Finlandia, riapertura bar e ristoranti: 120 milioni dal governo in compensi diretti ai gestori

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Finlandia, riapertura bar e ristoranti: 120 milioni dal governo in compensi diretti ai gestori
Finlandia, riapertura bar e
ristoranti: 120 milioni dal
governo in compensi diretti
ai gestori
Finlandia, riapertura bar e ristoranti: 120 milioni dal governo in compensi diretti ai gestori
Finlandia, riapertura bar e ristoranti: 120 milioni dal governo in compensi diretti ai gestori
Il governo finlandese ha presentato le regole per la
riapertura dei ristoranti, che come programmato dall’annuncio
dello stato di emergenza, avverrà il primo giugno prossimo. In
sintesi, sono queste:

     Orari di apertura possibili dalle 6 alle 23, le bevande
     alcoliche possono essere servite dalle 9 alle 22
     I ristoranti possono accogliere al loro interno un
     numero di clienti per la metà della loro capienza
     originale; questa limitazione non si applica agli spazi
     all’aperto o terrazze
     In ogni caso gli avventori devono essere a distanza di
     sicurezza uno dall’altro (ma non è specificata la misura
     esatta)
     Tutti i clienti devono essere seduti, non ci sono posti
     in piedi
     Ogni avventore può ordinare e ritirare gli ordini al
     banco, ma i buffet non sono permessi
     I proprietari dei ristoranti sono responsabili
     dell’igienizzazione delle superfici e degli oggetti
     Le regole presentate sono valide per tutto il territorio
     nazionale, ma saranno possibili eccezioni a livello
     locale.

Il Parlamento sta approvando la proposta in queste ore e la
relativa normativa resterebbe in vigore fino a novembre, ma
alcune ordinanze potrebbero cambiare già a inizio estate ed il
governo prevede di riesaminare la situazione nella settimana
della   festa nazionale tipica di giugno, quella di san
Giovanni, detta Juhannus.

I provvedimenti di sostegno
Il governo ha previsto per i ristoratori      un pacchetto di
aiuti per un valore di 120 milioni di euro in compensi diretti
per la riassunzione di dipendenti licenziati e per compensare
la perdita di fatturato derivante dalla crisi del coronavirus.
Finlandia, riapertura bar e ristoranti: 120 milioni dal governo in compensi diretti ai gestori
Il Ministro del Lavoro Tuula Haatainen ha indicato una
tipologia di finanziamento a due livelli per i ristoranti
devastati dalle chiusure forzate per arginare la diffusione
del virus.

Tuula Haatainen
Secondo Haatainen, la prima linea del programma di salvataggio
è una misura di promozione dell’occupazione che offre alle
aziende mille euro per dipendente per incoraggiarle a
riassumere i lavoratori licenziati. Haatainen ha osservato in
una nota che caffetterie, ristoranti e bar sono chiusi dal 4
aprile e che sarebbero rimasti chiusi fino al 31 maggio. Per
poter beneficiare delle sovvenzioni, i ristoratori devono
pagare ai dipendenti almeno 2.500 euro per un periodo di tre
mesi dopo che le restrizioni siano state revocate alla fine di
maggio. Inoltre, le aziende possono ricevere finanziamenti
solo per un massimo di 800 dipendenti e qualsiasi aiuto
speciale per il coronavirus ricevuto in precedenza, sia dai
centri di sviluppo economico locale sia dai loro comuni,
inciderebbe sull’importo che ricevono nell’ambito del nuovo
regime. I ristoranti dovranno rivolgersi ai centri di sviluppo
economico locale o agli uffici di collocamento locali per il
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finanziamento.

Il secondo livello del programma fornisce supporto alle
attività di ristorazione che abbiano dovuto sostenere il
pagamento di costi fissi dopo che il governo ha dichiarato lo
stato di emergenza. Secondo Haatainen, le aziende avrebbero
diritto a un massimo di 500.000 per le vendite perse.
L’importo totale stanziato per questa misura sarebbe di circa
83 milioni di euro. Anche in questo caso, l’eventuale
compensazione sarebbe influenzata da altri finanziamenti
speciali per coronavirus precedentemente resi disponibili dai
centri di sviluppo economico locale o dalla agenzia Business
Finland. Questa forma di supporto non necessiterebbe la
richiesta da parte dei ristoranti, ma verrebbe automaticamente
erogata in base alle stime dei guadagni dalle dichiarazioni
dei redditi per la restituzione IVA depositate presso
l’amministrazione fiscale finlandese.

