Eeffff tata AApritipriti - Parrocchia San ...
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anno 2020 - n°2 Parrocchia S.S. Filippo, Giacomo e Gualtero eff ta Apriti ESTATE 2020: SPECIALE CORONAVIRUS Anche il nostro notiziario parrocchiale non poteva non risentire dell’emergenza sanitaria pan- demica che stiamo vivendo quindi lo troverete in forma stampata in poche copie in fondo alla Chiesa Parrocchiale ma per lo più siete invitati ad una consultazione telematica mediante il sito della Parrocchia: sangualtero.altervista.org. prosegue Recapiti Parroco cellulare: 3355622934 e-mail: sangualtero.lodi@diocesi.lodi.it tel. fisso: 0371/610264 sito: www.sangualtero.altervista.org 1
Quello che abbiamo cercato di raccogliere è una serie di articoli riguardanti diverse esperienze di persone comuni, noi, legate al tempo che stiamo vivendo. La parte che riguarda le programma- zioni è scarna ed incerta, condizionata dall’evoluzione della situazione, ve ne chiediamo scusa ma omettere il tutto non era opportuno...cammin facendo ci aggiorneremo. Grazie per esserci e leggerci! la redazione TEMPO DRAMMATICO e PREZIOSO Dal 21 febbraio scorso tutto è speciale, tutto è Giovedì Santo: 46° giorno senza assemblea nuovo, tutto è inedito, tutto è imprevedibile, nelle celebrazioni liturgiche, senza catechesi, tutto è intangibile, è il tempo dell’epidemia che senza oratorio, senza...senza...senza il gua- con il passare dei giorni diventa pandemia... darsi negli occhi, il vedere i sorrisi, lo stringersi Domenica 23 febbraio (la domenica di Car- la mano. Ma quante opportunità ci ha donato nevale più tristemente famosa della nostra questo tempo di “reclusione forzata” e non storia contemporanea) si celebrano al solito le ancora finito? Messe, ignari che fossero le ultime: sì le ultime! Io credo molte, anzi moltissime, se avessimo Da lunedì 24 ci è chiesto di celebrare privata- occhi per vedere e disponibilità a comprendere. mente senza assemblea per evitare contatti/ Tempo per noi stessi e capire un po’ di più contagi. Sono incredulo (come tanti), un po’ ciò che davvero conta nella nostra vita perso- scocciato per ciò che sembra essere un eccesso nale e sociale. Tempo per il nostro essere fami- di prudenza. glia senza “fughe” legalizzate. Tempo per Sono un po’ reticente ma obbedisco... ed dare valore alle cose di tutti i giorni. Tempo intanto le notizie si fanno sempre più allar- per capire il significato profondo di ciò che manti, la “bestia” si fa sempre più vicina, ci cir- davamo per scontato. conda, andando a toccare persone conosciute Ecco perché mi sento di affermare che questo sempre più vicine e nello stesso tempo diffon- tempo anche se tragico per molti versi è però dendosi sempre di più, ovunque... e tutto si prezioso per molti altri. Certo, occorre saperlo ferma, sempre più, tutto, ma proprio tutto! vivere fino in fondo, senza banalizzare da una Ed è un pullulare di messaggi, video, frasi parte né drammatizzare dall’altra. celebri ed aneddoti di santi e santoni: i cellu- E’ pesante celebrare l’Eucarestia da soli ma vi lari ed i computer si surriscaldano, sembrano assicuro che alcune Messe le ho partecipate scoppiare... a volte si ride per sdrammatizzare, come non mi accadeva da anni, con un’inten- più spesso si piange perché la paura rischia di sità e una consapevolezza che mi ricorda le prendere il sopravvento... “prime celebrazioni” della mia vita sacerdo- Io, molti e un po’ tutti sembriamo essere dei tale arricchita da tutti i vostri volti, le vostre cavalli selvaggi ai quali si tenta di mettere preoccupazioni, le vostre intenzioni. Lo slogan la sella: non voglio lasciarmi “domare” ma che segna questo periodo “distanti ma uniti” è quando realizzo, capisco anche la tragica bel- vero più che mai proprio nella preghiera e io lezza di ciò che mi è dato da vivere... Quello mi auguro che ognuno di noi abbia saputo far che stiamo vivendo è un “Kairòs”: un tempo tesoro di questo per affrontare questi momenti da cui ripartire con fiducia e speranza, ma anche per impostare il proprio futuro. Oggi (giorno in cui scrivo queste righe) è il dRenato 2
Maggio, mese mariano di Risurrezione! C’è una stella che brilla più delle altre nella notte – appunto – la recita in comune del rosario. e la si ritrova al calar del buio proprio sopra In questo mese si dispiega gran parte del tempo la chiesa di San Gualtero. Fino alle prime luci pasquale, tempo in cui si celebrano i misteri dell’alba sta lì, tanto luminosa quanto discreta. gloriosi della vita del Signore Gesù, il Risorto, Anche nelle notti “tombali” di questo tempo di anch’Egli “Stella del mattino” (come viene defi- tribolazione la stella mattutina ha continuato a nito nell’Exultet della Veglia Pasquale). Quindi “stare”, a vegliare su di noi. Ci piace pensarla il mese mariano ha certamente un’impronta come figura della Madonna, definita appunto pasquale. nelle Litanie “Stella mattutina”, la Madre che La natura stessa vede il risveglio della prima- veglia sui figli che attraversano le notti della vera; il clima è più favorevole e sereno; le gior- vita. nate si allungano con albe e tramonti che can- Lei ci accompagna, rimanendo vigile e discreta, tano l’Alleluia del creato. Maggio celebra, in ma sempre presente, anche nel buio più fitto certo modo, la Risurrezione. Una vita nuova si e angosciante. E mai come nella prova dolo- ridesta, fuori e dentro l’uomo: perché si avverte rosa che il mondo sta vivendo abbiamo avver- un forte desiderio di rinascita anche nei nostri tito di aver bisogno di una Madre così. La fede cuori, una volontà di ripartire, di lasciarci alle popolare da sempre cerca la compagnia della spalle le settimane dolorose di isolamento e di Madonna, specialmente nelle ore di tribola- angoscia e cominciare una vita nuova, diversa, zione. Si aggrappa a Lei con fiducia e ne speri- maturata nel crogiolo della prova e perciò più menta il sostegno. consapevole dell’essenziale. E la Madre rimanda tutto al Figlio, perché è E la stella mattutina è lì, fissa e brillante ad ogni tutta relativa a Lui. Infatti i misteri della vita di alba. Maria sarà presente più che mai a questa Maria sono i misteri della vita di Cristo. Si sa nostra resurrezione, che altro non è che una che i misteri del rosario mariano altro non sono partecipazione alla Risurrezione del Signore, che il dispiegarsi della vita e dei misteri di Gesù, ed è un pallido presagio della nostra definitiva cui Maria si accompagna fedelmente. Recitare risurrezione in Lui. il rosario, spiegava San Giovanni Paolo II, vuol E dove c’è la Madonna, c’è Gesù, Stella del dire “guardare a Cristo con gli occhi di Maria”. mattino. Ora, nel bel mese di maggio, che tutti spe- Certamente vivremo quest’anno il mese riamo di poter vivere (data l’emergenza) in una mariano con un anelito di rinascita più vivo, dimensione il più possibile normale, la tradi- con sentimenti di affidamento più fiducioso zione ci fa guardare alla Madonna ed esprimere a Maria, con