Bollettino parrocchiale di Tesserete e Sala Capriasca - "È il Signore che ci guida, nel cammino della vita, con lo Spirito del Padre, per portare ...
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Bollettino parrocchiale di Tesserete e Sala Capriasca “È il Signore che ci guida, nel cammino della vita, con lo Spirito del Padre, per portare il Suo Vangelo”. (Don Sandro Colonna) Gennaio-Aprile 2022
Orario delle Sante Messe vigiliari, Rito Ambrosiano Tesserete ore 17.30 Vaglio ore 18.30 Solennità di precetto infrasettimanale a Tesserete ore 17.30 Orario delle Sante Messe domenicali e festive Sala Capriasca ore 9.00 Casa S. Giuseppe ore 9.15 Bidogno ore 10.30 Tesserete ore 10.30 e 19.30 Convento Bigorio (Rito Romano) ore 17.30 Orario delle Sante Messe nei giorni feriali Casa S. Giuseppe ore 7.00 Prepositurale (giovedì) ore 9.00 Frazioni ore 17.30 Adorazione Eucaristica Tesserete in prepositurale il lunedì dalle ore 20.00 alle ore 21.00 Sacramento della Penitenza e Riconciliazione (Confessioni) In prepositurale ogni sabato dalle ore 16.30 alle ore 17.30 Sacerdoti della zona-rete pastorale Capriasca Parroco-Prevosto Mons. Ernesto Barlassina Telefono 091 943 37 73 Amministratore di Sala Capriasca e di Bidogno prevosto@parrocchiaditesserete.ch Vicario Don John Thaddeus Alabastro Telefono 091 234 55 75 vicario@parrocchiaditesserete.ch Don Sandro Colonna Capp. Casa S. Giuseppe Telefono 079 153 02 47 Don Luigi Siamey Ponte Capriasca Telefono 091 945 24 69 Mons. Erico Zoppis Lopagno Telefono 091 943 46 83 Don Pietro Pezzoni Scareglia Telefono 076 630 86 94 P. Michele Ravetta Guardiano del Convento Telefono 079 252 90 64 P. Ferruccio Consonni Vicario del Convento Telefono 078 865 60 60 Recapiti Segreteria parrocchiale: martedì e venerdì dalle ore 8.30 alle ore 11.30 segreteria@parrocchiaditesserete.ch Telefono 091 943 37 73 Consiglio parrocchiale Telefono e Fax 091 943 64 46 Archivio parrocchiale: telefonare per appuntamento Alberto Gandolla 079 333 74 90 Marino Lepori 079 653 33 37 Casa San Giuseppe: Telefono 091 936 08 00 Convento S. Maria, Bigorio: Telefono 091 943 12 22 Istituto Don Orione, Lopagno: Telefono 091 943 21 82 Sito della parrocchia: www.parrocchiaditesserete.ch Conti Correnti Postali Opere parrocchiali di Tesserete 69-7375-3 Opere parrocchiali di Sala Capriasca 69-6283-0 Esploratori 69-5804-8 Vi rendiamo attenti ai cambiamenti che il Calendario parrocchiale subirà e che saranno comunicati ogni settimana durante le Ss. Messe, con esposizione all’albo delle parrocchie e sul sito internet www.parrocchiaditesserete.ch. 2
La Parola del Prevosto Cari parrocchiani e amici lettori, come avevo scritto nel precedente bollettino parrocchiale 2021/3, anche con questo voglio proporvi la mia parola prendendo spunto dalla sim- bologia degli alberi. L’inizio del nuovo anno ci fa celebrare l’Epifania del Signore. I Magi, venuti dall’Oriente, offrirono a Gesù dei doni, tra cui incenso e mirra. L’incenso è la resina della Boswellia. L’albero che lo produ- ce è ritenuto simbolo di Cristo. Il fumo dell’incenso simboleggia la preghiera che s’innalza verso il cielo. Difatti è glie e persone. La palma è la pianta l’emblema della funzione sacerdotale che meglio accostiamo all’immagine e viene utilizzato per il culto. È il rico- delle oasi nel deserto. Si narra nel noscimento della divinità di Gesù, egli vangelo apocrifo Pseudo Matteo è il Figlio di Dio fatto Uomo. La mirra, (potete leggere il racconto in questo prodotta dalla Commiphora molmol, bollettino), che durante la fuga una è il simbolo dell’incorruttibilità. Servi- palma si curvò permettendo alla sacra va per ungere i defunti. Segno che famiglia di rifocillarsi con dei datteri. Gesù doveva morire per salvarci. Le La palma l’accostiamo anche all’am- donne, accorse al sepolcro il giorno di biente scenografico del battesimo del Pasqua portando gli oli per ungere il Signore al fiume Giordano e alla corpo di Gesù, sono denominate domenica dell’ingresso di Gesù a “mirofore”, portatrici di olii profumati, Gerusalemme prima della sua Pasqua, di mirra (un antico affresco che le rap- denominata “domenica delle palme”. presenta lo si trova nella chiesa roma- I rami di palma sono simbolo d’ascen- nica di S. Pietro a Sureggio, dove pure sione, immortalità, rigenerazione, vit- si scorge il rimanente dell’affresco che toria. Le palme che accompagnano rappresenta la fuga in Egitto). Dopo l’ingresso di Cristo a Gerusalemme ne questo straordinario ed epifanico prefigurano la Risurrezione. Nell’ico- incontro, la Sacra Famiglia ha dovuto intraprendere la strada verso l’Egitto. Giuseppe fu avvertito in sogno che il re Erode cercava il Bambino per ucci- derlo (ammirare l’affresco dell’adora- zione dei Magi e della strage degli Innocenti nell’Oratorio di S.Andrea a Campestro). La fuga in Egitto per sal- varsi, ci fa ricordare che la Sacra Fami- glia ha dovuto emigrare e ha vissuto l’esperienza drammatica dell’essere profughi ed esiliati, come anche ai nostri giorni avviene per tante fami- 3
vedere Gesù che stava passando. Zac- cheo, piccolo di statura, salì sul sico- moro e Gesù fermatosi sotto invitò Zaccheo a scendere, perché voleva recarsi a casa sua. È stato un giorno particolare per Zaccheo, il giorno che gli ha cambiato il cuore e la vita. L’in- contro con Gesù introduce una luce nuova nella quotidianità. L’incontro con Gesù produce la conversione, l’impegno a uscire dal proprio egoi- smo. Zaccheo promette di dare quat- tro volte tanto ai poveri. Gesù gli nografia, i rametti di palma nelle mani disse: “Oggi per questa casa è venuta dei Santi significano: martirio ed eter- la salvezza” (cfr. Lc 19, 1-10). Viviamo il nità. “Il giusto fiorirà come palma” tempo forte della Quaresima, quale (Sal 92,13). Siamo invitati a vivere con preparazione alla Pasqua, scendendo maggiore fedeltà la sequela a Cristo, dai nostri sicomori, incontriamo Gesù, con più coraggio l’impegno alla testi- ospitiamolo nelle nostre case, com- monianza, con più forza la denuncia piamo l’azione del sacrificio quaresi- contro ogni ingiustizia, con più coe- male. La Quaresima sia veramente il renza l’essere cristiani, con più amore tempo favorevole per la nostra salvez- l’impegno di donazione al prossimo. za, il tempo per ritornare a Dio, il Gesù, patendo e morendo in croce, è tempo per una sana e vera revisione il vero testimone del Padre e di tutti di vita. Il pubblicano Zaccheo diventi coloro che sperimentano una qualsiasi per ognuno di noi il modello da imita- forma di patimento e morte per la re per rinnovare il nostro rapporto con giustizia e la verità. Essi sono coloro Gesù. Scendiamo dal sicomoro delle “che nessuno poteva contare, di ogni nostre certezze e abitudini, della nazione, razza, popolo e lingua. Tutti nostra mediocrità e sicurezza, delle stavano in piedi davanti al trono e nostre infedeltà e cattiverie e rinnovia- davanti all’Agnello, avvolti in vesti mo il desiderio di stare con Gesù e di candide e portavano palme nelle seguirlo. La Quaresima è il tempo di mani. E gridavano a gran voce: ‘La sal- una salutare penitenza, il tempo della vezza appartiene al nostro Dio seduto riconciliazione e della confessione, sul trono e all’Agnello’ ” (Ap 7,9-10). del digiuno, della preghiera e dell’ele- Diverse nostre chiese ed oratori sono dedicati a Santi martiri: S. Stefano, SS. Pietro e Paolo, S. Andrea, S. Matteo, S. Valentino, S. Apollonia, S. Agata, S. Lucia, S. Barnaba, SS. Fermo e Rusti- co. L’albero che prendo come riferi- mento per il tempo forte e penitenzia- le della Quaresima è il sicomoro (Ficus sycomorus) della famiglia delle moracee. Il sicomoro di Gerico è stato l’albero su cui è salito Zaccheo per 4