Nel frattempo, l’Associazione finlandese per l’Ospitalità
MARA, ha dichiarato che gli impegni di finanziamento del
governo non sono soddisfacenti affermando che un impegno per
il regime di sostegno sarebbe dovuto essere almeno di 350
milioni di euro. L’organizzazione ha sottolineato che le
imprese del settore si sono trovate in difficoltà finanziarie
non per colpa loro, e a causa della decisione del governo di
chiudere le attività di ristorazione per frenare la diffusione
del virus. Inoltre, devono aspettare l’estate per riaprire le
porte ai clienti. “Il risarcimento proposto dal governo non è
sufficiente per salvare ristoranti e posti di lavoro. Migliaia
di aziende sul campo si trovano ad affrontare un fallimento
senza colpa “, ha detto MaRa in una nota. A sua volta, il
sindacato del settore dei servizi PAM, ha osservato che due
terzi delle 90.000 persone che lavorano nel settore della
ristorazione sono stati temporaneamente licenziati. “Il
governo ha cercato di lavorare con coscienza e siamo grati che
il supporto sia finalmente disponibile perché è essenziale.
Speriamo che i finanziamenti vengano erogati rapidamente e
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senza problemi“, ha affermato la presidente della PAM Annika
Rönni-Sällinen.Tuttavia ha criticato la lentezza del governo
nel venire in soccorso del settore e ha detto di sperare che
il ritardo non causi il fallimento di imprese.”Il governo deve
anche esser pronto alla possibilità che questo sostegno non
sia necessariamente sufficiente se il numero dei richiedenti e
i costi saranno superiori alle stime. In tal caso sarà
necessario un supporto aggiuntivo” ha aggiunto.

Annika Rönni-Sällinen
Secondo le stime del governo, ci sono circa 9.600 aziende la
cui attività principale è nel settore della ristorazione con
un fatturato stimato in circa 5,2 miliardi di euro all’anno,
se si includono gli attori a tempo parziale.

Equità negli aiuti, dice il Parlamento
Tutti i ristoranti devono poter beneficiare di sussidi causa
coronavirus, afferma la Commissione per le questioni di
diritto costituzionale del Parlamento finlandese stabilendo
che il risarcimento debba essere versato a tutte le aziende
del settore della ristorazione che abbiano subito perdite a
causa del blocco, che devono quindi essere trattate in modo
equo. La Commissione ha valutato i piani per sovvenzionare le
società del settore per perdite subìte durante il blocco da
coronavirus ordinato dal governo. Tutti i ristoranti del paese
sono chiusi dal 4 aprile, ad eccezione di quelli a vendita da
asporto. la Commissione afferma che la Commissione per il
Commercio deve apportare modifiche al disegno di legge del
governo prima di passare alla fase successiva ed ha ribadito
che tutte le imprese che abbiano subìto perdite di fatturato
vendite a causa del blocco devono poter beneficiare di un
risarcimento statale. La Commissione per il Commercio sta
completando la propria posizione sulla questione delle
sovvenzioni ai ristoranti. Anche i ristoranti inattivi
all’inizio del 2020 dovrebbero essere in grado di presentare
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la domanda.

La Commissione Costituzionale afferma che i modelli di
compensazione proposti dal governo sono generalmente
accettabili, ma che dovrebbero essere applicati in modo più
ampio evidenziando che i ristoranti sono spesso piccole
imprese e che la legge proposta così com’è esclude quelli che
non avevano dati comparabili sulle vendite di base da gennaio
e febbraio. Questi potrebbero includere ristoranti,
caffetterie e ristoranti nuovi e stagionali. Il Comitato ha
aggiunto che il supporto per il reimpiego non deve dipendere
dal tipo di status professionale che i lavoratori avevano
prima del licenziamento, affermando inoltre che la Commissione
per il Commercio deve semplificare i regolamenti proposti,
descritti come complicati e difficili da comprendere. Alla
Commissione di Costituzionale in genere spetta l’ultima parola
sull’accettabilità delle proposte dinanzi al Parlamento in
materia costituzionale. È composta da 17 membri rappresentanti
di tutte le parti politiche ed è presieduto dalla deputata
Johanna Ojala-Niemelä, del Partito socialdemocratico del primo
ministro, avvocato di professione.

Johanna Ojala-Niemelä

Zagarolo,                            mobilità
sostenibile:                      primi    10
monopattini                     elettrici   a
Finlandia, riapertura bar e ristoranti: 120 milioni dal governo in compensi diretti ai gestori
disposizione di cittadini,
visitatori e turisti

ZAGAROLO (RM) – Sei parcheggi dislocati nel centro storico e
un totale iniziale di 10 monopattini elettrici da sbloccare
tramite un’app. Sabato 23 Maggio parte “Un nuovo modo di
muoversi a Zagarolo”, il progetto di micromobilità elettrica
che permetterà a cittadini, visitatori e turisti di spostarsi
all’interno del centro storico di Zagarolo attraverso una
mobilità sostenibile.

Sabato 23 Maggio sarà possibile provare ad utilizzare il
monopattino nel Piazzale del Mercato di Zagarolo (Viale del
Formale, dalle ore 8.00 alle ore 13.00) in una mattinata
all’insegna della dimostrazione, in compagnia dei ragazzi del
Consiglio Comunale dei Giovani di Zagarolo.
Finlandia, riapertura bar e ristoranti: 120 milioni dal governo in compensi diretti ai gestori
Simeone   (FI), misure  di
maggior sostegno economico
per Fondi

La giunta regionale interloquisce con il governo nazionale per
il riconoscimento ufficiale della “zona rossa” di Fondi.

Simeone: “In questa maniera al Comune di Fondi saranno
destinate misure di maggior sostegno economico per le imprese
e le famiglie, già riconosciute a livello governativo agli
altri comuni d’Italia sottoposti alle medesime misure
restrittive”.

