Fondi Immobiliari in Europa e USA: struttura e prospettive - Studi di Settore

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Studi di Settore

 Fondi Immobiliari in
 Europa e USA:
 struttura e prospettive
 Servizio Studi e Ricerche

 Settembre 2006
Fondi immobiliari in Europa e USA: struttura e prospettive

                                      Indice

Executive Summary                                                              3

1. Introduzione                                                                4

2. I principali veicoli per l’immobiliare indiretto                            7

   2.1 I REIT statunitensi                                                     7

   2.2 Le SIIC e le OPCI francesi                                              9

   2.3 I fondi aperti tedeschi e i G-REIT                                     11

   2.4 Gli APUT inglesi e gli UK-REIT                                         15

   2.5 I fondi immobiliari italiani                                          17

3. Problematiche di Valutazione dei cespiti: Mortgage
   Lending Value vs. Market Value (*)                                        20

4. Nuovi prodotti di investimento immobiliare indiretto                      22

5. Prospettive                                                               27

APPENDICE 1 - Trattamento fiscale dei principali veicoli
di investimento immobiliare indiretto                                        30

APPENDICE 2 – Trattamento fiscale di EU-REIT – La
Proposta della European Public Real Estate Assocation
(EPRA)                                                                       36

                                               A cura di: Alessandra Dal Colle
                                      Servizio Studi e Ricerche – Banca Intesa
                                                       Tel. + 39 02 87962137
                                e-mail: alessandra.dalcolle@bancaintesa.it
                                                            e (*)Giorgio Censi
                                            Real Estate Group – Banca Intesa
                                                       Tel. + 39 02 87943091
                                          e-mail: giorgio.censi@bancaintesa.it

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Studi di Settore – settembre 2006

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Fondi immobiliari in Europa e USA: struttura e prospettive

Executive Summary
Ampliare il numero di risparmiatori che hanno accesso al reddito da
patrimonio immobiliare professionalmente gestito può essere considerato il
filo conduttore che lega buona parte del processo di innovazione finanziaria
in ambito immobiliare. Tale scopo è stato considerato meritevole di tutela,
concretamente attuata con una normativa dedicata soprattutto in ambito
fiscale. In diversi paesi, a partire dagli Stati Uniti negli anni Sessanta, sono stati
introdotti specifici regimi fiscali per coniugare l’accesso ai portafogli immobiliari
gestiti professionalmente da parte dei piccoli investitori e la elevata rischiosità
specifica di una classe di attivo indissolubilmente legata al territorio e alla sua
dinamica.
In Europa, differenti contesti istituzionali – primo fra tutti la presenza di nazioni di
common law, che disciplina il trust, e di civil law – hanno portato ad una
molteplicità di strutture, il cui solo elemento unificante è il regime fiscale di
preferenza. Ogni veicolo di investimento è quindi una combinazione unica di
elementi diversi, tra cui la natura giuridica – patrimoniale, nella forma aperta o
chiusa, o societaria come i REITS statunitensi – i limiti all’attività e
all’indebitamento, gli obblighi di distribuzione dei proventi, le regole di corporate
governance e la presenza di un mercato secondario. Alla luce delle differenti
esperienze, anche in Italia sarebbe auspicabile prendere in considerazione
la possibilità di disciplinare strutture fiscalmente trasparenti oltre che di
tipo patrimoniale, più adatte a investitori con obiettivi di lungo periodo, anche di
tipo societario (finora assenti), migliori per investitori più orientati al trading e
ad un rischio di tipo “equity”.
Comune a tutti i veicoli immobiliari è anche la centralità del metodo di
valutazione dei cespiti immobiliari. Questo aspetto ha guadagnato crescente
importanza con l’ampliamento e la diversificazione degli investitori che sono
abituati alla tempestività e all’efficienza dell’informazione dei mercati
borsistici. Analoghe caratteristiche non si ritrovano nelle tecniche di stima del
valore di stampo peritale prevalenti nel settore immobiliare. La recente
esperienza tedesca ha mostrato come i metodi di valutazione diventano peraltro
critici soprattutto in fasi congiunturali difficili. La competitività dei diversi veicoli
di investimento immobiliare indiretto si gioca quindi anche sul piano della
regolamentazione dei requisiti informativi in termini di periodicità,
standardizzazione dei criteri e presenza o meno di valutatori indipendenti.
Da questo punto di vista, il comparto italiano ha ancora spazi di
miglioramento.

La maggiore presenza di investitori istituzionali, soprattutto non residenti, ed il
progresso nella realizzazione del mercato unico nel settore finanziario hanno
aumentato la domanda verso una maggiore omogeneizzazione della
normativa. Anche a causa dei vincoli sulla finanza pubblica alcuni paesi hanno
imboccato invece la via della concorrenza fiscale scegliendo di offrire regimi
speciali per il settore immobiliare.. Paesi come l’Italia e la Germania, con
discipline ancora incomplete, se vogliono dare competitività agli strumenti di
investimento immobiliare, non possono non prestare attenzione alla dialettica
fiscale che si sta sviluppando tra i diversi paesi europei.

                                                                                         3
Studi di Settore – settembre 2006

                                    1. Introduzione
                                    L’investimento indiretto nel settore immobiliare – ovvero in strumenti finanziari il
                                    cui rendimento sia strettamente correlato con quello immobiliare – vede nella
                                    bassa soglia di accesso e nella diversificazione i suoi principali vantaggi. Per
                                    questo in diversi paesi a partire dagli anni Sessanta sono state introdotte
                                    specifiche strutture fiscali per favorire questo tipo di investimento da parte dei
                                    piccoli investitori. In seguito, affinamenti successivi della disciplina hanno
                                    avvicinato a questo tipo di investimento gli investitori istituzionali, i grandi
                                    proprietari immobiliari con la disciplina degli apporti e, più recentemente, gli
                                    investitori non residenti.
                                                           Tipologie di investimento immobiliare

                                                        BENEFICI                                    COSTI & RISCHI

                                        INVESTIMENTO DIRETTO IN IMMOBILI
                                        • Massimo controllo                          • Elevata soglia di entrata
                                        • Possibilità di confrontarsi con un         • Eccessiva concentrazione del rischio:
                                          benchmark di prezzi immobiliari              sono necessari almeno 15 immobili
                                        • Massima flessibilità per esigenze            diversificati per tipo e localizzazione
                                          specifiche      dell’investitore      in     per avere un portafoglio efficiente
                                          relazione al cespite                       • Elevata          incidenza         oneri
                                        • Massima                     flessibilità     amministrativi
                                          sull’indebitamento e sulla scelta di       • Rigidità: i canoni commerciali sono a
                                          eventuali partner industriali                lunga scadenza (6,9,12 anni) spesso
                                        • Massima diversificazione del                 automaticamente        rinnovabile   su
                                          rischio rispetto ad altre classi di          semplice richiesta del locatario
                                          attivo quali azioni e obbligazioni

                                        INVESTIMENTO INDIRETTO IN VEICOLO NON QUOTATO (o scarsamente liquido)
                                        • Possibilità di diversificazione            • Controllo sugli immobili pressochè
                                        • Gestione professionale                       impossibile
                                        • Possibilità di scegliere gestione          • Elevate commissioni di gestione
                                          attiva tra core1, value-added2,            • Scarsa liquidità per le strutture chiuse
                                          opportunistic3                               e rischio di corsa ai riscatti per le
                                                                                       strutture aperte
                                        • Possibilità di confrontarsi con un
                                          benchmark di performance (indici           • Opportunità di investimento limitate ai
                                          INREV)                                       prodotti in sottoscrizione o aperti se
                                                                                       non quotati
                                        • Alta correlazione dei rendimenti
                                          con gli investimenti immobiliari           • Elevata correlazione tra scarsa
                                          diretti                                      liquidità e cattiva performance del
                                                                                       veicolo di investimento
                                                                                     • Possibilità di rischi finanziari se
                                                                                       indebitamento elevato

