L'Europa verso la neutralità climatica - Decifriamo le aspirazioni, le azioni e la capacità dell'Europa di realizzare l'obiettivo net zero - AXA ...
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12 maggio 2021 Research & Strategy Insights L’Europa verso la neutralità climatica Decifriamo le aspirazioni, le azioni e la capacità dell’Europa di realizzare l’obiettivo net zero Apolline Menut, Economista Area Euro Macro Research – Core Investments Punti chiave I fondamenti del Green Deal • L’Unione europea figura tra i leader globali per le politiche e L’Unione europea (UE) è storicamente all’avanguardia per le sue l’azione sul clima. Con il suo Green Deal, si è impegnata a ridurre politiche e misure climatiche. Nel dicembre del 2019 ha superato le emissioni di gas serra almeno del 55% entro il 2030 rispetto ai ancora una volta i limiti con l’annuncio del Green Deal e livelli del 1990, e a raggiungere la neutralità di carbonio nel dell’obiettivo di essere il primo blocco di paesi a zero impatto 2050. Questi obiettivi stanno orientando le politiche, la climatico entro il 2050. In questo studio andremo ad analizzare il normativa e le decisioni d’investimento dell'Europa cosa, il come e il quanto del Green Deal. Termineremo con un esercizio di fact-checking, cercando di capire come la pandemia • Una transizione efficace verso la neutralità di carbonio richiede abbia inciso sulle modalità di attuazione di questa politica, una completa revisione delle modalità di consumo e di spingendo i paesi membri verso una ripartenza all’insegna del produzione di energia. In alcuni settori – come l’energia e i “verde”. trasporti – i progressi saranno molto veloci, ma sarà necessario supportare gli sforzi di decarbonizzazione di alcuni paesi Il Green Deal europeo, presentato dalla Presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, rappresenta la nuova • Il costo della transizione è immenso: si stima dell’ordine di 3.500 strategia di crescita dell’UE che punta a un’economia pulita, giusta e miliardi di euro nei prossimi dieci anni. Il settore privato competitiva. Si tratta di un piano articolato che prevede una serie di dovrebbe contribuirvi per circa due terzi, ma sarà l’Unione diverse misure, norme e sovvenzioni finalizzate a ridurre le emissioni europea a facilitare gli investimenti con idonee misure legislative di gas serra (GHG), supportando al tempo stesso investimenti e e strumenti di supporto, tra cui la tassonomia e gli standard innovazione in tecnologie rispettose dell’ambiente. Alcune decisioni europei sui green bond. Lo strumento più potente - la revisione essenziali sono già state approvate: dei prezzi del carbonio – è atteso entro l’estate - Introduzione dell’obbligo di raggiungere la neutralità climatica: • Circa 600 miliardi di euro sono già destinati a finanziamenti la legge europea sul clima, proposta a marzo 2020 e approvata pubblici nell’ambito del bilancio a lungo termine dell’Unione in linea di principio il 21 aprile 2021, rende legalmente europea e del Next Generation EU. Si prevede un importo vincolante l’azzeramento delle emissioni di GHG per l’Unione almeno pari per il contributo pubblico complessivo, che europea entro il 2050 dovrebbe corrispondere al 35% del finanziamento totale. Cercheremo di fare una valutazione preliminare dei piani di - Finanziamento di una “ripartenza verde”: Almeno il 30% dei spesa pubblica sin qui presentati 1.100 miliardi di euro previsti dal bilancio UE 2021-2027 e il 37% 1
