UN NUOVO PENSIERO ECONOMICO PER UN NUOVO MODELLO DI SOCIETÀ: CRAL SICILIA
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Scuola di Formazione Socio-politica "UN NUOVO PENSIERO ECONOMICO PER UN NUOVO MODELLO DI SOCIETÀ: Riflessioni a partire da “Economy of Francesco” Relazione Incontro del 21 marzo 2021 Introduzione del ministro regionale Fabrizio Lombardo: Fratelli e sorelle, oggi doneremo il nostro tempo per formare, qualificare e far smuovere la nostra coscienza, trattando un argomento che mi sta molto a cuore: la possibilità di avere un modello di economia diverso, uno stile economico che noi francescani secolari dovremmo insegnare, un diverso uso dei beni e delle risorse del mondo. La nostra regola di vita Francescana ci indirizza verso un povertà come stile di vita, mentre l’economia oggi è basata soprattutto sullo sfruttamento di beni e risorse quasi allo stremo, senza tenere conto della reale esigenza dell’uomo, dell’umanità e soprattutto senza tener conto delle esigenze delle future generazioni. E’ possibile un’economia solidale? E’ possibile un’economia quasi a costo zero per la natura? E’ possibile un’economia che garantisca la dignità di tutta la filiera nella realizzazione di un prodotto? Preghiera guidata dalla vice-ministra regionale Claudia Pecoraro: Dall’Ammonizione VIII di San Francesco di Assisi: “Beato l’uomo che offre un sostegno al suo prossimo per la sua fragilità, in quelle cose in cui vorrebbe essere sostenuto da lui, se si trovasse in un caso simile. Beato il servo che restituisce tutti i suoi beni al Signore Iddio, perché chi riterrà qualche cosa per sé, nasconde dentro di sé il denaro del Signore suo Dio, e gli sarà tolto ciò che credeva di possedere.” Apriamo il nostro cuore e la nostra mente per accogliere quanto ci verrà donato oggi. Presentazione ospiti da parte del Responsabile Formazione Regionale, Carmelo Vitello: Frà Calogero Peri, vescovo della diocesi di Caltagirone, frate minore cappuccino. Laureato in Filosofia presso la Pontificia Università Gregoriana e segue corsi specialistici a Parigi. Riceve la consacrazione episcopale il 20 marzo 2010 nella cattedrale di Caltagirone dall'arcivescovo di Palermo Paolo Romeo Andrea Piccaluga, Professore di Management dell'Innovazione presso la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, dove è direttore dell'Istituto di Management. Fa parte della fraternità dell'Ordine Francescano Secolare di Pisa. Ha scritto con fra Marco Asselle il libro “Sorella Economia” Andrea Bartoli, Notaio dal 2000. E’ consulente in progettazione strategica, fattibilità e gestione delle organizzazioni culturali e sociali, pubbliche e private. Insieme alla moglie Florinda, nel mese di giugno del 2010 ha dato alla luce a Favara, a Farm Cultural Park, considerato uno dei progetti più effervescenti di rigenerazione in Italia e nel mondo, vincitore di innumerevoli premi internazionali. Oggi insegue il suo prossimo sogno: Favara Società per Azioni Buone (spaB). Maurizio Andronico, ingegnere e imprenditore. Consigliere di Amministrazione della Fondazione per la Sussidarietà. Già Presidente della BRUNO spa Euronics. 1
INIZIO TAVOLA ROTONDA Domanda a Mons. Peri: L’economia di Francesco lancia un nuovo modello di economia mondiale, che liberi i poveri dalla schiavitù della miseria, dal punto di vista spirituale ma anche pratico e politico, e metta l’uomo, e non il profitto, al centro. Questa svolta epocale che è partita dalla Chiesa, la quale è chiamata a darne per prima esempio, come ci interroga? E questa può essere accettata dal mondo della finanza e delle multinazionali che muovono le economie internazionali? La nostra soluzione: Gesù Cristo Mons. Calogero Peri: il problema economico è un problema etico e antropologico, ecclesiologico e di spiritualità. Una nuova impostazione necessita della conversione