E' IN GIOCO IL DESTINO DEL - MONDO di V. Putin - sollevazione

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E' IN GIOCO IL DESTINO DEL - MONDO di V. Putin - sollevazione
E’ IN GIOCO IL DESTINO DEL
MONDO di V. Putin

                                                  Di seguito
il discorso pronunciato da Putin il 30 settembre nella Sala di
S. Giorgio al Cremlino.

Cari cittadini russi, cittadini delle Repubbliche Popolari di
Donetsk e di Lugansk, cittadini delle regioni Zaporizhzhya e
Kherson, deputati della Duma di Stato e senatori della
Federazione Russa!

Come sapete, si sono svolti i referendum nelle Repubbliche
Popolari di Donetsk e di Lugansk, nelle regioni di
Zaporizhzhya e di Kherson. Sono stati raccolti i dati e i
risultati sono noti. La gente ha fatto la propria scelta, una
scelta inequivocabile.

Oggi firmiamo i trattati di adesione alla Russia della
Repubblica Popolare di Donetsk, della Repubblica Popolare di
Lugansk, della Regione di Zaporizhzhya e della Regione di
Kherson. Sono sicuro che l’Assemblea federale sosterrà le
leggi costituzionali sull’adesione e la formazione di quattro
nuove regioni, quattro nuovi soggetti costitutivi della
Federazione Russa, poiché tale è la volontà di milioni di
persone.

E questo, ovviamente, è un loro diritto, un diritto
inalienabile, sancito dal primo articolo della Carta delle
Nazioni Unite, che afferma esplicitamente il principio
dell’uguaglianza dei diritti e dell’autodeterminazione dei
popoli.

Ripeto: si tratta di un diritto inalienabile del popolo basato
sull’unità storica, in nome della quale hanno combattuto
generazioni di nostri antenati, coloro che dalle origini
dell’antica Rus’ nel corso dei secoli hanno costruito e difeso
la Russia. Qui, in Novorossija, combatterono Rumyantsev,
Suvorov e Ushakov, Caterina II e Potemkin fondarono nuove
città. I nostri nonni e i nostri bisnonni combatterono qui
fino alla morte durante la Grande Guerra Patriottica.

Ricorderemo sempre gli eroi della “Primavera russa”, coloro
che non hanno accettato il colpo di stato neonazista in
Ucraina nel 2014, tutti coloro che sono morti per il diritto
di parlare la propria lingua madre, per preservare la propria
cultura, le proprie tradizioni e la propria fede, per il
diritto di vivere. Parlo dei guerrieri del Donbass, dei
martiri della strage di Odessa, delle vittime dei disumani
attacchi terroristici del regime di Kiev. Dei volontari e dei
miliziani, dei civili, dei bambini, delle donne, degli
anziani, dei russi, degli ucraini, di persone di diverse
nazionalità. Del leader della Repubblica Popolare di Donetsk,
Aleksandr Zacharchenko, dei comandanti Arsen Pavlov, Vladimir
Zhoga, Olga Kochura, Aleksej Mozgovoj, del procuratore
generale della Repubblica di Lugansk, Sergei Gorenko, del
paracadutista Nurmagomed Hajimagomedov e di tutti i nostri
soldati e ufficiali che sono morti con coraggio nel corso
dell’Operazione Militare Speciale. Sono eroi. Eroi della
grande Russia. E vi prego di osservare un momento di silenzio
in loro memoria.
Dietro la scelta di milioni di persone nelle Repubbliche
popolari di Donetsk e di Lugansk e nelle regioni di
Zaporizhzhya e di Kherson c’è il nostro destino comune e la
[nostra] storia millenaria. La gente ha trasmesso questo
legame spirituale ai propri figli e nipoti. Nonostante tutte
le difficoltà, hanno portato avanti il loro amore per la
Russia nel corso degli anni. E nessuno può annientare questo
sentimento in noi. Ecco il motivo per cui sia le generazioni
più anziane che quelle più giovani, nate dopo la tragedia del
crollo dell’Unione Sovietica, hanno votato per la nostra
unità, per il nostro futuro comune.

