Fame e sazietà Per rimanere in forma è importante capire i meccanismi del comportamento alimentare. Spesso, infatti, ingrassiamo perché non ...

Pagina creata da Veronica Colucci
 
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Fame e sazietà Per rimanere in forma è importante capire i meccanismi del comportamento alimentare. Spesso, infatti, ingrassiamo perché non ...
DOSSIER

                                   Fame
                                 e sazietà
     Per rimanere in forma è importante capire i meccanismi del comportamento
             alimentare. Spesso, infatti, ingrassiamo perché non riusciamo
           ad adattarci «spontaneamente» alla nostra epoca dell’abbondanza

                                             di D I D I E R C H A P E LOT

            I
                 l nostro comportamento alimentare          Questa sequenza definisce il comporta-
                 si basa su meccanismi biologici nati       mento alimentare fisiologico (si veda il
                 dall’adattamento a un ambiente che,        box a p. 29).
             per diversi millenni, è stato relativamen-        Qualsiasi altro consumo di cibo, per
             te stabile. Come tutti i comportamenti, è      esempio quando mangiamo senza ave-
             regolato dal cervello. Da qualche decen-       re fame ma semplicemente perché sia-
             nio, tuttavia, questi meccanismi devono        mo stati attratti da un alimento, per no-
             confrontarsi con cambiamenti nello sti-        ia o anche per consolarci, può essere
             le di vita che disturbano questo adatta-       considerato una risposta ad altri fattori,
             mento, provocando uno squilibrio ener-         che saremmo tentati di chiamare impro-
             getico: assumiamo più energia di quanta        priamente extrafisiologici. Questi ultimi
             ne consumiamo. Il risultato è lo stoccag-      mettono in atto meccanismi diversi, le-
             gio dell’energia sotto forma di grasso, in     gati al piacere e alla distrazione.
             quella che secondo alcuni è una vera e
             propria «epidemia di obesità».                          CA R E N Z A D I Z U C C H E R I
                Per sfuggire a questa «sanzione» pon-
             derale, dobbiamo controllare l’alimen-            Cominciamo con la fisiologia. Il mec-
             tazione, premendo un interruttore co-          canismo all’origine dello stimolo della
             gnitivo. Per quanto il nutrizionista e il      fame è sempre oggetto di accese contro-

                                                                                                                        kolesnikovserg/iStock (peperoncino); wildpixel/iStock (pagina a fronte)
             dietologo siano necessari, un’analisi del      versie. Una delle ipotesi più accreditate
             funzionamento del comportamento ali-           è quella della «glicopenia centrale»: lo
             mentare può evitarci di essere costan-         stimolo sarebbe provocato da una cadu-
             temente in lotta contro il nostro organi-      ta, moderata ma improvvisa, delle for-
             smo, con effetti distruttivi soprattutto       niture di glucosio – lo «zucchero» che
             per l’autostima.                               fornisce energia a tutte le cellule – ai
                Il comportamento alimentare si ba-          neuroni situati nell’ipotalamo, ossia la
             sa su una sequenza molto precisa, detta        «torre di controllo» cerebrale del com-
             «sequenza prandiale». Tutto inizia con         portamento alimentare. L’ipotalamo ri-
             lo stimolo della fame: il cervello ci spin-    chiede di assumere cibo, comunicando
             ge a mangiare. Segue il meccanismo del         con molte altre regioni cerebrali.
             saziamento, o sazietà a breve termine,            L’inizio di un pasto è preceduto da
             che provoca progressivamente l’arre-           una piccola ma misurabile diminuzio-
             sto del consumo di alimenti. Per finire,       ne della glicemia (la concentrazione di
             c’è un periodo privo di stimoli, la cosid-     glucosio in circolo nel sangue). Il nostro
             detta sazietà, in cui non abbiamo fame.        gruppo di ricerca, diretto da Jeanine

