Esercizi Spirituali alla luce del Vangelo di san Luca - Quaresima 2013 Secondo incontro
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Esercizi Spirituali alla luce del Vangelo di san Luca Carlo Maria Martini Quaresima 2013 Secondo incontro
IX MEDITAZIONE della seconda settimana degli Esercizi, che è quello di lasciarsi illuminare dal Verbo sempre più GESÙ EDUCATORE E FORMATORE intimamente, per meglio conoscerlo, amarlo e servirlo. Alla domanda che ho posto, presento due «Vergine Maria, madre di Gesù, ascolta la risposte, che seguono due parti del Vangelo di nostra preghiera. Tu hai contemplato i misteri Luca, e che proporrei di dividere così: del tuo Figlio, li hai paragonati fra loro nel tuo — l’ educazione dell’ uomo cristiano (Lc cc. 5- cuore: concedici di poter sentire vivamente in 9) noi questi misteri, di poterli rivivere e attuare nella — la formazione del discepolo evangelico, nostra vita. vale a dire dell’ operaio evangelico (Lc cc. 9-18). Prega per noi il tuo Figlio, Gesù Cristo nostro A noi interessa comunque soprattutto insistere Signore. Amen». sulla fine del viaggio lucano (Lc cc. 9-18), perché gli eventi entrano nel clima della Passione. Cercherò Leggiamo dagli Esercizi Spirituali al n. 100, la di proporvi semplicemente una sintesi di ciò che seconda nota dopo l’ esercizio della chiamata del l’ evangelista ci dice secondo questi due momenti “Re Temporale” . Essa dice: «Nella seconda o punti di vista. settimana, e così pure in seguito, sarà molto utile L’ educazione dell’ uomo cristiano (Lc 5-9). leggere in alcuni momenti libri quali l’ Imitazione Dopo il cap. 4, che abbiamo già meditato nei di Cristo, i Vangeli e le vite dei Santi». Leggiamo suoi due episodi principali, che sono introduttivi, ancora al n. 130, le annotazioni dopo la fine del 1° e cioè le tentazioni e la predica di Nazareth, Luca giorno della seconda settimana: ci viene detto quali ci riporta una serie di miracoli: la guarigione del “addizioni ” debbono mutarsi: «Quanto alla lebbroso, del paralitico, dell’ uomo dalla mano seconda: appena svegliato, mi porrò davanti la paralizzata, del servo del centurione, la risurrezione contemplazione da fare, desiderando conoscere del figlio della vedova di Naim, la tempesta sedata, sempre più il Verbo Incarnato per poterlo sempre l’i ndemoni ato di Gerasa, l ’ emorroissa, l a più servire e seguire»; «Quanto alla sesta: dovrò resurrezione della figlia di Giairo, la moltiplicazione trarre alla memoria la vita e i misteri di Cristo dei pani, la guarigione dell’ epilettico. Sono 11 fatti nostro Signore, a cominciare dalla sua straordinari e, se mettiamo come miracolo incarnazione fino al mistero che sto conclusivo la trasfigurazione, sono 12 eventi di contemplando». E da ultimo al n. 209, la nota alla potenza, manifestazioni di quella gloria di Gesù fine della settimana della Passione dove S. Ignazio che viene poi anche trasferita ai Dodici nel capitolo dà delle indicazioni per contemplare più a lungo la 9, in cui già si guarda verso la seconda parte del Passione, conclude: «Dopo aver terminato in tal Vangelo. Questa serie di miracoli, di fatti, di modo tutta la Passione, può fare, in un altro potenza, mostrano come ci si possa fidare di Gesù. giorno, l’ intera Passione, in uno o più esercizi, Troviamo anche parole di insegnamento, polemiche come gli sembrerà più conveniente per trarne e messianiche, soprattutto nel cap. 6, con profitto». Partendo da queste indicazioni di S. un’ insistenza sull’ amore, il perdono, la misericordia Ignazio, mi sembra utile suggerire di applicarvi più e anche sull’ esecuzione, pratica e coraggiosa, degli in particolare, da qui in avanti, proprio alla lettura insegnamenti stessi di Gesù, che deve essere il continuata del Vangelo di Luca, e di farne una lettura frutto di tutto e che ci viene richiamato di nuovo riflessa, lasciando che gli episodi della preparazione nel cap. 8, nella predica del seminatore. Il seme del l a vi ta pubbl i ca del Si gnore, inci dano produce frutto se cade su un terreno che lo profondamente su di voi. A questo può anche accoglie, ma, se viene respinto, resta sterile: siamo, essere utile affiancare in parallelo la lettura del quindi, sempre in questa linea di amore, perdono, processo di sviluppo della comunità primitiva degli misericordia, esecuzione pratica e frutto. Atti. Sono parole di insegnamento che possiamo dire costruttivo, e parole di polemica contro la Per questo vorrei in questa meditazione dare mancanza di fede, parole roventi contro l’ inumanità qualche indicazione per una lettura globale, una religiosa dei farisei, che si chiudono alla vera contemplazione complessiva della parte del Vangelo intelligenza della legge, alla conoscenza della di Luca dedicata alla vita pubblica di Gesù. volontà di Dio. Nel contesto del cap. 6 troviamo Naturalmente la sintesi che propongo è molto altre parole messianiche, che si potrebbero dire adattata alla nostra situazione; non propongo cioè parole di “capovolgimento” , soprattutto le uno schema esegetico del Vangelo di Luca, che beatitudini; “ Beati i poveri”;“ Guai a voi ricchi” . Sono potete trovare i n qual unque manual e di parole che da una parte proclamano la missione introduzione ai Vangeli, ma piuttosto un modo di messianica di Gesù, che evangelizza i poveri, leggere il Vangelo lucano notando quegli elementi secondo la profezia di Isaia (61, 1-2), dall’ altra che più ci interessano per la nostra riflessione. mostrano la nuova serie di valori che comportano Ciò che sto per dire si potrebbe proporre come un rovesciamento non ancora ben chiarificato in risposta alla seguente domanda: «Come avviene tutte le sue parti, ma annunciato in Gesù che secondo Luca l’ educazione del discepolo alla compie opere potenti e misericordiose (secondo sequela di Gesù?». Si tratta di una proposta di la profezia di Isaia Egli viene per dare la vista ai lettura spirituale e orientativa di questo Vangelo ciechi, la liberazione agli afflitti, ecc.). Quello stesso nella disponibilità ad assorbirne i valori nello spirito Gesù che predica ai poveri, instaura un sistema di 2
valori nuovo e polemizza contro chi non lo sa tutti i nostri bisogni, come capisce la vedova di ricercare nella fede o chi si preclude, con una Naim che non parla e piange soltanto, la donna religiosità meschina, la possibilità di conoscere la peccatrice, il paralitico che gli viene portato davanti volontà di Dio; ecco come ci appare, più o meno, e che non sa esprimersi. l’ insistenza di questa prima parte che, come si vede, corrisponde abbastanza bene al programma di Educazione del discepolo evangelico (Lc 9- Isai a, di un Gesù potente, li beratore, 18). misericordioso, proclamatore di valori nuovi. Quindi In questa parte si tratta più specificamente la ora alla domanda — come avviene qui l’ educazione formazione del discepolo evangelico, di colui che del discepolo alla sequela di Gesù secondo Luca? ormai, compiuta la prima iniziazione con coraggio, — mi pare che si potrebbe rispondere, con termini ha fatto il passo decisivo e segue Gesù nel suo nostri, che ci troviamo davanti ad una triplice viaggio verso Gerusalemme. Uno dei punti, decisivi, educazione: degli spartiacque del Vangelo di Luca, è il versetto — 1) educazione del cuore, educazione cioè 51 del