Dynamic Beam e Nordic Walking: la ricerca di un nuovo equilibrio

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Dynamic Beam e Nordic Walking: la ricerca di un nuovo equilibrio
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MESSINA
 DIPARTIMENTO DI SCIENZE BIOMEDICHE, ODONTOIATRICHE E
      DELLE IMMAGINI MORFOLOGICHE E FUNZIONALI
            CORSO DI LAUREA IN SCIENZE MOTORIE E SPORTIVE

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Dynamic Beam e Nordic Walking: la ricerca di
           un nuovo equilibrio

Tesi di Laurea di:

Gaspare LENTINI

                                             Relatore:

                                 Chiar.mo Prof. Fabio TRIMARCHI

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                     ANNO ACCADEMICO 2015-2016
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Dynamic Beam e Nordic Walking: la ricerca di un nuovo equilibrio
Ad Majora Semper

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Dynamic Beam e Nordic Walking: la ricerca di un nuovo equilibrio
Indice
Introduzione                                                           p. 4

I Capitolo: Cos’è il Dynamic Beam?                                     p. 6

   1. A cosa serve il dy.be.?                                          p. 6
   2. Descrizione tecnica del Dynamic Beam                            p. 8
   3. Obiettivi del Dynamic Beam                                      p. 10
   4. Sistema di acquisizione dati sul Dynamic Beam                   p.11
   5. L’importanza della propriocezione per un corretto funzionamento
      posturale                                                        p. 12
   6. Filosofia del Dynamic Beam                                       p. 15
   7. Esercizi sul Dynamic Beam                                        p. 17

II Capitolo: Cos’è il Nordic Walking?                                  p. 19

   1. Obiettivi del Nordic Walking                                     p. 20
   2. La tecnica                                                       p. 22
   3. Wellness Nordic Walking e Postura                               p. 29
   4. Studi scientifici sui benefici del Nordic Walking nella prevenzione e
      nella riabilitazione di patologie ortoperdiche e cardiovascolari p. 31
   5. Effetti del Nordic Walking nel trattamento riabilitativo di patologie
      neurologiche, ortopediche e traumatiche                         p. 34

Conclusioni                                                            p. 38

Bibliografia                                                           p. 39

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Dynamic Beam e Nordic Walking: la ricerca di un nuovo equilibrio
Introduzione

Il seguente lavoro esamina i benefici posturali, fisiologici e neuromuscolari
che il Dynamic Beam ed il Nordic Walking sono in grado di apportare agli
individui nel campo dell’educazione e della ri-educazione motoria. Queste
due tecniche, infatti, si concentrano, anche se in modalità differenti, sia sul
miglioramento dell’equilibrio nelle sue prime forme di apprendimento
durante l’infanzia e l’adolescenza, sia sulla correzione dello stesso in
condizioni patologiche.
Il Dynamic Beam è un nuovo attrezzo terapeutico-sportivo formato da una
trave dotata di un piano centrale per l’appoggio del bacino e di un altro
collocato in prossimità della sua estremità inferiore per l’appoggio delle
gambe, entrambi basculanti. Per consentire un lavoro ottimale, la trave
poggia orizzontalmente su due semilune basculanti: queste permettono di
effettuare un ulteriore movimento oscillatorio sul piano sagittale del corpo
situato in appoggio supino. L’obiettivo di questa tesi è dunque quello di
presentare i vantaggi che il Dynamic beam può portare a livello
propriocettivo, aspetto particolarmente importante nei soggetti affetti da
disfunzioni rachidee come la scoliosi, la scoliosi dolorosa dell’adulto,
l’ipercifosi, le lombalgie etc... Infatti il lavoro su Dy.Be. si basa sulla
costante perdita dell’equilibrio e il conseguente tentativo di recuperarlo
repentinamente, mettendo così in funzione tutti i muscoli profondi del
rachide deputati all’equilibrio ed al movimento. Oltre ad un miglioramento
posturale si è notato che il dolore causato dalle patologie già menzionate
diminuisce o addirittura scompare dopo solo una seduta di 30 minuti.
Mentre il Dynamic Beam agisce sull’equilibrio statico, il Nordic Walking
basa la sua filosofia sulla ricerca dell’equilibrio dinamico. Nel Nordic
walking (camminata nordica), a differenza del walking o del jogging, grazie
all’ausilio di una coppia di bastoncini si esegue un movimento diagonale
delle braccia in cui viene sollecitata tutta la muscolatura del tronco; in tal
modo si mette in funzione una catena di reazioni fisiologiche che
contribuiscono a mantenere una migliore postura per un corretta
deambulazione. Inoltre, pur essendo un’attività non-impact, la rendita
fisiologica è molto alta, per cui è consigliabile anche ai soggetti affetti da

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Dynamic Beam e Nordic Walking: la ricerca di un nuovo equilibrio
diabete di tipo II e Parkinson. La metodica seguita da questa disciplina parte
dalla postura attraverso il cammino e si propone di insegnare a prevenire
la malattia con stili di vita appropriati.
In conclusione, tramite l’analisi di queste due tecniche terapeutico-sportive
che lavorano sulla postura e la propriocezione, voglio illustrare l’importanza
che l’equilibrio gioca nel miglioramento della qualità della vita .

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Dynamic Beam e Nordic Walking: la ricerca di un nuovo equilibrio
I capitolo
                       Cos’è il Dynamic Beam?
Il Dynamic Beam è un attrezzo che nasce con lo scopo di arricchire il
bagaglio di tutte quelle figure professionali preposte alla riabilitazione ed
alla rieducazione motoria, permettendo, nel rispetto         dell’indicazione
medica, di migliorare la qualità di vita del paziente affetto da
disfunzionamento                                                   rachideo.

È stato brevettato nel 2016 dal Prof. G. Ferracane, medico fisioterapista che
opera a Palermo, e dal Prof. P. Lentini, insegnante di educazione fisica e
chinesiologo di Messina. Insieme fondano la PAME S.r.l., società grazie
alla quale il dynamic beam comincia ad ottenere maggiore visibilità e
diffusione sul territorio nazionale, e con la quale promuovono questo nuovo
attrezzo alla Fiera della Sanità di Bologna nel Maggio dello stesso anno.

    1. A cosa serve il dy.be.?

Questo attrezzo viene utilizzato nel trattamento delle patologie da
disfunzionamento rachideo ed in quelle caratterizzate dalla presenza di
dolore, essendo dunque in grado di diventare un ottimo ausilio da adoperare
all’interno di strutture riabilitative, come anche nelle palestre e nei centri
sportivi.
L’idea di base è quella di creare, in una situazione di massima turbolenza,
una nuova forma di instabilità che annulli i compensi posturali memorizzati
dal paziente e agevoli la creazione di un nuovo ordine stabile, efficace e
se possibile autoadattativo. L’instabilità del dynamic beam destruttura la
postura quotidiana per ritrovare l’equilibrio che si perde costantemente. Si
crea una sorta di    “terremoto”    a   livello muscolare,   soprattutto    dei
muscoli deputati alla postura.

