DOCUMENTO UNICO DI PROGRAMMAZIONE 2017-2019 - Allegato alla deliberazione del CDA n. 36 del 28.07.2016 - Consorzio ...
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DOCUMENTO UNICO DI PROGRAMMAZIONE 2017-2019 Allegato alla deliberazione del CDA n. 36 del 28.07.2016
INDICE Presentazione 1 Introduzione al D.U.P. e logica espositiva 3 Struttura del D.U.P 4 Linee programmatiche di mandato e gestione 5 Sezione strategica SeS - Condizioni esterne Analisi strategica delle condizioni esterne 7 Obiettivi generali individuati dal governo 10 Legge di stabilità 2016 10 Popolazione e situazione demografica 12 Territorio e pianificazione territoriale 13 Strutture ed erogazione dei servizi 13 Economia e sviluppo economico locale 14 Sinergie e forme di programmazione negoziata 14 Parametri interni e monitoraggio dei flussi 14 SeS - Condizioni interne Analisi strategica delle condizioni interne 15 Organismi gestionali ed erogazione dei servizi 15 Opere pubbliche in corso di realizzazione 16 Tributi e politica tributaria 17 Tariffe e politica tariffaria 17 Spesa corrente per missione 17 Necessità finanziarie per missioni e programmi 18 Patrimonio e gestione dei beni patrimoniali 19 Accensione prestiti netti 20 Sostenibilità dell'indebitamento nel tempo 20 Equilibri di competenza e cassa nel triennio 20 Programmazione ed equilibri finanziari 22 Disponibilità e gestione delle risorse umane 22 Patto di stabilità e vincoli finanziari 23 Sezione operativa SeO - Valutazione generale dei mezzi finanziari Valutazione generale dei mezzi finanziari 23 Entrate tributarie (valutazione e andamento) 24 Trasferimenti correnti (valutazione e andamento) 25 Entrate extra-tributarie (valutazione e andamento) 26 Riduzione di attività finanziarie (valutazione) 27 Entrate in conto capitale (valutazione e andamento) 27 Accensione prestiti netti (valutazione e andamento) 28
SeO - Definizione degli obiettivi operativi Definizione degli obiettivi operativi 29 Fabbisogno dei programmi per singola missione 30 Servizi generali e istituzionali 33 Ordine pubblico e sicurezza 33 Istruzione e diritto allo studio 33 Valorizzazione beni e attività culturali 33 Politica giovanile, sport e tempo libero 34 Turismo 34 Assetto territorio, edilizia abitativa 33 Sviluppo sostenibile e tutela ambiente 34 Trasporti e diritto alla mobilità 35 Soccorso civile 35 Politica sociale e famiglia 35 Sviluppo economico e competitività 35 Lavoro e formazione professionale 35 Agricoltura e pesca 36 Energia e fonti energetiche 36 Relazioni con autonomie locali 36 Fondi e accantonamenti 36 Debito pubblico 37 Anticipazioni finanziarie 37 SeO - Programmazione del personale, OO.PP. e patrimonio Programmazione personale, OO.PP. e patrimonio 39 Programmazione e fabbisogno di personale 39
PRESENTAZIONE DELL’ENTE Il Consorzio di Bacino 16 – CB16 è parte di un sistema creato dal legislatore regionale con la Legge Regione Piemonte 24 ottobre 2002, n. 24, recante norme per la gestione dei rifiuti. La suddetta legge riaggrega il sistema integrato di gestione dei rifiuti urbani, articolandolo in «Ambiti territoriali ottimali», coincidenti salvo diverso accordo tra Regione e Provincia con i territori provinciali, nei quali sono organizzate le attività di realizzazione e gestione degli impianti tecnologici di recupero e smaltimento dei rifiuti, nonché suddividendo gli Ambiti territoriali ottimali in uno o più Bacini, individuati dai Programmi provinciali di gestione dei rifiuti, nei quali sono organizzate le attività di realizzazione delle strutture al servizio della raccolta differenziata, nonché le attività di raccolta, di trasporto e di conferimento agli impianti tecnologici. In ciascun Bacino e in ciascun Ambito territoriale ottimale l’organizzazione delle rispettive attività relative ai rifiuti deve avvenire nel rispetto del principio di separazione delle funzioni amministrative di «governo» dalle attività di «gestione operativa» dei servizi relativi ai rifiuti. Sempre in attuazione del predetto principio di Legge Regionale, le funzioni amministrative di «governo» dei servizi di Bacino debbono essere espletate dai Comuni a mezzo di consorzi obbligatori di funzioni unici per ciascun bacino, denominati «Consorzi di bacino», mentre le funzioni amministrative di governo dei servizi di Ambito debbono essere assicurate tramite la cooperazione obbligatoria dei Consorzi di bacino appartenenti al medesimo Ambito territoriale ottimale, i quali sono tenuti ad adottare apposita convenzione conforme agli schemi definiti dalla Giunta regionale, costituendo l’«Associazione d’ambito». Con Deliberazione dell’Assemblea del Consorzio To Nord n. 5 del 21.11.2003 è stato approvato lo Statuto del Consorzio di Bacino 16, mentre l'Assemblea del Consorzio di Bacino 16 n. 14 del 31.5.2004 ha approvato la Convenzione. Il Consorzio è operativo dal 1 gennaio 2004 e ha, per termine il 2030. Nell'ambito territoriale ottimale della Provincia di Torino in data 5 ottobre 2005 si è costituito il Consorzio "Associazione d'Ambito Torinese per il governo dei rifiuti", ATO-R, con la sottoscrizione della Convenzione Istitutiva, ai sensi dall'art. 12 della L.R. 24/02. La Convenzione Istitutiva è stata modificata con l'aggiornamento delle quote di partecipazione in data 30/3/2011. L'ATO-R è composta come segue: Associazione d'Ambito Torinese per il Governo dei Rifiuti - composizione Consorzi di bacino Quote in millesimi Comuni Quote in millesimi ACEA 62,40 Pinerolo 6,26 CONS. BACINO 16 106,66 Settimo T.se 6,26 CADOS 128,25 Collegno 6,26 CCA 79,25 Ivrea 6,26