dei 750 miliardi di euro del fondo europeo per la ripresa 2021- La produzione e l’utilizzo dell’energia rappresentano più del 2026 saranno destinati a obiettivi climatici – per un totale di 75% delle emissioni di GHG nell’UE. Nel 2019, il mix almeno 600 miliardi di euro (circa il 4,3% del PIL) energetico era ancora dominato dai combustibili fossili - Regolamento UE sulla tassonomia: approvato a giugno (intorno al 70% dell’energia lorda disponibile), e vedeva il 2020, stabilisce un sistema di classificazione valido in petrolio in testa, al 36%, seguito dal gas naturale, al 22%. tutta l’UE per dare a società e investitori una quadro di L’aspetto incoraggiante è che la quota delle energie riferimento comune per identificare le attività green. Il rinnovabili dal 2008 è quasi raddoppiata, raggiungendo il nuovo sistema porterà a un’espansione degli investimenti 15,3% e superando il nucleare, fermo al 13%. - Accelerazione della riduzione dell’impronta GHG: A dicembre 2020, l’UE ha portato la prevista riduzione delle In termini di settori, generazione elettrica, industria, emissioni di GHG ad almeno il 55% dei livelli del 1990 trasporti, edifici e agricoltura sono responsabili del grosso entro il 2030, dal precedente 40% delle emissioni europee di GHG, con progressi irregolari dal 1990 (Figura 2). Il settore industriale e gli impianti di Sono in arrivo nuove misure. A luglio 2021 la Commissione generazione elettrica hanno maggiormente ridotto le presenterà il pacchetto “Pronti per il 55%”, che comprenderà emissioni, mentre sono nettamente aumentate quelle del una serie di modifiche a diverse direttive già vigenti 1 per settore trasporti, dove la crescente domanda di viaggi ha integrarvi il più ambizioso target previsto per il 2030. Ma, ampiamente controbilanciato la maggiore efficienza soprattutto, introdurrà una revisione del Sistema europeo energetica. per lo scambio delle quote di emissioni 2 (ETS) e proporrà un Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere allo Figura 2: I cinque settori che dominano le emissioni di scopo di contrastare la rilocalizzazione delle emissioni di CO 2 GHG nell’UE legata agli scambi commerciali internazionali. Riteniamo che EU GHG Emissions by sector mn tons Power Generation Industry Transport una condizione essenziale perché il Green Deal funzioni è il 5000 Heating Agriculture Others prezzo del carbonio e, per questo, dedicheremo uno dei 4000 prossimi studi a questo argomento così rilevante a livello sociale, geopolitico e tecnico. 3000 13.8% 24.4% 22.2% I target di emissioni dell’UE sono estremamente ambiziosi. 2000 21.1% L’UE dovrà ridurre le emissioni nette di GHG molto più 1000 32.7% rapidamente che in passato se vuole rispettare gli obiettivi 28.9% per il 2030 e per il 2050 (Figura 1). Per riuscirci, la priorità è 0 1990 1995 2000 2005 2010 2015 2018 una sola – una profonda revisione delle modalità di Fonte: Agenzia europea dell’ambiente (AEA) e AXA IM Research, maggio produzione e consumo dell’energia nell’UE. 2021. Figura 1: Un percorso lungo e ambizioso L’esempio del settore dell’energia elettrica, in prima linea EU GHG emissions developments nella transizione energetica, è interessante in quanto mostra Index, 1990=100 che la combinazione di politiche settoriali specifiche e 100 2020 target: -20% Yearly reduction 1990-2018= 36 dell’ETS a livello europeo funziona. La normativa specifica 80 2030 target: -55% introdotta dalla direttiva sulla promozione delle energie Yearly reduction 2018-30= 99 rinnovabili ha infatti favorito consistenti investimenti nel 60 settore, e al tempo stesso l’ETS (soprattutto dopo 40 l’approvazione di una riserva stabilizzatrice del mercato nel 2015) ha incentivato il passaggio dal carbone ad altri 20 2050 target: -100% Yearly reduction 2030-50= 135 combustibili (gas e innovabili). La quota dei combustibili 0 fossili nella capacità di produzione di energia elettrica è scesa 1990 2000 2010 2020 2030 2040 2050 dal 53% nel 2000 al 40% circa nel 2019, mentre la quota delle Fonte: EEA e AXA IM Research, maggio 2021. Nota: Le emissioni di GHG rinnovabili nello stesso anno arrivava al 