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Fame e sazietà Per rimanere in forma è importante capire i meccanismi del comportamento alimentare. Spesso, infatti, ingrassiamo perché non ...
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Louis-Sylvestre, dell’École Pratique des
Hautes Études, è riuscito a dimostrare
all’inizio del secolo che questo fenome-
no consente di «distinguere» un pasto
da uno spuntino: soltanto il primo è pre-
ceduto da un calo della glicemia. Gra-
zie alla miniaturizzazione, i dispositivi
per misurare il glucosio possono esse-
re usati per l’educazione alimentare dei
pazienti; è probabile che così si riesca
ad aiutare quelli che fanno fatica a indi-
viduare lo stimolo della fame, così spes-
so ignorato o trascurato sulla spinta dei
vincoli sociali.
   Il saziamento, dal canto suo, indica la
fine della motivazione a mangiare. È so-
prattutto, ma non esclusivamente, sen-
soriale: via via che ingeriamo un alimen-
to, la cavità orale invia stimoli sensoriali
ai neuroni dell’ipotalamo, che si disatti-
vano progressivamente uno dopo l’altro,
finché abbiamo finito di mangiare. Si
tratta dunque di un fenomeno di adatta-
mento, una sorta di esaurimento senso-
riale: non siamo più motivati a mangiare
quell’alimento.
   Eppure questa motivazione si riattiva
velocemente se ci viene presentato un
alimento con caratteristiche sensoriali        IL NOSTRO COMPORTAMENTO ALIMENTARE SI BASA SU UNA SEQUENZA FISIOLOGICA PRECISA,
                                               SPESSO DISTURBATA DA FATTORI ESTERNI, COME L’ABBONDANZA DI CIBO A DISPOSIZIONE
differenti (consistenza o sapore diversi,
per esempio). Questo spiega l’esistenza
del «pasto all’italiana», costituito da una
successione di numerosi piatti, tutti af-
frontati con altrettanto appetito, dolce
compreso. Si parla allora di «saziamen-        funzione degli effetti che il nostro or-     questo condizionamento di mettersi in
to sensoriale specifico», fenomeno mes-        ganismo associa alle sue caratteristiche     atto conservando una certa «routine»
so in evidenza nel 1981 da Barbara Rolls,      sensoriali. Immaginate che il piatto del     nella scelta degli alimenti e persino nel-
all’epoca all’Università di Oxford.            vostro pranzo sia stato reso meno calo-      la loro combinazione durante uno stes-
   Studi condotti sugli animali hanno          rico a vostra insaputa, così che nel corso   so pasto.
peraltro dimostrato che è necessario un        del pomeriggio vi viene fame prima. Se           Un’alimentazione costantemente va-
intervento dell’intestino per smettere         la cosa si ripete, inconsciamente aumen-     riata, d’altra parte, è la procedura più ef-
del tutto di mangiare. Partecipano al sa-      terete la quantità di cibo ingerito a mez-   ficace per rendere obeso un animale. Nel
ziamento soprattutto gli ormoni intesti-       zogiorno. Negli anni ottanta il gruppo di    2014, infatti, il gruppo di Amy Reichelt,
nali e il nervo vago (che collega l’intesti-   ricerca di Jeanine Louis-Sylvestre ha di-    dell’Università del Nuovo Galles del Sud,
no al cervello), insieme alla distensione      mostrato che questo apprendimento ri-        in Australia, ha mostrato che i cosiddet-
dello stomaco.                                 chiede quattro o cinque «incontri» con       ti «topi da pasticceria», a cui si offrono bi-
                                               l’alimento. È questo il modo in cui impa-    scotti, torte, pasticcini e dolci a volontà,
         GA M M E S E N S O R I A L I          riamo le nostre «gamme sensoriali», così     prendono più del doppio del peso rispet-
                                               che la nostra «partitura» alimentare sia     to agli animali di controllo, e il loro sazia-
    La cosa fondamentale da capire è che       armoniosa.                                   mento sensoriale specifico diminuisce
                                                                                                                                             Motortion/iStock

il saziamento è soggetto a un appren-              Questo meccanismo di saziamen-           sensibilmente.
dimento, ossia a un condizionamento.           to per apprendimento è essenziale, in            C’è un aspetto ancora più inquietan-
Senza farci caso, moduliamo la quan-           quanto ci protegge da un consumo ec-         te: anche se gli alimenti sono poco calo-
tità dell’assunzione di un alimento in         cessivo di cibo. Dobbiamo consentire a       rici (ma sempre in grande quantità), cor-