 Question time, la mia interrogazione:❌ MISURE DI SOSTEGNO
 ECONOMICO COMUNE DI FONDI ❌? La risposta del Vicepresidente
 LeodoriLa giunta regionale sta interloquendo con il governo
 nazionale per il riconoscimento ufficiale della “zona rossa”
Finlandia, riapertura bar e ristoranti: 120 milioni dal governo in compensi diretti ai gestori
di Fondi. In questa maniera al Comune di Fondi saranno
 destinate misure di maggior sostegno economico per le imprese
 e le famiglie, già riconosciute a livello governativo agli
 altri comuni d’Italia sottoposti alle medesime misure
 restrittive. Il mio intervento di oggi in aula ?

 Pubblicato da Giuseppe Pino Simeone su Mercoledì 20 maggio
 2020

Conti quotidiani… bambole non
c’e’ una lira

L’ef-ficienza è quel fattore astratto che denota, in chi lo
possiede e lo mette in pratica, la capacità di ben operare e
risolvere problemi.

Al contrario, la de-ficienza contraddistingue persone inette e
incapaci, buone soltanto a creare problemi invece che a
risolverli.

Senza voler dare del de-ficiente al nostro governo, abbiamo
visto, in questi ultimi tempi, in cui abbiamo potuto
confrontare le sue capacità con quelle di altri paesi, che la
nostra nazionale ef-ficienza è assolutamente de-ficitaria.

Siamo partiti in tromba, circa tre mesi fa, con i proclami di
un Presidente del Consiglio ben scritti – ogni volta pareva la
comparsa di un processo penale, ma tant’è, il nostro
dichiarasi avvocato da se stesso, in più di tutti gli
Italiani – e letti con quel sussiego e quella pacatezza che
dietro il vuoto delle enunciazioni facevano intendere chissà
quale organizzazione antivirus: il salvataggio dei patri lidi
– o del suolo patrio, fate un po’ voi. Girandole di miliardi
stanziati, o in animo di stanziare ci hanno ubriacati – noi
poveri pensionati, impiegati, commercianti, parrucchieri,
baristi, salumieri, fruttivendoli,     tabaccai, casalinghe,
meccanici, gommisti, elettrauto,       carrozzieri, operai,
contadini, che di miliardi avevamo solo sentito parlare a
proposito di Soros, Rockfeller, Rotschild, Bill Gates, Mark
Zuckerberg, Agnelli, e via così.

Quei miliardi – quaranta, cinquanta, cento, cinquecento,
millecinquecento, addirittura duemilacinquecento – pareva
dovessero calare sugli Italiani e sulla nazione dall’Unione
Europea come un lenzuolo che avrebbe messo fine alle nostre
sofferenze economiche e di salute. Che già si paventavano con
le prime chiusure ermetiche: tutti a casa, tutti con
(inesistenti) mascherine, guanti, gel igienizzante. Ma
soprattutto – per carità! – tutti a casa!

Specialmente gli anziani. I quali non sono una razza a parte,
come appare quando si parla di loro, ma cittadini che, finchè
camminano e respirano, sono vivi, e sono come gli altri. Hanno
solo qualcosa in più degli altri, conoscono gli uomini – anche
se talvolta si fanno fregare – e hanno un prezioso bagaglio di
esperienze.
Bisogna però intendersi – facendo un passetto indietro – sul
significato di ‘stanziati’. Stanziare una cifra significa che
io voglio comprare un’auto nuova, magari una Bentley Azure,
che costa qualche centinaio di migliaia di euro. Perché la
voglio comprare? È irrilevante: è un’auto perfetta, uno
status-symbol, anche se costa più di bollo che di carburante,
è soggetta ai furti, e in più non la puoi lasciare per strada,
devi avere un garage di cui pagare l’affitto. Ma se la mia
pensione di autonomo non raggiunge i mille euro, e già ho un
prestito con la mia banca che ho dovuto accendere perché
dovevo pagare il dentista (senza denti non si mangia), come
farò a ‘comprare’ una Bentley full-optional? Semplice, non la
compro. Però nessuno mi può impedire di ‘stanziare’ la somma
necessaria. Quindi fra ‘stanziare’ e ‘mettere a disposizione’
ce ne corre! Bene, molto semplicemente è ciò che ha fatto il
nostro governo, nella persona del presidente del Consiglio
Giuseppi Conte. Grandi proclami e niente ciccia, solo fuffa.
Una volta spentasi nell’aria l’eco proclamatorio, s’è
presentato il problema di reperire fisicamente i miliardi
‘stanziati’, solo virtuali.

Ma i nostri governanti hanno alle spalle una lunga tradizione:
quella di rendere inafferrabili denari che loro proclamano
(perdonate la ripetizione, ma è l’unico verbo adatto) di voler
elargire con grande munificenza ai cittadini. E come si fa?
Semplice, ancora più semplice del solo virtuale stanziamento:
con la BUROCRAZIA! Quella parola che solo a sentirla fa
indietreggiare anche i più benintenzionati. Quell’apparato che
è più impenetrabile di Fort Knox. Quel muro di gomma (dura)
che ti scoraggia appena senti quanti adempimenti devi
soddisfare per poter: avere il denaro? Certo che no! Solo per
presentare una domanda che, foglio, o fogli di carta, andrà in
un cestino di pratiche in arrivo, in mezzo ad altri fogli di
carta, o cartelline (che ti sono costate di commercialista, di
tempo, di fatica e di notti insonni), con poca o nessuna
speranza: di ottenere il denaro? Nooo! Che qualcuno legga quei
fogli! Magari un impiegato annoiato dal troppo ozio, che
decide, fra un caffè e un cappuccino con brioche (la pausa a
metà mattinata è contemplata sindacalmente, quindi guai a
negarla) di aprire a caso – tipo Superenalotto, con le stesse
probabilità di vincita – una cartellina, che tu, nelle tue
preghiere serali, prima di addormentarti, preghi che sia la
tua.

