Festival di Sanremo 2017: scenografia
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Festival di Sanremo 2017: com’è la scenografia progettata dall’architetto Bocchini Un semplice “pop up” tecnologico per trasformare il teatro in una music hall dal respiro internazionale e contemporaneo. È questa l’idea alla base della scenografia che farà da sfondo al Festival di Sanremo 2017, in programma nella cittadina ligure dal 7 all’11 febbraio 2017. Responsabile dell’aspetto ‘architettonico’ del palco che sarà oggetto dell’attenzione di milioni di telespettatori è, per il terzo anno consecutivo, l’architetto romano Riccardo Bocchini, uno specialista della progettazione per la comunicazione, della multimedialità e dello stage design. Bocchini lavora al Festival della canzone italiana per il terzo anno di fila, in coincidenza con il mandato di direttore artistico assegnato a Carlo Conti. La collaborazione con il presentatore toscano risale a quasi un decennio prima del suo approdo in Riviera: Bocchini cura il progetto scenografico di I migliori anni, uno dei cavalli di battaglia di Conti, fin dal 2007, e realizzerà anche i set per le fortunate trasmissioni di prime time Tale e Quale Show e Si può fare. Già dal 2003, tuttavia, Bocchini ‘spazializza’ il preserale della rete principale pubblica italiana: anche il set del quiz Affari tuoi, infatti, è a sua firma, per quasi quindici anni. Bocchini può vantare in cv anche l’art direction della cerimonia finale dei mondiali di nuoto di Roma nel 2009, nonché il recente successo Stasera Casa Mika, andato in onda su Rai 2 nel 2016.
La scenografia di Stasera Casa Mika, in onda su Rai 2 nel 2016, caratterizzata da esasperazione di proporzioni degli oggetti, lettering eccessivo e un senso di artificio della scena deliberatamente mostrato al pubblico – fonte: Riccardobocchini.it I lavori per la tv dell’architetto, classe 1958, assumono coerenza se visti in uno sguardo d’insieme. È evidente la corposa ricerca sull’espediente tecnologico, l’effetto visivo, l’ampio uso di video mapping, il tutto secondo una modalità omogenea di stimoli oculari e spaziali, al punto che il Sanremo di Carlo Conti appare, attraverso lo schermo, perfettamente in linea con le sue trasmissioni di prima serata.
Festival di Sanremo 2016, scenografia e motion graphics di Riccardo Bocchini. I segni verticali proiettati sul videowall si compenetrano agli elementi architettonici concreti, come la scala che conduce dal palco alla galleria, in un gioco sfrenato di elementi astratti in dialogo tra loro. Fonte foto: Riccardobocchini.it Di fronte alla sfida di dover far apparire grandi i piccoli studi televisivi – che, va precisato, è soprattutto una sfida della regia – Bocchini essenzializza i fronzoli, svuota il palco dal superfluo, toglie, progetta meccanismi a scomparsa; per compensare gli elementi in meno, utilizza tutto ciò che la tecnologia contemporanea gli consente per alterare la percezione di chi guarda, stimolandone la spettacolarità.