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Le tappe del comportamento
                                                                                     alimentare
                                                                          Il nostro comportamento alimentare corrisponde a una
                                                                          sequenza fisiologica (detta anche sequenza prandiale)
                                                                          controllata dal cervello e, in particolare, dall’ipotalamo.
                                                                          Per prima cosa, un segnale di fame prodotto dai
                                                                          neuroni di questa regione cerebrale ci indica che è il
                                                                          momento di fare un pasto; inizia così la fase prandiale.
                                                                          Quando mangiamo, si instaurano progressivamente
                                                                          alcuni meccanismi (soprattutto sensoriali) che portano
                                                                          infine al saziamento, che ci fa interrompere il pasto.
                                                                          Comincia allora la fase postprandiale, durante la
                                                                          quale siamo in uno stato di sazietà: non abbiamo
                                                                          nessuna voglia di mangiare (per un periodo variabile
                                                                          a seconda dell’individuo e della provenienza culturale)
                                                                          fino al successivo stimolo della fame. A meno che siano
                                                                          facilmente disponibili cibi troppo appetitosi…

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                                                                                                Didier Chapelot
                                                                           Maître de conférences all’Université Paris 13, è specialista
                                                                                della fisiologia del comportamento alimentare.

riamo più rischi di non beneficiare della      do siamo in presenza di cibi «appetitosi»      vano al cervello sullo stato delle riserve
«protezione» del saziamento sensoriale,        o facilmente disponibili, lo stimolo della     energetiche dell’organismo, coinvolgo-
di consumare troppe calorie e dunque di        fame non è necessario. La sazietà è lo sta-    no ormoni provenienti dal tubo digeren-
prendere peso.                                 to in cui ci troviamo fino allo stimolo del-   te, dal tessuto adiposo e dal pancreas.
                                               la fame successivo, che ci darà la spin-          Succede così: lo stomaco libera un or-
    M A N CA N Z A D I M OT I VA Z I O N E     ta necessaria a consumare energia per          mone, la grelina, che un tempo era con-
                                               andare in cerca di cibo. Meglio dunque         siderato l’attivatore della fame, ma inve-
   La terza fase della sequenza prandia-       evitare di avere a disposizione alimenti       ce corrisponde a una «preoccupazione
le è la sazietà, uno stato di assenza di fa-   troppo appetitosi, che rischiano di inne-      alimentare» derivante da un condizio-
me che perdura molte ore dopo la fine          scare la motivazione a mangiare.               namento; la sua concentrazione aumen-
del pasto. Il senso di sazietà corrisponde        Perché ci troviamo in uno stato di sa-      ta mentre si mangia. Un tasso elevato di
all’assenza di una motivazione alimen-         zietà? È necessario innanzitutto che la        grelina nel sangue contribuisce non po-
tare: non abbiamo voglia di mangiare.          concentrazione di glucosio a livello dei       co all’aumento dell’introduzione di ca-
   Per essere più precisi, esaminiamo il       neuroni dell’ipotalamo sia sufficiente,        lorie durante un pasto. Il pancreas, dal
modello costi/benefici dello specialista       ma esistono altri fattori che consentono       canto suo, secerne l’insulina, che serve
del comportamento alimentare George            al cervello di «conoscere» la situazione       per segnalare al cervello il senso di sa-
Collier: l’attivazione di una motivazio-       periferica, ossia di sapere quando tutti i     zietà. Per finire, il tessuto adiposo, dove
ne alimentare dipende dallo sforzo ne-         tessuti e gli organi hanno energia a suf-      è conservata la maggior parte dei grassi,
cessario per essere soddisfatti. Al di sotto   ficienza. Le cosiddette «afferenze peri-       produce la leptina, che dà un ulteriore
di una certa soglia, per esempio quan-         feriche», ossia le informazioni che arri-      contributo al senso di sazietà.

