Eeffff tata AApritipriti - Parrocchia San ...

Pagina creata da Lorenzo De Simone
 
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anno 2020 - n°2                                    Parrocchia S.S. Filippo, Giacomo e Gualtero

     eff ta                    Apriti
 ESTATE 2020: SPECIALE CORONAVIRUS
 Anche il nostro notiziario parrocchiale non poteva non risentire dell’emergenza sanitaria pan-
 demica che stiamo vivendo quindi lo troverete in forma stampata in poche copie in fondo alla
 Chiesa Parrocchiale ma per lo più siete invitati ad una consultazione telematica mediante il sito
 della Parrocchia: sangualtero.altervista.org.

                                                                                                   prosegue

     Recapiti Parroco      cellulare: 3355622934        e-mail: sangualtero.lodi@diocesi.lodi.it
                           tel. fisso: 0371/610264      sito: www.sangualtero.altervista.org

                                                                                                              1
Quello che abbiamo cercato di raccogliere è una serie di articoli riguardanti diverse esperienze di
    persone comuni, noi, legate al tempo che stiamo vivendo. La parte che riguarda le programma-
    zioni è scarna ed incerta, condizionata dall’evoluzione della situazione, ve ne chiediamo scusa
    ma omettere il tutto non era opportuno...cammin facendo ci aggiorneremo.
    Grazie per esserci e leggerci!
                                                                                                   la redazione

    TEMPO DRAMMATICO e PREZIOSO
    Dal 21 febbraio scorso tutto è speciale, tutto è      Giovedì Santo: 46° giorno senza assemblea
    nuovo, tutto è inedito, tutto è imprevedibile,        nelle celebrazioni liturgiche, senza catechesi,
    tutto è intangibile, è il tempo dell’epidemia che     senza oratorio, senza...senza...senza il gua-
    con il passare dei giorni diventa pandemia...         darsi negli occhi, il vedere i sorrisi, lo stringersi
    Domenica 23 febbraio (la domenica di Car-             la mano. Ma quante opportunità ci ha donato
    nevale più tristemente famosa della nostra            questo tempo di “reclusione forzata” e non
    storia contemporanea) si celebrano al solito le       ancora finito?
    Messe, ignari che fossero le ultime: sì le ultime!    Io credo molte, anzi moltissime, se avessimo
    Da lunedì 24 ci è chiesto di celebrare privata-       occhi per vedere e disponibilità a comprendere.
    mente senza assemblea per evitare contatti/           Tempo per noi stessi e capire un po’ di più
    contagi. Sono incredulo (come tanti), un po’          ciò che davvero conta nella nostra vita perso-
    scocciato per ciò che sembra essere un eccesso        nale e sociale. Tempo per il nostro essere fami-
    di prudenza.                                          glia senza “fughe” legalizzate. Tempo per
    Sono un po’ reticente ma obbedisco... ed              dare valore alle cose di tutti i giorni. Tempo
    intanto le notizie si fanno sempre più allar-         per capire il significato profondo di ciò che
    manti, la “bestia” si fa sempre più vicina, ci cir-   davamo per scontato.
    conda, andando a toccare persone conosciute           Ecco perché mi sento di affermare che questo
    sempre più vicine e nello stesso tempo diffon-        tempo anche se tragico per molti versi è però
    dendosi sempre di più, ovunque... e tutto si          prezioso per molti altri. Certo, occorre saperlo
    ferma, sempre più, tutto, ma proprio tutto!           vivere fino in fondo, senza banalizzare da una
    Ed è un pullulare di messaggi, video, frasi           parte né drammatizzare dall’altra.
    celebri ed aneddoti di santi e santoni: i cellu-      E’ pesante celebrare l’Eucarestia da soli ma vi
    lari ed i computer si surriscaldano, sembrano         assicuro che alcune Messe le ho partecipate
    scoppiare... a volte si ride per sdrammatizzare,      come non mi accadeva da anni, con un’inten-
    più spesso si piange perché la paura rischia di       sità e una consapevolezza che mi ricorda le
    prendere il sopravvento...                            “prime celebrazioni” della mia vita sacerdo-
    Io, molti e un po’ tutti sembriamo essere dei         tale arricchita da tutti i vostri volti, le vostre
    cavalli selvaggi ai quali si tenta di mettere         preoccupazioni, le vostre intenzioni. Lo slogan
    la sella: non voglio lasciarmi “domare” ma            che segna questo periodo “distanti ma uniti” è
    quando realizzo, capisco anche la tragica bel-        vero più che mai proprio nella preghiera e io
    lezza di ciò che mi è dato da vivere... Quello        mi auguro che ognuno di noi abbia saputo far
    che stiamo vivendo è un “Kairòs”: un tempo            tesoro di questo per affrontare questi momenti
    da cui ripartire con fiducia e speranza,              ma anche per impostare il proprio futuro.
    Oggi (giorno in cui scrivo queste righe) è il
                                                                                                       dRenato

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Maggio, mese mariano di Risurrezione!
C’è una stella che brilla più delle altre nella notte   – appunto – la recita in comune del rosario.
e la si ritrova al calar del buio proprio sopra         In questo mese si dispiega gran parte del tempo
la chiesa di San Gualtero. Fino alle prime luci         pasquale, tempo in cui si celebrano i misteri
dell’alba sta lì, tanto luminosa quanto discreta.       gloriosi della vita del Signore Gesù, il Risorto,
Anche nelle notti “tombali” di questo tempo di          anch’Egli “Stella del mattino” (come viene defi-
tribolazione la stella mattutina ha continuato a        nito nell’Exultet della Veglia Pasquale). Quindi
“stare”, a vegliare su di noi. Ci piace pensarla        il mese mariano ha certamente un’impronta
come figura della Madonna, definita appunto             pasquale.
nelle Litanie “Stella mattutina”, la Madre che          La natura stessa vede il risveglio della prima-
veglia sui figli che attraversano le notti della        vera; il clima è più favorevole e sereno; le gior-
vita.                                                   nate si allungano con albe e tramonti che can-
Lei ci accompagna, rimanendo vigile e discreta,         tano l’Alleluia del creato. Maggio celebra, in
ma sempre presente, anche nel buio più fitto            certo modo, la Risurrezione. Una vita nuova si
e angosciante. E mai come nella prova dolo-             ridesta, fuori e dentro l’uomo: perché si avverte
rosa che il mondo sta vivendo abbiamo avver-            un forte desiderio di rinascita anche nei nostri
tito di aver bisogno di una Madre così. La fede         cuori, una volontà di ripartire, di lasciarci alle
popolare da sempre cerca la compagnia della             spalle le settimane dolorose di isolamento e di
Madonna, specialmente nelle ore di tribola-             angoscia e cominciare una vita nuova, diversa,
zione. Si aggrappa a Lei con fiducia e ne speri-        maturata nel crogiolo della prova e perciò più
menta il sostegno.                                      consapevole dell’essenziale.
E la Madre rimanda tutto al Figlio, perché è            E la stella mattutina è lì, fissa e brillante ad ogni
tutta relativa a Lui. Infatti i misteri della vita di   alba. Maria sarà presente più che mai a questa
Maria sono i misteri della vita di Cristo. Si sa        nostra resurrezione, che altro non è che una
che i misteri del rosario mariano altro non sono        partecipazione alla Risurrezione del Signore,
che il dispiegarsi della vita e dei misteri di Gesù,    ed è un pallido presagio della nostra definitiva
cui Maria si accompagna fedelmente. Recitare            risurrezione in Lui.
il rosario, spiegava San Giovanni Paolo II, vuol        E dove c’è la Madonna, c’è Gesù, Stella del
dire “guardare a Cristo con gli occhi di Maria”.        mattino.
Ora, nel bel mese di maggio, che tutti spe-             Certamente vivremo quest’anno il mese
riamo di poter vivere (data l’emergenza) in una         mariano con un anelito di rinascita più vivo,
dimensione il più possibile normale, la tradi-          con sentimenti di affidamento più fiducioso
zione ci fa guardare alla Madonna ed esprimere          a Maria, con la fede solida e grata di chi sa di
il nostro omaggio e la nostra fede in Lei attra-        essere nelle mani buone del Signore.
verso tante forme di devozione, specialmente                                     Carmelo San Giuseppe - Lodi

SACRAMENTI e INIZIAZIONE CRISTIANA
Anche se rimandati nel tempo per la situazione che stiamo vivendo, forse proprio per questo diventa
importante, mi pare, mettere a fuoco alcuni aspetti per vivere meglio i momenti significativi dei
nostri ragazzi/e della Prima Confessione, Prima Comunione e Cresima. Momento che deve coinvol-
gere profondamente tutta la famiglia, ma anche l’intera Comunità Cristiana, perché sia un momento
importante della vita dei ragazzi/e e un’occasione di rinnovamento, ricarica ed impegno per tutti.