Nel 1991, a Belovezhskaya Pushcha, senza chiedere la volontà
dei comuni cittadini, le élite di partito di allora decisero
di sciogliere l’Unione Sovietica e la popolazione si trovò
così strappata alla patria da un giorno all’altro. Questo
fatto ha lacerato e spaccato la nostra unità nazionale e si è
tramutato in una catastrofe nazionale. Come un tempo, dopo la
rivoluzione, i confini delle repubbliche dell’Unione furono
ritagliati dietro le quinte, così gli ultimi leader
dell’Unione Sovietica – nonostante la volontà diretta della
maggioranza della gente espressa nel referendum del 1991 –
hanno fatto a pezzi il nostro grande Paese, semplicemente
mettendo la popolazione davanti al fatto compiuto.

Ammetto che non si rendevano nemmeno pienamente conto di ciò
che stavano facendo e delle conseguenze a cui ciò avrebbe
inevitabilmente portato alla fine. Ma questo non ha più
importanza. L’Unione Sovietica non c’è più, il passato non può
essere riportato indietro. E in ogni caso la Russia di oggi
non ne ha bisogno, [tornare al passato] non è nostra
intenzione. Ma non c’è nulla di più forte della determinazione
di milioni di persone che per cultura, fede, tradizioni e
lingua si considerano parte della Russia, e i cui antenati
hanno vissuto per secoli in un’unica nazione. Non c’è nulla di
più forte della determinazione di questa gente a tornare nella
propria vera patria storica.
Per otto lunghi anni, la popolazione del Donbass ha subìto un
genocidio, bombardamenti e assedi, mentre a Kherson e a
Zaporizhzhya si è cercato in modo criminale di instillare
l’odio per la Russia, per tutto ciò che è russo. Anche ora,
durante i referendum, il regime di Kiev ha minacciato di
rappresaglie gli insegnanti e le donne che lavoravano nelle
commissioni elettorali, intimidendo milioni di persone che
erano venute a esprimere la propria volontà. Ma le indomite
genti del Donbass, di Zaporizhzhya e di Kherson hanno detto la
loro.

Voglio che le autorità di Kiev e i loro veri padroni in
Occidente mi ascoltino affinché tutti ricordino questo: gli
abitanti di Lugansk e di Donetsk, di Kherson e di Zaporizhzhya
diventano nostri cittadini per sempre.

Invitiamo il regime di Kiev a cessare immediatamente il fuoco
e tutte le ostilità, la guerra che ha scatenato nel 2014 e a
tornare al tavolo dei negoziati. Noi siamo pronti, è stato
detto più di una volta. Ma la scelta del popolo di Donetsk,
Lugansk, Zaporizhzhya e Kherson non sarà messa in discussione,
è stata fatta e la Russia non la tradirà. E le attuali
autorità di Kiev dovrebbero trattare questa libera espressione
della volontà popolare in nessun altro modo se non con
rispetto. Questa è l’unica via per la pace.

Difenderemo la nostra terra con tutte le nostre forze e i
nostri mezzi e faremo tutto il possibile per garantire la
sicurezza della nostra gente. Questa è la grande missione di
liberazione del nostro popolo.

Senz’altro ricostruiremo le città e i villaggi distrutti, le
case, le scuole, gli ospedali, i teatri e i musei,
ripristineremo e svilupperemo le industrie, le fabbriche, le
infrastrutture, il sistema sociale, pensionistico, sanitario
ed educativo.

Naturalmente, lavoreremo per rafforzare la sicurezza. Insieme,
faremo in modo che i cittadini delle nuove regioni sentano il
sostegno di tutto il popolo russo, di tutto il Paese, di tutte
le repubbliche, di tutti i territori e delle regioni della
nostra vasta Patria.

Cari amici, colleghi!

​​Oggi vorrei rivolgermi ai soldati e agli ufficiali coinvolti
nell’Operazione Militare Speciale, ai soldati del Donbass e
della Novorossija, a coloro che in seguito al decreto sulla
mobilitazione parziale si uniranno alle Forze Armate
adempiendo al loro dovere patriottico, a coloro che si recano
di propria spontanea volontà presso gli uffici di
registrazione e arruolamento militare seguendo il proprio
cuore. Vorrei rivolgermi anche ai loro genitori, alle loro
mogli e ai loro figli e dire loro per cosa sta combattendo il
nostro popolo e contro quale nemico ci stiamo scontrando – [un
nemico] che sta gettando il mondo in nuove guerre e crisi,
traendo il proprio sanguinoso profitto da questa tragedia.

