Expo 2015, aree tematiche: il Future Food District - Amazon S3

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Expo 2015, aree tematiche: il Future Food District - Amazon S3
Expo 2015, aree tematiche: il
Future Food District

La Piazza del Future Food District, con la grande parete
disegnata dal Vertical Plotter, sistema automatizzato di
scrittura che rappresenterà su questo grande canvas dati
elaborati in tempo reale

È stato ufficialmente presentato al pubblico il Future Food
Discrict, uno dei padiglioni centrali dell’intero concept alla
base di Expo 2015. 6.500 metri quadrati simbolicamente
posizionati nel cuore del sito espositivo tra Cardo e
Decumano, in cui ci si interrogherà su cosa e come mangeremo
in futuro, e su quali tecnologie potranno aiutarci ad
affrontare le sfide alimentari del domani.

Nato dalla collaborazione tra Coop, il Mit Senseable City Lab
Expo 2015, aree tematiche: il Future Food District - Amazon S3
e lo studio Carlo Ratti Associati, il Future Food District
ospiterà un vero e proprio supermercato dove il visitatore
sperimenterà un’esperienza d’acquisto differente dal solito.
Ci sarà poi un’area espositiva nella quale verranno presentate
soluzioni innovative per il cibo del domani.

Vista   dell’alto   della  Piazza        del  Future     Food
District. All’interno della piazza      si troveranno   anche
l’Exhibition Area, una Vertical Farm ed un Canopy di Alghe

Del progetto avevamo già fornito anticipazioni qui. Con la
presentazione ufficiale, tuttavia, sono stati resi noti alcuni
dettagli importanti sia sullo spazio espositivo che sui
contenuti.

L’idea alla base del progetto di Carlo Ratti è quella di un
luogo di incontro e scambio fra produttori e consumatori in
cui le barriere verticali lascino il posto a un paesaggio
orizzontale che favorisce le interazioni, come in un richiamo
ai mercati delle origini. Suddiviso internamente in cinque vie
dedicate ad altrettante filiere, il padiglione di Ratti si
innesta su un’idea che Coop aveva già sviluppato qualche anno
fa con il progetto “GeoCoop”.
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Il supermercato si presenta al visitatore come una valle di
prodotti. Ciò che caratterizza questo spazio è però la
sovrapposizione ai prodotti stessi di un livello digitale
attraverso il quale i visitatori potranno interagire con il
cibo.

“Quello che si visiterà non sarà dunque un padiglione
ipertecnologizzato dove la tecnologia è fine a se stessa”, ha
spiegato Marco Pedroni, presidente Coop Italia. “Se ad esempio
nell’Exhibition Area la visione dei prototipi delle fattorie
del mare farà riflettere su un pianeta in cui la terra sarà
infinitamente più scarsa di oggi, nel Supermercato le vie
delle filiere comunicheranno a colpo d’occhio informazioni sul
processo di lavorazione dei prodotti: partendo dai prodotti
freschi e freschissimi, via via verso i prodotti a più alto
tasso di trasformazione. Su questa griglia reale si innesta
l’etichetta aumentata pensata da Carlo Ratti Associati”.

Il supermercato

Gli oltre 1.500 prodotti disponibili, realizzati da
stabilimenti italiani, comunicheranno tutte le informazioni di
cui sono depositari e sarà il visitatore a formulare le
domande con un semplice gesto della mano. Informazioni
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aumentate, quali l’idea del consumatore che diventa il
protagonista.

Il tavolo interattivo è il dispositivo principale attraverso
il quale mettere in contatto il livello reale con quello
digitale. Un sistema di sensori elaborerà i naturali gesti del
visitatore proponendo su uno schermo le informazioni relative
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all’oggetto di interesse.