Significato
Il Battesimo ci ha resi “figli di Dio”, abbiamo         meglio, così il grande dono ricevuto nel Batte-
ricevuto il suo Spirito. Come nella vita, dob-          simo deve accompagnare tutta la nostra vita, e
biamo crescere e crescendo si riscopre il               noi abbiamo bisogno di essere sostenuti.
grande dono di essere vivi, ma siamo chia-              Alla nostra fragilità e debolezza che spesso ci
mati ad impostare la nostra esistenza verso il          chiude nel nostro egoismo e facilità di ricercare

                                                                                                                3
i nostri comodi, il Sacramento della Penitenza          Signore che entra in noi e con noi forma una
    o Confessione ci fa incontrare la misericordia          unica realtà.
    grande di Dio Padre che non ci lascia soli, ma          Crescendo abbiamo bisogno di essere illumi-
    ci viene a cercare, ci viene incontro per avvol-        nati nella scelte di vita e la forza per essere
    gerci del suo amore che purifica e rinnova.             fedeli. Il dono dello Spirito Santo che nella
    Il Signore cerca di essere con noi, di sostenere        Cresima “conferma” il dono ricevuto nel Bat-
    le nostre forze, di vivere intimamente con noi...       tesimo, diventa il compagno di viaggio per le
    L’Eucaristia è il “pane di vita”, è intimità col        scelte giuste e per la fedeltà ad esse

                             Ogni dono va desiderato, ogni incontro importante va preparato. Così per i
    Preparazione             Sacramenti. Preparazione non solo per i ragazzi/e, ma per tutta la famiglia.

    Ragazzi/e      Se i Sacramenti sono un “regalo”         “misericordia”, impariamo ad essere buoni
                   del Signore perché ci vuole              con tutti; se riceviamo la presenza viva di
    bene, diventa necessario un cammino di risco-           Gesù in noi, mente e cuore dovranno essere in
    perta e conoscenza del dono che si riceve e che         sintonia con Lui; se riceviamo lo Spirito Santo
    dovrà caratterizzare la vita come veri “figli di        per guidarci, dobbiamo essere attenti a ciò che
    Dio”... Ma diventa necessario anche un impe-            Lui ci suggerisce nel cuore, sapendo allenarci
    gno di “allenamento” per vivere e valorizzare           un po’ al silenzio ed ascolto.
    al meglio il dono che si riceverà. Se riceviamo

    Genitori    Ciò che i ragazzi/e approfondi-             mai e non partecipano all’Eucaristia, certo
                scono e cercano di vivere, deve             non potrà prendere sul serio ciò a cui si pre-
    essere sostenuto dalla famiglia, specie dai             para a vivere. Se un adolescente non vede la
    genitori. Certo che se un ragazzo/a scopre la           coerenza delle scelte dei genitori fra loro e in
    misericordia, il perdono del Signore, lo deve           famiglia, non si accosterà alla Cresima come
    vedere vissuto fra genitori e famiglia: Se il           un momento di vita, ma come una festa cui
    ragazzo/a è invitato/a a “fare comunione” col           seguirà nessun impegno di valorizzazione suc-
    Signore e poi vede i genitori che non pregano           cessivo di approfondimento e di crescita.

    Attesa
    Da ciò che abbiamo detto l’attesa diventa un            soprattutto nel giorno in cui si ricevono questi
    “cantiere” per costruire e sistemare..                  doni, festa per i ragazzi/e ma per tutta la fami-
    Ma tutto non nel peso di “un dovere” o di una           glia e Comunità Cristiana.
    “tradizione cui adeguarsi”, ma come “momento di         Festa e gioia non tanto per i regali o i pranzi,
    grazia “ per il ragazzo/a e per tutta la famiglia. Se   che ci possono stare bene, ma come aspetto
    momento di grazia, allora diventa “occasione            che caratterizza il “centro della giornata”, cioè il
    di gioia e di festa”... Gioia e festa che si vivrà      Sacramento.

    Un augurio
    Auguro a Ragazzi/e ed ai Genitori di vivere             riscoperta del grande amore del Signore e di
    questo tempo di attesa che ci è dato con animo          migliorare la propria vita
    retto, proteso al “dono di amore del Signore”,          Auguro che Ragazzi/e, Genitori e Famigliari,
    impegnandosi, come detto precedentemente,               possano vivere questo tempo di attesa ed il
    con sincera volontà.                                    giorno della festa, come “occasione di grazia”,
    Auguro che non ci si preoccupi di esteriorità           nella fedeltà e riconoscenza.
    e regali più di approfondire e crescere nella                                                Don Domenico

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Da parte del Vescovo
Ricevo in data 15 aprile una lettera da Mons. Maurizio Malvestiti in cui mi chiede di ricambiare
a tutti i parrocchiani di San Gualtero gli auguri pasquali, molto graditi, che gli sono stati inviati.
Continua:
“Li ringrazio, soprattutto, per le preghiere. Assicuro anche da parte mia il quotidiano ricordo nella
Santa Messa per tutti i lodigiani e le lodigiane, specie in questo tempo di prova, accompagnato
dal suffragio per i nostri cari che tanto numerosi ci hanno lasciato, ma vegliano su di noi presso
il Signore. Sono contento dell’affetto riconoscente che mi hanno confidato ... uniti al Vescovo e ai
sacerdoti siamo nella Chiesa di Gesù!
Con la benedizione pasquale. Sempre ricordando con gratitudine a Dio e voi tutti la Visita
Pastorale.”
                                                                                     + Maurizio Vescovo