non nel “dio quattrino”. La nostra realtà ha una soluzione: Gesù Cristo e se lo si accantona rischiamo di entrare in una distorsione in cui non troviamo più soluzioni. La chiave di lettura francescana ci indica come Francesco concepisce l’economia del suo tempo: lui si spoglia dei vestiti, è l’uomo capace di cambiare le 4 relazioni fondamentali, la relazione con gli altri, la relazione con Dio, con sè stessi e con il mondo; sono come il paradigma della sua vita. Lui è all’interno di questa visione globale, onnicomprensiva che poi affronta particolarmente i problemi. Se vogliamo che l’uomo sia il fine dell’economia e non il mezzo per raggiungere un profitto, dobbiamo intervenire su queste quattro relazioni fondamentali ed il cammino quaresimale ce ne indica la strada: Il Vangelo ce lo dice chiaro, quando fai l’elemosina, questa è la relazione con l’altro; quando preghi, questa è la relazione con Dio; quando digiuni, è la relazione con il mondo, come ti cibi, come consumi; e il modo, lavati e profumati il capo è la relazione con se stessi. Il problema economico deve essere affrontato sia sul piano antropologico che teologico. Al termine del cammino quaresimale abbiamo una visione nuova? La soluzione starà nella conversione. Domanda al Prof. Piccaluga: "The Economy of Francesco". Ma di cosa si tratta? Parlare di economia e francescanesimo non è un contro senso? E' possibile stabilire un legame tra una tale visione di sviluppo e il pensiero economico francescano? Francescani, orientati all’azione Prof. Andrea Piccaluga: the Economy of Francesco ha coinvolto e invitato giovani economisti e imprenditori a ragionare sulla nuova economia che il Papa invita a costruire. Purtroppo come francescani ci teniamo molto lontani dalle questioni economiche pensando che sia solo per gli addetti ai lavori… e questo è un errore perché l’economia riguarda la nostra vita quotidiana, sono i meccanismi di funzionamento della nostra casa, della nostra società: non possiamo rimanerne lontani… specialmente guardando nelle scelte politiche di più alle nuove generazioni: abbiamo la possibilità ed il dovere di farlo. Il Papa non ci da un menù dettagliato, ci ha delineato i problemi, ci ha dato alcune piste, ma non è tutto scritto, dovete scriverlo voi. I documenti della Chiesa servono come input ad avviare processi, essere creativi, partendo anche dal piccolo. I francescani sono stati molto attivi in campo economico, perché? Perché sono sempre stati tra la gente e la loro spiritualità è molto concreta, pratica: il francescano cerca di capire la volontà del Signore, ci prega su e poi si mettono all’opera rapidamente. Il Papa ci vuole orientati all’azione, in un discernimento attivo. 2
Domanda al Dott. Bartoli: È possibile un’economia giusta, sostenibile e inclusiva? Quale contributo possono offrire la classe dirigente e la società civile al nostro Paese sulla strada del cambiamento? La rivoluzione del successo: fare per gli altri Dr Andrea Bartoli: La classe dirigente è fondamentale perché questo tema di una Nuova Economia è prima di tutto un problema culturale. I miei amici mi presentano come il “notaio pazzo” come fosse un complimento, legato all’attività culturale sorta a Favara dieci anni fa, la quale è un progetto di “restituzione” mettendo in campo tutte le nostre risorse umane ed economiche, e l’investimento che facciamo è superiore al ritorno economico che abbiamo. Nella società che stiamo vivendo l’unico misuratore di successo è il denaro e se fai qualcosa che non è esclusivamente per te ma per gli altri, vieni associato alla “pazzia”. Da benestante posso prendere degli impegni economici onerosi… ma pensiamo a quanti professionisti, banche nel territorio possono fare quanto ed anche più di noi. C’è quindi un problema culturale, e quello che possiamo fare è dare l’esempio: dire che non