L’efficienza di un Burosauro (impiegato addetto alla
burocrazia, e a renderla sempre più ef-ficiente, cioè che
respinga il maggior numero di pratiche nel tempo più lungo
possibile) si misura appunto in quello, che a fine del mese,
del semestre o dell’anno, avrà un premio di produzione, o uno
scatto di avanzamento. Il Burosauro (animale preistorico che
ancora sopravvive dal pleistocene) che avrà respinto un
maggior numero di pratiche, appunto, nel tempo più lungo
possibile.

Così da scoraggiare quanti altri volessero tentare la
temeraria impresa di presentare una pratica di finanziamento a
fondo perduto – quella tanto strombazzata in televisione da
chi-sappiamo-noi – che annunciava lo stanziamento di somme
iperboliche e fantastiche – rimaste infatti nella fantasia di
chi le ha progettate. La realtà, scherzi a parte – ma non
tanto – è che lo Stato non è riuscito (!) a far giungere a chi
di dovere il denaro promesso, mettendo molti nella condizione
che avevo prospettato qualche editoriale fa, cioè con un dotto
francesismo: “Sono cazzi nostri”.

Chi ha voluto riaprire, chi ha voluto adeguarsi alle nuove
anche capotiche disposizioni, chi ha voluto non chiudere la
propria attività, unica fonte di guadagno per sé e la sua
famiglia, ha dovuto pensarci da solo. (Non è una novità:
questo si è già visto alcuni lustri or sono, in occasione di
vari terremoti, segnatamente quello del Friuli e via
discorrendo; mentre i terremotati di Gibellina del 1945 vivono
ancora nelle baracche). Allora, che dire? In Gran Bretagna –
ricordate la Brexit? – i commercianti hanno ricevuto 10.000
sterline in quattro giorni, a fondo perduto, più la
possibilità di un finanziamento bancario – lì le banche
funzionano, perché dare i soldi è il loro mestiere; in Italia
vanno a rovescio – soltanto presentando i documenti di
identità e forse quello che potrebbe essere un certificato di
esistenza in vita (scherzo), senza domande e senza burocrazia.
In Polonia, ha detto oggi la Gelmini in Parlamento, i soldi
sono arrivati subito, ma soprattutto sono arrivati a fondo
perduto. Da noi si parla di prestiti, e Deo gratias perché
quei pochi fortunati (!) che riusciranno ad arrivare al
traguardo potranno usufruire di un periodo più lungo per la
restituzione. Naturalmente di fondo perduto non si parla.

Le vittime di questa pandemia non saranno solo quelle
ospedalizzate (soprattutto perché la terapia pare sia stata
sbagliata in esordio, non trattandosi di un’affezione
polmonare ma cardiaca, e quindi i ventilatori polmonari
sarebbero stati soldi spesi a vuoto), ma a quelle vanno
aggiunti tutti coloro che non potranno riaprire le loro
attività depauperando la nostra nazione di un tessuto
imprenditoriale prezioso, e non solo in termini culturali.
Oggi Giuseppi continuava a dire che dopo questa pandemia
l’Italia avrà una fase di rinnovamento: speriamo che non sia
quella di ‘via uno, sotto l’altro’, cioè ‘via gli anziani (al
cimitero) e sotto gli immigrati’. I quali, rincuorati dal
provvedimento     della   Bellanova,   e   incoraggiati
istituzionalmente, sono scesi in manipolo per strada per
chiedere diritti. Ma doveri quando?

Insomma, delle sedute trasmesse oggi in Senato e alla Camera
il Tiggì della Rai ha dato scarne e orientate – nonché monche
– notizie e interpretazioni. È stato, infatti, enfatizzato il
vuoto intervento dell’on Fiano, che ha ripetuto alcune ovvietà
a proposito del Coronavirus, degli infermieri e dei medici.
Evidentemente non aveva altro da dire. Anche perché non c’era
da dir nulla, dalla sua parte. Chi invece ha detto qualcosa, e
più di qualcosa, è stato il capogruppo della Lega Molinari,
che punto per punto ha attaccato Conte e la politica de-
ficitaria di questo governo, mentre il premier, trincerato
dietro la sua mascherina, (che non si sa perché l’avesse,
visto che la persona più vicina a lui era a più d’un metro)
faceva (absit iniuria) il pesce in barile. Molto incisivi
anche gli interventi della on. Gelmini e di Giorgia Meloni –
come non condividerli, specialmente dopo quello di un
Cinquestelle di cui non cito il nome per carità cristiana?
Così stanno le cose.