                                    1     La European Association for Investors in Non-listed Real Estate Vehicles (INREV)
                                          definisce core funds i veicoli di investimento che focalizzano l’attività su proprietà già a
                                          reddito in categorie poco rischiose come gli uffici nei central business districts con
                                          rendimenti obiettivo inferiori al 12% lordo annuo ed indebitamento inferiore al 30%
                                          dell’attivo lordo (Gross Asset Value – GAV)
                                    2     INREV definisce value-added funds i veicoli di investimento che focalizzano l’attività su
                                          proprietà già a reddito o che necessitano opere di riposizionamento con rendimenti
                                          obiettivo tra il 12% e il 17,5% lordo annuo ed indebitamento tra il 30% e il 70% del GAV
                                    3     INREV definisce opportunistic funds i veicoli di investimento che focalizzano l’attività di
                                          investimento su proprietà molto rischiose in quanto ancora in costruzione, o che
                                          necessitano ristrutturazioni pesanti o sono oggetto di procedure esecutive e/o di rischi
                                          ambientali con rendimenti obiettivo superiori al 18% lordo annuo e indebitamento
                                          superiore al 60% del GAV

4
Fondi immobiliari in Europa e USA: struttura e prospettive

        INVESTIMENTO INDIRETTO IN VEICOLO QUOTATO TIPO REIT
        • Possibilità di diversificazione            • Nessun controllo sugli immobili o
        • Gestione professionale                       sulla gestione
        • Possibilità di confrontarsi con            • Elevate commissioni di gestione: si
          benchmark di performance (indici             pagano al REIT che può demandare
          azionari)                                    la gestione operativa a soggetti terzi
        • Elevata liquidità                            in cambio di commissioni
        • Discreta        disponibilità   di         • Correlazione con il mercato azionario
          diversificazione per strategia e           • Possibilità di rischi finanziari se
          focus di investimento                        indebitamento elevato
       Fonte: LaSalle IM

       Dal lato dell’offerta del sottostante negli anni Settanta e Ottanta negli USA, e
       negli anni Novanta nel Regno Unito si è assistito ad un grande fenomeno di
       dismissione degli immobili strumentali e di concentrazione delle aziende sul core
       business che ha portato una quota di proprietà degli immobili strumentali al 24%
       negli USA e al 41% nel Regno Unito contro il 66% medio tra i paesi dell’Europa
       continentale. Questo fenomeno ha fortemente contribuito alla affermazione e alla
       crescita di strutture di investimento immobiliare indiretto.

               Investimento immobiliare indiretto in Europa alla fine 2005
                                         Miliardi di euro

100
 90
 80
 70
 60
 50
 40
 30
 20
 10
  0
        F: SIIC     B: SICAFI     NL: FBI                   UK: Società D: Società I: Società
                                                             quotate + quotate + quotate +
                                                                PUT       Offene      Fondi
                                                                        Immobilienf.

                                       Capitalizzazione      NAV

Fonte: Scenari Immobiliari (2006) – REITs nel mondo, Association of Property Unit Trusts,
Assogestioni, Bloomberg, Borsa Italiana, BVI, Deutsche Boerse e London Stock Exchange

       Un’analisi economico-giuridica dei veicoli dedicati all’investimento immobiliare
       indiretto non può prescindere dalla diversità delle discipline attuate che si
       differenziano principalmente per:

           •      struttura fiscale

           •      struttura societarie o “patrimoniale” e relativa corporate governance

           •      vincoli all’operatività, con riguardo soprattutto agli investimenti in
                  specifiche asset class, all’attività di sviluppo, e alla disciplina degli
                  apporti

           •      limiti all’indebitamento.

                                                                                                 5
Studi di Settore – settembre 2006

                                    L’abbassamento delle barriere di entrata per gli investitori al dettaglio sui
                                    grandi patrimoni immobiliari gestiti, ratio originaria del favorevole trattamento
                                    fiscale, in pratica crea una eccezione al principio generale della tassazione alla
                                    fonte, ossia in capo al soggetto che produce il reddito stesso, per dare spazio ad
                                    una traslazione dell’imposta, in capo al percettore del reddito. L’imposta effettiva
                                    pagata dall’investitore varia in ragione del regime imponibile dello stesso,
                                    innanzitutto se si tratta di investitore residente o non residente e, parallelamente,
                                    se soggetto all’imposizione sul reddito delle persone fisiche, d’impresa o se esso
                                    stesse soggetto esente4. Va sottolineato infine come il trattamento fiscale
                                    favorevole spesso non si estenda alla tassazione indiretta, di cui fa parte
                                    l’imposizione sulle transazioni immobiliari che grava su gran parte delle attività di
                                    questi soggetti.

                                    La ratio dell’incentivo alla diffusione dei benefici dell’investimento immobiliare
                                    indiretto può entrare in parziale conflitto con le esigenze di finanza pubblica,
                                    soprattutto nei paesi europei sottoposti ai vincoli formali o sostanziali
                                    sull’espansione di bilancio. Non a caso in quasi tutte le legislazioni è prevista una
                                    exit tax a carico dei soggetti societari che vogliono trasformarsi in veicoli
                                    fiscalmente efficienti.

                                    Nell’Unione Europea solo 3 paesi hanno una struttura societaria fiscalmente
                                    trasparente: il Belgio con la Société d’investissement immobiliéré à capital fixe
                                    (SICAFI) dal 1995, la Francia con la Société d’investissement immobiliers cotées
                                    (SIIC) dal 2003 e l’Olanda5 con la Fiscale Beleggingsinstelling (FB) dal 1969.
                                    Strutture di natura patrimoniale – ovvero senza personalità giuridica che
                                    necessitano della presenza di un altro soggetto per la gestione – ancorché
                                    beneficiari di regimi fiscali di favore sono presenti oltre che in Italia, in Austria con
                                    il Immobilien Investmentfonds (IIF) dal 2003, Germania con il Publikums-
                                    Sondervermögen (PS) dal 1957, Lussemburgo6 con il Real estate entrerprises for
                                    collective investments o Real Estate UCI (REIF) e Spagna7 con il Sociedad de
                                    Inversion Inmobiliaria (SII) e il Fondo de Inversion Inmobiliaria (FII).

                                    Nel Regno Unito strutture patrimoniali – i Property Unit Trust (PUT) – sono
                                    disponibili dalla fine degli anni Novanta e, come confermato dalla legge
                                    finanziaria per il 2006 emanata lo scorso 22 marzo, i Real Estate Investment
                                    Trust (UK-REIT) dovrebbero essere disciplinati dal 1 gennaio 2007.

