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DOSSIER Fame e sazietà Per rimanere in forma è importante capire i meccanismi del comportamento alimentare. Spesso, infatti, ingrassiamo perché non riusciamo ad adattarci «spontaneamente» alla nostra epoca dell’abbondanza di D I D I E R C H A P E LOT I l nostro comportamento alimentare Questa sequenza definisce il comporta- si basa su meccanismi biologici nati mento alimentare fisiologico (si veda il dall’adattamento a un ambiente che, box a p. 29). per diversi millenni, è stato relativamen- Qualsiasi altro consumo di cibo, per te stabile. Come tutti i comportamenti, è esempio quando mangiamo senza ave- regolato dal cervello. Da qualche decen- re fame ma semplicemente perché sia- nio, tuttavia, questi meccanismi devono mo stati attratti da un alimento, per no- confrontarsi con cambiamenti nello sti- ia o anche per consolarci, può essere le di vita che disturbano questo adatta- considerato una risposta ad altri fattori, mento, provocando uno squilibrio ener- che saremmo tentati di chiamare impro- getico: assumiamo più energia di quanta priamente extrafisiologici. Questi ultimi ne consumiamo. Il risultato è lo stoccag- mettono in atto meccanismi diversi, le- gio dell’energia sotto forma di grasso, in gati al piacere e alla distrazione. quella che secondo alcuni è una vera e propria «epidemia di obesità». CA R E N Z A D I Z U C C H E R I Per sfuggire a questa «sanzione» pon- derale, dobbiamo controllare l’alimen- Cominciamo con la fisiologia. Il mec- tazione, premendo un interruttore co- canismo all’origine dello stimolo della gnitivo. Per quanto il nutrizionista e il fame è sempre oggetto di accese contro- kolesnikovserg/iStock (peperoncino); wildpixel/iStock (pagina a fronte) dietologo siano necessari, un’analisi del versie. Una delle ipotesi più accreditate funzionamento del comportamento ali- è quella della «glicopenia centrale»: lo mentare può evitarci di essere costan- stimolo sarebbe provocato da una cadu- temente in lotta contro il nostro organi- ta, moderata ma improvvisa, delle for- smo, con effetti distruttivi soprattutto niture di glucosio – lo «zucchero» che per l’autostima. fornisce energia a tutte le cellule – ai Il comportamento alimentare si ba- neuroni situati nell’ipotalamo, ossia la sa su una sequenza molto precisa, detta «torre di controllo» cerebrale del com- «sequenza prandiale». Tutto inizia con portamento alimentare. L’ipotalamo ri- lo stimolo della fame: il cervello ci spin- chiede di assumere cibo, comunicando ge a mangiare. Segue il meccanismo del con molte altre regioni cerebrali. saziamento, o sazietà a breve termine, L’inizio di un pasto è preceduto da che provoca progressivamente l’arre- una piccola ma misurabile diminuzio- sto del consumo di alimenti. Per finire, ne della glicemia (la concentrazione di c’è un periodo privo di stimoli, la cosid- glucosio in circolo nel sangue). Il nostro detta sazietà, in cui non abbiamo fame. gruppo di ricerca, diretto da Jeanine 26 ottobre 2020
DOSSIER Louis-Sylvestre, dell’École Pratique des Hautes Études, è riuscito a dimostrare all’inizio del secolo che questo fenome- no consente di «distinguere» un pasto da uno spuntino: soltanto il primo è pre- ceduto da un calo della glicemia. Gra- zie alla miniaturizzazione, i dispositivi per misurare il glucosio possono esse- re usati per l’educazione alimentare dei pazienti; è probabile che così si riesca ad aiutare quelli che fanno fatica a indi- viduare lo stimolo della fame, così spes- so ignorato o trascurato sulla spinta dei vincoli sociali. Il saziamento, dal canto suo, indica la fine della motivazione a mangiare. È so- prattutto, ma