Dossier di Candidatura di - Amministrazione Trasparente

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Dossier di Candidatura di ISERNIA a
  CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2022

AUTORI E CONTRIBUTI PER LA REALIZZAZIONE DEL DOSSIER

Sindaco
Dott. Giacomo d’Apollonio
                                                                                        CITTÀ DI ISERNIA
                                                                                        Medaglia d’Oro
Assessore alla cultura
Dott. Eugenio Kniahynicki

La Commissione di esperti
Mauro Gioelli
Dott. Gabriele Venditti
Dott.ssa Emilia Vitullo

Coordinamento editoriale del dossier di Candidatura

Covo.space, coworking + ideas, Isernia

Progettista
Dott. Sergio Fraraccio

Sostengono la Candidatura di Isernia Capitale Italiana della Cultura 2022

                                                Elenco dei Comuni:
                                                Agnone, Castel del Giudice, Castelpetroso, Castelpizzuto,
                                                Castelverrino, Chiauci, Filignano, Longano, Macchia d’Isernia,
                                                Macchiagodena, Miranda, Montaquila, Pescolanciano,
                                                Pescopennataro, Pettoranello del Molise, Pietrabbondante,
                   PROVINCIA DI
                       ISERNIA

Enti, Associazioni e Imprese partner
                                                                INNER                             LIONS
                                           ROTARY
                                                                WHEEL                             INTERNATIONAL
                                           CLUB
                                                                CLUB                              CLUB
                                           ISERNIA
                                                                ISERNIA                           ISERNIA

         FEDERAZIONE                        ORCHESTRA
         ITALIANA           ASSOCIAZIONE    GIOVANILE
         TRADIZIONI         ROM E SINTI     CITTÀ DI
         POPOLARI                           ISERNIA

Si ringrazia Massimo Palmier
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        ISERNIA                    CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2022

    INDICE

ISERNIA: DOVE NACQUE L’ITALIA
Dalla cultura delle origini alla cultura dell’innovatività

▶      L’assenza
▶      L’Italia nasce a Isernia | Il dentino
▶      L’Italia nasce a Isernia | La prima Capitale
▶      Il “Naturale fulcro archeologico della prima Italia”
▶      Isernia | Crocevia
▶      Isernia | Come Palermo quanto le Alpi
▶      Isernia | La città sotterranea
▶      Isernia | La Città che trema
▶      Isernia | e dintorni
▶      Uomini e storie
▶      Dove l’acqua abbonda
▶      L’Assenza | Transumanza
▶      L’Assenza | Emigrazione
▶      Alle origini: il respiro Sannita
▶      Terra di transito

▶      Isernia | Guida della Provincia
▶      Uomini Illustri
▶      Terra di lavoro, terra agricola
▶      Perchè la candidatura?
▶      Scenario | Isernia, 1 gennaio 2023

▶      La storia | Dal “DENTINO” alla “MORTE DAL CIELO”
▶      La Cultura | Ricordare, innovare
▶      Il Cinema | L’impulso di Giovanni Pettine
▶      La musica | Mosaico di suoni
▶      L’agroalimentare | Una filiera immediata
▶      Natura e ambiente
▶      Le feste religiose

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▶   I Costumi
▶   Il Folklore
▶   L’Artigianato
▶   Il Turismo
▶   Il Festival “che non esiste”
▶   Le opere pubbliche
▶   Il Calendario degli eventi annuali

▶   Gli impegni della Città
▶   Gli obiettivi
▶   La valutazione ex-ante
▶   Le valutazioni on-going ed ex-post
▶   La Governance
▶   L’Accountability
▶   Le Strutture
▶   Il Piano di Comunicazione
▶   Il Piano Finanziario
▶   Il Cronoprogramma

▶   L’articolazione del dossier

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█      L’ASSENZA

Isernia non c’è. Non esiste, è irrilevante, impalpabile, inconsistente. È un luogo spopolato in un territorio in
pieno declino demografico. È fuori dal tempo, Isernia, sfugge ai canoni di esistenza contemporanei.

Isernia non può esistere. Non ha lo status per farlo nel mondo del 2022, non è probabilmente nemmeno in
grado di farlo.

Isernia è uno spazio vuoto, nella porta di accesso al Meridione. Non ha i numeri, non ha la forma di città né
quella di paese, è ferma, bloccata, cristallizzata.

Isernia non vuole esistere. Qui non si ragiona in statistiche, ma in uomini. E l’uomo non può essere misurato,
è un valore assoluto, imprevedibile.

Isernia non deve esistere. Perché se smette di essere quella che è, sparisce, perde la sua assenza e la sua assen-
za è la sua unica forza.

Noi non esistiamo, eppure in passato siamo esistiti.

█      L’ITALIA NASCE A ISERNIA | Il dentino

Un giorno qualsiasi, in queste zone, più o meno 600.000 anni fa muore un bambino. Nel 2014, nel sito pale-
olitico “La Pineta”, qui a Isernia, viene rinvenuto un dentino. Si tratta di un incisivo superiore da latte ed è il
più antico reperto umano d’Italia, forse d’Europa.

█      L’ITALIA NASCE A ISERNIA | La prima Capitale

Poco meno di un secolo avanti Cristo. La Lega Sociale ormai si chiama Lega Italica e i popoli che la compon-
gono cercano di opporsi allo strapotere politico e militare di Roma. I Sanniti fanno parte di quell’alleanza e
Isernia è una città strategica per questa popolazione guerriera. Isernia viene nominata Capitale di quella Lega
che per la prima volta vede la parola “Italica” associata a una forma di organizzazione statale.

L’Italia, nella sua prima forma, nasce qui.

Il 23 giugno del 2003, nella sua visita ufficiale in città, il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi,
durante un discorso che può leggersi sul sito web del Quirinale, disse: «Poco fa, scendendo da Campobasso
a Isernia, non ho potuto non riflettere sul grande potenziale turistico di questa regione e di questa provincia
e città che si vanta di essere stata, come capitale della Lega Italica contro Roma, la prima capitale d’Italia.

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Realtà, non mero vanto, come è confermato dal fatto che, anche dopo essere stata soggiogata dalla potenza
di Roma, essa mantenne per qualche tempo (e la notizia che non conoscevo mi ha particolarmente colpito) il
diritto di continuare a battere moneta».