                                    4   Secondo IPE Real Estate nel 2006 dovrebbero crescere gli investimenti dei fondi
                                        pensione americani nei REIT: Si va da USD 25 mn (1,6% del totale attivo) gestito da
                                        Invesco Realty Advisors per San Joaquin County Employees’ Retirement Association a
                                        USD 225 mn (1,5%) del Virgina Retirement System. Le attese maggiori sono per il
                                        California Public Employees Retirement System (CalPERS) con un totale attivo di oltre
                                        USD 200 md che in base al REIT Investment Programme varato nel 2005 potrebbe
                                        investire in questo strumento dai USD 500 mn a USD 700 mn.
                                    5   La classificazione del veicolo olandese come struttura societaria fiscalmente
                                        trasparente non è unanime in quanto il FB non è un soggetto esente o che beneficia di
                                        detrazioni fiscali, ma un regolare soggetto passivo sottoposto a una aliquota dello 0%.
                                        Secondo alcuni studiosi questo non esclude che in principio il legislatore fiscale non
                                        possa in qualsiasi momento applicare una aliquota positiva.
                                    6   Il fondo lussemburghese può in realtà anche assumere forma societaria (société
                                        anonyme) se cosituito sotto forma di SICAV (société d’investissement à capital variable)
                                        o SICAF (société d’investissement à capital fixe).
                                    7   SII e FII sono attualmente soggetti passivi di imposta con una aliquota dell’1% se
                                        alcune condizioni regolamentari sono rispettate.

6
Fondi immobiliari in Europa e USA: struttura e prospettive

2. I principali veicoli per l’immobiliare indiretto

2.1 I REIT statunitensi
I Real Estate Investment Trust (REIT) sono veicoli di investimento
immobiliare dotati di forma societaria8 creati e disciplinati dalla legislazione
fiscale come look through vehicle, cioè soggetti fiscalmente trasparenti esenti ai
fini dell’imposta sul reddito delle società e imponibili in capo agli investitori. I REIT
sono stati disciplinati negli USA negli anni Sessanta con lo scopo di permettere ai
piccoli risparmiatori di partecipare ai guadagni della income producing real estate,
abbassando le barriere all’entrata, in termini di importo minimo da investire. Si
sottolinea come la “partecipazione ai guadagni” si sostanzi nello strumento
azionario; quindi comporti anche una simmetrica assunzione di rischi
esattamente come la proprietà di azioni di qualsiasi società. Oltre che in immobili
i REIT possono investire in titoli immobiliari (equity REIT) oppure in finanziamenti
ipotecari (mortgage REIT) o in entrambi gli strumenti (hybrid REIT).

Per ottenere il regime fiscale favorevole il REIT deve soddisfare diversi requisiti
[vedi Appendice 1] tra cui quello della distribuzione del 90% degli utili imponibili. Il
reddito imponibile è calcolato al netto degli ammortamenti e di altre rettifiche che
permette al REIT di trattenere dei fondi per l’autofinanziamento.

Il vero sviluppo di questa istituzione si è avuto solo dopo la riforma fiscale del
1986 che ha ridotto il vantaggio dell’investimento diretto ed in secondo luogo
permettendo ai REIT non solo di possedere ma anche di gestire, a scopo di
reddito, i beni immobiliari di loro proprietà. Con il REIT Modernisation Act del
1999 e del 2003 la autonomia operativa dei REITs è stata ulteriormente ampliata
con la possibilità per i REIT di creare società sussidiarie che forniscono servizi.
Con l’ulteriore riforma del 2005 è stata aumentata la convenienza
dell’investimento da parte di soggetti non residenti.
La forma societaria e il requisito di distribuzione degli utili impongono dei
requisiti formali e sostanziali, ovvero imposti sia dalla disciplina degli strumenti
quotati sia dalla legge della domanda e offerta del mercato. Come società
quotata il REIT ha innanzitutto degli obblighi di corporate governance e nel 2004
l’Institutional Shareholder Services, che valuta la trasparenza della corporate
governance per società e settori ha assegnato ai REIT la massima valutazione.
Non è un caso che la maggior parte dei REIT quotati preveda nel consiglio di
amministrazione la presenza di consiglieri indipendenti e nei regolamenti siano
tutelati gli azionisti di minoranza e sia esplicitata la struttura di incentivo per la
parte variabile della compensazione dei dirigenti.

Tra i requisiti sostanziali, sottoposti allo scrutinio continuo di analisti e di
investitori, il più rilevante riguarda il livello di indebitamento, che non trova nella
legislazione alcun tipo di limite. Tra gli operatori il consensus è che I REIT quotati
abbiano un livello di indebitamento relativamente contenuto rispetto ai
comparables non quotati, e che questo li abbia anche aiutati nelle fasi difficili del
mercato a continuare a distribuire dividendi soddisfacenti. Questo nonostante la
contropartita al requisito di distribuzione degli dividendi sia la necessità di
ricorrere a fonti esterne di finanziamento. Il ruolo dei dividendi è centrale
anche nelle valutazioni societarie in quanto la disciplina non prevede una
stima periodica del valore del patrimonio immobiliare e i REIT quotati sono
seguiti da analisti che li valutano in base alla capacità di pagare i dividendi
come risultante dai Fund From Operations (FFO). Secondo alcuni investitori

8   Essi devono avere la forma di società per azioni o trust. La quotazione non è
    obbligatoria, nel caso di quotazione il soggetto giuridico può configurarsi come veicolo
    societario chiuso quotato (listed closed-ended vehicle) o struttura societaria aperta
    (open-ended company structure)

                                                                                          7
Studi di Settore – settembre 2006

                                    proprio in questo risiede forse il limite maggiore di questa struttura finanziaria: la
                                    quotazione di questi strumenti sui mercati borsistici, e di recente la loro inclusione
                                    nei maggiori indici [vedi box], ha fatto sì che i rendimenti risultino maggiormente
                                    correlati con l’andamento dei mercati azionari che con quelli del mercato
                                    immobiliare sottostante, vanificando una delle sue caratteristiche fondamentali
                                    ovvero la diversificazione del portafoglio.

BOX: Bullet point nella storia dei REIT
•    14 Settembre 1960: Il Presidente Eisehbower firma la Cigar Excise Tax Extension che contiene anche la
     disciplina dei REIT
•    Giugno 1965: Continental Mortgage Investors è il primo REIT quotato al New York Stock Exchange
•    Agosto 1969: Michael Emmerman, analista a Arnhold and S. Bleichroeder Advisers, LLC sotto la direzione
     di George Soros scrive la prima ricerca finanziaria sui REIT. Gli analisti attivi sui REIT sono oggi
     attualmente una quarantina
•    Novembre 1976: il Tax Reform Act permette ai REIT di costituirsi come società oltre che come trust
•    Gennaio 1985: il National Real Estate Stock Fund è il primo fondo comune specializzato in REIT. Lipper
     censisce oggi più di 80 fondi comuni specializzati in REIT
•    Ottobre 1986: il Tax Reform Act del 1986 limita i benefici fiscali delle società di persone a vantaggio dei
     REIT. Per la prima volta è permesso ai REIT di gestire direttamente le proprietà immobiliare e di non dover
     ricorrere a contratti esterni
•    1989–1991: Crisi immobiliare
•    Ottobre 1991: l’associazione di categoria (NAREIT) adotta la definizione contabile di funds from operations
     (FFO) per la valutazione dei REIT. Nel gennaio 2003 la Securities and Exchange Commission autorizzerà
     l’utilizzo di questa definizione per l’espletamento dell’informativa prevista per i REIT quotati
•    Dicembre 1991: New Plan è il primo REIT quotato a raggiungere una capitalizzazione di USD 1 miliardo
•    Agosto 1993: l’Omnibus Budget Reconciliation Act facilita l’investimento in REIT da parte dei fondi
     pensione
•    Giugno 1997: più grande IPO nella storia dei REIT: Boston Properties, Inc.USD 902,8 milioni
•    Agosto 1997: il Taxpayer Relief Act permett ai REIT di fornire servizi accessori ai locatari senza perdere i
     benefici fiscali
•    Ottbre 1997: il Tesoro americano abbassa la ritenuta sui dividendi dei REIT distribuiti ai non residenti al
     15%.
•    Gennaio 1999: NAREIT lancia il primo Real-Time REIT Index e crea i settori nel NAREIT Equity REIT
     Index.
•    Ottobre 1999: nasce la European Public Real Estate Association (EPRA)
•    Dicembre 1999: con il REIT Modernization Act ai REIT è permesso formare delle società controllate che
     forniscono servizi. Il reddito delle società è però soggetto a tassazione
•    Dicembre 1999: lanciato il EPRA/NAREIT Global Real Estate Index rinominato FTSE EPRA/NAREIT
     Global Real Estate Index Series nel febbraio 2005
•    Giugno 2000: iShares Dow Jones U.S. Real Estate Index Fund è il primo real estate exchange traded fund
•    Ottobre 2001: Standard & Poor's apre i suoi indici ai REIT. Ad aprile 2006, ci sono 11 REIT nell’indice S&P
     500, 12 nel S&P 400 Mid Cap Index, e 13 nel S&P 600 Small Cap Index.
•    Marzo 2003: gli USA e il Regno Unito firmano un trattato che permette ai fondi pensione inglesi di investire
     in REIT senza subire ritenute d’imposte negli USA.
•    Agosto 2004: General Growth Properties, Inc. acquisisce The Rouse Company per USD 12,6 mld. E’ la
     più grande acquisizione dalla nascita dei REIT
•    Ottobre 2004: il nuovo REIT Improvement Act elimina le barriere per gli investitori esteri in REIT quotati