non esclusivamente, sen- soriale: via via che ingeriamo un alimen- to, la cavità orale invia stimoli sensoriali ai neuroni dell’ipotalamo, che si disatti- vano progressivamente uno dopo l’altro, finché abbiamo finito di mangiare. Si tratta dunque di un fenomeno di adatta- mento, una sorta di esaurimento senso- riale: non siamo più motivati a mangiare quell’alimento. Eppure questa motivazione si riattiva velocemente se ci viene presentato un alimento con caratteristiche sensoriali IL NOSTRO COMPORTAMENTO ALIMENTARE SI BASA SU UNA SEQUENZA FISIOLOGICA PRECISA, SPESSO DISTURBATA DA FATTORI ESTERNI, COME L’ABBONDANZA DI CIBO A DISPOSIZIONE differenti (consistenza o sapore diversi, per esempio). Questo spiega l’esistenza del «pasto all’italiana», costituito da una successione di numerosi piatti, tutti af- frontati con altrettanto appetito, dolce compreso. Si parla allora di «saziamen- funzione degli effetti che il nostro or- questo condizionamento di mettersi in to sensoriale specifico», fenomeno mes- ganismo associa alle sue caratteristiche atto conservando una certa «routine» so in evidenza nel 1981 da Barbara Rolls, sensoriali. Immaginate che il piatto del nella scelta degli alimenti e persino nel- all’epoca all’Università di Oxford. vostro pranzo sia stato reso meno calo- la loro combinazione durante uno stes- Studi condotti sugli animali hanno rico a vostra insaputa, così che nel corso so pasto. peraltro dimostrato che è necessario un del pomeriggio vi viene fame prima. Se Un’alimentazione costantemente va- intervento dell’intestino per smettere la cosa si ripete, inconsciamente aumen- riata, d’altra parte, è la procedura più ef- del tutto di mangiare. Partecipano al sa- terete la quantità di cibo ingerito a mez- ficace per rendere obeso un animale. Nel ziamento soprattutto gli ormoni intesti- zogiorno. Negli anni ottanta il gruppo di 2014, infatti, il gruppo di Amy Reichelt, nali e il nervo vago (che collega l’intesti- ricerca di Jeanine Louis-Sylvestre ha di- dell’Università del Nuovo Galles del Sud, no al cervello), insieme alla distensione mostrato che questo apprendimento ri- in Australia, ha mostrato che i cosiddet- dello stomaco. chiede quattro o cinque «incontri» con ti «topi da pasticceria», a cui si offrono bi- l’alimento. È questo il modo in cui impa- scotti, torte, pasticcini e dolci a volontà, GA M M E S E N S O R I A L I riamo le nostre «gamme sensoriali», così prendono più del doppio del peso rispet- che la nostra «partitura» alimentare sia to agli animali di controllo, e il loro sazia- La cosa fondamentale da capire è che armoniosa. mento sensoriale specifico diminuisce Motortion/iStock il saziamento è soggetto a un appren- Questo meccanismo di saziamen- sensibilmente. dimento, ossia a un condizionamento. to per apprendimento è essenziale, in C’è un aspetto ancora più inquietan- Senza farci caso, moduliamo la quan- quanto ci protegge da un consumo ec- te: anche se gli alimenti sono poco calo- tità dell’assunzione di un alimento in cessivo di cibo. Dobbiamo consentire a rici (ma sempre in grande quantità), cor- 28 ottobre 2020
Le tappe del comportamento alimentare Il nostro comportamento alimentare corrisponde a una sequenza fisiologica (detta anche sequenza prandiale) controllata dal cervello e, in particolare, dall’ipotalamo. Per prima cosa, un segnale di fame prodotto dai neuroni di questa regione cerebrale ci indica che è il momento di fare un pasto; inizia così la fase prandiale. Quando mangiamo, si instaurano progressivamente alcuni meccanismi (soprattutto sensoriali) che portano infine al saziamento, che ci fa interrompere il pasto. Comincia allora la fase postprandiale, durante