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Dynamic Beam e Nordic Walking: la ricerca di un nuovo equilibrio
L’azione disquilibrante del dy.be stimola il sistema propriocettivo spinale
in maniera differente rispetto a quanto accade con lo stesso esercizio
eseguito in posizione stabile. L’inusuale attivazione              del sistema
propriocettivo comporta un reclutamento riflesso delle mm paravertebrale
profonda, nel tentativo di cercare un nuovo equilibrio.
I muscoli intertrasversali e interspinali , superficiali e profondi,
espletano    soprattutto un ruolo propriocettivo           e   consentono     di
raccogliere una notevole mole di informazioni sullo stato del movimento e
sulle condizioni di equilibrio, andando così ad agire attivamente sul
mantenimento posturale.
Le perturbazioni e le turbolenze dell’equilibrio determinano lo spostamento
del centro di massa del corpo rispetto alla base di appoggio, e stimolano i
recettori estero-propriocettivi del distretto   rachideo che trasmettono le
informazioni al sistema tonico posturale. Quest’ultimo elabora tali
informazioni e programma delle risposte motrici immediate attraverso il
sistema vestibolo spinale     determinando il        riequilibrio delle tensioni
muscolo-legamentose, il miglioramento della               mobilizzazione      e
sensibilizzazione del rachide, ed il rafforzamento della mm vertebrale
profonda e superficiale.
Infine il dynamic Beam         consente di recuperare          gli automatismi
sottocorticali alterati dalla perturbazione e dà la possibilità di un recupero
in tempi brevi del tono muscolare e della postura.
Il recupero delle funzionalità lombari e l’assenza di dolore sono determinati
dal passaggio dei captori di dolore a captore di variazione di pressione
grazie alla stimolazione delle vie dell’emozione, e non del dolore. Le fibre
di grosso diametro trasmettono informazioni tattili, mentre quelle più
piccole veicolano informazioni nocicettive: di conseguenza si avrà un dolore
scarso o assente in caso di prevalenza dell’attività lungo le fibre grosse
(tattili), ed un dolore percepito in caso di prevalenza dell’attività lungo le
fibre piccole nocicettive.

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Dynamic Beam e Nordic Walking: la ricerca di un nuovo equilibrio
2. Descrizione tecnica del Dynamic Beam

L’attrezzo presentato in questa descrizione si compone di vari segmenti tutti
realizzati con lo stesso materiale, di varie forme e dimensioni.
Il corpo centrale è costituito da una trave che presenta intagli per
l’alloggiamento di diversi elementi che determinano le varie funzionalità
dell’attrezzo.
La trave principale (fig. n1) presenta le seguenti dimensioni:

       Lunghezza: 200 ± 20 cm.
       Larghezza: 11 ± 2 cm.
       Spessore: 8 ± 2 cm.

Tale elemento, inoltre, presenta due serie da tre fori lungo lo spessore della
stessa ad una distanza di 45 e 110 cm tra il primo foro della serie e il limite
superiore della trave. I tre fori di ogni serie sono disposti ad una distanza di
5 cm l’uno dall’altro. Essi permettono il passaggio di tubolari elastici sui
quali è possibile l’inserimento di maniglie.
Il primo elemento trasversale (fig. n2) si trova ad una distanza di 25 cm dal
limite superiore della trave principale. Esso è costituito da un
parallelepipedo di dimensioni:
       Lunghezza: 30 ± 2 cm.
       Larghezza: 10 ± 2 cm.
       Spessore: 4 ± 1 cm.

Su di esso è presente un intaglio rettangolare lungo la lunghezza di 1.5 x 2
cm equidistante dai bordi dell’elemento stesso. In esso si inserisce un
ulteriore elemento formato da una base lunga 30 ± 2 cm e un arco le cui
dimensioni possono variare in base al grado di difficoltà dell’esercizio
svolto. Nel disegno allegato viene rappresentato con una altezza di 5 ± 1 cm
e un raggio di curvatura di 25 cm.
Il secondo elemento (fig. n3) è un quadrato di dimensioni:
       Lato: 25 ± 2 cm.
       Spessore: 3 ± 0.5 cm.

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Dynamic Beam e Nordic Walking: la ricerca di un nuovo equilibrio
Esso è incuneato ad una distanza di 70 ± 2 cm dal limite superiore della
trave principale ed in maniera simmetrica rispetto all’asse longitudinale di
quest’ultima. Quest’elemento inoltre risulta instabile.
Il terzo elemento (fig. n4) è posizionato ad una distanza di 25 cm dal limite
inferiore della trave principale ed è costituito da un rettangolo di dimensioni:
       Lunghezza: 40 ± 2 cm.
       Larghezza: 30 ± 2 cm.
       Spessore: 3 ± 0.5 cm.

Anch’esso è posizionato in posizione simmetrica rispetto all’asse ed è
incastrato sulla trave principale.
Il quarto elemento (fig. n5) risulta essere speculare al primo ed è posizionato
ad una distanza di 25 cm rispetto al limite inferiore della trave centrale.
vista dall’alto
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                                                                              inferiore
             Limite
             superiore

vista laterale

    3. Obiettivi del Dynamic Beam

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Dynamic Beam e Nordic Walking: la ricerca di un nuovo equilibrio
Lo scopo principale dell’attrezzo è quello di stimolare le strutture
rachidee (muscoli e legamenti) in decubito supino senza stress da
compressione tipico della stazione eretta, annullando così i compensi
posturali. É evidente che ogni disequilibrio delle tensioni muscolari provoca
immediatamente la riorganizzazione di un nuovo equilibrio adattativo al
prezzo di un dissestamento segmentario, avendo come conseguenza la
rielaborazione dello schema corporeo.
Il ruolo dei muscoli paravertebrali è stato ben precisato da Bergmak nel
1989.
I muscoli    paraspinali     profondi di grande valore protettivo, sotto il
controllo   della zona subcorticale, mettono       le vertebre in uno stato di
pretensione che prepara il movimento (reazione tonica antigravitaria di
origine sub corticale). I muscoli multifidi hanno un ruolo significativo
nella stabilizzazione del rachide, e di conseguenza la loro efficienza è di
notevole    importanza:    questi      sono    i   muscoli    del   pensiero    e
dell’immaginazione. La muscolatura            rachidea superficiale, invece,
realizza il movimento su un rachide stabilizzato dalla muscolatura profonda,
pertanto essa si compone dei muscoli del movimento e dell’azione.
La disfunzione del rachide lombare è spesso la causa principale della
lombalgia, e molti ricercatori hanno identificato un’associazione fra la
disfunzione del rachide lombare e l’ipotono dei muscoli paraverterbrali della
schiena.
L’obiettivo del Dynamic Beam, grazie alla sua struttura studiata nel
dettaglio, sarà dunque quello di ottenere i seguenti risultati:
       Il miglioramento del controllo cognitivo nelle scoliosi dolorose e
        dell’adulto.
       La riabilitazione neuro motoria e neuro sensoriale nelle scoliosi e
        ipercifosi giovanili.
       L’ottimizzazione del sistema polisensoriale dell’equilibrio per una
        prestazione sportiva più ergonomica e di conseguenza preventiva del
        dolore.