I nostri compatrioti, i nostri fratelli e sorelle in Ucraina –
la parte nativa della nostra nazione unita – hanno visto con i
propri occhi ciò che i circoli dirigenti del cosiddetto
Occidente stanno preparando per tutta l’umanità. In sostanza,
hanno gettato la maschera e mostrato la loro vera natura.

Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, l’Occidente ha deciso
che il mondo, tutti noi, avremmo dovuto sottostare per sempre
ai suoi dettami. All’epoca, nel 1991, l’Occidente si aspettava
che la Russia non si sarebbe ripresa da tali sconvolgimenti e
avrebbe continuato a sgretolarsi da sé. Ed è quasi successo:
ricordiamo gli anni ’90, i terribili anni ’90, affamati,
freddi e senza speranza. Ma la Russia è sopravvissuta, è
rinata, si è rafforzata e ha rivendicato il posto che le
spetta nel mondo.

Nel frattempo, l’Occidente ha cercato e continua a cercare
nuove occasioni per attaccarci, per indebolire e distruggere
la Russia – ciò che ha sempre sognato di fare – per
frammentare il nostro Stato, per mettere i nostri popoli gli
uni contro gli altri, e condannarli alla povertà e
all’estinzione. Non riescono a sopportare il fatto che al
mondo esista un paese così grande, enorme, con il proprio
territorio, le proprie ricchezze naturali, le proprie risorse,
con un popolo che non può e non potrà mai vivere secondo gli
ordini di qualcun altro.

L’Occidente è pronto a passare sopra a qualsiasi cosa pur    di
preservare quel sistema neocoloniale che gli permette        di
fagocitare, in sostanza, di saccheggiare il mondo grazie     al
potere del dollaro e al diktat tecnologico, di raccogliere   un
vero e proprio tributo dall’umanità, di sottrarre            le
principali fonti di ricchezza immeritata, di ottenere la
rendita dell’egemone. Il mantenimento di questa rendita è il
loro motivo chiave, reale e del tutto egoistico. Ecco perché
una totale de-sovranizzazione è nel loro interesse. Da qui la
loro aggressione contro gli stati indipendenti, contro i
valori e le culture tradizionali e i loro tentativi di minare
i processi internazionali e di integrazione che sfuggano al
loro controllo, [contro] nuove valute mondiali e centri di
sviluppo tecnologico. Per loro è fondamentale che tutti i
paesi cedano la propria sovranità agli Stati Uniti.

Le élite al potere di alcuni stati accettano volontariamente
di farlo, accettano volontariamente di diventare vassalli;
altri vengono corrotti, intimiditi. E se non ci riescono,
allora distruggono interi stati, lasciandosi dietro catastrofi
umanitarie, disastri, rovine, milioni di vite umane rovinate e
mutilate,    enclavi   terroristiche,     zone   disastrate,
protettorati, colonie e semi-colonie. A loro non importa,
basta che ottengano i loro profitti.

Ci tengo a sottolineare ancora una volta: è proprio
nell’avidità, nell’intenzione di preservare il proprio potere
illimitato, che ci sono le vere ragioni della guerra ibrida
che l’“Occidente collettivo” sta conducendo contro la Russia.
Non vogliono la nostra libertà, ma vogliono vederci come una
colonia. Non vogliono cooperare in modo paritario, ma
piuttosto derubarci. Vogliono vederci non come una società
libera, ma come una folla di schiavi senz’anima.

Il nostro pensiero e la nostra filosofia rappresentano una
minaccia diretta per loro, per questo attaccano i nostri
filosofi. La nostra cultura e la nostra arte sono un pericolo
per loro, per questo stanno cercando di vietarle. Anche il
nostro sviluppo e la nostra prosperità rappresentano una
minaccia per loro: cresce la concorrenza. Loro non hanno
affatto bisogno della Russia, NOI ne abbiamo bisogno.

Vorrei ricordarvi che le pretese di dominio sul mondo in
passato sono state infrante più di una volta dal coraggio e
dalla resilienza del nostro popolo. La Russia sarà sempre la
Russia. Continueremo a difendere sia i nostri valori che la
nostra Patria.