la quale siamo in uno stato di sazietà: non abbiamo nessuna voglia di mangiare (per un periodo variabile a seconda dell’individuo e della provenienza culturale) fino al successivo stimolo della fame. A meno che siano facilmente disponibili cibi troppo appetitosi… L’AU TO R E Didier Chapelot Maître de conférences all’Université Paris 13, è specialista della fisiologia del comportamento alimentare. riamo più rischi di non beneficiare della do siamo in presenza di cibi «appetitosi» vano al cervello sullo stato delle riserve «protezione» del saziamento sensoriale, o facilmente disponibili, lo stimolo della energetiche dell’organismo, coinvolgo- di consumare troppe calorie e dunque di fame non è necessario. La sazietà è lo sta- no ormoni provenienti dal tubo digeren- prendere peso. to in cui ci troviamo fino allo stimolo del- te, dal tessuto adiposo e dal pancreas. la fame successivo, che ci darà la spin- Succede così: lo stomaco libera un or- M A N CA N Z A D I M OT I VA Z I O N E ta necessaria a consumare energia per mone, la grelina, che un tempo era con- andare in cerca di cibo. Meglio dunque siderato l’attivatore della fame, ma inve- La terza fase della sequenza prandia- evitare di avere a disposizione alimenti ce corrisponde a una «preoccupazione le è la sazietà, uno stato di assenza di fa- troppo appetitosi, che rischiano di inne- alimentare» derivante da un condizio- me che perdura molte ore dopo la fine scare la motivazione a mangiare. namento; la sua concentrazione aumen- del pasto. Il senso di sazietà corrisponde Perché ci troviamo in uno stato di sa- ta mentre si mangia. Un tasso elevato di all’assenza di una motivazione alimen- zietà? È necessario innanzitutto che la grelina nel sangue contribuisce non po- tare: non abbiamo voglia di mangiare. concentrazione di glucosio a livello dei co all’aumento dell’introduzione di ca- Per essere più precisi, esaminiamo il neuroni dell’ipotalamo sia sufficiente, lorie durante un pasto. Il pancreas, dal modello costi/benefici dello specialista ma esistono altri fattori che consentono canto suo, secerne l’insulina, che serve del comportamento alimentare George al cervello di «conoscere» la situazione per segnalare al cervello il senso di sa- Collier: l’attivazione di una motivazio- periferica, ossia di sapere quando tutti i zietà. Per finire, il tessuto adiposo, dove ne alimentare dipende dallo sforzo ne- tessuti e gli organi hanno energia a suf- è conservata la maggior parte dei grassi, cessario per essere soddisfatti. Al di sotto ficienza. Le cosiddette «afferenze peri- produce la leptina, che dà un ulteriore di una certa soglia, per esempio quan- feriche», ossia le informazioni che arri- contributo al senso di sazietà. mind 29
DOSSIER La nostra assunzione di cibo è controllata da una struttura centrale del cervello che riceve informazioni dallo stomaco, dal pancreas e persino dal tessuto adiposo Scoperto vent’anni fa, questo ormone il nervo vago nel corso dei pasti per in- ha consentito il collegamento fra le ri- crementare il senso di saziamento e ri- serve di grasso e il comportamento ali- durre la quantità di cibo ingerita. Dubi- mentare. È stato quindi dimostrato che, to che questo dispositivo sia la risposta contrariamente a quanto si pensava, il corretta a un problema complesso come tessuto adiposo non è semplicemente l’obesità, ma è probabile che susciti l’in- una massa inerte ma un tessuto endocri- teresse di quanti non riescono a seguire no, capace di secernere ormoni che co- le raccomandazioni sulla dieta. municano con il nostro cervello. Ma torniamo ai nostri neuroni. Nel Potremmo citare altri protagonisti di nucleo arcuato ci