   4. Sistema di acquisizione dati sul Dynamic Beam

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Per poter monitorare gli esercizi eseguiti con la dynamic beam, si è
pensato di realizzare un dispositivo che permette di valutare la pressione
esercitata dal paziente in punti specifici sulla trave. Per misurare la forza
applicata sulla trave si è scelto di utilizzare sensori resistivi. Questi
sensori variano il valore della loro resistenza in base alla forza applicata
sull’ area sensibile. Maggiore è la forza applicata minore è il valore della
resistenza. Ogni sensore è sensibile a una forza da 100 g a 10 kg. Sono
stati posizionati sei sensori lungo la lunghezza della trave in posizioni
strategiche per monitorare la forza a livello del bacino, toracico e
lombare. In questa immagine è illustrato
il circuito utilizzato per l’acquisizione. Il
segnale proveniente dai sensori viene
convogliato in un Arduino, una scheda
elettronica di piccole dimensioni con un microcontrollore. Attraverso la
programmazione del microcontrollore è possibile acquisire i segnali dai
vari sensori. Con l’utilizzo di un software è possibile trasformare il
valore di resistenza dei sensori in forza applicata e visualizzare la
variazione dei valori in tempo reale. Durante l’esercizio si può notare
che ai movimenti del paziente, visualizzati su dei grafici, corrispondono
variazioni del valore di forza. Questi valori che possono essere osservati
in tempo reale durante tutto lo svolgimento della seduta, vengono salvati
e studiati dall’operatore.

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5. L’importanza            della    propriocezione           per     un    corretto
          funzionamento posturale

La propriocezione rappresenta la capacità del sistema nervoso centrale
di percepire la posizione del corpo e delle sue parti, nonché della
contrazione muscolare e del movimento nello spazio dei diversi distretti
corporei (cinestesia) anche senza l'apporto della vista. Tale sensibilità
insorge          all'interno            di          un           organo          (fascia
connettivale, articolazioni,tendini, muscoli, capsule articolari, cute, visceri
ecc.),    attraverso     la   stimolazione     di   specifici     recettori   sensoriali:
esterocettori cutanei, propriocettori, enterocettori e recettori vestibolari.
La propriocezione assume quindi un'importanza fondamentale nel
complesso sistema dell'equilibrio e del movimento (l'atassia rappresenta
clinicamente l'alterazione della propriocezione determinante la progressiva
perdita      della      coordinazione        muscolare       e     quindi     motoria).
Dai recettori periferici (inclusi gli esterocettori retinici degli occhi) dipende
la conoscenza su quale è la nostra "conformazione" e posizione spaziale; in
qualche misura, per rispondere alla domanda "chi sono io?", occorre anche
rispondere             alla       domanda            "dove             sono        io?".
É dai riflessi estero-propriocettivi che nascono le rappresentazioni mentali
(engrammi) che consentono la nascita di abilità motorie complesse ma non
solo, azioni e movimenti hanno un ruolo centrale nei processi di
rappresentazione mentale, a partire dalla fase embrionale. L'embrione,
infatti, è innanzitutto un organismo motorio. Nella fase embrionale, in
quella fetale e in quella della prima infanzia, l'azione precede la sensazione:
vengono compiuti dei movimenti riflessi e poi se ne ha la percezione a
livello cerebrale. Le funzioni motorie e il corpo, spesso considerati entità
inferiori e subordinate alle attività cognitive sono invece all'origine di esse,
incluso lo stesso linguaggio che forma la nostra mente e nostri pensieri. La
propriocezione rappresenta quindi "la coscienza di sè", e perdere il controllo
sul proprio corpo significa, di conseguenza, perdere il controllo sui propri
pensieri ed emozioni. "Essere"               e "funzionare" sono inscindibili.
"Muscoli, tendini, capsule, legamenti sono organi di senso e organi di moto,
impegnati nella ricezione della stimolazione ambientale prima che
nell'effettuazione della risposta di moto...il senso non può giammai
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dissociarsi     dal     moto"         (R.      Paparella      Teccia,          1988).
                            Normalmente la quantità di fibre nervose sensitive
                            presenti in un nervo supera di gran lunga quelle
                            motorie (nel nervo tibiale ad es. la proporzione fra
                            esse è di ca. 3 a 1), ciò sta anche a indicare
                            l'importanza che l'organismo riserva al sistema di
feed-back. Inoltre ricerche sulla corteccia motoria hanno dimostrato che essa
è organizzata non tanto in base alle aree topografiche corporee quanto
piuttosto relativamente a specifici movimenti corporei complessi indirizzati
nello spazio verso un obiettivo definito. Da ciò ne consegue che un
movimento eseguito immaginando (visualizzando), ad es., di afferrare,
respingere o disegnare un oggetto coinvolge il sistema nervoso molto più
dello stesso gesto eseguito solo meccanicamente, stimolando e sviluppando
in tal modo la propriocezione di quella specifica articolazione o area
corporea; ciò risulta ovviamente importante ai fini rieducativi.
I recettori sensoriali nervosi sono formazioni distribuite in tutto il corpo con
la funzione di ricevere i diversi stimoli esterni e interni all'organismo e di
trasmetterli, trasducendoli in impulsi elettrici, attraverso le fibre nervose
afferenti al sistema nervoso centrale. I recettori nervosi vengono classificati
in vari modi. Alcuni di essi formano strutture complesse tali da considerarsi
organi propriamente detti di senso; ad es. l'occhio e l'orecchio.
Fra   i   neuroreccettori      sensoriali,   gli   esterocettori     cutanei     e      i
propriocettori importanti dal punto di vista posturologico sono recettori
sensoriali sensibili a stimoli provenienti dall'esterno quali il tatto, la
pressione cutanea e altre variazione strutturali di tipo meccanico
(meccanocettori)       di        derivazione        anche          interna.      Essi
possiedono caratteristiche strutturali e di adattamento diverse e suscitano
variazioni organiche locali e in taluni casi anche generali. Tali recettori
sensoriali sono responsabili della propriocezione e cinestesia, fornendo
al sistema dell'equilibrio informazioni sull'ambiente (esterno e interno)
consentendo al sistema posturale di conoscere, istante per istante, la
posizione e lo stato di ogni osso, muscolo, organo e sistema.
I recettori interstiziali, sono perlopiù terminazioni nervose libere (non
capsulate) sparse ovunque nella cute, nei tessuti connettivi e negli interstizi
muscolari (esterecettori cutanei e propriocettori). Questi piccoli recettori,
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praticamente presenti ovunque nell'organismo (meningi e legamenti
viscerali inclusi e massima concentrazione nel periostio) rappresentano la
famiglia di recettori nervosi di gran lunga più numerosa. Ciò che occorre
considerare è che nell’innervazione muscolare dell'uomo le fibre sensitive
derivano solo per ca. il 25% dai ben noti recettori del Golgi, Ruffini, Pacini
e Paciniformi (fibre tipo I e II), mentre tutta la restante parte ha origine dai
“recettori interstiziali” (fibre tipo III e IV). Circa il 90% dei recettori
interstiziali sono demienilizzati (tipo IV) mentre i restanti posseggono una
sottile guaina mielinica (tipo III). Ad azione più lenta rispetto ai recettori
tipo I e II, in passato sono stati considerati perlopiù nocicettori, termo e
chemiorecettori (sensibili a vibrazioni con frequenze inferiori ai 100 Hz). In
realtà     molti      di      loro     risultano     multimodali       e     in
maggioranza meccanorecettori (sensibili a tatto, pressione e trazione)
suddivisibili in due sottogruppi, di uguale numero circa, in base alla loro
soglia di attivazione tramite stimoli pressori: low-treshold (LTP) e high-
treshold pressure (HTP). Sono presenti recettori interstiziali a lento o a
rapido adattamento.        L'attivazione, in determinati stati patologici, di
recettori interstiziali sensibili sia a stimoli dolorifici che meccanici (in
maggioranza HTP), può generare sindromi dolorose in assenza delle
classiche irritazioni nervose (es. compressioni radicolari). Questo network
sensoriale, oltre ad avere una funzione di rilevamento afferente del
posizionamento e del movimento dei segmenti corporei, influenza, per
mezzo di intime connessioni, il sistema nervoso autonomo riguardo funzioni
quali la regolazione della pressione sanguigna, del battito cardiaco e
della respirazione sintonizzandole, in maniera molto precisa, alle esigenze
tissutali locali. L'attivazione dei meccanorecettori interstiziali agisce sul
sistema nervoso autonomo inducendolo a variare la pressione locale di
arteriole e capillari presenti nel tessuto connettivo, influenzando così il
passaggio di plasma dai vasi alla matrice extracellulare, e variandone quindi
la viscosità locale. Inoltre la stimolazione tramite pressioni lente e
profonde dei recettori interstiziali, così come quella dei recettori di
Ruffini, è in grado di incrementare il tono vagale (sistema nervoso
parasimpatico) generando cambiamenti organici globali comportanti
un profondo e benefico rilassamento.