CCS 50,60 Chieri 6,26 CISA 40,56 Ciriè 6,26 COVAR 14 106,30 Moncalieri 6,26 TORINO 375,90 Torino 6,26 Con le Leggi 191/2009 e la l.r 7/2012 sono state soppresse le "Autorità d'ambito territoriale" in favore delle nuove Conferenze d'ambito. Con le novità normative sono stati ridefiniti anche gli ATO ossia la suddivisione territoriale su cui sono organizzati servizi pubblici integrati su cui agiscono le Autorità d'ambito con conseguente estinzione dei "Consorzi di funzioni tra gli enti locali". Ad oggi l’iter previsto dalla legge 7/2012 non si è compiuto per effetto di una serie di cause e motivazioni gettando l’intero sistema in una condizione di incertezza che la Regione Piemonte ha cercato di gestire dettando le regole di funzionamento del sistema durante questa lunga fase di passaggio dal vecchio assetto della LR 24/2002 al nuovo assetto previsto dalla Lr 7/2012. Infatti come specificato dalla Regione Piemonte nella nota prot. n. 10348 del 17/7/2013 che evidenzia come i Consorzi di cui alla L.R. 24/02 continuano ad esercitare senza soluzione di continuità e ad ogni effetto di legge le proprie funzioni sino alla data di subentro della nuova Conferenza d’Ambito. Nell’attesa che l’iter proceda e si concluda il CB16 continua regolarmente ad operare. Nell'ultimo periodo si è avuta un'accelerazione con una proposta di modifica della Legge regionale (Disegno di Legge Regionale n. 217 del 19.7.2016) che sta dando avvio al processo di chiusura e/o di accorpamento dei Consorzi, che potrebbe avvenire nel medio periodo. 2
INTRODUZIONE AL D.U.P. E LOGICA ESPOSITIVA Dal 1° gennaio 2015 è entrata in vigore la contabilità armonizzata, con le modifiche apportate dal D.Lgs. 10 agosto 2014 n. 126 al D.Lgs. 23 giugno 2011 n.118 e al D.Lgs.18 agosto 2000 n. 267. La nuova formulazione dell’art. 170 del TUEL, introdotta dal D.Lgs. n. 126/2014 e del Principio Contabile applicato della programmazione, Allegato n. 4/1 del D.Lgs. n. 118/2011 e ss.mm., modificano il precedente sistema di documenti di bilancio ed introducono due elementi rilevanti ai fini della programmazione: a) l’unificazione a livello di pubblica amministrazione dei vari documenti costituenti la programmazione ed il bilancio; b) la previsione di un unico documento di programmazione strategica, senza uno schema predefinito ma con un contenuto minimo obbligatorio, con cui presentare le linee strategiche ed operative dell’attività di governo di ogni amministrazione pubblica. Il Documento Unico di Programmazione - DUP - si inserisce dunque all’interno di un processo di pianificazione, programmazione e controllo che vede il suo incipit nel Documento di Indirizzi di cui all’art. 46 del TUEL e nella Relazione di Inizio Mandato prevista dall’art. 4 bis del D.Lgs. n. 149/2011 e che si conclude con un altro documento obbligatorio quale la Relazione di Fine Mandato, ai sensi del DM 26 aprile 2013. All’interno di questo perimetro il DUP costituisce il documento di collegamento e di aggiornamento scorrevole di anno in anno che tiene conto di tutti gli elementi non prevedibili nel momento in cui l’amministrazione si è insediata. In particolare il nuovo sistema dei documenti di bilancio si compone come segue: - DUP - schema di bilancio; - nota integrativa al bilancio finanziario di previsione. Termini di approvazione del DUP Per il periodo 2017/2019 i termini per l'approvazione del DUP sono quelli previsti dall'art 170 del TUEL, che prevede che la Giunta (per il Consorzio il CDA) entro il 31 luglio deve approvare il documento e presentarlo al Consiglio (per il Consorzio l'Assemblea) Le tappe di approvazione Con riferimento al procedimento di approvazione del DUP, dal vigente quadro normativo risulta: 1. che il DUP è presentato dalla Giunta entro il 31 luglio 2016 «per le conseguenti deliberazioni». Pertanto il Consiglio riceve, esamina, discute il DUP presentato a luglio e delibera. La deliberazione del Consiglio concernente il DUP può tradursi: · in una approvazione, nel caso in cui il documento di programmazione rappresenta gli indirizzi strategici e operativi del Consiglio; · in una richiesta di integrazioni e modifiche del documento stesso, che costituiscono un atto di indirizzo politico del Consiglio nei confronti della Giunta, ai fini della predisposizione della successiva nota di aggiornamento. La deliberazione del DUP presentato a luglio costituisce una fase necessaria del ciclo della programmazione dell'ente; 2. che il termine del 15 novembre 2016 per l'aggiornamento del DUP comporta la necessità per il Consiglio di deliberare il DUP in tempi utili per la presentazione dell'eventuale nota di aggiornamento. La deliberazione consiliare concernente il DUP non è un adempimento facoltativo, anche se non è prevista 3
