Dynamic Beam e Nordic Walking: la ricerca di un nuovo equilibrio
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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MESSINA DIPARTIMENTO DI SCIENZE BIOMEDICHE, ODONTOIATRICHE E DELLE IMMAGINI MORFOLOGICHE E FUNZIONALI CORSO DI LAUREA IN SCIENZE MOTORIE E SPORTIVE __________________________________________________________________ _____________ Dynamic Beam e Nordic Walking: la ricerca di un nuovo equilibrio Tesi di Laurea di: Gaspare LENTINI Relatore: Chiar.mo Prof. Fabio TRIMARCHI ____________________________________________________ ANNO ACCADEMICO 2015-2016 1
Indice Introduzione p. 4 I Capitolo: Cos’è il Dynamic Beam? p. 6 1. A cosa serve il dy.be.? p. 6 2. Descrizione tecnica del Dynamic Beam p. 8 3. Obiettivi del Dynamic Beam p. 10 4. Sistema di acquisizione dati sul Dynamic Beam p.11 5. L’importanza della propriocezione per un corretto funzionamento posturale p. 12 6. Filosofia del Dynamic Beam p. 15 7. Esercizi sul Dynamic Beam p. 17 II Capitolo: Cos’è il Nordic Walking? p. 19 1. Obiettivi del Nordic Walking p. 20 2. La tecnica p. 22 3. Wellness Nordic Walking e Postura p. 29 4. Studi scientifici sui benefici del Nordic Walking nella prevenzione e nella riabilitazione di patologie ortoperdiche e cardiovascolari p. 31 5. Effetti del Nordic Walking nel trattamento riabilitativo di patologie neurologiche, ortopediche e traumatiche p. 34 Conclusioni p. 38 Bibliografia p. 39 3
Introduzione Il seguente lavoro esamina i benefici posturali, fisiologici e neuromuscolari che il Dynamic Beam ed il Nordic Walking sono in grado di apportare agli individui nel campo dell’educazione e della ri-educazione motoria. Queste due tecniche, infatti, si concentrano, anche se in modalità differenti, sia sul miglioramento dell’equilibrio nelle sue prime forme di apprendimento durante l’infanzia e l’adolescenza, sia sulla correzione dello stesso in condizioni patologiche. Il Dynamic Beam è un nuovo attrezzo terapeutico-sportivo formato da una trave dotata di un piano centrale per l’appoggio del bacino e di un altro collocato in prossimità della sua estremità inferiore per l’appoggio delle gambe, entrambi basculanti. Per consentire un lavoro ottimale, la trave poggia orizzontalmente su due semilune basculanti: queste permettono di effettuare un ulteriore movimento oscillatorio sul piano sagittale del corpo situato in appoggio supino. L’obiettivo di questa tesi è dunque quello di presentare i vantaggi che il Dynamic beam può portare a livello propriocettivo, aspetto particolarmente importante nei soggetti affetti da disfunzioni rachidee come la scoliosi, la scoliosi dolorosa dell’adulto, l’ipercifosi, le lombalgie etc... Infatti il lavoro su Dy.Be. si basa sulla costante perdita dell’equilibrio e il conseguente tentativo di recuperarlo repentinamente, mettendo così in funzione tutti i muscoli profondi del rachide deputati all’equilibrio ed al movimento. Oltre ad un miglioramento posturale si è notato che il dolore causato dalle patologie già menzionate diminuisce o addirittura scompare dopo solo una seduta di 30 minuti. Mentre il Dynamic Beam agisce sull’equilibrio statico, il Nordic Walking basa la sua filosofia sulla ricerca dell’equilibrio dinamico. Nel Nordic walking (camminata nordica), a differenza del walking o del jogging, grazie all’ausilio di una coppia di bastoncini si esegue un movimento diagonale delle braccia in cui viene sollecitata tutta la muscolatura del tronco; in tal modo si mette in funzione una catena di reazioni fisiologiche che contribuiscono a mantenere una migliore postura per un corretta deambulazione. Inoltre, pur essendo un’attività non-impact, la rendita fisiologica è molto alta, per cui è consigliabile anche ai soggetti affetti da 4
diabete di tipo II e Parkinson. La metodica seguita da questa disciplina parte dalla postura attraverso il cammino e si propone di insegnare a prevenire la malattia con stili di vita appropriati. In conclusione, tramite l’analisi di queste due tecniche terapeutico-sportive che lavorano sulla postura e la propriocezione, voglio illustrare l’importanza che l’equilibrio gioca nel miglioramento della qualità della vita . 5
I capitolo Cos’è il Dynamic Beam? Il Dynamic Beam è un attrezzo che nasce con lo scopo di arricchire il bagaglio di tutte quelle figure professionali preposte alla riabilitazione ed alla rieducazione motoria, permettendo, nel rispetto dell’indicazione medica, di migliorare la qualità di vita del paziente affetto da disfunzionamento rachideo. È stato brevettato nel 2016 dal Prof. G. Ferracane, medico fisioterapista che opera a Palermo, e dal Prof. P. Lentini, insegnante di educazione fisica e chinesiologo di Messina. Insieme fondano la PAME S.r.l., società grazie alla quale il dynamic beam comincia ad ottenere maggiore visibilità e diffusione sul territorio nazionale, e con la quale promuovono questo nuovo attrezzo alla Fiera della Sanità di Bologna nel Maggio dello stesso anno. 1. A cosa serve il dy.be.? Questo attrezzo viene utilizzato nel trattamento delle patologie da disfunzionamento rachideo ed in quelle caratterizzate dalla presenza di dolore, essendo dunque in grado di diventare un ottimo ausilio da adoperare all’interno di strutture riabilitative, come anche nelle palestre e nei centri sportivi. L’idea di base è quella di creare, in una situazione di massima turbolenza, una nuova forma di instabilità che annulli i compensi posturali memorizzati dal paziente e agevoli la creazione di un nuovo ordine stabile, efficace e se possibile autoadattativo. L’instabilità del dynamic beam destruttura la postura quotidiana per ritrovare l’equilibrio che si perde costantemente. Si crea una sorta di “terremoto” a livello muscolare, soprattutto dei muscoli deputati alla postura. 6