cap. 9, quando Gesù decide con coraggio, alla cordialità, alla bontà, alla fiducia, alla fede; chi come dando uno strappo, una cesura rispetto al segue Gesù e cerca di imitarlo in ciò che egli fa, in passato, di andare a Gerusalemme: «Mentre questi capitoli assimila i sentimenti del suo cuore stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato benevolo, compassi onevol e per ogni mal e tolto dal mondo (è la prima volta che Luca parla, dell’ uomo proprio meditando su Gesù che ha dopo Nazareth, un linguaggio così duro!) si diresse compassione di ogni tipo di malattia, che risana decisamente verso Gerusalemme (il testo greco tutti gli oppressi dal diavolo, S. Ignazio aveva capito dice: “ Rese dura la sua faccia per andare a l’importanza delle opere di misericordia per la Gerusalemme” ) e mandò avanti dei messaggeri». formazione del novizio, del discepolo); Comincia qui la sezione del “ viaggio lucano” ; non — 2) educazione alla fiducia nella sua dobbiamo formalizzarci pero su questo versetto missione di Messia (“ La tua fede ti ha salvato” ), perché già di per sé nel cap. 9 (vv. 18 e ss.) col educazione a fidarsi di Lui; primo annuncio della Passione e della Resurrezione, — 3) educazione allo sguardo di fede; in sta chiudendosi la prima epoca della vita di Gesù e tutta questa attività caritativa la speranza si si apre la seconda, che la tradizione fa iniziare con concentra in Gesù. la decisione ferma, disprezzando ogni pericolo, di Gesù educa e il lettore del Vangelo è educato a andare a Gerusalemme. guardare ai problemi di fondo dell’ uomo, nei quali Quale sono le caratteristiche di questa seconda affiora il problema del peccato (“ ti sono rimessi i parte? Certamente ci sono meno miracoli, pur tuoi peccati” , “sono venuto per i peccatori, non essendocene alcuni anche qui: ricordiamo, per per i giusti” , “i malati hanno bisogno del medico esempio, il demonio muto, la donna curva, non i sani” ). Gradualmente si sta delineando quello l’ idropico, i dieci lebbrosi, il cieco di Gerico. Ma non che ho chiamato l’ uomo cristiano. Non siano abbiamo più l’in sisten za su Gesù ancora in un a rottu ra di valori molto misericordioso; anzi alcuni di questi miracoli sono pronunciata, ma piuttosto nella formazione di collegati con discorsi, che occupano la parte quegli atteggiamenti che costituiscono il primo pri nci pal e, e che sono raccol ti , al meno dirottamento della personalità di chi vuol diventare apparentemente, senza troppo ordine. Gli esegeti uomo cristiano. In questo senso la prima parte si sono dati da fare per trovare un ordine, uno del Vangelo diventa la più bella, la più semplice, la schema in questi discorsi, ma quanti sono gli più appetibile, quella anche più facile a riproporre esegeti tanti sono gli schemi; non si riesce nelle predicazioni, perché qui Gesù assume in sé e veramente a vedere un ordine preciso, che forse trasfonde attorno a sé mol ti dei val ori ci sarà, ma che noi non abbiamo trovato. Quello propriamente umani e quindi più accessibili: che è importante, è notare che queste sono le misericordia, beneficenza, compassione, apertura, parole più dure e più intransigenti che Gesù fraternità, fiducia. Quest’ educazione è molto pronuncia nel Vangelo di Luca. Veramente nasce necessaria per l’ uomo cristiano: egli deve entrare in noi una certa paura, a leggere questa seconda in questa via che non è appunto la via del pagano, parte; sono parole che tolgono il fiato; la punta di stoico, chiuso in se stesso, rigido, disprezzatore diamante evangelica, entra ed è capace di ferire, degli altri, anche se talvolta ricerca anch’ egli una di far male. sua onestà, una sua moralità; qui è tutt’ altra cosa, Un’ altra caratteri sti ca di questa parte è come si vede, tutt’ altra coniugazione del cuore — u n’ attenzion e ai discepoli , ai futuri alla bontà, alla misericordia, e sempre con uno evangelizzatori, ai dodici. Ma ad un certo punto sguardo di fede verso la verità profonda dell’ uomo sono chiamati in causa anche i 72 discepoli, dando e del suo male. Gesù assume tutti questi valori così a questa seconda parte la caratteristica di un umani, accessibili a tutti, e li orienta, anche se movimento “ pendolare”tra i discepoli e folla, che ancora in maniera tanto discreta, contro la radice fa nascere qualche difficoltà di interpretazione. dei mali: possesso, egoismo, peccato. Gesù non Gesù infatti parla alla folla, poi torna ai discepoli, e richiede ancora qui alcuna rinuncia, non insiste sulla poi di nuovo alla gente. Forse Luca volutamente croce; è un primo periodo di acclimatazione; ha lasciato un po’di incertezza, perché si capisca l’importante è fidarsi di Lui, che è così potente, che certe parole di Gesù valgono, da una parte che ama tanto l’ uomo, che ci capisce a fondo in per un gruppo scelto, e dall’ altra per tutti, anche 3
se in maniera diversa. Sembra che Luca ci inviti ad Fede, del Vangelo rispetto alle ideologie, anche a un discernimento, anche se non dà regole facili quelle vere, sane, che rappresentano una certa per questo. Prendiamo, come esempio, il cap. 12°: struttura di principi, di chiavi interpretative, da cui al versetto 1 si parla di migliaia di persone, ma poi è possibile dedurre logicamente delle conclusioni Gesù si rivolge anzitutto ai discepoli; al versetto 4 sulla realtà. incomincia «A voi miei amici dico...» e sembra Noi certe volte sentiamo la nostalgia di questo, che parli di nuovo al gruppo dei discepoli, ma poi perché ci piacerebbe avere deduzioni chiare e troviamo al versetto 13 che «Uno della folla gli logiche, senza impegnare noi i stessi; ma per il disse...». Quindi la folla è presente e interviene e Vangelo questo è impossibile. Non si può avere lo l’intervento della folla abbassa il tono del discorso: Spi ri to evangel i co e gi udi care l e cose «...Di ’ a tuo fratello che divida con me evangelicamente senza essersi impegnati e l’eredità...»; quindi questa è la scena che ci viene compromessi col Vangelo stesso, senza averlo presentata: la gente, il gruppo dei discepoli, Gesù vissuto, insieme ad altri; il viverlo significa essersi che parla e risponde quando da qualcuno viene compromessi. interrotto. Tuttavia l’ interesse maggiore sembra Certamente e molti di quelli che sentivano Gesù concentrarsi verso i discepoli; infatti, dopo aver non capivano quello che diceva e forse avranno risposto a quell’ uomo che lo chiamava in causa scosso la testa dicendo: «Chissà che cosa vuole per la divisione dell’ eredità e aver raccontato a lui costui!...»; solo quelli che lo seguivano da vicino e la parabola dell’ uomo ricco che ha avuto il buon che erano coinvolti nelle sue prove, nelle sue raccolto e che lo vuol godere, ma che viene tentazioni, nei suoi rischi, intuivano questo spirito. chiamato a morire la medesima notte, Luca Questo spiega anche come le reazioni di Gesù e prosegue: «Poi disse ai discepoli», (vv. 22), dove quelle dei Santi sono imprevedibili, e non sono il discorso sembra restringersi dalla folla ai discepoli spesso direttamente deducibili da principi. Spesso che gli stanno intorno. Questa è dunque la vediamo Gesù comportarsi in un certo modo, peculiarità di questi capitoli. mentre tutti si comportano in modo diverso, e Se ora ci domandiamo come avviene la anche la vita dei santi ha