mosina. Come Zaccheo vinciamo il nostro egoismo e attaccamento alle cose e al denaro compiendo gesti di elemosina e carità, innanzitutto verso i più poveri e bisognosi. La settimana autentica si apre con la domenica ove vengono benedetti i rami d’ulivo e di palma. Con questi canti la liturgia c’in- vita ad acclamare ed accogliere Gesù prima della sua Pasqua: “Gran folla venne alla festa e a Cristo tendevano rami di palma, a lui acclamavano con voci di gioia: ’Benedetto colui che passione e della crocifissione. I seco- viene nel nome del Signore’ (Antifona lari ulivi sono spettatori muti del II)”. Con rami di ulivo i fanciulli ti dramma del Figlio di Dio, esprimendo acclamano gioiosi. Anche noi ti can- che la stessa creazione soffre con tiamo il nostro osanna. ”Abbi pietà di Gesù. L’ulivo benedetto da portare noi, Signore (Antifona V)”. La pianta di nelle nostre case è un richiamo simbo- lico alla passione di Cristo, è un invito a vivere nella pace. Con il frutto dell’ulivo si realizza l’olio destinato alla celebrazione di alcuni sacramenti. Il Vescovo, nella Messa crismale del giovedì santo, benedice i vari oli: catecumeni, infermi e sacro crisma (olio profumato). Essi sono destinati per le unzioni durante il Battesimo, la Confermazione e le Ordinazioni dei presbiteri e dei vescovi, degli infermi. ulivo ha più significati simbolici: bel- Sono gli oli che consacrano, fortifica- lezza, carità, fecondità, forza, Paradiso no, consolano, abilitano alla testimo- degli eletti, purificazione, pace, ricom- nianza, alla lotta, che tonificano e pensa, vittoria. Nel becco della manifestano la bellezza di essere colomba di Noè c’era un rametto d’o- discepoli del Signore. “Ecco quanto è livo che indicava la fine del diluvio buono e quanto è soave che i fratelli universale, così da considerarsi il sim- vivano insieme, è come olio profuma- bolo della pace. Gesù è acclamato to che scende sulla barba di Aronne” come Re Messia che entra a Gerusa- (Sal 133,1). L’olio dell’esultanza ci ram- lemme per prenderne possesso. Pochi menta che noi siamo dei consacrati e giorni dopo tutto si tramuterà, la folla dobbiamo spandere nel mondo il pro- passerà dall’osanna al “crocifiggilo”. fumo di Cristo: “Noi siamo infatti Nell’orto degli ulivi Gesù iniziò l’ago- dinanzi a Dio il profumo di Cristo per nia e fu arrestato e abbandonato dai quelli che si salvano e per quelli che si suoi discepoli. Il Getsemani è il luogo perdono, per gli uni odore di morte della prova, della solitudine, dell’im- per la morte e per gli altri odore di pegno a compiere la volontà del vita per la vita” (2 Cor 2, 15-16). Ma fra Padre nel bere il calice amaro della tutti gli alberi quello a cui dobbiamo guardare è l’albero della croce. L’albe- 5
ro della croce è la contrapposizione vide che era carica di frutti e disse a dell’albero posto nel paradiso terre- Giuseppe: - Desidererei, se fosse pos- stre del cui frutto preso è derivato il sibile, raccogliere di quei frutti di que- peccato, la sofferenza e la morte. L’al- sta palma. - Mi meraviglio che tu dica bero del Crocifisso è la nostra reden- questo, - le rispose Giuseppe - poi- zione, liberazione, salvezza, riconcilia- ché vedi quanta è l’altezza di codesta zione, medicina, vita e pace. “Albero palma, e che tu pensi di poterne man- degno e fulgido, del Re il sangue sfol- giare i frutti! Io mi preoccupo piut- gora, il solo eletto a reggere le mem- tosto per la penuria dell’acqua, che bra sue santissime” (dall’inno Vexilla già ci è venuta a mancare negli otri e Regis pròdeunt). Dall’albero del Cal- non ne abbiamo più da poter rifocilla- vario siamo guariti da ogni forma di re noi e i giumenti. - Allora il piccolo infermità spirituale, morale e fisica, Gesù, che con volto sorridente ripo- perché sanati nel nostro essere, nella sava nel grembo di sua madre, disse nostra anima. Questa Pasqua di risur- alla palma: - Piegati, albero, e ristora rezione, sia la Pasqua in cui facciamo mia madre con i tuoi frutti! - E subi- rifiorire il nostro albero spoglio, disa- to, a questa voce, la palma chinò la dorno e infruttifero, di opere di carità, sua cima fino ai piedi di Maria, e da di misericordia e di giustizia e produ- essa raccolsero frutti con cui tutti si ciamo frutti di bontà. Auguri per una saziarono. Ma anche dopo che erano Santa Pasqua del Signore “fiorita”. stati raccolti tutti i suoi frutti, resta- va piegata, attendendo di rialzarsi al comando di colui al cui comando si era chinata. Allora Gesù le disse: - Rialzati, palma, e riprendi vigore, e sii compagna dei miei alberi, che sono nel paradiso di mio padre. E ades- so apri dalle tue radici la vena che è nascosta sotto terra e lascia fluire da essa acqua a nostra sazietà. - Subito la palma si drizzò e attraverso le sue radici cominciarono a sgorgare sor- genti di acqua limpidissime e fresche e straordinariamente dolci. Al vedere le sorgenti d’acqua, furono rallegrati da grande gioia e si dissetarono con Vangelo dello Pseudo Matteo tutti i giumenti e gli uomini, rendendo (cap. XX) Il terzo giorno dopo la grazie a Dio. loro partenza accadde che Maria nel (cap. XXI) Il giorno dopo partirono di deserto si stancò per il troppo ardo- là, e nel momento in cui si accinge- re del sole, e vedendo un albero di vano a riprendere il cammino, Gesù, palma disse a Giuseppe: - Vorrei rivolto alla palma, disse: - Ti dò que- riposare un poco alla sua ombra -. E sto privilegio, palma: che uno dei tuoi Giuseppe si affrettò a condurla sotto rami sia portato via dai miei angeli e la palma e la fece scendere dalla giu- venga piantato nel paradiso di mio menta. Appena si fu seduta, Maria, padre. E inoltre ti concederò quest’al- guardando la chioma della palma, tra benedizione: che a tutti coloro 6