Bonafede si è salvato, e con lui il governo, perché Conte ha
praticamente ‘messo la fiducia’ sul fatto che le mozioni di
sfiducia venissero bocciate. Che cioè, se Bonafede fosse stato
sfiduciato, il governo sarebbe caduto. Cosa che non conviene
certo a tutti coloro che lo compongono, per motivi vari: non
ultimo quello di conseguire una legislatura completa ai fini
pensionistici. Il che la dice lunga su questi personaggi. Se è
vero che ognuno ha il governo che si merita, devo dire che
siamo stati molto cattivi. Una compagine, tranne qualcuno, che
ricorda il bel film con Vittorio Gassman “Brancaleone alla
crociate”.

Due parole a proposito della burocrazia e dei suoi mostri
preistorici. Se le chicanes burocratiche sono state inventate,
all’inizio, per evitare che il denaro pubblico venisse
insidiato da appartenenti alla malavita organizzata, devo dire
che oggi la malavita organizzata è molto più brava del privato
cittadino ad evitarne i rigori. Mentre l’uomo onesto rimane
impigliato nelle panie di leggi e leggine, adempimenti e
clausole che gli impediscono, antidemocraticamente, di
ottenere ciò che gli spetta per diritto. Si dice che è meglio
un colpevole libero, che un innocente in galera. Allora,
meglio che un po’ di sovvenzioni vadano a chi non le merita,
piuttosto che chi ne ha diritto ne sia privato. Abbiamo anche
la possibilità, in appresso, di sanzionare chi si è comportato
in modo scorretto, con le nostre Forze dell’Ordine. Allora,
piuttosto che ‘riformare’ la burocrazia, come dice di voler
fare Conte, meglio abolirla del tutto; almeno in questo
periodo eccezionale. I conti con Conte– scusate il bisticcio
di parole-, li faremo dopo. Ma non si può sommare ai morti
ospedalieri quelli del commercio e della libera iniziativa,
quelli chi si sono suicidati perché non ce la facevano ad
andare avanti: quelli, oltretutto, che hanno dovuto rinunciare
anche alla loro dignità pur di procurarsi un piatto di
minestra. E sono tanti!

TMB Rocca Cencia, il M5S fa
harakiri:         “Comitati
sciacalli”.    L’ira    dei
cittadini

Scontrarsi è nel DNA del dibattito politico, ma quando vengono
superati i limiti della decenza e volano insulti gratuiti e
ingiustificati il cuore pulsante della democrazia si ferma e
la discussione diventa altra cosa, da condannare senza mezzi
termini.

Peggio ancora se a inquinare il confronto, anche se aspro,
sono i rappresentanti delle Istituzioni, che, insomma,
dovrebbero essere al di sopra delle logiche partitiche.

Ma il M5S del Municipio VI forse la pensa diversamente e pur
di aver ragione ricorre a un linguaggio che svilisce
l’immagine dello stesso Ente territoriale.

Martedì scorso il Comitato Periferie Roma Est tornava,
sull’annosa problematica dei miasmi del TMB Ama di Rocca
Cencia, sottolineando preoccupazione, incertezze e
responsabilità. “Tre parole chiave”, recita il comunicato,
“del momento storico che stiamo vivendo e che ci immettono
nella ripartenza della nostra città, ovviamente rispettando il
distanziamento sociale e l’uso responsabile delle mascherine.
Peccato che gli eroici cittadini del Municipio oltre a
sopravvivere al COVID19 devono fare i conti con la puzza e i
miasmi che con il caldo della stagione estiva tornano
prepotentemente e puntuali a farci compagnia. Nei giorni
scorsi è arrivato l’antipasto”.

“A che punto siete con il cronoprogramma dopo 4 (quattro)
anni?”, domanda a questo punto il Comitato, “e le isole
ecologiche?”. “Apprendiamo le dichiarazioni dell’assessore
[municipale, ndr] Ziantoni e del consigliere Tassi, vere e
proprie dichiarazione di resa miste a flebili segnali di
facciata per salvare il salvabile. Gli esponenti pentastellati
ammettono che gli impegni presi con i cittadini sulla
riqualificazione del quadrante non sono stati rispettati e le
parole della Sindaca [Virginia Raggi, ndr] “e poi Rocca Cencia
deve chiudere”, lettera morta”. “Signori non c’è più niente da
salvare se non la vostra rispettabilità, a questo punto le
vostre dimissioni diventano di fatto un atto dovuto nel
rispetto dei cittadini”.
Una critica certamente dura, ma che rispecchia l’esasperazione
degli abitanti non solo delle zone intorno allo stabilimento.
Dove riecheggiano, funestamente, le dichiarazioni della
dottoressa Paola Michelozzi, Direttore dell’Unità di
epidemiologia ambientale del Servizio sanitario del Lazio,
rilasciate circa sette mesi ai microfoni di Massimiliano
Andreetta, autore di un’inchiesta televisiva per la
trasmissione “Piazza Pulita”. “A Rocca Cencia vivono circa 250
mila persone. Per loro le aspettative di vita alla nascita
sono di tre anni inferiori rispetto a chi nasce e vive nel
centro della città. In una zona in cui le polveri sottili
(Pm10) sono così tanto e così di frequente al di sopra dei
limiti aumenta, e di molto, il rischio di ammalarsi di tumore.
Dalle nostre rilevazioni il fattore di rischio a Rocca Cencia
si aggira tra l’11 e il 21% in più. Ovvero 9 punti percentuali
sopra la media. Anche gli animali non hanno scampo“. Che dire?