█      IL NATURALE FULCRO ARCHEOLOGICO DELLA PRIMA ITALIA

Scrive invece, oggi, Adriano La Regina, Presidente dell’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte:
«Isernia, l’erede dell’antica Aesernia, si trova nel cuore del territorio che fu sede dei Sanniti, uno dei grandi
popoli dell’Italia preromana; la città fu anche un importante centro di irradiazione della cultura latina nel
mondo italico. Possenti vestigia architettoniche, mura urbiche e templi della colonia fondata da Roma si
ammirano nel centro storico di Isernia; straordinarie testimonianze monumentali della civiltà sannitica sono
d’altra parte presenti nel Molise e nelle regioni adiacenti, da Alfedena a Sepino, da Monte Pallano a Pompei,
da Larino a Capua. Isernia si configura quindi come il naturale fulcro archeologico di quella Prima Italia che
nacque dalla fusione della società romano-latina con quella osco-sannitica. A Pietrabbondante, nel compren-
sorio isernino, si trovava il principale santuario del Sannio, centro della religiosità di stato, che ha restituito
– e continua a restituire – una incomparabile documentazione sulla cultura artistica, religiosa, istituzionale e
linguistica delle genti italiche; le conoscenze che scaturiscono dalle indagini che vi si svolgono illuminano, al
tempo stesso, importanti aspetti del mondo romano e della grecità dell’Italia meridionale. Nei secoli terzo e
secondo avanti Cristo, proprio quando maggiori furono per Isernia lo sviluppo urbano e la rilevanza politica
e per il santuario di Pietrabbondante la fioritura architettonica e religiosa, i più grandi poeti di Roma e della
latinità erano di lingua madre osca, come Nevio, Ennio e Pacuvio […]. Anche l’archeologia, per il suo verso,
può offrire una immensa mole di informazioni sulle relazioni tra i popoli dell’Italia preromana: a Sepino è
stato riportato alla luce un santuario dedicato a Mefite […]; a Pietrabbondante è affiorata una dedica osca a
Ops Consiva, entità divina dell’opulenza legata alla Roma delle origini».

█      ISERNIA | Crocevia

La città che non c’è, più volte è stata al centro della Storia e sempre per la sua posizione decisiva, di crocevia,
Sud del Nord, Nord del Sud, passaggio obbligato tra i due mari. Qui passò il bue del Ver sacrum, lungo quei
corridoi d’erba che più tardi chiamarono tratturi. Nulla sappiamo della città preromana (il suo primo non-ap-
parire nella Storia), ma certo i Sanniti le posero intorno una corona di rocche: l’arce di Castelromano, quella
tra Sant’Agapito e Longano, e probabilmente altre a Pesche, Miranda, Macchia. Dopo le tre guerre sannitiche,
la città pentra dedicata al dio Vulcano divenne l’Aesernia colonia latina (263 a.C.). I due lunghi e durissimi

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assedi portati alla città durante la Guerra Sociale – prima dagli Italici alla colonia rimasta fedele a Roma, poi
alla Capitale degli insorti dalle legioni consolari romane – stanno a dimostrarne l’importanza strategica: la
città «è d’immensa mole strategica, sì perché taglia nel cuore la linea d’operazione della strada degli Apruzzi,
e sì perché chiave rilevantissima della valle del Volturno, di quella del Sangro, e della linea interiore pel
vallo di Bojano. Isernia inoltre andrebbe alzata a fortezza, e non solo ne avrebbe tutte le attitudini con poco
dispendio, ma provvederebbe largamente a tutti i disegni pe’ quali si costruiscono le fortezze. E noi non ne
diremo altro, bastando le già dette parole a quegli ufficiali che bene intendono all’arte, e che non sono pochi
nel nostro esercito. In quell’angolare sporgimento montuoso del Sannio adunque, sta la difesa della capitale
e del reame» (M. Tenore, 1832).

Resa deserto da Silla alla fine della guerra sociale (Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant), rinasce come
Municipium con Traiano e tale resta fino alla caduta dell’impero. Nell’alto Medioevo, di nuovo desertificata, è
abitata dai Bulgari di Alzecone, capo militare al soldo dei principi longobardi di Benevento. Longobardi sono
anche i tre mitici fondatori (731) dell’Abbazia di San Vincenzo a Volturno, che nel successivo periodo franco
arrivò ad essere città monastica tra le più importanti della Cristianità europea, prima di lasciare il primato a
Montecassino, a causa dell’ultima incursione saracena.

Ysernia è universitas del Regno di Sicilia, ma ostile a Federico II che dà ordine di abbatterne le possenti mura,
costruite su quelle della città che fu romana. Dà i natali a Benedetto da Isernia, tra i primi professori di diritto
all’Università federiciana di Napoli; ad Andrea d’Isernia, campione del diritto feudale alla corte angioina di re
Carlo; a Enrico d’Isernia, esiliato, cancelliere alla corte boema di re Ottokar II.

Qui è nato Pietro, l’eremita del Morrone, diventato papa come Celestino V (1294) e santo come Pietro Ce-
lestino. Anche per lui, un’assenza, un venir meno: si dimette da pontefice. Una cattiva fama vede in lui il
personaggio della Commedia dantesca che «fece per viltade il gran rifiuto», remissivo pontefice manovrato
dal re di Napoli; la sua storia testimonia tutt’altro: organizzò dal nulla e rese potente un ordine monastico che
si diffuse in tutta Italia. Celestino amico dei Templari, che a Isernia ebbero, nella chiesa di San Giacomo, una
loro commenda.

La città che non esiste era cara alla regina Giovanna d’Aragona: nel XV secolo veniva qui per la villeggiatura
e le sue dame di compagnia insegnarono alle donne di Isernia l’arte del merletto a tombolo, il fine ricamo
nella sua magica armonia estetica. Nel secolo successivo è riconosciuta per decreto Fidelissima Civitas da re
Carlo V, che per questo ne stabilisce in perpetuo la demanialità: non potrà giammai essere infeudata, ma re-
sterà sempre e soltanto Città Regia, sottoposta all’autorità del monarca. E infatti, quando a Napoli si insedia il
viceré spagnolo, Isernia viene venduta ai d’Avalos, nel 1644, grandi di Spagna, che creano l’effimero titolo di
“principe di Isernia”, dignità portata da don Diego prima, da Cesare Michelangelo poi, e finita inutilizzata nel
blasonario di famiglia, posposta ad altri più utili titoli. Intanto, in quello stesso 1644, un editore napoletano,
Camillo Cavallo, stampa a Isernia il volume Memorie historiche del Sannio di Giovan Vincenzo Ciarlanti. Nel

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1799 Isernia, fidelissima e legittimista, si oppone ai Francesi: bande di contadini armati bloccano l’esercito del
generale Thiebault che scende lungo la via degli Abruzzi per raggiungere Napoli recando la liberté sulla punta
delle baionette. I Francesi assediarono e conquistarono Isernia a fatica, abbandonandosi poi alla violenza cieca
della vendetta che causò oltre 1500 vittime su poco più di 7000 abitanti. Morti che non furono mai ricordati o
celebrati, neanche dal Borbone quando fu nuovamente sul trono. Allo stesso modo, fidelissimi e legittimisti,
gli isernini si comportarono nel 1860: caso volle, tuttavia, che questa volta l’esercito contro cui si resisteva
fosse quello in camicia rossa, venuto a fare l’Italia. È la Reazione di Isernia, insorgenza contadina per cui
divenne tristemente famosa in tutta Europa: se ne discusse finanche nelle Houses of Parliament a Londra. In
meno di un mese, Isernia fu garibaldina, poi lealista borbonica, poi di nuovo in camicia rossa, e ancora ripresa
dai regi, per finire in ultimo conquistata “come città barbara” dai Piemontesi dopo la battaglia del Macerone
(20 ottobre 1860). Così, nella città inesistente, non si tenne il plebiscito di annessione delle province meridio-
nali all’Italia una e indipendente, che altrove si celebrò il 21 ottobre.