sono due popolazio- queste afferenze periferiche, ma in que- ni distinte di neuroni che intervengo- sto ambito l’esaustività non è tanto im- no sull’attenuazione e sull’amplificazio- portante, dal momento che l’influenza ne della motivazione alimentare. I primi reciproca degli elementi citati non è an- secernono due neuromediatori oressi- cora perfettamente compresa. geni (i neuropeptidi Y, o NPY, e le protei- Ricapitolando, le tre afferenze oggi ne agouti-correlate, o AgRP) e sono atti- considerate fondamentali per il control- vati dalla grelina, i secondi liberano due lo del comportamento alimentare sono neuromediatori anoressigeni (il CART, la grelina, l’insulina e la leptina. Tutti e Cocaine and Amphetamine Regulated tre gli ormoni agiscono sulla parte in- Transcript, e la pro-opiomelanocorti- feriore dell’ipotalamo, il nucleo arcua- na, o POMC) e sono attivati dalla leptina to, dove converge un gran numero di af- e dall’insulina. Questi messaggeri agi- ferenze periferiche. Si noti che spesso scono poi su strutture superiori dell’i- queste afferenze imboccano una dop- potalamo che modulano il nostro com- pia strada, endocrina (gli ormoni circo- portamento, portandoci ad aumentare o lano nel sangue tra il tubo digerente e il diminuire il consumo di alimenti. Come cervello) e neuronale. Nel secondo ca- abbiamo visto, è il glucosio a fare da rac- so agiscono mediante il nervo vago, che cordo con l’inizio di un pasto: nel nucleo collega l’intestino al cervello (per la pre- arcuato, stimola i neuroni anoressigeni e cisione, al tronco encefalico alla base del inibisce quelli oressigeni. cervello) e viceversa. Di conseguenza, Gli ordini impartiti dai neuroni sono con il pasto e nelle ore successive la di- modulati anche da tutta una serie di pro- stensione dello stomaco e la stimolazio- iezioni neuronali provenienti da regioni sua assenza, non c’è alcuna motivazio- ne dei recettori intestinali inviano lungo cerebrali specializzate nel trattamento ne a mangiare. Gli altri ritengono invece il nervo vago un segnale di saziamento delle informazioni cognitive, delle emo- che il piacere rinforzi la motivazione, ma che sarà interpretato nel nucleo arcuato zioni e delle associazioni. In questo mo- non sia affatto necessario per suscitarlo: a seconda della situazione. do anche le emozioni, i desideri o il con- possiamo mangiare alimenti che non ci testo influenzano l’assunzione di cibo. danno alcun piacere – proprio come un tossicodipendente finisce per assume- Alfred Pasieka/Science Photo Library U N C H I P N E L LO STO M AC O E I L P I AC E R E, I N T U T TO Q U E STO? re farmaci psicotropi. Alcuni lavori re- Tutto questo ha messo in testa ad al- centi sembrano dare ragione alla secon- cuni delle idee; per esempio, i fondato- Da molto tempo, ci sono in ambito da scuola di pensiero, confermando che ri della startup israeliana Melcalp han- scientifico due scuole di pensiero con- il piacere non è un elemento necessario no prodotto una capsula elettronica trapposte per quanto riguarda il ruolo del comportamento alimentare. da ingerire. Una volta giunta nello sto- del piacere nell’assunzione di cibo. Se- Alla fine degli anni novanta Kent Ber- maco del paziente la capsula, attivabi- condo i primi, il piacere è il motore prin- ridge, biopsicologo e neurobiologo del- le con una app per smartphone, stimola cipale dell’avvio del comportamento; in l’Università del Michigan, introdus- 30 ottobre 2020