L’Occidente conta sull’impunità, su come farla franca su
tutto. Di fatto, l’hanno fatta franca fino ad oggi. Gli
accordi nel campo della sicurezza strategica finiscono nella
spazzatura; gli accordi raggiunti al più alto livello politico
vengono dichiarati falsi; la ferma promessa di non espandere
la NATO ad est, non appena i nostri ex leader se la sono
bevuta, si è rivelata essere uno sporco inganno; i trattati
sulla difesa antimissilistica e sui missili a medio e corto
raggio sono stati violati unilateralmente con pretesti
inverosimili.

Si sente dire ovunque: l’Occidente rappresenta l’ordine basato
sulle regole. Da dove vengono [queste regole]? Chi ha mai
visto queste regole? Chi le ha approvate? Sentite, è
un’assurdità, puro inganno, doppi, tripli standard! È pensata
per gli sciocchi.

La Russia è una grande potenza millenaria, una civiltà-paese,
e non vivrà secondo regole truccate e fasulle.
È il cosiddetto Occidente che ha calpestato il principio
dell’inviolabilità dei confini, e ora decide a propria
discrezione chi ha diritto all’autodeterminazione e chi no,
chi non ne è degno. Non è chiaro perché lo decidano, né chi
abbia dato loro questo diritto. Se lo sono dati da soli.

Ecco perché la scelta della gente di Crimea, Sebastopoli,
Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhya e Kherson li fa infuriare.
Questo Occidente non ha il diritto morale di valutare e
nemmeno di blaterare circa la libertà della democrazia. Non lo
ha e non lo ha mai avuto!

Le élite occidentali negano non solo la sovranità nazionale e
il diritto internazionale. La loro egemonia ha un pronunciato
carattere di totalitarismo, dispotismo e apartheid. Dividono
sfacciatamente il mondo in loro vassalli, nei cosiddetti paesi
civilizzati, e in tutti gli altri, che, secondo il piano dei
razzisti occidentali di oggi, dovrebbero aggiungersi alla
lista dei barbari e dei selvaggi. Le false etichette – “paese
canaglia”, “regime autoritario” – sono già pronte,
stigmatizzano interi popoli e stati. Non c’è niente di nuovo
in questo: le élite occidentali sono rimaste tali e quali –
colonialiste. Discriminano, dividono i popoli in “prime” e in
“altre” classi.

Non abbiamo mai accettato e non accetteremo mai questo
nazionalismo politico e questo razzismo. E che cos’è, se non
razzismo, la russofobia che si sta diffondendo ora in tutto il
mondo? Che cos’è, se non razzismo, la perentoria convinzione
dell’Occidente che la propria civiltà, la [propria] cultura
neoliberista sia un modello indiscutibile per il mondo intero?
“Chi non è con noi è contro di noi”. Come suona strano!

Anche la colpa dei propri crimini storici viene scaricata
dalle élite occidentali su tutti gli altri, chiedono sia ai
cittadini dei propri paesi che agli altri popoli di pentirsi
per cose con cui non hanno nulla a che fare, come, ad esempio,
il periodo della conquista coloniale.
Vale la pena ricordare all’Occidente che iniziò la propria
politica coloniale nel Medioevo, per proseguire la tratta
mondiale degli schiavi fino al genocidio delle tribù indiane
in America, al saccheggio dell’India, dell’Africa, e alle
guerre di Inghilterra e Francia contro la Cina, a causa delle
quali fu costretto ad aprire i propri porti al commercio di
oppio. Quello che hanno fatto è stato drogare intere nazioni,
sterminare di proposito interi gruppi etnici per la terra e
per le risorse, inscenare una vera e propria caccia alle
persone come fossero animali. Tutto ciò è contrario alla
natura stessa dell’uomo, alla verità, alla libertà e alla
giustizia.

E noi siamo orgogliosi che nel XX secolo sia stato il nostro
Paese a guidare il movimento anticolonialista, dando a molti
popoli del mondo l’opportunità di svilupparsi, ridurre la
povertà e la disuguaglianza, vincere la fame e le malattie.