8
Fondi immobiliari in Europa e USA: struttura e prospettive

2.2 Le SIIC e le OPCI francesi
In Francia la Société d’investissement immobiliers cotées (SIIC) è stata introdotta
con la legge finanziaria per il 2003 ed in seguito modificata nel 2004 (SIIC2) e nel
2005 (SIIC3). E’ una società per azioni con un capitale minimo di 15 milioni di
euro ed ha l’obbligo di quotazione su un mercato regolamentato francese. Va
precisato che non è necessario che la SIIC sia una società di diritto francese o
con residenza fiscale francese: una società non residente può infatti beneficiare
del regime SIIC a condizione che risulti quotata alla borsa di Parigi e che risulti
soggetto passivo d’imposta nel paese di residenza. Questa precisazione si
giustifica con l’intento del legislatore francese di promuovere i veicoli di diritto
francese con particolare attenzione alla “concorrenza regolamentare” esercitata
dai veicoli di diritto belga e olandese.

La SIIC francesi, e le loro società controllate almeno per il 95%, possono godere
di una esenzione fiscale relativamente ai redditi da locazione, alle plusvalenze
derivanti dalla cessione di beni immobiliari e partecipazione in società immobiliari
e in società di persone fiscalmente trasparenti, e i dividendi distribuiti dalle
controllate non soggette a imposizione sul reddito delle società, a condizione che
distribuiscano l’85% dei redditi derivanti da locazione e realizzazione delle
plusvalenze entro un anno dalla loro realizzazione.
L’opzione per il regime SIIC da parte di una società immobiliare quotata che
rispetta i requisiti patrimoniali e organizzativi – vedi Appendice 1 – comporta
l’imposizione di una “exit tax” pari al 16,5% alle plusvalenze latenti, ovvero alla
differenza fra costo di acquisto di un bene e suo valore di mercato sussistente al
momento dell’esercizio del regime SIIC, pagabile in 4 rate annue costanti. Questa
tassa, comunque favorevole considerando che l’aliquota ordinaria ammonta a
circa il 35%, permette un gettito ragguardevole e stimola l’utilizzo di questo
istituto da parte di imprese esistenti, compensando parzialmente la perdita di
entrate fiscali corrispondenti.

Nel novembre 2004 la disciplina della SIIC è stata ulteriormente affinata –
cosiddetta SIIC2 – che disegna una disciplina favorevole per gli apporti
immobiliari ad una SIIC, tassati all’aliquota del 16,5% invece che del 34%, da
parte di imprese non immobiliari fino al dicembre 2007. Dal 1 gennaio 2005 è
stata approvata una ulteriore semplificazione delle cessioni di immobili alle SIIC,
che possono godere di un trattamento fiscale favorevole anche se avvengono
con vendita invece che con apporto.

La flessibilità della norma per cui è irrilevante la nazionalità della capogruppo e la
struttura societaria hanno fatto sì che le sussidiarie francesi di società estere
come CLS Holdings (LN:CLI), Corio (NA:CORA), Eurocommercial Properties
(NA:ECMPA), Hammerson (LN:HMSO), Rodamco Europe (NA:RCEA), Vastned
Retail (NA:VASTN) e Wereldhave (NA:WHA) abbiano optato per il regime SIIC.
La maggiore SIIC francese Gecina (FP:GFC) e la quarta SIIC, Foncière
Lyonnaise,(FP:FLY) hanno come socio maggioritario società spagnole,
Metrovacesa (SM:MVC) e Inmobiliara Colonial (SM:COL) rispettivamente, che
vedono così ridotto il loro monte imposte.

Ad aprile 2004 Euronext e l’Institut de l’Épargne Immobilière et Foncière (IEIF)
hanno cominciato a pubblicare l’indice Euronext IEIF "SIIC France" che segue
l’andamento di queste socieà quoatate

                                                                                        9
Studi di Settore – settembre 2006

                                                                         Indice Euronext IEIF "SIIC France"

                                    2.500

                                    2.000

                                    1.500

                                    1.000

                                      500

                                         0            mar-03

                                                                                          mar-04

                                                                                                                              mar-05

                                                                                                                                                                  mar-06
                                             dic-02

                                                               giu-03

                                                                        set-03

                                                                                 dic-03

                                                                                                   giu-04

                                                                                                            set-04

                                                                                                                     dic-04

                                                                                                                                       giu-05

                                                                                                                                                set-05

                                                                                                                                                         dic-05
                                    Fonte: Euronext

                                     Le attese per il 2006 in Francia si concentrano anche sul debutto degli
                                     Organismes de Placement Collectif Immobiliier (OPCIs) che costituiscono il
                                     restilying di uno strumento finanziario - la Société Civile de Placement Immobilier
                                     (SCPI)9 – introdotti nell’ordinamento francese all’inizio degli anni Settanta10.
                                     Questi veicoli erano destinati agli investitori al dettaglio, ma in pratica erano poco
                                     usati perchè considerati poco liquidi e scarsamente trasparenti.

                                     Gli OPCI saranno fondi comuni che investono in immobili in modo diretto o
                                     indiretto almeno il 60% del totale attivo e detengono liquidità per almeno il 10%
                                     del totale attivo, sono regolati dalla Autorité des Marchés Financiers (AMF). Gli
                                     OPCI saranno strutture semi-aperte con possibilità di sottoscrizioni e riscatti in
                                     base al NAV ad intervalli regolari. Sarà probabilmente richiesta una valutazione
                                     dei cespiti obbligatoria su base trimestrale. La loro liquidità non dipenderà quindi
                                     da un meccanismo di mercato secondario come avveniva per le SCPI.