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      La nostra assunzione di cibo è controllata da una struttura
                    centrale del cervello che riceve informazioni
      dallo stomaco, dal pancreas e persino dal tessuto adiposo

   Scoperto vent’anni fa, questo ormone        il nervo vago nel corso dei pasti per in-
ha consentito il collegamento fra le ri-       crementare il senso di saziamento e ri-
serve di grasso e il comportamento ali-        durre la quantità di cibo ingerita. Dubi-
mentare. È stato quindi dimostrato che,        to che questo dispositivo sia la risposta
contrariamente a quanto si pensava, il         corretta a un problema complesso come
tessuto adiposo non è semplicemente            l’obesità, ma è probabile che susciti l’in-
una massa inerte ma un tessuto endocri-        teresse di quanti non riescono a seguire
no, capace di secernere ormoni che co-         le raccomandazioni sulla dieta.
municano con il nostro cervello.                   Ma torniamo ai nostri neuroni. Nel
   Potremmo citare altri protagonisti di       nucleo arcuato ci sono due popolazio-
queste afferenze periferiche, ma in que-       ni distinte di neuroni che intervengo-
sto ambito l’esaustività non è tanto im-       no sull’attenuazione e sull’amplificazio-
portante, dal momento che l’influenza          ne della motivazione alimentare. I primi
reciproca degli elementi citati non è an-      secernono due neuromediatori oressi-
cora perfettamente compresa.                   geni (i neuropeptidi Y, o NPY, e le protei-
   Ricapitolando, le tre afferenze oggi        ne agouti-correlate, o AgRP) e sono atti-
considerate fondamentali per il control-       vati dalla grelina, i secondi liberano due
lo del comportamento alimentare sono           neuromediatori anoressigeni (il CART,
la grelina, l’insulina e la leptina. Tutti e   Cocaine and Amphetamine Regulated
tre gli ormoni agiscono sulla parte in-        Transcript, e la pro-opiomelanocorti-
feriore dell’ipotalamo, il nucleo arcua-       na, o POMC) e sono attivati dalla leptina
to, dove converge un gran numero di af-        e dall’insulina. Questi messaggeri agi-
ferenze periferiche. Si noti che spesso        scono poi su strutture superiori dell’i-
queste afferenze imboccano una dop-            potalamo che modulano il nostro com-
pia strada, endocrina (gli ormoni circo-       portamento, portandoci ad aumentare o
lano nel sangue tra il tubo digerente e il     diminuire il consumo di alimenti. Come
cervello) e neuronale. Nel secondo ca-         abbiamo visto, è il glucosio a fare da rac-
so agiscono mediante il nervo vago, che        cordo con l’inizio di un pasto: nel nucleo
collega l’intestino al cervello (per la pre-   arcuato, stimola i neuroni anoressigeni e
cisione, al tronco encefalico alla base del    inibisce quelli oressigeni.
cervello) e viceversa. Di conseguenza,             Gli ordini impartiti dai neuroni sono
con il pasto e nelle ore successive la di-     modulati anche da tutta una serie di pro-
stensione dello stomaco e la stimolazio-       iezioni neuronali provenienti da regioni       sua assenza, non c’è alcuna motivazio-
ne dei recettori intestinali inviano lungo     cerebrali specializzate nel trattamento        ne a mangiare. Gli altri ritengono invece
il nervo vago un segnale di saziamento         delle informazioni cognitive, delle emo-       che il piacere rinforzi la motivazione, ma
che sarà interpretato nel nucleo arcuato       zioni e delle associazioni. In questo mo-      non sia affatto necessario per suscitarlo:
a seconda della situazione.                    do anche le emozioni, i desideri o il con-     possiamo mangiare alimenti che non ci
                                               testo influenzano l’assunzione di cibo.        danno alcun piacere – proprio come un
                                                                                              tossicodipendente finisce per assume-
                                                                                                                                           Alfred Pasieka/Science Photo Library

