I cannoni di Corfù - Cians
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di Gianfranco Orlandini A.R.S.A.N.G info@xxxxxxxxx.com I cannoni di Corfù F Fortezza sin dai tempi dell’impero bi- no nuovamente messe alla prova da un zantino, Corfù si pone come porta di assedio posto da un esercito ottomano accesso all’Adriatico e chiave per il forte di 30.000 uomini contro i 5.300 controllo delle rotte mediterranee. della guarnigione veneta, in gran parte Venezia prese possesso del piccolo pro- malati o inabili. Ma anche questa volta, montorio su cui sorgeva l’antica fortez- grazie all’ottimo progetto delle difese, za bizantina nel 1386, per evitare che i alle fulminanti artiglierie ed alla grande genovesi vi installassero una base da decisione e capacità militare del feld- cui avrebbero controllato l’Adriatico. maresciallo prussiano Matthias von der L’isola all’epoca apparteneva alla dina- Schulenburg, comandante della piaz- stia angioina come parte del Principato za, i ripetuti assalti dei turchi vennero di Taranto, ma dopo alcuni anni (1402) respinti. Fondamentale il controllo del la diplomazia veneziana riuscì a conclu- mare conquistato dai vascelli dell’Arma- dere l’acquisto per 30.000 ducati d’oro ta Grossa veneziana, accorsa in aiuto di dell’intera isola, sulla quale il vessillo Corfù poco dopo l’inizio degli sbarchi. di San Marco rimase per oltre 400 anni Nel 1718 l’esplosione di 3.000 barili di sino alla fine della Serenissima Repub- polvere , causata da un fulmine, provo- blica (1797). cò la demolizione di una larga parte del La antiche fortificazioni del Castello Castello della Campana. Venezia investì della Campana e del Castel da Mare, però ingenti capitali ripristinando e raf- oggi Fortezza Vecchia, vennero più vol- forzando ulteriormente le fortificazioni, te rinforzate. Le principali opere furono completate nello stato attuale nel 1728. eseguite dopo l’assedio turco del 1537, Dopo la caduta della Repubblica di condotto da Khayr al Din (il corsaro Bar- Venezia ad opera dell’esercito rivolu- barossa)., assedio respinto grazie alle zionario della Repubblica Francese, le potenti artiglierie venete, che riuscirono fortezze vennero occupate dall’Armata anche ad affondare quattro galee turche d’Italia, comandata dal generale Bona- ed a colpire l’ammiraglia del Barbaros- parte.(1797). sa. A causa della sempre incombente L’occupazione fu breve in quanto, a minaccia dell’esercito ottomano, che seguito della distruzione della flotta occupava quasi tutta la terraferma vici- francese avvenuta nella baia di Abou- no all’isola, furono creati nuovi massicci kir (Alessandria d’Egitto) da parte bastioni rotondi per resistere ai proiettili dell’ammiraglio Nelson nel 1798, una delle artiglierie e venne scavato un fos- forte flotta russa potè entrare nel Me- sato, per separare la Vecchia Fortezza diterraneo. Questa flotta al comando dal borgo, in cui potevano trovare riparo dell’ammiraglio Ušakov, unitasi con quattro galee. Venne innalzata inoltre la flotta turca, conquistò una ad una le una grande fortezza (Fortezza Nuova) posizioni tenute dai francesi che aveva- per proteggere i nuovi bastioni che cir- no disperso le proprie forze sulle molte condarono le case del borgo (oggi Città isole e sulla vicina costa. A Corfù 1.500 Vecchia), essendo in grado di dominare soldati francesi cercarono di resistere il vicino Monte Abramo, che venne in coraggiosamente, ponendo postazioni parte spianato, in quanto vi si potevano di batterie anche sull’antistante isolotto attestare facilmente le artiglierie nemi- di Vido. Le 25 navi russo-turche però di- che. sponevano di circa 800 cannoni. Il primo Nel 1716 le fortificazioni di Corfù furo- marzo 1799 un uragano di fuoco in sole Ars Historiæ 18 ottobre/dicembre 2009