48% (Figura 3). A includono i voli internazionali ed escludono l’uso del suolo, le modifiche livello di produzione, circa un terzo attualmente proviene da nell’uso del suolo e la silvicoltura. Riduzione annua in megaton equivalenti di CO₂. fonti rinnovabili. La ridefinizione del sistema energetico 1 impianti di generazione elettrica, dalle attività industriali e dai voli In particolare, la direttiva sulla promozione delle energie rinnovabili e la direttiva sull'efficienza energetica intrauropei, che rappresentano circa il 40% di tutte le emissioni dell’UE. La 2 revisione dello strumento potrebbe estenderne l’applicazione agli edifici e al L’ETS è lo strumento principe dell’UE per quanto riguarda i prezzi del settore dei trasporti su strada. carbonio, un sistema “cap-and-trade” relativo alle emissioni provenienti dagli 2
Figura 3: Il processo di decarbonizzazione del sistema l’investimento annuo nel sistema energetico di circa 350 europeo di produzione dell’elettricità miliardi di euro rispetto al periodo 2011-2020. Ciò EU installed generating electricity capacity equivarrebbe a un ulteriore incremento annuo del PIL Megawatts 900,000 Combustible fuels Hydro dell’1,7% – una percentuale enorme se pensiamo che gli Wind Solar Nuclear 12.9% 12.6% investimenti pubblici e la formazione di capitale fisso lordo 750,000 16.4% 10.4% 11.6% (essenzialmente, gli investimenti netti) dell’UE nel periodo 600,000 10.6% 18.1% 19.0% 2000-2019 sono stati in media, rispettivamente, pari al 3,1% 21.6% 450,000 2.1% 19.1% al 21,5% del PIL (Figura 4). 17.3% 17.1% 23.1% 300,000 Figura 4: Un grosso gap di investimenti green 150,000 53.0% 49.9% 41.1% 39.5% EU Estimates of average annual investments EUR bn 0 200 2000 2010 2018 2019 Average 2011-2020 Fonte: Eurostat e AXA IM Research, maggio 2021. 150 Additional 2021-2030 104 In verità saranno necessari altri interventi per raggiungere 100 l’obiettivo di un minimo di rinnovabili del 32% nel consumo 50 46 127 33 24 finale di energia elettrica stabilito per il 2030 (dal 19,7% del 4 11 2019) 3, che corrisponderebbe a una quota di rinnovabili del 0 50% a livello di impianti di generazione. Ma le tecnologie esistono, e l’eolico e il solare hanno già costi competitivi, per cui ci aspettiamo che il settore dell’energia elettrica sarà il Fonte: CE e AXA IM Research, maggio 2021. Nota: Solo nei trasporti si registrano investimenti aggiuntivi. La media storica nel periodo 2011-2020 è primo a raggiungere la neutralità di carbonio entro la metà stata di € 492,2 mld. degli anni 2040. Per di più, i costi della transizione nono sono equamente Progressi a diverse velocità sono probabili anche in altri ripartiti tra i paesi europei. I paesi dell’Europa centro- settori, in base alla disponibilità di tecnologia e al grado di orientale hanno avviato il processo di decarbonizzazione in implementazione. Il settore dei trasporti dovrebbe essere ritardo rispetto alla maggior parte dei paesi occidentali – favorito da politiche che incoraggiano una mobilità pulita e sono ancora molto dipendenti dai combustibili fossili e, intelligente. Ma l’adeguamento delle catene di fornitura e pertanto, richiedono maggiori investimenti per recuperare il delle infrastrutture per i veicoli elettrici potrebbe essere un divario (Figura 5). processo piuttosto lungo, e attualmente non è ancora disponibile una soluzione tecnologica per quanto riguarda Figura 5: Alcuni avranno più bisogno di altri l’aviazione e le spedizioni. Anche nel settore dell’edilizia ci Gross inland energy consumption by fuel Fossil fuels, Oil, petroleum Natural gas Nuclear Renewables Others sono le tecnologie, e il miglioramento delle prestazioni Poland energetiche degli edifici è ai primi posti nell’agenda green dei Greece Czechia governi nazionali – ma, anche in questo caso, la Germany