Educare ed educarsi Pedagogia speciale L'educazione come pratica della libertà - DR.SSA ROSARIA VINCIGUERRA - Rosaria Vinciguerra Psicologa

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Educare ed educarsi
      Pedagogia speciale
L’educazione come pratica della
             libertà

             DR.SSA ROSARIA VINCIGUERRA

            dr.ssa Rosaria Vinciguerra
Lev Vygostky e la pedagogia delle mediazioni
Per Vygostky non c'è nessuna differenza sostanziale tra il
     “bambino normale” e quello “anormale”:
     «Entrambi sono persone, entrambi sono bambini, in entrambi
     lo sviluppo si svolge secondo la medesima legge. La differenza
     consiste nel modo in cui si svolge lo sviluppo».
Una concezione complessa, dinamica e dialettica dello sviluppo
    della persona come processo bio–psico–sociale, con una
    dimensione storico–culturale fondamentale per
    comprenderlo;
Il deficit come sviluppo altro, originale e produttore di meccanismi
      creativi di compensazione;

                            dr.ssa Rosaria Vinciguerra
•   L’importanza delle mediazioni nel processo educativo e
    riabilitativo. L’azione educativa rivolta al soggetto con deficit
    prende delle strade indirette e non lineari; mediazioni e
    mediatori servono a potenziare la zona di sviluppo prossimale e
    quindi il grado di autonomie;

•   L’insufficienza della volontà come ostacolo allo sviluppo delle
    potenzialità del bambino con deficit; insufficienza dovuta
    all’introiezione delle barriere sociali incontrate e l’importanza
    dell’educazione di questa capacità come base dell’autonomia
    possibile;
•   L’educazione alla socialità attraverso il vivere con gli altri nella
    comunità e l’attività lavorativa; quest’ultimo è uno strumento
    importante di apprendimento e d’inclusione sociale.

                             dr.ssa Rosaria Vinciguerra
Deficit, sviluppo altro e meccanismi di
                 compensazione
- Vygostky afferma che la legge della compensazione è la “legge
   della vita psichica”: «l’insufficienza di una capacità è
   compensata completamente o parzialmente dal maggiore
   sviluppo di un’altra; ogni deficit crea degli stimoli alla
   produzione di una compensazione».
- Quando è presente un deficit (cecità, sordità, ritardo mentale
   dovuto ad una paralisi cerebrale) dà vita «a forme di sviluppo
   creative, infinitamente varie, a volte estremamente originali,
   come non se ne osservano nello sviluppo tipico dal bambino
   normale».
Secondo questo approccio dinamico «dalla debolezza nasce la
forza, dall’insufficienza la capacità»

                          dr.ssa Rosaria Vinciguerra
Percorsi indiretti
“Nello sviluppo dei bambini con deficit, esistono dei processi che
    sono originati dal fatto che l’organismo e la personalità del
    bambino reagiscono alle difficoltà che incontrano, reagiscono
    alla propria insufficienza e nel processo di sviluppo, nel
    processo di adattamento attivo all’ambiente, essi elaborano
    una serie di funzioni, grazie alle quali compensano,
    correggono e sostituiscono le insufficienze.
Noi osserviamo il fatto che il bambino scontrandosi con le
    difficoltà, è costretto a seguire un cammino tortuoso per
    superarle.
Noi osserviamo che dal processo d’interazione del bambino si
    crea una situazione che spinge il bambino verso la
    compensazione.
Il destino dei processi compensatori e dei processi di sviluppo,
    nell’insieme dipende non solo dal carattere e dalla gravità del
    deficit, ma anche dalla sua realtà sociale cioè dalle difficoltà
    alle quali porta il deficit dal punto di vista della posizione
    sociale del bambino.
                          dr.ssa Rosaria Vinciguerra
La pedagogia speciale e la questione delle
               mediazioni
Per Vygotsky la parola chiave della sua concezione psico-pedagogica è la
    parola “mediazione”, un concetto chiave che accompagna quello di
    compensazione e che sta ad indicare l’intervento socio– educativo e l’uso
    di mediatori per favorire gli apprendimenti del bambino con deficit.
Secondo lui «in fin dei conti non è il deficit in sé a determinare il destino della
    personalità, ma le sue conseguenze sociali, la sua realizzazione socio–
    psicologica».
 La pedagogia speciale si preoccupa di educare la persona come totalità e non
    la cecità e la sordità; ricorda che avere un deficit è una cosa, essere
    deficitario è un’altra cosa.
Il deficit (la cecità, la sordità, la paralisi cerebrale) non può essere eliminato;
    l’educazione deve fare i conti con il deficit, ne deve tener conto, per
    evitare che il bambino non diventi deficitario cioè incapace di attivare
    tutte le sue potenzialità, di rafforzare, consolidare e sviluppare tutti i
    meccanismi di compensazioni per favorire l’acquisizione di una grande
    varietà di competenze personali e sociali.