L’esperienza è articolata attorno a tre livelli di
interazione. Il primo permette di ottenere indicazioni sulle
caratteristiche primarie dell’articolo, il secondo fornisce
l’etichetta aumentata capace di rivelare l’origine delle
principali materie prime che compongono il prodotto, e
l’eventuale presenza di ingredienti allergizzanti, il dato
nutrizionale per porzione e l’impatto ambientale espresso in
CO2 equivalente, infine (terzo livello) informazioni in
dettaglio sulla storia e sulle sue caratteristiche.
Sostanzialmente si applica l’’Internet of Things “ai processi
di vendita/acquisto della grande distribuzione.

“Ogni prodotto, infatti, ha alle spalle un racconto preciso”,
spiega Ratti. “Oggi queste informazioni arrivano al
consumatore in modo frammentato e parziale. In un futuro
prossimo, invece, i prodotti stessi potrebbero essere in grado
di raccontarci le loro storie”.
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YuMi, il robot di nuova generazione in grado di interagire con
le persone

All’ingresso del supermercato ci sarà YuMi, robot di nuova
generazione realizzato da ABB in grado di interagire con le
persone dotato di braccia, vista e tatto, pensato per una
nuova era dell’automazione in cui gli esseri umani e i robot
eseguiranno congiuntamente le stesse operazioni.

La Exhibition Area

In 250 mq di spazio la Exhibition Area mostrerà le possibili
direzioni di un futuro ancora più lontano in termini di cibo,
modalità di scelta e di acquisto, tecnologie produttive.
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Tra le proposte, ci sarà una specie di astronave in cui i
visitatori per effetto di uno schermo panoramico si caleranno
all’ interno di uno spazio dove le più sofisticate tecniche di
controllo e analisi sono operative come le ricerche sui virus,
il controllo dell’origine e dell’autenticità dei prodotti
alimentari e le nuove frontiere offerte dalle applicazioni
online.

Nato   da   un’idea   di   Coop   e   Merieux   NutriSciences,   il
‘laboratorio del futuro’ appare come una specie di astronave

Un altro scenario introduce il visitatore in un pianeta dove
gli ettari di terra coltivabile caleranno a fronte di un
aumento della popolazione con conseguente aumento di richiesta
di adeguate produzioni alimentari. La soluzione potranno
essere le “fattorie del mare” ovvero strutture galleggianti in
grado di produrre alimenti.

Due gli esempi qui proposti. Il primo nasce dal Centro di
ricerca sulla Sostenibilita’ ambientale e sulla protezione
della scogliera corallina Mahre Center dell’Universita’ di
Milano Bicocca e si basa sulla tecnologia denominata “floating
system” già utilizzato per la produzione di ortaggi: la
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tecnologia si basa sulla coltivazione diretta in bancali
contenenti un substrato leggero e ricavato localmente, la
sfida ulteriore sarà quella di utilizzarli come piattaforma
marina.

Prototipo di Jellyfish Barge, nato all’Università di Firenze,
installato nel canale Navicelli tra Pisa e Livorno

Il secondo e’ una serra modulare galleggiante, Jellyfish
Barge, in grado di riprodurre il fenomeno naturale della
dissalazione solare così da generare giornalmente 150 litri di
acqua dolce e pulita a partire da acquasalata o salmastra. Un
progetto nato all’Università di Firenze il cui prototipo
funzionante si trova nel canale Navicelli tra Pisa e Livorno.
(LEGGI IL PROGETTO QUI).
Jellyfish Barge

Tra le ulteriori proposte presentate nella Exhibition Area,
infine, una riflessione sul ruolo che gli insetti potranno
avere in un futuro in cui le risorse alimentari saranno sempre
più scarse e una serie di packaging sostenibili (realizzati da
Bio-on), poliesteri biodegradabili anche in acqua ottenuti
attraverso la fermentazione naturale di batteri alimentati da
scarti e sottoprodotti dell’agro-industria senza sottrarre
terreno coltivabile a scopi alimentari come le polpe delle
barbabietole dopo aver estratto lo zucchero o i grassi animali
di scarto e senza l’impiego di solventi chimici.
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