L’azione disquilibrante del dy.be stimola il sistema propriocettivo spinale in maniera differente rispetto a quanto accade con lo stesso esercizio eseguito in posizione stabile. L’inusuale attivazione del sistema propriocettivo comporta un reclutamento riflesso delle mm paravertebrale profonda, nel tentativo di cercare un nuovo equilibrio. I muscoli intertrasversali e interspinali , superficiali e profondi, espletano soprattutto un ruolo propriocettivo e consentono di raccogliere una notevole mole di informazioni sullo stato del movimento e sulle condizioni di equilibrio, andando così ad agire attivamente sul mantenimento posturale. Le perturbazioni e le turbolenze dell’equilibrio determinano lo spostamento del centro di massa del corpo rispetto alla base di appoggio, e stimolano i recettori estero-propriocettivi del distretto rachideo che trasmettono le informazioni al sistema tonico posturale. Quest’ultimo elabora tali informazioni e programma delle risposte motrici immediate attraverso il sistema vestibolo spinale determinando il riequilibrio delle tensioni muscolo-legamentose, il miglioramento della mobilizzazione e sensibilizzazione del rachide, ed il rafforzamento della mm vertebrale profonda e superficiale. Infine il dynamic Beam consente di recuperare gli automatismi sottocorticali alterati dalla perturbazione e dà la possibilità di un recupero in tempi brevi del tono muscolare e della postura. Il recupero delle funzionalità lombari e l’assenza di dolore sono determinati dal passaggio dei captori di dolore a captore di variazione di pressione grazie alla stimolazione delle vie dell’emozione, e non del dolore. Le fibre di grosso diametro trasmettono informazioni tattili, mentre quelle più piccole veicolano informazioni nocicettive: di conseguenza si avrà un dolore scarso o assente in caso di prevalenza dell’attività lungo le fibre grosse (tattili), ed un dolore percepito in caso di prevalenza dell’attività lungo le fibre piccole nocicettive. 7
2. Descrizione tecnica del Dynamic Beam L’attrezzo presentato in questa descrizione si compone di vari segmenti tutti realizzati con lo stesso materiale, di varie forme e dimensioni. Il corpo centrale è costituito da una trave che presenta intagli per l’alloggiamento di diversi elementi che determinano le varie funzionalità dell’attrezzo. La trave principale (fig. n1) presenta le seguenti dimensioni: Lunghezza: 200 ± 20 cm. Larghezza: 11 ± 2 cm. Spessore: 8 ± 2 cm. Tale elemento, inoltre, presenta due serie da tre fori lungo lo spessore della stessa ad una distanza di 45 e 110 cm tra il primo foro della serie e il limite superiore della trave. I tre fori di ogni serie sono disposti ad una distanza di 5 cm l’uno dall’altro. Essi permettono il passaggio di tubolari elastici sui quali è possibile l’inserimento di maniglie. Il primo elemento trasversale (fig. n2) si trova ad una distanza di 25 cm dal limite superiore della trave principale. Esso è costituito da un parallelepipedo di dimensioni: Lunghezza: 30 ± 2 cm. Larghezza: 10 ± 2 cm. Spessore: 4 ± 1 cm. Su di esso è presente un intaglio rettangolare lungo la lunghezza di 1.5 x 2 cm equidistante dai bordi dell’elemento stesso. In esso si inserisce un ulteriore elemento formato da una base lunga 30 ± 2 cm e un arco le cui dimensioni possono variare in base al grado di difficoltà dell’esercizio svolto. Nel disegno allegato viene rappresentato con una altezza di 5 ± 1 cm e un raggio di curvatura di 25 cm. Il secondo elemento (fig. n3) è un quadrato di dimensioni: Lato: 25 ± 2 cm. Spessore: 3 ± 0.5 cm. 8
Esso è incuneato ad una distanza di 70 ± 2 cm dal limite superiore della trave principale ed in maniera simmetrica rispetto all’asse longitudinale di quest’ultima. Quest’elemento inoltre risulta instabile. Il terzo elemento (fig. n4) è posizionato ad una distanza di 25 cm dal limite inferiore della trave principale ed è costituito da un rettangolo di dimensioni: Lunghezza: 40 ± 2 cm. Larghezza: 30 ± 2 cm. Spessore: 3 ± 0.5 cm. Anch’esso è posizionato in posizione simmetrica rispetto all’asse ed è incastrato sulla trave principale. Il quarto elemento (fig. n5) risulta essere speculare al primo ed è posizionato ad una distanza di 25 cm rispetto al limite inferiore della trave centrale. vista dall’alto 2 5 4 3 1 Limite inferiore Limite superiore vista laterale 3. Obiettivi del Dynamic Beam 9
Lo scopo principale dell’attrezzo è quello di stimolare le strutture rachidee (muscoli e legamenti) in decubito supino senza stress da compressione tipico della stazione eretta, annullando così i compensi posturali. É evidente che ogni disequilibrio delle tensioni muscolari provoca immediatamente la riorganizzazione di un nuovo equilibrio adattativo al prezzo di un dissestamento segmentario, avendo come conseguenza la rielaborazione dello schema corporeo. Il ruolo dei muscoli paravertebrali è stato ben precisato da Bergmak nel 1989. I muscoli paraspinali profondi di grande valore protettivo, sotto il controllo della zona subcorticale, mettono le vertebre in uno stato di pretensione che prepara il movimento (reazione tonica antigravitaria di origine sub corticale). I muscoli multifidi hanno un ruolo significativo nella stabilizzazione del rachide, e di conseguenza la loro efficienza è di notevole importanza: questi sono i muscoli del pensiero e dell’immaginazione. La muscolatura rachidea superficiale, invece, realizza il movimento su un rachide stabilizzato dalla muscolatura profonda, pertanto essa si compone dei muscoli del movimento e dell’azione. La disfunzione del rachide lombare è spesso la causa principale della lombalgia, e molti ricercatori hanno identificato un’associazione fra la disfunzione del rachide lombare e l’ipotono dei muscoli paraverterbrali della schiena. L’obiettivo del Dynamic Beam, grazie alla sua struttura studiata nel dettaglio, sarà dunque quello di ottenere i seguenti risultati: Il miglioramento del controllo cognitivo nelle scoliosi dolorose e dell’adulto. La riabilitazione neuro motoria e neuro sensoriale nelle scoliosi e ipercifosi giovanili. L’ottimizzazione del sistema polisensoriale dell’equilibrio per una prestazione sportiva più ergonomica e di conseguenza preventiva del dolore. 4. Sistema di acquisizione dati sul Dynamic Beam 10
Per poter monitorare gli esercizi eseguiti con la dynamic beam, si è pensato di realizzare un dispositivo che permette di valutare la pressione esercitata dal paziente in punti specifici sulla trave. Per misurare la forza applicata sulla trave si è scelto di utilizzare sensori resistivi. Questi sensori variano il valore della loro resistenza in base alla forza applicata sull’ area sensibile. Maggiore è la forza applicata minore è il valore della resistenza. Ogni sensore è sensibile a una forza da 100 g a 10 kg. Sono stati posizionati sei sensori lungo la lunghezza della trave in posizioni strategiche per monitorare la forza a livello del bacino, toracico e lombare. In questa immagine è illustrato il circuito utilizzato per l’acquisizione. Il segnale proveniente dai sensori viene convogliato in un Arduino, una scheda elettronica di piccole dimensioni con un microcontrollore. Attraverso la programmazione del microcontrollore è possibile acquisire i segnali dai vari sensori. Con l’utilizzo di un software è possibile trasformare il valore di resistenza dei sensori in forza applicata e visualizzare la variazione dei valori in tempo reale. Durante l’esercizio si può notare che ai movimenti del paziente, visualizzati su dei grafici, corrispondono variazioni del valore di forza. Questi valori che possono essere osservati in tempo reale durante tutto lo svolgimento della seduta, vengono salvati e studiati dall’operatore. 11