alcuna sanzione. L’IFEL ritiene che il termine ultimo per la delibera del Consiglio in merito al DUP sia il giorno precedente la presentazione dell'eventuale nota di aggiornamento del DUP stesso; 3. poiché la deliberazione del Consiglio concernente il DUP presenta, o un contenuto di indirizzo programmatico, o costituisce una formale approvazione, è necessario il parere dell'organo di revisione sulla delibera di giunta a supporto della proposta di deliberazione del Consiglio, parere reso secondo le modalità previste dal regolamento dell'ente; 4. che la nota di aggiornamento al DUP è eventuale in quanto può non essere presentata se si sono verificate entrambe le seguenti condizioni: · il DUP è già stato approvato in quanto rappresentativo degli indirizzi strategici e operativi del Consiglio; · non sono intervenuti eventi da rendere necessario l'aggiornamento del DUP già approvato; 5. che, se presentato, lo schema di nota di aggiornamento al DUP si configura come lo schema del DUP definitivo. Pertanto è predisposto secondo i principi previsti dall'allegato n. 4/1 al D.Lgs. 118/2011; 6. che lo schema di nota di aggiornamento al DUP e lo schema di bilancio di previsione sono presentati contestualmente entro il 15 novembre, unitamente alla relazione dell'organo di revisione, secondo le modalità previste dal regolamento dell'ente; 7. che la nota di aggiornamento, se presentata, è oggetto di approvazione da parte del Consiglio. In quanto presentati contestualmente, la nota di aggiornamento al DUP e il bilancio di previsione possono essere approvati contestualmente, o nell'ordine indicato; 8. che la disciplina concernente la presentazione del DUP si applica anche agli enti in gestione commissariale; 9. che in caso di rinvio del termine di presentazione del DUP, la specifica disciplina concernente i documenti di programmazione integrati nel DUP deve essere rispettata. STRUTTURA DEL DUP Il documento unico di programmazione si suddivide in due sezioni, denominate Sezione Strategica e Sezione Operativa, secondo quanto previsto dal D.Lgs. 118/2011 e correlati principi contabili. La prima (SeS) sviluppa ed aggiorna con cadenza annuale le linee programmatiche di mandato e individua, in modo coerente con il quadro normativo, gli indirizzi strategici dell’ente. Nella sostanza, si tratta di adattare il programma originario definito nel momento di insediamento dell’amministrazione con le mutate esigenze. La seconda sezione (SeO) riprenderà invece le decisioni strategiche dell’ente per calibrarle in un'ottica più operativa, identificando così gli obiettivi associati a ciascuna missione e programma. Il tutto, individuando le risorse finanziarie, strumentali e umane. Venendo al contenuto, la prima parte della Sezione strategica (SeS), denominata "Condizioni Esterne", affronta lo scenario in cui si innesca l’intervento dell’ente, un contesto dominato da esigenze di più ampio respiro, con direttive e vincoli imposti dal governo e un andamento demografico della popolazione inserito nella situazione del territorio locale. Si tratta quindi di delineare sia il contesto ambientale che gli interlocutori istituzionali, e cioè il territorio ed i partner pubblici e privati con cui l’ente interagisce per gestire talune problematiche di più vasto respiro. In questo ambito assumono importanza gli organismi gestionali a cui l’ente partecipa a vario titolo e gli accordi negoziali raggiunti con altri soggetti pubblici o privati per valorizzare il territorio, e cioè gli strumenti di programmazione negoziata. Questo iniziale approccio termina individuando i principali parametri di riferimento che saranno poi monitorati nel tempo. L’attenzione si sposterà quindi verso l’apparato dell’ente, con tutte le dotazioni patrimoniali, finanziarie e organizzative. Questa parte della sezione strategica si sviluppa delineando le caratteristiche delle "Condizioni Interne”. L’analisi abbraccerà le tematiche connesse con l’erogazione dei servizi, le relative scelte di politica tributaria e tariffaria e lo stato di avanzamento delle opere pubbliche. Si tratta di specificare l’entità delle risorse che saranno destinate a coprire il fabbisogno di spesa corrente e d'investimento, entrambe articolate nelle varie missioni. Si porrà inoltre attenzione sul mantenimento degli equilibri di bilancio nel tempo in termini di competenza e cassa, analizzando le problematiche connesse con l’eventuale ricorso all’indebitamento. Ovviamente tutto dovrà 4