riqualificazione del parco edilizio richiede tempo. Nel settore Bulgaria Spain industriale, l’assenza di tecnologie mature spiega perché si NL preveda un progresso più lento – nonostante il fatto che l’UE EU-27 Italy stia puntando sull’idrogeno verde, considerato l’ultimo miglio Hungary verso l’obiettivo net zero per i settori più difficili da France Sweden decarbonizzare. E, infine, nuove tecniche potrebbero essere 0% 20% 40% 60% 80% 100% di aiuto anche nel settore agricolo, ma dato che più della Fonte: Eurostat e AXA IM Research, maggio 2021 metà delle emissioni agricole proviene dall’allevamento finalizzato alla produzione di cibo, per realizzare progressi La Commissione ha ben presenti gli effetti distributivi e di significativi in quest’area sarebbe necessario introdurre riallocazione delle sue politiche climatiche. Il Just Transition innovazioni nella produzione di carne o un cambiamento Mechanism, a sostegno delle regioni a maggiore intensità di radicale nelle abitudini di consumo. carbonio, è stato concepito per assicurare l’inclusività sociale e l’accettabilità politica del processo di decarbonizzazione. Quanto costa la transizione? I 150 miliardi di euro di fondi stanziati potrebbero essere insufficienti, ma danno un importante segnale di solidarietà. La Commissione stima che per realizzare l’obiettivo di riduzione del 55% delle emissioni di GHG entro il 2030, nei Come colmare il gap d’investimento prossimi dieci anni (2021-2030) occorrerebbe incrementare 3 Probabile revisione al rialzo a luglio 2021. 3
Il problema più grande è come colmare questo enorme gap dedicare almeno il 50% dei finanziamenti a progetti legati di investimenti green di 3.500 miliardi di euro entro il 2030. al clima entro il 2025 (dal 37% del 2020). Considerato che Stimiamo che il 35% circa di questi fondi verrà dal settore la BEI prevede volumi target annui di prestito intorno a 60 pubblico, ma del resto dovrà farsi carico il settore privato miliardi di euro, e che il suo moltiplicatore storico di leva (Figura 6). Vedremo più avanti quali strumenti ha messo a finanziaria è intorno a 3,4 volte, l’obiettivo di attirare disposizione la Commissione per convogliare fondi verso 1.000 miliardi di euro di investimenti privati entro il 2030 questa transizione verde. sembra realistico. Conta anche il tipo di progetti finanziati mediante investimenti, e l’IEA4 ha evidenziato a questo Figura 6: Suddivisione tra spesa pubblica e privata proposito qualche progresso positivo. Il ruolo di “enabler” della BEI è cresciuto negli ultimi anni, con un maggiore EIB, 10% coinvolgimento in progetti innovativi più rischiosi e in fase EU budget, più precoce. Molto apprezzabili sono anche i piani della 13% BEI di potenziare il servizio di consulenza. Un suo sostegno al settore pubblico e privato in termini di The EU Green Deal c. € 3.5tn by 2030 competenze tecniche e finanziarie potrebbe dare un altro Next importante contributo per favorire gli investimenti green. Generation Privately EU, 11% 3. La costruzione di un quadro normativo che favorisca la Funded, 65% transizione: il ruolo della tassonomia UE. La Tassonomia UE è un importante passo avanti verso la realizzazione degli ambiziosi obiettivi del Green Deal. Essa definisce gli Fonte: AXA IM Research, maggio 2021. elementi costitutivi di un’attività green5. Insieme alla 1. Innalzamento dei target di spesa per il clima. Poiché gli direttiva relativa alla comunicazione societaria sulla investimenti green sono “beni pubblici” – che vanno a sostenibilità (che fornisce indicazioni alle società rispetto vantaggio di tutti, senza esclusioni – i finanziamenti all’informativa sulle attività condotte alla luce della pubblici vi svolgono un ruolo importantissimo. Per tassonomia) e al Regolamento relativo all’informativa aumentarne