la fede solida e grata di chi sa di il nostro omaggio e la nostra fede in Lei attra- essere nelle mani buone del Signore. verso tante forme di devozione, specialmente Carmelo San Giuseppe - Lodi SACRAMENTI e INIZIAZIONE CRISTIANA Anche se rimandati nel tempo per la situazione che stiamo vivendo, forse proprio per questo diventa importante, mi pare, mettere a fuoco alcuni aspetti per vivere meglio i momenti significativi dei nostri ragazzi/e della Prima Confessione, Prima Comunione e Cresima. Momento che deve coinvol- gere profondamente tutta la famiglia, ma anche l’intera Comunità Cristiana, perché sia un momento importante della vita dei ragazzi/e e un’occasione di rinnovamento, ricarica ed impegno per tutti. Significato Il Battesimo ci ha resi “figli di Dio”, abbiamo meglio, così il grande dono ricevuto nel Batte- ricevuto il suo Spirito. Come nella vita, dob- simo deve accompagnare tutta la nostra vita, e biamo crescere e crescendo si riscopre il noi abbiamo bisogno di essere sostenuti. grande dono di essere vivi, ma siamo chia- Alla nostra fragilità e debolezza che spesso ci mati ad impostare la nostra esistenza verso il chiude nel nostro egoismo e facilità di ricercare 3
i nostri comodi, il Sacramento della Penitenza Signore che entra in noi e con noi forma una o Confessione ci fa incontrare la misericordia unica realtà. grande di Dio Padre che non ci lascia soli, ma Crescendo abbiamo bisogno di essere illumi- ci viene a cercare, ci viene incontro per avvol- nati nella scelte di vita e la forza per essere gerci del suo amore che purifica e rinnova. fedeli. Il dono dello Spirito Santo che nella Il Signore cerca di essere con noi, di sostenere Cresima “conferma” il dono ricevuto nel Bat- le nostre forze, di vivere intimamente con noi... tesimo, diventa il compagno di viaggio per le L’Eucaristia è il “pane di vita”, è intimità col scelte giuste e per la fedeltà ad esse Ogni dono va desiderato, ogni incontro importante va preparato. Così per i Preparazione Sacramenti. Preparazione non solo per i ragazzi/e, ma per tutta la famiglia. Ragazzi/e Se i Sacramenti sono un “regalo” “misericordia”, impariamo ad essere buoni del Signore perché ci vuole con tutti; se riceviamo la presenza viva di bene, diventa necessario un cammino di risco- Gesù in noi, mente e cuore dovranno essere in perta e conoscenza del dono che si riceve e che sintonia con Lui; se riceviamo lo Spirito Santo dovrà caratterizzare la vita come veri “figli di per guidarci, dobbiamo essere attenti a ciò che Dio”... Ma diventa necessario anche un impe- Lui ci suggerisce nel cuore, sapendo allenarci gno di “allenamento” per vivere e valorizzare un po’ al silenzio ed ascolto. al meglio il dono che si riceverà. Se riceviamo Genitori Ciò che i ragazzi/e approfondi- mai e non partecipano all’Eucaristia, certo scono e cercano di vivere, deve non potrà prendere sul serio ciò a cui si pre- essere sostenuto dalla famiglia, specie dai para a vivere. Se un adolescente non vede la genitori. Certo che se un ragazzo/a scopre la coerenza delle scelte dei genitori fra loro e in misericordia, il perdono del Signore, lo deve famiglia, non si accosterà alla Cresima come vedere vissuto fra genitori e famiglia: Se il un momento di vita, ma come una festa cui ragazzo/a è invitato/a a “fare comunione” col seguirà nessun impegno di valorizzazione suc- Signore e poi vede i genitori che non pregano cessivo di approfondimento e di crescita. Attesa Da ciò che abbiamo detto l’attesa diventa un soprattutto nel giorno in cui si ricevono questi “cantiere” per costruire e sistemare.. doni, festa per i ragazzi/e ma per tutta la fami- Ma tutto non nel peso di “un dovere” o di una glia e Comunità Cristiana. “tradizione cui adeguarsi”, ma come “momento di Festa e gioia non tanto per i regali o i pranzi, grazia “ per il ragazzo/a e per tutta la famiglia. Se che ci possono stare bene, ma come aspetto momento di grazia, allora diventa “occasione che caratterizza il “centro della giornata”, cioè il di gioia e di festa”... Gioia e festa che si vivrà Sacramento. Un augurio Auguro a Ragazzi/e ed ai Genitori di vivere riscoperta del grande amore del Signore e di questo tempo di attesa che ci è dato con animo migliorare la propria vita retto, proteso al “dono di amore del Signore”, Auguro che Ragazzi/e, Genitori e Famigliari, impegnandosi, come detto precedentemente, possano vivere questo tempo di attesa ed il con sincera volontà. giorno della festa, come “occasione di grazia”, Auguro che non ci si preoccupi di esteriorità nella fedeltà e riconoscenza. e regali più di approfondire e crescere nella Don Domenico 4
Da parte del Vescovo Ricevo in data 15 aprile una lettera da Mons. Maurizio Malvestiti in cui mi chiede di ricambiare a tutti i parrocchiani di San Gualtero gli auguri pasquali, molto graditi, che gli sono stati inviati. Continua: “Li ringrazio, soprattutto, per le preghiere. Assicuro anche da parte mia il quotidiano ricordo nella Santa Messa per tutti i lodigiani e le lodigiane, specie in questo tempo di prova, accompagnato dal suffragio per i nostri cari che tanto numerosi ci hanno lasciato, ma vegliano su di noi presso il Signore. Sono contento dell’affetto riconoscente che mi hanno confidato ... uniti al Vescovo e ai sacerdoti siamo nella Chiesa di Gesù! Con la benedizione pasquale. Sempre ricordando con gratitudine a Dio e voi tutti la Visita Pastorale.” + Maurizio Vescovo SAN GUALTERO: santo dei sofferenti e degli ammalati Mai tanto nella storia, come in questo periodo, e una chiesa dedicata ai ss. Filippo e Gia- abbiamo bisogno di credere nella preghiera e, como. Era il 30 Aprile 1206, unica data certa più nello specifico, riporre la fede in colui che nella vita del santo, e vicina a questi giorni. è il nostro santo lodigiano degli ammalati per Aiutò ad erigere altri ospedali nel territorio e eccellenza: San Gualtero. mai più abbandonandoli, facendo notare come Noi abbiamo l’onore e la fortuna che proprio a questi crescessero fiorenti ed efficienti, aiu- questo santo sia dedicata la nostra parrocchia tando a sanificare il territorio non solo dando ed in essa custodiamo le insigne reliquie del una mano ai malati, ma anche togliendo spazio suo corpo. Proprio per questo, abbiamo anche boscoso e paludoso a sentieri altrimenti solita- il compito di essergli grati e portarne alto il mente avvezzi ad attentati e brigantaggi. Una nome, con la fierezza e la consapevolezza di vita esemplare, vissuta nel rispetto della fede chi può rassicurare chiunque durante questo e della povertà, nel sacrificio e nella dedica di triste tempo. Io, in primis, ho sentito il bisogno tutto sé stesso agli altri, ai più deboli. La morte di aggrapparmi alla preghiera, mai così diretta prematura a quarant’anni non cancellò tutto e compresa come quella che ho sperimentato quello che in pochi anni era riuscito miracolo- in questi giorni vicini a San Gualtero: troppo samente a costruire, divenendo senza ombra di importante per la