essere parametrato secondo le caratteristiche, le funzioni e la struttura del Consorzio che opera proprio in quanto consorzio in un contesto diverso, con una unica tipologia di attività. La prima parte della Sezione operativa (SeO), chiamata “Valutazione generale dei mezzi finanziari”, si sposta nella direzione che privilegia il versante delle entrate, riprendendo le risorse finanziarie per analizzarle in un’ottica contabile. Si procede a descrivere sia l’andamento storico che la previsione futura dei principali aggregati di bilancio (titoli). In questo contesto possono essere specificati gli indirizzi in materia di tariffe e tributi e le direttive sul ricorso all’indebitamento. Nella Sezione operativa (SeO), chiamata “Definizione degli obiettivi operativi” l’iniziale visione d’insieme, di carattere prettamente strategico, si sposta nella direzione di una programmazione dove, in corrispondenza di ciascuna missione suddivisa in programmi, si procederà a specificare le forme di finanziamento. Questo valore complessivo costituisce il fabbisogno di spesa della missione e dei relativi programmi, destinato a coprire le uscite correnti, il rimborso prestiti e gli eventuali investimenti. Saranno quindi descritti gli obiettivi operativi insieme alle risorse strumentali e umane rese disponibili per raggiungere tale scopo. La terza parte denominata "Programmazione del personale, opere pubbliche e patrimonio", ritorna ad abbracciare un'ottica complessiva e non più a livello di singola missione o programma. Viene infatti messo in risalto il fabbisogno di personale per il triennio, le opere pubbliche che l'amministrazione intende finanziare nello stesso periodo ed il piano di valorizzazione e alienazione del patrimonio disponibile non strategico. Anche in questo caso occorrerà calare tutto nella specifica realtà del Consorzio. LINEE PROGRAMMATICHE DI MANDATO E GESTIONE Programma di mandato e pianificazione annuale Il Consorzio di Bacino 16 non è un ente dove i suoi organi vengono eletti direttamente dai cittadini, pertanto non esiste un "Programma di mandato" che tratteggia gli obiettivi della legislatura. Ci sono tre organi fondamentali: il Presidente, il Consiglio di Amministrazione e l'Assemblea Consortile. I primi due vengono nominati dall'Assemblea, che è a sua volta composta dai rappresentanti di tutti i comuni consorziati. Tutti gli organi agiscono ed operano sulla base dello Statuto del Consorzio, dei Regolamenti e della normativa in essere. Viene approvato annualmente il Bilancio di Previsione con il Bilancio Pluriennale e la relazione - Piano Programma secondo le disposizioni valenti anche per gli Enti Locali. Nello stesso modo viene annualmente approvato il Rendiconto che si compone del Conto del Bilancio del Conto Economico e del Conto del Patrimonio. Dall'esercizio 2015 in modo conoscitivo e, definitivamente dall'esercizio 2016 sono entrate in vigore le normative sulla nuova contabilità previste dal DL 118 e dalle successive modificazioni e integrazioni. Adempimenti e formalità previste dal legislatore Il processo di programmazione previsto dal legislatore è molto laborioso. Si parte dal 31 luglio di ciascun anno, quando la giunta presenta al consiglio il documento unico di programmazione (D.U.P.) con il quale identifica, in modo sistematico e unitario, le scelte di natura strategica ed operativa per il triennio futuro. L’elaborato si compone di due parti, denominate rispettivamente sezione strategica (SeS) e sezione operativa (SeO). Entro il successivo 15 novembre la giunta approva lo schema del bilancio di previsione da sottoporre al consiglio e, nel caso siano sopraggiunte variazioni al quadro normativo, aggiorna l’originaria stesura del documento unico. Entro il 31 dicembre, infine, il consiglio approva il D.U.P. e il bilancio definitivi, con gli obiettivi e le finanze per il triennio. La programmazione strategica (SeS) La sezione strategica aggiorna le linee di mandato e individua la strategia dell’ente; identifica le decisioni principali del programma di mandato che possono avere un impatto di medio e lungo periodo, le politiche da sviluppare per conseguire le finalità istituzionali e gli indirizzi generali precisando gli strumenti scelti dall'ente per rendicontare il proprio operato. I caratteri qualificanti di questo approccio, come richiede la norma, sono la valenza pluriennale del processo, l'interdipendenza e la coerenza dei vari strumenti, unita alla lettura non solo contabile. È per ottenere questo che la sezione svilupperà ciascun argomento dal punto di vista sia 5
numerico che descrittivo, ma anche espositivo, impiegando le modalità che la moderna tecnica grafica offre. La programmazione operativa (SeO) La sezione operativa definisce gli obiettivi dei programmi in cui si articolano le missioni, individuando i fabbisogni e relativi finanziamenti, le dotazioni strumentali ed umane. Questo documento orienterà le deliberazioni degli organi collegiali in materia, e sarà il punto di rifermento per la verifica sullo stato di attuazione dei programmi. Dato che gli stanziamenti dei singoli programmi, composti da spese correnti, rimborso prestiti e investimenti, sono già presenti nel bilancio, si è preferito razionalizzare il contenuto della SeO evitando di riportare anche in questo documento i medesimi importi. Nella sezione saranno descritti gli obiettivi operativi con le dotazioni strumentali e umane dei singoli programmi per missione, rinviando al modello del bilancio la lettura dei dati finanziari. 6