SAN GUALTERO: santo dei
sofferenti e degli ammalati
Mai tanto nella storia, come in questo periodo,      e una chiesa dedicata ai ss. Filippo e Gia-
abbiamo bisogno di credere nella preghiera e,        como. Era il 30 Aprile 1206, unica data certa
più nello specifico, riporre la fede in colui che    nella vita del santo, e vicina a questi giorni.
è il nostro santo lodigiano degli ammalati per       Aiutò ad erigere altri ospedali nel territorio e
eccellenza: San Gualtero.                            mai più abbandonandoli, facendo notare come
Noi abbiamo l’onore e la fortuna che proprio a       questi crescessero fiorenti ed efficienti, aiu-
questo santo sia dedicata la nostra parrocchia       tando a sanificare il territorio non solo dando
ed in essa custodiamo le insigne reliquie del        una mano ai malati, ma anche togliendo spazio
suo corpo. Proprio per questo, abbiamo anche         boscoso e paludoso a sentieri altrimenti solita-
il compito di essergli grati e portarne alto il      mente avvezzi ad attentati e brigantaggi. Una
nome, con la fierezza e la consapevolezza di         vita esemplare, vissuta nel rispetto della fede
chi può rassicurare chiunque durante questo          e della povertà, nel sacrificio e nella dedica di
triste tempo. Io, in primis, ho sentito il bisogno   tutto sé stesso agli altri, ai più deboli. La morte
di aggrapparmi alla preghiera, mai così diretta      prematura a quarant’anni non cancellò tutto
e compresa come quella che ho sperimentato           quello che in pochi anni era riuscito miracolo-
in questi giorni vicini a San Gualtero: troppo       samente a costruire, divenendo senza ombra di
importante per la nostra comunità in partico-        dubbio uno dei personaggi più importanti ed
lare, ma per la città di Lodi e la sua provincia,    influenti nella storia del nostro territorio.
ancor di più, nel generale.                          Quest’anno sono 60 anni dalla traslazione dei
San Gualtero deve essere il nostro simbolo, il       resti del santo nella nostra chiesa parrocchiale.
nostro stendardo da portare come esempio,            Che questo anniversario possa darci la forza, o
come monito e come ricordo. Il caso ha voluto        quantomeno la consapevolezza, di affrontare
che proprio il nostro territorio fosse messo alla    un momento difficile affiancati da una figura
prova dall’essere l’epicentro della più grande       coraggiosa, con una tenacia e perseveranza
crisi sanitaria mondiale, ed è per questo che        tipiche di chi deve essere pronto fronteggiare
dobbiamo rispondere a tono. Questo è lo stesso       e superare una prova del genere. Con la spe-
territorio che vide, con meno case e più paludi,     ranza di non lasciare per scontate tutte quelle
la nascita del santo nel 1184. Autoctono,            volte che di domenica, dopo la messa, pas-
cominciò fin da giovane (15 anni) ad aggirarsi       siamo di fianco a san Gualtero, e di ritrovarci
tra gli ambienti sanitari e religiosi fondando       insieme a festeggiarlo il 24 luglio, (Domenica
solo dopo pochi anni, assieme all’aiuto del          26 con il nostro Vescovo Maurizio!) l’unico
prete Everardo e con il permesso delle autorità      modo per sentirci vicini è nella preghiera …
comunali di Lodi, l’ospedale della Misericordia                                               Gabriele B.

                                                                                                            5
STRALCIO DA UNA INTERVISTA AL FILOSOFO E
    SOCIOLOGO CONTEMPORANEO EDGAR MORIN
    Il filosofo francese, durante una intervista rila-       ...Oggi è necessario favorire la costruzione di una
    sciata alla rivista “La Lettura”, (risalente a           coscienza su basi umanitarie: incentivando la coo-
    sabato 4 aprile) esprime il suo pensiero sulla           perazione tra le Nazioni, con l’obiettivo di far cre-
    situazione mondiale venutasi a creare a seguito          scere i sentimenti di solidarietà e fraternità tra i
    di questa pandemia.                                      popoli…..”
    “L’unificazione tecnico-economica del mondo,             “Gli ospedali, le scuole e le università non devono
    creata dal capitalismo aggressivo degli anni             essere gestite con una logica aziendale, non pos-
    Novanta, ha generato un enorme paradosso, che            sono generare profitto economico, ma devono pen-
    questa pandemia ha reso visibile a tutti: questa         sare al benessere dei cittadini e a formare, come
    interdipendenza tra le Nazioni, invece di favorire       diceva il filosofo Montaigne : “teste ben fatte”,
    un reale progresso nella conoscenza e nella com-         o (aggiungo io) come diceva don Bosco: “bravi
    prensione tra i popoli, ha scatenato forme di egoi-      cristiani e onesti cittadini “.
    smo e ultra-nazionalismo….”                              Morin prosegue: “L’epidemia, con le restrizioni
    Ora, a mio parere, visto l’estendersi a tutta            che genera, ci ha obbligato a compiere una salu-
    Europa e all’America di questa pandemia, mi              tare decelerazione, un ridimensionamento del ritmo
    sembra che tra le varie Nazioni ci sia più colla-        quotidiano. Ci stiamo riappropriando del tempo
    borazione e più solidarietà….                            interiore, del tempo vissuto.
    Morin continua: “Viviamo in un grande mercato            “... L’essere confinati in casa, ci fa prendere
    planetario che non è stato in grado di suscitare sen-    coscienza dell’importanza della cultura.
    timenti di fraternità tra le Nazioni. Lo sviluppo eco-
    nomico-capitalistico ha scatenato i grandi problemi      E Morin conclude con un pensiero positivo: “….
    che affliggono il nostro pianeta: danneggiamento         Avremo imparato qualcosa, in questi tempi di pan-
    della biosfera, crisi della democrazia, aumento delle    demia, se sapremo riscoprire e coltivare gli autentici
    disuguaglianze sociali, crescita delle ingiustizie,      valori della vita: la fraternità, l’amicizia, la solida-
    proliferazione degli armamenti.                          rietà, valori essenziali che conosciamo da sempre e
                                                             che da sempre, purtroppo, finiamo per dimenticare”.
                                                                                                         Maurita F.

    Da una parte all’altra della barricata....
    Mentre scrivo sono al 29° giorno di isola-               sempre pensato che dovevo fare il mio dovere
    mento causa Covid 19, e quando Don Renato,               con professionalità e puntualità, e così senza
    in una delle sue telefonate mi ha chiesto se             timore, ho proseguito dando il massimo, sino
    non avevo voglia di provare a fare un arti-              a che ho scoperto d’essere stata contagiata.
    colo per il nostro bollettino, a dire il vero, ci        Sono spesso stata definita una persona posi-
    ho messo pochi minuti ad accettare, perché               tiva, solare ed empatica. È vero, l’empatia fa
    ho capito che poteva servire più a me che non            parte del mio essere e della mia esperienza, e
    a voi che state leggendo. Così senza nessuna             grazie alla mia professione, è anche un modo
    presunzione ci sto provando. Spero di non                per potermi approcciare all’altro, indifeso, e
    tediarvi, perché sono consapevole di essere              poter condividere con lui i suoi stati d’animo.
    un fiume in piena di emozioni da arginare.               Ma quando all’improvviso ti trovi chiusa in
    Non vi ho ancora detto che faccio parte                  una stanza, anche se si tratta della tua camera
    del mondo sanitario, di quelli che ora tutti,            da letto, capisci che sei diventata tu la prota-
    impropriamente, chiamano “ EROI” e che,                  gonista e allora tutto cambia. Questo è suc-
    come tanti miei colleghi, ho contratto il                cesso a me, ed ecco che capisco veramente
    virus adempiendo, semplicemente, alla mia                cosa significa: “ stare dall’altra parte della
    professione.                                             barricata”!
    Non ho mai pensato d’essere invincibile, ho              FERMARSI... CEDERE... FIDARSI!