spesso di queste formazione del discepolo evangelico, quali sono imprevedibilità, di questi modi di agire che le insistenze di Gesù, mi sembra che possiamo appunto non sono deduzioni logiche, ma il “ vissuto” fissare alcuni punti, diversi da quelli della prima del Vangelo che è Spirito e Vita. parte e che ridurrei a tre titoli schematici, anche È per questo che dobbiamo chiedere al Signore se proprio perché tali rischiano di trattare cose che anche questa nostra lettura e preghiera siano grandiose e difficili con parole troppo brevi e non un essere associ ati misticamente, in modo abbastanza specificate: misterioso ma reale, alla vita del Signore; che già 1° educazione al distacco ed alla libertà; Gesù la nostra preghiera sia un coinvolgimento, un insiste moltissimo sul distacco da tutto e sulla perderci con Lui. Vorrei infine invitarvi a questo libertà del cuore; l’ espressione “ lasciare tutto”è punto degli Esercizi a domandarci: «Come il mio ripetuta parecchie volte. stato di preghiera si sta ora manifestando, e 2° educazione all’ abbandono di sé al Padre; come io lo sto vivendo nella fede, con le sue 3° educazione al senso della croce. incertezze, le sue durezze, le sue aridità? Come li Vediamo qui come il discorso si fa più elevato, sta conducendo il Signore? Sto accettando la più difficile, anche più sottile, e come perciò sia preghiera, oppure mi sto difendendo da essa?». possibile coglierlo con fraintendimenti ed errori. Vorrei qui un momento riflettere su Isaia (Cap. Sono temi che ri chi edono una maggi ore 50) e Marco (Cap. 8), domandandoci che cosa ci attenzione, coraggio, umiltà, abbandono. Vorrei dicono in questo momento, e come si inquadrano ancora notare che questa triplice educazione non in questa riflessione che andiamo facendo. Il è un’ educazi one ideol ogi ca, l a proposta di vangelo di Marco, cap. 8, corre in questa sezione programmi, di principi, con deduzioni logiche, ma parallelo a Luca, o meglio Luca (Cap. 9) attinge concerne la vita; insegnamenti e vita in Gesù si direttamente e continuamente da Marco e quindi intrecciano e il libro degli Atti dirà che Gesù ha ambedue hanno più o meno le stesse intenzioni, fatto e insegnato: «Gesù fece e insegnò dal le stesse sottolineature; stiamo precisamente alla principio». (Atti 1, 1). Ci è già possibile qui trarre svolta del ministero di Gesù, quando dopo il un’ i ndi cazi one: il Van gelo si impara per miracolo della moltiplicazione dei pani, che Luca connaturalità affettiva; S. Ignazio ci fa appunto riferisce a questo punto, si passa direttamente chiedere (EE.SS. n. 104) la grazia di conoscere alla professione di fede di Pietro e poi alla predizione Gesù per amarlo e seguirlo. Lo spirito evangelico della Passione e alle prime sentenze dure sul si impara vivendo con le persone che lo “lasciare tutto” . praticano, e quindi per tradizione viva, nella Intravediamo già il carattere di questa seconda Compagnia, negli Ordini Religiosi, nella vita cristiana, parte del Vangelo di Luca, che anche Marco ci nella famiglia cristiana: i valori evangelici si imparano presenta ma con caratteristiche diverse, incentrato non tanto parlando, perché spesso nel parlare ci specificamente su una colorazione decisamente si astrae un po’dalla vita e c’ è il rischio di prenderli cristologica. A voi proporrei di fare una riflessione come principi logici da cui trarre delle conclusioni a in seguito sulle trepidazioni della Passione, la prima volte ridicole o esagerate. In questo “essere delle quali ricorre proprio qui. Ora vorrei fermarmi, vita”sta tutta la difficoltà e la ricchezza della invece, sul brano del cap. 50 di Isaia che è il 3° 4
canto del “servo del Signore” , e di chiederci prima orecchio attento, per poter capire il suo mistero e di tutto come questo canto ci colpisca in questa dare coraggio. situazione. Prendendo le parole di questo canto Quante volte, dopo un colloquio con una vorrei farvi notare una tematica particolare: il canto persona, di ci amo: «Forse non ho saputo parla di un misterioso ascoltatore della Parola, veramente infondere coraggio, non ho saputo dare disponibile, respinto, e tuttavia fermo, coraggioso respiro»; questa è la grazia che desideriamo e e fiducioso; la figura che viene delineata è chiediamo. Ma qual è il prezzo di questa grazia? Il enigmatica; probabilmente il riferimento più prezzo è di farci n oi stessi ascoltatori i mmedi ato è Geremi a, ascol tatore umi l e, disponibili. Questo sembra facile e facile dichiarare: disponibile, respinto, fermo e fiducioso; è attorno «Il Signore mi ha aperto l’ orecchio — (È lui che ci a lui che si può quindi ricamare per precisare il fa disponibili!); non ho opposto resistenza; non quadro, ma esso rimane sempre un po’generico. mi sono tirato indietro». Fin qui tutto sembra Più interessante è notare come gli evangelisti tranquillo, con quel non mi sono tirato indietro di hanno medi tato a fondo questo passo. La fronte alla sua parola. Ma ecco che subito la scena comunità primitiva sentiva profondamente queste si concretizza: questo non tirarsi indietro, è anche parole del canto, e da esso gli Evangelisti hanno u n n on tirarsi indietro rispetto alle preso direttamente le stesse parole greche con contraddizioni della Parola: offrire il “ dorso ai cui descrivere i momenti della passione di Gesù. flagellatori” , la “guancia a coloro che mi strappano «Ho presentato il dorso ai flagellatori... non ho la barba” , non “ sottrarre la faccia agli insulti e agli sottratto la faccia agli insulti e agli sputi», (Mt. sputi” . Possiamo qui richiamare direttamente la 26, 67-27, 30). C’ è quindi un salto diretto tra terza forma di umiltà di S. Ignazio (EE.SS. n.167) Isaia e il Nuovo Testamento, salto che appunto e cercare di capirlo meglio in questa luce. Non è neppure gli apostoli da principio hanno saputo fare una ricerca di umiliazioni generiche, ma un essere (Mc 9, 31 ss.); la comunità, invece, ha sentito umiliato per essere come Cristo, umiliato, queste parole, ha riflettuto, piangendo e godendo perché si è scelta la parola di Cristo, perché siamo del Signore morto e risorto, e attraverso questa apostoli di Cristo e seguiamo la Sua sorte, esperienza è venuta a capire questo canto alla un’ umiltà direttamente apostolica, accettata perché luce di Cristo. sappiamo che questo è il destino della Parola; farci Un altro legame col nuovo testamento che talmente unificati con la Parola da accettare anche possiamo ricordare nel leggere questo carme è la sorte che Cristo per primo ha accettato. Solo dato dall’ espressione: «Rendo la mia faccia dura così possiamo essere apostoli, propagatori della come pietra»; ho l’ impressione che Luca in 9, 51 Parol a, quando abbiamo raggi unto questa dicendo che Gesù ha indurito la sua faccia per decisione. andare a Gerusalemme si sia riferito proprio a Ricordo che, nella sua autobiografia, il Cardinale questo passo. Qui le parole greche non sono Mindzenty1 descrive, con una frase brevissima, identiche, ma il concetto è lo stesso; quindi ciò che ha provato quando la prima volta gli hanno certamente gli evangelisti per capire Gesù messo le mani addosso e gli hanno dato il primo hanno meditato a lungo questa pagina . colpo di bastone; dice: “In quel momento un Un’ altra indicazione riguarda il versetto 4 della mondo è crollato per me!” . Fino a quel momento lettura; esso dice così: «Il Signore Dio, mi ha era stato il grande Cardinale, magari attaccato ma dato una lingua da iniziati, perché io sappia riverito in pubblico, criticato ma sempre rispettato indirizzare allo sfiduciato una parola. Ogni mattina nella sua dignità; in quel momento aveva capito fa’attento il mio orecchio perché io ascolti come che l a parol a lo aveva portato ad un’ al tra gli iniziati». E poi ancora: «Il Signore Dio mi ha esperienza, molto diversa, che è appunto quella aperto l’ orecchio e io non ho posto resistenza». È che egli descrive. Egli ci riferisce come pregava bene che teniamo conto anche di questo versetto durante l e torture, durante i momenti di che mi pare molto importante specialmente per abbandono: “ Il Signore Dio mi assiste, per questo noi, per la nostra situazione presente. C’ è inoltre non resto confuso, per questo rendo la mia faccia quest’ altro riferimento neotestamentario (Gv. 3, dura come pietra, sapendo di non restare deluso” . 