      U N C H I P N E L LO STO M AC O
                                                E I L P I AC E R E, I N T U T TO Q U E STO?   re farmaci psicotropi. Alcuni lavori re-
   Tutto questo ha messo in testa ad al-                                                      centi sembrano dare ragione alla secon-
cuni delle idee; per esempio, i fondato-          Da molto tempo, ci sono in ambito           da scuola di pensiero, confermando che
ri della startup israeliana Melcalp han-       scientifico due scuole di pensiero con-        il piacere non è un elemento necessario
no prodotto una capsula elettronica            trapposte per quanto riguarda il ruolo         del comportamento alimentare.
da ingerire. Una volta giunta nello sto-       del piacere nell’assunzione di cibo. Se-           Alla fine degli anni novanta Kent Ber-
maco del paziente la capsula, attivabi-        condo i primi, il piacere è il motore prin-    ridge, biopsicologo e neurobiologo del-
le con una app per smartphone, stimola         cipale dell’avvio del comportamento; in        l’Università del Michigan, introdus-

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Fame e sazietà Per rimanere in forma è importante capire i meccanismi del comportamento alimentare. Spesso, infatti, ingrassiamo perché non ...
Berridge ha descritto negli animali le
                                                                                             manifestazioni facciali e comportamen-
                                                                                             tali in cui si traduce il «piacere»; sono
                                                                                             del tutto simili a quanto succede ai neo-
                                                                                             nati umani e ai primati. Ha dimostrato
                                                                                             che gli oppiacei e gli endocannabinoidi
                                                                                             (le sostanze analoghe alla cannabis pro-
                                                                                             dotte dal nostro cervello) stimolano que-
                                                                                             sta piccola zona del nucleo accumbens
                                                                                             e provocano il piacere indipendente-
                                                                                             mente dalla dopamina. Cosa ancora più
                                                                                             interessante, Berridge ha notato che è
                                                                                             possibile bloccare qualsiasi circuito del
                                                                                             piacere senza annullare la motivazione,
                                                                                             generata dall’azione della dopamina nel-
                                                                                             la periferia del nucleo accumbens.