                                                                             14
6. Filosofia del Dynamic Beam

La nuova tecnica concepita dal Dott. Ferracane e dal Prof. Lentini mira a
mettere la schiena nelle condizioni di poter partecipare in modo più attivo
ed economico al riordino del sistema tonico-posturale con più attenzione
alla biomeccanica e alla fisiologia della cv.
Il disfunzionamento del rachide è la rappresentazione concreta della teoria
del caos in quanto il sistema è:

- Aperto (verticalità);
- Complesso (multifattoriale);
- Imprevedibile (soglie);
- Molto sensibile alle condizioni iniziali;
- Deterministico (non dovuto al caso):
- Conducibile verso un nuovo stato di stabilità.

La disfunzione caotica è la causa dei seguenti disordini
I disordine:
       Disequilibrio articolare;
       Perdita della tensione muscolare simmetrica;
II disordine:
       L’alterazione posturale        è capace di modificare    l’attività dei
        muscoli inibendo i movimenti          automatici o ritardando il loro
        timing di messa in attività;
III disordine:
In queste alterazioni posturali i disequilibri si trovano:
       Nella statica: con perdita dei rapporti armoniosi tra i differenti
        segmenti scheletrici;
       A   livello biomeccanico: con la rottura delle sinergie muscolari
        equilibratrici
    e con l’alterazione della meccanica articolare;
La caratteristica del       dy.be      è quella di stimolare direttamente i
recettori esteropropriocettivi del rachide in scarico.

                                                                            15
Lo studio condotto da Ferracane e Lentini ha suscitato l’interesse del centro
chinesiterapico di Lione diretto da Claude De Mauroy, il quale ha deciso di
adoperare l’attrezzo come integrazione neuro-motrice per il trattamento
della scoliosi. Gli esercizi sulla trave in posizione eretta sono stati infatti
descritti nel quadro dell’utilizzazione del corsetto di Milwaukee.
Ma l'appoggio del rachide sulla trave instabile stimola al massimo i
ricettori cutanei e propriocettivi vertebrali. In effetti con la nostra bipedia,
i captori si sono specializzati nelle variazioni di pressione. Un programma
specifico, sia per le scoliosi giovanili che dell’adulto, è stato dunque
sviluppato sul Dynamic Beam in decubito dorsale.
La pratica dello sport dovrà essere adattata in funzione dell’età del ragazzo:
      Prima dei 7 anni: stimolazione delle attività superiori della marcia;
      Prima della pubertà: stimolazione dell’equilibrio (bicicletta);
      Durante la pubertà: aggiustamento delle tensioni paravertebrali. É il
  momento del nuoto;
      Alla fine della crescita staturale, va praticata una stimolazione della
       massa ossea con
  impatto assiale: attività a forte impatto (jogging, basket, pallavolo).
Non c’è una seconda possibilità per incrementare la massa ossea.

   7. Esercizi sul Dynamic Beam
                                                                            16
Di seguito riportiamo i vari step previsti dal protocollo:

          I.    1°STEP: supini sul tappetino, braccia lungo i fianchi,
               ginocchia piegate, piedi in appoggio. Alternare respirazione
               toracica a quella addominale, una mano sul petto e una
               sull’addome. Presa di coscienza, punti di contatto e di non
               contatto della schiena con il tappetino, punti di (eventuale)
               dolore, valutazione generale.

         II.   2°STEP: scelta tipologia di esercizio da eseguire:
                      Esercizi di traslocazione: dynamic beam stabile
                       (rovesciata) o instabile.

                      Esercizi da supini: a cavallo della trave rivolti verso
                       la pedana più larga, poggiare il bacino sulla pedana
                       centrale, distendersi sul dynamic beam, poggiare i
                       piedi sulla pedana della parte inferiore. Distendere le
                       braccia, schiacciare pollice ed indice di entrambe le
                       mani, o se necessario, posizione cifotizzante (scoliosi)

        III.   3°STEP: fase di lavoro, esecuzione del protocollo. Durata da
               10 a 50 minuti

                                                                            17
IV.   4°STEP:     conclusione,   stessa   posizione   del   1°step,
      valutazione delle differenze tra prima dell’esecuzione degli
      esercizi e dopo.

                    II capitolo

                                                                18
Cos’è il Nordic Walking?
Il nordic walking è un’attività motoria estremamente completa, a basso
impatto, fattibile da tutti e praticabile ovunque; se ben fatto, è un ottimo
esercizio per ottenere uno stato di benessere psico-fisico, infatti, attivando
oltre l’85% dei muscoli del nostro corpo, ci permette di consumare i grassi
senza affaticare le articolazioni, ottimo per chi vuole recuperare e/o
mantenere il proprio stato di forma. Con il movimento diagonale delle
braccia, avvalendosi dei bastoncini, viene sollecitata tutta
la muscolatura del tronco e delle braccia. Il corretto utilizzo dei bastoni
consente di intensificare la camminata normale riducendo la sensazione di
affaticamento, poichè il lavoro svolto dal corpo è maggiormente distribuito.
Il nordic walking ha anche evidenziato tra i praticanti un buon effetto di
benessere generalizzato e quindi di miglioramento della condizione
psicofisica. Il fatto di muoversi all'aria aperta dove aria pura, ambiente
naturale e la possibilità di socializzare lontano dai soliti ambienti e ruoli di
tutti i giorni, rendono le persone meno stressate e più libere di essere se
stesse. L’idea del Nordic Walking nasce nel 1996 da due studenti di
educazione fisica finlandesi       che effettuarono come tesi di laurea
un’indagine sul tema “Sauvakävely“ (camminare con i bastoncini). I due
Laureandi limarono la tecnica di avanzamento diagonale tipica dello sci di
fondo e combinarono la camminata con i bastoncini con diversi esercizi di
tonificazione e stretching. Ecco che nacque la nuova forma di allenamento
con i bastoncini, con cui si può allenare sia il sistema cardiocircolatorio sia
anche il 90 % dell’intera muscolatura. Questa forma di allenamento
oltremodo efficace viene già praticata regolarmente in Finlandia da 640.000
persone ed è diventata quindi uno sport popolare in quel paese, dove il
Nordic Walking si chiama tuttora “Sauvakävely“.