5. L’importanza della propriocezione per un corretto funzionamento posturale La propriocezione rappresenta la capacità del sistema nervoso centrale di percepire la posizione del corpo e delle sue parti, nonché della contrazione muscolare e del movimento nello spazio dei diversi distretti corporei (cinestesia) anche senza l'apporto della vista. Tale sensibilità insorge all'interno di un organo (fascia connettivale, articolazioni,tendini, muscoli, capsule articolari, cute, visceri ecc.), attraverso la stimolazione di specifici recettori sensoriali: esterocettori cutanei, propriocettori, enterocettori e recettori vestibolari. La propriocezione assume quindi un'importanza fondamentale nel complesso sistema dell'equilibrio e del movimento (l'atassia rappresenta clinicamente l'alterazione della propriocezione determinante la progressiva perdita della coordinazione muscolare e quindi motoria). Dai recettori periferici (inclusi gli esterocettori retinici degli occhi) dipende la conoscenza su quale è la nostra "conformazione" e posizione spaziale; in qualche misura, per rispondere alla domanda "chi sono io?", occorre anche rispondere alla domanda "dove sono io?". É dai riflessi estero-propriocettivi che nascono le rappresentazioni mentali (engrammi) che consentono la nascita di abilità motorie complesse ma non solo, azioni e movimenti hanno un ruolo centrale nei processi di rappresentazione mentale, a partire dalla fase embrionale. L'embrione, infatti, è innanzitutto un organismo motorio. Nella fase embrionale, in quella fetale e in quella della prima infanzia, l'azione precede la sensazione: vengono compiuti dei movimenti riflessi e poi se ne ha la percezione a livello cerebrale. Le funzioni motorie e il corpo, spesso considerati entità inferiori e subordinate alle attività cognitive sono invece all'origine di esse, incluso lo stesso linguaggio che forma la nostra mente e nostri pensieri. La propriocezione rappresenta quindi "la coscienza di sè", e perdere il controllo sul proprio corpo significa, di conseguenza, perdere il controllo sui propri pensieri ed emozioni. "Essere" e "funzionare" sono inscindibili. "Muscoli, tendini, capsule, legamenti sono organi di senso e organi di moto, impegnati nella ricezione della stimolazione ambientale prima che nell'effettuazione della risposta di moto...il senso non può giammai 12
dissociarsi dal moto" (R. Paparella Teccia, 1988). Normalmente la quantità di fibre nervose sensitive presenti in un nervo supera di gran lunga quelle motorie (nel nervo tibiale ad es. la proporzione fra esse è di ca. 3 a 1), ciò sta anche a indicare l'importanza che l'organismo riserva al sistema di feed-back. Inoltre ricerche sulla corteccia motoria hanno dimostrato che essa è organizzata non tanto in base alle aree topografiche corporee quanto piuttosto relativamente a specifici movimenti corporei complessi indirizzati nello spazio verso un obiettivo definito. Da ciò ne consegue che un movimento eseguito immaginando (visualizzando), ad es., di afferrare, respingere o disegnare un oggetto coinvolge il sistema nervoso molto più dello stesso gesto eseguito solo meccanicamente, stimolando e sviluppando in tal modo la propriocezione di quella specifica articolazione o area corporea; ciò risulta ovviamente importante ai fini rieducativi. I recettori sensoriali nervosi sono formazioni distribuite in tutto il corpo con la funzione di ricevere i diversi stimoli esterni e interni all'organismo e di trasmetterli, trasducendoli in impulsi elettrici, attraverso le fibre nervose afferenti al sistema nervoso centrale. I recettori nervosi vengono classificati in vari modi. Alcuni di essi formano strutture complesse tali da considerarsi organi propriamente detti di senso; ad es. l'occhio e l'orecchio. Fra i neuroreccettori sensoriali, gli esterocettori cutanei e i propriocettori importanti dal punto di vista posturologico sono recettori sensoriali sensibili a stimoli provenienti dall'esterno quali il tatto, la pressione cutanea e altre variazione strutturali di tipo meccanico (meccanocettori) di derivazione anche interna. Essi possiedono caratteristiche strutturali e di adattamento diverse e suscitano variazioni organiche locali e in taluni casi anche generali. Tali recettori sensoriali sono responsabili della propriocezione e cinestesia, fornendo al sistema dell'equilibrio informazioni sull'ambiente (esterno e interno) consentendo al sistema posturale di conoscere, istante per istante, la posizione e lo stato di ogni osso, muscolo, organo e sistema. I recettori interstiziali, sono perlopiù terminazioni nervose libere (non capsulate) sparse ovunque nella cute, nei tessuti connettivi e negli interstizi muscolari (esterecettori cutanei e propriocettori). Questi piccoli recettori, 13
praticamente presenti ovunque nell'organismo (meningi e legamenti viscerali inclusi e massima concentrazione nel periostio) rappresentano la famiglia di recettori nervosi di gran lunga più numerosa. Ciò che occorre considerare è che nell’innervazione muscolare dell'uomo le fibre sensitive derivano solo per ca. il 25% dai ben noti recettori del Golgi, Ruffini, Pacini e Paciniformi (fibre tipo I e II), mentre tutta la restante parte ha origine dai “recettori interstiziali” (fibre tipo III e IV). Circa il 90% dei recettori interstiziali sono demienilizzati (tipo IV) mentre i restanti posseggono una sottile guaina mielinica (tipo III). Ad azione più lenta rispetto ai recettori tipo I e II, in passato sono stati considerati perlopiù nocicettori, termo e chemiorecettori (sensibili a vibrazioni con frequenze inferiori ai 100 Hz). In realtà molti di loro risultano multimodali e in maggioranza meccanorecettori (sensibili a tatto, pressione e trazione) suddivisibili in due sottogruppi, di uguale numero circa, in base alla loro soglia di attivazione tramite stimoli pressori: low-treshold (LTP) e high- treshold pressure (HTP). Sono presenti recettori interstiziali a lento o a rapido adattamento. L'attivazione, in determinati stati patologici, di recettori interstiziali sensibili sia a stimoli dolorifici che meccanici (in maggioranza HTP), può generare sindromi dolorose in assenza delle classiche irritazioni nervose (es. compressioni radicolari). Questo network sensoriale, oltre ad avere una funzione di rilevamento afferente del posizionamento e del movimento dei segmenti corporei, influenza, per mezzo di intime connessioni, il sistema nervoso autonomo riguardo funzioni quali la regolazione della pressione sanguigna, del battito cardiaco e della respirazione sintonizzandole, in maniera molto precisa, alle esigenze tissutali locali. L'attivazione dei meccanorecettori interstiziali agisce sul sistema nervoso autonomo inducendolo a variare la pressione locale di arteriole e capillari presenti nel tessuto connettivo, influenzando così il passaggio di plasma dai vasi alla matrice extracellulare, e variandone quindi la viscosità locale. Inoltre la stimolazione tramite pressioni lente e profonde dei recettori interstiziali, così come quella dei recettori di Ruffini, è in grado di incrementare il tono vagale (sistema nervoso parasimpatico) generando cambiamenti organici globali comportanti un profondo e benefico rilassamento. 14