11) dove Gesù dice: «Noi parliamo di quel che Ci vuole u n coraggio eroico in qu este sappiamo e testimoniamo quel che abbiamo situazioni; è l’ esperienza dell’ascoltatore, coinvolto veduto». Riferiamoci subito alla nostra situazione: ormai nella Parola, preso nel gioco drammatico di che cosa stiamo facendo? Stiamo cercando di dare Cri sto, di ventato Cri sto respi nto, ma che ascolto, di essere anche noi ascoltati, per divenire esperimenta insieme un coraggio inaudito. E anche iniziati: iniziati a che cosa? A quei misteri che Pietro noi, timidi, paurosi, sperimentiamo allora una non ha capito, cioè al mistero della morte di Gesù, capacità di resistenza, insospettata per noi, Parola respinta e glorificata. miracolosa: è il credere in un Signore che solo ci Ora questa iniziativa nostra, questa nostra rende giustizia. E da questa fede nasce la capacità ricerca di ascoltare la parola, per avere questo di gri dare di fronte al mondo l a nostra linguaggio da iniziati, sarà quella che ci permetterà contestazione: “ Chi oserà venire a contesa con di fare ciò che desideriamo moltissimo fare, cioè me?” . Questo non aver più paura di nessuno, non saper indirizzare allo sfiduciato una nostra parola. è il frutto di una millanteria, ma di una sofferenza Perci ò chi edi amo al Si gnore soprattutto nella quale la nostra povertà estrema ha sentito nell’ Eucarestia, che davvero ci faccia questo di essere presa in mano dalla Grazia: “ Ecco, il 5
Si gnore Di o mi assi sta. Chi mi di chi arerà quale modo di vivere il nostro apostolato, il colpevole?” . E probabilmente ci dobbiamo preparare Signore ci va suggerendo. ad una esperienza simile a quella del cardinale Porremo attenzione a due punti: Mindzenty; nessuno di noi può sapere l’ avvenire 1) qual è il modo del nostro contatto apostolico immediato, e tanto meno il futuro più remoto. Tutti con gli altri. Non parlo qui di un “ electio status”, siamo chiamati dal Signore a che può anche essere fatta nel senso di chiedere quest’ identificazione con la sua Parola, che un cambiamento radicale del proprio ministero ai dall’ascolto passa al coinvolgimento e riproduce superiori, ma parlo piuttosto di una “ reformatio nella nostra vita la sorte del servo. Contemplando vitae” ; si tratta di vedere quali atteggiamenti insieme questa Parola, respinta e glorificata, che interiori ed esteriori mi vengono suggeriti per il si fa cibo nell’ Eucarestia, chiederemo a vicenda per mio apostolato. ciascuno di noi coraggio e forza, perché può venire 2) quali modalità deve assumere la mia il momento in cui, dentro e fuori di noi, un mondo preghiera per diventare preghiera apostolica crolla e le nostre sicurezze, il pulpito dal quale i n questo momento dell a mi a maturazi one proclamiamo la Parola, scricchiola e con umiliazione spirituale, delle mie speranze e prove, nell’ incontro e sorpresa ci troviamo a terra con gli altri. Ma noi con gli altri. siamo certi che il Signore in quel momento si farà Questi sono due punti che potrà essere utile nostra forza: non noi, non la nostra presunzione, tenere presenti. Per ottenere meglio questo frutto ma la sua presenza gloriosa ci fortificherà in questo S. Ignazio ci fa chiedere una grazia al numero 139 momento e ci darà solidità per non avere paura di degli Esercizi, nella meditazione dei due Vessilli:... nessuno o per gridare forte, ciò che il Signore ci «Chiedere ciò che voglio. Qui sarà chiedere di ha fatto sentire. conoscere gli inganni del cattivo capo e l’ aiuto per difendermi da essi; e di conoscere la vera vita che indica il sommo e vero Capo e la grazia X MEDITAZIONE di seguirlo». IL PIANTO DI GESÙ SU GERUSALEMME Tutti sappiamo quanto sia oggi più che mai necessaria questa grazia del discernimento, a «Maria, madre di Gesù, ti chiediamo di causa dei vari influssi, delle varie proposte, intercedere presso il tuo figlio, perché conceda a suggerimenti, entusiasmi, speranze, cui siamo tutti noi, in questo momento degli Esercizi, un sottoposti nel nostro mondo. atteggiamento giusto, cioè quello dell’ ascolto, e Ed è appunto per dare un certo supporto a per me un’ esposizione fedele delle cose che il tuo questa ricerca che vorrei proporvi la meditazione Figlio vuole che noi ascoltiamo. del pianto di Gesù su Gerusalemme (Lc 19, 41- Ottienici un atteggiamento giusto nel cercare, 44), strettamente connesso con l’ invettiva di non soltanto una soluzione ai problemi immediati Gesù su Gerusalemme stessa (Lc 13, 34-35). che vanno lasciati alle istanze dovute, ma Come potete vedere sono due brani l’ atteggiamento di disponibilità a ricevere la parola strettamente collegati,che stanno uno ancora nel del tuo Figlio. mezzo della vita pubblica di Gesù, l’ altro già Intercedi per noi perché con serenità e umiltà, all’ingresso della passione; questa ripetizione ci fa in una preghiera semplice, abbandonata e vedere che si tratta di un tema importante. tranquilla ascoltiamo questa parola e la facciamo Con qualche esitazione mi sono deciso a nostra come tu l’ hai messa in pratica». proporre questa meditazione per due motivi: Primo: perché riflettendo ieri sera in merito alle ** * reazioni che mi hanno aiutato a prendere coscienza del punto in cui siamo, temevo che le code di Leggiamo dagli Esercizi Spirituali di S. Ignazio, questa meditazione disturbassero la vostra dal numero 135, il preambolo per la considerazione preghiera, introducendo il desiderio di risolvere degli stati di vita: adesso problemi che vanno invece risolti nelle sedi «...cominceremo a riflettere e a domandarci appropriate e con una metodologia adatta: c’ è mentre continuiamo a contemplare la sua vita, sempre il rischio di chiedere troppo agli in quale condizione o stato di vita la Sua Divina Esercizi, al l a nostra preghi era. Queste Maestà vorrà servirsi di noi». (EE.SS. 135). estrapolazioni dal clima degli Esercizi sono sempre In questo passo abbiamo puntualizzato il pericolose e danno poi origine a spiritualismi che momento dei nostri Esercizi: continuando a rendono ostica la vita spirituale, perché si pretende meditare la vita di nostro Signore, nello spirito di fare più di quanto è dovuto; da ciò un timore, della seconda settimana, cioè a contemplare alcuni meglio un pericolo, dal quale voi vi dovrete modi del suo agire, alcuni suoi atteggiamenti, difendere. preferenze, reazi oni , comi nci amo Secondo: perché sono cose che vado contemporaneamente a domandarci, (forse lo ripensando soprattutto sotto la spinta della abbi amo gi à fatto perché è emerso riflessione su un documento proprio di noi gesuiti, spontaneamente in noi, ma ora lo facciamo più «La nostra missione oggi: diaconia della fede e specificamente) in quale vita o stato la Divina promozione della giustizia» che mi fa un po’da Maestà vuole servirsi di noi. Cerchiamo cioè, in un sfondo nel proporre questa meditazione. Questo atteggiamento di responsabilità, di far emergere come premessa. 6