Gli animi si scaldano, all’indomani della nota arriva la
risposta sulla pagina facebook “Ambiente e Mobilità VI
Municipio”, con tanto di logo del MoVimento. “Con la
riapertura delle prime attività e l’aumento di rifiuti
indifferenziati prodotto da guanti, mascherine e imballaggi
usa e getta, la chiusura di Rocca Cencia diventa sempre più
urgente. Come Municipio abbiamo votato un indirizzo politico e
delineata una strategia, condivisa con la maggioranza
capitolina. Ora la Sindaca passi ai fatti. L’estate non è
ancora arrivata e il puzzo di questi giorni ci ricorda anni di
battaglie e di diritti negati. Sia chiaro agli sciacalli del
web e ai “PORTATORI DI ACQUA” delle prossime elezioni che le
pubbliche dichiarazioni, da sempre rilasciate sul tema, non
saranno, come non lo sono mai state, una dichiarazione di
resa, ma un monito per il centro. Sulla chiusura di Rocca
Cencia nessun partito si è mai esposto e nessun Municipio,
prima di questa Amministrazione, si era fatto parte attiva
nella proposta di superamento degli impianti. Il nostro lavoro
in Campidoglio e in Regione prosegue a testa alta e con le
mani libere!” E il boomerang è servito.
Chi è l’autore? Chi si nasconde dietro a questa pagina? E chi
modera i messaggi? L’assessore all’ambiente? Il presidente o
altri membri della commissione? Bocche cucite per il momento e
nessuna presa di distanza. Neanche dal Presidente del
Municipio Roberto Romanella che dovrebbe essere il garante di
tutti i cittadini, dato il ruolo ricoperto. Le ragioni della
maggioranza potrebbero pure essere sensate, ma apostrofare con
il termine “sciacalli” fa cadere tutto. Come si può
raggiungere un punto così basso, come si può rivolgere un
epiteto del genere, seppur implicitamente, a un Comitato che
volente o nolente rappresenta il sentimento popolare. È
sinonimo di debolezza, è la risposta di chi si trova in
difficoltà e non sa come uscirne. È un segnale osceno, triste,
che inquina la democrazia, che offende l’intelligenza di
coloro i quali hanno perso i cari o che lottano per salvarsi
dal cancro e hanno risposto in quel Comitato, come agli altri,
ogni speranza. Perché di cancro si muore a Rocca Cencia, è
inutile nasconderselo. A causa dell’area disgraziata che si
respira da quelle parti. O si vuole negare anche questo?

“Vergognoso”, scrive Vincenzo D. sotto al post, «avete fatto
una manifestazione contro lo stabilimento, prendendo in giro i
cittadini, ora che amministrate non siete riusciti a aprire
una sola isola ecologica nel Municipio. E vi permettete di
accusare cittadini di portatori di acqua e sciacallaggio? Le
proverete tutte perché sapete che siete arrivati al capolinea.
Razza di incapaci e arroganti”. “Per chiedere la chiusura di
Rocca Cencia, serve un’alternativa. Quale sarebbe
l’alternativa?”, domanda Giuseppe L. “in 4 anni andava buttata
giù quanto meno una bozza di alternative; ad oggi cosa
abbiamo? Vi ricordo che il TBM del Salario è fuori uso e,
tutti o quasi i rifiuti della Capitale si riversano qui”. “Il
Municipio dice che AMA non ascolta”, rimprovera Cinzia Q.,
“Ama che la Sindaca non sente, la Sindaca che la Regione è
sorda, la Regione che il Governo non da strumenti, e….venne il
gatto che mangiò il topo. Vergognatevi tutti, da chi non si fa
sentire a chi non sente, perché la puzza quella sì che la
sentiamo”. Sdegno e di disapprovazioni anche dai sostenitori
del M5S, come quello di Pirro S. “Trovo molta confusione in
queste righe, per alcuni tratti sembra un post fatto da un
gruppo di opposizione, quando invece fate parte della stessa
squadra. Su Rocca Cencia ci credevate, quando manifestavamo
tutti insieme, credevate in un progetto che ora sta fallendo:
non ci siete riusciti, la colpa è vostra e del Capidoglio”. E
ancora, “Avete usato Rocca Cencia per prendere i voti”,
prosegue il messaggio, “ma, ripeto, avete fallito”.

“Dopo 4 anni di rimpalli, chiacchiere, bilanci non approvati e
passati a fare il gioco delle parti, siamo ancora al punto di
partenza”, attacca il Pd municipale, “l’assurdità è che da una
pagina social, che sembrerebbe ufficiale, di una commissione
permanente consiliare del VI, che andrebbe promossa e gestita
per fini informativi istituzionali, se tale, si faccia spinta
propaganda politica di basso livello fino al punto di
attaccare i cittadini che in queste ore stanno solo
rivendicando legittimamente e giustamente i propri diritti. Un
atto del genere su un canale (pseudo) istituzionale,
sprezzante e offensivo nei confronti dei cittadini del VI, non
fa che testimoniare lo stato tutt’altro che lucido di una
maggioranza che, dopo anni di gestione amministrativa
impalpabile salvo che per i risultati scarsissimi e al
ribasso, ormai, presa dalla disperazione e dalla
consapevolezza di aver fallito». «Questi teatrini sono
svilenti e rispecchiano il livello di discussione. Le
responsabilità degli impianti», chiarisce la nota, «sono in
capo dall’ente locale di riferimento (per bacini) e quindi,
per il nostro caso, a Roma Capitale». «Prima i cittadini e
comitati erano amici, ora che sanno di aver perso consenso nei
territori, definiscono gli stessi sciacalli», rincara la
consigliera capitolina Svetlana Celli, capogruppo della Lista
Civica RTR, “è un’Amministrazione alla deriva, municipale e
comunale, priva di una programmazione seria. La politica sui
rifiuti è mancante in tutto, volevano chiudere l’impianto e
oggi hanno ripristinato i cassonetti per le strada, mandando
in fumo la differenziata. Manca un piano industriale
specifico. Abbiano il coraggio di assumersi le proprie
responsabilità e di tacere”.