6. Filosofia del Dynamic Beam La nuova tecnica concepita dal Dott. Ferracane e dal Prof. Lentini mira a mettere la schiena nelle condizioni di poter partecipare in modo più attivo ed economico al riordino del sistema tonico-posturale con più attenzione alla biomeccanica e alla fisiologia della cv. Il disfunzionamento del rachide è la rappresentazione concreta della teoria del caos in quanto il sistema è: - Aperto (verticalità); - Complesso (multifattoriale); - Imprevedibile (soglie); - Molto sensibile alle condizioni iniziali; - Deterministico (non dovuto al caso): - Conducibile verso un nuovo stato di stabilità. La disfunzione caotica è la causa dei seguenti disordini I disordine: Disequilibrio articolare; Perdita della tensione muscolare simmetrica; II disordine: L’alterazione posturale è capace di modificare l’attività dei muscoli inibendo i movimenti automatici o ritardando il loro timing di messa in attività; III disordine: In queste alterazioni posturali i disequilibri si trovano: Nella statica: con perdita dei rapporti armoniosi tra i differenti segmenti scheletrici; A livello biomeccanico: con la rottura delle sinergie muscolari equilibratrici e con l’alterazione della meccanica articolare; La caratteristica del dy.be è quella di stimolare direttamente i recettori esteropropriocettivi del rachide in scarico. 15
Lo studio condotto da Ferracane e Lentini ha suscitato l’interesse del centro chinesiterapico di Lione diretto da Claude De Mauroy, il quale ha deciso di adoperare l’attrezzo come integrazione neuro-motrice per il trattamento della scoliosi. Gli esercizi sulla trave in posizione eretta sono stati infatti descritti nel quadro dell’utilizzazione del corsetto di Milwaukee. Ma l'appoggio del rachide sulla trave instabile stimola al massimo i ricettori cutanei e propriocettivi vertebrali. In effetti con la nostra bipedia, i captori si sono specializzati nelle variazioni di pressione. Un programma specifico, sia per le scoliosi giovanili che dell’adulto, è stato dunque sviluppato sul Dynamic Beam in decubito dorsale. La pratica dello sport dovrà essere adattata in funzione dell’età del ragazzo: Prima dei 7 anni: stimolazione delle attività superiori della marcia; Prima della pubertà: stimolazione dell’equilibrio (bicicletta); Durante la pubertà: aggiustamento delle tensioni paravertebrali. É il momento del nuoto; Alla fine della crescita staturale, va praticata una stimolazione della massa ossea con impatto assiale: attività a forte impatto (jogging, basket, pallavolo). Non c’è una seconda possibilità per incrementare la massa ossea. 7. Esercizi sul Dynamic Beam 16
Di seguito riportiamo i vari step previsti dal protocollo: I. 1°STEP: supini sul tappetino, braccia lungo i fianchi, ginocchia piegate, piedi in appoggio. Alternare respirazione toracica a quella addominale, una mano sul petto e una sull’addome. Presa di coscienza, punti di contatto e di non contatto della schiena con il tappetino, punti di (eventuale) dolore, valutazione generale. II. 2°STEP: scelta tipologia di esercizio da eseguire: Esercizi di traslocazione: dynamic beam stabile (rovesciata) o instabile. Esercizi da supini: a cavallo della trave rivolti verso la pedana più larga, poggiare il bacino sulla pedana centrale, distendersi sul dynamic beam, poggiare i piedi sulla pedana della parte inferiore. Distendere le braccia, schiacciare pollice ed indice di entrambe le mani, o se necessario, posizione cifotizzante (scoliosi) III. 3°STEP: fase di lavoro, esecuzione del protocollo. Durata da 10 a 50 minuti 17
IV. 4°STEP: conclusione, stessa posizione del 1°step, valutazione delle differenze tra prima dell’esecuzione degli esercizi e dopo. II capitolo 18
Cos’è il Nordic Walking? Il nordic walking è un’attività motoria estremamente completa, a basso impatto, fattibile da tutti e praticabile ovunque; se ben fatto, è un ottimo esercizio per ottenere uno stato di benessere psico-fisico, infatti, attivando oltre l’85% dei muscoli del nostro corpo, ci permette di consumare i grassi senza affaticare le articolazioni, ottimo per chi vuole recuperare e/o mantenere il proprio stato di forma. Con il movimento diagonale delle braccia, avvalendosi dei bastoncini, viene sollecitata tutta la muscolatura del tronco e delle braccia. Il corretto utilizzo dei bastoni consente di intensificare la camminata normale riducendo la sensazione di affaticamento, poichè il lavoro svolto dal corpo è maggiormente distribuito. Il nordic walking ha anche evidenziato tra i praticanti un buon effetto di benessere generalizzato e quindi di miglioramento della condizione psicofisica. Il fatto di muoversi all'aria aperta dove aria pura, ambiente naturale e la possibilità di socializzare lontano dai soliti ambienti e ruoli di tutti i giorni, rendono le persone meno stressate e più libere di essere se stesse. L’idea del Nordic Walking nasce nel 1996 da due studenti di educazione fisica finlandesi che effettuarono come tesi di laurea un’indagine sul tema “Sauvakävely“ (camminare con i bastoncini). I due Laureandi limarono la tecnica di avanzamento diagonale tipica dello sci di fondo e combinarono la camminata con i bastoncini con diversi esercizi di tonificazione e stretching. Ecco che nacque la nuova forma di allenamento con i bastoncini, con cui si può allenare sia il sistema cardiocircolatorio sia anche il 90 % dell’intera muscolatura. Questa forma di allenamento oltremodo efficace viene già praticata regolarmente in Finlandia da 640.000 persone ed è diventata quindi uno sport popolare in quel paese, dove il Nordic Walking si chiama tuttora “Sauvakävely“. 1. Obiettivi del Nordic Walking L'obiettivo della metodica è quello di: 19