Berridge ha descritto negli animali le manifestazioni facciali e comportamen- tali in cui si traduce il «piacere»; sono del tutto simili a quanto succede ai neo- nati umani e ai primati. Ha dimostrato che gli oppiacei e gli endocannabinoidi (le sostanze analoghe alla cannabis pro- dotte dal nostro cervello) stimolano que- sta piccola zona del nucleo accumbens e provocano il piacere indipendente- mente dalla dopamina. Cosa ancora più interessante, Berridge ha notato che è possibile bloccare qualsiasi circuito del piacere senza annullare la motivazione, generata dall’azione della dopamina nel- la periferia del nucleo accumbens. M OT I VAT I S E N Z A P I AC E R E In questo caso il rinforzamento, os- sia il fatto che uno stesso comportamen- to abbia più probabilità di ripetersi, non mette in gioco una componente edoni- ca, ma un fenomeno chiamato salienza dell’incentivo: la sola presenza di un ali- mento può produrre la volontà di consu- marlo, senza che sentiamo né ci aspet- tiamo di sentire alcun piacere. La dopamina, di conseguenza, non è la molecola del piacere; non ci permette di associare l’alimento ingerito al piace- re che ci procura, ma è il mediatore della «compulsione» alimentare, ossia la mo- CRISTALLI DI INSULINA OTTENUTI CON MICROGRAFIA A LUCE POLARIZZATA, tivazione a mangiare anche quando non CHE PERMETTE DI EFFETTUARE LA CARATTERIZZAZIONE DEI DIVERSI COMPOSTI abbiamo fame. In certi individui, no- nostante la sazietà, l’«iperreattività» di questo sistema attivato dalla dopamina spiega il fatto che il cibo rappresenti una salienza dell’incentivo, cosa che inne- se il concetto del wanting versus liking sabile sia del piacere sia della motiva- sca una spinta a mangiare simile a quella per spiegare il ruolo del piacere nell’as- zione, stimola il nucleo accumbens, non provata quando abbiamo fame. sunzione di cibo. L’importanza di que- c’è dubbio, ma soltanto in una zona pe- Queste scoperte mettono in luce co- sto modello è la separazione del piace- riferica, il cosiddetto «guscio», che si at- me il piacere di mangiare non sia fine a re (liking) dalla motivazione (wanting): tiva quando abbiamo voglia di mangia- se stesso, bensì moduli il desiderio pro- di conseguenza, il piacere non è più un re. È però una parte diversa, situata nel vato nei confronti di un alimento. Parte- anello obbligatorio della catena della cuore del nucleo accumbens, quella che cipa al sistema di ricompensa e rinforza motivazione. I network neuronali coin- provoca il piacere: si tratta dei cosiddet- il comportamento rispetto a un dato ci- volti, d’altra parte, sono diversi. ti centri del piacere (detti anche hotspot bo; si può dire che rivesta il ruolo di «reo- Lo dimostra il fatto che il piacere e la edonici), di dimensioni inferiori al mil- stato», associando le proprietà sensoria- motivazione si «sviluppano» essenzial- limetro cubo nel caso del topo (circa un li dell’alimento (sapore, odore, aspetto, mente in una parte del cervello chiama- centimetro cubo negli esseri umani); so- consistenza) alla soddisfazione delle ne- ta nucleo accumbens, ma in due regioni no stimolati da oppiacei, come quelli li- cessità metaboliche e psichiche. distinte. La dopamina, neurotrasmetti- berati naturalmente dal cervello quando I giochi però non si esauriscono tra tore per lungo tempo ritenuto respon- proviamo piacere. ciò che mettiamo nel piatto, il nostro mind 31