Sottolineo che uno dei motivi della secolare russofobia, della
malcelata rabbia di queste élite occidentali nei confronti
della Russia, è proprio che non ci siamo lasciati derubare
durante il periodo delle conquiste coloniali e abbiamo
costretto gli europei a commerciare con reciproco vantaggio.
Ciò è stato possibile grazie alla creazione di un forte Stato
centralizzato in Russia, che si è sviluppato ed è stato
rafforzato dai grandi valori morali dell’Ortodossia,
dell’Islam, dell’Ebraismo e del Buddismo, nonché dalla cultura
e dalla lingua russa, aperte a tutti.

È noto come siano stati ripetutamente elaborati piani per
intervenire in Russia, cercando di sfruttare i tempi difficili
dell’inizio del XVII secolo e il periodo di sconvolgimenti
dopo il 1917, ma hanno fallito. L’Occidente è comunque
riuscito ad impadronirsi della ricchezza della Russia alla
fine del XX secolo, quando lo stato fu distrutto. Ci hanno
chiamato amici e partner, ma in realtà ci hanno trattato alla
stregua di una colonia: trilioni di dollari sono stati
sottratti al Paese con una serie di manovre. Tutti noi
ricordiamo tutto, non abbiamo dimenticato nulla.

E in questi giorni, le persone a Donetsk e a Lugansk, a
Kherson e a Zaporizhzhya si sono espresse a favore del
ripristino della nostra unità storica. Grazie!

Da secoli i Paesi occidentali affermano di portare libertà e
democrazia alle altre nazioni. È esattamente il contrario:
invece della democrazia [portano] repressione e sfruttamento;
invece della libertà [portano] schiavitù e violenza. L’intero
ordine mondiale unipolare è intrinsecamente antidemocratico e
non-libero, è ingannevole ed ipocrita in tutto e per tutto.

Gli Stati Uniti sono l’unico paese al mondo ad aver usato due
volte le armi nucleari, distruggendo le città giapponesi di
Hiroshima e Nagasaki. Tra l’altro, creando un precedente.

Lasciate che vi ricordi anche che gli Stati Uniti, insieme
agli inglesi, durante la Seconda Guerra Mondiale hanno ridotto
in rovina Dresda, Amburgo, Colonia e molte altre città
tedesche senza alcun obiettivo militare. Ed è stato fatto in
modo dimostrativo, senza, ripeto, obiettivi militari. C’era un
solo obiettivo: proprio come nel caso dei bombardamenti
nucleari in Giappone, intimidire sia il nostro Paese che il
mondo intero.

Gli Stati Uniti hanno lasciato un segno terribile nella
memoria dei popoli della Corea e del Vietnam con barbari
bombardamenti “a tappeto”, l’uso del napalm e armi chimiche.

Ad oggi occupano di fatto ancora Germania, Giappone,
Repubblica di Corea e altri paesi, e allo stesso tempo li
chiamano cinicamente “alleati” alla pari. Ascoltate, ma che
tipo di alleanza è questa? Tutto il mondo sa che i leader di
questi Paesi vengono spiati e che i loro capi di stato vengono
intercettati non solo nei loro uffici, ma anche nelle loro
case. È un vero peccato. Un peccato sia per chi fa questo, sia
per chi, come uno schiavo, ingoia silenziosamente e docilmente
questa meschinità.
Gridano ordini e insulti all’indirizzo dei loro vassalli e la
chiamano solidarietà euro-atlantica; lo sviluppo di armi
biologiche, esperimenti su persone viventi, anche in Ucraina,
[la chiamano] nobile ricerca scientifica.

È con la loro politica distruttiva, [con le loro] guerre e
rapine che hanno provocato la colossale ondata di flussi
migratori di oggi. Milioni di persone subiscono privazioni,
abusi, muoiono a migliaia, nel tentativo di raggiungere
l’Europa.

Ora esportano pane dall’Ucraina. Dove va a finire [questo
pane] con il pretesto di “fornire sicurezza alimentare ai
paesi più poveri del mondo”? Dove sta andando? Va tutto ai
paesi europei. Solo il 5% è andato ai paesi più poveri del
mondo. Ancora una volta un’altra truffa e un vero e proprio
inganno.