                                     Per questi strumenti di investimento immobiliare indiretto non quotati la principale
                                     innovazione è di carattere fiscale: come le SIIC, le OPCI saranno esenti dalla
                                     tassazione sulle imprese mentre gli investitori saranno tassati o sui dividendi
                                     ricevuti o come se essi stessi dessero in affitto la proprietà di cui sono titolari
                                     attraverso l’OPCI. Infatti il legislatore ha previsto due diverse strutture:

                                     – la Société de Placement à Preponderance Immobilière à Capital Variable
                                     (SPPICV), il cui investitore sarà tassato sui dividendi ricevuti analogamente ad un
                                     investitore in una SICAV. La SPPICV sarà esente dall’imposizione sul reddito
                                     d’impresa se distribuisce annualmente l’85% del reddito e il 50% delle
                                     plusvalenze realizzate.

                                     – Il Fonds de Placement Immobilier (FPI) è un fondo immobiliare senza
                                     personalità giuridica il cui investitore sarà tassato come se ricevesse reddito dalla
                                     proprietà diretta di cespiti immobiliari. Anche per questo veicolo vige l’obbligo di
                                     distribuzione di almeno l’85% dei profitti netti per aver diritto alla esenzione
                                     dell’imposizione fiscale.

                                     9  Le SCPI esistenti potranno convertirsi in OPCI fino al 2008.
                                     10 Articoli da L 214-50 a L 214-84, da L 231- 8 a L 231- 21 e L 732-7 del Code Monétaire
                                        et Financier (relatifs aux sociétés civiles de placement immobilier et aux placements
                                        collectifs) - decreto N° 71-524 del 1 luglio 1971 modificato dal decreto N° 94-483 del 9
                                        giugno 1994

10
Fondi immobiliari in Europa e USA: struttura e prospettive

A differenza delle SIIC però saranno precluse alle OPCI le attività di sviluppo e di
trading immobiliare. E’ anche probabile l’introduzione di un livello massimo di
indebitamento.

Le OPCI godranno tuttavia di notevole flessibilità in quando una OPCI potrebbe
teoricamente detenere dal 90% in immobili e il 10% in liquidità al 60% in immobili,
compresi fondi, fondi di fondi e azioni di società immobiliari quotate, 30% in azioni
di società quotate e il 10% in liquidità, portando così al 40% gli investimenti
facilmente liquidabili per far fronte ai riscatti periodici.

Secondo i principali commentatori le questioni fondamentali per il successo delle
OPCI tra gli investitori si possono riassumere in gestione della liquidità,
valutazioni, distribuzione e stile di gestione. Le prime due caratteristiche fanno
riferimento alla natura semi-aperta di questi strumenti e riguardano la previsione
dei riscatti e della liquidità necessaria a farvi fronte in relazione alle valutazioni dei
cespiti. In considerazione della difficile esperienza dei fondi aperti tedeschi su
questo punto è auspicabile un estremo rigore. Le ultime due caratteristiche
riguardano la scelta, con conseguente predisposizione di un prospetto adeguato
alle prescrizioni legislative ma anche alle esigenze del mercato, di destinare
questo investimento ai risparmiatore al dettaglio e/o agli investitori istituzionali. Un
target mal identificato o gestito potrebbe scoraggiare sia gli investitori al dettaglio,
che considererebbero le OPCI troppo rischiose, sia gli istituzionali che le
potrebbero ritenere di scarsa redditività.

2.3 I fondi aperti tedeschi e i G-REIT
Dal 1959, anno della istituzione del primo fondo immobiliare aperto tedesco, i
fondi immobiliari aperti sono cresciuti fino a diventare il veicolo di investimento
retail con maggiore raccolta netta nel 2003, accentrando il 20% del patrimonio dei
fondi comuni in Germania. A fine del primo trimestre 2006 erano attivi 34
Publikum- Offene Immobilienfond (OI) per un patrimonio di quasi €75 md.

Gli OI sono veicoli fiscalmente trasparenti in quanto la tassazione avviene
totalmente in capo all’investitore sia per gli utili distribuiti che per quelli potenziali.
La disciplina esclude specificamente un mercato secondario, ma consente agli
investitori di redimere il valore della quota durante tutta la vita del fondo, che può
essere anche illimitata. Gli OI devono perseguire una strategia generalista e
dinamica nel tempo, mantenendo però una elevata componente di liquidità per far
fronte ai riscatti. Il patrimonio di un OI è quindi estremamente eterogeneo sia per
la presenza di diverse asset class sia all’interno della componente immobiliare,
grazie anche alla possibilità di diversificare internazionalmente concessa in
seguito alla riforma del 2003.

                                                                                        11
Studi di Settore – settembre 2006

                                                  Sviluppo degli Offene Immobilienfond in Germania

                                      90                                                                                          40

                                      80                                                                                          35
                                      70                                                                                          30
                                      60
                                                                                                                                  25
                                      50
                                                                                                                                  20
                                      40
                                                                                                                                  15
                                      30
                                      20                                                                                          10

                                      10                                                                                          5

                                       0                                                                                          0
                                           1960   1965   1970     1975    1980    1985      1990    1995   2000     2005   06t1

                                                                Patrimonio - € md - sc sx          Numero - sc dx

                                    Fonte: BVI

                                    Per gli OI diventa quindi fondamentale la relazione tra valutazione e prezzo
                                    della quota. Come da regolamento prudenziale, la stima del patrimonio netto
                                    (Net Asset Value – NAV) viene effettuata secondo un metodo di valutazione
                                    basato sulla attualizzazione del flusso degli affitti sostenibili – che, come
                                    evidenziato nel paragrafo successivo, tende a sottovalutare i periodi di sfitto e
                                    la volatilità dei rendimenti immobiliari11. Al NAV per quota va aggiunto uno
                                    spread che copre i costi di transazione. Questi ultimi comprendono le spese
                                    legali, fiscali e per servizi professionali per acquisire (cedere) nuovi cespiti. Nel
                                    caso in cui il numero degli acquirenti (cedenti) superasse quello dei cedenti
                                    (acquirenti) non considerare queste rettifiche al NAV penalizzerebbe gli investitori
                                    che permangono nel fondo rispetto a quelli che escono (entrano). In Germania lo
                                    spread tra prezzo offerto e valore di riscatto è stimato intorno del 5%12 del NAV
                                    al momento dell’investimento; questo premio all’emissione riveste anche la
                                    funzione economica di barriera all’entrata per ridurre il trading di breve periodo. Il
                                    fatto che gli investitori in OI possano di fatto redimere il loro investimento
                                    sulla base del NAV calcolato con meccanismi dell’attualizzazione, fa sì che
                                    essi ricevano a tutti gli effetti un rendimento artificialmente meno volatile
                                    dell’attivo sottostante.