nostra comunità in partico- dubbio uno dei personaggi più importanti ed lare, ma per la città di Lodi e la sua provincia, influenti nella storia del nostro territorio. ancor di più, nel generale. Quest’anno sono 60 anni dalla traslazione dei San Gualtero deve essere il nostro simbolo, il resti del santo nella nostra chiesa parrocchiale. nostro stendardo da portare come esempio, Che questo anniversario possa darci la forza, o come monito e come ricordo. Il caso ha voluto quantomeno la consapevolezza, di affrontare che proprio il nostro territorio fosse messo alla un momento difficile affiancati da una figura prova dall’essere l’epicentro della più grande coraggiosa, con una tenacia e perseveranza crisi sanitaria mondiale, ed è per questo che tipiche di chi deve essere pronto fronteggiare dobbiamo rispondere a tono. Questo è lo stesso e superare una prova del genere. Con la spe- territorio che vide, con meno case e più paludi, ranza di non lasciare per scontate tutte quelle la nascita del santo nel 1184. Autoctono, volte che di domenica, dopo la messa, pas- cominciò fin da giovane (15 anni) ad aggirarsi siamo di fianco a san Gualtero, e di ritrovarci tra gli ambienti sanitari e religiosi fondando insieme a festeggiarlo il 24 luglio, (Domenica solo dopo pochi anni, assieme all’aiuto del 26 con il nostro Vescovo Maurizio!) l’unico prete Everardo e con il permesso delle autorità modo per sentirci vicini è nella preghiera … comunali di Lodi, l’ospedale della Misericordia Gabriele B. 5
STRALCIO DA UNA INTERVISTA AL FILOSOFO E SOCIOLOGO CONTEMPORANEO EDGAR MORIN Il filosofo francese, durante una intervista rila- ...Oggi è necessario favorire la costruzione di una sciata alla rivista “La Lettura”, (risalente a coscienza su basi umanitarie: incentivando la coo- sabato 4 aprile) esprime il suo pensiero sulla perazione tra le Nazioni, con l’obiettivo di far cre- situazione mondiale venutasi a creare a seguito scere i sentimenti di solidarietà e fraternità tra i di questa pandemia. popoli…..” “L’unificazione tecnico-economica del mondo, “Gli ospedali, le scuole e le università non devono creata dal capitalismo aggressivo degli anni essere gestite con una logica aziendale, non pos- Novanta, ha generato un enorme paradosso, che sono generare profitto economico, ma devono pen- questa pandemia ha reso visibile a tutti: questa sare al benessere dei cittadini e a formare, come interdipendenza tra le Nazioni, invece di favorire diceva il filosofo Montaigne : “teste ben fatte”, un reale progresso nella conoscenza e nella com- o (aggiungo io) come diceva don Bosco: “bravi prensione tra i popoli, ha scatenato forme di egoi- cristiani e onesti cittadini “. smo e ultra-nazionalismo….” Morin prosegue: “L’epidemia, con le restrizioni Ora, a mio parere, visto l’estendersi a tutta che genera, ci ha obbligato a compiere una salu- Europa e all’America di questa pandemia, mi tare decelerazione, un ridimensionamento del ritmo sembra che tra le varie Nazioni ci sia più colla- quotidiano. Ci stiamo riappropriando del tempo borazione e più solidarietà…. interiore, del tempo vissuto. Morin continua: “Viviamo in un grande mercato “... L’essere confinati in casa, ci fa prendere planetario che non è stato in grado di suscitare sen- coscienza dell’importanza della cultura. timenti di fraternità tra le Nazioni. Lo sviluppo eco- nomico-capitalistico ha scatenato i grandi problemi E Morin conclude con un pensiero positivo: “…. che affliggono il nostro pianeta: danneggiamento Avremo imparato qualcosa, in questi tempi di pan- della biosfera, crisi della democrazia, aumento delle demia, se sapremo riscoprire e coltivare gli autentici disuguaglianze sociali, crescita delle ingiustizie, valori della vita: la fraternità, l’amicizia, la solida- proliferazione degli armamenti. rietà, valori essenziali che conosciamo da sempre e che da sempre, purtroppo, finiamo per dimenticare”. Maurita F. Da una parte all’altra della barricata.... Mentre scrivo sono al 29° giorno di isola- sempre pensato che dovevo fare il mio dovere mento causa Covid 19, e quando Don Renato, con professionalità e puntualità, e così senza in una delle sue telefonate mi ha chiesto se timore, ho proseguito dando il massimo, sino non avevo voglia di provare a fare un arti- a che ho scoperto d’essere stata contagiata. colo per il nostro bollettino, a dire il vero, ci Sono spesso stata definita una persona posi- ho messo pochi minuti ad accettare, perché tiva, solare ed empatica. È vero, l’empatia fa ho capito che poteva servire più a me che non parte del mio essere e della mia esperienza, e a voi che state leggendo. Così senza nessuna grazie alla mia professione, è anche un modo presunzione ci sto provando. Spero di non per potermi approcciare all’altro, indifeso, e tediarvi, perché sono consapevole di essere poter condividere con lui i suoi stati d’animo. un fiume in piena di emozioni da arginare. Ma quando all’improvviso ti trovi chiusa in Non vi ho ancora detto che faccio parte una stanza, anche se si tratta della tua camera del mondo sanitario, di quelli che ora tutti, da letto, capisci che sei diventata tu la prota- impropriamente, chiamano “ EROI” e che, gonista e allora tutto cambia. Questo è suc- come tanti miei colleghi, ho contratto il cesso a me, ed ecco che capisco veramente virus adempiendo, semplicemente, alla mia cosa significa: “ stare dall’altra parte della professione. barricata”! Non ho mai pensato d’essere invincibile, ho FERMARSI... CEDERE... FIDARSI! 6
I primi giorni sono trascorsi apparentemente e dove il cellulare è diventato un prezioso tranquilli e, concentrata sulle cure, sono riu- aiuto. Riesco infatti a tenere i contatti con i scita a mantenere la mia positività ed un certo miei familiari, gli amici, i colleghi, e a godere equilibrio, ma quando mi sono resa conto delle lunghe e piacevoli chiacchierate terapeu- che i giorni erano diventati settimane, e la tiche che solo i veri amici mi sanno regalare. “ bestia” mi regalava sorprese ad ogni mio E così ho trascorso anche la Santa Pasqua, risveglio, ho ceduto allo sconforto. Ho pianto. pensando alla redenzione dell’uomo nei Ho pensato che davo delle preoccupazioni ai giorni delle festività pasquali. In modi diversi miei cari, al di là di quella porta che mi separa abbiamo sofferto e viviamo una “ prova”, da loro... anche solo per il confinamento, siamo tutti Loro, che hanno dovuto reinventarsi in ruoli collegati l’uno all’altro nella comune accetta- diversi all’interno di quel nucleo che si è zione e sperimentando la pazienza. stravolto. Possiamo dire che quello che stiamo vivendo Ho così scoperto la preghiera intima, in solitu- ha un senso compiuto e ne usciremo, ma dine con LUI dentro la mia stanza (raccoman- non in tempi brevi. Bisogna avere pazienza e dando in modo particolare la mia mamma), ancora pazienza. Torneremo ad uscire e, solo a volte arrabbiandomi in altre ringraziando, se capiremo che certi valori erano stati sot- perché