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I primi giorni sono trascorsi apparentemente         e dove il cellulare è diventato un prezioso
tranquilli e, concentrata sulle cure, sono riu-      aiuto. Riesco infatti a tenere i contatti con i
scita a mantenere la mia positività ed un certo      miei familiari, gli amici, i colleghi, e a godere
equilibrio, ma quando mi sono resa conto             delle lunghe e piacevoli chiacchierate terapeu-
che i giorni erano diventati settimane, e la         tiche che solo i veri amici mi sanno regalare.
“ bestia” mi regalava sorprese ad ogni mio           E così ho trascorso anche la Santa Pasqua,
risveglio, ho ceduto allo sconforto. Ho pianto.      pensando alla redenzione dell’uomo nei
Ho pensato che davo delle preoccupazioni ai          giorni delle festività pasquali. In modi diversi
miei cari, al di là di quella porta che mi separa    abbiamo sofferto e viviamo una “ prova”,
da loro...                                           anche solo per il confinamento, siamo tutti
Loro, che hanno dovuto reinventarsi in ruoli         collegati l’uno all’altro nella comune accetta-
diversi all’interno di quel nucleo che si è          zione e sperimentando la pazienza.
stravolto.                                           Possiamo dire che quello che stiamo vivendo
Ho così scoperto la preghiera intima, in solitu-     ha un senso compiuto e ne usciremo, ma
dine con LUI dentro la mia stanza (raccoman-         non in tempi brevi. Bisogna avere pazienza e
dando in modo particolare la mia mamma),             ancora pazienza. Torneremo ad uscire e, solo
a volte arrabbiandomi in altre ringraziando,         se capiremo che certi valori erano stati sot-
perché da un momento di fragilità sento che          tovalutati: la famiglia, le amicizie, l’apparte-
sta uscendo qualcosa di buono. Allora mi             nenza ad una comunità parrocchiale, la fede...
sono detta che dovevo avere tanta pazienza           avremo più voglia della vera sostanza e meno
ed essere grata, perché nonostante la consa-         dell’apparire. Questa “tragedia” non deve
pevolezza dei tempi lunghi per la guarigione,        andare sprecata, non bisogna avere fretta! Lo
sono certa che ne sto venendo fuori.                 dobbiamo a tutti quelli che non ce l’hanno
La guerriera che è in me combatte! Lo devo           fatta, agli anziani che in straziante solitudine
anche a tutti quei pazienti che ho incon-            se ne sono andati, e con loro la nostra memo-
trato, curato e consolato e che con dignità non      ria storica. Che senso avrebbe altrimenti l’es-
hanno mai mollato, credendo ed affidandosi a         sere stati dall’altra parte della barricata?
chi si prendeva cura di loro... non si può soc-      Spero di non aver esagerato con le mie elucu-
combere, è necessario tirar fuori le risorse.        brazioni. Mi scuso anche se non sono scritte
Così da quel momento, la mia cella è diven-          in un italiano sempre fluente e corretto, ma so
tata il mio nido, il mio rifugio, dove passo il      che le ho scritte con il cuore e con passione.
tempo a leggere, scrivere in versi le mie emo-       A tutti voi dico...a presto
zioni, guardare la Tv per tenermi aggiornata,                                               Cristina M.

CORONAVIRUS: PAURA, DOLORE MA ANCHE AMORE
In questo periodo stiamo vivendo un’espe-            Ho scelto di riflettere su alcuni episodi di cui,
rienza unica e, per certi versi, devastante.         date le circostanze del ricovero, sono stata invo-
Tutti siamo costretti a vivere tra le pareti         lontaria spettatrice e che mi hanno mostrato
domestiche, a volte troppo strette. Tutti siamo      tutta la debolezza e la fragilità dell’essere
costretti a fare i conti con la paura del contagio   umano, ma sono stati anche esempi di grande
o di un futuro ancora incerto che cambierà sicu-     generosità e amore.
ramente il nostro modo di vivere, di lavorare, di    Quando in Pronto Soccorso, nel momento di
relazionarci.                                        maggiore affluenza di pazienti, non esisteva
Molti sono stati colpiti dal Coronavirus: chi        un briciolo di privacy, avevo vicino un signore
in forma lieve, chi in forma più seria. Alcuni       non più giovane, piuttosto corpulento, che a
l’hanno superato, altri, troppi purtroppo, no.       stento riusciva a stare sdraiato sulla barella.
Con queste premesse, quando mi hanno chie-           Come tutti aveva febbre, tosse, difficoltà respi-
sto di parlare della mia esperienza di malata di     ratorie, ma non cessava un attimo di parlare da
“Covid 19” ho provato grande imbarazzo, sia          solo, ripetendo in continuazione che il giorno
perché non avevo nessuna voglia di espormi           dopo sarebbe andato a casa e avrebbe man-
troppo e sia perché sono convinta che una            giato “una bella polenta con il cotechino o con
cronaca non sarebbe stata né opportuna né            il merluzzo”. Non posso negarlo, al momento
interessante.                                        ho pensato che il poverino non fosse del tutto

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in sé. Oggi, invece, ripensandoci, mi piace leg-     e brioche” attirandosi battute ironiche di alcune
    gere questo suo atteggiamento come un modo           e la solidarietà di altre. Naturalmente tutte erano
    inconscio per esorcizzare la paura per quello        perfettamente consapevoli di non poter abban-
    che sarebbe potuto accadere, pensando alla pro-      donare il proprio posto di lavoro ed anche che
    pria casa, alla moglie e, perché no, al cibo che     non vi erano bar aperti (causa lockdown), ma
    evidentemente per lui era qualcosa di molto          questa voglia di “normalità” ha reso la ragazza
    gratificante che in quel momento lo distaccava       ancora più speciale ai miei occhi, perché il suo
    dalla realtà presente nient’affatto rosea.           lavoro e il suo senso di responsabilità le impo-
    Mi piace anche ricordare la figura di un “tutore     nevano ancora una volta una rinuncia perso-
    legale” che aveva accompagnato un ragazzo            nale, anche se piccola e forse banale.
    disabile e gli parlava con grande dolcezza e         Infine non posso dimenticare una giovane dot-
    tenerezza (mi separava da loro solo una sottile      toressa di reparto, anche lei assorbita da turni
    tenda verde) cercando di spiegargli con parole       massacranti, da situazioni difficili, da confronti
    semplici, quanto stava accadendo in modo da          giornalieri con infettivologi e rianimatori, per
    prepararlo il più possibile essendo il giovane già   curare ed alleviare le sofferenze dei pazienti
    piuttosto spaventato e irrequieto. Tutti sanno       che le erano stati affidati. Proprio al momento
    che i parenti dei degenti non sono ammessi           delle dimissioni, scambiando eccezionalmente
    negli ospedali blindati, ma questo signore           due parole con me, mi parlava del senso di
    aveva chiesto e ottenuto un permesso speciale        impotenza che spesso colpisce i medici, perché
    per rimanere con il proprio caro almeno fino         devono combattere contro un nemico invisibile,
    al momento della valutazione dei medici per il       subdolo e sconosciuto, senza farmaci sicura-
    ricovero o per la cura domiciliare. Lui accettava    mente efficaci (ce ne sono molti in sperimenta-
    con consapevolezza, grande serenità e altrui-        zione, ma nessuno è stato ancora definito valido
    smo l’alto rischio di contagio per il bene del suo   a tutti gli effetti). La fatica di lavorare per molte
    ragazzo. Questa per me è stata certamente una        ore bardati con Dispositivi di Protezione Indi-
    grande lezione di speciale amore “paterno”.          viduali idrorepellenti (tute, camici, mascherine,
    Sono poi venuta a contatto con due pazienti          visiera, guanti doppi), che non permettono il
    molto anziani, una ultraottantenne e uno addi-       passaggio del virus, ma trattengono l’umidità
    rittura novantenne, entrambi in via di lenta         corporea, facendo sudare. Infine, l’aspetto più
    guarigione. Mentre la signora riusciva a mante-      umano: la paura del contagio, non solo perso-
    nere vivo il contatto con i famigliari attraverso    nale, ma anche, quando tornano a casa, da tra-
    colloqui telefonici per mezzo del proprio cellu-     smettere ai famigliari che vivono con loro.
    lare e viveva la degenza con una certa serenità,     Questi angeli lottano in prima linea con i malati
    il secondo signore non riusciva ad accettare l’i-    e per i malati e sono uomini e donne generosi e
    solamento, non sopportava l’impossibilità che i      altruisti, la cui abnegazione va ben oltre il giu-
    propri cari non potessero comunicare con lui e       ramento di Ippocrate fatto al momento della
    tanto meno fargli visita, convinto com’era che       laurea. Ad essi deve andare il GRAZIE incondi-
    sarebbe morto senza mai più rivederli. A poco        zionato di tutti. Anche tra le loro file si contano
    o niente servivano le rassicurazioni di medici       contagiati che non sono sopravvissuti tanto che
    e infermieri: lo stato di agitazione permaneva       Papa Francesco nell’omelia del Giovedì Santo,
    notte e giorno. Quanta tenerezza!!                   accostandoli ai sacerdoti deceduti, li ha definiti
    Qualcuno potrebbe obiettare: ma hai incontrato       “I Santi della porta accanto”.
    solo anziani? Io stessa non sono più giovane,        L’esperienza della malattia è stata dura e fati-
    ma tutti sappiamo che, almeno nella prima fase       cosa per me come per altri, ma mi hanno soste-
    dell’epidemia, i più colpiti sono stati gli “over    nuto l’amore dei miei famigliari, dalla cui voce
    cinquanta/sessanta”. I giovani erano, per lo         spesso traspariva l’ansia e la trepidazione per
    più, dalla parte degli operatori sanitari che cor-   le mie condizioni; la fede, alimentata dalla pre-
    revano instancabili e solleciti da un paziente       ghiera personale (a volte difficile) e dalle rifles-
    all’altro ed anche tra loro ho colto lampi di        sioni quotidiane sul Vangelo del giorno che
    grande umanità.                                      Don Renato ha inviato, via Whatsapp, a tutti i
    Ricordo la figura di una giovane infermiera di       gruppi parrocchiali, per l’intero periodo di qua-
    Pronto Soccorso, che quasi alla fine del turno       resima; la vicinanza di tante persone amiche, o
    faticosissimo di 12 ore, alle 6 del mattino, in un   semplici conoscenti, che mi hanno dimostrato
    momento di relativa calma, chiacchierando con        affetto e partecipazione nei modi più diversi, a
    le colleghe ha manifestato il desiderio vivissimo    seconda delle loro possibilità e sensibilità e mi
    di “fuggire” per consumare al bar “Cappuccino        hanno fatto scoprire un mondo di solidarietà.