                                    Il rischio è quello della corsa ai riscatti che si è purtroppo verificato nel 2005,
                                    come già negli anni Novanta in Australia e in Olanda. Il 15 dicembre 2005 il fondo
                                    Grundbesiztz-invest gestito da DB Real Estate ha dovuto sospendere la
                                    possibilità di riscatto delle quote dopo che €300 mn dei € 6 md di patrimonio del
                                    fondo erano stati riscattati in un solo giorno. Il fondo ha riaperto il 3 marzo dopo
                                    aver venduto uffici a Parigi per oltre €560 mn è ha dichiarato l’intenzione di
                                    cedere altre proprietà in Germania per €800 mn. A gennaio KanAM International
                                    GmbH ha chiuso due fondi European Grundivest (€ 3,2 md) and US Grundinvest

                                    11 Ad esempio Hoesli, M., B. MacGregor (2000): “Property Investments. Principles and
                                       Practice of Portfolio Management”, Edinburgh, Ross; S. A.; R.C. Zisler (1991): “Risk
                                       and Return in Real Estate”, in Journal of Real Estate Finance and Economics, June,
                                       175-190 e Geltner, D.M. (1991): “Smoothing in Appraisal-Based Returns” in Journal of
                                       Real Estate Finance and Economics, September, 327-345.
                                    12 Cfr. R. Maures, F. Reiner, R. Rogalla (2003) Risk and Return of Open-End Real Estate
                                       Funds: the German Case, Johann Wolfgang Goethe-Univeristät, Fachbereich
                                       Wirtschaftswissenschaften, Frankfurt am Main, Working Paper Series: Finance &
                                       Accounting no 114, September

12
Fondi immobiliari in Europa e USA: struttura e prospettive

(€607 mn) per €700 mn di riscatti in un giorno. I due fondi sono stati riaperti
rispettivamente il 31 marzo e il 13 aprile dopo sostanziose vendite. Secondo
stime indipendenti nel 2005 sono stati effettuati oltre €5,4 md di vendite di cespiti
da parte dei fondi tedeschi contro acquisti per oltre €10 md effettuati nel 2004.

Secondo alcuni osservatori in Germania la “bolla immobiliare” si è verificata
soprattutto sui valori dei fondi piuttosto che sui valori immobiliari come è avvenuto
in altre paesi europei: con l’indebolimento dei mercati azionari sia gli investitori al
dettaglio che quelli istituzionali hanno parcheggiato la loro liquidità nei fondi
immobiliari, salvo chiederne il riscatto in blocco non appena le aspettative sulle
altre asset class sono mutate. Tra il 2005 e il primo trimestre del 2006 sono
state riscattate quote di OI per oltre €10 md per una quota vicina al 13% del
patrimonio degli stessi.

Uno dei fondi ha anche ammesso di aver trasgredito alla responsabilità fiduciaria
verso i sottoscrittori che impone una assoluta simmetria delle obbligazioni verso
tutti gli investitori, garantendo rendimenti pressochè privi di rischio agli investitori
istituzionali a svantaggio degli investitori al dettaglio.

Di fronte a questa grave situazione di crisi, l’associazione di categoria del
risparmio gestito tedesco, BVI, ha avanzato alcune proposte di riforma soprattutto
in direzione del miglioramento della trasparenza di questi veicoli di investimento
tra cui:

    •    gli investitori che vogliono investire più di € 1 mn devono informare il
         gestore del fondo e devono accettare di concedere un preavviso di 12
         mesi prima di disinvestire

    •    il requisito di liquidità giornaliera sarà aumentato dal 5% al 10% del
         valore del fondo

    •    quando la liquidità raggiunge il 40% il gestore deve smettere il marketing
         del fondo. Le soglie legali del 5% di liquidità minima e del 49% di
         liquidità massima rimangono inalterate

    •    la possibilità di investire in azioni o in fondi immobiliari è aumentata al
         20%

    •    i gestori dei fondi sono autorizzati a vendere le proprietà da un fondo
         all’altro per creare liquidità

    •    le quote del fondo possono essere negoziate su un mercato
         regolamentato se viene meno la possibilità di riscatto giornaliero

    •    la Bafin o comunque un soggetto indipendente assegna i valutatori
         scegliendoli da un insieme definito. Un valutatore può lavorare al
         massimo per 5 anni per lo stesso fondo e non può valutare la stessa
         proprietà per più di 2 anni

    •    nel caso di acquisti immobiliari all’estero il gestore deve ottenere
         l’opinione di valutatori locali

    •    i costi di acquisizione delle proprietà possono essere capitalizzati a
         valore dell’immobile e ammortizzati per un periodo massimo di 10 anni
    •    devono essere pubblicati i valori di libro delle singole proprietà

    •    se l’indebitamento del fondo supera il 40% il gestore deve annunciarlo
         pubblicamente

    •    i gestori dei fondi devono offrire un approccio unitario alla costituzione di
         riserve per il pagamento degli oneri fiscali

                                                                                      13
Studi di Settore – settembre 2006

                                    La questione se queste misure basteranno a ridare fiducia agli investitori e a farli
                                    tornare su questo strumento è oggetto di dibattito tra tutti gli stakeholder
                                    dell’industria del risparmio immobiliare gestito tedesco. I più pessimisti
                                    considerano la crisi come la fine dello strumento del fondo aperto in quanto
                                    fondamentalmente incompatibile – e la proposta di obbligare ad una proroga fino
                                    a 12 mesi nei riscatti per i grandi investitori formulata dalla BVI va in questa
                                    direzione – con la natura dell’investimento immobiliare. Gli ottimisti hanno invece
                                    salutato le riforme proposte dalla BVI, specialmente l’aumento di trasparenza e di
                                    rigore valutativo, come necessarie a rivitalizzare uno strumento di investimento
                                    tra le asset class più sicure.

                                           Flussi di sottoscrizioni sul patrimonio dei fondi comuni in Germania

                                        120%

                                        100%

                                         80%

                                         60%

                                         40%

                                         20%

                                           0%

                                         -20%

                                         -40%
                                                90        92        94           96      98        00        02       04      06T1

                                                     Azionari   Obbligazionari    M. Monetario   Misti   Offene Immobilienfonds

                                        Fonte: BVI

                                    Già dagli inizi del 2005 Initiative Finanzstandort Deutschland (IFD) ha proposto
                                    uno schema di regolamentazione per il G-REIT ovvero il REIT di diritto tedesco.
                                    Per ottenere lo status di veicolo fiscalmente trasparente, la società dovrebbe:

                                    „   essere quotata su un mercato con almeno il 25% delle azioni largamente
                                    diffuse tra gli investitori;

                                    „    aver  fatto   esplicita         domanda          di     riconoscimento      dello    status
                                    all’amministrazione fiscale;

                                    „   redigere l’informativa contabile secondo i principi contabili internazionali
                                    (International Financial Reporting Standard – IFRS);

                                    „ aver investito almeno il 75% del patrimonio, valutato al fair market value, in
                                    immobili;

                                    „   derivare almeno il 75% dei ricavi da redditi da affitti, leasing o da plusvalenze
                                    da vendita di cespiti, o da attività accessorie all’oggetto principale quali attività di
                                    sviluppo, project management, attività di intermediazione e gestione immobiliare.
                                    E’ peraltro consentito lo svolgimento di attività supplementari verso terzi
                                    scollegate dall’attività principale solo attraverso controllate, ma queste attività non
                                    devono eccedere il 20% del totale degli attivi del REIT e il 20% del risultato lordo.

                                    „   distribuire agli azionisti almeno il 90% dei redditi da affitti, leasing e cessioni al
                                    netto delle riserve di valutazione (che sono esentate dall’obbligo di distribuzione);

                                    „    cedere almeno il 50% del patrimonio ogni 5 anni

14
Fondi immobiliari in Europa e USA: struttura e prospettive

„  limitare al 20% del patrimonio e al 20% dei ricavi le attività accessorie
condotte dalle sussidiarie.

Come nel caso delle SIIC francesi le società controllate non quotate possono
richiedere lo stato di G-REIT se soddisfano tutti i requisiti ad eccezione della
quotazione. A differenza della disciplina inglese non sono presenti nella proposta
vincoli riguardo alla struttura finanziaria. Forse in considerazione delle recenti
vicissitudini degli Offene Immobilienfond, è da notare come la disciplina tedesca
sia decisamente più stringente rispetto alle SIIC e agli UK-REITS per quanto
riguarda le specifiche del reporting finanziario.