Dal Comitato Periferie Roma Est, il Presidente Marco Manna
definisce il messaggio “assurdo e incomprensibile. Una cosa
mai vista prima. La maggioranza 5 stelle del VI Municipio di
Roma usa una pagina Facebook con profilo “commissione ambiente
e mobilità VI municipio “ per attaccare i cittadini rei di
aver ritenuto fallimentare l’esperienza amministrativa dopo le
false promesse,gli inutili slogan e l’imminente ritorno della
puzza derivante dal polo industriale di Rocca Cencia”. “I
signori che oggi sono chiamati alla responsabilità di portare
risultati concreti sul problema dei miasmi del polo
industriale di Rocca Cencia», prosegue, “dopo essersi visti
abbandonati dalla loro Sindaca pensano bene di prendersela con
i cittadini. Comprendiamo il loro senso di inadeguatezza e la
frustrazione che stanno vivendo, ma lasciate stare i cittadini
e la loro libertà di denunciare il vostro fallimento, che
resta un dato di fatto e non un opinione. Leggere insulti e
illazioni a particolarismi ci inorridisce e ci lascia
sgomenti. Smettetela di giocare a fare l’opposizione, abbiate
rispetto per i cittadini. Ricordatevi chi siete, cosa avete
fatto, da dove venite e abbiate la decenza di ritirare il
comunicato». “Purtroppo si avvicina l’estate, che si prospetta
diversa dalle precedenti», fa eco il vicepresidente Flavio
Mancini, «forse peggio, dato che, come scritto nel post della
commissione ambiente, con mascherine guanti e materiale usa e
getta, l’indifferenziata aumenterà. I cittadini sono
rassegnati e non è giusto: chi gli aveva promesso la chiusura,
oggi li incolpa di essere portatori d’acqua non si sa di chi.
Se il comune centrale non li ascolta, sarebbe il caso che
togliessero il disturbo”.

Bracciano, il sindaco sulla
concessione     di     suolo
pubblico:   “Procedure   più
snelle e garanzia del decoro
urbano.   Altre  misure   in
campo”
BRACCIANO   (RM)   –   Al   via   a   Bracciano   il   processo   di
semplificazione per facilitare l’occupazione del suolo
pubblico da parte dei gestori di esercizi commerciali e
garantire il decoro urbano attraverso delle indicazioni di
massima che uniformino le scelte degli esercenti per un colpo
d’occhio ordinato e degno delle migliori città che fanno
dell’accoglienza un biglietto da visita.

Dal 31 maggio e fino al 31 ottobre 2020 le domande di nuove
concessioni per l’occupazione di suolo pubblico, ovvero di
ampliamento delle superfici già concesse sono presentate
mediante istanza all’ufficio Patrimonio con allegata la sola
planimetria per via telematica e se entro 15 giorni gli uffici
non rispondono varrà il silenzio assenso secondo la normativa
di legge e per agevolare e accelerare tutti gli iter.

L’occupazione dello spazio pubblico deve avvenire rispettando
le norme di sicurezza e distanziamento, pena sanzione
pecuniaria, e senza creare ostacolo al passaggio delle persone
e dei mezzi di sicurezza.
Il Sindaco Armando Tondinelli mette in campo un altro
incentivo per permettere una veloce ripartenza alle attività
commerciali: “In un periodo emergenziale come questo – dice
Tondinelli – bisogna garantire una burocrazia più snella che
non ostacoli gli esercenti ma permetta loro di rimettersi in
piedi velocemente. Mettere in campo autorizzazioni
semplificate nella concessione del suolo pubblico significa
dare respiro alle attività di Bracciano e consentire loro di
garantire il distanziamento in periodo di Coronavirus. Stiamo
facendo il massimo per agevolare il comparto turistico e delle
attività produttive e continueremo con le misure di sostegno
affinché la nostra città continui a dare il buon esempio”.

Come garantire il decoro urbano con le nuove concessioni? Ad
esempio, le zone autorizzate all’occupazione di suolo potranno
essere coperte solo con ombrelloni con struttura in legno e
telo di colore bianco o ecrù di forma quadrata o rettangolare,
senza scritte pubblicitarie che non siano il nome del locale.
O in alternativa gli esercenti della stessa via o piazza
potranno mettersi d’accordo su un colore alternativo che deve
comunque intonarsi con l’ambiente ed essere approvato
dall’ufficio competente. Resta fermo il fatto che per non
gravare sulle spese degli esercenti, fino al 31 ottobre,
potranno utilizzare gli ombrelloni di cui dispongono, sedie e
quant’altro per avere il giusto tempo di uniformarsi
gradualmente alle indicazioni del Comune. Tutte le
informazioni sono disponibili sul sito istituzionale del
Comune di Bracciano.