SEZIONE STRATEGICA (SeS) – Condizioni esterne ANALISI STRATEGICA DELLE CONDIZIONI ESTERNE Lo scenario internazionale, nazionale e regionale. Nel settore ambientale e nell’organizzazione del territorio coesistono la competenza a normare del Legislatore comunitario e nazionale sulla tutela dell’ambiente e sulla promozione della concorrenza e la competenza del Legislatore regionale, con particolare riguardo alla pianificazione ed organizzazione del territorio e dei servizi pubblici locali, nel quale rientra il servizio di gestione integrata dei rifiuti. La disciplina comunitaria prevede che gli Stati membri disciplinino la gestione dei rifiuti attraverso una specifica pianificazione basata sugli indirizzi della direttiva quadro 2008/98/CE. Il Trattato di Roma istitutivo della Comunità Economica Europea (oggi Unione Europea) non prevedeva specifici riferimenti alla politica ambientale comunitaria, mentre venivano individuati alcuni principi definiti all’art. 174 del Trattato ed in particolare: § la salvaguardia, la tutela e il miglioramento della qualità dell’ambiente; § la protezione della salute umana; § l’utilizzazione razionale e accorta delle risorse naturali; § la promozione sul piano internazionale di misure destinate a risolvere i problemi dell’ambiente a livello regionale o mondiale. I principi che informano l’azione comunitaria nel settore ambiente sono enunciati nel secondo paragrafo del medesimo articolo 174 e sono così sintetizzabili: § azione preventiva; § correzione dei danni causati all’ambiente; § chi inquina paga; § precauzione. Con l’approvazione del Trattato di Amsterdam alla materia ambientale è stata assegnata una valenza trasversale nell’ambito delle politiche comunitarie: la Comunità europea ha infatti esplicitato un principio, che aveva da tempo fatto proprio, di promozione dello sviluppo sostenibile che contemperi sviluppo economico e salvaguardia dell’equilibrio ambientale ribadendo a tal fine la necessità che tutte le politiche, anche economiche, contemplino strategie di salvaguardia dell’ambiente (cfr. art. 6 del Trattato). Il VII Programma di Azione in materia Ambientale, relativo al periodo 2010-2020, intitolato “Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta”, è stato adottato con decisione 1386/2013/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, in data 20 novembre 2013. In stretta continuità con il precedente 6° Programma d’Azione, il 7° PAA fissa le priorità e gli obiettivi della politica ambientale comunitaria sino al 2020 ed illustra le misure da intraprendere. In particolare vengono individuati tre principi: § precauzione; § azione preventiva e di riduzione dell’inquinamento alla fonte; § chi inquina paga. Sono inoltre fissati 9 obiettivi prioritari, tra i quali spiccano i seguenti: 1. proteggere, conservare e migliorare il capitale naturale dell’UE; 2. trasformare l’Unione in un’economia a basse emissioni di carbonio, efficiente nell’impiego delle risorse, verde e competitiva; 3. proteggere i cittadini dell’Unione da pressioni e rischi d’origine ambientale per la salute e il benessere. L’obiettivo quindi è quello di progredire verso un’economia “circolare” basata sul ciclo di vita, rimuovendo gli ostacoli alle attività di riciclaggio nel mercato interno dell’Unione, e riducendo la quantità di rifiuti non riciclabili a quantità quasi inesistenti (punti 39 e 40 dell’allegato al 7° PAA). La politica ambientale comunitaria, enunciata nelle linee generali e nei programmi d’azione per l’ambiente, trova concreta attuazione attraverso regolamenti e decisioni, immediatamente applicabili negli Stati membri, 7
nonché attraverso direttive – decisamente più numerose in campo ambientale - che devono essere recepite dagli Stati all’interno del proprio ordinamento giuridico. Pertanto gli atti dell’UE sono ormai sistematicamente alla base di tutte le disposizioni nazionali. Qui di seguito si fornisce una breve sintesi della legislazione comunitaria che caratterizza la gestione dei rifiuti urbani, individuando, pur sommariamente, principi e contenuti, poi trasposti nella legislazione nazionale. La direttiva 2008/98/CE costituisce il riferimento base per la gestione dei rifiuti e che è stata recepita dallo Stato Italiano con il d.lgs. 205/2010, che integra e modifica il d.lgs. 152/2006 (cd. Codice dell’Ambiente). La nuova direttiva individua le fasi della gestione dei rifiuti secondo le seguenti priorità: § prevenzione; § preparazione per il riutilizzo; § riciclaggio (recupero di materia); § recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia; § smaltimento. Inoltre la direttiva individua specifici obiettivi di riciclaggio e di recupero e risponde alle esigenze di chiarezza introducendo la definizione di rifiuto e di sottoprodotto. La norma di recepimento della direttiva rifiuti attualmente vigente in Italia è il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 recante “Norme in materia ambientale Il decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152 ha recepito la direttiva 2008/98/CE con le modifiche introdotte dal d.lgs. 205/2010; viene stabilito che le Regioni effettuino la programmazione in materia di rifiuti attraverso piani regionali nei quali devono essere definiti