La struttura fiscale prevede la tassazione solo in capo all’investitore, anche se i
proventi sono generati da immobili all’estero, che vengono così sottratti alla
tassazione transnazionale e risultano esenti per il G-REIT, se i corrispondenti utili
sono distribuiti. La situazione della tassazione dei non residenti è più complessa
in quanto se i proventi distribuiti fossero assimilati a dividendi da strumenti
finanziari dovrebbero essere formalmente assoggettati ad una ritenuta del 20%,
che potrebbe però beneficiare dei trattati contro la doppia imposizione. In
considerazione della situazione della finanza pubblica tedesca l’orientamento
prevalente sembra essere quello di assimilarli a redditi da proprietà immobiliare
diretta, mantenendo così il gettito corrispondente in Germania.

Le prospettive per lo sviluppo dei G-REIT, la cui legislazione in seguito alle
elezioni politiche in Germania ha subito un processo di rallentamento, sono per
una capitalizzazione di oltre € 60 mld, costituita dai patrimoni appartenenti a 200
società tedesche, che potrebbero essere convogliati nelle strutture G-REIT. Nel
medio periodo la capitalizzazione dei G-REIT potrebbe superare €100 mld se
anche alcuni fondi immobiliari dovessero optare per la nuova disciplina.

2.4 Gli APUT inglesi e gli UK-REIT
Nel Regno Unito i veicoli di investimento indiretto immobiliare sono piuttosto
diffusi e diverse sono le strutture a disposizione degli investitori. Sono disponibili
strumenti regolamentati dalle autorità nazionali o da autorità irlandesi o delle isole
Jersey con struttura societaria o patrimoniale13 dalle società a responsabilità
limitata, limited partnership (LP), ai UK Property Unit Trust, sia nella forma
authorised (APUT) che non authorised, ai Jersey off-shore Unit Trust (JPUT), di
solito riservata agli investitori qualificati, alla forma societaria vera e propria con le
Irish off-shore open-ended investment companies.

Queste strutture possono essere di tipo aperto o chiuso14, le strutture aperte
contengono nell’atto costitutivo la disciplina – in termini di tempistica e valore –
della liquidazione delle quote. Per le strutture aperte il gestore del fondo di solito
offre un servizio di ricerca della controparte per gli investimenti/disinvestimenti.

Per quanto riguarda il diritto da applicarsi, i vincoli alle attività e all’indebitamento
e la possibilità della quotazione le possibilità dei diversi veicoli sono molto
flessibili. Gli APUT, essendo disponibili per gli investitori al dettaglio, sono
soggetti alle normative più stringenti con iter autorizzativo e supervisione da parte
dell’autorità di vigilanza (Financial Service Authority – FSA) e ottemperanza alle
disposizioni del Financial Service & Market Act del 2000. Gli APUT sono strutture
aperte di diritto inglese con possibilità di riscatti mensili a cui è riconosciuta,
anche se di fatto non è sfruttata, anche la possibilità di quotazione in borsa. Ha

13 Il trust non è una entità giuridica separata, ma un patrimonio amministrato dai trustees
   a favore dei beneficiari
14 Come è frequentemente il caso per le LP e JPUT che non possono nemmeno essere
    oggetto di quotazione

                                                                                        15
Studi di Settore – settembre 2006

                                    vincoli riguardo agli impieghi – tra cui che nessuna proprietà può risultare
                                    superiore al 15% del portafoglio e nessun inquilino può rappresentare più del
                                    25% del monte affitti – e un limite all’indebitamento pari al 20% dell’attivo. Deve
                                    inoltre soddisfare vincoli contabili e di valutazione periodica degli immobili
                                    secondo regole stabilite dalla FSA.

                                    Il legislatore fiscale prevede che l’APUT non sia soggetto a ritenute fiscali e il
                                    reddito sia tassato come reddito di impresa con possibilità di parziale credito
                                    d’imposta in capo agli investitori. L’APUT è esente da tassazione sulle
                                    plusvalenze, anche se le stesse possono essere tassate quando realizzate in
                                    capo agli investitori. Inoltre l’APUT beneficia di un trattamento preferenziale –
                                    un’aliquota allo 0,5% invece che al 4% del valore delle proprietà – per l’imposta di
                                    registro (Stamp Duty Land Tax – SDLT).

                                                                     Property Unit Trusts

                                                                    Valore                      Rendimento
                                    Anno       Numero        Totale        Media          Max    Medio      Min
                                                             € mld         € mln        top 1 % ponder. ultimo 1 %
                                        1998        27            3,9         145,8        8,9%    5,7%       1,9%
                                        1999        26            3,8         145,3        7,8%    5,1%       3,0%
                                        2000        26            4,5         171,5        7,5%    5,0%       3,7%
                                        2001        27            4,5         165,8        7,8%    5,4%       4,0%
                                        2002        27            5,2         193,8        6,9%    4,9%       3,1%
                                        2003        29            7,2         249,7        7,0%    4,6%       2,4%
                                        2004        31            9,9         317,8        6,4%    4,1%       1,8%
                                        2005        41           13,2         323,0        6,7%    3,8%       1,7%
                                    Fonte: Association of Property Unit Trusts

                                    Lo scorso 22 marzo con la legge finanziaria per il 2006 il Governo inglese ha
                                    confermato la creazione degli UK-REITs entro fine anno15 con partenza dei primi
                                    veicoli il 1 gennaio 2007. Come suggerito nel Pre-Budget Report del novembre
                                    2005 l’obiettivo rimane il miglioramento dell’efficienza e della liquidità negli
                                    investimenti immobiliari residenziali e non destinati agli investitori al dettaglio. Lo
                                    UK-REIT rimarrà un veicolo societario, fiscalmente trasparente con vincoli
                                    riguardanti l’attività, con particolare riferimento ai limiti nell’attività di sviluppo e
                                    all’indebitamento [vedi tabella 1].

                                    In risposta ai commenti ricevuti dalle parti interessati sul precedente disegno di
                                    legge il governo inglese ha:

                                    „   ridotto al 90% dei profitti netti, invece che il 95%, il requisito sulla distribuzione
                                    degli utili. Il REIT ha tempo 12 mesi, dai 6 inizialmente previsti, per effettuare la
                                    distribuzione. I profitti distribuiti saranno tassati a livello dell’aliquota base sul
                                    reddito delle persone fisiche e gli investitori ad alto reddito dovranno versare un
                                    conguaglio all’aliquota superiore

                                    „   ridotto il rapporto massimo16 tra profitti al lordo delle tasse, degli oneri
                                    finanziari e degli aggiustamenti di capitale e interessi passivi da 2,5:1 a 1,25:1,
                                    che corrisponde ad un livello di indebitamento stimabile intorno all’80%; e

                                    15 UK Budget 2006 – Presented March 22nd, 2006 – Sections 3.117-3.119
                                    16 Interest cover ratio test

16
Fondi immobiliari in Europa e USA: struttura e prospettive

„   ha permesso l’emissione di azioni privilegiate e obbligazioni convertibili. Per le
delle azioni con diritto di voto, nel caso di concentrazione superiore al 10%
presso un singolo investitore, il REIT non decadrà dal regime fiscale favorevole,
ma sarà passibile di sanzioni fiscali.