da un momento di fragilità sento che tovalutati: la famiglia, le amicizie, l’apparte- sta uscendo qualcosa di buono. Allora mi nenza ad una comunità parrocchiale, la fede... sono detta che dovevo avere tanta pazienza avremo più voglia della vera sostanza e meno ed essere grata, perché nonostante la consa- dell’apparire. Questa “tragedia” non deve pevolezza dei tempi lunghi per la guarigione, andare sprecata, non bisogna avere fretta! Lo sono certa che ne sto venendo fuori. dobbiamo a tutti quelli che non ce l’hanno La guerriera che è in me combatte! Lo devo fatta, agli anziani che in straziante solitudine anche a tutti quei pazienti che ho incon- se ne sono andati, e con loro la nostra memo- trato, curato e consolato e che con dignità non ria storica. Che senso avrebbe altrimenti l’es- hanno mai mollato, credendo ed affidandosi a sere stati dall’altra parte della barricata? chi si prendeva cura di loro... non si può soc- Spero di non aver esagerato con le mie elucu- combere, è necessario tirar fuori le risorse. brazioni. Mi scuso anche se non sono scritte Così da quel momento, la mia cella è diven- in un italiano sempre fluente e corretto, ma so tata il mio nido, il mio rifugio, dove passo il che le ho scritte con il cuore e con passione. tempo a leggere, scrivere in versi le mie emo- A tutti voi dico...a presto zioni, guardare la Tv per tenermi aggiornata, Cristina M. CORONAVIRUS: PAURA, DOLORE MA ANCHE AMORE In questo periodo stiamo vivendo un’espe- Ho scelto di riflettere su alcuni episodi di cui, rienza unica e, per certi versi, devastante. date le circostanze del ricovero, sono stata invo- Tutti siamo costretti a vivere tra le pareti lontaria spettatrice e che mi hanno mostrato domestiche, a volte troppo strette. Tutti siamo tutta la debolezza e la fragilità dell’essere costretti a fare i conti con la paura del contagio umano, ma sono stati anche esempi di grande o di un futuro ancora incerto che cambierà sicu- generosità e amore. ramente il nostro modo di vivere, di lavorare, di Quando in Pronto Soccorso, nel momento di relazionarci. maggiore affluenza di pazienti, non esisteva Molti sono stati colpiti dal Coronavirus: chi un briciolo di privacy, avevo vicino un signore in forma lieve, chi in forma più seria. Alcuni non più giovane, piuttosto corpulento, che a l’hanno superato, altri, troppi purtroppo, no. stento riusciva a stare sdraiato sulla barella. Con queste premesse, quando mi hanno chie- Come tutti aveva febbre, tosse, difficoltà respi- sto di parlare della mia esperienza di malata di ratorie, ma non cessava un attimo di parlare da “Covid 19” ho provato grande imbarazzo, sia solo, ripetendo in continuazione che il giorno perché non avevo nessuna voglia di espormi dopo sarebbe andato a casa e avrebbe man- troppo e sia perché sono convinta che una giato “una bella polenta con il cotechino o con cronaca non sarebbe stata né opportuna né il merluzzo”. Non posso negarlo, al momento interessante. ho pensato che il poverino non fosse del tutto 7
in sé. Oggi, invece, ripensandoci, mi piace leg- e brioche” attirandosi battute ironiche di alcune gere questo suo atteggiamento come un modo e la solidarietà di altre. Naturalmente tutte erano inconscio per esorcizzare la paura per quello perfettamente consapevoli di non poter abban- che sarebbe potuto accadere, pensando alla pro- donare il proprio posto di lavoro ed anche che pria casa, alla moglie e, perché no, al cibo che non vi erano bar aperti (causa lockdown), ma evidentemente per lui era qualcosa di molto questa voglia di “normalità” ha reso la ragazza gratificante che in quel momento lo distaccava ancora più speciale ai miei occhi, perché il suo dalla realtà presente nient’affatto rosea. lavoro e il suo senso di responsabilità le impo- Mi piace anche ricordare la figura di un “tutore nevano ancora una volta una rinuncia perso- legale” che aveva accompagnato un ragazzo nale, anche se piccola e forse banale. disabile e gli parlava con grande dolcezza e Infine non posso dimenticare una giovane dot- tenerezza (mi separava da loro solo una sottile toressa di reparto, anche lei assorbita da turni tenda verde) cercando di spiegargli con parole massacranti, da situazioni difficili, da confronti semplici, quanto stava accadendo in modo da giornalieri con infettivologi e rianimatori, per prepararlo il più possibile essendo il giovane già curare ed alleviare le sofferenze dei pazienti piuttosto spaventato e irrequieto. Tutti sanno che le erano stati affidati. Proprio al momento che i parenti dei degenti non sono ammessi delle dimissioni, scambiando eccezionalmente negli ospedali blindati, ma questo signore due parole con me, mi parlava del senso di aveva chiesto e ottenuto un permesso speciale impotenza che spesso colpisce i medici, perché per rimanere con il proprio caro almeno fino devono combattere contro un nemico invisibile, al momento della valutazione dei medici per il subdolo e sconosciuto, senza farmaci sicura- ricovero o per la cura domiciliare. Lui accettava mente efficaci (ce ne sono molti in sperimenta- con consapevolezza, grande serenità e altrui- zione, ma nessuno è stato ancora definito valido smo l’alto rischio di contagio per il bene del suo a tutti gli effetti). La fatica di lavorare per molte ragazzo. Questa per me è stata certamente una ore bardati con Dispositivi di Protezione Indi- grande lezione di speciale amore “paterno”. viduali idrorepellenti (tute, camici, mascherine, Sono poi venuta a contatto con due pazienti visiera, guanti doppi), che non permettono il molto anziani, una ultraottantenne e uno addi- passaggio del virus, ma trattengono l’umidità rittura novantenne, entrambi in via di lenta corporea, facendo sudare. Infine, l’aspetto più guarigione. Mentre la signora riusciva a mante- umano: la paura del contagio, non solo perso- nere vivo il contatto con i famigliari attraverso nale, ma anche, quando tornano a casa, da tra- colloqui telefonici per mezzo del proprio cellu- smettere ai famigliari che vivono con loro. lare e viveva la degenza con una certa serenità, Questi angeli lottano in prima linea con i malati il secondo signore non riusciva ad accettare l’i- e per i malati e sono uomini e donne generosi e solamento, non sopportava l’impossibilità che i altruisti, la cui abnegazione va ben oltre il giu- propri cari non potessero comunicare con lui e ramento di Ippocrate fatto al momento della tanto meno fargli visita, convinto com’era che laurea. Ad essi deve andare il GRAZIE incondi- sarebbe morto senza mai più rivederli. A poco zionato di tutti. Anche tra le loro file si contano o niente servivano le rassicurazioni di medici contagiati che non sono sopravvissuti tanto che e infermieri: lo stato di agitazione permaneva Papa Francesco nell’omelia del Giovedì Santo, notte e giorno. Quanta tenerezza!! accostandoli ai sacerdoti deceduti, li ha definiti Qualcuno potrebbe obiettare: ma hai incontrato “I Santi della porta accanto”. solo anziani? Io