siamo dei bravi cittadini se facciamo il nostro lavoro e basta, dobbiamo fare di più perché questo cambiamento può arrivare dal basso, da un gruppo di cittadini di buona volontà che lavorano insieme alla realizzazione di un sogno collettivo. Domanda al Dott. Andronico: Pensi che la nostra società sia capace di mettersi in discussione e vivere la dimensione economica e il sistema impresa in questo nuovo processo sociale ed economico? Quali le vere difficoltà? Fiducia e condivisione ci appassionano al nostro progetto comune Dr Maurizio Andronico: faccio parte della fondazione per la sussidiarietà, nata nel 2002, è un think tank che si basa su un’idea secondo la quale non ci può essere sviluppo che non nasce dalla persona e dalle formazioni sociali, quindi non da un uomo solo al comando ma dall’unione di corpi intermedi. Il profitto, per la maggior parte degli imprenditori, non è l’obiettivo delle aziende, ma è un misuratore di efficienza. Quello che dice Papa Francesco è uno sprone a far si che un’azienda funzioni meglio presidiando certe dimensioni. Perché l’azienda ha sia un risvolto etico che estetico, è molto gratificante lavorare in una “bella azienda” Es: la BRUNO s.p.a. presente in varie parti dell’Italia è ovvio che l’imprenditore non può essere presente in ogni luogo ma è positivo stabilire legami di fiducia reciproca, con persone capaci di gestire in vece sua. La dimensione del dono della fiducia è molto importante: se io mi dono a chi collabora con me, e la persona percepisce la connessione dell’attività che sta facendo con il suo futuro, con la sua famiglia, con la possibilità di contrarre un mutuo per acquistare una casa, è più facile che si doni a quello che stiamo facendo insieme. La crescita dei profitti non cambia la vita di un imprenditore, seppur molto gratificante, ma la cambia piuttosto il ricevere mensilmente inviti a condividere momenti di gioia nella vita dei suoi collaboratori. 3
Domanda a Mons. Peri: Nel gesto di spogliazione di San Francesco, c'è anche l'inizio di una rivoluzione economica? Spesso per noi questa “spogliazione” risponde ormai a cose immateriali o alla rinuncia del nostro modo di essere, poco o nulla di materiale viene messo in discussione. E’ una modalità valida? Rinascere essendo dono Mons. Calogero Peri: la spoliazione a volte è stata presa come scelta di povertà; egli si spoglia perché rinasce, nudi si nasce e nudi si rinasce, e questo fu anche detto ne Vangelo di Giovanni a vecchio e stanco Nicodemo. C’è bisogno di novità assoluta, Francesco fa sì che tutta la sua vita sia una novità. Quel momento rappresenta il rintocco di una sveglia: rimandiamo sempre le cose da fare, all’inizio della quaresima abbiamo ascoltato “ancora 40 giorni e Ninive sarà distrutta”, poi l’accelerazione, “il tempo si è fatto breve” dice S.Paolo, e bisogna gestire le cose da fare; poi il monito evangelico “il tempo è compiuto, convertitevi e credete al Vangelo”. Questo è la spoliazione, come il “tempo compiuto”. Questo tempo di Covid-19, tempo sospeso, ci ha accelerato i processi, ha tolto il trucco a tante espressioni mascherate, dal punto di vista sociale, politico, religioso ed ecclesiale. Ora è tempo di prendersi cura del mondo e far sì che al centro ci sia la persona altrimenti non si salva nessuno. Francesco D'Assisi dice a me “io sto prendendo in mano la mia vita io mi prendo cura degli altri come gli altri si prendono cura di me”. Ecco oggi è tempo di riprendere in mano ciascuno la sua vita e farne dono. Domanda al Prof. Piccaluga: La domanda che voglio farti l’ho trovata tra le pagine del libro “Sorella Economia” che hai scritto con fra Marco Asselle: «Da Francesco di Assisi a Papa Francesco: un’altra economia è possibile?» Creare valore per la comunità…migliora il mondo Prof. Andrea Piccaluga: Quest’altra economia è prima di tutto