gli ambiti territoriali ottimali per una gestione efficace ed efficiente dei rifiuti urbani. Sono quindi le Regioni che - sentite le Province, i Comuni e, per la sezione relativa ai rifiuti urbani, le Autorità d’Ambito - predispongono ed adottano il piano regionale per la gestione dei rifiuti. In particolare, ai sensi del d. lgs. 152/2006, il piano dei rifiuti urbani deve contenere l’analisi della gestione dei rifiuti, le misure da adottare per migliorare l’efficacia ambientale relativa alle operazioni di gestione rifiuti e la valutazione del modo in cui il piano contribuisce ad attuare gli obiettivi previsti. E’ oggi in corso l’iter …… Dalla normativa sopra descritta emerge con evidenza che il Servizio di gestione integrata dei rifiuti è servizio pubblico locale di rilevanza economica e, come tale, regolato dalla normativa di settore La gestione dei rifiuti in Piemonte è disciplinata dalle leggi regionali n. 24/2002 e n. 7/2012 che, dando attuazione ai principi contenuti nel d.lgs. 152/2006, regolano il sistema delle competenze, gli strumenti di programmazione e definiscono il sistema integrato di gestione dei rifiuti urbani La legge della Regione Piemonte n. 24/2002 “Norme per la gestione dei rifiuti” articola il sistema integrato di gestione dei rifiuti urbani in ambiti territoriali ottimali (ATO), generalmente coincidenti con le province, nei quali sono organizzate le attività di realizzazione e gestione degli impianti tecnologici di recupero e smaltimento dei rifiuti (servizi di ambito). La medesima legge suddivide poi gli ambiti in bacini. I bacini di gestione dei rifiuti corrispondono territorialmente ad aree omogenee accomunate da specifiche caratteristiche territoriali e socio-economiche. Nei bacini sono svolti i servizi di raccolta differenziata e di raccolta del rifiuto indifferenziato, il trasporto, lo spazzamento stradale, i conferimenti separati, la realizzazione delle strutture al servizio della raccolta differenziata, il conferimento agli impianti tecnologici ed alle discariche (si tratta dei servizi di bacino specificamente previsti dall’art. 10 comma 1 della L.R. 24/2002). In ciascun bacino e in ciascun ATO l’organizzazione dei rispettivi servizi deve avvenire nel rispetto del principio sancito dalla legge regionale di separazione delle funzioni amministrative di governo dalle attività di gestione operativa. Pertanto, nei bacini e negli ATO le funzioni di governo sono svolte rispettivamente dai Consorzi obbligatori di bacino e dalle Associazioni d’ambito, mentre le attività di gestione operativa dei servizi sono affidate alle società di gestione ai sensi della normativa vigente e nel rispetto del principio, previsto dall’art. 10, comma 3 della L.R. 24/2002, di separazione delle attività di gestione operativa degli impianti dalle attività di erogazione dei servizi agli utenti. 8
Le Associazioni d’Ambito svolgono - come previsto dall’art. 12 della L.R. 24/02 – le funzioni di governo e coordinamento dei servizi di ambito per assicurare la gestione unitaria dei rifiuti urbani nelle fasi di trattamento e smaltimento, costituendo l’ambito territoriale al cui interno si chiude il ciclo di gestione dei rifiuti. Ogni Associazione d’Ambito è costituita, in consorziamento obbligatorio, dai Consorzi di bacino appartenenti allo stesso ambito territoriale ottimale e dai Comuni con maggior popolazione per ciascun bacino. I Consorzi obbligatori di bacino - previsti dall’art. 11 della L.R. 24/2002 e costituiti ai sensi dell’art. 31 del D.lgs. 267/2000 - svolgono, nel bacino o sub-bacino di riferimento, le funzioni di governo e coordinamento dell’organizzazione dei servizi di bacino, per assicurare la gestione unitaria dei rifiuti urbani nelle fasi di raccolta e avvio al recupero. I Consorzi sono costituiti dai Comuni appartenenti allo stesso bacino. La Legge Regionale n. 7/12, “Disposizioni in materia di servizio idrico integrato e di gestione integrata dei rifiuti urbani”, modifica l’assetto organizzativo previsto dalla L.R. n. 24/2002, prevedendo che il territorio regionale sia articolato in 4 Ambiti Territoriali Ottimali, rappresentati nella figura sottostante, (ATO 1 coincidente con i territori delle province di BI, NO, VC, VCO; ATO 2 coincidente con i territori delle province di AT, AL; ATO 3 coincidente con il territorio della provincia di CN; ATO 4 coincidente con il territorio della provincia di TO), nei quali viene effettuata la gestione unitaria dei rifiuti; il governo del ciclo dei rifiuti urbani è affidato alle Conferenze di Ambito Territoriale Ottimale (ATO). Le Conferenze d’ambito sono costituite al 50% dai presidenti delle province ed al 50% dai sindaci dei comuni ricompresi nell’ATO, costituiti in forma unitaria o per gruppi di comuni. Al fine di garantire un’adeguata rappresentazione delle esigenze dei territori di riferimento, gli ATO possono essere articolati in aree territoriali omogenee se rispondono per numero e dimensione ai principi di efficienza, efficacia economicità, riferiti ai servizi di raccolta rifiuti urbani. Nelle aree territoriali omogenee viene istituita una assemblea