Per essere città che non esiste, un punto sulla carta di un Molise altrettanto inesistente, Isernia fu fin troppo
visibile alle “fortezze volanti” angloamericane che la bombardarono il 10 settembre 1943, e la distrussero
un’ennesima volta, lasciandosi alle spalle un numero altissimo di vittime innocenti. Ci fu chi salutò gli aerei
coi fazzoletti, mai pensando a un’operazione bellica due giorni dopo l’Armistizio. Per i morti di quel bom-
bardamento, nel 1960 Isernia fu insignita di Medaglia d’Oro al valor civile. Una Croce di guerra al valor mi-
litare le è stata poi assegnata per i sacrifici delle sue popolazioni e per l’attività nella lotta partigiana durante
la seconda guerra mondiale.Il 3 marzo 1970, la città che non esiste è diventata Capoluogo di Provincia: una
provincia che non esiste.

█       ISERNIA | Come Palermo, quanto le Alpi

«Isernia, capitale dell’antico Sannio occidentale – scrisse Giuseppe Garibaldi –, potrebbesi intitolare, come
Palermo, la Conca d’oro. Circondata dalle alte cime del Matese, ove tesoreggiano sorgenti abbondantissime
ed inesauribili da una parte, fra cui dominano le cataratte del Volturno, dall’altra completando la corona
altre delle alte cime appenniniche, ne fanno veramente un paese incantevole, ove il touriste, che fugge le aride
ed infocate contrade, può trovare quanto brama di verdure, aure fresche e deliziose ed acque zampillanti e
cristalline quanto quelle delle Alpi». (Garibaldi, I Mille, ed. Bologna 1933, p. 287).

Come Palermo, quanto le Alpi. Isernia, la città mai definita in assoluto, ma sempre secondo termine di para-
gone.

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█       ISERNIA | La Città sotterranea

Un altro modo di non essere, è nascondersi alla superficie. Isernia ha un sottosuolo ricco di significato, di sto-
ria. L’area ipogea della Cattedrale di San Pietro ci restituisce, tre metri sotto il suolo, l’impianto templare della
città romana, i due basamenti di templi del III e I sec a.C.: l’acropoli della colonia latina, poi Municipium.
A Piazza Sanfelice, sotto il dedalo di vicoli che intersecano il centro storico, si trovano gli ambienti ipogei
ancora da interpretare: cisterne? mitreo? criptoportico? Ma l’opera davvero mirabile, è l’acquedotto romano:
sotto la città moderna, a quasi venti metri dal suolo, scavato nel travertino, c’è un canale di 1200 metri che
portava all’abitato (e lo ha fatto egregiamente fino agli anni ’70 del Novecento) l’acqua captata alle sorgenti di
San Martino: «Sotteraneo meato che con tanta fatica, spesa e magistero» gli antichi fecero «e che maraviglia
porge a chiunque lo rimira» (Ciarlanti, 1644).

█       ISERNIA | La Città che trema

Tra i molti primati che abbiamo noi che viviamo all’ombra dell’Arco di San Pietro, c’è quello di insistere su
una delle aree a maggior pericolosità sismica d’Italia e d’Europa.

Se scartiamo le scosse d’importazione – nate fuori mappa e venute qui a far danni – sono due i sistemi di
faglia che ciclicamente si attivano intorno a noi: uno è quello delle Aquae Iuliae, che sega diagonalmente il
venafrano (direzione Ne-Sw) fino al Matese campano; l’altro (cd. Nmfs) è quello che interessa (con lo stesso
andamento Ne-Sw) la pianura di Bojano e l’isernino. Quando periodicamente entrano in crisi, si scatena l’in-
ferno: alla faglia del nord Matese possono essere attribuiti i terremoti distruttivi del 1456 e del 1805, mentre a
quella delle Aquae Iuliae il terremoto del 1349 e, probabilmente, anche quelli del 346 e dell’847.

Già: più volte il terremoto ha distrutto Isernia; uno stesso numero di volte Isernia – vicina, fuori di metafora,
a non esistere – è stata testardamente ricostruita, testimoniando il desiderio caparbio di voler di nuovo essere.

█       ISERNIA | E dintorni

Non fermiamoci a considerare la sola città. Dintorno è tutto uno scomparire, un nascondersi. C’è forse un
anfiteatro romano a Venafro? Campioni del camouflage, lo hanno nascosto nel Verlasce. E che dire di San Vin-
cenzo al Volturno che ha il suo tesoro sottoterra, nella cripta dell’abate Epifanio, meraviglia policroma unica
al mondo. Cripta affrescata anche a Sant’Angelo in Grotte, dove Giotto viene imitato da un ignoto maestro
trecentesco. Cripta nuda, di sola pietra, a Trivento.

E i castelli medievali, uno in ogni paese, con una densità che si osserva in poche altre regioni europee, sono

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forse conosciuti come quelli scozzesi? Sono nascosti, anche se la pietra è arsa di sole. Enumerati, stordiscono:
ci sono castelli a Bagnoli del Trigno, Carpinone, Cerro al Volturno (questo forse è da escludere per eccesso di
visibilità, finendo addirittura raffigurato in un francobollo); castelli a Macchia, Macchiagodena, Monteroduni,
Pescolanciano. Borghi incastellati a Fornelli e Vastogirardi e castelli senza borgo a Roccamandolfi, dove la
rocca isolata richiama il Krak dei Cavalieri nella sua petrosa maestà. Gli affreschi dei cavalli del conte Pando-
ne, nel castello di Venafro, non erano nascosti sotto un antico velo di stucco?

█      UOMINI E STORIE

Isernia città di uomini e di storie. Crocevia di popoli e conquiste. Terra gloriosa e complessa. Isernia che fu la
Prima Capitale, innalzata gli onori e nei secoli saccheggiata. Isernia dilaniata, sotto i colpi di lealisti borbo-
nici e garibaldini. Isernia massacrata dagli aerei sotto il cielo grigio di quel 10 settembre 1943. Isernia e le sue
facce, il suo papa e le sue mille anime. Isernia dal passato glorioso e ingombrante, con un presente difficile e
un futuro da coltivare, seminando il giusto e calibrandone il nutrimento.

Isernia terra di uomini, slancio verso un possibile “nuovo Umanesimo”, quello di una civiltà qualitativa e non
quantitativa. Isernia che vive nell’assenza da tanto, troppo, ma che su questa assenza ha costruito una nuova
identità, semplice, lineare, umana.

L’uomo che è sempre stato al centro, fin dall’inizio, dalla preistoria, con quel dentino caduto a un bambino.
L’uomo, quello che circa 600.000 anni fa comparve in queste zone, lavorando selci, cacciando animali e la-
sciando una delle più strepitose testimonianze paleontologiche del mondo. Di quell’uomo sono rimaste tracce
su cui poter costruire una reale opportunità di sviluppo culturale.

L’uomo: è lui il filo conduttore della nostra storia snodata attraverso figure carismatiche e autorevoli, come
Celestino V e il suo ‘gran rifiuto’ o Andrea d’Isernia, insigne giurista.

L’uomo a Isernia, torniamo a lui e a lui torneremo sempre. Una dimensione che ne valorizza i tratti e ne esalta
le virtù. Con la nostra candidatura chiudiamo il cerchio attorno a lui.