necessaria..ed anche possibile! La povertà in senso assoluto si sta riducendo grazie alla crescita economica della Cina ma rimane ad un livello intollerabile e aumentano le disuguaglianze, i danni all’ambiente, aumenta l’idea di una economia dello scarto…sia materiale che umano. E’ possibile un’altra economia poiché mai come adesso è stato cosi forte il dibattito sul bisogno di cambiare il sistema politico, e i giovani ne sono coinvolti come non mai. Spesso diciamo che i giovani sono nativi digitali, saranno anche nativi di una nuova economia. Per loro è naturale che le aziende non debbano inquinare e mantenere all’interno buone relazioni, che la crescita economica sia naturale, equa ed inclusiva. Però per arrivare al risultato sono necessari “interventi dall’alto”: nuove normative, sistemi incentivanti, nuovi accordi interistituzionali forti, consapevolezza della necessità di una risoluzione dei problemi insieme. Anche dal basso urgono cambiamenti nei comportamenti delle persone che assumano scelte di acquisto, nuovi stili di vita come viene indicato nella Enciclica Laudato Sii. Possiamo dire che ci sono imprese che questo lo stanno già facendo, contribuendo alla costruzione del mondo migliore, poiché sono nell’ottica della creazione del valore per la comunità, trattano bene le persone, il territorio, etc.. per le quali il profitto non è più l’obiettivo principale. 4
Domanda al Dott. Bartoli: Caro Andrea con le tue idee ed il tuo fare rappresenti un generatore di presente e di futuro. La Farm è un esperienza di rigenerazione di luoghi e persone, una comunità alla ricerca della bellezza e del “Noi”. Oggi una nuova sfida: La SPAB. Cosa è? Perché nasce? Cittadinanza attiva Dott. Bartoli: nasce a Favara la Società per Azioni Buone. Stiamo piegando uno strumento tradizionale del capitalismo, trasformandolo in una impresa sociale, cercando di mettere a valore tutte le risorse del nostro territorio: gli immobili inutilizzati o sotto-utilizzati, i risparmi, le competenze. Perché non investire sul territorio, per costruire luoghi, spazi per i nostri giovani, per i nostri bambini ed anziani, invece di investire in borsa o presso Banche che non hanno nessun interesse per il nostro territorio. La sfida di SpaB è riabilitare i cittadini a cittadini attivi e leader civici. Domanda al Dott. Andronico: Cosa è necessario, a suo giudizio, perché un imprenditore sia un “creatore” di valore per la sua azienda e per gli altri, a partire dalla comunità in cui vive e lavora? Servizio ed impresa Dott. Andronico: il primo valore, per un imprenditore, è quello occupazionale. Per raggiungere questo obiettivo ritengo ci siano degli step fondamentali: 1) Se vuoi mettere sù un’impresa bisogna, in primis, studiare dettagliatamente ciò che vai ad affrontare; 2) la curiosità, imparare dagli altri, conoscere studiare, approfondire e capire; 3) trovare e far crescere i collaboratori e costruire insieme; 4) mettersi al servizio, secondo quanto afferma una Scuola di pensiero americana della SERVANT LEADERSHIP: il leader è chi si rende disponibile a supportare, colui che offre un potenziamento fondamentale, che può sembrare esortativo ma invece crea valore occupazionale specie per i giovani. Domanda a Mons. Peri: Perché la Caritas, l’OFS, le associazioni religiose dovrebbero aver interesse al cambiamento dei modelli economici? E come sconfiggere la cultura dello “scarto” a favore di una cultura inclusiva? Operosi del Bene Mons. Peri: Francesco quando cambiò vita e divenne colui che ammiriamo, ha fatto una scelta di campo, dal centro della sua città si spostò nei luoghi periferici dove c'è lo scarto della società; oggi dobbiamo 5