Veniamo ora alla meditazione e leggiamo da Lc 19, 41-44. Soltanto Luca ha questo brano e lo fa seguire immediatamente all’ ingresso trionfale in Gerusalemme, volendo forse in qualche maniera approfondire o correggere una impressione che questo ingresso trionfale avrebbe potuto lasciare: ma Gesù non si è lasciato prendere o entusiasmare troppo dalla risposta plaudente della gente, e vede in profondità le cose. Così, vicino ormai alla discesa dal monte, quando la folla già gridava: «Benedetto, colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli.» (quasi l’ inno angelico della nascita) «Alcuni farisei tra la folla gli dissero: “ Maestro rimprovera i tuoi discepoli” . Ma egli rispose: “ Vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre” ». Quindi anche Gesù è dentro l’ entusiasmo della folla. Ma poi Luca continua: «Quando fu vicino, alla vista della città, pianse su di essa dicendo: Se avessi compreso anche tu, in questo giorno la via della pace! ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi. Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ci cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte; abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata». Leggiamo subito anche l’ altro brano in Lc 13, 34-35. Hanno detto a Gesù: «Parti e vattene via da qui perché Erode ti vuole uccidere. Egli rispose: “Andate a dire a quella volpe: Ecco, io scaccio i demoni e compio guarigioni oggi e domani; e il Gesù piange, e non è un gesto consueto di terzo giorno avrò finito. Però è necessario che Gesù in Luca. Piange, e piange pubblicamente e oggi, domani e il giorno seguente io vada per la sappiamo, che non è facile per un adulto piangere mia strada, perché non è possibile che un profeta in pubblico. Può accadere che uno pianga in muoia fuori di Gerusalemme” ». A questo segue il privato, ma un pianto i n pubbli co richiede nostro brano: «Gerusalemme, Gerusalemme, che un’emozione violenta, incontenibile, e Gesù non è uccidi i profeti e lapidi coloro che sono mandati certamente un debole. Basta leggere quelle parole a te, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi che non ci lasciano senza timore, che troviamo in figli come una gallina la sua covata sotto le ali Lc 13, 1-5: e voi non avete voluto. Ecco la vostra casa sta «In quello stesso tempo si presentarono alcuni per esservi lasciata deserta! Vi dico infatti che a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato non mi vedrete più fino al tempo in cui direte: aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. Benedetto colui che viene nel nome del Signore!». Prendendo la parola Gesù rispose: “ Credete che Probabilmente Luca inserisce qui nel cap. 13, quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, questo passo (che Matteo invece mette al cap. 23 per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non al fondo dell’invettiva contro i farisei a Gerusalemme vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O con una chiara indicazione escatologica), volendo quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Siloe alludere all’ingresso in Gerusalemme, quando Gesù e li uccise, credete che fossero più colpevoli di sarebbe venuto per l’ ultima volta a scuotere questa tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, città. ma se non vi convertirete, perirete lutti allo stesso Dunque, prima di tutto, riflettiamo un istante: modo”», mettiamoci, se volete, presso il “ Dominus flevit”, Gesù ci si rivela qui con la personalità forte; quella splendida piccola cappella sulla costa del dura, quindi, se si lascia andare ad un pianto Monte degli Ulivi, da cui si può vedere ancora, pubblico come quello descritto da Luca, vuoi dire attraverso le vetrate, celebrando la Messa, il luogo che c’ è qualcosa di straordinario che si agita del tempi o e qui ndi tutta quanta l a ci ttà. nell’intimo del Signore. Un atto pubblico e profetico Raccogliamoci in silenzio come avrà fatto S. che ci ricorda alcuni gesti di Geremia e di Ezechiele, Ignazio, che ha salito più volte quella collina per anche se Gesù lo vive intimamente, senza teatralità andare verso l’ uliveto, e poi sediamoci idealmente ma con una commozione sconvolgente per il suo su una pi etra di menti cando ogni cosa, e ani mo. Penso che potremo, nel l a nostra riportandoci nella realtà misteriosa della storia, che meditazione, a questo punto, avvicinarci al Signore Gesù stata vivendo in quel momento. e fargli quella domanda che lui stesso ha fatto alla 7
Maddalena: « Perché pian gi? Che cosa ti dunque il Signore ‘ piange sulla città? Tre motivi commuove così profondamente e che cosa c’ è sono portati da questo brano: in me che partecipa in questo momento alla tua a) non hai conosciuto la via della pace; commozione?». b) verrà i l gi orno i n cui i nemi ci ti Gesù piange sulla città alla sua vista: non piange distruggeranno; sulla rovina delle singole anime soltanto, ma proprio c) non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata sulla città come tale, su questo corpo vivente, visitata. organizzato, che ha una storia e un destino. Noi possiamo capire queste cose, se proviamo ad a) Non hai conosciuto la via della pace. Se entrare nella mentalità degli ebrei di oggi e ci questa parol a va i ntesa nel senso chiediamo che cosa significa Gerusalemme per veterotestamentario allora non possiamo non un Ebreo di oggi: la città santa, la città desiderata concludere che Gesù ha desiderato la pace della da lontano, a cui i profughi giungono dopo tanti città, cioè la pienezza dei beni, la prosperità anche sacrifici, la città conquistata a prezzo di sangue e umana riconquistata sotto Dio, nel rispetto tenuta oggi a prezzo di odio, di un isolamento reciproco gli uni degli altri, nella lode, nella gloria di mondiale spaventoso e che pure non possono Dio. Le due cose sono estremamente connesse abbandonare, anche se abbandonandol a nella mentalità ebraica. guadagnerebbero la vita, la considerazione presso Gesù ha veramente desiderato questa pace le altre nazioni; è un qualche cosa di drammatico della città, che è la gloria di Dio manifestata, e e di terribile che si muove nel cuore di un ebreo di soffre perché questa pace non le è concessa. fronte a questa città. Gesù risente tutto ciò, Possiamo pensare che se Gerusalemme avesse perché, appunto in questa città, è concentrata tutta conosciuto il tempo della sua visita, la storia la storia di Israele, della promessa, della scelta, sarebbe andata in modo diverso, cioè veramente dell’elezione, della speranza, della missione essa avrebbe costituito nel mondo un esempio di messianica per il