Nonostante il Regno Unito non sia soggetto a vincoli comunitari di finanza
pubblica, il ministero delle finanze ha mantenuto il proposito di conservare la
proprietà immobiliare nel Regno Unito, ancorchè detenuta in qualsiasi forma, tra
le principali fonti di entrate fiscali. Similmente a quanto accaduto in Francia per le
SIIC, le società in possesso dei requisiti specificati che vorranno beneficiare del
regime degli UK-REIT saranno imponibili di una tassa di conversione pari al 2%
del valore lordo delle proprietà immobiliari al momento della trasformazione. Va
sottolineato come contemporaneamente all’introduzione dei REIT sia stato abolito
il privilegio fiscale degli APUT per la SDLT, quindi sia APUT che UK-REIT
saranno soggetti all’imposta di registro per il trasferimento dei cespiti ad aliquota
ordinaria. La riduzione del vantaggio fiscale di strutture normative concorrenti è
stato un fattore molto importante nello sviluppo dei REIT statunitensi nella
seconda metà degli anni Ottanta.

Secondo i principali commentatori le attuali società immobiliari che hanno minore
probabilità di chiedere la trasformazione in UK-REIT sono quelle specializzate
nello sviluppo immobiliare e le strutture off-shore con elevata concentrazione
proprietaria e i cosiddetti AIM-listed synthetic REIT17 che già hanno un notevole
livello di trasparenza fiscale. D’altro canto ci sono attese perchè società
immobiliare di cui è stata ritirata la quotazione agli inizi degli anni 2000 anche a
causa di una pessima valutazione del settore, come ad esempio Canary Wharf,
possano ritornare sul mercato. Alcuni operatori ritengono che società real estate
intensive, come ad esempio quelle attive nella distribuzione al dettaglio
potrebbero decidere di scorporare il patrimonio immobiliare in un UK-REIT,
sempre che gli investitori non ritengano eccessivo il rischio di concentrazione
dato dall’unicità dell’inquilino.

2.5 I fondi immobiliari italiani
In ItaIia i fondi immobiliari (FI) sono stati disciplinati con la legge n.86 del 24
gennaio 1994, poi sostanzialmente abrogata e sostituita dal Testo Unico della
Finanza (d.l. del 24 febbraio 1998 n. 58). Il FI è una struttura patrimoniale senza
personalità giuridica che deve essere gestita da un intermediario finanziario, la
Società di Gestione del risparmio (Sgr) vigilata dalla Banca d’Italia, in forza di un
contratto di mandato. Almeno i due terzi del patrimonio del fondo devono essere
investiti in beni immobili senza che nessun investimento superi un terzo del
portafoglio. Per i fondi con valore unitario delle quote inferiore a euro 25000
sussiste l’obbligo della quotazione in borsa.
Fino al 2001 il FI si configurava come fondo chiuso fondato sul
riconoscimento ai partecipanti del diritto al rimborso solo alla scadenza, mentre
durante la vita del fondo la liquidabilità dell’investimento era garantita dalla
quotazione sul mercato secondario. Grazie alla legge nr. 410/2001 – e soprattutto
ai provvedimenti applicativi del Ministero dell’Economia e delle Finanze (D.M. 31
gennaio 2003, n. 47, modificativo del D.M. 228/1999) e dalla Banca d’Italia
(Provvedimento del 27 agosto 2003) – è possibile raccogliere il patrimonio di
un fondo mediante più emissioni di quote ed in corrispondenza delle
riaperture può essere prevista la possibilità di rimborso anticipato. Inoltre, la
sottoscrizione delle quote può anche avvenire con apporto di immobili

17 Al 31 marzo 2006 al mercato AIM erano quotate 63 società nel comparto immobiliare, di
   cui 8 non residenti, con una capitalizzazione totale di oltre € 6 mld.

                                                                                      17
Studi di Settore – settembre 2006

                                           anche in situazione di conflitto di interesse18, nel caso in cui la cessione sia
                                           effettuata da soci della Sgr o da società del gruppo di cui fa parte anche l’Sgr.
                                           La riforma ha anche permesso l’utilizzo dell’indebitamento entro il limite
                                           massimo nel 60% del valore degli immobili, dei diritti reali immobiliari e delle
                                           partecipazioni in società immobiliari, nonché nel 20 % degli altri beni in cui risulta
                                           essere investito il patrimonio del fondo. E’ consentito ricorrere all’indebitamento
                                           per eventuali rimborsi anticipati delle quote fino al 10% del valore del fondo.

               Patrimonio dei fondi immobiliari italiani per tipo di investitore e modo di costituzione
              € mn                                                                     € mn
     14000                                                                    14000

     12000                                                                    12000

     10000                                                                    10000
                                                          28
      8000                                                                     8000                                           29*
                                                 11
      6000                                                                     6000                                   10
                                       4
      4000                                                                     4000                          2
                         2
                1                                         23                                       1
                                                 19                                       1
      2000                            14                                       2000                                   20      22*
                10       12                                                                       13         16
                                                                                         10
          0                                                                        0
               2001     2002          2003      2004     2005                           2001     2002     2003       2004     2005

                             Retail     Qualificati                                               Ordinari       Ad apporto

*stime. 2 dei fondi ad apporto sono fondi speculativi
Fonte: Assogestioni

                                           Dal punto di vista fiscale il maggiore cambiamento ha riguardato l’abolizione
                                           della tassazione sostitutiva (in capo al fondo) avvenuta con il d.l. 30 settembre
                                           2003, n. 269 convertito con modificazioni dalla legge 24 novembre 2003, e la

                                           18 In questo caso devono essere rispettate le cautele specificate dall’art. 12-bis, comma 4,
                                              del D.M. n. 228/99 e precisamente che:
                                              “a) il valore del singolo bene oggetto di cessione, acquisto o conferimento non può
                                              superare il 10 per cento del valore del fondo; il totale delle operazioni effettuate, anche
                                              indirettamente, con soci della società di gestione non può superare il 40 per cento del
                                              valore del fondo; il totale delle operazioni effettuate, anche indirettamente, con soci e
                                              con i soggetti appartenenti al loro gruppo rilevante non può superare il 60 per cento del
                                              valore del fondo;
                                              b) dopo la prima emissione di quote, il valore del singolo bene oggetto di cessione,
                                              acquisto o conferimento e in ogni caso il totale delle operazioni effettuate, anche
                                              indirettamente, con soci della società di gestione e con i soggetti appartenenti al loro
                                              gruppo; rilevante non può superare il 10 per cento del valore complessivo del fondo su
                                              base annua;
                                              c) i beni acquistati o venduti dal fondo devono costituire oggetto di relazione di stima
                                              elaborata da esperti aventi i requisiti previsti dall’articolo 17 del presente regolamento;
                                              d) le quote del fondo sottoscritte a fronte dei conferimenti devono essere detenute dal
                                              conferente per un ammontare non inferiore al 30 per cento del valore della
                                              sottoscrizione e per un periodo di almeno due anni dalla data del conferimento. Il
                                              regolamento del fondo disciplina le modalità con le quali i soggetti che effettuano i
                                              conferimenti si impegnano al rispetto dell’obbligo;
                                              e) l’intermediario finanziario di cui al comma 3, lettera b), [intermediario finanziario
                                              incaricato di accertare la compatibilità e la redditività dei conferimenti rispetto alla
                                              politica di gestione in relazione all’attività di sollecitazione all’investimento svolta dal
                                              fondo medesimo nda] non deve appartenere al gruppo del soggetto conferente;
                                              f) la delibera dell’organo di amministrazione della SGR deve illustrare l’interesse del
                                              fondo e dei suoi sottoscrittori all’operazione e va assunta su conforme parere favorevole
                                              dell’organo di controllo.”.

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