                                                                                                   M OT I VAT I S E N Z A P I AC E R E

                                                                                                 In questo caso il rinforzamento, os-
                                                                                             sia il fatto che uno stesso comportamen-
                                                                                             to abbia più probabilità di ripetersi, non
                                                                                             mette in gioco una componente edoni-
                                                                                             ca, ma un fenomeno chiamato salienza
                                                                                             dell’incentivo: la sola presenza di un ali-
                                                                                             mento può produrre la volontà di consu-
                                                                                             marlo, senza che sentiamo né ci aspet-
                                                                                             tiamo di sentire alcun piacere.
                                                                                                 La dopamina, di conseguenza, non è
                                                                                             la molecola del piacere; non ci permette
                                                                                             di associare l’alimento ingerito al piace-
                                                                                             re che ci procura, ma è il mediatore della
                                                                                             «compulsione» alimentare, ossia la mo-
                   CRISTALLI DI INSULINA OTTENUTI CON MICROGRAFIA A LUCE POLARIZZATA,        tivazione a mangiare anche quando non
                  CHE PERMETTE DI EFFETTUARE LA CARATTERIZZAZIONE DEI DIVERSI COMPOSTI
                                                                                             abbiamo fame. In certi individui, no-
                                                                                             nostante la sazietà, l’«iperreattività» di
                                                                                             questo sistema attivato dalla dopamina
                                                                                             spiega il fatto che il cibo rappresenti una
                                                                                             salienza dell’incentivo, cosa che inne-
se il concetto del wanting versus liking      sabile sia del piacere sia della motiva-       sca una spinta a mangiare simile a quella
per spiegare il ruolo del piacere nell’as-    zione, stimola il nucleo accumbens, non        provata quando abbiamo fame.
sunzione di cibo. L’importanza di que-        c’è dubbio, ma soltanto in una zona pe-            Queste scoperte mettono in luce co-
sto modello è la separazione del piace-       riferica, il cosiddetto «guscio», che si at-   me il piacere di mangiare non sia fine a
re (liking) dalla motivazione (wanting):      tiva quando abbiamo voglia di mangia-          se stesso, bensì moduli il desiderio pro-
di conseguenza, il piacere non è più un       re. È però una parte diversa, situata nel      vato nei confronti di un alimento. Parte-
anello obbligatorio della catena della        cuore del nucleo accumbens, quella che         cipa al sistema di ricompensa e rinforza
motivazione. I network neuronali coin-        provoca il piacere: si tratta dei cosiddet-    il comportamento rispetto a un dato ci-
volti, d’altra parte, sono diversi.           ti centri del piacere (detti anche hotspot     bo; si può dire che rivesta il ruolo di «reo-
   Lo dimostra il fatto che il piacere e la   edonici), di dimensioni inferiori al mil-      stato», associando le proprietà sensoria-
motivazione si «sviluppano» essenzial-        limetro cubo nel caso del topo (circa un       li dell’alimento (sapore, odore, aspetto,
mente in una parte del cervello chiama-       centimetro cubo negli esseri umani); so-       consistenza) alla soddisfazione delle ne-
ta nucleo accumbens, ma in due regioni        no stimolati da oppiacei, come quelli li-      cessità metaboliche e psichiche.
distinte. La dopamina, neurotrasmetti-        berati naturalmente dal cervello quando            I giochi però non si esauriscono tra
tore per lungo tempo ritenuto respon-         proviamo piacere.                              ciò che mettiamo nel piatto, il nostro

mind                                                                                                                                     31
Fame e sazietà Per rimanere in forma è importante capire i meccanismi del comportamento alimentare. Spesso, infatti, ingrassiamo perché non ...
DOSSIER

            Il ruolo dell’ipotalamo
           nell’assunzione del cibo
     È l’ipotalamo che controlla la nostra assunzione di cibo.
     Contiene, nel suo nucleo arcuato, due popolazioni
     di neuroni che comunicano con strutture cerebrali
     superiori responsabili del comportamento alimentare.
     I primi neuroni, detti oressigeni, stimolano l’assunzione
     di cibo; sono attivati dalla grelina e inibiti dal glucosio,
     dalla leptina e dall’insulina. Il glucosio è la fonte di
     energia di tutte le cellule; è presente nel sangue e nei
     tessuti, tra cui l’ipotalamo. Lo stomaco secerne tanta
     più grelina quanto più è vuoto, il tessuto adiposo
     produce leptina quando le riserve di grasso aumentano,
     mentre il pancreas libera insulina quando aumenta la
     concentrazione di glucosio nel sangue.
     I secondi neuroni, detti anoressigeni, fanno diminuire
     l’assunzione di cibo; sono attivati dal glucosio, dalla
     leptina e dall’insulina. In aggiunta, l’assunzione di cibo
     è modulata dal nervo vago, che collega stomaco e
     intestino al tronco encefalico e poi al nucleo arcuato.