che avranno vinto in qualche compe- tizione si dica loro: “Siete pervenuti alla palma della vittoria!”. - Mentre così parlava, ecco apparve un angelo del Signore ritto sopra l’albero della palma, e colto uno dei suoi rami volò al cielo tenendo in mano il ramo. Nel vedere ciò, caddero tutti con la faccia a terra e restarono come morti. Ma Gesù si rivolse a loro, dicendo: - Per- ché nei vostri cuori si è insediata la paura? Non sapete che questa palma, che ho fatto trasportare in paradiso, sarà a disposizione di tutti i santi, nel luogo di delizie, così come è stata a disposizione vostra nel luogo di que- sto deserto? - Allora quelli si rizzarono tutti pieni di gioia. Questo testo apocrifo, cioè non rico- nosciuto dalla Chiesa come “Parola di Dio”, vuol farci capire che Gesù, il Gesù, il Messia tanto atteso come sal- figlio di Maria, è il Figlio di Dio. Egli vatore, la luce delle genti e la gloria ha il potere sulla creazione interve- del popolo eletto. Gesù è un segno nendo sulla palma. Inoltre troviamo di contraddizione. Nell’accogliere o il riferimento del simbolismo della rifiutare Gesù si svelano le intenzio- palma come segno del martirio. Il ni degli uomini. La scelta pro o con- testimone fedele a Cristo, anche se è tro Gesù è una scelta pro o contro la ucciso, è il vittorioso. salvezza eterna. Rivolgendosi poi a Maria le annuncia il martirio dell’ani- Festa della presentazione ma: “anche a te una spada ti trafigge- di Gesù al tempio, rà l’anima”. Questa profezia si realiz- giornata dei consacrati zerà pienamente in Maria quando, ai Il 2 febbraio, quaranta giorni dal Nata- piedi della croce, assisterà alla morte le di Gesù, la liturgia della Chiesa di Gesù. Il cantico di Simeone viene celebra la festa della Presentazione recitato ogni giorno nella preghiera di di Gesù al Tempio. Il racconto viene “compieta”, cioè la preghiera liturgi- narrato e riportato da Luca nel suo ca, che chiude la giornata per un sere- Vangelo (cfr. Lc 2,27-39). Maria e Giu- no riposo notturno. “Ora puoi lascia- seppe, per adempiere alla Legge, che re, o Signore, che il tuo servo vada in obbligava al riscatto del primogenito, pace, secondo la tua parola, perché i offrono una coppia di colombi. Gesù miei occhi hanno visto la tua salvezza, viene introdotto alla presenza di Dio. preparata da te davanti a tutti i popo- L’evento non passa inosservato. Il li: luce per rivelarti alle genti e gloria vegliardo Simeone prende tra le sue del tuo popolo, Israele”. Nel racconto braccia il bambino e loda con il suo un altro personaggio entra in scena, cantico la misericordia di Dio, per- Anna, la profetessa. Lei, che rimasta ché prima di morire ha potuto vedere vedova viveva una vita di preghiera e 7
digiuno, incontrando la santa Fami- nità religiose sono chiamate a vivere glia, si mise a lodare Dio e ad annun- il carisma del fondatore e dell’istituto ciare il compimento delle promesse di appartenenza, tenendo conto della antiche in Gesù. Questa festa è anche realtà sociale, culturale, religiosa del conosciuta come la “candelora”, per- nostro travagliato tempo. I Frati, rifa- ché si benedicono le candele. È la cendosi all’esperienza di San Fran- festa della luce, perché si riconosce cesco e della loro tradizione di cap- che Gesù è la luce che vince le tene- puccini, siano portatori di “pace e bre del male. Invito tutti a partecipare bene”. Le Suore, dedicandosi ai più alla celebrazione di questa festa ricca poveri e bisognosi, siano esempio di di segni simbolici. Teniamo accese le affidamento alla divina provvidenza e lampade e i ceri della nostra fede. È la prestino conforto e sostegno agli ulti- fede in Gesù salvatore che deve illu- mi o come dice Papa Francesco, agli minare la nostra vita. È la festa delle “scartati” della società. Il Conven- persone consacrate. La presenza nella to sia luogo di vera fraternità, acco- Pieve di Capriasca di alcune comuni- gliente ed ospitale. Un ambiente in tà religiose, maschile e femminili, ci cui si respira sobrietà, bellezza, calore permette di riflettere e ringraziare il umano. Luogo di ricarica spirituale. Le Signore per il dono della vocazione case delle religiose, siano luogo in cui religiosa. I padri cappuccini di Santa le opere di misericordia corporali e Maria del Bigorio, le Figlie della divi- spirituali diventino il pane quotidiano na provvidenza (Guanelliane) alla casa che esprimano la scelta preferenziale anziani San Giuseppe e le Suore degli per gli ultimi e i più bisognosi. Saper abbandonati presso l’istituto Don vivere nell’Amore di Cristo per dona- Orione, ci richiamano continuamen- re amore. Saper vedere nel volto dei te alla scelta di totale consacrazio- fratelli e sorelle il Volto di Cristo. Nel ne per il Signore. Essi sono in mezzo giudizio universale il Signore ci dirà; alla comunità parrocchiale segno del “quello che avete fatto ai miei fratel- Regno di Dio e testimoni che vivere i li più piccoli l’avete fatto a me”. Alle consigli evangelici di povertà, casti- comunità religiose esprimo, a nome di tà e obbedienza, è possibile e si vive tutti i parrocchiani, il più sentito grazie pienamente felici esercitando una per la loro presenza e il loro servizio. maternità e paternità spirituale. La Auguro a loro di vivere e manifesta- scelta religiosa affonda le sue radici re ciò che afferma il Salmo 133, 1.3: nella consacrazione battesimale e ne “Ecco com’è bello e come è dolce sviluppa il contenuto e il significato. che i fratelli (sorelle) vivano insieme!... Si nasce persone e si diventa cristia- Perché là il Signore manda la benedi- ni, comprendendo sempre più la vita zione, la vita per sempre”. Il mondo come vocazione, risposta generosa a d’oggi, pieno di divisioni ed egoi- una chiamata a servizio di Dio e del smi, di personalismi e rivendicazioni, prossimo. Noi apparteniamo al Signo- di individualismi ed egocentrismo, re, siamo chiamati a rendere culto a ha bisogno della testimonianza dei Lui, non solo con le labbra, ma con la religiosi che condividono e mettono vita. Dobbiamo fare della nostra vita insieme beni materiali, morali e spi- una offerta gradita a Dio. La vita con- rituali. Le persone consacrate non si sacrata è scegliere il Signore come il esprimono con “io”, ma con il “noi” tutto della nostra esistenza. Le comu- e si considerano “fratelli” e “sorelle”. 8