Migliorare la nostra postura Aumentare la propriocezione Potenziare la flessibilità e la mobilità articolare Ottimizzare il consumo calorico rispetto ad una camminata normale. Potenziare la resistenza aerobica. Impegnare una maggior superficie muscolare rispetto ad altre modalità di cammino. Ridurre le tensioni muscolari cercando di rendere fluidi tutti i gesti motori. Incrementare il metabolismo dei dischi intervertebrali per la prevenzione dei problemi alla schiena. Rinforzare il sistema immunitario e cardiocircolatorio. Velocizzare il recupero nelle fasi riabilitative. Disciplina essenzialmente out-door è consigliato quale antistress e antidepressivo La tecnica del Nordic Walking è molto più complessa di quanto possa apparire a prima vista e deve essere eseguita correttamente per assicurare i benefici per la salute documentati nelle ricerche scientifiche. E' quindi fondamentale che i principi e le caratteristiche della tecnica del Nordic Walking siano descritti con chiarezza . Questa tecnica si basa sullo studio della camminata biomeccanicamente corretta, combinata con l'azione degli arti superiori, delle spalle, del torace e dell'addome. L'intensità dell'allenamento deve naturalmente essere adeguata alle condizioni fisiche di chi lo pratica. I movimenti eseguiti con la tecnica corretta migliorano la consapevolezza e il controllo del proprio corpo, la postura, la respirazione ed il benessere generale. Il Nordic Walking (NW) non è solo una variazione della camminata semplice praticata utilizzando appositi bastoncini, la sua tecnica fondamentale, messa a punto da ricercatori e medici dello sport, educa ad un movimento che porta benefici a tutto il corpo, nella parte muscolare, scheletrica ed anche a tutto l’apparato cardio-circolatorio. 20
I benefici ottenuti con la pratica del nordic walking sono dimostrati da ricerche scientifiche internazionali che dimostrano i benefici sulla salute derivanti dalla pratica di questa attività motoria. Rispetto alla camminata tradizionale incrementa fino al 45% il consumo calorico aiutando a perdere i chili di troppo ed a mantenere il controllo del peso, inoltre, alla stessa velocità, incrementa la frequenza cardiaca permettendo una migliore performance cardiocircolatoria e respiratoria di conseguenza la resistenza aerobica. La sua grande utilità nel campo della rieducazione del rachide si percepisce in particolare grazie all’aiuto che si ottiene nell’educazione del riequilibrio posturale e della camminata biomeccanicamente corretta, migliorando la coordinazione; ciò comporta un miglioramento del metabolismo e della funzionalità dei dischi intervertebrali della colonna vertebrale. Inoltre migliora la flessibilità e la mobilità delle articolazioni riducendo le tensioni muscolari ed i dolori in particolare nella zona delle spalle e della nuca, tonificando contestualmente la muscolatura di tutto il corpo. Da un punto di vista fisiologico rinforza il sistema immunitario, previene malattie e disturbi cardiocircolatori aiutando a tenere sotto controllo la pressione del sangue, il livello del colesterolo e dei trigliceridi. I benefici del Nordic Walking non si limitano ad ottenere risultati nell’ambito del corpo ma anche in quello della mente perché stimola la socializzazione tra i partecipanti e il contatto con la natura e quindi aiuta a combattere lo stress e la depressione. 2. La tecnica 21
Prima di introdurre un approfondimento sulla tecnica, è importante fare un accenno sull’attrezzatura adatta alla pratica del nordic walking: I bastoncini per il Nordic Walking, diversi da quelli per il trekking o per lo sci, si differenziano per il lacciolo, la polsiera, l'impugnatura, il puntale e il diametro del tubo con cui sono costruiti. La polsiera ed il lacciolo devono consentire alla mano di tenere il massimo controllo del bastone nell'apertura e nella chiusura della mano durante la fase di trazione e spinta degli arti superiori, producendo rilassamento a livello cervicale, alle spalle ed una circolazione del sangue efficace (caratteristica importante del cosiddetto effetto pompa) L'impugnatura deve essere ergonomica e permettere una buona presa di tutte le dita della mano nella fase di recupero. Il puntale possiede una punta in metallo duro che fornisce una ottima tenuta durante la fase di appoggio al suolo, può essere dotato di un gommino per l'asfalto che si applica ad incastro sulla punta in metallo, appositamente studiato per camminare su superfici dure e rugose quali, appunto, l'asfalto. Il consiglio è comunque quello di evitare, quando possibile, di camminare su superfici dure. Il materiale con cui è costruita la canna possono essere diversi, in funzione del costo, della leggerezza e della capacità di assorbire le vibrazioni. I materiali utilizzati possono essere, la fibra di vetro, la lega di alluminio, la fibra di carbonio, a seconda delle percentuali che compongono la lega utilizzata cambia il prezzo, la leggerezza e la frequenza delle vibrazioni. Essenziale, nella scelta del bastoncino, è la scelta della giusta lunghezza, che deve essere adeguata alla propria statura. Un calcolo empirico, per individuarne la lunghezza più adatta, prevede di moltiplicare la propria altezza x 0.66 oppure, portando l’altezza del lacciolo al pari del proprio ombelico. La giusta lunghezza in base 22
alla struttura corporea si raggiungerà con l'esperienza e varierà a seconda del terreno. L'abbigliamento - È consigliato vestirsi con abbigliamento tecnico adeguato che oltre alla leggerezza permetta di mantenere la temperatura del corpo e lasci passare il sudore all'esterno. Importanti sono i primi strati che hanno il compito di assorbire il sudore e portarlo all'esterno in modo da lasciare il corpo asciutto (numerosi sono i tessuti tecnici in commercio che permettono tale funzione). Gli strati intermedi ed esterni hanno la funzione di isolamento e mantenimento costante del calore del corpo e di isolamento come il pile, il micropile e il power strech. Scopo dello strato esterno è quello di fornire protezione dalla pioggia e dal vento, anche questo tipo di abbigliamento necessita di caratteristiche traspiranti che permettano una certa ventilazione. Il marsupio e il portaborraccia - È importante che nella pratica del Nordic Walking le spalle ed il torace restino sempre liberi di effettuare i movimenti previsti, per questo è consigliato l'utilizzo di un marsupio capiente da utilizzare al posto di eventuali zainetti. Mentre il marsupio sarà posizionato sulla parte anteriore del bacino, il portaborraccia potrà essere posizionato nella parte posteriore, è indispensabile avere sempre la possibilità di reintegrare liquidi necessari al nostro metabolismo. Le scarpe - La scelta delle scarpe per il nordic walking è da effettuarsi con la massima cura: devono avere una buona calzabilità, essere molto flessibili per la corretta rollata del piede, non devono costringere le dita del piede, devono adattarsi al dorso del piede perché possano sostenere il passo anche in discesa. La suola deve essere ben scolpita su materiale che possa garantire una buona adesione al terreno. Il piede è una importantissima interfaccia del corpo con il terreno su cui si sposta, una funzione così importante deve essere attentamente supportata. Nella tecnica del Nordic Walking è necessario considerare molteplici aspetti. Soltanto con una buona esecuzione della tecnica fondamentale 23