tre ore distrusse tutte le batterie france- perdita sarebbe un colpo funesto per i si, di tipo navale e quindi poco mobili, miei progetti..” “Ricordatevi di queste consentendo l’occupazione di Vido e il parole: nella situazione attuale dell’Eu- completamento dell’accerchiamento ropa, la più grande disgrazia che mi della Vecchia Fortezza. La guarnigione, possa accadere è la perdita di Corfù”. senza speranza di soccorsi, fu costretta Napoleone scriverà nel suo Memoriale alla resa con l’onore delle armi. I fran- di Sant’Elena: “Quando gli inglesi l’ han- cesi poterono quindi tornare ad Ancona, no occupata, hanno trovato materiali e ma la corvetta La Brune e la nave di li- munizioni per un esercito di 50.000 uo- nea inglese da 52 cannoni Leander, già mini”. preda della francese Généreux, vennero Dopo il primo Trattato di Parigi che se- consegnate alla marina inglese. gnò la fine dell’Impero Napoleonico gli inglesi occuparono Corfù (1814), rima- Nel 1807, a seguito degli accordi imposti nendovi sino al 1864. nel trattato di pace di Tilsitt da Napoleo- Di tutti gli eserciti che posero le loro ne, divenuto Imperatore, Corfù e le iso- armi sull’isola le tracce più visibili, dopo le dello Ionio divennero una provincia le fortificazioni, sono i cannoni. Pur- francese. troppo sino ad ora questi interessanti Per Napoleone difatti Corfù era una del- testimoni della storia e dell’evoluzione le basi della sua politica mediterranea. tecnologica europea non hanno trovano Egli scriverà al fratello Giuseppe: “ Cor- una giusta sistemazione, nè sono stati fù è tanto importante per me, che la sua oggetti di studi adeguati. La nostra associazione (A.R.S.A.N.G.) si è proposta, con l’autorizzazione e l’appoggio per l’acquisto del legname e del ferro dell’Ephorato dei beni archeologici bizantini per le isole Ionie e l’Epiro, di ripristinare le artiglierie ancora esistenti ed i loro sistemi di punta- mento, valorizzando tali memorie rappresentative dei legami storici e dell’im- portanza che Corfù ha avu- to nella storia dell’Europa. Al momento della fine del- la Repubblica di Venezia le fortezze di Corfù erano do- tate di 512 bocche da fuo- co di varia specie e calibro. Purtroppo le artiglierie di bronzo seguirono la sorte delle migliaia di cannoni e bombarde che l’Arsenale di Venezia custodiva e che vennero vendute, dopo la distruzione dell’Arsenale da parte delle truppe fran- cesi, ad un mercante di metallo di Parigi per esse- re rifuse. ottobre/dicembre 2009 19 Ars Historiæ
veneziani da 40 libbre sottili veneziane, equivalenti ad un 24 pdr inglese. Un ter- zo cannone da 14 libbre , che sarà og- getto di un prossimo ripristino, è situato sulla vicina isola di Cefalonia, nella for- tezza di San Giorgio. Le sigle in rilievo riscontrate ( C B , CAMUTIUS F.) fanno attribuire tali bocche da fuoco alla fon- deria bergamasca del Camozzi (CAMU- TIUS BERGOMI , CAMUTIUS FECIT), che, insieme alla fonderia bresciana del Tiburzio Bailo, fu la principale produttri- ce di artiglierie in ferro della Serenissi- ma. Gli anni di produzione dovrebbero essere compresi tra il 1722 ed il 1740. Le tre bombarde (obusieri) venete sono parte delle artiglierie prodotte in Inghil- terra per la Serenissima dalle fonderie di Thomas Western nel 1684, epoca in cui l’industria metallurgica inglese divenne leader della tecnologia europea. Queste furono le prime bocche da fuoco in ferro di grande calibro adottate da Venezia. Le complicazioni diplomatiche conse- guenti alla guerra della Lega di Augusta determinarono il veto da parte del go- verno britannico alla vendita di ulteriori armamenti a Venezia. Alla Serenissima succedette a Corfù l’Armata d’Italia di Napoleone. Sono stati individuati sette pezzi francesi, dei quali sei da 4 libbre ed uno di maggior calibro ancora da recuperare. Le piccole ancore Delle artiglierie veneziane in ferro, incise su tutti i pezzi fanno ritenere che anch’esse razziate e destinate agli usi fossero originariamente destinati ad uso più diversi, sono rimasti 3 cannoni nella navale . I numeri di serie sembrano ab- Fortezza Vecchia , tre bombarde (obu- bastanza coerenti e su vari pezzi si rileva sieri) in città, 3 cannoni a