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L’incontro, poi con un’umanità malata, affati-        l’amore verso il prossimo ricordando le parole
cata, stanca è stato per me un vedere negli altri     di Gesù nel Vangelo di Matteo (25,31-40): “Ogni
il volto dolente di Cristo sulla croce, ma anche      volta che avete fatto queste cose ad uno solo dei miei
l’amore che emana da esso.                            fratelli più piccoli l’avete fatto a me” e cerchiamo di
Tutti abbiamo vissuto una Quaresima diversa           rompere il cerchio di solitudine di molti anche
e stiamo vivendo un tempo di Pasqua diverso           con piccoli gesti che fanno bene al cuore.
che sono sicura lascerà un segno profondo in                                                    Giovanna A.
ciascuno di noi. Rafforziamo la nostra fede e

Il Covid-19 esperienza non solo per anziani!
Mi chiamo Gabriele Beccaria, ho vent’anni, e          successivo, 11 Marzo, prima di essere caricato
mi sono ammalato di Covid-19. Questa è la mia         sull’auto di mia madre che mi deve accom-
esperienza, e se pensate di trovare informazioni      pagnare in Ospedale per una lastra al torace,
a proposito del virus, avete sbagliato posto, così    devo affrontare l’ingestione di un innocente
come avete sbagliato posto se pensate di poter        “baiocco”, lo stesso biscotto con il quale avevo
trovare risposte: troverete le sole impressioni di    accompagnato tutta la mia dolce infanzia.
un giovane, forse troppo giovane, italiano con-       Le condizioni peggiorano lo stesso giorno
tagiato. Buona lettura ...                            quando, al risveglio dal sonnellino pomeri-
                                                      diano, io ed i miei immancabili 40 gradi di
È la mattina del 21 febbraio scorso quando            febbre fatichiamo a respirare. Tutto ciò mi agita
vengo svegliato da parole che non sarebbero           e decidiamo di chiamare il 118. Dopo due ore
più andate via dalla mia testa: non sono le           eccomi sdraiato su un lettino in pronto soccorso
parole di una madre che amorevolmente sve-            con le braccia bucate, le narici ossigenate, le dita
gliano il figlio dal sonno, ma parole mai così        tremanti e la bocca sbiascicante. Avendo capito
pesanti nell’avvertire che il famigerato virus,       che mi sarebbe toccato passare la notte su quella
fino a qualche ora prima relegato a 8700 km, si       specie di letto (più una sdraio, in realtà, a causa
trova ora a Codogno, intendo ad una manciata          dei miei 192 cm), mi metto l’anima in pace e, in
di chilometri da Lodi, cioè da me. È stato in quel    botta da paracetamolo, crollo.
momento che in qualche modo ho capito che mi          Se Dante, dopo essersi svegliato dagli sveni-
sarei dovuto ammalare anch’io.                        menti si trovava in posti assurdi, beh anch’io
Cercata una fuga alla Boccaccio con alcuni            posso dire di essermi svegliato in un posto
amici sulle montagne, mi do pace per qualche          assurdo: ero in corridoio, piazzato su quella
giorno; ma purtroppo la mia vita non è il Deca-       scialuppa davanti alla sala della Tac, in preda
meron e io sono un paesano lodigiano, non un          a reumatismi scaturiti molto probabilmente
signorotto fiorentino. Ecco che, infatti, il giorno   dalle posizioni innaturali assunte dal mio corpo
dopo il mio ritorno dai monti manifesto i primi       durante la notte. Il fatto della mia evidente pre-
sintomi: siamo così al 3 Marzo. Febbre alta e         carietà non vuole assolutamente essere una cri-
tosse sarebbero di lì a poco diventate mie per-       tica o, peggio ancora, un insulto alla sanità (ben
niciose compagne di vita, di quelle che sai di        conscio di come questa sia al collasso) ma un
dover stare attento e che invece cerchi di allon-     modo colorito per esprimere la mia comun-
tanare con una certa saccenza indotta non solo        que sfortunata e, per certi versi, divertente
dai vani tentativi di Tachipirina 1000, che oltre     situazione.
a far sudare ti illude di poter sconfiggere il        Avendo vissuto per 9 mesi in Inghilterra, il cibo
male, ma anche dall’innocenza che può mani-           dell’ospedale mi trova preparato: nemmeno il
festare un’apparentemente mansueta bustina di         cartone di cui sanno i pezzi di carne può scal-
Oki, pronta invece a scombussolarti lo stomaco        fire il palato di un ventenne vissuto in una fami-
se la si osa assumere senza essersi precedente-       glia dell’Oxfordshire. Ringalluzzito da questa
mente rimpinzati di un cenone natalizio da otto       mia prova di resilienza, mi faccio beffa degli
portate.                                              altri pazienti mostrando loro come si mangia
Le mie giornate oscillano così tra i due medi-        un orrore da cima a fondo, poco prima che mi
cinali, pronti a lusingarmi da una parte e a          venga comunicata la notizia del mio trasferi-
sconfortarmi dall’altra: uno schifo. Capisco          mento a Sant’Angelo, ospedale il cui reparto di
che non posso migliorare quando, il mercoledì         malattie infettive ne è il fiore all’occhiello, che fu