Come comunità parrocchiale voglia- Giovedì Santo, eucaristia mo ricordare i nostri religiosi unen- nella Cena del Signore doci a loro nella preghiera di ringra- con la Preghiera Eucaristica ziamento, nella messa della festa Ambrosiana V della presentazione al Tempio del La preghiera eucaristica è il cuore Signore, celebrata in prepositurale della celebrazione della S. Messa. il 2 febbraio, alle ore 17.30. Essa è il “rendimento di grazie” che fa il ricordo della istituzione del sacra- Venerdì di Quaresima, mento del Corpo e del Sangue di aliturgico – Benedizione Cristo. Si rinnova il memoriale della con la reliquia della Santa Croce Pasqua di Gesù, della sua passio- Nel rito ambrosiano durante i venerdì ne, morte, risurrezione e ascensione di Quaresima non si celebra l’eucari- al cielo. La quinta preghiera euca- stia e non si riceve la comunione. La ristica ambrosiana la si deve usare giornata è vissuta all’insegna della nella messa vespertina della “cena riflessione e della contemplazio- del Signore” del giovedì santo, e ne della passione e morte di Gesù e nelle messe che hanno come tema dell’adorazione della Croce. Al mat- il mistero dell’eucaristia e della pas- tino reciteremo la liturgia delle lodi sione, nelle ordinazioni e anniversari con un momento di meditazione. Alla sacerdotali. In essa non si può inse- sera si terrà la Via Crucis con la bene- rire la formula per i defunti. Dopo il dizione con la reliquia della Santa canto del “Santo” che conclude il Croce. Tutte le parrocchie sparse nel Prefazio, chi presiede la celebrazio- mondo possiedono la reliquia con un ne inizia la preghiera eucaristica con frammento del legno della croce ove il “Veramente santo…”. Nell’istitu- Gesù spirò. Sant’Elena, madre dell’im- zione e nella Consacrazione specifi- peratore Costantino, la ritrovò e da co è alzare gli occhi e poi ripetere le quel giorno la Croce fu esaltata. Essa parole consacratorie sul pane e sul è un richiamo forte per tutti noi per- vino: “Questo è il mio Corpo. Que- ché è il segno visibile della passione sto è il mio Sangue”, per poi con- che Gesù ha vissuto per salvarci. Nella cludere: “Diede loro anche questo liturgia del venerdì santo siamo invita- comando: ogni volta che farete que- ti ad adorare la croce e genufletten- sto lo farete in memoria di me: pre- do diciamo: “Adoriamo la tua croce, dicherete la mia morte, annuncerete o Signore; adoriamo il mistero della la mia risurrezione, attenderete con tua croce e la salvezza che viene da fiducia il mio ritorno finché di nuovo te crocifisso”. Il venerdì di quaresima verrò a voi dal cielo”. L’acclamazio- è giorno di digiuno (primo venerdì e ne del mistero della fede è quella di: venerdì santo) e astinenza delle carni. “Tu ci hai redento con la tua croce e 9
la tua risurrezione: salvaci o salvatore tore esprime l’esultanza e la gioia del mondo”. Avvengono poi la recita della comunità credente perché il dell’anamnesi (che il sacerdote recita Crocifisso morto e sepolto è Vivo, aprendo le braccia in forma di croce), Egli ha sconfitto la morte e il pecca- dell’epiclesi e dell’offerta. Le inter- to. “Esultino i cori degli angeli, esulti cessioni e la dossologia finale: “Con il l’assemblea celeste. Per la vittoria del Signore nostro Gesù Cristo, nell’unità più grande dei re, le trombe squilli- dello Spirito Santo, a te, Padre, è l’o- no e annuncino la salvezza. Si ridesti nore, la lode, la gloria, la maestà e la di gioia la terra inondata di nuovo potenza, ora e sempre, dall’eternità e fulgore; le tenebre sono scomparse, per tutti i secoli dei secoli”. L’eucari- messe in fuga dall’eterno Signore stia del giovedì santo si celebra con della luce. Gioisca la Chiesa, madre i vesperi. Dopo la comunione, il San- nostra, inondata di vivo splendo- tissimo Sacramento viene riposto nel re, e questo tempio risuoni per le tabernacolo nella cappella laterale acclamazioni del popolo in festa. Ci per l’adorazione. Il rito ambrosiano, assista Cristo Gesù, nostro Signo- nella liturgia della passione e morte re e nostro Dio, che vive e regna col del Signore del venerdì santo, non Padre, nell’unità dello Spirito Santo, prevede la comunione. Tutto è foca- per tutti i secoli dei secoli. Amen”. lizzato nell’adorazione della Croce. Dopo questo solenne invito alla gioia, avviene il dialogo con i fedeli Preconio Pasquale Ambrosiano radunati in assemblea, come si usa Chiamato anche Exsultet (Esultino), per l’inizio del prefazio, e poi si con- dalla prima parola con cui inizia, esso tinua nella narrazione delle grandi è un inno di lode al cero pasqua- opere compiute da Dio. Il preconio le simbolo di Cristo risorto, luce del ambrosiano non è solo una lode al mondo e di tutti gli uomini. Il can- cero pasquale, ma un narrare l’ope- 10
ra della salvezza. La Pasqua antica è dei cieli. Come comunità credente superata dall’immolazione del vero siamo convinti che quando ci riunia- Agnello che è Gesù. Lui è anche il mo insieme, Cristo è in mezzo a noi. Pastore che realizza tutte le profezie Con attenzione ascoltiamo la Parola antiche. Gesù è l’acqua in cui rina- del Signore, per viverla in ogni situa- sciamo a vita nuova e si compie il zione della giornata. Troppe scuse vero “passaggio”. Si deve sciogliere accampiamo per disertare l’incontro il digiuno quaresimale perché Gesù è domenicale con il Signore e fra di noi il vero cibo: “il suo corpo è nutrimen- credenti cristiani. Tutte le attività par- to vitale, il suo sangue è inebriante rocchiali devono essere legate e unite bevanda”. L’eucaristia “vale assai all’eucaristia domenicale. La pande- più della manna” perché “chi inve- mia, come periodo in cui tanti sono ce di questo corpo si ciba, conquista stati privati della comunione eucari- la vita perenne”. L’invito è quello di stica, ha fatto riscoprire la veridicità vegliare con le lampade accese “che dell’affermazione dei martiri d’Abi- il nostro Salvatore risorga… Certa- tene: “non possiamo vivere senza”. mente verrà e in un batter di ciglio, Per alcuni parrocchiani l’assenza della come il lampo improvviso che guiz- Messa domenicale è stata vissuta za da un estremo all’altro del cielo”. come una mortificazione e un vero Il mistero della nostra salvezza viene sacrificio. La rinnovata partecipazio- abbracciato in questa notte, la Paro- ne all’eucaristia è stata fonte di ritro- la si avvera, la grande luce di Cristo vata speranza. L’eucaristia è farmaco, ci illumina, l’acqua ci fa rinascere a è medicina, è forza, è liberazione, è vita nuova. “Infine, perché tutto il nutrimento e alimento che sostiene mistero si compia, il popolo dei cre- la vita del cristiano. Per ricordarci il denti si nutre di Cristo”. Si invoca, legame tra domenica e pasqua, nella per concludere l’inno di gratitudine seconda preghiera eucaristica si è e di lode, l’intercessione del vescovo aggiunta questa invocazione: “Ricor- Ambrogio affinché “la clemenza del dati, Padre, della tua Chiesa diffusa su Padre celeste c’introduca nel giorno tutta la terra: e qui convocata nel gior- del Signore risorto”. Invito tutti a par- no in cui Cristo ha vinto la morte e ci tecipare alla veglia pasquale, che è la ha resi partecipi della sua vita immor- celebrazione più importante dell’an- tale”. La letizia della Pasqua annuale, no liturgico, perché in essa si annun- viviamola sempre nella gioia dell’in- cia tre volte e con tono crescendo: contro domenicale. “Cristo Signore è risorto. Rendiamo grazie a Dio”. Catechesi biblica: Ogni domenica, pasqua della settima- I personaggi della storia na, i cristiani si riuniscono in assem- della salvezza: blea per celebrare il memoriale della Abramo nostro padre nella fede passione, morte e risurrezione del In questo anno pastorale, nella cate- Signore. Dobbiamo sempre riscoprire chesi biblica per adulti, ho voluto pro- e riaffermare la centralità della dome- porre alcuni significativi personaggi nica per la vita di fede di ogni battez- della storia sacra. L’inizio del cammi- zato. Siamo invitati al banchetto del no della salvezza ha avuto origine con Corpo e Sangue del Signore, segno la chiamata di Abramo. Cosa dice a e anticipo del banchetto nel regno noi il patriarca Abramo? 11