la quota, la Commissione ha ridefinito il sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari (che bilancio UE e il fondo per la ripresa in ottica green. chiarisce le categorie di prodotti d’investimento Almeno il 30% dei 1.700 miliardi di euro previsti sostenibili offerte ai risparmiatori dai partecipanti ai nell’ambito del bilancio a lungo termine dell’Unione mercati finanziari), offre un quadro di riferimento europea per il 2021–2027 e almeno il 37% dei 750 completo per incanalare i flussi finanziari privati verso miliardi di euro dei finanziamenti del Next Generation EU investimenti green. L’UE è stata uno di primi soggetti a (NGEU) dovrebbero essere dedicati a programmi e muoversi in questo campo, e si spera che possa essere un politiche relativi al clima. Ciò significa che, tra il 2021 e il termine di riferimento per il resto del mondo. Ma i lavori 2027, L’UE metterà a disposizione della transizione verde sono ancora in corso – finora sono stati concordati criteri circa 600 miliardi di euro di nuove risorse, pari al 25% tecnici solo in relazione ai primi due obiettivi ambientali circa degli investimenti necessari. Il NGEU prevede una (mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici), componente di prestito (€ 360 mld) che alcuni paesi mentre sono state rinviate alcune decisioni delicate, come potrebbero utilizzare solo in parte, ma che dovrebbe l’inclusione del gas naturale e del nucleare. essere compensata da un incremento della quota di spesa green nei bilanci nazionali. Questa stima potrebbe essere Figura 7: L’UE: primo player in un mercato in crescita prudenziale, specialmente se l’UE coglierà l’opportunità Green Bond issuance USD bn per rinnovare il sistema fiscale (probabilmente nella 160 prima metà del 2022) introducendo una sorta di “regola Europe aurea verde”. In tal caso gli investimenti pubblici verdi – 110 North America in linea con la Tassonomia UE – potrebbero essere esclusi Asia-Pacific dal calcolo del disavanzo e del debito pubblico, 60 incoraggiando i governi a finanziare la transizione. 10 2. Effetto crowding-in sugli investimenti privati attraverso la Banca europea per gli investimenti (BEI). La BEI ha un 2016 2017 2018 2019 2020 -40 ruolo essenziale nella promozione di finanziamenti aggiuntivi ai fini della transizione sostenibile. La sua nuova Fonte: Climate Bonds Initiative e AXA IM Research, maggio 2021 strategia per il clima, adottata nel 2019, prevede di 4 prevenzione dell’inquinamento, ed ecosistema), senza pregiudicare in modo Agenzia Internazionale per l’Energia, “European Union 2020”, giugno 2020 5 Se contribuisce a uno dei sei obiettivi (mitigazione e adattamento ai sensibile altri obiettivi. Si veda EU Taxonomy: a pathway to superior cambiamenti climatici, uso sostenibile dell’acqua, economia circolare, corporate sustainability, AXA IM, aprile 2021. 4
4. Creazione di uno standard europeo sui green bond. alle frontiere (sempre a metà luglio). Ma la tassazione L’Europa è in testa anche in termini di emissioni di green delle emissioni integrata nei prodotti d’importazione bond (Figura 7), e nuove emissioni sono in arrivo, grazie comporta problemi tecnici, legali e geopolitici. all’entusiasmo degli emittenti sovrani e ai piani di finanziamento dell’UE– il 30% dei fondi del NGEU saranno Quanto siamo green fino a oggi? probabilmente raccolti attraverso emissioni di green bond, fino a un massimo di 250 miliardi di euro. La Di tutti gli strumenti per orientare gli investimenti di cui Commissione ha allo studio una proposta di standard abbiamo parlato, di uno possiamo già quantificare i progressi europeo sui green bond che dovrebbe essere presentata - la ridefinizione in ottica green del bilancio attraverso la entro giugno 2021, ma la sua attuazione richiederà molto definizione di un obiettivo