   1. Obiettivi del Nordic Walking

L'obiettivo della metodica è quello di:

                                                                             19
     Migliorare la nostra postura
             Aumentare la propriocezione
             Potenziare la flessibilità e la mobilità articolare
             Ottimizzare il consumo calorico rispetto ad una camminata
              normale.
             Potenziare la resistenza aerobica.
             Impegnare una maggior superficie muscolare rispetto ad altre
              modalità di cammino.
             Ridurre le tensioni muscolari cercando di rendere fluidi tutti i
              gesti motori.
             Incrementare il metabolismo dei dischi intervertebrali per la
              prevenzione dei problemi alla schiena.
             Rinforzare il sistema immunitario e cardiocircolatorio.
             Velocizzare il recupero nelle fasi riabilitative.
             Disciplina essenzialmente out-door è consigliato quale
              antistress e antidepressivo

La tecnica del Nordic Walking è molto più complessa di quanto possa
apparire a prima vista e deve essere eseguita correttamente per assicurare i
benefici per la salute documentati nelle ricerche scientifiche. E' quindi
fondamentale che i principi e le caratteristiche della tecnica del Nordic
Walking siano descritti con chiarezza . Questa tecnica si basa sullo studio
della camminata biomeccanicamente corretta, combinata con l'azione degli
arti superiori, delle spalle, del torace
e dell'addome. L'intensità dell'allenamento deve naturalmente essere
adeguata alle condizioni fisiche di chi lo pratica. I movimenti eseguiti con la
tecnica corretta migliorano la consapevolezza e il controllo del proprio
corpo, la postura, la respirazione ed il benessere generale.
Il Nordic Walking (NW) non è solo una variazione della camminata
semplice praticata utilizzando         appositi bastoncini,       la sua tecnica
fondamentale, messa a punto da ricercatori e medici dello sport, educa ad un
movimento che porta benefici a tutto il corpo, nella parte muscolare,
scheletrica ed anche a tutto l’apparato cardio-circolatorio.

                                                                             20
I benefici ottenuti con la pratica del nordic walking sono dimostrati da
ricerche scientifiche internazionali che dimostrano i benefici sulla salute
derivanti dalla pratica di questa attività motoria. Rispetto alla camminata
tradizionale incrementa fino al 45% il consumo calorico aiutando a perdere i
chili di troppo ed a mantenere il controllo del peso, inoltre, alla stessa
velocità, incrementa la frequenza cardiaca permettendo una migliore
performance cardiocircolatoria e respiratoria di conseguenza la resistenza
aerobica. La sua grande utilità nel campo della rieducazione del rachide si
percepisce in particolare grazie all’aiuto che si ottiene nell’educazione del
riequilibrio posturale e della camminata biomeccanicamente corretta,
migliorando la coordinazione; ciò comporta un miglioramento del
metabolismo e della funzionalità dei dischi intervertebrali della colonna
vertebrale. Inoltre migliora la flessibilità e la mobilità delle articolazioni
riducendo le tensioni muscolari ed i dolori in particolare nella zona delle
spalle e della nuca, tonificando contestualmente la muscolatura di tutto il
corpo. Da un punto di vista fisiologico rinforza il sistema immunitario,
previene malattie e disturbi cardiocircolatori aiutando a tenere sotto
controllo la pressione del sangue, il livello del colesterolo e dei trigliceridi. I
benefici del Nordic Walking non si limitano ad ottenere risultati nell’ambito
del corpo ma anche in quello della mente perché stimola la socializzazione
tra i partecipanti e il contatto con la natura e quindi aiuta a combattere lo
stress e la depressione.

    2. La tecnica

                                                                                21
Prima di introdurre un approfondimento sulla tecnica, è importante fare un
accenno sull’attrezzatura adatta alla pratica del nordic walking:

I bastoncini per il Nordic Walking, diversi da quelli per il trekking o per lo
sci, si differenziano per il lacciolo, la polsiera, l'impugnatura, il puntale e il
diametro del tubo con cui sono costruiti.
                                           La polsiera ed il lacciolo devono
                                            consentire alla mano di tenere il
                                            massimo controllo del bastone
                                            nell'apertura e nella chiusura della
                                            mano durante la fase di trazione e
                                            spinta       degli    arti     superiori,
                                            producendo rilassamento a livello
                                            cervicale,     alle   spalle   ed    una
                                            circolazione del sangue efficace
       (caratteristica importante del cosiddetto effetto pompa)
      L'impugnatura deve essere ergonomica e permettere una buona presa
       di tutte le dita della mano nella fase di recupero.
      Il puntale possiede una punta in metallo duro che fornisce una ottima
       tenuta durante la fase di appoggio al suolo, può essere dotato di un
       gommino per l'asfalto che si applica ad incastro sulla punta in
       metallo, appositamente studiato per camminare su superfici dure e
       rugose quali, appunto, l'asfalto. Il consiglio è comunque quello di
       evitare, quando possibile, di camminare su superfici dure.
      Il materiale con cui è costruita la canna possono essere diversi, in
       funzione del costo, della leggerezza e della capacità di assorbire le
       vibrazioni. I materiali utilizzati possono essere, la fibra di vetro, la
       lega di alluminio, la fibra di carbonio, a seconda delle percentuali
       che compongono la lega utilizzata cambia il prezzo, la leggerezza e
       la frequenza delle vibrazioni.
      Essenziale, nella scelta del bastoncino, è la scelta della giusta
       lunghezza, che deve essere adeguata alla propria statura. Un calcolo
       empirico, per individuarne la lunghezza più adatta, prevede di
       moltiplicare la propria altezza x 0.66 oppure, portando l’altezza del
       lacciolo al pari del proprio ombelico. La giusta lunghezza in base
                                                                                  22
alla struttura corporea si raggiungerà con l'esperienza e varierà a
        seconda del terreno.
L'abbigliamento - È consigliato vestirsi con abbigliamento tecnico
adeguato che oltre alla leggerezza permetta di mantenere la temperatura del
corpo e lasci passare il sudore all'esterno. Importanti sono i primi strati che
hanno il compito di assorbire il sudore e portarlo
all'esterno in modo da lasciare il corpo asciutto (numerosi sono i tessuti
tecnici in
commercio che permettono tale funzione). Gli strati intermedi ed esterni
hanno la funzione di isolamento e mantenimento costante del calore del
corpo e di isolamento come il pile, il micropile e il power strech. Scopo
dello strato esterno è quello di fornire protezione dalla pioggia e dal vento,
anche questo tipo di abbigliamento necessita di caratteristiche traspiranti che
permettano una certa ventilazione.
Il marsupio e il portaborraccia - È importante che nella pratica del
Nordic Walking le spalle ed il torace restino sempre liberi di effettuare i
movimenti previsti, per questo è consigliato l'utilizzo di un marsupio
capiente da utilizzare al posto di eventuali zainetti. Mentre il marsupio
sarà posizionato sulla parte anteriore del bacino, il portaborraccia potrà
essere posizionato nella parte posteriore, è indispensabile avere sempre la
possibilità di reintegrare liquidi necessari al nostro metabolismo.
Le scarpe - La scelta delle scarpe per il nordic walking è da effettuarsi con
                               la massima cura: devono avere una buona
                               calzabilità, essere molto flessibili per la corretta
                               rollata del piede, non devono costringere le dita
                               del piede, devono adattarsi al dorso del piede
                               perché possano sostenere il passo anche in
discesa. La suola deve essere ben scolpita su materiale che possa garantire
una buona adesione al terreno. Il piede è una importantissima interfaccia del
corpo con il terreno su cui si sposta, una funzione così importante deve
essere attentamente supportata.