stessa non sono più giovane, L’esperienza della malattia è stata dura e fati- ma tutti sappiamo che, almeno nella prima fase cosa per me come per altri, ma mi hanno soste- dell’epidemia, i più colpiti sono stati gli “over nuto l’amore dei miei famigliari, dalla cui voce cinquanta/sessanta”. I giovani erano, per lo spesso traspariva l’ansia e la trepidazione per più, dalla parte degli operatori sanitari che cor- le mie condizioni; la fede, alimentata dalla pre- revano instancabili e solleciti da un paziente ghiera personale (a volte difficile) e dalle rifles- all’altro ed anche tra loro ho colto lampi di sioni quotidiane sul Vangelo del giorno che grande umanità. Don Renato ha inviato, via Whatsapp, a tutti i Ricordo la figura di una giovane infermiera di gruppi parrocchiali, per l’intero periodo di qua- Pronto Soccorso, che quasi alla fine del turno resima; la vicinanza di tante persone amiche, o faticosissimo di 12 ore, alle 6 del mattino, in un semplici conoscenti, che mi hanno dimostrato momento di relativa calma, chiacchierando con affetto e partecipazione nei modi più diversi, a le colleghe ha manifestato il desiderio vivissimo seconda delle loro possibilità e sensibilità e mi di “fuggire” per consumare al bar “Cappuccino hanno fatto scoprire un mondo di solidarietà. 8
L’incontro, poi con un’umanità malata, affati- l’amore verso il prossimo ricordando le parole cata, stanca è stato per me un vedere negli altri di Gesù nel Vangelo di Matteo (25,31-40): “Ogni il volto dolente di Cristo sulla croce, ma anche volta che avete fatto queste cose ad uno solo dei miei l’amore che emana da esso. fratelli più piccoli l’avete fatto a me” e cerchiamo di Tutti abbiamo vissuto una Quaresima diversa rompere il cerchio di solitudine di molti anche e stiamo vivendo un tempo di Pasqua diverso con piccoli gesti che fanno bene al cuore. che sono sicura lascerà un segno profondo in Giovanna A. ciascuno di noi. Rafforziamo la nostra fede e Il Covid-19 esperienza non solo per anziani! Mi chiamo Gabriele Beccaria, ho vent’anni, e successivo, 11 Marzo, prima di essere caricato mi sono ammalato di Covid-19. Questa è la mia sull’auto di mia madre che mi deve accom- esperienza, e se pensate di trovare informazioni pagnare in Ospedale per una lastra al torace, a proposito del virus, avete sbagliato posto, così devo affrontare l’ingestione di un innocente come avete sbagliato posto se pensate di poter “baiocco”, lo stesso biscotto con il quale avevo trovare risposte: troverete le sole impressioni di accompagnato tutta la mia dolce infanzia. un giovane, forse troppo giovane, italiano con- Le condizioni peggiorano lo stesso giorno tagiato. Buona lettura ... quando, al risveglio dal sonnellino pomeri- diano, io ed i miei immancabili 40 gradi di È la mattina del 21 febbraio scorso quando febbre fatichiamo a respirare. Tutto ciò mi agita vengo svegliato da parole che non sarebbero e decidiamo di chiamare il 118. Dopo due ore più andate via dalla mia testa: non sono le eccomi sdraiato su un lettino in pronto soccorso parole di una madre che amorevolmente sve- con le braccia bucate, le narici ossigenate, le dita gliano il figlio dal sonno, ma parole mai così tremanti e la bocca sbiascicante. Avendo capito pesanti nell’avvertire che il famigerato virus, che mi sarebbe toccato passare la notte su quella fino a qualche ora prima relegato a 8700 km, si specie di letto (più una sdraio, in realtà, a causa trova ora a Codogno, intendo ad una manciata dei miei 192 cm), mi metto l’anima in pace e, in di chilometri da Lodi, cioè da me. È stato in quel botta da paracetamolo, crollo. momento che in qualche modo ho capito che mi Se Dante, dopo essersi svegliato dagli sveni- sarei dovuto ammalare anch’io. menti si trovava in posti assurdi, beh anch’io Cercata una fuga alla Boccaccio con alcuni posso dire di essermi svegliato in un posto amici sulle montagne, mi do pace per qualche assurdo: ero in corridoio, piazzato su quella giorno; ma purtroppo la mia vita non è il Deca- scialuppa davanti alla sala della Tac, in preda meron e io sono un paesano lodigiano, non un a reumatismi scaturiti molto probabilmente signorotto fiorentino. Ecco che, infatti, il giorno dalle posizioni innaturali assunte dal mio corpo dopo il mio ritorno dai monti manifesto i primi durante la notte. Il fatto della mia evidente pre- sintomi: siamo così al 3 Marzo. Febbre alta e carietà non vuole assolutamente essere una cri- tosse sarebbero di lì a poco diventate mie per- tica o, peggio ancora, un insulto alla sanità (ben niciose compagne di vita, di quelle che sai di conscio di come questa sia al collasso) ma un dover stare attento e che invece cerchi di allon- modo colorito per esprimere la mia comun- tanare con una certa saccenza indotta non solo que sfortunata e, per certi versi, divertente dai vani tentativi di Tachipirina 1000, che oltre situazione. a far sudare ti illude di poter sconfiggere il Avendo vissuto per 9 mesi in Inghilterra, il cibo male, ma anche dall’innocenza che può mani- dell’ospedale mi trova preparato: nemmeno il festare un’apparentemente mansueta bustina di cartone di cui sanno i pezzi di carne può scal- Oki, pronta invece a scombussolarti lo stomaco fire il palato di un ventenne vissuto in una fami- se la si osa assumere senza essersi precedente- glia dell’Oxfordshire. Ringalluzzito da questa mente rimpinzati di un cenone natalizio da otto mia prova di resilienza, mi faccio beffa degli portate. altri pazienti mostrando loro come si mangia Le mie giornate oscillano così tra i due medi- un orrore da cima a fondo, poco prima che mi cinali, pronti a lusingarmi da una parte e a venga comunicata la notizia del mio trasferi- sconfortarmi dall’altra: uno schifo. Capisco mento a Sant’Angelo, ospedale il cui reparto di che non posso migliorare quando, il mercoledì malattie infettive ne è il fiore all’occhiello, che fu 9
inaugurato proprio da mio nonno. che alcune delle più grandi menti della nostra Sentendo aria di casa, ci vogliono tre giorni di storia hanno concepito non possono che farmi febbre alta affinché questa passi del tutto, e qual- innamorare di un Paese così bello, forse troppo. che altro giorno per guarire dagli altri malori. È Forse è troppo bello e non va bene, perché durante il mio secondo giorno di ricovero che quando poi succedono queste tragedie, vederlo arriva la notizia della positività del tampone. in ginocchio e debole fa ancora più male e mor- Ormai non posso farci più niente, e le mie gior- tifica l’animo di chi, come me, vede una tigre nate passano così tra una flebo, una pastiglia e chiusa in gabbia. una visita. Sono costretto ad almanaccare nella Vivo nel paese più bello al mondo, e non lo so mia testa pensieri che mi tengano impegnato solo io che ne studio gli autori e che ne posso e, guarda caso, riguardano le uniche cose che venir rapito ad ogni scorcio, ma lo sa anche il arredano la stanza: un tavolo e un letto …. francese, il tedesco e l’inglese che ne