Abramo: il nostro padre nella fede Le tre grandi religioni monoteistiche, ebrai- smo, cristianesimo e islam, si trovano con- cordi nel riconoscere Abramo come il primo uomo chiamato da Dio, che, chiamando- lo, gli ha promesso una terra e una discenden- za numerosa “come le stelle del cielo e la sab- bia del mare”. Abramo ha risposto a questa chiamata ubbidendo al volere di Dio. Perciò Abramo è il credente per eccellenza. La sua fede è stata messa più volte alla prova mo per rivelarsi. Una delle prove di fede durante la sua vita. Egli è rimasto fedele più terribili vissute da Abramo è stato a Dio, si è fidato delle promesse divine. l’ordine impartito da Dio di sacrifica- Abramo si è abbandonato nelle mani re Isacco, il figlio della promessa avuto di Dio, ha compiuto un viaggio verso dalla moglie Sara, sterile e già avanza- la terra promessa. Dio con Abramo ha ta in età. Dio mette alla prova la fede di stretto un’alleanza, un patto di amici- Abramo, ma al momento di eseguire il zia. Coloro che credono come Abramo, sacrificio del figlio Isacco, Abramo viene partecipano della benedizione che Dio fermato. Credere è una continua prova. ha conferito al patriarca Abramo: “in te La fede viene sempre purificata. Crede- saranno benedetti tutti i popoli della re è un fidarci ed un affidarci. Credere terra”. Abramo crede nell’esistenza di è compiere un salto verso il mistero un unico Dio, in un contesto in cui vige- che pienamente non si possiede. Nella va il politeismo. Il pio ebreo ogni giorno nostra esistenza la fede deve continua- per ricordare l’unicità di Dio ripete più mente crescere, purificarsi e perfezio- volte la preghiera dello “Shemà Israel, narsi. Tutte le situazioni che avvengono Adonai Elohenu, Adonai Ehod: Ascolta nella vita interpellano la nostra adesio- Israele, il Signore è nostro Dio, il Signo- ne al progetto e al volere di Dio. Abra- re è uno” (Dt 6,4). Il Corano, libro sacro mo è per noi un esempio e un modello per i mussulmani, inizia con queste di fede. I credenti delle religioni mono- parole: “In nome di Dio, il Compassio- teistiche, se vogliono vivere da veri cre- nevole, il Misericordioso. La lode ad denti e non strumentalizzando la reli- Allah…” (Sura I). Nei Simboli della fede, gione per altri fini e scopi, nel rispetto professati dai cristiani, si dice: “Credo in reciproco, devono riconoscersi nell’e- un solo Dio, Padre onnipotente, Crea- sperienza di fede di Abramo. Questo è tore del cielo e della terra…”. Esiste un il punto di partenza per superare i con- solo Dio, ed è il Dio che ha scelto Abra- flitti attuali fra le religioni rivelate. 12
Adorazione Eucaristica del lunedì sera In questi anni, per alcuni fedeli, il lune- del corpo. Trattenendosi presso Cristo dì sera nella chiesa prepositurale di Signore, essi godono della sua intima Santo Stefano a Tesserete è diventato familiarità e dinanzi a lui aprono il loro un memento di incontro privilegiato cuore per loro stessi e per tutti i loro con Gesù, mediante l’adorazione del cari e pregano per la pace e la salvezza Santissimo Sacramento. Come fare del mondo. Offrendo tutta la loro vita l’adorazione? Quali disposizioni di con Cristo al Padre nello Spirito Santo, corpo, mente ed anima assumere? Chi attingono da quel mirabile scambio un si incontra? Quale ripercussione ha l’a- aumento di fede, di speranza e di cari- dorazione nella vita di fede e spirituale tà. Alimentano così giuste disposizioni della singola persona e per la comu- per celebrare, con la devozione conve- nità parrocchiale? Vi propongo dei niente, il memoriale del Signore e rice- semplici, ma efficaci richiami per vivere vere frequentemente quel pane che ci un’esperienza di silenzio adorante. è dato dal Padre. Per vivere al meglio l’adorazione euca- ristica: – S celgo per la preghiera il posto in chiesa che mi sembra più adatto. – Mi metto in silenzio, respirando len- tamente e pensando che incontrerò il Signore. – C omincio a contemplare il miste- ro dell’Eucaristia e mi guardo come Gesù mi guarda. – Chiedo al Padre, nel nome di Gesù, lo Spirito Santo, perché il mio desi- derio e la mia volontà, la mia intelli- genza e la mia memoria siano ordina- ti solo alla lode e al servizio suo. – M i possono aiutare le parole della Chiesa: preghiere, canti o antifone eucaristici. (Dall’Istruzione Eucharisticum myste- rium, 1967, n° 50). I fedeli poi, quando venerano Cristo presente nel sacramento, ricordino che questa presenza deriva dal sacrificio (della Messa) e tende alla comunione, sacramentale e spirituale insieme. La pietà, dunque, che spinge i fedeli a prostrarsi presso la santa eucaristia, li attrae a partecipare più profondamen- te al mistero pasquale e a rispondere con gratitudine al dono di colui che con la sua umanità infonde incessan- temente la vita divina nelle membra 13