L’élite americana sta di fatto usando la tragedia di queste
persone per indebolire i propri concorrenti, per distruggere
gli stati nazionali. Questo vale anche per l’Europa, questo
vale anche per l’identità di Francia, Italia, Spagna e altri
paesi con una storia secolare.

Washington sta chiedendo sempre più sanzioni contro la Russia
e la maggior parte dei politici europei obbedisce servilmente.
Capiscono chiaramente che gli Stati Uniti, spingendo l’UE ad
abbandonare completamente l’energia e le altre risorse russe,
stanno praticamente deindustrializzando l’Europa e si stanno
impadronendo completamente del mercato europeo – capiscono
tutto, queste élite europee, capiscono tutto, ma preferiscono
servire gli interessi degli altri. Questo non è più
servilismo, ma un tradimento diretto dei loro popoli. Ma Dio
li benedica, sono affari loro.

Ma le sanzioni non bastano agli anglosassoni, che sono quindi
ricorsi al sabotaggio – incredibile, ma vero – facendo saltare
i gasdotti internazionali del Nord Stream, che corrono lungo
il fondo del Mar Baltico, distruggendo di fatto l’intera
infrastruttura energetica paneuropea. È chiaro a tutti [chi
sono] coloro che ne beneficiano. Lo ha fatto [il sabotaggio]
chi ne trae vantaggio, ovviamente.

Il diktat statunitense si basa sulla forza bruta, sulla legge
del primato. A volte è ben confezionata, altre volte non lo è,
ma l’essenza è la stessa: la legge del pugno. Da qui il
dispiegamento e il mantenimento di centinaia di basi militari
in ogni angolo del mondo, l’espansionismo della NATO, i
tentativi di formare nuove alleanze militari come AUKUS e
simili. Si sta inoltre lavorando attivamente per creare un
collegamento politico-militare tra Washington-Seoul-Tokyo.
Tutti gli stati che possiedono o aspirano a possedere
un’autentica sovranità strategica e sono in grado di sfidare
l’egemonia occidentale sono automaticamente inclusi nella
categoria dei nemici.

È su questi princìpi che si fondano le dottrine militari degli
Stati Uniti e della NATO, che vogliono nientemeno che il
dominio totale. Le élite occidentali presentano i propri piani
neocoloniali nello stesso modo ipocrita, persino con pretese
di pace, parlano di una sorta di contenimento, una parola così
subdola che, in realtà, significa solo una cosa: minare
qualsiasi centro sovrano di sviluppo.

Abbiamo già sentito parlare del contenimento di Russia, Cina,
Iran. Credo che altri paesi dell’Asia, dell’America Latina,
dell’Africa, del Medio Oriente, così come gli attuali partner
e gli alleati degli Stati Uniti, siano i prossimi. Sappiamo
che quando qualcosa non è di loro gradimento, impongono
sanzioni anche contro gli alleati: prima contro una banca, poi
contro un’altra; ora contro una società, ora contro un’altra.
È una pratica che verrà ampliata. Prendono di mira tutti,
compresi i nostri vicini più prossimi: i paesi della comunità
degli Stati indipendenti (CSI).

È evidente che l’Occidente desidera questo da molto tempo.
Così, avviando un corpo di sanzioni contro la Russia,
credevano che sarebbero stati ancora una volta in grado di
compattare il mondo intero attorno ai loro comandi. Ma, come
si è scoperto, una prospettiva così rosea non entusiasma
tutti, tranne i veri masochisti politici e gli ammiratori di
altre forme non convenzionali di relazioni internazionali. La
maggior parte degli stati si rifiuta di “seguire la strada
maestra” e opta invece per un modo ragionevole di cooperare
con la Russia.

L’Occidente chiaramente non si aspettava una tale
recalcitranza. Sono così abituati a prendere tutto con la
forza, il ricatto, la corruzione e l’intimidazione che si
convincono che questi metodi funzioneranno per sempre, come se
fossero congelati nel passato.

Tale presunzione è una conseguenza diretta non solo del
famigerato concetto della propria esclusività – e anche questa
è davvero stupefacente – ma anche di una vera e propria “fame
di informazioni” in Occidente. Hanno annegato la verità in un
oceano di miti, illusioni e falsità per mezzo di una
propaganda estremamente aggressiva, mentendo incautamente,
come Goebbels. Più incredibile è la bugia, più velocemente la
gente ci crederà: è così che agiscono, secondo questo
principio.