di spesa per il clima più elevato. Ci più tempo. La proposta nasce per assicurare una concentreremo ora sull’allocazione dei fondi del NGEU e, in maggiore trasparenza sugli investimenti green, particolare, sul Dispositivo per la ripresa e la resilienza 6. collegandoli alla Tassonomia UE – che a sua volta non è Ricordiamo che il piano prevede un pacchetto di 750 miliardi ancora completata. Rispetto ai Green Bond Principles di euro (390 distribuiti tramite sussidi e 360 miliardi tramite della International Capital Market Association, lo standard prestiti). Di questi fondi, 672,5 miliardi di euro sono destinati europeo sui green bond si limiterebbe a imporre l’utilizzo al Dispositivo per la ripresa e la resilienza, e i paesi che del capitale raccolto con l’emissione in linea con la vogliono accedervi hanno dovuto presentare un piano Tassonomia UE, e l’emittente dovrebbe predisporre un nazionale di ripresa e resilienza entro fine aprile. I piani quadro di riferimento per i green bond e pubblicare nazionali devono prevedere alcune riforme e devono un’informativa più dettagliata. A nostro avviso si rispondere a una serie di criteri. Ad esempio, almeno il 37% e dovrebbe trovare un compromesso tra il rigore della il 20% dei finanziamenti ottenuti dovrà rispettivamente Tassonomia UE e l’obiettivo di crescita del mercato essere destinato alla transizione verde e alla digitalizzazione, europeo dei green bond. concentrandosi su aree d’investimento prioritarie suggerite 5. Rafforzamento della strategia di incentivazione della dalla Commission (Figura 8). domanda di mercato (“market pull”): centralità del prezzo del carbonio. Il sistema europeo per lo scambio delle Figura 8: Le più importanti aree di investimento per la quote di emissioni, per molto tempo considerato la Commissione europea principale politica europea per il clima, costituisce il più EC list of priorities grande sistema “cap-and-trade” al mondo. Nato nel 2005, •The frontloading of future-proof clean technologies Power up riguarda le emissioni relative all’industria, alla produzione •Acceleration of the development and use of renewables di energia elettrica e al traffico aereo intraeuropeo, pari a •The improvement of energy efficiency of public and Renovate circa il 40% delle emissioni europee di GHG. Tuttavia, la private buildings •The promotion of future-proof clean technologies to crescita delle emissioni del settore trasporti – non Recharge and accelerate the use of sustainable, accessible and smart coperto dall’ETS – e i prezzi del carbonio ancora troppo Refuel •Charging and refuelling stations bassi rispetto ai target europei (nonostante gli aumenti •Extension of public transport degli ultimi anni) hanno spinto la Commissione a •The fast rollout of rapid broadband services to all regions Connect presentare una revisione del sistema ETS entro metà and households, including fiber and 5G networks. luglio. La riforma dell’ETS non è cosa da poco, e comporta •The digitalisation of public administration and services, Modernise difficoltà di ordine tecnico e politico, ad esempio riguardo including judicial and healthcare systems alla riduzione delle assegnazioni di quote a titolo gratuito •The increase in EU industrial data cloud capacities senza pesare eccessivamente sull’industria (difficoltà Scale-up •The development of the most powerful, cutting edge, and sustainable processors competitive), sul modo di gestire i settori dei trasporti e Reskill and •The adaption of education systems to support digital skills del riscaldamento (creare un ETS parallelo a tempo upskill and educational and vocational training for all ages determinato?) e su come utilizzare il ricavato dell’ETS Fonte: CE e AXA IM Research, maggio 2021. (definire modalità di redistribuzione). Un’altra questione