Chiesa sinodale Tutta la Chiesa universale è stata chia- rispetto, nella carità, nell’accoglienza mata da Papa Francesco a un cam- e nell’ascolto di ogni battezzato. Vive- mino “sinodale”. La parola ci invita a re l’esperienza sinodale, anche nelle “camminare insieme”. Siamo invitati a comunità parrocchiale implica cammi- percorrere questo tempo della storia nare insieme sulla strada del vangelo, intraprendendo la strada che ci indica avendo come meta la conformità a Cri- Gesù. Siamo chiamati a discernere il sto. L’aspetto di sinodalità diventa un tempo presente nei suoi veri “segni”. personale impegno a vivere la realtà Siamo invitati ad ascoltare la voce dello di comunione ecclesiale. L’esperienza Spirito Santo che “parla alla Chiesa”. sinodale diventi impegno di evangeliz- Chiesa sinodale nell’ascolto del popolo zazione e testimonianza. L’esperienza santo di Dio, perché le nuove genera- sinodale ci faccia comprendere il dono zioni incontrino Gesù Cristo, come Sal- e la bellezza di appartenere alla Chie- vatore. Dobbiamo riscoprire il bene e sa che è nostra madre e di metterci al tutte quelle opere buone che la comu- servizio di essa. La Chiesa non è solo nità credente compie. La Chiesa deve la gerarchia, ma ogni battezzato e con- essere vicina alle persone che soffrono. fermato è membro vivo della comunità La Chiesa, come “buon samaritano”, si credente. La crisi di valori che attraversa china sulle ferite dell’umanità per offrire la nostra società incide anche sul vivere il balsamo della consolazione e la medi- la dimensione cristiana della vita. Come cina della grazia. La Chiesa è “Santa” cristiani dobbiamo essere sempre l’ani- e sempre in conversione, perché i suoi ma della società e dell’umanità, affin- membri sono fragili e peccatori. Come ché il mondo si trasformi nella società affermava Sant’Ambrogio, la Chiesa è dell’amore. La santità dei membri della “casta meretrix”. Il vocabolo “sinoda- Chiesa esprime la “bellezza” dell’essere le” non diventi uno slogan, una forma “campo di Dio, edificio di Dio, tempio di discussione o chiacchiericcio, ma di Dio, il cui fondamento è Gesù Cristo” esperienza di dialogo nella verità, nel (cfr. 1Cor 3, 9-17). 14
La Parola del Vicario L’Arcangelo Raffaele: accade con altri sei mariti! È tormen- un compagno celeste tata dal dolore e dalla vergogna. Quando gli angeli compaiono nella Disperati, sia Tobi che Anna chiedo- Bibbia, di solito consegnano un no a Dio di togliere loro la vita. Dio breve messaggio e poi scompaio- ascolta le loro preghiere, ma ha un no. Ma c’è una volta in cui un angelo piano diverso. Ricorda a Tobi un pre- viene sulla terra e rimane per un po’ stito fatto anni prima a un amico vici- di tempo: nel Libro di Tobia. Ecco, no a Ecbatana. Supponendo che stia quindi, un’occasione unica per cono- per morire, Tobi manda allora Tobia a scere un angelo. ricuperare quel prestito. Il Libro di Tobia include elementi che ti aspetteresti in un racconto popo- lare: un eroe in viaggio alla ricerca di un tesoro, una damigella in peri- colo, nemici simili a draghi. Questo, perché sebbene il racconto abbia un’ambientazione storica, esso è ispirato dalla finzione. Questa quali- tà immaginativa non lo rende meno ispirato di altri tipi di scrittura nella Bibbia. Come ha mostrato Gesù usando le parabole, la finzione può rivelare le opere di Dio. Due famiglie in difficoltà. Il raccon- to si apre con l’anziano Tobi, che vive a Ninive (l’odierna Mosul, Iraq) con la moglie Anna e il figlio Tobia, giovane adulto. A Ecbatana (vicino a Teheran, Un angelo travestito. Le 325 miglia Iran) la giovane e adulta Sara vive tra Ninive ed Ecbatana non sono con i suoi genitori, Raguel ed Edna. esattamente una zona sicura. Viag- Tutti e sei i personaggi sono presen- giando da solo, specialmente nel tati come fedeli ebrei esiliati dopo viaggio di ritorno con un mucchio l’invasione di Israele da parte dell’As- di soldi, Tobia avrebbe avuto buone siria attorno al 721 a.C. probabilità di finire derubato, pic- Ci sono seri problemi in entram- chiato, magari fino alla morte. Trar- be le famiglie. A Ninive, Tobi viene rebbe sicuramente beneficio con un punito per aver aiutato i suoi com- compagno di viaggio. pagni ebrei: perde il posto in gover- Si imbatte proprio in un uomo giu- no e sprofonda nella povertà. Poi sto, uno sconosciuto che conosce la diventa cieco e si sente umiliato per strada. Lo straniero si identifica come dover dipendere dalle entrate di sua Azaria, figlio di Anania. In realtà, è moglie Anna per vivere. In Ecbata- l’angelo Raffaele. Ma c’è del vero na, Sara appare maledetta: nella sua in entrambi i nomi. Azaria signifi- prima notte di nozze, un demone ca “il Signore ha aiutato” e Hana- arriva e uccide lo sposo - e questo nia significa “il Signore ha mostra- 15
to benvolenza” e Dio sta per fare entrambe le cose. Raffaele - Azaria - sembra un giovane normale, non ha né ali né aureola, ma si dimostra subito prezioso. Attraversando un fiume, Tobia viene attaccato da uno strano pesce. Raffa- ele gli dice di prenderlo, ucciderlo e tenersi il fiele, il cuore e il fegato. Più avanti, Raffaele gli dice che dovreb- bero passare la notte a Ecbatana dai genitori di Sara. Loda Sara come “saggia, coraggiosa e molto bella” e gli suggerisce che potrebbe diven- tare la sua ragazza. Avendo sentito che i mariti di Sara erano stati uccisi, Tobia esita con timore. Ma Raffaele lo assicura che andrà tutto bene. Bisogna saper trasmettere ai nostri giovani la certezza che, affidandosi al piano di Dio, “tutto concorre al bene guerra spirituale condotta per loro per coloro che amano Dio”, come conto. dice san Paolo nella lettera ai Roma- Il racconto si chiude con un cre- ni. E sant’Agostino aggiunge “Etiam scendo di sorprese. C’è lo stupo- Peccata”, anche il peccato! Anche re di Raguel ed Edna quando Tobia i nostri fallimenti e le nostre cadute appare sano e vigoroso per la cola- possono essere redenti da Dio che zione la mattina dopo. Quando torna poi li trasforma in momenti di con- a Ninive, con la sposa, oltre che con versione, crescita e conoscenza di se il denaro per cui è stato mandato, stessi e del Suo amore. tocca a Tobi e Anna essere sorpresi. Incoraggiato dalle parole dell’ange- Non solo, ma Raffaele dice a Tobia di lo, Tobia chiede la mano di Sara in mettere il fiele del pesce sugli occhi matrimonio quasi subito dopo essere di suo padre, che miracolosamente arrivato da Raguel. Insiste, nonostan- riacquista la vista te l’avvertimento di Raguel sul desti- La sorpresa finale arriva quando Tobi no dei precedenti sette sposi, e viene e suo figlio Tobia vogliono pagare rapidamente steso un contratto di “Azaria” per i suoi servizi. “Io sono matrimonio. Raffaele”, dice, “uno dei sette angeli Una sorpresa dopo l’altra. La sera che stanno con il Signore e Lo glo- Tobia e Sara sono soli in camera rificano”. L’Angelo dà ai due uomini da letto. Seguendo le istruzioni di una benedizione di pace, e ascende Raffaele, Tobia brucia il cuore e il al cielo. fegato del pesce su un incensiere. Il Quindi, che tipo di angelo è Raffae- fetore allontana il demone e Raffae- le? Che cosa ci insegna? le lo insegue e lo lega. Tobia e Sara Il suo primo aspetto è quello di esse- recitano una preghiera e si infilano re imperturbabile. Niente lo sorpren- nel letto, beatamente ignari della de o lo intimidisce. Mostra una traccia 16