Nemi,         variante al PRG del
2005:         il Tar chiede nuove
memorie al Comune e a Italia
Nostra

NEMI (RM) – La Variante al Piano Regolatore di Nemi del 2005
potrebbe essere annullata dal Tribunale Amministrativo del
Lazio a causa del ricorso proposto da Italia Nostra.

Una questione che va avanti ormai da 15 anni e per la quale i
giudici amministrativi lo scorso 13 maggio hanno richiesto
alle parti in causa di produrre altre memorie in quanto sono
stati già rilevati diversi profili di inammissibilità ed
improcedibilità per quanto riguarda alcune delle motivazioni
proposte dall’associazione ricorrente che oggi appaiono
superate nelle more del giudizio.

I giudici del Tar si sono dunque riservati di decidere nel
merito una volta visionate le nuove memorie che dovranno
essere depositate entro 30 giorni dalla notifica
dell’ordinanza alle parti.

Roma,   colpo    alle   mafie
ambientali legate ai nomadi:
27 persone finite in manette

ROMA – 27 persone finite in manette per traffico illecito di
rifiuti, riciclaggio e auto-riciclaggio. Questo il risultato
dell’operazione portata avanti questa notte dai Carabinieri
della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Roma
insieme ai militari del Comando Provinciale della Guardia di
Finanza di Latina, ai Carabinieri Forestali di Roma e Latina e
agli agenti della Polizia Locale e della Città Metropolitana
di Roma Capitale.

Gli uomini delle forze dell’ordine hanno eseguito nella
mattinata di oggi l’ordinanza di custodia cautelare e
sequestro preventivo emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di
Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale
Antimafia, nei confronti di 27 persone di cui 14 in carcere e
13 agli arresti domiciliari per reati di traffico illecito di
rifiuti, riciclaggio e autoriciclaggio.
“Un plauso ai caschi bianchi romani che questa notte, in
sinergia con altre forze dell’ordine hanno inferto un
durissimo colpo alle mafie ambientali legate al mondo dei
nomadi eseguendo 27 arresti tra i campi di via di salone, via
salviati e cisterna di latina. – Commenta il coordinatore
dell’Ugl della polizia Locale di Roma, Marco Milani – Le
misure, disposte dalla Direzione Distrettuale Antimafia, –
prosegue Milani – sono giunte a conclusione di complesse
indagini, condotte con l’ausilio della più sofisticata
tecnologia, cui il Corpo di Polizia Locale di Roma Capitale,
ha partecipato sin dal primo momento. Attivitá come queste,
unite allo straordinario apporto circa la presenza sul
territorio e la capacita di controllo dello stesso, ampiamente
evidenziate in questi mesi di emergenza Covid 19, dimostrano
ancora una volta la necessità di una legge di riforma, che
equipari la categoria alle altre forze dell’ordine,
valorizzando le potenzialità degli oltre 60.000 Poliziotti
Locali d’ Italia, a beneficio della sicurezza dei cittadini”.

Tv   pirata   su  internet:
oscurati 10 siti web

Oscurati 10 siti web che consentivano l’accesso abusivo a
contenuti audiovisivi non autorizzati, in particolare eventi
sportivi, ad un numero indeterminato di utenti finali.

Il provvedimento di sequestro preventivo è stato preso dal Gip
del Tribunale di Roma su richiesta della Procura a seguito
dell’indagine portata avanti dal Nucleo Speciale Beni e
Servizi della Guardia di Finanza che lo scorso mese di gennaio
ha portato al blocco di 15 collegamenti web utilizzati per la
visione di contenuti multimediali ad accesso condizionato
mediante la metodologia denominata IPTV.

I militari hanno sviluppato gli elementi acquisiti a suo tempo
da una denuncia/querela presentata dalla Lega Nazionale
Professionisti di Serie A, contitolare, unitamente alle
singole squadre organizzatrici delle partite di calcio, dei
diritti audiovisivi relativi a tutti gli eventi disputati
nelle competizioni di cui la stessa è organizzatrice
(Campionato di Serie A Tim, Coppa Italia, Supercoppa e
Competizioni Primavera).

Frascati, antenna Tim a via
Consalvi: il Tar dice no

FRASCATI (RM) – Il Tar Lazio dice no a Tim riguardo la
realizzazione di una stazione radio nel Comune di Frascati
denominata “Frascati Armetta” – Località Parcheggio Multipiano
dell’Ombrellino – Via Consalvi.

I magistrati amministrativi hanno definitivamente decretato
l’estinzione del ricorso inizialmente promosso da Telecom
Italia Spa contro il Parco dei Castelli Romani che aveva
negato il nulla osta per la realizzazione dell’impianto.

Si chiude così definitivamente la vicenda dell’altissimo
traliccio di Via Consalvi a Frascati che rischiava di essere
installato in mezzo a tre Ville rinascimentali nonostante
vincoli e divieti lo impedissero.
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