Ma le persone non possono essere nutrite con dollari ed euro
stampati. È impossibile nutrirsi con questi pezzi di carta, ed
è impossibile riscaldare una casa con la capitalizzazione
virtuale e gonfiata dei social network occidentali. Tutto ciò
che sto dicendo è importante. Ma non meno importante è ciò che
ho appena detto: i soldi stampati non sfamano nessuno – serve
cibo; queste inflazioni gonfiate non scaldano nessuno – serve
energia.

Ecco perché i politici europei devono convincere i propri
concittadini a mangiare meno, lavarsi meno spesso e vestirsi
più caldi a casa. E quelli che iniziano a fare domande giuste:
“Perché è così?” – vengono subito dichiarati nemici,
estremisti e radicali. [I politici europei] girano le carte in
tavola e puntano il dito contro la Russia, dicendo: ecco chi è
la fonte di tutti i vostri problemi. Mentono, di nuovo.

Quello che voglio sottolineare è che ci sono tutte le ragioni
per credere che le élite occidentali non cercheranno vie
d’uscita costruttive alla crisi alimentare ed energetica
globale che si è creata. Altrimenti dovrebbero ammettere che è
stata colpa loro, e della loro politica di lunga data,
[avviata] già molto prima della nostra Operazione Militare
Speciale in Ucraina, nel Donbass. Non intendono risolvere i
problemi dell’ingiustizia e della disuguaglianza. C’è il
timore che siano pronti ad usare altre ricette a loro
familiari.

E qui vale la pena di ricordare che l’Occidente è uscito dalle
contraddizioni del primo Novecento attraverso la Prima Guerra
Mondiale. I profitti della Seconda Guerra Mondiale hanno
permesso agli Stati Uniti di superare finalmente le
conseguenze della Grande Depressione e di diventare la più
grande economia del mondo, imporre al pianeta il potere del
dollaro come valuta di riserva globale. L’Occidente ha
ampiamente superato la crisi degli anni ’80 – che si è
aggravata negli anni ’90 – appropriandosi dell’eredità e delle
risorse dell’Unione Sovietica, che alla fine è crollata.
Questo è un dato di fatto.

Ora, per districarsi da un altro groviglio di contraddizioni,
hanno bisogno a tutti i costi di spezzare la Russia e gli
altri Stati che scelgono la via dello sviluppo sovrano per
depredare ancora di più le ricchezze altrui e grazie a queste
mettere una pezza sopra ciò di cui sono responsabili. Se ciò
non dovesse accadere, non escludo che cercheranno di far
crollare il sistema, a cui potranno dare la colpa di tutto,
oppure, Dio non voglia, decideranno di usare la nota formula
“la guerra cancellerà tutto”.
La Russia comprende la propria responsabilità nei confronti
della comunità mondiale e farà di tutto per far rinsavire
queste teste calde.

È chiaro che l’attuale modello neocoloniale è definitivamente
spacciato. Ma ancora una volta i suoi veri padroni si
aggrapperanno ad esso fino alla fine. Semplicemente, non hanno
nulla da offrire al mondo se non lo stesso sistema di rapina e
di brigantaggio.

In effetti, sputano sul diritto naturale di miliardi di
persone, la maggior parte dell’umanità, alla libertà e alla
giustizia, alla possibilità di determinare da soli il proprio
futuro. Ora sono passati alla negazione radicale della
moralità, della religione e della famiglia.

Rispondiamo ad alcune domande molto semplici per noi stessi.
Voglio ora tornare a quanto ho detto, voglio rivolgermi a
tutti i cittadini del Paese, non solo ai colleghi che sono qui
in aula, a tutti i cittadini della Russia: vogliamo avere,
qui, nel nostro Paese, in Russia, al posto di mamma e papà, i
“genitore uno”, “genitore due”, “genitore tre” (sono
totalmente impazziti!)? Vogliamo davvero che le perversioni
che portano al degrado e all’estinzione siano imposte ai
bambini nelle nostre scuole fin dalle elementari? Vogliamo che
venga insegnato loro che oltre alle donne e agli uomini ci
sono presumibilmente altri generi e che venga loro proposto un
intervento di riassegnazione del sesso? Vogliamo tutto questo
per il nostro Paese e per i nostri figli? Per noi tutto questo
è inaccettabile, abbiamo un futuro diverso, il nostro.