█      DOVE L’ACQUA ABBONDA

La città di Isernia è situata sull’ampio crinale di una collina dell’Appennino meridionale e si distende tra due
corsi d’acqua paralleli, Gianocanense e Giovenale (o San Giovenale), noti come Carpino e Sordo. I due bacini
fluviali confluiscono a sud-ovest nel fiume Cavaliere, affluente del Vandra, a sua volta affluente del Volturno.
La città sorge lungo il tratturo Pescasseroli-Candela (la più occidentale delle antiche vie della transumanza)

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ed è circondata dai monti del Matese a sud e dalle Mainarde a nord-ovest, con un’altimetria che varia da 285
a 905 metri s.l.m..

Il territorio è delimitato dalle catene montuose delle Mainarde, del Matese e del Massiccio della Montagnola,
a cavallo dei bacini idrografici del fiume Volturno (sul versante tirrenico) e dei fiumi Trigno e Biferno (sul
versante adriatico) cosa che permette abbondante approvvigionamento di acqua. Il territorio, interessato dal
Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e dall’istituendo Parco del Matese, comprende, inoltre, numerose
aree protette. Il clima è di tipo continentale.

Il territorio, da sempre crocevia di vicende, di genti e di culture – complice la sua favorevole morfologia –, è
da secoli testimone di una intensa stratificazione storica che ne fa un esemplare melting pot di civiltà, forgian-
do una spiccata identità territoriale, fondata sul più antico insediamento umano d’Italia e il più esteso d’Euro-
pa. È naturale, quindi, associare questa primogenitura umana a quel tempo di mezzo dove natura e cultura si
sono incontrate, dando origine alla formazione delle genti “italiche”.

█      L’ASSENZA | Transumanza

Diventata Patrimonio Unesco, la pratica di migrazione stagionale delle greggi e delle mandrie, ha da sempre
interessato il territorio molisano, in particolare quello di Isernia. Le vie della transumanza riflettono l’animo
nomade di queste terre, da sempre abituate a far fronte alle situazioni della vita muovendosi e cercando nuovi
spazi. Il territorio molisano ha tratti dolci e brulli, è ospitale e inospitale al tempo stesso e anche questo è un
tratto di inestimabile ricchezza. La transumanza, che nel passato era un vero e proprio sistema economico con
leggi, governi, scambi commerciali e tassazioni, è stata fondamentale nella crescita culturale, fondendo civiltà
e trasmettendo saperi. Andare e poi tornare ha dato il via a una forma di “sano contagio”, di cui Isernia ha
beneficiato a lungo.

█      L’ASSENZA | Emigrazione

Molise patria di emigrati. Il tema della partenza rivive, a ondate, nel corso della storia di queste terre. Oggi il
Molise è l’unica regione italiana che ha un numero doppio di persone di discendenza molisana al di fuori dei
confini nazionali e il livello più alto di iscritti all’anagrafe degli italiani all’estero rispetto alla popolazione
residente: circa 90.000, equivalenti a un 30% dei residenti. Sudamerica, Nordamerica, Australia, sono state le
mete predilette di chi ha lasciato questa casa per sognare un futuro migliore. Molti piccoli centri del Molise
portano avanti gemellaggi con città straniere, in cui sopravvivono comunità di molisani molto coese e affezio-
nate alla patria di origine. Il saldo della bilancia umana in Molise è negativo, c’è più gente che va via rispetto

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a quella che arriva. Questo significa che il Molise ha nel mondo un eccezionale retroterra di attenzione e di
interesse rispetto alle sue dimensioni demografiche e sociali e che può godere, a condizione di misure adegua-
te, di una forza di polarizzazione diffusa e di notevole entità.

Il territorio isernino, esteso alle zone del Matese, è stato tra quelli meridionali il primo a vedere le sue genti
mettersi in moto negli ultimi decenni dell’Ottocento, e quello che in cui fin dall’inizio si è manifestato il tasso
più elevato di emigrazione. Al di là delle pur ragguardevoli dimensioni quantitative, ci sono poi risvolti qua-
litativi di grande interesse. L’emigrazione agnonese in Argentina, ad esempio, è stata considerata un originale
caso di studio da alcuni specialisti di fama internazionale (S. Bailey, R. Gandolfo) ed è stata oggetto di ricerca
per uno degli antropologi americani più noti (W.A. Douglass). Non a caso, per altro, a Isernia opera un editore
specializzato sui temi dell’emigrazione che, unico in Italia, ha dedicato a queste tematiche ben quattro diverse
collane (saggistica, letteratura, memorialistica e scrittura migrante), offrendo alla conoscenza del fenomeno
oltre un centinaio di volumi.

█      ALLE ORIGINI: IL RESPIRO SANNITA

Gli abitanti di Isernia, oggi, sono circa 22.000. La città è stata abitata, fin da tempi remoti, per la salubrità
del luogo, la ricchezza d’acqua e la centralità tra diverse vie di comunicazione. Non è possibile stabilire una
datazione certa delle sue origini. Fu Sannita dal V secolo a.C., nel 264 a.C. divenne colonia romana e nel 209
rimase fedele a Roma durante la seconda guerra punica. Dal 263 al 240 a.C., dedotta colonia, coniò le monete
di Aesernia. Nella Guerra sociale del 90 a.C. Isernia fu scelta dagli Italici come loro capitale. Cadde alla fine
della guerra per mano di Silla. Alcuni imperatori, da Cesare a Nerone, la ripopolarono e Traiano la elevò al
rango di Municipio. Caduto l’Impero Romano, Isernia fu distrutta nel 456 dai Vandali ma rinacque nel VII
secolo sotto i Longobardi, per poi subire nuove distruzioni dai Saraceni, per ben tre volte, negli anni 860, 882
e 883.

█      TERRA DI TRANSITO

Uno spazio geografico continuo, limitato e organizzabile dai gruppi, oltre che dagli individui. Questa è stata
Isernia nel corso della sua storia.

La territorialità, emersa come manifestazione di appartenenza ai luoghi, data da un istinto presente sia negli
umani che negli animali, intenzionati a dominare le risorse attraverso il controllo dello spazio geografico. Da
qui l’esigenza di garantire la sicurezza degli abitanti che in quegli ambiti si sentono al riparo e si distinguo-
no dagli estranei arrivando a riconoscersi in un gruppo attraverso l’identità territoriale. Il territorio, dunque,

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diviene una vera e propria icona distintiva del gruppo. Al tempo stesso, la natura umana è portata a superare
i limiti territoriali e a ciò concorrono le più disparate ragioni, siano esse volontarie oppure obbligate. Sta di
fatto che l’uomo si è spostato seguendo degli itinerari definiti, offerti dalle piste seguite dagli animali, che ha
adottato come strade. Queste, naturalmente, hanno seguito i percorsi privilegiati offerti dalla morfologia del
territorio. Gli studi sul giacimento paleolitico di Isernia-La Pineta, hanno dimostrato il passaggio dell’uomo,
a più riprese, tra i 700.000 e i 500.000 anni fa. Non può essere un caso, specie considerando che la zona co-
stituisce il passo appenninico più basso dell’intera catena e consente il transito dal versante tirrenico a quello
adriatico senza particolari avversità. Inoltre, la zona introduce a diverse valli fluviali principali: Volturno,
Trigno, Biferno, Tammaro.