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inaugurato proprio da mio nonno.                       che alcune delle più grandi menti della nostra
     Sentendo aria di casa, ci vogliono tre giorni di       storia hanno concepito non possono che farmi
     febbre alta affinché questa passi del tutto, e qual-   innamorare di un Paese così bello, forse troppo.
     che altro giorno per guarire dagli altri malori. È     Forse è troppo bello e non va bene, perché
     durante il mio secondo giorno di ricovero che          quando poi succedono queste tragedie, vederlo
     arriva la notizia della positività del tampone.        in ginocchio e debole fa ancora più male e mor-
     Ormai non posso farci più niente, e le mie gior-       tifica l’animo di chi, come me, vede una tigre
     nate passano così tra una flebo, una pastiglia e       chiusa in gabbia.
     una visita. Sono costretto ad almanaccare nella        Vivo nel paese più bello al mondo, e non lo so
     mia testa pensieri che mi tengano impegnato            solo io che ne studio gli autori e che ne posso
     e, guarda caso, riguardano le uniche cose che          venir rapito ad ogni scorcio, ma lo sa anche il
     arredano la stanza: un tavolo e un letto ….            francese, il tedesco e l’inglese che ne sono gelosi,
     E a questo dedico una particolare riflessione:         lo sa l’americano che lo visita e che lo venera, lo
     Il Letto: “Basti pensare per qualche secondo a         sa il cinese che lo fotografa in ogni sua parte;
     quanto il letto, considerato dai più solo un giaci-    è così bello che quando si sporca fa scalpore e
     glio notturno, sia tutt’altro che un mero e mode-      tutti ne possono ridere, ma ridono perché sono
     sto mobile d’occasione. È invece importante per        costretti a farlo, loro non abitano nel paese più
     noi e, particolareggiando, per la nostra società:      bello al mondo.
     luogo sul quale siamo nati e sul quale mori-           È anche nel paese più bello al mondo che ho tro-
     remo, rappresenta, in questo senso, la chiusura        vato degli angeli che mi hanno aiutato a guarire,
     di un cerchio apertosi con le urla e conclusosi        mettendo a rischio la loro stessa salute, che mi
     col silenzio. È anche fondo sul quale com-             hanno curato prima con l’amore nei loro gesti e
     battiamo le malattie, gli incubi, le perdite, è il     poi con le medicine nelle loro mani.
     campo di battaglia della nostra vita così come         Devo dire grazie a qualsiasi persona impegna-
     il nostro intimo riparo che gelosamente custo-         tasi nel risolvere questa epidemia, siete oggi
     diamo e tra le cui lenzuola, ogni sera, ringra-        quello che vorrò leggere e studiare tra qualche
     ziamo di addormentarci”.                               anno nelle Letterature.
     Sono uno studente di Lettere: l’avere studiato e       La bellezza salverà il mondo e il nostro Paese,
     lo stare studiando la nostra letteratura, mi porta     finita la minaccia, ne avrà ancora di più.
     inevitabilmente ad immaginare come fosse il            Grazie. Grazie a tutti i medici, infermieri, oss,
     nostro Paese secoli e secoli fa. Ogni tanto fan-       operatori sanitari e chi più ne ha, più ne metta,
     tastico su come sarebbe stato bello vivere nella       grazie a tutti coloro che mi sono stati vicino sia
     Firenze Trecentesca, o nelle corti Rinascimen-         a Lodi che a Sant’Angelo.
     tali: studiare la bellezza, le fantasie e i mondi                                               Gabriele B.

     Didattica a distanza…
     anche gli insegnanti imparano!
     21 febbraio 2020: data che resterà per molto           settimana avvertiamo l’impossibilità di andare
     tempo anche nella memoria di noi insegnanti…           avanti lasciando soli gli alunni davanti a una
     e dei nostri alunni!                                   lista di pagine da leggere, completare, studiare
     Venerdì 21, ore 16: fine della settimana. Ci           ed esercizi da eseguire…
     sono le vacanze di Carnevale: l’appuntamento           Per me, e forse anche per molti altri insegnanti,
     è quindi per mercoledì 26 febbraio… senonché           è stato un bel problema… Da anni si parla
     nel frattempo il coronavirus è arrivato a Codo-        della “didattica a distanza”, ma sinceramente
     gno, e non solo! Ecco, scuole chiuse! In tutta         per me era “fantascienza”: che bisogno c’è di
     Italia!                                                didattica a distanza se gli alunni li ho tutti in
     Di settimana in settimana la possibilità della         classe davanti a me???
     riapertura slitta sempre in avanti… Così, se           Controllando spesso il registro elettronico
     per la prima settimana noi insegnanti ci limi-         di mia nipote, che frequenta la prima media,
     tiamo per lo più ad assegnare qualche compito          notavo che alcuni insegnanti le assegnavano
     o attività sul registro elettronico, nella seconda     compiti sulla classe virtuale… Mah, maniaci

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dell’informatica, mi dicevo…          Invece no:    o cellulare (chi avrebbe mai potuto prevederne
insegnanti in grado di affrontare da subito         l’assoluta necessità?); molti genitori devono
l’emergenza.                                        usarlo per lavorare da casa e, se ci sono fra-
Un bel problema per chi, come me, lasciava          telli più grandi, che frequentano le medie o le
l’informatica un po’ come “contorno”… Don           superiori, hanno la precedenza perché hanno
Carlo Patti diceva: “Se c’è un problema vuol        le lezioni online obbligatorie, con la registra-
dire che esiste una soluzione!”. Per quanto         zione delle presenze…
riguarda la mia esperienza, la soluzione è          E allora? Non importa, le lezioni possono con-
stata quella di dedicare praticamente le gior-      tinuare ad essere registrate, così che possano
nate intere (e le serate!) a seguire tanti “webi-   vederle quando il computer di casa è libero
nar”, cioè videolezioni on-line di docenti che      “dai grandi”… però si rende davvero neces-
già utilizzano questi mezzi, per poter imparare     sario vedersi, “incontrarsi” e allora anche le
ad orientarmi e a destreggiarmi nell’intricata      interrogazioni online a gruppi, in diversi orari
foresta delle possibilità che l’informatica offre   per poter andare incontro a tutte le esigenze,
alla didattica.                                     diventano una gioia! Mi colpisce l’entusiasmo
Ovviamente sembra sempre tanto facile mentre        dei miei alunni nei confronti delle interroga-
si osserva quello che insegnano, ma poi bisogna     zioni! A scuola non si è mai visto!
provare e riprovare…e finalmente, sbagliando        Sembra che la didattica digitale dovrà conti-
e riprovando, imparo qualcosa ogni giorno.          nuare anche dopo l’emergenza, come modalità
Ho imparato a preparare e registrare videole-       imprescindibile di insegnamento … anche se
zioni, in modo che i miei alunni possano ascol-     non si capisce ancora bene in che misura e in
tare la spiegazione e studiare così con più faci-   che forma… Certo, ciò che si è imparato con
lità. Risultato: i ragazzi che, durante le prime    tanta fatica sarebbe proprio un peccato but-
due settimane di “vacanza forzata”, anda-           tarlo via… Inoltre devo ammettere che molte
vano perdendo giorno dopo giorno la voglia          attività digitali rendono piacevole l’apprendi-
di imparare, hanno ripreso volentieri lo studio     mento e lo facilitano…
e si sono sentiti accompagnati dall’insegnante.     Ma mi sento di affermare che l’arma vincente
Ma non basta ancora. Ci vengono in soccorso i       della didattica è e rimarrà sempre la rela-
tecnici: il registro elettronico viene implemen-    zione educativa tra insegnante e alunni! E-du-
tato con la possibilità della lezione online, dal   cere significa “condurre fuori”: far sì che ogni
vivo! Per quanto riguarda i bambini delle ele-      alunno tiri fuori il meglio di sé… e questo è com-
mentari, però, non è sempre possibile: non          pito/missione, insostituibile, dell’insegnante!
tutti sono dotati di computer personale o tablet                                             srDaniela

