Fabrizio Albertini (Cannobio, 1984) Radici

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Fabrizio Albertini (Cannobio, 1984) Radici
Fabrizio Albertini (Cannobio, 1984)
Radici

                                                       Con il suo progetto Radici Fabrizio
                                                       Albertini propone un racconto
                                                       autobiografico, plastico e libero,
                                                       che lega il tema delle origini con
                                                       quello della famiglia.
                                                       L’artista ha iniziato osservando il
                                                       giardino di casa, cercando qualcosa
                                                       che gli fosse vicino. Si tratta di un
                                                       flusso di coscienza, un’ autoanalisi,
                                                       un lavoro istintivo, inconscio, ma
                                                       non per questo meno coerente e
                                                       logico.
                                                       Fabrizio Albertini risiede
                                                       attualmente a Cannobio (VB). Si è
                                                       diplomato in Regia e Produzione al
                                                       Conservatorio Internazionale di
                                                       Scienze Audiovisive di Lugano, in
                                                       Svizzera. È stato selezionato dal
                                                       Mediterranean Film Institute, con il
                                                       progetto di lungometraggio Confini,
                                                       2011; al Festival Internazionale del
                                                       Film di Locarno, con il
                                                       cortometraggio Fratelli, 2010.
                                                       Alcune delle sue storie fotografiche
                                                       sono state esposte all’estero in
                                                       mostre collettive, tra cui Aperture
                                                       Foundation, New York; La
                                                       Triennale, Milano; Die
Photographische Sammlung /SK Stiftung Kultur, Germania; recentemente ha esposto al
Pfizer Building, New York e al SKG Bridges Festival, Grecia. Ha tenuto una mostra
personale alla Galerie Kernweine, Germania.
Pubblica per la casa editrice Skinnerboox i libri fotografici The Mecca of Coney Island,
2014, Diary of an Italian Borderworker, 2016; mentre per la casa editrice Witty Kiwi ha
pubblicato il libro Radici, 2018 con cui viene premiato per l'Unveil'd Photobook Award.

www.fabrizioalbertini.com
Fabrizio Albertini (Cannobio, 1984) Radici
Silvia Bigi (Ravenna, 1985)
Cicatrici

Con Cicatrici, Silvia Bigi riflette sulla fragilità dei ricordi nei primissimi momenti di vita
e su come queste prime immagini abbiano un impatto sulla nostra identità. Il 10 agosto
1985, a pochi mesi di vita, la Bigi vede il padre, sopravvissuto a un incidente aereo,
riapparire di fronte ai suoi occhi. Decide così di compiere un viaggio nella memoria e nei
suoi processi imperscrutabili, e un viaggio reale, in cerca di tracce tangibili nel
presente. Il progetto si compone di documenti, testimonianze, fotografie e installazioni
.in cui l’artista diviene il filo invisibile che riunisce tutti i frammenti
Silvia Bigi vive e lavora a Milano. Si laurea al Dams di Bologna e prosegue la ricerca
sull’immagine con un Master in Fotografia al Centro Sperimentale di Fotografia Adams di
 .Roma e un corso presso l’ICP di New York
I suoi lavori sono stati esposti in mostre collettive e personali, in Italia e all’estero: nel
2017 è selezionata per due residenze d'artista presso Bòlit, Catalunya, la Chambre
Blanche, Quèbec. Nel 2018 è finalista dei premi Combat e Francesco Fabbri, vincitrice
del Premio Nocivelli ed è tra le dieci artiste selezionate per Organ Vida. L’artista è stata
inclusa nella mostra Engaged, Active, Aware vincitrice del Lucie Award nella categoria
  .''Best Exhibition
Le sue opere sono state pubblicate su “Der Greif”, “Artribune”, “The Guardian”, “The
.”British Journal of Photography” e “The World Photography Organisation

www.silviabigi.com
Fabrizio Albertini (Cannobio, 1984) Radici
Emanuele Camerini (Roma, 1987)
Notes for a silent man

Il progetto Notes for a silent man di Emanuele Camerini racconta l’accettazione
progressiva di un’altra parte di se stessi, dell’uguale in mutazione.
L’artista affronta le emozioni attraverso le immagini di famiglia e le fotografie scattate
durante un viaggio, intrapreso proprio alla riscoperta della memoria e dei ricordi legati
alla figura paterna.
Emanuele Camerini risiede attualmente a Pisa. Ha conseguito il Diploma triennale in
Fotografia all’Istituto Europeo di Design a Roma, ha frequentato la Danish School of
Media and Journalism, ad Aarhus, in Danimarca e successivamente ha realizzato una
Masterclass di un anno con Aaron Schuman alla International Summer School of
Photography.
Ha esposto i suoi lavori a livello internazionale: Sans Gallery, Oslo; Katmandu Photofest;
Renaissance Photography Prize, Londra; Riga Photomonth, Riga; Matèria Gallery, Roma;
Estonian Photographic Art Fair, Tallinn e Si Fest – On Being Now, Savignano Sul Rubicone.
I suoi lavori sono stati pubblicati su numerose riviste come “Financial Times”,”The New
York Times”, “The Outline”, “La Repubblica”, “La Stampa”, “Semana Magazine”.
Tra i suoi personali progetti più recenti Beginner’s Luck, dove conduce una ricerca visiva
sul concetto di fortuna.