Va da sé che questo spazio geografico si caratterizza per essere una terra di transito, così come abbondante-
mente confermato in epoche successive dai tratturi e dalle strade consolari.Una considerazione, a tal riguardo,
viene in rilievo: una terra di transito costituisce una miniera di opportunità per gli abitanti, che dagli scambi
informativi, culturali e commerciali possono trarre arricchimento individuale e collettivo.

Un’ultima riflessione riporta al dualismo concettuale del pensiero filosofico di Platone (incline alla sicurezza)
e Aristotele (incline alle opportunità). La sicurezza riduce le opportunità e viceversa. Magari è per questo che
Isernia è stata ripetutamente rasa al suolo nel corso della sua plurimillenaria storia.

█      ISERNIA, GUIDA DELLA PROVINCIA

L’estensione del territorio provinciale è di 1.535,24 km2, con 83.538 abitanti in 52 comuni. Si tratta di un ter-
ritorio montuoso confinante con le province di Campobasso, Chieti, L’Aquila, Frosinone, Caserta, in origine
abitato dai Sanniti Pentri, che hanno lasciato importanti testimonianze. Tra i siti archeologici più rilevanti delle
diverse epoche, si segnalano: il giacimento paleolitico di Isernia-La Pineta, il teatro e tempio ellenistico-san-
nitico di Pietrabbondante, la città monastica di San Vincenzo al Volturno, i numerosi castelli (tra cui Macchia
d’Isernia, Monteroduni, Venafro, Pescolanciano, Macchiagodena, Vastogirardi), la millenaria Pontificia Fon-
deria di campane Marinelli di Agnone. Di notevole valore anche il patrimonio delle tradizioni: la Ndocciata
di Agnone, le zampogne di Scapoli, i costumi del Musec di Isernia, il carnevale del Cervo di Castelnuovo, la
Fiera delle cipolle e la processione del Venerdì Santo di Isernia.

█      UOMINI ILLUSTRI | Nacquero a Isernia

● Aeserninus (II sec. a.C.), uno dei due più grandi gladiatori della storia (l’altro è stato Placidiano). «Aeser-
ninus cum Placidiano» era un detto latino che si pronunciava quando si volevano indicare, in qualsiasi campo

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delle attività umane, i migliori in assoluto, le eccellenze tout court. Fra gli estimatori del gladiatore Aeserninus
ci fu Cicerone che lo definì doctus et acer.

● Celestino V, al secolo Pietro Angelerio (nato fra il 1209 e il 1215). Fondatore dell’Ordine dei Celestini, fu
eletto pontefice il 5 luglio 1294 per la fama di santità che già lo circondava quand’era in vita. Incoronato il 29
agosto di quello stesso anno a L’Aquila, dopo pochi mesi, il 13 dicembre 1294, abdicò, sia per l’età avanzata
sia per le ingerenze di re Carlo II. Pietro da Isernia morì a Fumone il 19 maggio 1296.

● Andrea d’Isernia (1230-1316), insigne giurista, fu professore di diritto civile a Napoli e occupò altissime
cariche nel Regno di Sicilia. La sua opera principale, Commentaria in usus feudorum, gli diede indiscussa
autorità e una fama che è durata fino all’età moderna. Il geniale pittore Giuseppe Arcimboldo si ispirò a lui
quando realizzò il quadro Il giurista (1566), apponendo su uno dei tomi presenti nel dipinto la scritta “Isernia”.

● Onorato Fascitelli (1502-1564), uomo di chiesa (vescovo), è stato poeta e dottissimo latinista del Cinque-
cento, amico di Pietro Bembo e Pietro Aretino.

● Gio.Vincenzo Ciarlanti (1600-1653) storiografo e agiografo, autore della prima grande opera sulla storia
dei territori sanniti, Memorie historiche del Sannio (1644), e d’un volume sui santi Cosma e Damiano.

● Domenicantonio Milano (1823-1910) fu sindaco e medico, nonché studioso di storia e archeologia. Autore
della Storia della città antica di Isernia (1897), è stato il primo a rinvenire fossili in località La Pineta, intuen-
do l’esistenza d’un giacimento preistorico.

● Federico Labella (1851-1932), uno degli esponenti della Scuola molisana di fotografia, attiva già a metà
dell’Ottocento. Non c’è stato avvenimento importante accaduto a Isernia nel ventennio 1885-1904 che non sia
stato da lui documentato.

● Giuseppe Pettine (1874-1966), uno dei maggiori mandolinisti della storia. Giovanissimo, emigrò in Ameri-
ca e fece conoscere il mandolino negli Usa dove venne acclamato come «the greatest mandolin soloist in the
world».

● Ermanno d’Apollonio (1883-1943), di professione avvocato fu anche storico e archeologo. In quarant’anni
di studi e di ricerche raccolse reperti e copiosa documentazione, formando un archivio che, per rilevanza sto-
rica, è stato sottoposto a vincolo dal Ministero per i beni culturali.

● Giovanni Pettine (1883-1973), precursore dei cineasti italiani, a soli 18 anni fondò una casa cinematogra-
fica a Milano. Fra le sue iniziali produzioni: La contessa di Montignoso (1910), Il cliente (1911) e Il Paradiso
(1912). Pettine è stato anche il primo a usare il cinema per finalità turistiche e di promozione territoriale,
realizzando negli anni venti diversi filmati per raccontare le bellezze di molte città italiane (Alessandria, Ber-
gamo, Bologna, Brescia, Como, Forlì, Milano, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Sanremo, Torino,

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Venezia, Verona e altre ancora). Nel 1931 produsse il film Antonio di Padova, il santo dei miracoli, realizzato
nella ricorrenza del settimo centenario della morte del santo portoghese. Nel 1932 firmò la regia de La Madon-
na di Caravaggio, «unico documento al mondo di un miracolo colto dal vero dall’obbiettivo».

● Vincenzo Viti (1887-1935), medico e letterato, visse per lungo tempo a Napoli dove collaborò con Salva-
tore Di Giacomo. Autore di operette e di canzoni, si segnalò pure quale autore di commedie teatrali. In campo
medico, allievo del grande clinico molisano Antonio Cardarelli, pubblicò uno studio Su di una nuova reazione
qualitativa del glucosio secondo il metodo Haine-Viti (1931).

● Francesco Formigari (1893-1974), importante autore di studi su argomenti bellici e militari, fu pure scrit-
tore di romanzi e racconti. Pubblicò libri per Vallecchi, Bompiani, Paravia e Garzanti.

● Mariannina Caroselli (1901-1989). È stata educatrice e insegnante a Parma dove pubblicò alcuni fortunati
libri per le scuole. Inoltre, collaborò con la Gazzetta di Parma curandone per anni la terza pagina.

● Franco Ciampitti (1903-1988), romanziere, è stato uno dei padri della letteratura sportiva. Il suo libro No-
vantesimo minuto (1932), edito da ‘La Gazzetta dello Sport’, è stato il primo romanzo italiano ambientato nel
mondo del calcio. Fra i suoi altri volumi: Cerchi (1934) e Campioni del mondo (postumo, 2018).