mondo. società organicamente costituita nella fraternità e Qui potremmo allora fare una domanda più nella giustizia; ma questo disegno viene frustrato, “nostra”a Gesù, una domanda che riflette già una questa via della pace viene nascosta agli occhi di nostra distinzione dal cuore del mondo ebraico, Gerusalemme; cioè la città si è rifiutata di ma che noi non possiamo non fargli: «Signore, accogliere la voce di Dio, e perciò si sta sono soprattutto i valori religiosi perduti, cioè sprofondando da sola, con le sue stesse mani. E le anime di questa città che si perdono (S. Ignazio questo suppone evidentemente un rapporto tra il direbbe le anime che scendono all’ inferno) che ti riconoscimento della parola di Dio e il destino, anche fanno soffrire, oppure sono anche i valori umani, storico, della città. cioè la storia di questa città, la sua missione, il b) Verrà il giorno in cu i i nemici ti suo essere corpo organizzato, il suo essere distruggeranno. Per capire il senso pregnante di popolo?». queste parole possiamo fare nostra la nota della Gli Ebrei distinguono con molta difficoltà queste Bibbia di Gerusalemme la quale fa capire che questo due cose, e il Signore stesso in qualche maniera oracolo (“Verrà il giorno...”) completamente non le distingue nel senso che non separa il destino intessuto di reminescenze bibliche, (e cita Is. Ger., del singolo dal destino del gruppo: per Lui sono Ez., ecc.) è una brevissima frase che in maniera strettamente collegati. telescopica riprende tutto il destino tragico di Certo per il Signore la singola persona ha valore, Gerusalemme, dal tempo delle prime minacce fino (dicevamo, che Dio corre dietro anche a una sola alla distruzione e all’ esilio, in questo preciso anima), però è altrettanto vero che il Signore ha momento in cui questa città sta davanti agli occhi creato il popolo e non salva se non nel popolo. del Signore. Egli quindi ricerca la pecorella perché ritorni al È tutta la storia tragica del popolo che Gesù ha gregge in quanto per il Signore è il gregge, il presente in questo momento e di cui vede il destino popolo, la città che sarà salvata, e che diverrà la ultimo, drammatico e imminente. «Abbatteranno celeste Gerusalemme. I valori della salvezza te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te comunitaria sono fortemente presenti nell’ anima pietra su pietra»: ciò che Gesù vede non è del Signore e con questi valori anche le loro soltanto il crollo dei valori religiosi, ma anche espressioni che oggi si chiamano culturali: il vivere quello degli edifici, dei monumenti, della storia, insieme, il parlarsi, la forma del linguaggio, una della identità civile. letteratura, che e la Bibbia, nella quale la parola di c) Non hai riconosciuto il tempo in cui sei Dio si esprime in linguaggio umano; valori che stata visitata. È chiaro che qui la parola è religiosa, producono una storia, dei costumi, dei modi di e la visita è la visita di Dio che viene a dare il pensare, di reagire, di vivere, che danno origine buon annuncio, viene a dare la notizia di salvezza, ad una mentalità, ad una filosofia. ma è altrettanto chiaro che c’ è un legame tra la Dobbiamo chiedere al Signore che ci faccia visita di Dio e la sorte della città. entrare nelle profondità delle ragioni della sua Possiamo leggere questo anche più chiaramente commozione, anche se ciò non è certo facile: allora in 13, 34-35; nella prima parte (“ Gerusalemme ci accorgeremo di come queste toccano fortemente uccidi i profeti’ ) si nota l’ atteggiamento di anche noi, perché noi pure non siamo insensibili al Gerusalemme che rifiuta la parola e la calpesta; destino della città, al destino del popolo. Perché ma questa parola calpestata non è senza effetto 8
per chi la calpesta: è un giudizio. Di qui anche il Approfondiamo la domanda che facciamo al coraggi o apostol i co che Gesù trasmette ai Signore: «Qual è il rapporto tra fede e pace?» discepoli: «Voi dite la parola; se non la ricevono o se volete, per rapportarci al nostro tema più scuotete la polvere dai vostri piedi»; altro che generale: «In che maniera nel vangelo di Luca timore di non essere ascoltati, si tratta piuttosto avviene l’ educazione ai valori del mondo e al di una forza giudicante insita nella parola. Quindi loro rapporto con la parola evangelica?». La Gerusalemme ha rifiutato i profeti. risposta certo non è facile. E ancora: «Come i valori Poi: «Quante volte ho voluto raccogliere i tuoi del mondo sono presenti nell’ educazione di figli». Qui, cosa vuol dire questa frase, forse un Teofilo?». po’misteriosa? Che Gesù sia andato molte volte a Propongo, non tanto brevemente ma Gerusalemme, richiamando la città alla penitenza, sinteticamente, due vie di avvicinamento a questo lo si può dedurre da Giovanni, dove si parla di tema: una via piuttosto generale di riflessione e diverse visite e diversi tentativi di Gesù di cioè quale idea si può ricavare da Luca sul significato convincere i farisei e gli scribi proprio nel luogo dei valori del mondo, intendendo per valori del della loro origine, la città della sapienza e della mondo appunto tutti quelli detti genericamente di legge. Forse però l’ espressione va intesa in un cultura, di civiltà, di organizzazione della città, con senso un po’più , vasto; «Quante volte ho voluto tutto ciò che vi è connesso: economia, ricchezza, raccogliere»: è tutto lo sforzo di Dio nell’ Antico produzione, ecc., e quindi una prima risposta e Testamento, la sua premura verso il popolo: «Come poi qual che ri fl essione general e, qual che una gallina la sua covata sotto le ali e voi non suggerimento, sul punto di partenza messianico avete voluto». che si ricollega direttamente al brano del pianto Quindi si parla della cura di Dio per la città su Gerusalemme e al lamento contro Gerusalemme. come tale, cioè la sua vita umana e religiosa, e Dunque, prima di tutto, cosa troviamo nell’ opera della conseguenza del rifiuto: «La vostra casa sta lucana in genere? Troviamo, mi sembra, un per esservi lasciata deserta», così come Geremia atteggiamento piuttosto disincantato rispetto aveva profetizzato per la Gerusalemme infedele ai valori del mondo del suo tempo, (Ci limitiamo del suo tempo. a questo tempo perché Luca non vuole dare un «Fino al momento della visita ultima»: forse breviario per tutti i problemi di tutti i tempi). Luca di qui Paolo ha trattò la sua fiducia nella conversione riconosce tanti valori del suo tempo: gli Atti in degli Ebrei: ci sarà un momento in cui grideranno particolare mostrano di valutare molto bene il di nuovo «Benedetto Colui che viene nel nome prestigio di Roma, il diritto romano e l’ equitas del Signore». Ad ogni modo è chiaro da questo romana, (per cui i Romani non condannavano brano che c’ è un legame tra la fede e la pace, nessuno senza averlo prima ascoltato, aspetto tra l’accettare la visita e l’ essere riuniti come la fondamentale per tutta l’ impostazione di un criterio covata di una gallina sotto le ali del Signore, tra di giudizio), l’ organizzazione interna delle città l’essere protetti dal Signore e l’ essere collegati greche e anche il fascino di certe città, quali Efeso, insieme, armonicamente, in una città, in un popolo. il valore delle strade romane, dei viaggi, ecc. E naturalmente a questo punto la nostra