si possono ottenere tutti gli effetti desiderati, sia sul piano della salute sia nel metodo di allenamento. Punti di riferimento sono: 1. la tecnica fondamentale del Nordic Walking, pur derivando inizialmente dai movimenti dello sci di fondo classico, si differenzia molto nella sua esecuzione. 2. non è esatto parlare di movimento tipo Walking con i bastoncini. 3. il Nordic Walking si avvale della successione fisiologica dei movimenti della marcia, in diagonale, con un passo slanciato e con l’impiego adeguato del bastoncino. 4. il Nordic Walking risulta efficace se l’impiego del bastoncino e quindi la spinta del braccio raggiungono una grande ampiezza di movimento nello spazio, senza però abbandonare il tipo di movimento naturale. La progressione didattica della tecnica dei quattro elementi è importante per poter apprendere velocemente la tecnica del Nordic Walking. La progressione degli esercizi è essenziale perché iniziare in modo errato può far apprendere dei movimenti che possono risultare successivamente difficili da correggere. A tal fine l’ANI (Associazione Nordic walking Italiana) adotta solo questa metodologia di insegnamento (tecnica dei 4 elementi) affinché l’apprendimento della tecnica avvenga nei modi e nei tempi stabiliti con evidente soddisfazione del neofita. Guardando il logo a fianco, possiamo ricordare tutta la progressione didattica senza difficoltà: infatti il 2 serve da moltiplicatore del P e del B, quindi 2-P significa Postura e Passo, mentre 2-B significa Braccio e Bastoncino. Questo schema riassume i 4 elementi base della tecnica da eseguire per un corretto svolgimento dell’attività. Il 2 P, ovvero Postura e Passo, costituisce il cardine della tecnica, pertanto l’istruttore si baserà su di essa per proporre gli esercizi ed effettuerà delle valutazioni riguardo la correttezza della posizione del corpo rispetto all’ambiente, e sulla appropriatezza del passo durante il cammino. 24
Il 2 B, ovvero Braccio e Bastoncino, permette l’esecuzione del gesto tecnico corretto a livello degli arti superiori e del loro giusto allineamento con i bastoncini, presupposto essenziale perché la pratica del nordic walking esprima la sua piena efficacia in termini di salute, prevenzione e benessere. Le lettere elencate sul lato destro del logo significano: Fase A = assetto corporeo (la postura corretta risponde a tre leggi fondamentali – equilibrio, economia, confort). L’istruttore valuterà le eventuali correzioni da proporre attraverso esercizi propedeutici al miglioramento della postura in fase dinamica. 1. Prima di iniziare a camminare con i bastoncini, è necessario trovare una buona postura e camminare cercando di mantenere il corpo eretto e allo stesso tempo morbido e rilassato, assecondando la fluidità del movimento. Successivamente, la tecnica prevede di oscillare le braccia mantenendo lo sguardo verso l’orizzonte e le spalle rilassate e mobili contemporaneamente. 2. L'istruttore dovrà filmare i propri allievi prima di iniziare ad utilizzare i bastoncini, in modo da documentare la postura dinamica durante il cammino con una ripresa frontale, una sagittale ed una posteriore. Questo documento potrà servire in seguito per valutare i miglioramenti indotti dalla corretta pratica del nordic walking. 3. Dopo la registrazione del filmato, l'istruttore impartirà alcuni consigli ai propri allievi affinché la loro postura si migliori insieme al loro passo. Fase B = base tecnica del gesto. Per quanto apparentemente semplice, il gesto tecnico corretto completo risulta essere abbastanza complesso, e per questo occorre che l’istruttore segua una apposita didattica partendo da movimenti di base semplici da proporre in una sequenza analitica per giungere al gesto globale. 1. Si inizia ad utilizzare i bastoncini lasciandoli strisciare al suolo camminando con passo alternato, mantenendo le mani aperte rivolte dietro e le braccia distese. È richiesta la coordinazione dell'oscillazione degli arti 25
superiori in contro lateralità rispetto agli arti inferiori, mentre le spalle rilassate accompagnano l'oscillazione degli arti superiori. Dopo un primo approccio, sempre con le mani costantemente aperte, si richiede una spinta sul lacciolo, e il range di oscillazione dell'arto superiore deve variare dai 30° in anteriorità ai 30° in posteriorità. Bisogna sempre controllare che le braccia restino distese e che non venga flesso il gomito. Questo esercizio si esegue sia in piano che in salita e discesa. 2. Quando l'allievo avrà preso confidenza con questo gesto, si potrà proporre l'effettuazione di una spinta più importante sul bastoncino, in modo che si inizi a comprendere l'efficacia di questa azione. 3. A tal fine si utilizza il doppio appoggio per stimolare l'allievo ad una corretta adduzione delle scapole che non devono sollevarsi, ma al contrario abbassarsi nella fase finale della spinta. Fase C = coordinazione oculo-mano-podalica. L’attuale stile di vita limita sempre più l’utilizzo del corpo, ma le capacità coordinative sono una parte molto importante dell’insieme delle capacità motorie. La stimolazione e l’allenamento di queste capacità dona all’individuo una maggiore fluidità ed eleganza nel rispetto delle tre leggi sopra menzionate (equilibrio, economia, confort). 1. Da fermi, con le braccia in avanti, bisogna afferrare l’impugnatura del bastoncino, aprire e chiudere le mani afferrando con forza l'impugnatura, e successivamente effettuare l'esercizio alternando l'apertura a destra con la chiusura a sinistra e viceversa. 2. Sempre da fermi, slanciare i bastoncini estendendo il braccio dietro e riportarlo sempre disteso fino a poco oltre il bacino; nella fase di recupero, si deve afferrare l'impugnatura all'altezza del trocantere per evitare di verticalizzare il bastoncino, e nella fase di slancio si deve aprire la mano estendendo di nuovo il braccio fino ad una angolazione di circa 30°. 3. È necessario applicare questo esercizio abbinandolo al passo: all'inizio si utilizzerà un solo arto superiore alla volta per brevi tratti in modo da poter dedicare la massima attenzione e facilitare l'apprendimento. 4. In seguito eseguire il passo con i bastoncini in doppio appoggio, ponendo l’attenzione alla presa ed all’apertura delle mani nella fase di spinta. È importante variare la cadenza su due-tre-quattro-cinque passi. 26