www.emanuelecamerini.com
Fabrizio Albertini (Cannobio, 1984) Radici
Marta Giaccone (Cles, 1988)
Ritorno all’isola di Arturo

                                                                    Per il progetto Ritorno
                                                                    all’isola di Arturo Marta
                                                                    Giaccone si è ispirata al
                                                                    romanzo di Elsa Morante,
                                                                    in particolare al suo
                                                                    protagonista Arturo, il
                                                                    fanciullo-eroe che vive
                                                                    un’esistenza selvaggia e
                                                                    magica in un’Italia di fine
                                                                    anni Trenta.
                                                                    La fotografa scopre l’isola
                                                                    di Procida, “un piccolo
                                                                    punto della terra fuori dal
                                                                    tempo”, grazie ai ragazzi
                                                                    che la abitano oggi,
                                                                    raccontando, accettata
                                                                    quasi come pari, questo
                                                                    delicato e tumultuoso
                                                                    periodo della loro crescita.
                                                                    Marta Giaccone vive e
                                                                    lavora a Milano. Ha
                                                                    conseguito un master in
                                                                    Documentary Photography
                                                                    alla University of South
Wales, Newport, UK, nel 2014, e una laurea triennale in Letteratura Inglese e
Ispanoamericana a Milano nel 2011.
Le sue ricerche generalmente trattano temi inerenti ai giovani, alla famiglia e alle
donne.
Ha tenuto mostre personali a Procida, 2017, e Milano, 2018, e ha partecipato a mostre
collettive in Inghilterra, Galles, Italia e Stati Uniti. È stata tra i finalisti di vari premi tra
cui Lucie Foundation Emerging Scholarship, Burn Magazine EPF 2017, Premio Pesaresi,
Intrepid Film Photography Award, Athens Photo Festival.
Le sue foto sono state pubblicate su diverse riviste italiane come “D di Repubblica”,
“Vogue.it”, “Munchies Italia”, “Il Sole24Ore”, “Il Manifesto” e testate straniere come
“Libération”, “DeVolkskrant” e “Refinery29”.
Ha lavorato per Richard Mosse come assistente di produzione per Incoming e The Castle;
ha svolto stage presso Magnum Photos NYC, Bruce Davidson, Mary Ellen Mark e
Alessandra Sanguinetti.

www.martagiaccone.com
Fabrizio Albertini (Cannobio, 1984) Radici
Luca Marianaccio (Agnone, 1986)
404 Not Found

                                                            Con il suo progetto 404 Not
                                                            Found, Luca Marianaccio crea
                                                            un ambiguo rapporto tra uomo e
                                                            tecnologia, interessandosi a
                                                            scenari che nel presente sono
                                                            apparentemente negativi, ma
                                                            che nel futuro diventeranno la
                                                            normalità.
                                                            La città viene concepita come il
                                                            risultato definitivo di una
                                                            metafisica dove l’uomo “non
                                                            incontra altro che sé stesso” e,
                                                            nell’incontrarsi, comincia ad
                                                            avere paura. La tecnologia
                                                            diventa specchio e scudo allo
                                                            stesso tempo, illudendoci,
                                                            influenzandoci e invadendo uno
                                                            spazio personale soggettivo.
                                                            Luca Marianaccio risiede
                                                            attualmente a Pescara. L’artista
                                                            si laurea in Architettura
                                                            all’Università degli Studi
                                                            d’Annunzio di Pescara. La sua
                                                            ricerca indaga i mutamenti del
                                                            paesaggio naturale e artificiale
                                                            contemporaneo, con particolare
                                                            attenzione ai fenomeni di
                                                            antropologia urbana.
Numerose le mostre personali e collettive: Bitume Photofest, Lecce; La Triennale,
Milano; Slideluck, Roma; C.A.R.M.E., Brescia; ANTILIA Gallery, Gioia del Colle; LO.F.T.,
Lecce.
Tra le sue recenti residenze d’artista ricordiamo Ti racconto il mare, a cura di Andrea
Laudisa, Bari ed il Premio Giovani Artisti alla Galleria San Fedele, Milano. È stato tra i
vincitori del XVIII Premio Aldo Nascimben, presso “FAST”, a Treviso, ha ricevuto una
menzione speciale al Premio Marco Bastianelli di Roma e all’ Unveil’d Photobook Award
di Londra. I suoi lavori sono stati pubblicati su quotidiani e riviste d’arte come
“Artwort”, “Rûm Magazine”, “Il Fotografo” e “D!NG Magazine”.