                   L’influenza dei fattori sociali
                                                                       IL COMPORTAMENTO ALIMENTARE È UN PERFETTO MECCANISMO
        sul consumo alimentare è cruciale, ma                          INTEGRATO TRA FENOMENI ESTERNI E INTERNI ALL’ORGANISMO

          le loro conseguenze possono variare

ipotalamo e il nostro tessuto adiposo.          comandazione secondo cui sarebbe me-          anche perché stimola l’assunzione di ci-
Raramente si mangia da soli: siamo so-          glio mangiare in famiglia che da soli da-     bo. Per quale motivo?
liti farlo in famiglia, tra amici, con i col-   vanti alla televisione.                          Apparentemente, a questo effetto
leghi. L’influenza dei fattori sociali sul         Il fatto è che l’impatto dei fattori so-   contribuisce in gran parte la distrazio-
consumo alimentare è fondamentale;              ciali sull’alimentazione ha mille sfaccet-    ne. Nel 2013, il gruppo di Suzanne Hig-
le loro conseguenze, per contro, posso-         tature. Una serie di studi condotti fra il    gs, dell’Università di Birmingham, ha
no variare molto. John De Castro, della         2010 e il 2012 nella regione dell’Île de      analizzato 24 studi sul consumo ali-
Sam Houston State University di Hun-            France dal gruppo di France Bellisle, di-     mentare, concludendo che la distrazio-
tsville, in Texas, esplora dagli anni set-      rettrice di ricerca presso l’Institut Na-     ne fa aumentare la quantità di cibo in-
tanta i determinanti dell’assunzione di         tional de la Recherche Agronomique,           gerita nel corso del pasto, ma ancor più
cibo nell’ecosistema naturale degli esse-       ha rivelato che, nel caso delle giovani       di quello consumato più tardi, come se il
ri umani. È famoso per aver dimostrato          donne e degli adolescenti, la conviviali-     senso di sazietà si fosse indebolito. Que-
che mangiare insieme ad altri fa aumen-         tà provoca una riduzione del consumo          sto effetto potrebbe essere controbilan-
tare le dimensioni del pasto proporzio-         alimentare. Da questi studi, per contro,      ciato facendo più attenzione a ciò che
nalmente al numero di partecipanti.             emerge come la televisione lo faccia in-      mangiamo. Anche altre distrazioni, co-
    Secondo De Castro, il fatto di vede-        vece aumentare nel caso di adolescenti        me la musica, possono far aumentare la
                                                                                                                                           Rouzes/iStock

re gli altri mangiare incita a un maggior       sovrappeso oppure obesi. È ormai asso-        consumazione di cibo durante un pasto.
consumo di cibo; questa conclusione             dato che la televisione favorisca l’obesi-       Le conseguenze pratiche sono impor-
sembrerebbe contraddire la tipica rac-          tà, non soltanto per la sedentarietà, ma      tanti; soprattutto, è necessario prestare