Kassiopi. l’anno 1788. Considerando l’alternarsi Le ricerche in corso permetteranno con della produzione di artiglierie per la ma- ogni probabilità di individuare e cata- rina di quel periodo, in cui varie fonderie logare ulteriori cannoni veneziani, ad andavano in abbandono o venivano cre- iniziare dall’esame di 19 pezzi ancora ate, anche in relazione alle riserve di le- interrati, dei quali affiora solo la bocca. gname per la preparazione del carbone Gli inglesi avevano di legna usato nei forni, si può ritenere difatti utilizzato le con buona verosimiglianza che l’origine canne delle arti- di questi cannoni sia la fonderia reale di glierie trovate sul Ruelle. Proprio nel 1788 la Ruelle venne posto come perni dotata dei primi forni a riverbero, di ide- per le piattaforme azione inglese, che migliorarono sensi- rotanti in legno bilmente la qualità del metallo ottenuto. (trasversing pla- Anche la marina russa nel breve periodo tforms) utilizzate del protettorato russo-turco (1799-1807) per il puntamento ha lasciato alcuni dei suoi cannoni da 20 dei loro cannoni. libbre: quattro nella Fortezza Vecchia e Attualmente sono due in altri siti. Sugli orecchioni ricorre stati studiati e cata- l’anno 1799. Il disegno (pattern) richia- logati due cannoni ma quello del sistema inglese Blome- Ars Historiæ 20 ottobre/dicembre 2009
field, senza sorpresa visto il contributo diretto dato dagli industriali inglesi (in particolare Charles Gascoine della CAR- RON) alla creazione di una moderna industria bellica nella Russia imperiale (fonderie di Petrozavodsk). A seguito della abdicazione di Napoleo- ne e dei due Trattati di Parigi l’Inghilter- ra, che aveva occupato nel 1814 Corfù, pose nel 1815 il proprio protettorato sul- lo Stato delle Isole Ionie, rifornendo le fortezze di nuove artiglierie, attrezzan- dole con piazzole per piattaforme rotanti e costruendo alloggiamenti per gli arti- glieri tra il Castello della Campana ed il Castel da Mare. Il sistema di puntamento a mezzo di piat- taforme rotanti era stato adottato dagli inglesi dopo averne provato la terribile fusti per cannoni francesi efficacia in Corsica, località Torre Mor- da 4 libbre, di prossima in- tella, dove un unico cannone rotante che stallazione. poteva venire ricaricato al riparo degli Saremo estremamente gra- spalti e portato rapidamente in posizione ti a chiunque vorrà darci di tiro, respinse una intera squadra nava- indicazioni su disegni o le e venne poi messo a tacere solo dopo dati relativi agli affusti dei assedio da parte delle truppe da sbarco. cannoni del XVII e XVIII Tale sistema era stato adottato a seguito secolo, in particolare vene- della riforma dell’artiglieria francese da ziani, ringraziando sin d’ora parte del lieutenante général Jean-Bapti- la dott.ssa Ruth Rhynas ste de Gribeauval (1776). Brown ed i dottori Alber- Sono stati individuati 19 cannoni ingle- to Secco e Guido Candiani si, ma altri sono ancora da identificare. per l’aiuto e le indicazioni Vi sono 12 pezzi da 9 libbre (5 pattern forniteci. Blomefield e 7 pattern Armstrong), 4 da 6 libbre (Armstrong), e 3 pezzi da 24 lib- bre (Armstrong). Questi ultimi sono fregiati con il mono- gramma di King George III e risalgono agli anni 1775-1783. Il peso di queste imponenti artiglierie varia da 5714 libbre (2597 Kg) a 5816 libbre (2640 Kg), come risulta dalle sigle incise: 51-0-2 (51 hundredweight (51 x 112 pounds) 0 quarter (0 x 28 pounds) and 2 pounds) e 51-3-20 ( 51 X 112 lb+ 3 X 28 lb + 20 lb). La lunghezza è di 291,5 cm . La fabbricazione è dovuta per due di loro alla Bersham Foundry di John Wilkin- son e per il terzo alla Calcutts Ironworks nello Shropshire. Il primo cannone ad essere stato intera- mente ripristinato, dotandolo dell’affu- sto riprodotto dai disegni e dati originali dell’epoca tratti dal testo di John Muller, Treatise of Artillery. Sono stati inoltre approntati quattro af- ottobre/dicembre 2009 21 Ars Historiæ
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