● Tullio Tedeschi (1910-1987), eroe della seconda guerra mondiale. Sottufficiale della Marina, fu uno dei
protagonisti dell’assalto alla flotta inglese ancorata nella baia di Suda (Creta), guidando un barchino esplosivo
Mtm. L’eroica azione gli valse la Medaglia d’oro al valor militare “a vivente”. Nel 1954, quell’episodio di-
venne un film intitolato Siluri umani (protagonista Raf Vallone).

● Sabino d’Acunto (1916-2004), poeta e pubblicista, autore d’un rilevante numero di opere letterarie e di
articoli di giornalismo culturale, nonché paroliere di molte delle più apprezzate canzoni della tradizione dia-
lettale isernina del Novecento.

● Tarquinio Maiorino (1927-2005), giornalista e scrittore, lavorò per notissimi settimanali, fra cui Epoca e
L’Europeo. Dal 1960 al 1967, fu il direttore di Tv Sorrisi e Canzoni. È stato autore e co-autore di vari libri,
alcuni riguardanti il tricolore italiano e l’Inno di Mameli.

█      TERRA DI LAVORO, TERRA AGRICOLA

L’economia isernina presenta una forte terziarizzazione, ma anche un settore agricolo dal valore percentuale
più che doppio rispetto al dato nazionale. Nel 2015 l’intera provincia di Isernia ha prodotto 1,5 miliardi di
euro di valore aggiunto, pari allo 0,10% del valore aggiunto italiano. Il valore aggiunto pro capite nel 2015

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è di 17.315 euro, circa 6.800 euro in meno rispetto al valore italiano medio (24.107). Per questo parametro
Isernia si posiziona all’81esimo posto tra le province italiane. Il 70% della composizione del valore aggiunto
è costituita dai servizi. Da ciò si evince che il punto debole dell’economia locale è il settore manifatturiero,
segnato da importanti crisi industriali, delocalizzazioni e chiusure di stabilimenti produttivi.

█      PERCHÉ LA CANDIDATURA?

La nostra è una altalenante avventura, che percorre un ideale filo conduttore dalla preistoria al futuro. Perché
candidarsi? Perché vogliamo parlare di Assenza. Sì, ci sono progetti, certo, ma dietro i progetti c’è la vita, ci
sono obiettivi e noi vogliamo dire a tutti cosa vogliamo diventare. Siamo l’esempio più classico di un passato
che non passa, la nostra antichità è una straordinaria contemporaneità. Il futuro è un sogno, quello di un mondo
che segue una linea di sviluppo differente e dal volto familiare. Passiamo attraverso il viso e le espressioni, a
Isernia facciamo così.

Il percorso verso la candidatura ci ha già arricchito. La città ha risposto, i progetti presentati sono stati molti,
c’è stata una scossa. Diventare Capitale Italiana della Cultura servirà anche a:

• censire le risorse intellettuali del territorio, per consentire la creazione di un laboratorio permanente di cre-
  scita culturale e d’indirizzo dell’evoluzione di un’idea di città;
• inculcare nella comunità la consapevolezza dei propri valori identitari, la rappresentatività di questi e il loro
  appeal verso il pubblico esogeno;
• rafforzare la coesione sociale ed il senso di appartenenza alla comunità, chiamata a sfidare sé stessa in
  un’impresa ambiziosa;
• mettere alla prova il sistema dei servizi, individuandone le criticità per programmare gli interventi risolutivi
  o mitigativi.

█      SCENARIO: ISERNIA, 1° GENNAIO 2023

2023, Isernia. Chiuso l’anno da Capitale italiana della Cultura Isernia ha una nuova coscienza identitaria. I
giovani hanno preso consapevolezza della forza delle idee e tornano in città per offrire il loro contributo alla
crescita e allo sviluppo del territorio. Questo anno è servito per dare una nuova visione delle cose e per dare
il via a progetti che rimarranno in forma stabile tra le iniziative del pubblico e dei privati. Una nuova colla-
borazione, rinnovata e virtuosa, tra Amministrazione e Aziende, tra amministratori e cittadini, ha preso piede,
nell’ottica di un proficuo scambio di conoscenze e strategie. Il turismo nell’anno appena trascorso ha goduto
di un enorme volano attrattivo e ora riesce, attraverso progetti a lungo termine, ad attrarre sul territorio nuovi

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flussi. Le attività commerciali ne beneficiano e nascono nuove forme di opportunità lavorative, nuove figure e
nuove strutture ricettive. Gli spazi museali e monumentali godono di una nuova stagione di forte attrattività,
beneficiandone a livello di manutenzione. Si riassettano gli equilibri professionali e lavorativi, molti vengono
ricollocati, assumendo precise specializzazioni nel settore ricettivo.

█      LA STORIA: DAL “DENTINO” ALLA “MORTE DAL CIELO”

Isernia ambisce a diventare un importante centro di studi storici internazionali. Date le antichissime origini
della presenza umana in questo territorio – testimoniate in modo concreto dalla presenza di un “paleosuolo” e
del Museo Nazionale del Paleolitico di Isernia – proponiamo la creazione di un Museo internazionale sull’evo-
luzione dell’Uomo. Scorrendo in avanti le pagine della storia pensiamo a un “Primo Congresso Internazionale
sulle Civiltà dell’Italia Antica” e alla Costituzione del Centro Studi sulle Civiltà dell’Italia Antica. Monumenti
come la Fontana Fraterna, il Tempio di Giove e tutti i reperti di “Isernia Sotterranea” saranno tappe fonda-
mentali per la creazione di eventi attrattivi. La chiave delle rievocazioni storiche è utilissima per presentare
plasticamente ciò che avvenne nel passato in questo territorio.

Attraverso personaggi chiave, è possibile interpretare il tempo che fu. Ad esempio rievocando i combatti-
menti del già menzionato gladiatore Esernino oppure ricordando un altro uomo, attorno al XII secolo, che si
chiamava Giovanni e faceva il monaco, scrisse il Chronicon Vulturnense, manoscritto in lingua latina redatto
presso l’abbazia di San Vincenzo al Volturno, relativo alle vicende storiche del monastero dalla fondazione
(VIII secolo) sino all’anno 1115.

Secoli dopo, un altro figlio di queste terre si infilò tra le pieghe della storia: fu un garibaldino, si chiamava
Ferdinando Formichelli. A fine Ottocento, emigrò negli Usa e in un libro statunitense si legge: «Ferdinando
Formichelli was a member of the Giuseppe Garibaldi organization for the liberation of Italy. Formichelli and
a few others came to the United States with fellow patriot Andrea Pettine to fight as soldiers of fortune for the
United States Union Army during the Civil War. For many years, Ferdinando led the Columbus Day parade in
Providence. He was redheaded, had a red beard, and wore a black shirt, the symbol of the Revolutionary Party
against the crown of Italy. Eventually, Italy was united with the Garibaldini forces when the King of Italy met
with them in Teano and formed a new government». Una foto del 1912 lo ritrae al centro d’un gruppo di soci
del Circolo Sociale Iserniano ‘Garibaldi’ of Providence.