Ripeto, la dittatura delle élite occidentali è diretta contro
tutte le società, compresi gli stessi popoli dei paesi
occidentali. Questa è una sfida per tutti. Questa negazione
totale dell’uomo, la sovversione della fede e dei valori
tradizionali, la soppressione della libertà assumono le
caratteristiche di una “religione al contrario” – un vero e
proprio satanismo. Nel Discorso della Montagna, Gesù Cristo,
denunciando i falsi profeti, dice: “Dai loro frutti li
riconoscerete”. E questi frutti velenosi sono già evidenti
alle persone – non solo nel nostro paese, in tutti i paesi,
comprese molte persone nello stesso Occidente.

Il mondo è entrato in un periodo di trasformazioni
rivoluzionarie, che sono di natura fondamentale. Si stanno
formando nuovi centri di sviluppo, che rappresentano la
maggioranza – la maggioranza! – della comunità mondiale e che
sono pronti non solo a dichiarare i propri interessi, ma anche
a proteggerli, e che vedono nella multipolarità un’opportunità
per rafforzare la propria sovranità, e quindi per ottenere una
vera libertà, una prospettiva storica, il proprio diritto ad
uno sviluppo indipendente, creativo e originale, ad una vita
armoniosa.

In tutto il mondo, compresi Europa e Stati Uniti, come ho
detto, ci sono molte persone che la pensano come noi e
sentiamo, vediamo il loro sostegno. In diversi Paesi e società
si sta sviluppando un movimento di liberazione anticoloniale
contro l’egemonia unipolare. La sua presenza soggettiva non
potrà che aumentare. È questa forza che determinerà la futura
realtà geopolitica.

Cari amici!

Oggi lottiamo per un percorso giusto e libero, prima di tutto
per noi stessi, per la Russia, affinché la dittatura, il
dispotismo diventino per sempre un ricordo del passato. Sono
convinto che i Paesi e i popoli capiscano che una politica
basata sull’esclusività di qualcuno, sulla soppressione di
altre culture e popoli, è intrinsecamente criminale, [che
capiscano] che dobbiamo voltare questa pagina vergognosa. Il
crollo dell’egemonia occidentale che è iniziato è
irreversibile. E lo ripeto ancora: non sarà più come prima.

Il campo di battaglia a cui il destino e la storia ci hanno
chiamato è il campo di battaglia per il nostro popolo, per una
grande Russia storica. Per una grande Russia storica, per le
generazioni future, per i nostri figli, nipoti e pronipoti.
Dobbiamo proteggerli dalla schiavitù, dai mostruosi
esperimenti che cercano di paralizzare le loro menti e le loro
anime.

Oggi lottiamo affinché non venga mai in mente a nessuno che la
Russia, il nostro popolo, la nostra lingua, la nostra cultura
possano essere presi e cancellati dalla storia. Oggi abbiamo
bisogno del consolidamento dell’intera società, e tale
coesione può basarsi solo sulla sovranità, sulla libertà,
sulla creazione e sulla giustizia. I nostri valori sono
umanità, misericordia e compassione.

E voglio concludere il mio discorso con le parole di un vero
patriota, Ivan Alexandrovich Ilyin: “Se considero la Russia la
mia patria, significa che amo in russo, contemplo e penso,
canto e parlo russo; che credo nella forza spirituale del
popolo russo. Il suo spirito è il mio spirito; il suo destino
è il mio destino; la sua sofferenza è il mio dolore; la sua
fioritura è la mia gioia”.

Dietro queste parole c’è una grande scelta spirituale che
molte generazioni di nostri antenati hanno seguito per più di
mille anni di esistenza dello Stato russo. Oggi questa scelta
viene fatta da noi, dai cittadini delle Repubbliche popolari
di Donetsk e di Lugansk, dagli abitanti delle regioni di
Zaporizhzhya e di Kherson, che hanno scelto di stare con la
loro gente, di stare con la Patria, di vivere il suo destino,
di vincere insieme ad essa.

Dietro di noi c’è la verità, dietro di noi c’è la Russia!
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