sono gelosi, E a questo dedico una particolare riflessione: lo sa l’americano che lo visita e che lo venera, lo Il Letto: “Basti pensare per qualche secondo a sa il cinese che lo fotografa in ogni sua parte; quanto il letto, considerato dai più solo un giaci- è così bello che quando si sporca fa scalpore e glio notturno, sia tutt’altro che un mero e mode- tutti ne possono ridere, ma ridono perché sono sto mobile d’occasione. È invece importante per costretti a farlo, loro non abitano nel paese più noi e, particolareggiando, per la nostra società: bello al mondo. luogo sul quale siamo nati e sul quale mori- È anche nel paese più bello al mondo che ho tro- remo, rappresenta, in questo senso, la chiusura vato degli angeli che mi hanno aiutato a guarire, di un cerchio apertosi con le urla e conclusosi mettendo a rischio la loro stessa salute, che mi col silenzio. È anche fondo sul quale com- hanno curato prima con l’amore nei loro gesti e battiamo le malattie, gli incubi, le perdite, è il poi con le medicine nelle loro mani. campo di battaglia della nostra vita così come Devo dire grazie a qualsiasi persona impegna- il nostro intimo riparo che gelosamente custo- tasi nel risolvere questa epidemia, siete oggi diamo e tra le cui lenzuola, ogni sera, ringra- quello che vorrò leggere e studiare tra qualche ziamo di addormentarci”. anno nelle Letterature. Sono uno studente di Lettere: l’avere studiato e La bellezza salverà il mondo e il nostro Paese, lo stare studiando la nostra letteratura, mi porta finita la minaccia, ne avrà ancora di più. inevitabilmente ad immaginare come fosse il Grazie. Grazie a tutti i medici, infermieri, oss, nostro Paese secoli e secoli fa. Ogni tanto fan- operatori sanitari e chi più ne ha, più ne metta, tastico su come sarebbe stato bello vivere nella grazie a tutti coloro che mi sono stati vicino sia Firenze Trecentesca, o nelle corti Rinascimen- a Lodi che a Sant’Angelo. tali: studiare la bellezza, le fantasie e i mondi Gabriele B. Didattica a distanza… anche gli insegnanti imparano! 21 febbraio 2020: data che resterà per molto settimana avvertiamo l’impossibilità di andare tempo anche nella memoria di noi insegnanti… avanti lasciando soli gli alunni davanti a una e dei nostri alunni! lista di pagine da leggere, completare, studiare Venerdì 21, ore 16: fine della settimana. Ci ed esercizi da eseguire… sono le vacanze di Carnevale: l’appuntamento Per me, e forse anche per molti altri insegnanti, è quindi per mercoledì 26 febbraio… senonché è stato un bel problema… Da anni si parla nel frattempo il coronavirus è arrivato a Codo- della “didattica a distanza”, ma sinceramente gno, e non solo! Ecco, scuole chiuse! In tutta per me era “fantascienza”: che bisogno c’è di Italia! didattica a distanza se gli alunni li ho tutti in Di settimana in settimana la possibilità della classe davanti a me??? riapertura slitta sempre in avanti… Così, se Controllando spesso il registro elettronico per la prima settimana noi insegnanti ci limi- di mia nipote, che frequenta la prima media, tiamo per lo più ad assegnare qualche compito notavo che alcuni insegnanti le assegnavano o attività sul registro elettronico, nella seconda compiti sulla classe virtuale… Mah, maniaci 10
dell’informatica, mi dicevo… Invece no: o cellulare (chi avrebbe mai potuto prevederne insegnanti in grado di affrontare da subito l’assoluta necessità?); molti genitori devono l’emergenza. usarlo per lavorare da casa e, se ci sono fra- Un bel problema per chi, come me, lasciava telli più grandi, che frequentano le medie o le l’informatica un po’ come “contorno”… Don superiori, hanno la precedenza perché hanno Carlo Patti diceva: “Se c’è un problema vuol le lezioni online obbligatorie, con la registra- dire che esiste una soluzione!”. Per quanto zione delle presenze… riguarda la mia esperienza, la soluzione è E allora? Non importa, le lezioni possono con- stata quella di dedicare praticamente le gior- tinuare ad essere registrate, così che possano nate intere (e le serate!) a seguire tanti “webi- vederle quando il computer di casa è libero nar”, cioè videolezioni on-line di docenti che “dai grandi”… però si rende davvero neces- già utilizzano questi mezzi, per poter imparare sario vedersi, “incontrarsi” e allora anche le ad orientarmi e a destreggiarmi nell’intricata interrogazioni online a gruppi, in diversi orari foresta delle possibilità che l’informatica offre per poter andare incontro a tutte le esigenze, alla didattica. diventano una gioia! Mi colpisce l’entusiasmo Ovviamente sembra sempre tanto facile mentre dei miei alunni nei confronti delle interroga- si osserva quello che insegnano, ma poi bisogna zioni! A scuola non si è mai visto! provare e riprovare…e finalmente, sbagliando Sembra che la didattica digitale dovrà conti- e riprovando, imparo qualcosa ogni giorno. nuare anche dopo l’emergenza, come modalità Ho imparato a preparare e registrare videole- imprescindibile di insegnamento … anche se zioni, in modo che i miei alunni possano ascol- non si capisce ancora bene in che misura e in tare la spiegazione e studiare così con più faci- che forma… Certo, ciò che si è imparato con lità. Risultato: i ragazzi che, durante le prime tanta fatica sarebbe proprio un peccato but- due settimane di “vacanza forzata”, anda- tarlo via… Inoltre devo ammettere che molte vano perdendo giorno dopo giorno la voglia attività digitali rendono piacevole l’apprendi- di imparare, hanno ripreso volentieri lo studio mento e lo facilitano… e si sono sentiti accompagnati dall’insegnante. Ma mi sento di affermare che l’arma vincente Ma non basta ancora. Ci vengono in soccorso i della didattica è e rimarrà sempre la rela- tecnici: il registro elettronico viene implemen- zione educativa tra insegnante e alunni! E-du- tato con la possibilità della lezione online, dal cere significa “condurre fuori”: far sì che ogni vivo! Per quanto riguarda i bambini delle ele- alunno tiri fuori il meglio di sé… e questo è com- mentari, però, non è sempre possibile: non pito/missione, insostituibile, dell’insegnante! tutti sono dotati di computer personale o tablet srDaniela Studiare in Università ai tempi del Coronavirus Il Covid-19 ha colpito tutto della nostra vita, e confrontarsi sul materiale delle lezioni ed privata e pubblica, prendendosi purtroppo a esami. Il professore caricava regolarmente volte anche le persone più care. schede e prove di esame su queste piattaforme In questo articolo, vogliamo capire come e lo studente, ovunque si trovi, senza neces- questo virus ha cambiato definitivamente sariamente la presenza in aula, aveva tutto il la vita di studio in Università, proprio in un necessario per continuare con lo studio. L’uti- momento della mia vita così delicato come lizzo della Biblioteca per lo studio si può pen- quello conclusivo della laurea. sare, semplificando, era solo limitato alla con- Partiamo dalla situazione prima del diffon- sultazione di quel tipo di materiale irreperibile dersi della situazione di emergenza. La mag- in altri luoghi o alla frequentazione di studenti, gior parte delle università era già dotata di come me, che non trovano altro posto dove strumenti informatici, come piattaforme per concentrarsi sulla materia da preparare. Gli la didattica online, che davano la possibilità esami, come anche le sedute di laurea, invece, a noi studenti di poter consultare, reperire chiedevano la necessaria presenza fisica per 11