Nella tecnica del Nordic Walking è necessario considerare molteplici
aspetti. Soltanto con una buona esecuzione della tecnica fondamentale

                                                                                23
si possono ottenere tutti gli effetti desiderati, sia sul piano della salute
sia nel metodo di allenamento.
Punti di riferimento sono:
    1. la tecnica fondamentale del Nordic Walking, pur derivando
        inizialmente dai movimenti dello sci di fondo classico, si differenzia
        molto nella sua esecuzione.
    2. non è esatto parlare di movimento tipo Walking con i bastoncini.
    3. il Nordic Walking si avvale della successione fisiologica dei
        movimenti della marcia, in diagonale, con un passo slanciato e con
        l’impiego adeguato del bastoncino.
    4. il Nordic Walking risulta efficace se l’impiego del bastoncino e
        quindi la spinta del braccio raggiungono una grande ampiezza di
        movimento nello spazio, senza però abbandonare il tipo di
        movimento naturale.
La progressione didattica della tecnica dei quattro elementi è importante per
poter apprendere velocemente la tecnica del Nordic Walking. La
progressione degli esercizi è essenziale perché iniziare in modo errato può
far apprendere dei movimenti che possono risultare successivamente
difficili da correggere.
A tal fine l’ANI (Associazione Nordic walking Italiana) adotta solo questa
metodologia      di   insegnamento    (tecnica   dei   4   elementi)   affinché
l’apprendimento della tecnica avvenga nei modi e nei tempi stabiliti con
evidente soddisfazione del neofita.
                        Guardando il logo a fianco, possiamo ricordare tutta
                        la progressione didattica senza difficoltà: infatti il 2
                        serve da moltiplicatore del P e del B, quindi 2-P
                        significa Postura e Passo, mentre 2-B significa
                        Braccio e Bastoncino. Questo schema riassume i 4
elementi base della tecnica da eseguire per un corretto svolgimento
dell’attività.
Il 2 P, ovvero Postura e Passo, costituisce il cardine della tecnica, pertanto
l’istruttore si baserà su di essa per proporre gli esercizi ed effettuerà delle
valutazioni riguardo la correttezza della posizione del corpo rispetto
all’ambiente, e sulla appropriatezza del passo durante il cammino.

                                                                             24
Il 2 B, ovvero Braccio e Bastoncino, permette l’esecuzione del gesto tecnico
corretto a livello degli arti superiori e del loro giusto allineamento con i
bastoncini, presupposto essenziale perché la pratica del nordic walking
esprima la sua piena efficacia in termini di salute, prevenzione e benessere.

Le lettere elencate sul lato destro del logo significano:
Fase A = assetto corporeo (la postura corretta risponde a tre leggi
fondamentali – equilibrio, economia, confort).
L’istruttore valuterà le eventuali correzioni da proporre attraverso esercizi
propedeutici al miglioramento della postura in fase dinamica.
1. Prima di iniziare a camminare con i bastoncini, è necessario trovare una
buona postura e camminare cercando di mantenere il corpo eretto e allo
stesso tempo morbido e rilassato, assecondando la fluidità del movimento.
Successivamente, la tecnica prevede di oscillare le braccia mantenendo lo
sguardo verso l’orizzonte e le spalle rilassate e mobili contemporaneamente.
2. L'istruttore dovrà filmare i propri allievi prima di iniziare ad utilizzare i
bastoncini, in modo da documentare la postura dinamica durante il
cammino con una ripresa frontale, una sagittale ed una posteriore. Questo
documento potrà servire in seguito per valutare i miglioramenti indotti dalla
corretta pratica del nordic walking.
3. Dopo la registrazione del filmato, l'istruttore impartirà alcuni consigli ai
propri allievi affinché la loro postura si migliori insieme
al loro passo.
Fase B = base tecnica del gesto.
Per quanto apparentemente semplice, il gesto tecnico
corretto completo risulta essere abbastanza complesso, e per questo occorre
che l’istruttore segua una apposita didattica partendo da movimenti di base
semplici da proporre in una sequenza analitica per giungere al gesto globale.
1. Si inizia ad utilizzare i bastoncini lasciandoli strisciare al suolo
camminando con passo alternato, mantenendo le mani aperte rivolte dietro e
le braccia distese. È richiesta la coordinazione dell'oscillazione degli arti

