. Legge di rifinanziamento delle missioni all’estero – (articolo 7 bis della legge n.198 dell’11 dicembre 2015) che consente al Presidente del Consiglio il potere di emanare, sentito il parere non vincolante del Copasir, “disposizioni per l’adozione di misure di intelligence di contrasto, anche in situazioni di crisi o di emergenza all’estero che coinvolgano aspetti di sicurezza nazionale o per la protezione di cittadini italiani all’estero, con la cooperazione altresì di assetti della Difesa” Contrasto – L’aspetto più rilevante è che sotto questa copertura i reparti speciali possono svolgere anche missioni tipiche di tutte le unità di questo tipo incluse quelle di “contrasto”, cioè anche di combattimento o supporto al combattimento a favore di forze alleate, regolari o meno. Forze Speciali – In base a questa disposizione possono essere impiegate segretamente dal governo non solo unità di incursori delle tre Forze Armate (9° reggimento dell’Esercito, Gruppo Operativo Incursori della Marina e 17° Stormo dell’Aeronautica e GIS dei Carabinieri) ma anche i reparti di forze per operazioni speciali (Reparto Elicotteri Operazioni Speciali, 185° reggimento acquisizioni obiettivi, 4° reggimento Ranger e 28° reggimento Operazioni Psicologiche Pavia).
Fattore Intelligence Il dato strategico rilevante è che in Libia non si parla più di un intervento internazionale sotto l’egida dell’Onu e a guida italiana ma ogni Stato interessato o coinvolto muove le sue pedine militari e d’intelligence in modo del tutto autonomo, su invito di uno dei governi locali e in base a interessi nazionali che non coincidono necessariamente con quelli dei cosiddetti alleati.
Covert Actions I servizi d’intelligence di molti Paesi del mondo svolgono non solo funzioni di carattere informativo – e cioè la raccolta di informazioni e l’elaborazione di analisi a supporto dei decisori politici. Molti governi affidano ai servizi anche la conduzione delle covert actions (operazioni coperte). Una covert action è un intervento segreto teso a manipolare o influenzare un governo straniero, oppure eventi o situazioni all’estero, allo scopo di tutelare la sicurezza o promuovere gli interessi dello Stato che intraprende l’operazione. Un governo che ricorre all’intervento segreto vuole esercitare influenza in maniera invisibile. Se l’operazione dovesse venire alla luce tale governo deve essere in grado di negare in modo plausibile ogni coinvolgimento. Si possono individuare quattro diverse forme di covert action: 1) operazioni psicologiche e di propaganda occulta, finalizzate a manipolare le percezioni dei decisori politici e/o dell’opinione pubblica del Paese bersaglio; 2) operazioni politiche, come il finanziamento segreto a favore di partiti e movimenti politici, sindacati, mass media e istituti culturali; 3) operazioni paramilitari di vario tipo (tra cui sostegno militare segreto a movimenti insurrezionali e di guerriglia, rovesciamento di un governo tramite un colpo di Stato, assassini mirati di leader politici o esponenti terroristici); 4) operazioni miranti a destabilizzare l’economia di un Paese. A differenza dell’occidente, le grandi potenze del mondo non-occidentale (Cina, Russia, India e Iran) non mettono in discussione il valore dell’intervento segreto, da esse ritenuto uno strumento indispensabile di politica estera, e talvolta di politica interna
Libia
Libia
Libia – Tribù
Libia – Zone d’Influenza
Sahel Route
I Traffici
La Cina in Africa
Sintesi – Teoria delle Relazioni Internazionali
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