decentralizzarci, c'è una espressione nella Centesimus Annos che illustra diversi percorsi che vanno dal centro alla periferia, ma è bello anche centralizzare la persona trasformandola in centro di interesse. Papa Francesco ci sprona ad essere in uscita per il recupero degli scarti, ma attenzione tra gli scarti possiamo esserci tutti noi perché, nel senso più nobile c’è stato Gesù Cristo, la pietra scartata dai costruttori diventata testata d’angolo. Noi francescani dobbiamo sapere identificare i luoghi in cui l'uomo è stato emarginato e confinato e rimescolare le carte, perché non può esserci salvezza soltanto per pochi; da francescani dobbiamo essere capaci di anticipare problemi e soluzioni, dobbiamo farci trovare là dove la storia si svolge e si trasforma, bisogna dare spazio e operosità al bene, che c’è! Domanda al Dott. Andronico: Un'economia basata quasi esclusivamente sulla quantità non rischia di aumentare disuguaglianze sociali? Quale differenza tra produrre economia e generare economia? Adeguarsi alla realtà Dott. Andronico: quando produco puntiamo su una produzione che mi fa guardare al bisogno dell’azienda o del cliente? The Economy of Francesco ci dice di avere cura del cliente, di adeguarci alla realtà e questo fa progredire, invece avere il controllo dei clienti e introdurre il bisogno indotto, alla lunga distrugge valore: è come fare imprenditore in un territorio povero in cui si è bruciato valore, alla lunga non porta da nessuna parte. E’ l’azienda che si deve convertire al bisogno del cliente. Per es. Francoise Michelin, imprenditore illuminato, si firmava in fondo alla busta paga dei suoi dipendenti con l’appellativo “il cliente”. Domanda al Dott. Bartoli: Come ne usciremo da questa crisi? Sapremo cogliere l’opportunità per uscirne migliori? Come crescere nella dimensione del “Noi”? Mediazione e comprensione Dott. Bartoli: essere anti-fragili, trasformare la crisi in opportunità di cambiamento. Il nostro progetto è stato sempre quello di metterci sempre con quelli più bravi di noi e pagare le spese. Quando si vogliono portare avanti dei progetti di comunità, di trasformazione e di cambiamento devi anche avere la capacità di metterti con quelli più deboli di te e pagare le spese: non offenderti se ti fanno un torto, dover chiedere scusa quando non ti toccherebbe. Le relazioni sono tutto e in ogni ambito siamo chiamati ad un grande sforzo di mediazione e di comprensione con il buon senso come matrice di partenza. 6
Domanda al Prof. Piccaluga: L’attualità del francescanesimo, attraverso uomini di cultura e di azione, ha permesso di offrire chiavi culturali e risposte concrete a importanti problemi economici nel corso della storia. Aiutandoci a fare memoria di quello che è stato l’impegno dei francescani secolari nel passato ti chiedo: Quale sfida ci attende come francescani secolari? Prof. Piccaluga: i francescani si sono attivati in campo economico, hanno inventato istituzioni, strumenti finanziari perché stavano tra la gente con spirito di osservazione e voglia di intervenire, questo è l’approccio giusto. Oggi tutti abbiamo problemi, relazionali, economici, di salute… forse siamo autocentrati ed allora l’antidoto è guardare gli altri con maggiore intensità le persone che stanno intorno a noi e che forse stanno peggio di noi con l’arma della fraternità. Un mio amico una volta mi ha detto: “Preghi e basta chi ha concluso il suo percorso, gli altri preghino e facciano”. Oltre allo sguardo ed all’intervento, un’altra sfida è quella dell’informazione e conoscenza adeguata, sia per quello che riguarda casa nostra che per quello che succede nel mondo, dobbiamo informarci bene. Leggiamo il quotidiano Avvenire e cerchiamo di capire problematiche complesse. Domanda a tutti i relatori: «Il segno per illuminare il cammino di un popolo è la fiducia anche in un piccolo seme, nel gesto minimo e personale. In questo c’è – come dice il Papa – una speranza per il futuro e una gentilezza come stile. E adesso cosa farete? E cosa possiamo fare