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Anche noi, come i topi, compensia-
                                                                                           mo l’energia consumata durante una
                                                                                           sessione di attività fisica mangiando di
                                                                                           più? Nel 2013, esaminando gli studi pub-
                                                                                           blicati fino ad allora, il gruppo di Mat-
                                                                                           thew Schubert alla Griffith University,
                                                                                           in Australia, ha concluso che, in media,
                                                              LETTURE                      non c’è una compensazione energetica,
                                               Chapelot D. e Charlot K.,                   né nel pasto successivo né nelle 24 ore
                                               Physiology of Energy Homeostasis:           seguenti. In altre parole, i meccanismi
                                               Models, Actors, Challenges and
                                                                                           del dispendio energetico attingono pri-
                                               the Glucoadipostatic Loop, in
                                               «Metabolism», 27 novembre 2018.             ma alle riserve del tessuto adiposo anzi-
                                                                                           ché stimolare la motivazione alimenta-
                                               Chapelot D., Quantifying Satiation          re. Perché questo accada, ovviamente,
                                               and Satiety, in «Satiation, Satiety         bisogna avere riserve corporee suffi-
                                               and the Control of Food Intake»,            cienti. Lo sportivo con una massa grassa
                                               Woodhead Publishing Series in «Food
                                                                                           trascurabile, per contro, recupera par-
                                               Science», 2013.
                                                                                           zialmente (o totalmente) l’energia con-
                                               Mekhmoukh A. e altri, Influence of          sumata mangiando.
                                               Environmental Factors on Meal Intake
                                               in Overweight and Normalweight Male             A M B I E N T E E N E U R O B I O LO G I A
                                               Adolescents. A Laboratory Study,
                                               in «Appetite», Vol. 59, pp. 90-95, 2012.        Per concludere, è vero che il nostro
                                               Chapelot D. e Louis-Sylvestre J.,
                                                                                           comportamento alimentare dipende
                                               Les comportements alimentaires,             più dall’ambiente che dalla fisiologia?
                                               Lavoisier, 2004.                            Nel 2011 De Castro stimò che nel caso
                                                                                           dell’assunzione di cibo l’ambiente pesa
                                               Chapelot D. e altri, A Role for Glucose     all’86 per cento, e ridusse di conseguen-
                                               and Insulin Preprandial Profiles to         za il ruolo della neurobiologia. Si trat-
                                               Differentiate Meals and Snacks, in
                                                                                           ta però di una visione riduttiva, che tra-
                                               «Physiology Behavior», Vol. 80, pp.
                                               721-731, 2004.                              scura il ruolo della biologia nell’impatto
                                                                                           dell’ambiente: l’idea che non ci sia una
                                                                                           risposta fisiologica ai fattori ambienta-
                                                                                           li è falsa. Come abbiamo detto, la massa
                                                                                           grassa, aumentando, produce leptina,
una certa attenzione a ciò che mangia-       dio energetico causato da alcune sessio-      che provoca a livello cerebrale una di-
mo, non tanto per esercitare un control-     ni di attività fisica, in modo da mantene-    minuzione della motivazione alimenta-
lo eccessivo, quanto perché i mecca-         re costante il proprio peso. Cosa ancora      re. Alcuni di noi, pertanto, dopo qualche
nismi inconsci che abbiamo descritto         più importante, l’assenza di attività fisi-   giorno di bagordi non hanno bisogno
possano esprimersi in modo chiaro e          ca, ossia una sedentarietà imposta, por-      di limitarsi volontariamente: ci pensa il
completo. Se avete un animale domesti-       ta a un consumo alimentare eccessivo,         corpo, spontaneamente.
co, avrete certo notato che non apprezza     apparentemente paradossale, e a un au-            Oggi sappiamo che, a causa dell’inter-
di essere distratto mentre sta mangian-      mento di peso consistente e rapido.           dipendenza e dell’ubiquità dei neuro-
do: una saggezza che noi esseri umani           La cosa non è poi così paradossale se      mediatori, la separazione tra fenomeni
avremmo dovuto conservare, anche se          si pensa che il collegamento «discen-         interni ed esterni all’organismo è illuso-
sembra poco compatibile con il nostro        dente» tra cervello e periferia del cor-      ria. Il comportamento alimentare è un
atteggiamento verso i consumi.               po avviene in gran parte tramite il co-       perfetto esempio di meccanismo inte-
   Non possiamo concludere senza             siddetto sistema nervoso autonomo,            grato difficile da descrivere. Se, tuttavia,
menzionare il ruolo essenziale dell’atti-    alimentato proprio dall’attività motoria.     insegniamo a quanti ne hanno bisogno
vità fisica. Già nel 1967 Jean Mayer e Do-   Senza esercizio fisico, questo collega-       come funziona l’organismo per quanto
nald Thomas, della Harvard School of         mento non è pienamente funzionale e,          riguarda l’alimentazione, forse riuscire-
Public Health, pubblicarono su «Scien-       di conseguenza, l’organismo non riesce        mo a trovare più soluzioni ai problemi le-
ce» uno studio in cui mostrarono che i       ad adattare gli apporti energetici al di-     gati alla sovra-alimentazione di cui soffre
topi, mangiando, compensano il dispen-       spendio nel modo corretto.                    una parte crescente della società.         Q

mind                                                                                                                                        33
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