5. Infine l'esercizio potrà essere eseguito in abbinamento al passo alternato braccia-gambe. Fase D = dinamica del passo. Nell’essere umano il piede rappresenta la prima interfaccia con il suolo su cui vive e si muove: questa complessa struttura è dotata di una miriade di “sensori” che inviano al cervello tutte quelle informazioni utili al corretto posizionamento del corpo in relazione all’ambiente. Il corretto utilizzo del piede durante il passo prelude ad una corretta postura, una buona stimolazione circolatoria, e non ultima per importanza una buona stimolazione neurologica (riflessologia plantare). 1. Qui bisogna porre molta attenzione all'effettuazione di un buon appoggio calcaneale in anteriorità: questo presuppone un buon utilizzo del bacino che deve essere allenato alla bascula con l'esercizio dello scalino; proseguire facendo altrettanta attenzione al controllo con il m. tibiale anteriore; la rollata sulla parte laterale della pianta del piede; trasferimento del carico sul 5° metatarso in corrispondenza della verticalità tibiale; trasferimento sul 1° metatarso in fase di flessione della caviglia; spinta in fase di estensione della caviglia ed uscita sull’alluce. 2. Ricordarsi sempre di mantenere una postura ben eretta ma non rigida, spalle rilassate e sguardo verso l’orizzonte. Fase E = esercizi di mobilizzazione. Le contro-rotazioni tra asse bisacromiale (spalle) e asse bisiliaco (bacino) sono il presupposto essenziale per lo sviluppo ed il mantenimento di un buon metabolismo dei dischi intervertebrali. Perché il corpo ritrovi la sua naturalità nel movimento relativo al passo, occorre attuare una serie di esercizi propedeutici che gradatamente possano ridonare alle strutture corporee quell’elasticità e quell’equilibrio necessari per un gesto globale fluido ed economico. 1.Effettuare dunque gli esercizi di mobilizzazione appresi durante il corso per allenare la controrotazione tra l’asse del bacino e quello delle spalle, alternandoli tra di loro, e iniziando dai più semplici. Fase F = funzionalità del bastoncino. In base alla tecnica dei 4 elementi, il bastoncino non ha una funzione di sostegno, ma l’obiettivo è quello di utilizzare l’attrezzo in funzione di una 27
spinta propulsiva dell’arto superiore che si integra con quella dell’arto inferiore in una dinamica di controlateralità. Questo particolare utilizzo permette l’attivazione di moltissime strutture corporee muscolo- scheletriche che non potrebbero essere attivate diversamente durante il cammino. Non ultima l’attivazione di una memoria ancestrale di quando l’uomo utilizzava il proprio corpo per spostarsi in quadrupedia. 1. Il bastoncino deve mantenere sempre la sua inclinazione dall'inizio alla fine del gesto di spinta senza mai variare il suo angolo con il suolo: i bastoncini del buon nordic walker devono essere sempre paralleli tra di loro, mantenendo sempre una medesima inclinazione. 2. Per ottenere il mantenimento della corretta inclinazione ed il parallelismo tra i due bastoncini occorre una buona coordinazione oculo-mano-podalica (fase C) che dovrà essere ripresa e migliorata. 3. La mano, per spingere, deve essere ben aperta ed il palmo rivolto verso la posteriorità già dal primo momento della fase di spinta (pronazione avambraccio); il gomito deve essere altrettanto disteso e stabilizzato già dall'inizio della spinta. 4. Nella fase finale della spinta, l'arto superiore deve essere coadiuvato da una sincrona adduzione ed abbassamento della scapola. 5. Il trapezio superiore, il gran dentato ed il piccolo pettorale devono essere rilassati per permettere alla scapola il suo corretto movimento. Fase G = giochi per la fantasia motoria. Quelli che fino alla metà del secolo scorso erano i giochi di strada dei bambini, svolgevano una funzione educativa di enorme importanza. Questi coadiuvavano infatti lo sviluppo delle capacità coordinative, che sono quelle capacità di tipo neuro-motorio che ci permetto una corretta, veloce e idonea risposta motoria agli stimoli sia compositori che situazionali provenienti dall’ambiente interno ed esterno. Insieme ai giochi di fantasia motoria vengono proposti anche esercizi per lo sviluppo delle capacità condizionali: i due bastoncini vengono utilizzati in questo caso come una palestra da utilizzare all’aperto. 3. Wellness Nordic Walking e Postura 28
Per postura intendiamo il modo con cui ogni individuo reagisce alle forze dinamiche e a quella di di gravità attraverso un adattamento individuale all'ambiente fisico, psichico ed emozionale. La posturologia è una scienza multidisciplinare che abbraccia numerose branche della medicina e della tecnica. La stazione eretta in appoggio bipodalico è peculiare dell'uomo e viene raggiunta dal bambino in fasi caratteristiche del suo sviluppo ontogenetico, che ricalca in maniera abbastanza fedele il lungo sviluppo filogentico dell'uomo stesso. Ma proprio a causa delle distorsioni indotte dal moderno stile di vita che non vede più le stesse fasi di crescita in un ambiente naturale, la nostra postura presenta tutte quelle anomalie legate alla nostra società post industriale. Gli Errori posturali per quanto modesti con il passare del tempo sono in grado di causare prima disagi ed in seguito vere eproprie patologie. Lo studio della postura è molto complesso e richiede la cooperazione di molti operatori che costituendo una equipe possano garantire un risultato scientificamente accettabile. Il sistema posturale è strettamente legato alla filogenesi che si è evoluta in milioni di anni nella ricerca di un ottimale adattamento all'ambiente naturale, lo stravolgimento indotto dal progresso tecnologico ha tolto all'uomo quel contatto e quelle afferenze propriocettive che sono state la base del suo sviluppo nell'arco della sua evoluzione. E' a causa di questa odierna condizione che la maggior parte della popolazione presenta alterazioni posturali che danno luogo ad una serie molto ampia di problematiche muscolo-scheletriche che si sviluppano a seconda delle variabili individuali di ogni persona. Per quanto ci riguarda il nostro compito è quello di migliorare o prevenire piccole disfunzioni oggi molto frequenti, spesso determinate dalla mancanza di movimento. Il sistema di vita che conduciamo, determinato dall'enorme progresso tecnologico, ci porta ad avere una involuzione nella nostra postura. La nostra capacità percettiva si è notevolmente ridotta, il nostro piede non è più in grado di valutare, percepire il terreno con quella sensibilità e capacità di discriminazione che la natura aveva previsto. Il ciclo del nostro passo si è modificato per la mancanza di stimoli indotti dalla vita in un ambiente di 29