di sindaci o assessori delegati dell’area interessata che esprime parere vincolante, preventivo ed obbligatorio limitatamente alle previsioni del piano d’ambito in materia di conferimenti separati, raccolta differenziata, raccolta dei rifiuti residuali indifferenziati. Tale normativa, tuttavia, ad oggi non è stata ancora attuata e sarà da sottoporre ad un ridisegno alla luce del nuovo assetto istituzionale degli enti locali e delle rispettive competenze Analisi delle condizioni esterne La sezione strategica, in questa parte del documento, riprende gli obiettivi di periodo individuati dal governo, valuta la situazione socio-economica (popolazione, territorio, servizi, economia e programmazione negoziata) ed adotta i parametri di controllo sull’evoluzione dei flussi finanziari. Obiettivi individuati dal governo (condizioni esterne) Gli obiettivi strategici del Consorzio dipendono molto dal margine di manovra concesso dall'autorità centrale agli enti locali. L'analisi delle condizioni esterne parte quindi da una valutazione di massima sul contenuto degli obiettivi del governo per il medesimo arco di tempo, anche se solo presentati al parlamento e non ancora tradotti in legge. Si tratta di valutare il grado di impatto degli indirizzi presenti nella decisione di finanza pubblica (è il documento governativo paragonabile alla sezione strategica del D.U.P.) sulle possibilità di manovra dell'ente locale. Allo stesso tempo, se già disponibili, vanno prese in considerazione le direttive per l'intera finanza pubblica richiamate nella legge di stabilità (documento paragonabile alla sezione operativa del D.U.P.) oltre che gli aspetti quantitativi e finanziari riportati nel bilancio dello stato (paragonabile, per funzionalità e scopo, al bilancio triennale di un ente locale). 9
Valutazione socio-economica del territorio (condizioni esterne) Si tratta di analizzare la situazione ambientale in cui il Consorzio si trova ad operare per riuscire poi a tradurre gli obiettivi generali nei più concreti e immediati obiettivi operativi. L'analisi socio-economica affronta tematiche diverse e tutte legate, in modo diretto ed immediato, al territorio ed alla realtà locale. Saranno pertanto affrontati gli aspetti statistici della popolazione e la tendenza demografica in atto, la gestione del territorio con la relativa pianificazione territoriale, la disponibilità di strutture per l'erogazione di servizi al cittadino, tali da consentire un'adeguata risposta alla domanda di servizi pubblici locali proveniente dalla cittadinanza, gli aspetti strutturali e congiunturali dell'economia insediata nel territorio, con le possibili prospettive di concreto sviluppo economico locale, le sinergie messe in atto da questa o da precedenti amministrazioni mediante l'utilizzo dei diversi strumenti e modalità offerti dalla programmazione di tipo negoziale. Parametri per identificare i flussi finanziari (condizioni esterne) Il punto di riferimento di questo segmento di analisi delle condizioni esterne si ritrova nei richiami presenti nella norma che descrive il contenuto consigliato del documento unico di programmazione. Si suggerisce infatti di individuare, e poi adottare, dei parametri economici per identificare, a legislazione vigente, l’evoluzione dei flussi finanziari ed economici dell’ente tali da segnalare, in corso d'opera, le differenze che potrebbero instaurarsi rispetto i parametri di riferimento nazionali. Dopo questa premessa, gli indicatori che saranno effettivamente adottati in chiave locale sono di prevalente natura finanziaria, e quindi di più facile ed immediato riscontro, e sono ottenuti dal rapporto tra valori finanziari e fisici o tra valori esclusivamente finanziari. Oltre a questa base, l'ente dovrà comunque monitorare i valori assunti dai parametri di riscontro della situazione di deficitarietà, ossia gli indici scelti dal ministero per segnalare una situazione di pre- dissesto. OBIETTIVI GENERALI INDIVIDUATI DAL GOVERNO Le indicazioni operative impartite nel corso degli ultimi anni agli enti locali per quanto attiene le regole generali di finanza pubblica si sono susseguite a ritmo sempre più incessante ed hanno inciso profondamente sulle politiche di bilancio a livello locale. Lo sforzo richiesto agli enti locali in termini di sacrifici sia sotto forma di tagli di spesa sia sotto forma di riduzione dei trasferimenti e delle compartecipazioni ha di fatto limitato le possibilità operative. I riferimenti principali possono pertanto essere i seguenti. LEGGE DI STABILITÀ 2016 In attesa che venga approvata la Legge di stabilità per l'anno 2017 si richiama quando già indicato nel DUP 2016 - 2018 facendo riferimento alla legge di stabilità 2016. Il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - Legge 28 dicembre 2015, n. 208 pubblicata sulla GU, Serie Generale n. 302 del 30/12/2015 - Supplemento Ordinario n. 70. Una manovra finanziaria di 26,5 miliardi di euro, che potrà aumentare fino a 29,5 miliardi in base all'accoglimento o meno della richiesta, avanzata alla Ue, di utilizzare uno 0,2% di spazio di patto in più per la “clausola migranti”. La Legge di Stabilità 2016 prosegue il piano di taglio delle tasse, avviato lo scorso anno, intensifica la lotta contro la povertà e la tutela delle fasce più deboli della popolazione e procede con la revisione della spesa (spending review). Nel comunicato diramato dal Consiglio dei Ministri vengono evidenziati in sintesi i punti principali della legge; di seguito si elencano per sommi capi solo quelli che hanno il maggiore impatto sulle finanze locali: 10