                                                                             25
superiori in contro lateralità rispetto agli arti inferiori, mentre le spalle
rilassate accompagnano l'oscillazione degli arti superiori. Dopo un primo
approccio, sempre con le mani costantemente aperte, si richiede una spinta
sul lacciolo, e il range di oscillazione dell'arto superiore deve variare dai 30°
in anteriorità ai 30° in posteriorità. Bisogna sempre controllare che le
braccia restino distese e che non venga flesso il gomito. Questo esercizio si
esegue sia in piano che in salita e discesa.
2. Quando l'allievo avrà preso confidenza con questo gesto, si potrà proporre
l'effettuazione di una spinta più importante sul bastoncino, in modo che si
inizi a comprendere l'efficacia di questa azione.
3. A tal fine si utilizza il doppio appoggio per stimolare l'allievo ad una
corretta adduzione delle scapole che non devono
sollevarsi, ma al contrario abbassarsi nella fase finale
della spinta.
Fase C = coordinazione oculo-mano-podalica.
L’attuale stile di vita limita sempre più l’utilizzo del
corpo, ma le capacità coordinative sono una parte molto importante
dell’insieme delle capacità motorie. La stimolazione e l’allenamento di
queste capacità dona all’individuo una maggiore fluidità ed eleganza nel
rispetto delle tre leggi sopra menzionate (equilibrio, economia, confort).
1. Da fermi, con le braccia in avanti, bisogna afferrare l’impugnatura del
bastoncino, aprire e chiudere le mani afferrando con forza
l'impugnatura, e successivamente effettuare l'esercizio alternando l'apertura
a destra con la chiusura a sinistra e viceversa.
2. Sempre da fermi, slanciare i bastoncini estendendo il braccio dietro e
riportarlo sempre disteso fino a poco oltre il bacino; nella fase di recupero,
si deve afferrare l'impugnatura all'altezza del trocantere per evitare di
verticalizzare il bastoncino, e nella fase di slancio si deve aprire la mano
estendendo di nuovo il braccio fino ad una angolazione di circa 30°.
3. È necessario applicare questo esercizio abbinandolo al passo: all'inizio si
utilizzerà un solo arto superiore alla volta per brevi tratti in modo da poter
dedicare la massima attenzione e facilitare l'apprendimento.
4. In seguito eseguire il passo con i bastoncini in doppio appoggio, ponendo
l’attenzione alla presa ed all’apertura delle mani nella fase di spinta. È
importante variare la cadenza su due-tre-quattro-cinque passi.
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5. Infine l'esercizio potrà essere eseguito in abbinamento al passo alternato
braccia-gambe.
Fase D = dinamica del passo.
Nell’essere umano il piede rappresenta la prima interfaccia con il suolo su
cui vive e si muove: questa complessa struttura è dotata di una miriade di
“sensori” che inviano al cervello tutte quelle informazioni utili al corretto
posizionamento del corpo in relazione all’ambiente. Il corretto utilizzo del
piede durante il passo prelude ad una corretta postura, una buona
stimolazione circolatoria, e non ultima per importanza una buona
stimolazione neurologica (riflessologia
plantare).
1. Qui bisogna porre molta attenzione all'effettuazione di un buon appoggio
calcaneale in anteriorità: questo presuppone un buon utilizzo del bacino che
deve essere allenato alla bascula con l'esercizio dello scalino; proseguire
facendo altrettanta attenzione al controllo con il m. tibiale anteriore; la
rollata sulla parte laterale della pianta del piede; trasferimento del carico sul
5° metatarso in corrispondenza della verticalità tibiale; trasferimento sul 1°
metatarso in fase di flessione della caviglia; spinta in fase di estensione della
caviglia ed uscita sull’alluce.
2. Ricordarsi sempre di mantenere una postura ben eretta ma non
rigida, spalle rilassate e sguardo verso l’orizzonte.
Fase E = esercizi di mobilizzazione.
Le contro-rotazioni tra asse bisacromiale (spalle) e asse bisiliaco (bacino)
sono il presupposto essenziale per lo sviluppo ed il mantenimento di un
buon metabolismo dei dischi intervertebrali. Perché il corpo ritrovi la sua
naturalità nel movimento relativo al passo, occorre attuare una serie di
esercizi propedeutici che gradatamente possano ridonare alle strutture
corporee quell’elasticità e quell’equilibrio necessari per un gesto globale
fluido ed economico.
1.Effettuare dunque gli esercizi di mobilizzazione appresi durante il corso
per allenare la controrotazione tra l’asse del bacino e quello delle spalle,
alternandoli tra di loro, e iniziando dai più semplici.
Fase F = funzionalità del bastoncino.
In base alla tecnica dei 4 elementi, il bastoncino non ha una funzione di
sostegno, ma l’obiettivo è quello di utilizzare l’attrezzo in funzione di una
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spinta propulsiva dell’arto superiore che si integra con quella dell’arto
inferiore in una dinamica di controlateralità. Questo particolare utilizzo
permette l’attivazione di moltissime strutture corporee muscolo-
scheletriche che non potrebbero essere attivate diversamente durante il
cammino. Non ultima l’attivazione di una
memoria ancestrale di quando l’uomo utilizzava il proprio corpo per
spostarsi in quadrupedia.
1. Il bastoncino deve mantenere sempre la sua inclinazione dall'inizio alla
fine del gesto di spinta senza mai variare il suo angolo con il suolo: i
bastoncini del buon nordic walker devono essere sempre paralleli tra di loro,
mantenendo sempre una medesima inclinazione.
2. Per ottenere il mantenimento della corretta inclinazione ed il parallelismo
tra i due bastoncini occorre una buona coordinazione oculo-mano-podalica
(fase C) che dovrà essere ripresa e migliorata.
3. La mano, per spingere, deve essere ben aperta ed il palmo rivolto verso la
posteriorità già dal primo momento della fase di spinta (pronazione
avambraccio); il gomito deve essere altrettanto disteso e stabilizzato già
dall'inizio della spinta.
4. Nella fase finale della spinta, l'arto superiore deve essere coadiuvato da
una sincrona adduzione ed abbassamento della scapola.
5. Il trapezio superiore, il gran dentato ed il piccolo pettorale devono essere
rilassati per permettere alla scapola il suo corretto movimento.
Fase G = giochi per la fantasia motoria.
Quelli che fino alla metà del secolo scorso erano i giochi di strada dei
bambini, svolgevano una funzione educativa di enorme importanza. Questi
coadiuvavano infatti lo sviluppo delle capacità coordinative, che sono quelle
capacità di tipo neuro-motorio che ci permetto una corretta, veloce e idonea
risposta motoria agli stimoli sia compositori che situazionali provenienti
dall’ambiente interno ed esterno.
Insieme ai giochi di fantasia motoria vengono proposti anche esercizi per lo
sviluppo delle capacità condizionali: i due bastoncini vengono utilizzati in
questo caso come una palestra da utilizzare all’aperto.
    3. Wellness Nordic Walking e Postura

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Per postura intendiamo il modo con cui ogni individuo reagisce alle forze
dinamiche e a quella di di gravità attraverso un adattamento individuale
all'ambiente fisico, psichico ed emozionale. La posturologia è una scienza
multidisciplinare che abbraccia numerose branche della medicina e della
tecnica. La stazione eretta in appoggio
bipodalico è peculiare dell'uomo e viene
raggiunta     dal    bambino     in    fasi
caratteristiche     del   suo     sviluppo
ontogenetico, che ricalca in maniera
abbastanza fedele il lungo sviluppo
filogentico dell'uomo stesso. Ma proprio a causa delle distorsioni indotte dal
moderno stile di vita che non vede più le stesse fasi di crescita in un
ambiente naturale, la nostra postura presenta tutte quelle anomalie legate
alla nostra società post industriale. Gli Errori posturali per quanto modesti
con il passare del tempo sono in grado di causare prima disagi ed in seguito
vere eproprie patologie. Lo studio della postura è molto complesso e
richiede la cooperazione di molti operatori che costituendo una equipe
possano garantire un risultato scientificamente accettabile. Il sistema
posturale è strettamente legato alla filogenesi che si è evoluta in milioni di
anni nella ricerca di un ottimale adattamento all'ambiente naturale, lo
stravolgimento indotto dal progresso tecnologico ha tolto all'uomo quel
contatto e quelle afferenze propriocettive che sono state la base del suo
sviluppo nell'arco della sua evoluzione. E' a causa di questa odierna
condizione che la maggior parte della popolazione presenta alterazioni
posturali che danno luogo ad una serie molto ampia di problematiche
muscolo-scheletriche che si sviluppano a seconda delle variabili individuali
di ogni persona. Per quanto ci riguarda il nostro compito è quello di
migliorare o prevenire piccole disfunzioni oggi molto frequenti, spesso
determinate dalla mancanza di movimento.
Il sistema di vita che conduciamo, determinato dall'enorme progresso
tecnologico, ci porta ad avere una involuzione nella nostra postura. La
nostra capacità percettiva si è notevolmente ridotta, il nostro piede non è più
in grado di valutare, percepire il terreno con quella sensibilità e capacità di
discriminazione che la natura aveva previsto. Il ciclo del nostro passo si è
modificato per la mancanza di stimoli indotti dalla vita in un ambiente di
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tipo naturale, i pesi dei vari segmenti del nostro corpo non assumono più
una posizione relativa economica per il nostro equilibrio provocando tutta
una serie di problematiche legate alla postura. Il
nostro passo non è più fluido ma si eleva il suo
indice        di     statismo,
l'utilizzo     del   piede   è
carentente                della
fisiologica “rollata”, gli                             allineamenti degli assi
hanno        perso   la   loro                         naturalità. Le così dette
strategie articolari relative all'arto inferiore ed il bacino hanno perso la loro
sinergia e quindi la loro efficacia. I dischi intervertebrali risentono
pesantemente della carenza di tutti quei micromovimenti indotti da un passo
fluido e completo che prevede lo sviluppo alternato delle curve sul piano
frontale e di tutti i movimenti vertebrali indotti dalla controrotazione degli
assi “bisiliacobisacromiale”. Il sistema fasciale risente di posizioni statiche
scorrette che si perpetuano anche nella fase dinamica del passo
cronicizzando le tensioni che portano ad una progressiva involuzione
posturale. Una rieducazione posturale dinamica attraverso la rieducazione al
cammino può essere molto efficace si nella prevenzione che nel coadiuvare
la cura delle patologia muscolo scheletriche correlate alla postura.