tipo naturale, i pesi dei vari segmenti del nostro corpo non assumono più una posizione relativa economica per il nostro equilibrio provocando tutta una serie di problematiche legate alla postura. Il nostro passo non è più fluido ma si eleva il suo indice di statismo, l'utilizzo del piede è carentente della fisiologica “rollata”, gli allineamenti degli assi hanno perso la loro naturalità. Le così dette strategie articolari relative all'arto inferiore ed il bacino hanno perso la loro sinergia e quindi la loro efficacia. I dischi intervertebrali risentono pesantemente della carenza di tutti quei micromovimenti indotti da un passo fluido e completo che prevede lo sviluppo alternato delle curve sul piano frontale e di tutti i movimenti vertebrali indotti dalla controrotazione degli assi “bisiliacobisacromiale”. Il sistema fasciale risente di posizioni statiche scorrette che si perpetuano anche nella fase dinamica del passo cronicizzando le tensioni che portano ad una progressiva involuzione posturale. Una rieducazione posturale dinamica attraverso la rieducazione al cammino può essere molto efficace si nella prevenzione che nel coadiuvare la cura delle patologia muscolo scheletriche correlate alla postura. 4. Studi scientifici sui benefici del Nordic Walking nella prevenzione e nella riabilitazione di patologie ortoperdiche e cardiovascolari 30
Poichè il numero di appassionati del Nordic Walking sta crescendo in maniera esponenziale, 8,5 milioni di praticanti nel mondo, contemporaneamente sono pubblicati anche parecchi studi scientifici che illustrano i benefici che questa pratica sportiva produce.Rogers e altri, già nel 1995, hanno verificato che in una sessione di 30 minuti fatti a velocità sostenuta da giovani, maschi e femmine, di 24 anni circa, la spesa calorica fosse stata significativamente più elevata nel Nordic Walking che nel Walking tradizionale (174 vs 141 kcal). Al contrario il rating di sforzo percepito non differiva tra le due condizioni. Laukkanen (1998) ha confrontato la frequenza cardiaca durante la camminata veloce con o senza bastoncini. Un gruppo di uomini e donne di mezza età è stato studiato su una pista Indoor Hall: l'aumento della frequenza cardiaca, misurata con una Polar monitor HR, è stato tra 5-12 e 5- 17 battiti al minuto superiore nel Nordic in uomini e donne rispettivamente. Anche qui il rating di sforzo percepito non differiva tra le due condizioni.Questi dati sono stati confermati dal rinomato Cooper Institut di Dallas (USA) che ha esaminato l'effetto del Nordic Walking nell'ambito di uno studio durato alcuni mesi. I risultati dello studio hanno evidenziato in tutte le persone esaminate un significativo aumento del 20% nel consumo di ossigeno ed energia rispetto al Walking normale. Inoltre è stato rilevato un aumento del 6% della frequenza cardiaca. Tutti i partecipanti hanno trovato il Nordic Walking meno faticoso del classico Walking. I risultati individuali sono stati notevoli. In alcuni esaminati il consumo di ossigeno ed energia è aumentato fino al 46%.L'aumento del consumo energetico è dovuto proprio al grande coinvolgimento muscolare (85% della muscolatura corporea, vale a dire circa 600 muscoli); infatti, attraverso l'uso dei bastoni viene allenata e tonificata anche la muscolatura della parte superiore del corpo (spalle, petto e braccia).La naturalezza e la grande adattabilità del movimento nel Nordic Walking permettono a chiunque di poter praticare una forma di movimento completa, armonica e divertente che possiede innumerevoli varianti secondo gli obiettivi: dalla performance al semplice controllo del peso corporeo; infatti, con una adeguata attività aerobica (es. Nordic walking a una intensità tale da poter mantenere velocità costante per almeno 40 - 50 31
minuti) è notevolmente stimolato il consumo dei grassi che, nel nostro metabolismo, sono utilizzati solo dopo un certo tempo di attività. Pertanto la camminata nordica è sicuramente lo sport ideale per perdere peso. Posso testimoniare che in questi due anni di attività il mio peso corporeo è sceso dai 75 Kg. iniziali ai 67 kg. attuali.Il Nordic Walking è adatto a tutti non presentando particolari controindicazioni e, come tutte le attività di tipo aerobico ne possiede le caratteristiche di allenamento del sistema cardiocircolatorio (muscolatura cardiaca e circolazione sanguigna) e l'aumento della capacità aerobica (migliora il trasporto dell'ossigeno nell'organismo - VO2 max).Contemporaneamente si realizzano effetti benefici anche sull'apparato respiratorio, rinforzando i muscoli della gabbia toracica e aumentando il volume d'aria inspirato. Il polmone, e di conseguenza tutto l'organismo, trae il massimo del vantaggio se si cammina all'aperto, in spiaggia, in un ambiente salubre come un parco o lungo gli argini, in collina o in montagna, comunque fuori dal traffico. Si modifica, inoltre, il metabolismo degli zuccheri: aumenta il colesterolo "buono" HDL, si riduce quello "cattivo" LDL, migliora la sensibilità all'insulina prevenendo il diabete, si riducono i livelli di fibrinogeno e l'adesività delle piastrine prevenendo le trombosi. Agendo su più fronti il Nordic Walking previene così il rischio d'infarto, arteriosclerosi e ictus.Lo sforzo richiesto durante il Nordic Walking è stato anche studiato in pazienti con cardiopatia coronarica (Walter e altri, 1996). Tutti i soggetti esaminati erano stati sottoposti a bypass al cuore oppure a operazioni di angioplastica o avevano subito infarti cardiaci. I pazienti, compresi in una età media di 61 anni, sono stati sottoposti a due camminate intense, secondo le possibilità di ciascuno, di 8 minuti, la prima col cammino tradizionale e la seconda coi bastoncini. Durante la deambulazione con i bastoncini, il consumo medio di energia è aumentato del 21%, la frequenza cardiaca di 14 battiti/minuto e la pù alta pressione sistolica/diastolica rispettivamente di 16 mmHg e 4 mmHg, variazioni queste dovute al consumo di ossigeno moltiplicato per la frequenza cardiaca e non connesse ad aumenti indesiderati della pressione arteriosa. Il gruppo di ricerca ha concluso che camminare coi bastoncini è una forma sicura di riabilitazione per i malati di cuore.Altri studi confermano che il Nordic 32
Walking è particolarmente adatto per terapie riabilitative. Ha, infatti, anche effetti positivi su persone con problemi di schiena. Ricerche effettuate in Finlandia (Anttila e altri 1999) hanno dimostrato che il Nordic Walking ha favorito enormi miglioramenti su persone con danni alla schiena causati da errori di postura. La colonna vertebrale delle persone esaminate è diventata più mobile, l'intera muscolatura del busto è migliorata e si è rinforzata, migliorando anchel'irrorazione sanguigna nella parte superiore del corpo. Le tensioni alla nuca e alle spalle si sono ridotte e inoltre nel 70% degli esaminati sono spariti i disturbi. E' per questo che il Nordic Walking è già impiegato in molte cliniche della Scandinavia e della Germania come terapia riabilitativa. In definitiva passeggiare con i bastoncini permette a tutti di praticare un'attività motoria all'aria aperta, con un allenamento che sviluppa resistenza e forza e che si accompagna anche a un beneficio mentale e psicologico, grazie all'ambiente in cui tale attività è praticata. 5. Effetti del Nordic Walking nel trattamento riabilitativo di patologie neurologiche, ortopediche e traumatiche. 33
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