collegata è quella della rilocalizzazione delle emissioni di Guardando ai Piani di ripresa e resilienza dei quattro paesi CO2. Poiché le condizioni stanno diventando più stringenti principali, emergono alcuni punti: nell’UE, c’è un rischio elevato che le società ad alta 1. Solo l’Italia prevede di utilizzare tutte le risorse messe a intensità di emissioni si limitino a rilocalizzare la disposizione dall’UE. Francia e Germania ricorreranno produzione in paesi con prezzi del carbonio molto più solo ai sussidi, mentre la Spagna ha rinviato la decisione bassi (o che non applicano prezzi di alcun tipo). La rispetto al ricorso ai prestiti al 2022 (€ 70 miliardi). Il Commissione intende evitare questo problema con la PNRR italiano è molto più ricco (€ 191 miliardi nell’ambito proposta di un Meccanismo di adeguamento del carbonio del Dispositivo per la ripresa e la resilienza, integrati da 6 pandemia, raccomandiamo la lettura del database molto completo dell’OCSE Per avere un quadro più generale, se consideriamo la componente ecologica delle misure per la ripresa messe in campo dall’inizio della al seguente link: OECD Green the Recovery Database. 5
altri € 14 miliardi di fondi nell’ambito del piano REACT-UE dedica circa il 50% della spesa per la mobilità sostenibile e da € 31 miliardi stanziati con la programmazione di allo sviluppo di treni ad alta velocità. Oltre alla mobilità bilancio nazionale) di quello spagnolo (€ 69,5 miliardi). intelligente e alla riqualificazione degli edifici, i Piani di ripresa e resilienza nazionali prevedono anche altre aree 2. Spesa nel rispetto delle linee guida della Commissione. In di investimento. In Germania, una quota considerevole di tutti e quattro i paesi, la spesa per la transizione ecologica investimenti – intorno al 24% – va all’idrogeno, mentre è in media superiore al 40%, mentre alla digitalizzazione anche Spagna e Italia puntano sullo sviluppo delle energie va almeno il 25% della spesa (Figura 9), superando così le rinnovabili, sull’adattamento al cambiamento climatico e soglie minime. In Germania, la quota è molto più elevata, sulla tutela dell’ambiente e della biodiversità. e integra categorie – istruzione, sanità, amministrazione Complessivamente, i Piani di ripresa e resilienza sono in pubblica – che sono state in genere escluse dagli altri linea con le indicazioni della Commissione e i vari piani di paesi. azione rispecchiano le diverse realtà economiche e i 3. Per la spesa green le priorità sono simili, ma le strategie diversi problemi strutturali dei singoli paesi. Tutti si nazionali sono differenziate. Entrando nel merito della muovono nelle direzione giusta, ma ora dovranno spesa per il clima, ai primi posti in tutti i paesi si collocano concentrarsi sulla fase attuativa, sul tasso di assorbimento la mobilità intelligente e l’efficienza energetica (Figura dei fondi assegnati e sulla realizzazione delle riforme. 10), in linea con le priorità fissate dalla Commissione e con le necessità di investimento già evidenziate. Ma ogni Figura 9: Spesa e risorse dei Piani di Ripresa e paese si focalizza su ambiti diversi; per esempio, in Resilienza Germania e in Spagna la mobilità sostenibile verte Allocation of Recovery and Resilience funds Green transition Digitalisation soprattutto sullo sviluppo di auto elettriche e delle Health Social inclusion and Cohesion connesse infrastrutture, sfruttando l’importanza del Education and research 100% settore auto in questi paesi. Anche la Francia promuove i veicoli elettrici, ma più del 60% dei 7 miliardi di euro 80% stanziati per la mobilità e le infrastrutture verdi 60% 55.1 26.1 25.8 29.3 serviranno all’ammodernamento e allo sviluppo della rete ferroviaria. Anche l’Italia enfatizza questa componente, e 40% 50.0 44.1 44.9 20% 40.3 0% Germany (€25.6bn) France (€41bn) Italy (€191.5bn) Spain (€69.5bn) Fonte: Piano di Ripresa e Resilienza nazionale e AXA IM Research, maggio 2021. Il Green Deal europeo è un piano d’azione ambizioso e completo, che presenta diversi aspetti critici. Tra questi si annoverano la trasformazione energetica di tutti i settori economici, la necessità di investimenti massicci e la creazione e revisione di strumenti di supporto. Il prezzo del carbonio è una componente molto importante del processo. Nel prossimo studio affronteremo il tema della revisione del Sistema per lo scambio delle quote di emissioni e della proposta di Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere. 6
Figura 10: La spesa green: ricaricare, rifornire e Fonte: Piano di Ripresa e Resilienza nazionale e AXA IM Research, maggio 2021. rinnovare ai primi posti in tutti i paesi Details of the green component Environment, climate change adaptation Circular eco., agriculture Green innovation Renewables, Smart grids Hydrogene Smart mobility: rail Smart mobility: electrics Buildings energy efficiency 100% 80% 60% 2.0 22.5 21.6 40% 41.2 29.8 12.7 21.2 20% 10.2 22.8 29.2 22.1 18.0 0% Germany (€11.3bn) France (€19.9bn) Italy (€84.5bn) Spain (€30.9bn) Le nostre ricerche sull’investimento responsabile sono disponibili online: https://professionali.axa- im.it/investimenti-responsabili Il presente documento ha finalità unicamente informativa e i relativi contenuti non vanno intesi come ricerca in materia di investimenti o analisi su strumenti finanziari ai sensi della Direttiva MiFID II (2014/65/UE), raccomandazione, offerta o sollecitazione all’acquisto o alla vendita di strumenti finanziari o alla partecipazione a strategie commerciali da parte di AXA Investment Managers o di società ad essa affiliate. I pareri, le stime e le previsioni qui riportati sono il risultato di elaborazioni soggettive e potrebbero essere modificati senza preavviso. Non vi è alcuna garanzia che eventuali previsioni si concretizzino. Informazioni su terze parti sono riportate unicamente per fini informativi. I dati, le analisi, previsioni e le altre informazioni contenuti nel presente documento sono forniti sulla base delle informazioni a noi note al momento della predisposizione degli stessi. Pur avendo adottato ogni precauzione possibile, non viene rilasciata alcuna garanzia (né AXA Investment Managers si assume qualsivoglia responsabilità) sull’accuratezza, affidabilità presente e futura o completezza delle informazioni contenute nel presente documento. La decisione di far affidamento sulle informazioni qui presenti è a discrezione del destinatario. Prima di investire, è buona prassi rivolgersi al proprio consulente di fiducia per individuare le soluzioni più adatte alle proprie esigenze di investimento. L’investimento in qualsiasi fondo gestito o promosso da AXA Investment Managers o dalle società ad essa affiliate è accettato soltanto se proveniente da investitori che siano in possesso dei requisiti richiesti ai sensi del prospetto informativo in vigore e della relativa documentazione di offerta. Qualsiasi riproduzione, totale o parziale, delle informazioni contenute nel presente documento è vietata. A cura di di AXA Investment Managers SA, società di diritto francese con sede legale presso Tour Majunga, 6 place de la Pyramide, 92800 Puteaux, iscritta al Registro delle imprese di Nanterre con numero 393 051 826. In altre giurisdizioni, il documento è pubblicato dalle società affiliate di AXA Investment Managers SA nei rispettivi paesi. © AXA Investment Managers 2021. Tutti i diritti riservati. AXA Investment Managers SA Tour Majunga – La Défense 9 – 6 place de la Pyramide 92800 Puteaux – Francia Iscritta al Registro delle imprese di Nanterre con numero 393 051 826 7
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