    4. Studi scientifici sui       benefici del      Nordic Walking nella
         prevenzione e nella riabilitazione di patologie ortoperdiche e
         cardiovascolari

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Poichè il numero di appassionati del Nordic Walking sta crescendo in
maniera    esponenziale,    8,5   milioni     di   praticanti   nel   mondo,
contemporaneamente sono pubblicati anche parecchi studi scientifici che
illustrano i benefici che questa pratica sportiva produce.Rogers e altri,
già nel 1995, hanno verificato che in una sessione di 30 minuti fatti a
velocità sostenuta da giovani, maschi e femmine, di 24 anni circa, la spesa
calorica fosse stata significativamente più elevata nel Nordic Walking che
nel Walking tradizionale (174 vs 141 kcal).
Al contrario il rating di sforzo percepito non differiva tra le due
condizioni. Laukkanen (1998) ha confrontato la frequenza cardiaca durante
la camminata veloce con o senza bastoncini. Un gruppo di uomini e donne
di mezza età è stato studiato su una pista Indoor Hall: l'aumento della
frequenza cardiaca, misurata con una Polar monitor HR, è stato tra 5-12 e 5-
17 battiti al minuto superiore nel Nordic in uomini e donne rispettivamente.
Anche qui il rating di sforzo percepito non differiva tra le due
condizioni.Questi dati sono stati confermati dal rinomato Cooper Institut di
Dallas (USA) che ha esaminato l'effetto del Nordic Walking nell'ambito di
uno studio durato alcuni mesi. I risultati dello studio hanno evidenziato in
tutte le persone esaminate un significativo aumento del 20% nel consumo di
ossigeno ed energia rispetto al Walking normale. Inoltre è stato rilevato un
aumento del 6% della frequenza cardiaca.
Tutti i partecipanti hanno trovato il Nordic Walking meno faticoso del
classico Walking. I risultati individuali sono stati notevoli. In alcuni
esaminati il consumo di ossigeno ed energia è aumentato fino al
46%.L'aumento del consumo energetico è dovuto proprio al grande
coinvolgimento muscolare (85% della muscolatura corporea, vale a dire
circa 600 muscoli); infatti, attraverso l'uso dei bastoni viene allenata e
tonificata anche la muscolatura della parte superiore del corpo (spalle, petto
e braccia).La naturalezza e la grande adattabilità del movimento nel Nordic
Walking permettono a chiunque di poter praticare una forma di movimento
completa, armonica e divertente che possiede innumerevoli varianti secondo
gli obiettivi: dalla performance al semplice controllo del peso corporeo;
infatti, con una adeguata attività    aerobica (es. Nordic walking a una
intensità tale da poter mantenere velocità costante per almeno 40 - 50

                                                                           31
minuti) è notevolmente stimolato il consumo dei grassi che, nel nostro
metabolismo, sono utilizzati solo dopo un certo tempo di attività.
Pertanto la camminata nordica è sicuramente lo sport ideale per perdere
peso. Posso testimoniare che in questi due anni di attività il mio peso
corporeo è sceso dai 75 Kg. iniziali ai 67 kg. attuali.Il Nordic Walking è
adatto a tutti non presentando particolari controindicazioni e, come tutte le
attività di tipo aerobico ne possiede le caratteristiche di allenamento del
sistema cardiocircolatorio (muscolatura cardiaca e circolazione sanguigna) e
l'aumento della capacità      aerobica (migliora il trasporto dell'ossigeno
nell'organismo - VO2 max).Contemporaneamente si realizzano effetti
benefici anche sull'apparato respiratorio, rinforzando i muscoli della gabbia
toracica e aumentando il volume d'aria inspirato. Il polmone, e di
conseguenza tutto l'organismo, trae il massimo del vantaggio se si cammina
all'aperto, in spiaggia, in un ambiente salubre come un parco o lungo gli
argini, in collina o in montagna, comunque fuori dal traffico.
Si modifica, inoltre, il metabolismo degli zuccheri: aumenta il colesterolo
"buono"       HDL,   si   riduce   quello   "cattivo"    LDL,     migliora    la
sensibilità    all'insulina prevenendo il diabete, si riducono i livelli di
fibrinogeno e l'adesività delle piastrine prevenendo le trombosi. Agendo su
più fronti il Nordic Walking previene così il rischio d'infarto, arteriosclerosi
e ictus.Lo sforzo richiesto durante il Nordic Walking è stato anche studiato
in pazienti con cardiopatia coronarica (Walter e altri, 1996).
Tutti i soggetti esaminati erano stati sottoposti a bypass al cuore oppure a
operazioni di angioplastica o avevano subito infarti cardiaci. I pazienti,
compresi in una età media di 61 anni, sono stati sottoposti a due camminate
intense, secondo le possibilità     di ciascuno, di 8 minuti, la prima col
cammino tradizionale e la seconda coi bastoncini. Durante la deambulazione
con i bastoncini, il consumo medio di energia è aumentato del 21%, la
frequenza cardiaca di 14 battiti/minuto e la pù alta pressione
sistolica/diastolica rispettivamente di 16 mmHg e 4 mmHg, variazioni
queste dovute al consumo di ossigeno moltiplicato per la frequenza cardiaca
e non connesse ad aumenti indesiderati della pressione arteriosa. Il gruppo
di ricerca ha concluso che camminare coi bastoncini è una forma sicura di
riabilitazione per i malati di cuore.Altri studi confermano che il Nordic

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Walking è particolarmente adatto per terapie riabilitative. Ha, infatti, anche
effetti positivi su persone con problemi di schiena.
Ricerche effettuate in Finlandia (Anttila e altri 1999) hanno dimostrato che
il Nordic Walking ha favorito enormi miglioramenti su persone con danni
alla schiena causati da errori di postura. La colonna vertebrale delle persone
esaminate è diventata più mobile, l'intera muscolatura del busto è migliorata
e si è rinforzata, migliorando anchel'irrorazione sanguigna nella parte
superiore del corpo. Le tensioni alla nuca e alle spalle si sono ridotte e
inoltre nel 70% degli esaminati sono spariti i disturbi. E' per questo che il
Nordic Walking è già impiegato in molte cliniche della Scandinavia e
della Germania come terapia riabilitativa.
In definitiva passeggiare con i bastoncini permette a tutti di praticare
un'attività motoria all'aria aperta, con un allenamento che sviluppa
resistenza e forza e che si accompagna anche a un beneficio mentale e
psicologico, grazie all'ambiente in cui tale attività è praticata.

    5. Effetti del Nordic Walking nel trattamento riabilitativo di
        patologie neurologiche, ortopediche e traumatiche.

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