insieme?». Mons. Peri: dobbiamo tutti passare dalle parole ai fatti, partire dalle piccole cose che possano diventare poi grandi. Dobbiamo essere persone responsabili, ovvero capaci di dare risposte responsabilmente di sé e degli altri perché l’uomo per rispondere veramente di sé deve rispondere anche degli altri, avere stili di vita e scelte coerenti con la professione di fede anche verso i consumi responsabili. Dott. Andronico: oggi ho imparato tante cose di cui farò tesoro per un progetto a cui sto lavorando e che vede la Sicilia come porta del Mediterraneo. Ciò che possiamo fare insieme è rimanere in contatto con voi tutti: bisogna favorire le occasioni di incontro, conoscenza e approfondimento. Siate “voi stessi”, poiché per essere sé stesso un figlio deve guardare al padre e la realtà da cui provenite vi fa figli di un Padre, che vi rende ciò che siete. Dott. Bartoli: noi a Favara abbiamo capito che le cose possono cambiare ed anche velocemente per far rifiorire un territorio. Propongo di rincontrarci di presenza, insieme per qualche giorno, a Favara. Ci stiamo preparando ad un evento che è alla sua seconda Edizione (Countless Cities, una biennale dedicata a tutte le città del mondo), allestendo nei vari spazi di Farm della città dei padiglioni di tutte le parti del mondo, con temi che sono quelli di Economy of Francesco: housing sociale, le nuove professioni legate all’imprenditoria sociale, ambiente; abbiamo lanciato lo slogan di “parchificare Favara e parchificare il mondo”, per riprendere il tema ambientale e fare qualcosa di concreto: stiamo impiantando una foresta dentro un edificio in rovina, per dimostrare che tutto può essere fatto se si ha buona volontà. Prof. Piccaluga: io vorrei esprimere un desiderio che in primis riguarda la mia vita, ovvero contribuire a concretizzare qualche iniziativa in campo economico-sociale concreta tipo la farm di Favara. E questo mi piacerebbe che fosse possibile con tutta la famiglia francescana aperta con i frati, le clarisse, l’Ofs la GiFra: concretizziamo i patti “Laudato sii”. 7
Per Riflettere… L'economia è la scienza che studia la produzione, la distribuzione e il consumo dei beni, col fine di migliorare, massimizzandole, le condizioni di vita materiali di tutti gli uomini, cancellando la penuria di beni e servizi, azzerando la povertà. Gesù tratta spesso di economia, buona parte dei suoi insegnamenti e delle sue parabole trattano indirettamente aspetti e comportamenti economici, concentrandosi sulla distribuzione della ricchezza, criticando gli squilibri tra chi ha troppo e chi non ha nulla. 1 Dio ha messo a disposizione dell’uomo “oltre il necessario” per vivere tutti con dignità e benessere. Il Creato è ricco e l’uomo, attraverso regole ed organizzazioni pubbliche e private, è chiamato a distribuire equamente questa ricchezza facendola arrivare a tutti i fratelli e figli di Dio.2 Noi Francescani non solo siamo chiamati a studiare e trattare queste grandi tematiche, cosa che abbiamo sempre fatto (Frà Luca Pacioli è considerato a livello mondiale il padre fondatore dell’economia aziendale, ed è per questo che l’Italia si vanta a livello globale d’essere la culla della ragioneria) ma chiaramente abbiamo il dovere di comportamenti coerenti, nel piccolo della vita quotidiana, con l’obiettivo comune di azzerare la povertà e contribuire con la semplicità dei nostri comportamenti alla realizzazione di una vita dignitosa per tutti i fratelli.3 1 Cfr Matteo 20, 1-16, “Gli operai dell’ultima ora”. 2 Cfr Mt 26,11 “I poveri li avete sempre con voi, ma non sempre avete me”; Dt 15,4 “Non vi sarà alcun bisognoso tra voi”. 3 Cfr FF 674: “Fratello, dobbiamo restituire il mantello a questo poveretto, perché è suo. Noi l'abbiamo avuto in prestito sino a quando non ci capitasse di incontrare uno più povero”. 8
Puoi anche leggere