                                 dr.ssa Rosaria Vinciguerra
Educazione speciale non vuol dire creare
              separazione
«Insegnare a leggere ai ciechi e parlare ai sordi
  richiede una tecnica pedagogica speciale,
  speciali procedimenti e metodi (…). Tuttavia
  non dobbiamo dimenticare che bisogna
  educare prima di tutto il bambino e non il
  sordo».

                    dr.ssa Rosaria Vinciguerra
Un progetto educativo per l’integrazione
Per questa ragione diventa importante ricostruire il processo
biografico che significa raccontare la storia del suo sviluppo indicando:
•    la linea fondamentale del potenziale del soggetto
•    la linea conduttrice della sua vita
•    i fotogrammi del film della sua esistenza
•    la traiettoria complessa e dinamica della sua storia. Sul piano
     educativo «non ci si può basare su quello che manca in un certo
     bambino, su quello che in lui non si manifesta, ma bisogna avere
     una idea di quello che possiede, di quello che è»
•    fare molta attenzione all’ambiente sociale e all’interazione tra il
     soggetto con deficit e il suo mondo vitale anche perché: «La
     sordità, per esempio, non è psicologicamente uguale nei diversi
     ambienti sociali. Psicologicamente la sordità non rappresenta in
     sé un ostacolo alla vita spirituale»
•    che il bambino con deficit ricorre a percorsi indiretti per
     apprendere e quando sul percorso diretto viene ostacolato;
                             dr.ssa Rosaria Vinciguerra
L’importanza delle mediazioni e della zona di sviluppo
                        prossimale
L’apprendimento deve essere congruente con il livello di sviluppo del
bambino: vi è una relazione tra un dato livello di sviluppo e la capacità
potenziale di apprendimento.
Il processo complessivo di sviluppo del soggetto con deficit è collegato
alle capacità potenziali di apprendimento che vanno sostenute.

Secondo Vygotsky esistono due livelli:
1) il livello di sviluppo effettivo e naturale del bambino con deficit,
       quello delle funzioni senso–motorio e psico–intellettive raggiunte
       come risultato di un processo già compiuto;
2) la “zona di sviluppo prossimale”: il livello raggiungibile con il
       sostegno e l’accompagnamento dell’adulto o dell’educatore, cioè
       con le mediazioni della didattica speciale (ausili e sostegni
       diversi); «La differenza tra il livello dei compiti eseguibili con
       l’aiuto degli adulti e il livello dei compiti che possono essere svolti
       con una attività indipendente, definisce l’area di sviluppo
       prossimale del bambino».     dr.ssa Rosaria Vinciguerra
L’educazione della volontà e l'educazione sociale per
               l'inclusione nella società

• Per Vygostky «bisogna impedire al senso d’inferiorità di
  svilupparsi, di assoggettare il bambino e di condurlo a forme
  patologiche di compensazione»; forme patologiche di
  compensazione che diventano disturbi psichici e degli
  apprendimenti.
• L’assenza di volontà nel realizzare quello che può fare e l’iper–
  valutazione di sé pensando di poter fare tutto come se non ci
  fosse il deficit sono le due facce di una compensazione fittizia
  che riflette anche una reazione soggettiva allo scarso
  apprezzamento dell’ambiente nei suoi confronti.

                           dr.ssa Rosaria Vinciguerra
Il compito dell’educatore
Il compito dell’educatore consiste nell’inserire il
    bambino con deficit nella vita sociale, nel creare per
    il bambino, ma anche per l’ambiente dove vive, la
    comprensione del proprio deficit. Si tratta, con le
    mediazioni dell’azione educativa, di ripristinare il
    legame sociale con la vita che è stato interrotto;
    creare le “compensazioni sociali” che rompono
    l’isolamento e favoriscono l’esperienza di sé nel
    rapporto con l’altro.

                       dr.ssa Rosaria Vinciguerra
Cosa fare per favorire l’integrazione?
•    combinare educazione speciale e generale,
•    aprirsi alla vita sociale
•    svolgere il più possibile attività integrate con
     bambini “normodotati”
•    entrare a pieno nella vita per esercitare tutti i sensi
     e le attività motorie nel mondo reale
•    offrire molte occasioni di comunicare e partecipare
     alla vita sociale e lavorativa.
•    offrire la possibilità di viversi in ruoli diversi e
     situazioni diverse

                        dr.ssa Rosaria Vinciguerra
Secondo Vygostky l’operatore pedagogico ha due compiti
   principali:

1) l’osservazione e lo studio specifico di tutte le caratteristiche
    particolari di ogni singolo bambino
2) l’adattamento individuale di tutti i metodi educativi e
    dell’interazione dell’ambiente sociale a ognuno di essi, perché
    «fare di ogni erba un fascio è l’errore più grande della
    pedagogia e la sua premessa fondamentale esige
    necessariamente l’individualizzazione. Una definizione
    cosciente e precisa degli scopi individuali dell’educazione per
    ogni alunno».

                           dr.ssa Rosaria Vinciguerra
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