DOSSIER Il ruolo dell’ipotalamo nell’assunzione del cibo È l’ipotalamo che controlla la nostra assunzione di cibo. Contiene, nel suo nucleo arcuato, due popolazioni di neuroni che comunicano con strutture cerebrali superiori responsabili del comportamento alimentare. I primi neuroni, detti oressigeni, stimolano l’assunzione di cibo; sono attivati dalla grelina e inibiti dal glucosio, dalla leptina e dall’insulina. Il glucosio è la fonte di energia di tutte le cellule; è presente nel sangue e nei tessuti, tra cui l’ipotalamo. Lo stomaco secerne tanta più grelina quanto più è vuoto, il tessuto adiposo produce leptina quando le riserve di grasso aumentano, mentre il pancreas libera insulina quando aumenta la concentrazione di glucosio nel sangue. I secondi neuroni, detti anoressigeni, fanno diminuire l’assunzione di cibo; sono attivati dal glucosio, dalla leptina e dall’insulina. In aggiunta, l’assunzione di cibo è modulata dal nervo vago, che collega stomaco e intestino al tronco encefalico e poi al nucleo arcuato. L’influenza dei fattori sociali IL COMPORTAMENTO ALIMENTARE È UN PERFETTO MECCANISMO sul consumo alimentare è cruciale, ma INTEGRATO TRA FENOMENI ESTERNI E INTERNI ALL’ORGANISMO le loro conseguenze possono variare ipotalamo e il nostro tessuto adiposo. comandazione secondo cui sarebbe me- anche perché stimola l’assunzione di ci- Raramente si mangia da soli: siamo so- glio mangiare in famiglia che da soli da- bo. Per quale motivo? liti farlo in famiglia, tra amici, con i col- vanti alla televisione. Apparentemente, a questo effetto leghi. L’influenza dei fattori sociali sul Il fatto è che l’impatto dei fattori so- contribuisce in gran parte la distrazio- consumo alimentare è fondamentale; ciali sull’alimentazione ha mille sfaccet- ne. Nel 2013, il gruppo di Suzanne Hig- le loro conseguenze, per contro, posso- tature. Una serie di studi condotti fra il gs, dell’Università di Birmingham, ha no variare molto. John De Castro, della 2010 e il 2012 nella regione dell’Île de analizzato 24 studi sul consumo ali- Sam Houston State University di Hun- France dal gruppo di France Bellisle, di- mentare, concludendo che la distrazio- tsville, in Texas, esplora dagli anni set- rettrice di ricerca presso l’Institut Na- ne fa aumentare la quantità di cibo in- tanta i determinanti dell’assunzione di tional de la Recherche Agronomique, gerita nel corso del pasto, ma ancor più cibo nell’ecosistema naturale degli esse- ha rivelato che, nel caso delle giovani di quello consumato più tardi, come se il ri umani. È famoso per aver dimostrato donne e degli adolescenti, la conviviali- senso di sazietà si fosse indebolito. Que- che mangiare insieme ad altri fa aumen- tà provoca una riduzione del consumo sto effetto potrebbe essere controbilan- tare le dimensioni del pasto proporzio- alimentare. Da questi studi, per contro, ciato facendo più attenzione a ciò che nalmente al numero di partecipanti. emerge come la televisione lo faccia in- mangiamo. Anche altre distrazioni, co- Secondo De Castro, il fatto di vede- vece aumentare nel caso di adolescenti me la musica, possono far aumentare la Rouzes/iStock re gli altri mangiare incita a un maggior sovrappeso oppure obesi. È ormai asso- consumazione di cibo durante un pasto. consumo di cibo; questa conclusione dato che la televisione favorisca l’obesi- Le conseguenze pratiche sono impor- sembrerebbe contraddire la tipica rac- tà, non soltanto per la sedentarietà, ma tanti; soprattutto, è necessario prestare 32 ottobre 2020
Anche noi, come i topi, compensia- mo l’energia consumata durante una sessione di attività fisica mangiando di più? Nel 2013, esaminando gli studi pub- blicati fino ad allora, il gruppo di Mat- thew Schubert alla Griffith University, in Australia, ha concluso che, in media, LETTURE non c’è una compensazione energetica, Chapelot D. e Charlot K., né nel pasto successivo né nelle 24 ore Physiology of Energy Homeostasis: seguenti. In altre parole, i meccanismi Models, Actors, Challenges and del dispendio energetico attingono pri- the Glucoadipostatic Loop, in «Metabolism», 27 novembre 2018. ma alle riserve del tessuto adiposo anzi- ché