Studiare in Università ai tempi del
Coronavirus
Il Covid-19 ha colpito tutto della nostra vita,     e confrontarsi sul materiale delle lezioni ed
privata e pubblica, prendendosi purtroppo a         esami. Il professore caricava regolarmente
volte anche le persone più care.                    schede e prove di esame su queste piattaforme
In questo articolo, vogliamo capire come            e lo studente, ovunque si trovi, senza neces-
questo virus ha cambiato definitivamente            sariamente la presenza in aula, aveva tutto il
la vita di studio in Università, proprio in un      necessario per continuare con lo studio. L’uti-
momento della mia vita così delicato come           lizzo della Biblioteca per lo studio si può pen-
quello conclusivo della laurea.                     sare, semplificando, era solo limitato alla con-
Partiamo dalla situazione prima del diffon-         sultazione di quel tipo di materiale irreperibile
dersi della situazione di emergenza. La mag-        in altri luoghi o alla frequentazione di studenti,
gior parte delle università era già dotata di       come me, che non trovano altro posto dove
strumenti informatici, come piattaforme per         concentrarsi sulla materia da preparare. Gli
la didattica online, che davano la possibilità      esami, come anche le sedute di laurea, invece,
a noi studenti di poter consultare, reperire        chiedevano la necessaria presenza fisica per

                                                                                                         11
poter sostenere le varie prove.                       a «mantenere lo sguardo verso lo schermo,
     Ma ora le cose sono cambiate!                         onde evitare la consultazione di materiale non
     Il Coronavirus ha obbligato tutte le università       ammesso». Nessuna distrazione, nessuna fur-
     a chiudere i battenti e costretto da un lato i pro-   bata. Il rischio che qualcuno faccia il furbo c’è
     fessori allo smartworking, dall’altro l’utilizzo      eccome, ma l’Università cerca di prevenire le
     da parte degli studenti della didattica online.       mosse elusive. Porto poi l’esempio dell’Uni-
     Sospendere tutto o andare avanti: le univer-          versità di Parma che chiede agli studenti di
     sità italiane, ai tempi del Coronavirus, hanno        «non indossare cappelli mostrando le orec-
     deciso di continuare. Riorganizzandosi, in            chie così da non utilizzare micro auricolari»,
     tempi record, e proponendo per la prima volta         quella di Catania li invita a «tenere lo sguardo
     esami online, da casa, sia scritti che orali. La      fisso sulla webcam» sottolineando che «in qua-
     sfida era duplice: da una parte dare una rispo-       lunque momento il docente potrà chiedere
     sta tempestiva agli studenti, dall’altra garan-       di muovere la telecamera per accertare che
     tire la serietà e la correttezza degli esami affin-   lo studente sia solo». Intanto l’Università La
     ché non si trasformassero in una farsa.               Sapienza di Roma «suggerisce di posizionare
     Anche qui, fondamentale è stato il ruolo della        il tavolo a circa 1,5 metri dalla parete» con lo
     tecnologia. L’Università Cattolica del Sacro          studente «seduto davanti al pc e con le spalle
     Cuore che frequento a Milano, ha lasciato indi-       rivolte alla parete». Sospeso chiaramente l’uti-
     cazioni precise per sostenere gli esami e per         lizzo di tutte le Biblioteche, con non poche dif-
     la seduta di laurea: utilizzare l’app di Micro-       ficoltà per chi come me si trova nello status di
     soft Teams (tutti noi studenti regolarmente           laureando e ha davvero necessità di quel mate-
     iscritti disponiamo del pacchetto di appli-           riale che si trova solamente nelle Biblioteche
     cativi istituzionali di Microsoft), un pc, una        universitarie e non.
     webcam e una connessione a internet stabile.          Alcuni amici sosterranno la discussione della
     Ci sono, però, delle regole tassative, in primis      tesi in modo telematico mediante l’utilizzo di
     gli studenti dovrebbero individuare un «luogo         Teams, come già indicato sopra. Certo, non
     adatto e decoroso, per esempio seduti alla            avrà lo stesso gusto di una vera e propria ceri-
     scrivania». Nella stanza in cui si sostiene la        monia con il mondo di persone a cui tieni mag-
     prova, poi, non devono essere presenti «altre         giormente che sono lì al tuo fianco, ma è un’op-
     persone» né «libri, quaderni o appunti» con           portunità che le Università stanno dando e
     il docente che, a sua discrezione, «potrà chie-       credo sia da sciocchi non approfittarsene.
     dere allo studente di inquadrare la scrivania         Nessuna festa, nessun abbraccio, ma è tutto
     per mostrare che sia sgombra e che le pareti          rimandato a quando questo periodo finirà.
     intorno siano vuote o comunque senza fogli
     appesi». I docenti dovranno invitare i ragazzi                                                Marta R.

     Covid-19 e Smart work:
     L’emergenza che ci sveglia?
     In una situazione drammatica come quella che          come il Coronavirus dove risulta difficile
     stiamo vivendo, vorrei soffermarmi su una             parlare di benefici se dovessimo guardare i
     breve analisi della situazione lavorativa di          decessi)?
     questi giorni.                                        Capire il significato dello Smart Working non è
     Nelle aziende italiane e nella Pubblica Ammi-         immediato e nemmeno così intuitivo. In Italia
     nistrazione si sta diffondendo il fenomeno            se ne sente sempre più spesso parlare, e l’at-
     dello Smart Working. Oggi esiste anche un             tenzione verso modalità di lavoro “smart” sta
     quadro normativo di riferimento che qualche           crescendo.
     mese fa, né il legislatore né le aziende avevano      Iniziamo un po’ a ragionare con i numeri, come
     nemmeno preso in considerazione nonostante            mia abitudine.
     il contesto europeo.                                  Secondo i risultati dell’Osservatorio Smart
     Ma di che cosa si tratta, come funziona e quali       Working del Politecnico di Milano il 58% delle
     sono i benefici (anche in caso di emergenza           grandi imprese ha già introdotto iniziative