Sanremo 2016. L’uso del videowall e i riflessi sulle pavimentazioni vetrate, combinate alle immagini proiettate sul pavimento stesso, consentono di compensare l’evidente essenzializzazione degli elementi fisici sul palco. L’effetto è suggestivo, e altera la percezione complessiva delle dimensioni – Fonte foto: Riccardobocchini.it Ampi videowall proiettano giochi cromatici coraggiosi, pavimentazioni svelano testi e scritte mobili, i colori vividi e fluo creano un senso di stordimento, che talvolta ricorda Las Vegas. Tutto quanto, paradossalmente, parte da elementi di estrema semplicità, anche qui in linea con lo stile essenziale e mai strabordante della conduzione a cui è associato. Di Sanremo 2017 è disponibile al momento solo un’immagine, che però lascia chiaramente intendere che le scelte progettuali non stravolgeranno quelle fatte in precedenza. Clicca di seguito la foto per vederla alla massima risoluzione disponibile. Photogallery Fonte: Riccardobocchini.it
Chiudi Fonte di ispirazione, spiega Bocchini è un piccolo oggetto, un semplicissimo pop up realizzato con un cartoncino ed una fustella. Da qui nasce il segno progettuale, una linea continua che vuole “trasformare il teatro Ariston in una suggestiva Music-Hall, un segno planimetrico che abbia l’intento di dare un continuum progettuale tra palco e platea, tra fronte scena e controcampo e che offra una lettura cubista, evidenziata quindi da una tridimensionalità che permetta allo spazio rappresentato di essere osservato da molteplici punti di vista: l’idea è quella di rappresentare lo spazio scenico come un grande pop up, visto da angolazioni diverse, che si trasforma in un gioco progettuale del tutto originale dove la scenografia si unisce alla grafica ed alla tecnologia”. Ancora Bocchini, sul suo sito, spiega: “Il progetto è caratterizzato da scomposizioni e ricomposizioni dell’oggetto, rompendo l’unicità del punto di vista. La risoluzione dell’immagine appare con la trama di angoli e piani prospettici incrociati. La percezione come in un quadro cubista cambia, non si limita ad uno sguardo, ma implica l’indagine approfondita sulla struttura delle cose e sul loro funzionamento. Tutti i manufatti scenografici siano di ferro, di stoffa, di tecnologia, si frammentano, si comprimono, si estendono sempre da un unico elemento che è la lamella che forma il pop up. Questi movimenti ideali trovano la consacrazione nel movimento reale della parte centrale, la scala.” Il pop up si concretizza al centro del fronte della scena, in una forma iper tecnologica, con le lamelle nelle parti laterali, in sincronia con quelle centrali, a dare vita a una scala motorizzata. La soluzione tecnica sarà attivata da venti motori elettromeccanici che permetteranno alla scala, sia dei movimenti sincronizzati, sia delle varianti rispetto alle molteplici forme che si succederanno, dando insieme al sipario
Kinetic, che scenderà dall’alto, più di venti conformazioni scenografiche. L’orchestra sarà ancora sui laterali, distribuita su tre piani ai lati del palco, come “dei simbolici petali concavi” che formeranno “un gioco strutturale scenografico: intimo, - avvolgente rispetto al palco-, aperto,- coinvolgente rispetto al resto della sala”. Immancabile il ledwall, di ultima generazione, che si aprirà permettendo agli ospiti di scendere la scala; con l’apertura motorizzata del ledwall, si scoprirà un ennesimo manufatto scenografico: “una “scatola magica” prospettico/tecnologica di “Borrominiana” memoria.” Riccardo Bocchini e la scenografia di Si può fare, altro successo Rai targato Carlo Conti – Fonte: Riccardobocchini.it Bocchini traccia anche un bilancio. “Con quest’anno finisce un trittico scenografico, 2015/2016/2017, in cui si è voluto mettere in evidenza l’aspetto progettuale, tecnologico, scenografico, coniugato ad una simbologia artistica legata ai fiori, presenti sia a livello subliminale nelle conformazioni scenografiche, sia a livello visivo con la grafica dei piazzati scenici di base. Personalmente il nuovo linguaggio della comunicazione, credo porti ad un cambiamento della figura dello scenografo, almeno per come interpreto la progettazione scenografica, lo scenografo è sempre più un Art Director dell’immagine. SI permette infatti, con le mappature sulla scena, alle
colorimetrie ed alla luce, di arrivare con precisione, dove la fotografia non può arrivare.” Approfondimenti La sicurezza nel montaggio e smontaggio di palchi e strutture fieristiche - eBook Marco Grandi Uno strumento operativo utile ai diversi soggetti coinvolti nell'organizzazione, realizzazione e gestione di spettacoli ed eventi fieristici. Comprende chiarimenti e indicazioni finalizzati a favorire una gestione della salute e sicurezza che tuteli i lavoratori, tenga conto delle esigenze operative e sia coerente con quanto stabilito dalla normativa cogente e specifica. Wolters Kluwer Acquista su shop.wki.it
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