www.lucamarianaccio.it
Fabrizio Albertini (Cannobio, 1984) Radici
Iacopo Pasqui (Firenze, 1984)
N

                                                                 Con il suo progetto N
                                                                 Iacopo Pasqui indaga la
                                                                 vita di giovani trentenni
                                                                 di una provincia italiana,
                                                                 in bilico tra l’andare o il
                                                                 restare, tra il desiderio di
                                                                 un futuro diverso e il non
                                                                 voler rinunciare al proprio
                                                                 paese.
                                                                 Da qui una riflessione
                                                                 sulle dinamiche
                                                                 prestabilite che si è quasi
                                                                 costretti a vivere, dettate
                                                                 da una sorta di regola
                                                                 superiore che impone
                                                                 un’esistenza “normale” e
                                                                 prescrive comportamenti
                                                                 “standard” di un certo
                                                                 tipo di mentalità italiana:
                                                                 la famiglia perfetta,
                                                                 l’amore idilliaco,
                                                                 l’annientamento di valori
                                                                 culturali profondi e la
                                                                 celebrazione di un
                                                                 intrattenimento povero,
                                                                 lo svolgimento di un
                                                                 lavoro senza troppe
                                                                 pretese.
                                                                 Il fotografo riflette sul
                                                                 quasi impercettibile
                                                                 confine che esiste tra un
luogo di appartenenza ed i suoi abitanti. La fotografia è un modo per entrare in quei
territori e vedere davvero cosa accade ai protagonisti che vivono ai limiti di una
periferia europea.
Iacopo Pasqui risiede attualmente a Pescara. Ha studiato Scienze della comunicazione
all’Università degli studi di Teramo e recentemente ha partecipato ad una Masterclass
con Anna-Kasia Rastenberger e Federico Clavarino - Fotofestiwal Lodz / Parallel.
Nel 2017 ha svolto la residenza d’artista a Perugia, nell’ambito di Panorami
contemporanei e Luoghi in trasformazione, promosso da MiBACT/GAI.
Ha esposto in mostre collettive e personali 1999 al MAXXI di Roma, Castigo al Salonnico
Photography Festival; Castigo, Biscuit Building, Londra; Step, Neel, Rub, Touch, Look,
Grasp, Repeat, Page Blanche, Parigi.
Numerosi i riconoscimenti: Premio Leica Talent Italia, Milano, 2011; Premio della giuria
Arti Visive San Fedele, Milano 2016; finalista al Festival Emerging Talents, Roma, 2017 e
al Grand Prix Fotofestiwal 2019 di Lodz.
Il lavoro 1999 è stato pubblicato da Witty Kiwi Books (Torino, 2016).

www.iacopopasqui.it
Jacopo Valentini (Modena, 1990)
Vis Montium

                                                                 Con il progetto Vis Montium
                                                                 Jacopo Valentini osserva la
                                                                 potente e costante attrazione
                                                                 della Pietra di Bismantova,
                                                                 massiccio roccioso che
                                                                 contraddistingue il paesaggio
                                                                 dell'Appennino Reggiano,
                                                                 marcando la sua simbolicità e
                                                                 il suo essere
                                                                 indiscutibilmente landmark.
                                                                 A vederla da lontano appare
                                                                 come un altare sacro,
                                                                 identificabile attraverso una
                                                                 molteplicità di chiavi di
                                                                 lettura. Il fotografo si
                                                                 domanda quale sia il legame
                                                                 che lo mantiene legato a
                                                                 un’area, quali siano le corde
                                                                 che lo legano a un territorio.
                                                                 Vis Montium vuole dunque
                                                                 superare la lettura classica
                                                                 della fotografia di paesaggio
                                                                 e condurre un’indagine
                                                                 attraverso una lettura
                                                                 trasversale per la
                                                                 comprensione di questo
                                                                 specifico luogo in grado di
                                                                 legare diversi mondi, reali e
                                                                 immaginari.
Jacopo Valentini vive tra Modena e Milano. Ha ottenuto il Master in Science of
Architecture all’Accademia di Architettura di Mendrisio e il Master in Photography presso
lo IUAV di Venezia sotto la supervisione Stefano Graziani.
Ha esposto in istituzioni e spazi privati sia in Italia che all’estero: La Triennale di Milano;
Centro per l’Arte Contemporanea L.Pecci, Prato; Museo Fattori, Livorno; RIBA, Londra;
Fondazione Fabbri, Treviso; CampoSpace, Roma; Fondazione Bevilacqua La Masa,
Venezia; Politecnico, Milano.
I suoi lavori sono stati pubblicati su diverse riviste tra cui “Rivista Online Archaic mag”,
“Campo Editore & Libria”, online magazine “Landscape Stories”.
Attualmente sta lavorando ad un progetto di ricerca personale sul dislocamento
dell’immaginario territoriale e sta frequentando una residenza d’artista presso ViaFarini,
Milano.

www.jacopovalentini.it
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