Chiaramente, dunque, Luca riconosce che il meditazione diviene interrogazione al Signore mondo del suo tempo ha valori notevoli riguardo alla nostra situazione presente; possiamo (economici, civili, culturali, sociali, ecc.), lo accetta domandargli: «Signore Gesù, questo che tu vedevi e lo stima. Ma d’ altra parte è altrettanto chiaro e proclamavi, è il destino soltanto del popolo che egli è abbastanza disincantato, cioè sa ebraico, è vero soltanto per esso, rigoroso benissimo che il mondo del suo tempo non è tutto annunciatore della parola, col suo legame tra splendore: conosce la giustizia lenta, incerta, per destino politico e religioso?». cui Paolo deve viaggiare, aspettare e infine sarà Qui si aprirebbe un capitolo difficilissimo di ucciso; i tumulti delle città greche, che le autorità teologia del popolo ebraico, quello cioè della non riescono a controllare; le autorità romane piene missione dell’ ebraismo oggi (lodare il nome del di spavento e di servilismo, come a Filippi; Signore? Attendere il Signore e in che maniera?) l’organizzazione economica carente, con le carestie. sul quale ancora attualmente i teologi non riescono Dunque non c’ è nessun atteggiamento di che a balbettare. A noi, però, interessa ora in ammirazion e in con dizion ata verso particolare il problema più ristretto del legame tra l’ organi zzazi one ci vi l e e soci al e; c’ è un fede e pace (intesa in senso ebraico di pienezza di atteggiamento che si potrebbe forse chiamare doni anche umani, in una vita rivolta alla lode del qualunquistico: alcune cose sono buone, altre cose Signore, che qui nel testo, come abbiamo visto, è vanno male, e il discepolo si fa la propria strada chiarissimo per il momento storico in cui Gesù senza preoccuparsi molto di dare un giudizio o di parla): questo legame, cioè, è soltanto il destino rapportarsi a queste realtà in maniera chiara. specifico di quel momento, oppure è una Dunque una pri ma constatazi one: c’ è un parola per tutte le genti? atteggiamento piuttosto disincantato verso i valori A questo punto vorrei aggiungere qualche del mondo del suo tempo. indicazione, anche se temo nel farlo per la possibilità Seconda constatazione: c’ è u n a ch iara di uscire dall’ ambito della meditazione e della distanza, nell’ opera lucana, da alcuni valori preghiera; ad ogni modo penso che qualche ambigui (o pseudovalori) coltivati al suo tempo e spunto di riflessione può essere dato. 9
sempre. Valori come la massa, il prestigio, il potere, pone certamente in uno stato di ansietà che vengono chiaramente sottoposti a critica. dobbiamo lasciare penetrare anche nella preghiera, La massa: «Non temere piccolo gregge» (Lc chiedendo al Signore, che cosa esso significhi. 12, 32): non alla grande massa, ma a voi piccolo Significa forse due cose: la prima che dobbiamo gregge è piaciuto al Padre di dare il Regno, e per farci la nostra via. Il manuale del discepolo è il Lui una pecora perduta vale più di 99, che sono al manuale del discepolo e non dell’ uomo d’ oggi, e sicuro (Lc 15, 4-7). quindi come uomini di oggi dobbiamo trovare la Il prestigio: «Guai quando tutti gli uomini nostra strada; questo manuale del discepolo non diranno bene di voi»: (Lc 6, 26): eppure il prestigio ci dà, (come anche S. Ignazio negli Esercizi), nella vita politica romana è uno dei moventi nessuna conclusione già fatta, ma piuttosto la fondamentali. radice di tutte le scelte: ed è qui il punto specifico Il potere: «I re delle nazioni le governano e... al quale dobbiamo tendere, anche se questa radice si fanno chiamare benefattori. Per voi però non di tutte le scelte non ha corpo, non ha sostanza, è così» (Lc 22, 25). È chiara qui la critica al se non si concretizza poi in scelte specifiche. (S. modo di governare. Ignazio non sarebbe contento se uno terminasse Insieme con questa presa di distanza da alcuni gli Esercizi con la pura disponibilità in astratto: la valori ambigui o pseudovalori, ci sono alcune disponibilità si mostra nella scelta). Questa è una marcate preferenze per situazioni apparentemente prima riflessione, come vedete piuttosto dispersiva di poco valore umano: i bambini (“ A chi è come e che forse non aiuta la meditazione, ma che a me loro appartiene il regno di Dio”- Lc 18, 16), il pare importante nel contesto della nostra ricerca piccolo (“ chi è il più piccolo tra tutti voi, questi è odierna. Dunque abbiamo fatto questo cammino, grande”— Lc 9, 48). È chiaro che tutto questo è abbiamo cercato di leggere questi due brani di Luca in contrasto con lo sfondo della civiltà del tempo, per vedere che cosa ci dicono sulla domanda: «In con la costruzione della società. Ancora: al che maniera il manuale del discepolo ci parla dei banchetto gli invitati sono i poveri, gli storpi, i valori del mondo», e abbiamo visto risposte un ciechi (Lc 14, 13; 15-24). Sembra quasi umoristico po’deludenti. e viene da domandarsi: «Ma che banchetto è?»; Ora, in una seconda e ultima riflessione di questo Non è evidentemente un banchetto come gli altri, tipo più generale, che chiamerei «punto di partenza ed appare come un affronto a tutto un modo di messianico» cerchiamo una risposta a questa gestire la cultura. E poi quel principio che è stessa domanda, ma centrandola di più nel distruttivo, almeno apparentemente, di tutta la cuore del Signore. Rientriamo un momento in politica e il diritto: «Benedite il nemico, perdonate» noi stessi e cerchiamo di percepire per via di (Lc 6, 27 ss). Come si può costruire la società sul simpatia e di connaturalità, l’ ideale che sta, per diritto se vige questo principio? esempio, dietro Lc 2, 38: Anna «parlava del È chiaro che qui c’ è un modo di entrare nella bambino a quanti aspettavano la redenzione di società del tempo che è un modo del tutto Gerusalemme», oppure di etro l a parol a di originale, diverso, che non piega il ginocchio di Simeone: «luce per illuminare le genti e gloria fronte a nessuna forma costituita del vivere, anche del tuo popolo, Israele» (Lc 2, 32). Troviamo qui se le rispetta e le usa. (Così Paolo userà del diritto lo stesso atteggiamento di Gesù che piange, cioè romano e userà dei suoi diritti per non farsi un ideale messianico profondamente vissuto in cui bastonare, per chiedere l’ appello a Cesare). Se egli, l’ assoluto desiderabile è Dio, ma vissuto in una quindi, riconosce, nonostante quanto detto appena situazione umana di giustizia, pace, equità, rispetto prima, la validità di queste cose, allora (questa è per tutti, libertà dagli oppressori, nella lode di Dio. una prima osservazione che di per sé ci lascia un È l’ ideale del Benedictus: ci ha concesso «liberati po’perplessi), il problema è molto difficile e non dalle mani dei nemici di servirlo senza timore in possiamo trarre troppo facili conclusioni. Per essere santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri anche più stimolante nella mia critica, potrei dire giorni» (Lc 1, 74 e ss.). È questo l’ ideale di fondo, così: sulla famiglia, la cultura, la vita economico- l’anima giudaica che riaffiora nel pianto di Gesù su sociale, la vita politica, la pace tra le nazioni, questi Gerusalemme, nel suo lamento. grossi nodi riguardanti la vita, il manuale del Ora, fatto questo pri mo tentati vo di discepolo (Lc e At) tocca un po’la famiglia (alcuni