poter sostenere le varie prove. a «mantenere lo sguardo verso lo schermo, Ma ora le cose sono cambiate! onde evitare la consultazione di materiale non Il Coronavirus ha obbligato tutte le università ammesso». Nessuna distrazione, nessuna fur- a chiudere i battenti e costretto da un lato i pro- bata. Il rischio che qualcuno faccia il furbo c’è fessori allo smartworking, dall’altro l’utilizzo eccome, ma l’Università cerca di prevenire le da parte degli studenti della didattica online. mosse elusive. Porto poi l’esempio dell’Uni- Sospendere tutto o andare avanti: le univer- versità di Parma che chiede agli studenti di sità italiane, ai tempi del Coronavirus, hanno «non indossare cappelli mostrando le orec- deciso di continuare. Riorganizzandosi, in chie così da non utilizzare micro auricolari», tempi record, e proponendo per la prima volta quella di Catania li invita a «tenere lo sguardo esami online, da casa, sia scritti che orali. La fisso sulla webcam» sottolineando che «in qua- sfida era duplice: da una parte dare una rispo- lunque momento il docente potrà chiedere sta tempestiva agli studenti, dall’altra garan- di muovere la telecamera per accertare che tire la serietà e la correttezza degli esami affin- lo studente sia solo». Intanto l’Università La ché non si trasformassero in una farsa. Sapienza di Roma «suggerisce di posizionare Anche qui, fondamentale è stato il ruolo della il tavolo a circa 1,5 metri dalla parete» con lo tecnologia. L’Università Cattolica del Sacro studente «seduto davanti al pc e con le spalle Cuore che frequento a Milano, ha lasciato indi- rivolte alla parete». Sospeso chiaramente l’uti- cazioni precise per sostenere gli esami e per lizzo di tutte le Biblioteche, con non poche dif- la seduta di laurea: utilizzare l’app di Micro- ficoltà per chi come me si trova nello status di soft Teams (tutti noi studenti regolarmente laureando e ha davvero necessità di quel mate- iscritti disponiamo del pacchetto di appli- riale che si trova solamente nelle Biblioteche cativi istituzionali di Microsoft), un pc, una universitarie e non. webcam e una connessione a internet stabile. Alcuni amici sosterranno la discussione della Ci sono, però, delle regole tassative, in primis tesi in modo telematico mediante l’utilizzo di gli studenti dovrebbero individuare un «luogo Teams, come già indicato sopra. Certo, non adatto e decoroso, per esempio seduti alla avrà lo stesso gusto di una vera e propria ceri- scrivania». Nella stanza in cui si sostiene la monia con il mondo di persone a cui tieni mag- prova, poi, non devono essere presenti «altre giormente che sono lì al tuo fianco, ma è un’op- persone» né «libri, quaderni o appunti» con portunità che le Università stanno dando e il docente che, a sua discrezione, «potrà chie- credo sia da sciocchi non approfittarsene. dere allo studente di inquadrare la scrivania Nessuna festa, nessun abbraccio, ma è tutto per mostrare che sia sgombra e che le pareti rimandato a quando questo periodo finirà. intorno siano vuote o comunque senza fogli appesi». I docenti dovranno invitare i ragazzi Marta R. Covid-19 e Smart work: L’emergenza che ci sveglia? In una situazione drammatica come quella che come il Coronavirus dove risulta difficile stiamo vivendo, vorrei soffermarmi su una parlare di benefici se dovessimo guardare i breve analisi della situazione lavorativa di decessi)? questi giorni. Capire il significato dello Smart Working non è Nelle aziende italiane e nella Pubblica Ammi- immediato e nemmeno così intuitivo. In Italia nistrazione si sta diffondendo il fenomeno se ne sente sempre più spesso parlare, e l’at- dello Smart Working. Oggi esiste anche un tenzione verso modalità di lavoro “smart” sta quadro normativo di riferimento che qualche crescendo. mese fa, né il legislatore né le aziende avevano Iniziamo un po’ a ragionare con i numeri, come nemmeno preso in considerazione nonostante mia abitudine. il contesto europeo. Secondo i risultati dell’Osservatorio Smart Ma di che cosa si tratta, come funziona e quali Working del Politecnico di Milano il 58% delle sono i benefici (anche in caso di emergenza grandi imprese ha già introdotto iniziative 12
concrete in tal senso. Tra i risultati più inte- Però, sempre a causa delle misure straordina- ressanti dell’ultimo anno, emerge l’aumento rie per l’emergenza Coronavirus, che hanno della diffusione dello Smart Working nelle pic- cambiato la vita lavorativa (e privata) di tutti, cole medie imprese: i progetti strutturati sono stanno anche emergendo alcuni segnali di passati dall’8% al 12% attuale, quelli informali disagio dalle aziende e dai dipendenti, nelle dal 16% al 18%. Tuttavia, c’è anche un’ombra: fasce di mansioni dove è possibile applicare anche la percentuale di imprese disinteressate questa novità, riguardo lo smart working. al tema è cresciuta, in modo preoccupante, Obbligare tutti a lavorare da casa improvvisa- passando dal 38% al 51%. mente non è smart working perché alla base del Ma che cosa è lo Smart Working? Se in italiano lavoro agile c’è la libertà di scegliere di lavo- il significato di Smart Working è “lavoro intel- rare nelle modalità, tempi e posti più funzio- ligente”, sempre l’Osservatorio del Politec- nali al raggiungimento degli obiettivi. Quindi nico di Milano lo definisce “una nuova filo- l’imposizione forzosa e prolungata ne snatura sofia manageriale fondata sulla restituzione l’essenza. alle persone di flessibilità e autonomia nella L’esperienza nelle attuali circostanze eccezio- scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti nali dimostra, ed è un bene, che si può lavo- da utilizzare a fronte di una maggiore respon- rare da casa senza troppe difficoltà con alcune sabilizzazione sui risultati”. Insomma, già da accortezze e attenzioni. Tuttavia, superato lo solo queste parole, sembrerebbe proprio che lo shock iniziale, il lavoro forzato a distanza può Smartworking stravolga l’immagine di lavo- presentare diversi svantaggi e c’è il rischio ratore che abbiamo sempre avuto, e consegni che un’analisi superficiale porti a credere che una nuova figura del lavoratore stesso con al lo smartworking crei problemi. Non è così. centro la persona, l’uomo. Portando un’esperienza in prima persona di Come sottolinea Emanuele Madini, esperto di come possa funzionare lo Smart work ai giorni Smart Working e Trasformazione delle Risorse d’oggi, sono rimasto a lavorare da casa fin dal Umane, «lo Smart Working è un modello orga- primo focolaio di Codogno, dal 