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concrete in tal senso. Tra i risultati più inte-     Però, sempre a causa delle misure straordina-
ressanti dell’ultimo anno, emerge l’aumento          rie per l’emergenza Coronavirus, che hanno
della diffusione dello Smart Working nelle pic-      cambiato la vita lavorativa (e privata) di tutti,
cole medie imprese: i progetti strutturati sono      stanno anche emergendo alcuni segnali di
passati dall’8% al 12% attuale, quelli informali     disagio dalle aziende e dai dipendenti, nelle
dal 16% al 18%. Tuttavia, c’è anche un’ombra:        fasce di mansioni dove è possibile applicare
anche la percentuale di imprese disinteressate       questa novità, riguardo lo smart working.
al tema è cresciuta, in modo preoccupante,           Obbligare tutti a lavorare da casa improvvisa-
passando dal 38% al 51%.                             mente non è smart working perché alla base del
Ma che cosa è lo Smart Working? Se in italiano       lavoro agile c’è la libertà di scegliere di lavo-
il significato di Smart Working è “lavoro intel-     rare nelle modalità, tempi e posti più funzio-
ligente”, sempre l’Osservatorio del Politec-         nali al raggiungimento degli obiettivi. Quindi
nico di Milano lo definisce “una nuova filo-         l’imposizione forzosa e prolungata ne snatura
sofia manageriale fondata sulla restituzione         l’essenza.
alle persone di flessibilità e autonomia nella       L’esperienza nelle attuali circostanze eccezio-
scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti    nali dimostra, ed è un bene, che si può lavo-
da utilizzare a fronte di una maggiore respon-       rare da casa senza troppe difficoltà con alcune
sabilizzazione sui risultati”. Insomma, già da       accortezze e attenzioni. Tuttavia, superato lo
solo queste parole, sembrerebbe proprio che lo       shock iniziale, il lavoro forzato a distanza può
Smartworking stravolga l’immagine di lavo-           presentare diversi svantaggi e c’è il rischio
ratore che abbiamo sempre avuto, e consegni          che un’analisi superficiale porti a credere che
una nuova figura del lavoratore stesso con al        lo smartworking crei problemi. Non è così.
centro la persona, l’uomo.                           Portando un’esperienza in prima persona di
Come sottolinea Emanuele Madini, esperto di          come possa funzionare lo Smart work ai giorni
Smart Working e Trasformazione delle Risorse         d’oggi, sono rimasto a lavorare da casa fin dal
Umane, «lo Smart Working è un modello orga-          primo focolaio di Codogno, dal 22 febbraio
nizzativo che interviene nel rapporto tra indi-      scorso. Impensabile lavorare da casa e chiu-
viduo e azienda. Propone autonomia nelle             dere tutte le attività di verifica sui bilanci in
modalità di lavoro a fronte del raggiungi-           mesi “caldi” come questi, dove il confronto
mento dei risultati e presuppone il ripensa-         di persona con i referenti e i colleghi per repe-
mento “intelligente” delle modalità con cui          rire tutta la documentazione necessaria, è alla
si svolgono le attività lavorative anche all’in-     base di ogni giornata. Invece, sono pure pas-
terno degli spazi aziendali, rimuovendo vin-         sati questi mesi caldi per la revisione; tutto
coli e modelli inadeguati legati a concetti di       digitalizzato, le firme elettroniche, valanghe di
postazione fissa, open space e ufficio singolo       mail contenente documentazione. Nessun pro-
che mal si sposano con i principi di persona-        blema. Direi proprio che siamo a un punto di
lizzazione, flessibilità e virtualità». Anche qui,   non ritorno.
troviamo la vecchia idea di ufficio e scrivania      Certo, le difficoltà nel passaggio allo Smart
che siamo sempre stati abituati a pensare, per       work ci sono state per tutti, basti pensare alle
arrivare a un concetto di coworking, spazi in        aziende dove il personale non ha in dotazione
comune adibiti allo Smart work, e virtualità,        un computer portatile o dove la infrastruttura
lavorare da casa propria. Personalmente, ho          tecnologica non è ben collaudata per rispon-
modo di riscontrare che nel mondo immobi-            dere alla connessione della giornata lavorativa
liare Real Estate, la maggior parte degli inve-      per tutta l’azienda. Ma siamo nel 2020 e dob-
stitori, rappresentati da fondi comune d’inve-       biamo essere in grado di affrontare un cam-
stimento, si stanno sempre più concentrando          biamento simile per arrivare alla nuova conce-
sugli spazi di coworking portando i propri           zione di lavoratore – persona, che ha bisogno
capitali nell’acquisizione di immobili nelle         dei suoi tempi, spazi e flessibilità come spie-
grandi città rispondendo alla chiamata dello         gato sopra.
Smart work.                                                                                Pierluigi C.

                                                                                                          13
Come stai?
     Ogni problema richiede una strategia perché,          informazioni, per giungere alla comprensione
     giungere ad una soluzione risulti possibile. Per      del problema che si configura come pratico,
     parafrasare Lev Tolstoj: «Tutti i problemi di         tangibile, pensabile e comunicabile, lasciando
     facile soluzione si somigliano, ogni problema         quella dimensione, invece, puramente psichica,
     difficile lo è a modo suo», così anche noi, nel       del mondo delle idee.
     nostro presente, siamo chiamati ad attivarci per      E poi, di chi è la colpa?
     cercare di risolvere nuovi intrichi che ritene-       Il tema della responsabilità è uno tra i più get-
     vamo essere piccoli guadi, se posti sotto il fuoco    tonati fra quelli che rimbalzano impazziti all’in-
     della lente della nostra vita “di prima”, eh già…     terno dei palinsesti televisivi, ma non arren-
     perché è innegabile che, questa condizione for-       diamoci all’evidenza scientifica che cita quale
     zata, abbia posto un confine tra ciò che era e ciò    modello più efficace di apprendimento sia
     che è.                                                quello per imitazione (“modellamento”, Albert
     Crisi o emergenza?                                    Bandura). Al contrario cerchiamo di delegare la
     Se la prima consiste in una anomalia rispetto ad      responsabilità di parte di quel che facciamo, ma
     uno stato precedente e consolidato, la seconda        non in senso negativo, condividendone il peso,
     indica una situazione straordinaria, imprevista,      anche a coloro che, secondo i nostri standard
     che presenta caratteri di eccezionalità. Dunque,      precritici, non erano adatti perché giudicati
     mentre nel caso della crisi sussiste un collega-      troppo piccoli o troppo grandi. Ogni momento
     mento, una sorta di “continuità” rispetto allo        è il momento giusto. In un tempo dove le pause
     status quo ante, nel caso dell’emergenza pre-         sono venute meno perché la condizione del pre-
     vale il carattere di rottura radicale e differenza.   sente è essa stessa una pausa, dove endemico è
     Ancora, è consuetudine antropologica riservare        il passare da un compito all’altro senza che vi sia
     agli eventi, forieri di una radicale riorganizza-     il viaggio nel tempo e nello spazio a prepararci
     zione, la definizione di crisi. Questa si confi-      a quello che verrà o a contribuire a staccare la
     gura come rottura non afinalistica, ma provvi-        spina da quello che è stato, rischiamo di vivere
     sta di senso, occasione che consente l’emergere       momenti di estremo invischiamento emotivo;
     di cambiamenti virtuosi e, spesso, mai sperati.       sentiamoci capaci di delegare (“condividere”
     A cosa diamo maggiore importanza, a ciò che è         se volete…), anche pensieri ed idee. Possiamo
     permasto dal recente passato, come una nostal-        comprendere che essi, positivi o meno, possono
     gica rovina di un paesaggio romantico inca-           portarci sulle cime più alte o ridurci allo scon-
     stonato nel ricordo di risveglio da un sogno,         forto più totale; li accettiamo dandovi spazio,
     o a qualcosa di vivo e presente che ci sprona,        ma sapendo che sono solo pensieri, non peri-
     ci interroga e ci scomoda anche un po’, ma ci         remo di questi.
     appaga?                                               Alla fine di tutto, guadagno o perdita?
     Siamo in balìa di un problema da risolvere?           Ogni guadagno è una perdita. Il guadagno si
     Non sappiamo quanto tempo questa condi-               configura, infatti, come trampolino di lancio,
     zione durerà, ma qualcosa è cambiato nei nostri       balzo in direzione dell’atto di decidere (cae-
     atteggiamenti tra i primi momenti di attivazio-       dĕre, “tagliar via”). Esso ci predispone ed avvi-
     ne-entusiasmo-paura e l’attuale condizione di         cina talmente al risultato che sarebbe estrema-
     perdurante quarantena?                                mente svantaggioso non allungare la mano per
     Se a questa domanda rispondiamo con un’affer-         cogliere tale opportunità alla nostra portata. A
     mazione, è possibile che una tra le vivide sen-       quanti, durante una passeggiata, è capitato di
     sazioni che avvertiamo, sia la mancanza, la pri-      staccarsi dal gruppo e prendere una scorciatoia
     vazione. Il tema del vuoto, della sospensione,        su di un sentiero per raggiungere prima la meta,
     porta a riflettere su come sia importante creare      ma, poi, scoprire di dover aspettare i ritardatari
     una storia su quello che è stato da noi vissuto       e quindi essere costretti a perdere il tempo non
     e di cui rischiamo di sentirci solamente pas-         così tanto faticosamente guadagnato?
     sivi osservatori, non solo, la narrazione dona        Sapremo di aver guadagnato solo quando
     l’opportunità di attribuire significato alla per-     aspetteremo, nel tentativo di perdere.
     dita (di abitudini consolidate, di relazioni, di      Come Stai?
     luoghi…), sia essa reale o fantasmatica. Raccon-      …Alla fine è sempre utile iniziare da principio,
     tare è un atto della mente, con esso è possibile      da una semplice domanda, un ever-green che
     sottrarsi al turbinio di pensieri autoreferenziali,   non passa mai di moda!
     inutili a permettere una ristrutturazione delle
                                                                                                      Carlo B.
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