avvicinamento, possiamo chiederci (“ sforzarci” , elementi), poco la cultura (pur essendo Luca uomo come dice S. Ignazio) di vedere come questo è di cultura, come dimostra dal modo di scrivere), la l’ideale che, in fondo, si muove nel cuore di ogni vita economica abbastanza da rovescio (proclama uomo non rassegnato al peggio, è l’ ideale che il distacco e con il distacco non si fa molta anima oggi i miliardi di uomini che fanno sforzi produzione economica!), pochissimo la politica, e sinceri di miglioramento, anche se spesso questo poco o nulla il rapporto tra le nazioni (c’ è qui, è ideale è tragicamente mutilato nella sua apertura vero, questo concetto di pace, ma esso è legato a Dio. Un valore fondamentale, cioè la speranza e alla parola di Dio). l a tensi one verso i l megl i o, è appunto i l Quindi questo manuale del discepolo è molto messianismo radicale, come potremo chiamarlo, deludente, se chiediamo ad esso di rispondere a che vive nel cuore di ogni uomo che non si rassegna quei cinque problemi riguardo ai quali la Chiesa, a che l e cose vadano mal e, anche se l a con la Gaudium et Spes, dice di avere parole da disperazione, la frustrazione, possono portare ad pronunciare per tutti gli uomini. Questo fatto ci 10
una rassegnazione apparente. Ma di fatto l’ uomo che possiamo avere nella preghiera riguarda il è uomo per questo suo desiderio del meglio. rapporto tra il messianismo universale di pace, Ora Gesù fa leva su questo sentimento che libertà e giustizia, e il desiderio di Dio più radicale tutto l’ Antico Testamento aveva coltivato, cioè ancora, che si muove per grazia di Dio, per la speranza che esista in qualche posto, in qualche attrazione divina di creazione e di salvezza, nel tempo, anche nella stessa vicenda umana, un cuore di ogni uomo. Che il Signore mostri a noi la mondo giusto e migliore. E Gesù sceglie i suoi tra continuità dei due desideri e ci faccia cogliere la gente non rassegnata o pigra, ma tra gente in cui radice del messianismo, della speranza di giustizia, fanno presa entusiasmo e fiducia; sceglie i suoi nel desiderio dell’ assoluto, portandoci così a quella tra i discepoli del Battista, cioè tra la gente che che è la situazione ultima della preghiera, cioè aveva ideali altissimi, che aspettava la redenzione l’essere di fronte a Dio, il desiderarlo: è la preghiera di Israele e sperava in un cambiamento delle cose. come atteggiamento radicale dell’ uomo, in cui tutti E questa attesa tra i discepoli era tanto violenta gli altri desideri acquistano lucidità, chiarezza, che la vediamo riapparire, malgrado tutte le ordine; un desiderio di Dio che è desiderio di vedere chiarificazioni di Gesù, anche in ultimo, nelle forme il suo volto, espresso molto bene dal Salmo più terrene e deludenti: «Speravamo che fosse lui (“ Mostraci, o Signore, il tuo volto, il tuo volto, a liberare Israele» (Lc 24, 21) dicono i discepoli di Signore, io cerco” ), il desiderio di S. Agostino (“Ci Emmaus. Dunque Gesù ha vissuto in mezzo a hai fatto, Signore, per te” ), o quello di padre queste speranze violente, che sono le nostre e Lallemant con cui comincia il suo libro sulla vita degli uomini di oggi, e ha fatto leva su di esse; ha interiore: (“ C’ è nel nostro cuore un vuoto che Dio fatto leva su di esse perché, appunto, vi si è solo può riempire”), oppure anche quello di immedesimato e le ha purificate; ha lasciato che i Maddaleine Debrel (“ È la passione di Dio che mi suoi vivessero questa attesa, non l’ ha negata ma muove, essa è la radice di tutto” ). Maddaleine l’ha educata attraverso prove rigorose e dure per Debrel, assistente sociale morta nel 1964, è vissuta portare quest’ aspirazione alla sua verità. I discepoli alla periferia di Parigi, in un ambiente totalmente di Gesù in Luca sono coloro che hanno creduto dominato dai comunisti, con i quali ha avuto una che Gesù poteva prendere questo loro entusiasmo collaborazione quotidiana, animata da una passione e lavorarlo a modo suo, metterlo alla prova e dargli di Dio e da una lucidità evangelica formidabile. il senso definitivo, non spegnerlo ma portarlo Io personalmente sono molto aiutato da questi avanti. scri tti di Maddal ei ne Debrel per vedere i l Possiamo allora vedere l’ esperienza di Gesù collegamento tra una vita contemplativa molto pura inserita e vissuta in questo ambiente di idealismo e un’ azione sociale molto intensa: questa passione messianico che non è distinto, ma, al contrario, di Dio, a cui lei non avrebbe mai rinunciato, le dava vicinissimo a quella che è l’aspirazione di ogni uomo, la possibilità di vedere fin dove invece doveva e che muove tanti uomini anche oggi. gridare e distinguersi. Noi dobbiamo contemplare il Signore e chiedere Il discorso quindi che Luca ci fa, è un discorso che cosa ci dice attraverso questa manifestazione di approfondi mento: conoscere come dal del suo cuore, che Egli ci fa nel pianto su desiderio di Dio, dall’ abbandono in lui, che Gerusalemme. comporta radi cal i tà e distacco, deriva la Vorrei però enunci are brevemente tre possibilità di far sgorgare in purezza il conclusioni che possiamo tenere presenti per desiderio delle cose di Dio, cioè della giustizia, orientare la nostra preghiera. La prima conclusione della pace, della fraternità, della collaborazione, e è un discorso di fiducia che il Signore ci fa nel in definitiva anche dell’ organizzazione della città vangelo di Luca, la seconda è un discorso di giusta, che è il sogno dell’ anima ebraica, quello a approfondimento, la terza è un discorso di cui tende tutta la legge nelle sue disposizioni civili distinzione di piani. e sociali. 1) Il discorso di fiducia. L’ abbiamo già 3) Il discorso della corretta reazione e enunciato: la domanda è questa: «Hai fiducia che distinzione dei piani. Una terza conclusione, che il Signore sa dove ti porta, che il Signore però Luca ci lascia appena intravvedere (perché è comprende la profondità dei tuoi desideri, che non piuttosto della nostra civiltà), è il discorso della li vuole negare, ma riempire? Accetti quindi di corretta reazione o distinzione dei piani. rischiare e anche di perdere sulla sua parola? Dicevamo che non possiamo chiedere alla Chiesa Questo è il discorso della seconda parte di Luca, primitiva (e quindi neanche al Nuovo Testamento ri vol to al di scepol o di cui educa le attese che viene in parte dalla Chiesa primitiva) più di messianiche, i desideri violenti; è quindi un discorso quanto essa ha vissuto. di fiducia nel Signore fatto soprattutto al presbitero, I primi cristiani hanno vissuto l’ esperienza di dall’evangelista. Forse non può essere fatto troppo piccolo gregge in una società statica, e quindi facilmente alla folla, ma deve essere prima di tutto piccolo gregge non gravato di responsabilità sociali intuito dal presbitero stesso, cioè da colui che segue ampie, non necessitato ad avere una visuale Gesù. completa dell’ uomo. Quindi, anche se ci sono molte 2) Il discorso di approfondimento. Credo indicazioni preziose e intuizioni profonde, il che la scuola di Gesù, presa sul serio, ci porti là problema non si pone come oggi in una chiesa di dove questa ansia messianica raggiunge l’ ultima maggioranza. sua radice, cioè il desiderio di Dio. L’ illuminazione 11
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