stimolare la motivazione alimenta- Chapelot D., Quantifying Satiation re. Perché questo accada, ovviamente, and Satiety, in «Satiation, Satiety bisogna avere riserve corporee suffi- and the Control of Food Intake», cienti. Lo sportivo con una massa grassa Woodhead Publishing Series in «Food trascurabile, per contro, recupera par- Science», 2013. zialmente (o totalmente) l’energia con- Mekhmoukh A. e altri, Influence of sumata mangiando. Environmental Factors on Meal Intake in Overweight and Normalweight Male A M B I E N T E E N E U R O B I O LO G I A Adolescents. A Laboratory Study, in «Appetite», Vol. 59, pp. 90-95, 2012. Per concludere, è vero che il nostro Chapelot D. e Louis-Sylvestre J., comportamento alimentare dipende Les comportements alimentaires, più dall’ambiente che dalla fisiologia? Lavoisier, 2004. Nel 2011 De Castro stimò che nel caso dell’assunzione di cibo l’ambiente pesa Chapelot D. e altri, A Role for Glucose all’86 per cento, e ridusse di conseguen- and Insulin Preprandial Profiles to za il ruolo della neurobiologia. Si trat- Differentiate Meals and Snacks, in ta però di una visione riduttiva, che tra- «Physiology Behavior», Vol. 80, pp. 721-731, 2004. scura il ruolo della biologia nell’impatto dell’ambiente: l’idea che non ci sia una risposta fisiologica ai fattori ambienta- li è falsa. Come abbiamo detto, la massa grassa, aumentando, produce leptina, una certa attenzione a ciò che mangia- dio energetico causato da alcune sessio- che provoca a livello cerebrale una di- mo, non tanto per esercitare un control- ni di attività fisica, in modo da mantene- minuzione della motivazione alimenta- lo eccessivo, quanto perché i mecca- re costante il proprio peso. Cosa ancora re. Alcuni di noi, pertanto, dopo qualche nismi inconsci che abbiamo descritto più importante, l’assenza di attività fisi- giorno di bagordi non hanno bisogno possano esprimersi in modo chiaro e ca, ossia una sedentarietà imposta, por- di limitarsi volontariamente: ci pensa il completo. Se avete un animale domesti- ta a un consumo alimentare eccessivo, corpo, spontaneamente. co, avrete certo notato che non apprezza apparentemente paradossale, e a un au- Oggi sappiamo che, a causa dell’inter- di essere distratto mentre sta mangian- mento di peso consistente e rapido. dipendenza e dell’ubiquità dei neuro- do: una saggezza che noi esseri umani La cosa non è poi così paradossale se mediatori, la separazione tra fenomeni avremmo dovuto conservare, anche se si pensa che il collegamento «discen- interni ed esterni all’organismo è illuso- sembra poco compatibile con il nostro dente» tra cervello e periferia del cor- ria. Il comportamento alimentare è un atteggiamento verso i consumi. po avviene in gran parte tramite il co- perfetto esempio di meccanismo inte- Non possiamo concludere senza siddetto sistema nervoso autonomo, grato difficile da descrivere. Se, tuttavia, menzionare il ruolo essenziale dell’atti- alimentato proprio dall’attività motoria. insegniamo a quanti ne hanno bisogno vità fisica. Già nel 1967 Jean Mayer e Do- Senza esercizio fisico, questo collega- come funziona l’organismo per quanto nald Thomas, della Harvard School of mento non è pienamente funzionale e, riguarda l’alimentazione, forse riuscire- Public Health, pubblicarono su «Scien- di conseguenza, l’organismo non riesce mo a trovare più soluzioni ai problemi le- ce» uno studio in cui mostrarono che i ad adattare gli apporti energetici al di- gati alla sovra-alimentazione di cui soffre topi, mangiando, compensano il dispen- spendio nel modo corretto. una parte crescente della società. Q mind 33
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