Gladiatori, Roma, la Guerra contro i Sanniti, fino a Celestino V, il Papa del Gran Rifiuto, che sarà oggetto
di numerosi approfondimenti: 1) “Il ritorno del Papa Santo”, la rievocazione storica; 2) “Celestino uomo di
pace”, il convegno; 3) una specifica opera teatrale da rappresentare nello scenario di una cava dismessa; 4) la
pubblicazione di una biografia.

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Una mostra documentaria, presso la Biblioteca comunale ‘Michele Romano’, dal titolo Le città Invisibili –
Isernia nei secc. XV/XX attraverso i documenti d’archivio, verrà allestita attingendo ai fondi presenti presso
la Biblioteca. Verranno narrate le città e la loro vita attraverso le carte d’archivio. Dal Liber Privilegiorum (o
Codex Aeserniensis) che raccoglie i decreti del periodo angioino-aragonese – tra cui il diploma di Carlo V che
riconosce Ysernia fidelissima civitas – agli autografi di Cesare De Leonardis sull’Isernia del 1890.

Focus specifico verrà dedicato agli eventi del XX secolo: Il bombardamento di Isernia del X settembre 1943,
l’eccidio dei “Martiri di Fornelli” e la creazione del Corpo Italiano di Liberazione.

Rievocazioni storiche legate ad Aesernia d’epoca classica saranno messe in piedi, con l’obiettivo di diffondere
la conoscenza di quel florido periodo storico.

█      LA CULTURA: RICORDARE, INNOVARE

Onoreremo la figura del Pontefice isernino, Celestino V, attraverso una serie di attività tra cui una rappresenta-
zione teatrale all’interno di una grotta nel territorio comunale di Castelpizzuto. Gli spettatori verranno condotti
sul posto seguendo un percorso illuminato da fiaccole e verranno accolti da una guida che vestirà i panni di
Virgilio, che poi sarà parte integrante dello spettacolo.

Tra i progetti previsti un Festival della cultura tra Matese e Mainarde, snodato attraverso una serie di even-
ti che riguardano un vasto territorio di cui Isernia è il riferimento geografico e culturale e che coincide con
quell’area che nel Chronicon Vulturnense viene definita «Locum Ubi Vocatur Samnia». Tale Festival consentirà
di individuare, nel territorio di Isernia e dei Comuni limitrofi, quelle realtà che sintetizzano elementi peculiari
della cultura locale, nell’ambito di una visione globale che pone Isernia al centro ideale del Bacino Mediter-
raneo, nella fascia più stretta della Penisola Italiana tra Tirreno e Adriatico.

Il programma destina uno spazio significativo alla cultura digitale, leva di sviluppo di un futuro sostenibile,
sensibile ai temi dell’inclusione sociale, dell’interculturalità e della prevenzione dei pregiudizi verso le diver-
sità. Il ruolo del digitale nella conservazione, valorizzazione e diffusione del patrimonio culturale, è affermato
sulla scia della Convenzione di Faro e della “Carta di Pietrelcina sull’educazione all’eredità culturale digita-
le”, che sostengono una responsabilità diffusa rispetto al bene comune rappresentato dal patrimonio culturale
preso in carico in particolare dai giovani, nativi digitali.

Il digitale, dunque, da riconoscere come “valore” nel patrimonio culturale; non un semplice strumento di di-
gitalizzazione dell’esistente, ma un vero e proprio “sapere” capace di riconfigurare i beni e i luoghi culturali
come eredità comuni. La cultura digitale, naturalmente priva di pregiudizi su genere, abilità, interessi e com-
petenze, pone i giovani al centro delle nuove funzioni culturali che il digitale e la digitalizzazione vanno assu-

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mendo come futura memoria storica e fonte di conoscenza dell’era digitale; per questo è fortemente orientata
al pieno sviluppo della cittadinanza e del progresso sociale, elementi essenziali di un ecosistema sostenibile.

Verso il futuro guarda anche il progetto della ‘Scuola Nazionale di Fisica Moderna’, dedicato ai temi dell’e-
splorazione dell’Universo, della struttura intima della materia con l’uso di acceleratori di particelle, della mec-
canica quantistica e della relatività. Il progetto si svilupperà in un ciclo di lezioni, da tenersi in alcuni giorni nel
periodo estivo, dedicato a studenti degli ultimi due anni delle scuole secondarie di secondo grado provenienti
dal territorio italiano, e si avvarrà della partecipazione di docenti provenienti dalle più prestigiose istituzioni
scientifiche internazionali che terranno sia lezioni teoriche che esercitazioni pratiche utilizzando moderne
attrezzature. Gli incontri della scuola, che si configura tra le attività, uniche nel suo genere, di alta formazione
per studenti, avranno sede presso una struttura cittadina (ad esempio l’ex convitto vescovile) e mireranno a
far vivere l’ambiente di ricerca per ispirare giovani e motivarli nell’orientamento verso le discipline Stem,
trasferire conoscenze e costruire competenze nell’ambito della ricerca scientifica e tecnologica.

Si pensa, inoltre, alla fondazione d’un centro per le tecnologie creative frequentato ogni settimana gratuita-
mente da centinaia di ragazzi dai 12 ai 18 anni che seguono programmi individuali e workshop su robotica,
film making, fotografia, musica, grafica e animazione, web design e numerosi altri temi su cui orientarsi per la
formazione futura, testare innovazione, creare imprese e startup. Un modello che ambisce a dare a migliaia di
ragazzi gli strumenti per orientarsi nelle professioni digitali e creative del futuro, proiettando Isernia a divenire
città globale.

Sempre in tema di ragazzi e studenti, prende piede il progetto attraverso cui si prevede il completamento di un
Percorso Museale Storico con annesso atelier creativo e della Cittadella della Scienza presso le sedi dell’Isis
“Majorana-Fascitelli”.

Attorno al filo poesia-narrativa-musica-danza-fotografia si svilupperà invece una rassegna e un concorso che
coinvolgerà scrittori, editori, giornalisti, personaggi della cultura e dello spettacolo. Gli eventi si terranno per
tutta la durata del 2022 e saranno organizzati nei maggiori centri culturali della regione.

La cultura nel futuro è anche l’ingrediente alla base del progetto Cultura aumentata Isernia 2022, un ponte
verso lo sviluppo economico e l’inclusione sociale, che prevede azioni collegate tra di loro, supportate da una
piattaforma digitale per il coordinamento e la gestione, finalizzate alla valorizzazione e promozione delle ri-
sorse locali: “Geocaching”, realtà aumentata e virtuale,

Particolare attenzione all’Agenda Onu 2030 verrà data dalla ‘Fondazione Lello Lombardi’, attraverso un
ciclo di incontri con esponenti dell’Asvis (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), rivolto ai giovani
(università e scuole) e agli amministratori locali, per un confronto sulle politiche e le misure più efficaci ai
fini del perseguimento degli obiettivi di sostenibilità. Ci sarà anche una Mostra sulla storia istituzionale del

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territorio molisano e iniziative di sensibilizzazione volta al rafforzamento della cultura e della formazione po-
litico-giuridico-amministrativa dei giovani amministratori, per favorire l’efficienza organizzativa, la respon-
sabilizzazione e l’inclusione a tutti i livelli (Goal 16 dell’Agenda 2030). Infine, la Fondazione si farà carico
dell’organizzazione di un evento sul rapporto Economia-Ambiente, alla sfida della ricerca di un modello di
sviluppo sostenibile, che sappia conciliare le esigenze di crescita economica con l’equilibrio dell’ecosistema
(Goals 13, 14 e 15 dell’Agenda 2030), in una visione antropocentrica.