22 febbraio nizzativo che interviene nel rapporto tra indi- scorso. Impensabile lavorare da casa e chiu- viduo e azienda. Propone autonomia nelle dere tutte le attività di verifica sui bilanci in modalità di lavoro a fronte del raggiungi- mesi “caldi” come questi, dove il confronto mento dei risultati e presuppone il ripensa- di persona con i referenti e i colleghi per repe- mento “intelligente” delle modalità con cui rire tutta la documentazione necessaria, è alla si svolgono le attività lavorative anche all’in- base di ogni giornata. Invece, sono pure pas- terno degli spazi aziendali, rimuovendo vin- sati questi mesi caldi per la revisione; tutto coli e modelli inadeguati legati a concetti di digitalizzato, le firme elettroniche, valanghe di postazione fissa, open space e ufficio singolo mail contenente documentazione. Nessun pro- che mal si sposano con i principi di persona- blema. Direi proprio che siamo a un punto di lizzazione, flessibilità e virtualità». Anche qui, non ritorno. troviamo la vecchia idea di ufficio e scrivania Certo, le difficoltà nel passaggio allo Smart che siamo sempre stati abituati a pensare, per work ci sono state per tutti, basti pensare alle arrivare a un concetto di coworking, spazi in aziende dove il personale non ha in dotazione comune adibiti allo Smart work, e virtualità, un computer portatile o dove la infrastruttura lavorare da casa propria. Personalmente, ho tecnologica non è ben collaudata per rispon- modo di riscontrare che nel mondo immobi- dere alla connessione della giornata lavorativa liare Real Estate, la maggior parte degli inve- per tutta l’azienda. Ma siamo nel 2020 e dob- stitori, rappresentati da fondi comune d’inve- biamo essere in grado di affrontare un cam- stimento, si stanno sempre più concentrando biamento simile per arrivare alla nuova conce- sugli spazi di coworking portando i propri zione di lavoratore – persona, che ha bisogno capitali nell’acquisizione di immobili nelle dei suoi tempi, spazi e flessibilità come spie- grandi città rispondendo alla chiamata dello gato sopra. Smart work. Pierluigi C. 13
Come stai? Ogni problema richiede una strategia perché, informazioni, per giungere alla comprensione giungere ad una soluzione risulti possibile. Per del problema che si configura come pratico, parafrasare Lev Tolstoj: «Tutti i problemi di tangibile, pensabile e comunicabile, lasciando facile soluzione si somigliano, ogni problema quella dimensione, invece, puramente psichica, difficile lo è a modo suo», così anche noi, nel del mondo delle idee. nostro presente, siamo chiamati ad attivarci per E poi, di chi è la colpa? cercare di risolvere nuovi intrichi che ritene- Il tema della responsabilità è uno tra i più get- vamo essere piccoli guadi, se posti sotto il fuoco tonati fra quelli che rimbalzano impazziti all’in- della lente della nostra vita “di prima”, eh già… terno dei palinsesti televisivi, ma non arren- perché è innegabile che, questa condizione for- diamoci all’evidenza scientifica che cita quale zata, abbia posto un confine tra ciò che era e ciò modello più efficace di apprendimento sia che è. quello per imitazione (“modellamento”, Albert Crisi o emergenza? Bandura). Al contrario cerchiamo di delegare la Se la prima consiste in una anomalia rispetto ad responsabilità di parte di quel che facciamo, ma uno stato precedente e consolidato, la seconda non in senso negativo, condividendone il peso, indica una situazione straordinaria, imprevista, anche a coloro che, secondo i nostri standard che presenta caratteri di eccezionalità. Dunque, precritici, non erano adatti perché giudicati mentre nel caso della crisi sussiste un collega- troppo piccoli o troppo grandi. Ogni momento mento, una sorta di “continuità” rispetto allo è il momento giusto. In un tempo dove le pause status quo ante, nel caso dell’emergenza pre- sono venute meno perché la condizione del pre- vale il carattere di rottura radicale e differenza. sente è essa stessa una pausa, dove endemico è Ancora, è consuetudine antropologica riservare il passare da un compito all’altro senza che vi sia agli eventi, forieri di una radicale riorganizza- il viaggio nel tempo e nello spazio a prepararci zione, la definizione di crisi. Questa si confi- a quello che verrà o a contribuire a staccare la gura come rottura non afinalistica, ma provvi- spina da quello che è stato, rischiamo di vivere sta di senso, occasione che consente l’emergere momenti di estremo invischiamento emotivo; di cambiamenti virtuosi e, spesso, mai sperati. sentiamoci capaci di delegare (“condividere” A cosa diamo maggiore importanza, a ciò che è se volete…), anche pensieri ed idee. Possiamo permasto dal recente passato, come una nostal- comprendere che essi, positivi o meno, possono gica rovina di un paesaggio romantico inca- portarci sulle cime più alte o ridurci allo scon- stonato nel ricordo di risveglio da un sogno, forto più totale; li accettiamo dandovi spazio, o a qualcosa di vivo e presente che ci sprona, ma sapendo che sono solo pensieri, non peri- ci interroga e ci scomoda anche un po’, ma ci remo di questi. appaga? Alla fine di tutto, guadagno o perdita? Siamo in balìa di un problema da risolvere? Ogni guadagno è una perdita. Il guadagno si Non sappiamo quanto tempo questa condi- configura, infatti, come trampolino di lancio, zione durerà, ma qualcosa è cambiato nei nostri balzo in direzione dell’atto di decidere (cae- atteggiamenti tra i primi momenti di attivazio- dĕre, “tagliar via”). Esso ci predispone ed avvi- ne-entusiasmo-paura e l’attuale condizione di cina talmente al risultato che sarebbe estrema- perdurante quarantena? mente svantaggioso non allungare la mano per Se a questa domanda rispondiamo con un’affer- cogliere tale opportunità alla nostra portata. A mazione, è possibile che una tra le vivide sen- quanti, durante una passeggiata, è capitato di sazioni che avvertiamo, sia la mancanza, la pri- staccarsi dal gruppo e prendere una scorciatoia vazione. Il tema del vuoto, della sospensione, su di un sentiero per raggiungere prima la meta, porta a riflettere su come sia importante creare ma, poi, scoprire di dover aspettare i ritardatari una storia su quello che è stato da noi vissuto e quindi essere costretti a perdere il tempo non e di cui rischiamo di sentirci solamente pas- così tanto faticosamente guadagnato? sivi osservatori, non solo, la narrazione dona Sapremo di aver guadagnato solo quando l’opportunità di attribuire significato alla per- aspetteremo, nel tentativo di perdere. dita (di abitudini consolidate, di relazioni, di Come Stai? luoghi…), sia essa reale o fantasmatica. Raccon- …Alla fine è sempre utile iniziare da principio, tare è un atto della mente, con esso è possibile da una semplice domanda, un ever-green che sottrarsi al turbinio di pensieri autoreferenziali, non passa mai di moda! inutili a permettere una ristrutturazione delle Carlo B. 14
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