ascoltare i nostri giovani ed entrare con loro in un dialogo senza forzare il loro pensare come noi, ma saper far nascere in loro i “motivi della speran- za della nostra chiamata”. Infine, Raffaele è tutto orientato verso Dio e non cerca mai la propria gloria. Alla fine del racconto devia ogni lode da se stesso, indicando sia a Tobia che a Tobi, la vera fonte di salvezza e guarigione. Li esorta: “Grazie a Dio! DateGli la lode e la gloria. Ricono- scete davanti a tutti i viventi le molte cose buone che ha fatto per voi, benedicendo ed esaltando con canti il suo nome» (Tobia 12:6). Sembra- no parole sincere, non solo il copio- ne standard che un angelo dovrebbe recitare. Me lo fa immaginare come il tipo di ragazzo che ogni mattina si siede nel suo sacco a pelo, alza le mani al cielo e grida a Tobia con voce tonante: “Grazie a Dio per un altro buon giorno per essere vivo!”. Far di impazienza quando i personaggi nascere la “gratitudine” nei cuori dei umani non sembrano andare d’accor- nostri giovani li porterà a raccogliere do con il piano di Dio come pensa frutti inestimabili nella loro vita futura. che dovrebbero (Tobia 5:8, 12). Ma in “Diventiamo veri compagni di vita generale è calmo e composto, senza per i nostri giovani”. Possiamo eccitazione, rabbia o paura. Secondo imparare molto da Raffaele, soprat- aspetto: sa essere un buon ministro di tutto nel modo con cui compie la Dio e un buon compagno allo stesso sua missione di essere compagno di tempo. Chiaramente non è un robot Tobia in un viaggio difficile. celeste, una versione spirituale del Infatti, quando penso a Raffaele, ricor- Mister Spock di Star Trek. Si presenta do l’incoraggiamento che ci ha dato a Tobia come un giovane simpatico Papa Francesco per diventare com- e squadrato, sicuro delle sue capaci- pagni delle persone nelle loro lotte. tà, con una solida fiducia in Dio. Lo “Quello che è importante”, dice, vedevo entrare nelle solite chiacchie- “non è vederli o aiutarli a distanza. re maschili mentre camminava con No, no! È andare a incontrarli. … Il Tobia, discutendo di sport, politica Vangelo ci dice costantemente di e lavoro. Forse anche di donne (beh, correre il rischio di un faccia a faccia almeno di una). E, naturalmente, di con gli altri, con la loro presenza fisi- pesca. Lo stesso attegiamento siamo ca che ci interpella, con il loro dolore invitati ad avere, noi che siamo chia- e le loro suppliche, con la loro gioia mati ad accompagnare i nostri giova- che ci contagia nella nostra stretta e ni. Essere un buon compagno, saper continua interazione”. Papa France- 17
sco ci incoraggia a diventare “compa- za interiore di un angelo, ovviamen- gni di cammino … camminando al fian- te, ma possiamo esercitare la fede e co dei nostri giovani”. la speranza e testimoniare la nostra La parola sinodo che deriva dal greco fiducia nel Signore. Infatti, con la syn-hodos, che letteralmente signifi- fede nel Signore, possiamo rilassar- ca “camminare insieme” non diventa ci mentre accompagniamo gli altri. solo una modalità di operare nel com- Dopo tutto, abbiamo tutti degli pito pastorale ma “un vero atteggia- angeli che ci accompagnano! mento di vita”. Raffaele aiutò Tobi e Tobia ad avere Qui sotto alcune foto dei nostri gio- fede nei piani di Dio. Non possia- vani in una serata di preghiera e di mo aspettarci di avere la conoscen- divertimento. 18
La parola di Don Sandro Sinodo 2023 Il Santo Padre ha indetto un Sino- Il Battesimo ci impegna a testimo- do dei Vescovi per discutere sulle niar la fede anche nella sofferenza. tematiche più urgenti per la Chiesa Nel dialogo con tutti noi vogliamo universale nei nostri giorni. dire al mondo che possiamo costrui- Sinodo è una parola greca che re il Suo Regno nella pace. significa “camminare insieme”: non può sfuggire a nessuno l’attualità di Noi crediamo in questa Chiesa e questa parola per le nostre diocesi, mettiamo ogni forza al servizio del le nostre parrocchie, le nostre fami- Signor. glie, i gruppi ecclesiali: siamo chia- mati davvero a camminare insieme Lo commento brevemente. per costruire questa Chiesa che è • Troppo spesso quando parliamo guidata dallo Spirito del Signore e di “chiesa” intendiamo la costru- che deve (ri)trovare le parole giuste zione più o meno bella che c’è in per giungere al cuore dell’uomo, ogni paese: dobbiamo abituarci a soprattutto in questo periodo dove ragionare in termini di comunità: tutto sembra essersi un po’ affie- noi siamo parte di questa Chiesa volito. e dobbiamo dimostrarlo nell’at- Vorrei proporvi le parole di un canto teggiamento che abbiamo con i che ci invita a considerare vari punti nostri fratelli. Dobbiamo lasciar- che devono essere oggetto della ci guidare dalla Parola di Dio ed nostra riflessione. è importante che tutti si sentano Ecco il testo (impareremo la musi- parte di questa comunità e che ca): possano esprimersi all’interno della Chiesa: proprio per questo Sinodo 2022 è necessaria una ricerca sincera Comunità, siamo parte di una Chie- della Verità che viene da Dio. sa e dobbiamo comportarci da fra- • Il nostro essere comunità ha il suo telli tutti insieme. centro nella celebrazione dell’Eu- Siamo sulla stessa strada, cammi- caristia, mistero della nostra fede: niamo fianco a fianco, ascoltiamo la è proprio in virtù dell’amore del Parola che ci guida nell’amore. Signore che la nostra Chiesa Tutti siamo invitati a dir quello che diventa “missionaria”, cioè aperta pensiamo e cercar la verità. ad ogni uomo, ad ogni pensiero, Celebriamo coi fratelli il mistero ad ogni lingua: è proprio lo Spi- dell’amore, siamo Chiesa missiona- rito di Dio che ci guida e ci chie- ria. de di diventare “sale del mondo È il Signore che ci guida nel cammi- e luce della terra”, in altre parole no della vita con lo Spirito del Padre di portare a tutti il suo Vangelo. per portare il suo Vangelo. La fami- L’evangelizzazione inizia proprio glia è chiamata ad aprirsi al mondo dalla famiglia, piccola Chiesa intero nella carità di Dio. domestica! 19
• Tutti noi abbiamo ricevuto il Bat- caristia fosse preceduta da una tesimo, in virtù della fede che preparazione comunitaria qualche abbiamo, che è il primo dei doni giorno prima della celebrazione che lo Spirito Santo fa ad ogni stessa: questo ci darebbe l’occa- cuore che cerca sinceramente sione di non giungere impreparati, Dio. Non sono pochi i cristiani che avendo già letto e meditato sulle anche oggi sono perseguitati e letture e sarebbe per tanti l’occa- ostacolati: il sangue dei martiri è sione per portare un contributo per- sempre stato fonte di santità nella sonale di riflessione e condivisione: Chiesa e stimolo anche per chi a le stesse considerazioni potrebbero volte non crede. Noi vogliamo anche diventare spunti per la predi- aprirci al mondo intero, senza pre- ca del sacerdote. clusione alcuna, perché solo così sentiamo di poter costruire quel Invitiamo pertanto tutti i parroc- Regno di amore, giustizia e pace chiani, in particolar modo i ministri che il Signore è venuto a portar- dell’Eucaristia, i lettori, i catechisti, ci: per questo vogliamo mettere a trovarci insieme. le nostre forze a servizio di Dio e Proponiamo il martedì pomerig- della Chiesa, per essere autenti- gio dalle ore 15.30 alle ore 16.30 camente “testimoni” di Cristo. circa. Capiamo bene che l’orario non Proprio in vista di questo impegno favorisce tutti, ma sarà sempre pos- per il Regno di Dio, vogliamo sot- sibile cambiare se vedremo che ne toporvi una iniziativa nuova, che vale la pena. ci aiuti a crescere, appunto, come Il ritrovo è in casa parrocchiale per Chiesa. martedì 11 gennaio 2022. Grazie Sarebbe bello che la nostra parte- a tutti per l’accoglienza di questo cipazione alla celebrazione dell’Eu- invito. Oratorio Sant’Apollonia a Lopagno Non sono molti i documenti in nostro mente sotto l’invocazione di Sant’A- possesso per dire compiutamente pollonia V.M. supplicano sia loro con- della chiesetta: due sono importanti. cesso”. Il primo riguarda il “Disegno dell’O- 1735, 7 gennaio: Il Vicario Foraneo ratorio di Sant’Apollonia” da farsi di G.B. Broggi parroco di Origlio riferi- nuovo nel comune e territorio di Lopa- sce molto favorevolmente: la distanza gno. della Parrocchiale è tanta ”che appena 1734, 4 maggio: “Li uomini della appena si sente il suono delle campa- terra di Lopagno membri della Cura ne”; il viaggio con il viatico è difficol- di Santo Stefano di Tesserete in Val toso; esistono legati all’uopo; ecc. Il Capriasca, come che trovano in gran luogo scelto è adatto “principalmen- distanza dalla Parrocchiale e senza te” perché in detto luogo esisteva già comodo d’alcun oratorio, essendosi una cappella. È vero che il coro resta rosoluti di frabicarne uno canonica- deformato in quanto rivolto verso occi- 20
dente tuttavia potrà essere edificato secondo il disegno accluso“. Come si vede non era previsto il campanile, ma la posa di una campana che si suonava dalla sagrestia; non sappiamo quando sia stato edificato; se subito, modifi- cando il progetto o più tardi, come potrebbe sembrare vista la mole massiccia, quasi esagerata a confronto della chiesa. La “porta degli uomi- ni”, come si chiamava allora, era prevista sul fianco sinistro (per chi entrava dalla porta principale) ma fu costruita sul lato destro, verso la strada che correva dietro la chiesa. Questa porta fu murata quan- do nel 1961-1962 la nuova strada aggi- Il secondo documento è il “Libro della rò l’edificio sacro. Giesa di Sant’Apollonia” datato 1° Il dipinto di Sant’Apollonia, che si trova marzo 1824 con la decisione “Li uomini sopra l’altare, porta la data del 1745 e della tera di Lopagno hano cresto per sta a dimostrare che, dalla concessio- sindaco della chiesa il quale riceverà ne, passarono una decina d’anni per i le sue entrate e pagerà le messe del preparativi e la realizzazione dell’ope- legato del fu Antonio Marioni di Lopa- ra. gno fato per celebrare tante messe in deto oratorio con sua manutenzione per ogni anno, il sindaco è Giovan- ni Morosoli”. Non abbiamo mai visto il legato, ne le esatte dispo- sizioni stabilite, comunque sem- pre rispettate con la celebrazione di quattro messe annue. Sul libro seguono poi le registrazioni di entrate e usci- te e le assemblee per l’approvazione 21
dei conti o per trattande importanti. Raramente nei verbali si citano i nomi dei terrieri presenti (uomini) ma questo solo fin verso la metà del secolo scorso. Nel 1941 si decide la rifusione della campana perché rotta. All’assemblea presenziano anche due giovani donne: Franceschina Morosoli di Paolo e Emilia Foglia di Paolo: la riunione viene subito conclusa dopo la lettura di una comuni- cazione del Prevosto in cui si affermava che “un anonimo si assumeva l’intera spesa”. Un particolare fervore di celebrazioni liturgiche si ebbe, per alcuni, dal 1951 e cioè con l’aper- tura dell’Istituto don Orione, con la continua presenza di uno o due sacerdoti. In un anno si contarono almeno 70 messe celebrate, come risultata dal registro ancora oggi firmato, anche se solo saltuariamente. Poi i lavori di restauro a partire dal 1969 con la sistemazione esterna del campanile, lo scro- stamento delle pareti interne della chiesa, la posa del nuovo pavimento in cotto, l’altare rivolto verso il popolo, i nuovi banchi e serra- menti: tutto ciò sullo slancio di generosa donazione anonima. Negli anni a seguire, secon- do le disponibilità finanziarie grazie a tombole e numerose lotterie, il restauro di due tele (L’Annunciazione e quella di Sant’Apollonia), la sistemazio- ne della sagrestia, il rifacimento del tetto e il tinteggio intero e esterno. La chiesetta si presenta ora in modo decoroso e di ciò ringra- ziamo i benefattori e collabo- ratori che sempre hanno avuto cura di questa istituzione alla quale la gente di Lopagno si sente legata. L’amministratore da 60 anni, Pio Clementi 22
Sant’Apollonia Sant’Apollonia († 249 d.C), vuol dire per le malattie dei denti. I suoi emblemi sacra a Dio (Apollo divinità greca). Ver- sono: il giglio, la palma, il rogo, lo scal- gine e martire di Alessandria d’Egitto. pello, le pinze o una tenaglia che tiene La sua festa cade il 9 febbraio. La sua stretto un dente. Venerata come santa morte è narrata nella “Historia ecclesia- dalla Chiesa cattolica e dalle Chiese stica” di Eusebio di Cesarea, che riporta ortodosse. Diceva Apollonia: “Sono cri- una lettera di san Dionigi di Alessandria, stiana; breve è il patire, ma eterno è il testimone dei fatti inerenti alla cattura e gaudio”. Nel medioevo proliferarono le all’uccisione di Apollonia. Ad Alessan- reliquie contenenti i denti di Sant’Apol- dria nell’anno 248 scoppiò una persecu- lonia. Papa Pio VI (1775-1799), volendo zione popolare contro i cristiani, aizzata mettere ordine nel culto delle reliquie, da un indovino alessandrino (nell’ultimo fece raccogliere in tutta Italia presun- anno dell’impero di Filippo l’Arabo). In ti denti di Sant’Apollonia, riempiendo uno degli attacchi venne presa anche uno scrigno di tre chili di peso, buttato Apollonia, anziana vergine, impegna- successivamente nel Tevere. Proverbio: ta nell’opera di diffusione del Vangelo “Sant’Apollonia spaca la tonia” (Sant’A- nella sua città. Le strapparono i denti e pollonia spacca la tonaca). Il proverbio, accesero un fuoco minacciandola di get- di origine friulana, indica che i giorni in tarla tra le fiamme se non avesse rinne- cui il calendario celebra Sant’Apollonia gato la fede cristiana, ma Apollonia pre- dovrebbero essere giorni molto ventosi. ferì gettarsi da sola nel rogo e morire. È Il dipinto nell’Oratorio di Lopagno rap- patrona dei dentisti, degli igenisti den- presenta Sant’Apollonia giovane e non tali e degli odontotecnici e la s’invoca anziana, con i simboli del martirio. 23
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