A metà strada tra la cultura e l’enogastronomia ci sarà un approfondimento sulla Stele di Calidio Erotico, ri-
trovata in questo territorio e conservata al Louvre. Si tratta di una prima, preziosissima testimonianza di stele
non funeraria, raffigurante in bassorilievo da una parte un’ostessa che allunga la mano presentando il conto
a un viandante e dall’altra parte un cliente che, avvolto in un mantello con cappuccio, regge per la capezza
un mulo bardato. Questo reperto ha suscitato anche l’attenzione della storica britannica Mary Beard, che ha
intrapreso una collaborazione con un imprenditore locale del settore vitivinicolo per un progetto di sviluppo
del territorio a esso legato.

Sempre a partire dal tema vino, ci sarà una collaborazione con un Comune limitrofo a Isernia (Macchia d’I-
sernia) per la promozione del prodotto e il consumo responsabile, attraverso una serie di eventi a tema (“Alle
origini della vite”) da organizzare tra le piazze del centro storico della città.

La cultura toccherà da vicino anche il tema dell’inclusione sociale, con il progetto dell’associazione “Rom in
progress”, che si prefigge l’obiettivo di combattere gli stereotipi e i pregiudizi verso le comunità Rom, Sinti
e Camminanti (Rsc). In occasione della Giornata della memoria, il 27 gennaio, l’associazione già organizza
– lo farà anche nel 2022 – un ciclo di eventi di carattere pubblico finalizzati a mantenere vivo, nella memoria
collettiva, il ricordo dell’eccidio e delle deportazioni nei campi di concentramento che hanno coinvolto le
popolazioni Rom e Sinti.

Saranno promosse mostre fotografiche, workshop, uscite fotografiche e concorsi di fotografia, con base presso
l’auditorium “Unità d’Italia”, il cui foyer verrà utilizzato per ospitare una mostra permanente per tutto il 2022.

Si pensa all’istituzione di un Museo Etnografico Diffuso. L’intervento prevede la realizzazione di itinerari mu-
seali lungo i vicoli del Centro storico. Ogni vicolo è destinato ad accogliere uno specifico percorso tematico,
ipotizzando sin d’ora i seguenti temi:

• Archeologia industriale

• Arte moderna

• Economia del territorio

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• Enogastronomia

• Esposizioni temporanee

• Eventi bellici

• Eventi sismici

• Merletto

• Museo della civiltà Rom

• Natura e territorio

• Personaggi

• Preistoria

• Storia

• Tradizioni

• Urbanistica.

I pop up lab rappresentano un intervento pensato per essere complementare a quello dei “Pop up shops” com-
preso nel progetto “Bounce forward”. Nasce con intenti di continuità, complementarietà ed operatività rispetto
al ‘Museo della Moda’. Il pensiero va a tutte quelle attività specialistiche che compongono la filiera tessile
e che si svolgono in laboratori di cardatura, filatura, tessitura, tintoria, sartoria, prototipia, design, accessori,
ed altri ancora, connessi sia direttamente, sia come indotto. Attraverso il coinvolgimento di diversi soggetti
– Comune, proprietari dei fondi sfitti, operatori economici e associazioni di categoria, istituzioni scolastiche,
ecc.– si vogliono creare le condizioni per ospitare stabilmente nuovi laboratori, contribuendo così non solo al
rilancio del tessuto economico, ma più in generale alla riqualificazione dell’ambito urbano in questione.

Cultura è anche moda e proprio sulla moda, che tanto ha caratterizzato la provincia di Isernia negli ultimi de-
cenni, è incentrato il progetto che punta a creare un “Pop up shop”, nel cuore di Isernia, dedicato alla “moda”.
Verrà promossa una linea caratterizzata dall’utilizzo di tessuti naturali colorati naturalmente, ispirata ai princi-
pi di sostenibilità ambientale e sociale e capace di recuperare/valorizzare quella maestria manifatturiera, oggi
inutilizzata (a causa della chiusura dell’azienda leader), che contraddistingue i nostri “luoghi”. All’interno del

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“Pop up shop” sarà anche allestita un’area adibita a Laboratorio didattico e sperimentale nel quale il visita-
tore/consumatore potrà scoprire (toccare con mano) la storia, le tecniche di produzione e di colorazione del
“capo” espressione della storia e della cultura del territorio.

Un progetto verterà sulla riqualificazione degli spazi urbani. Dopo l’esperienza di “FermARTI”, un evento
artistico ideato per la città di Isernia che ha rappresentato anche un primo intervento di riqualificazione della
città, si propone di procedere con WorkIS | workshop di autocostruzione partecipata, dedicato alle scuole
elementari, alle medie e alle scuole superiori. Si tratta di un laboratorio creativo di ricerca sperimentazione,
formazione e condivisione, conoscenza, approfondimento e riqualificazione degli spazi urbani che caratteriz-
zano la nostra quotidianità.

█      IL CINEMA: L’IMPULSO DI GIOVANNI PETTINE

La data che lega Isernia al mondo della cinematografia è il 26 luglio del 1883. Raffaele Pettine e Beatrice Mat-
teo hanno appena avuto un figlio e lo hanno chiamato Giovanni (cfr. paragrafo Uomini Illustri). Nel 1901 quel
ragazzo inizia a lavorare nel mondo del cinema a Milano; poi, una carriera di cineasta tra le più importanti del
trentennio che seguirà. Sulla scia della produzione lasciata in eredità da Pettine verrà organizzato un Festival
del Cinema, nel corso dell’anno da Capitale italiana della cultura.

Uno spazio multisensoriale verrà allestito in forma stabile all’interno dell’auditorium “Unità d’Italia”, dove
verrà illustrato, principalmente tramite immagini e suoni, il lavoro prodotto da tre intellettuali degli anni venti:
Giovanni Pettine, Vincenzo Viti, Ermanno d’Apollonio. I tre hanno gettato le basi della cultura isernina nel
periodo tra le due guerre mondiali, contribuendo a innalzare il livello culturale in un territorio del Meridione
d’Italia ancora molto arretrato. Verrà coinvolta la Facoltà di Informatica dell’Università degli Studi del Moli-
se, che fornirà l’apporto in termini di software e programmazione.

Saranno realizzati quattro filmati, collegati tra loro, che toccheranno diverse tematiche: “Il Territorio”, “La
Storia”, “La Cultura e le Tradizioni”, “L’Accoglienza e i Sapori”. Ogni filmato avrà la durata di circa 15 minuti
e racconterà, dal punto di vista di un giovane turista che arriva in città, Isernia e le sue sfaccettature.

Si terrà un “Festival Cinematografico Itinerante – Nuovo Cinema Fasano” con l’obiettivo di promuovere l’i-
dentità culturale, naturalistica ed enogastronomica del Molise attraverso attività legate al mondo del cinema.
In previsione c’è una rassegna filmografica, un laboratorio di formazione cinematografica e la produzione di
materiale audiovisivo

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