TASI e IMU - L’imposta sulla prima casa viene abolita per tutti per una riduzione fiscale complessiva pari a circa 3,7 miliardi. La Tasi viene abolita anche per l’inquilino che detiene un immobile adibito ad abitazione principale. IMU AGRICOLA - Vengono esentati dall’IMU tutti i terreni agricoli, montani, semi-montani o pianeggianti, utilizzati da coltivatori diretti, imprenditori agricoli professionali e società. L’alleggerimento fiscale per chi usa la terra come fattore produttivo è pari a 405 milioni. IMU IMBULLONATI - Gli imbullonati non saranno più conteggiati per il calcolo delle imposte immobiliari per un alleggerimento fiscale pari a 530 milioni di euro. IRAP IN AGRICOLTURA E PESCA - Dal 2016 viene azzerata. COMPENSAZIONI AI COMUNI - I Comuni saranno interamente compensati dallo Stato per la perdita di gettito conseguente alle predette esenzioni di IMU e TASI su abitazione principali. PATTO STABILITÀ COMUNI - Le nuove regole consentiranno ai Comuni che hanno risorse in cassa di impegnarle per investimenti per circa 1 miliardo nel 2016. In aggiunta sarà consentito lo sblocco di pagamenti di investimenti già effettuati (e finora bloccati dal Patto) a condizione che i comuni abbiano i soldi in cassa. Per ulteriori approfondimenti si rimanda al seguente link: http://www.mef.gov.it/focus/article_0014.html Tale impatto però va detto che ha un incidenza diretta relativa sulla politica del Consorzio che deve però attenersi ed adeguarsi alle linee di indirizzo che hanno i Comuni sulla materia di propria competenza. Si deve fare anche riferimento al DUP che ogni Comune andrà a predisporre per la parte di eventuale competenza del Consorzio. Nella nota di aggiornamento verranno eventualmente recepite le indicazioni che verranno dai comuni soci. Il Consorzio nel suo operare ha risentito della situazione generale e sopratutto di una costante situazione di incertezza sia sotto il profilo della sua stessa esistenza (si richiama al proposito la Legge Regionale n. 7/2012 ed ora anche il Disegno di Legge n. 217 del 19.7.2016) sia delle modifiche che la Tassa/tariffa sui rifiuti ha avuto negli anni. D.E.F. e riforme istituzionali - Il D.E.F. 2015 è stato approvato in data 10/04/2015. Tra i temi generali che direttamente o indirettamente possono incidere sulle politiche locali ci sono i seguenti: sostenere la ripresa economica evitando aumenti del prelievo fiscale e allo stesso tempo rilanciando gli investimenti; avviare il debito pubblico (in rapporto al PIL) su un percorso di riduzione, consolidando così la fiducia del mercati e riducendo la spesa per interessi; favorire gli investimenti e le iniziative per consentire un deciso recupero dell’occupazione nel prossimo triennio. Il Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze di concerto con il Ministero dell’Interno del 20 maggio 2015 concernente una prima revisione del D.Lgs. 118/2011 e del D.Lgs. 126/2014 che è intervenuto in particolare sull’attività di programmazione, sulla determinazione del F.C.D.E. e sull’applicazione dell’avanzo di amministrazione. Legge n. 243 del 24 dicembre 2012 - Ha introdotto l’attuazione del principio costituzionale del pareggio di bilancio con riflessi non indifferenti a partire dal 2016 anche sui bilanci degli enti locali (art. 9). Applicando le modifiche introdotte nel 2011 con il “six pack” al patto di solidarietà e crescita sono state rafforzate le misure di sorveglianza e correttive sugli squilibri macroeconomici determinati dai bilanci nazionali e quindi anche locali. Con l’ applicazione del “fiscal compact” in materia fiscale viene introdotta la regola del pareggio di bilancio che nello specifico per Regioni ed Enti locali obbliga sia in fase di programmazione che di rendiconto al 11
conseguimento di un valore non negativo sia in termini di competenza che di cassa del: · saldo tra le entrate finali e le spese finali; · saldo tra le entrate correnti e le spese correnti incluse le quote di capitale delle rate di ammortamento mutui. Il Consorzio di bacino non è stato assoggettato alla normativa sul "patto di stabilità" per la sua natura, si propone come obiettivo di mantenere comunque il pareggio di bilancio in termini di competenza. D.M. 23/01/2015 – Istituzione dello “Split Payment” e del “Reverse charge” per le gestioni I.V.A. enti pubblici che hanno inciso sia sulla struttura di bilancio per accogliere e tracciare in contabilità il nuovo regime I.V.A. distinguendo ancora le gestioni dei servizi istituzionali da quelli “commerciali “ sia in termini di flussi finanziari di cassa e compensazioni I.V.A. a credito e debito. Legge Finanziaria 2008 - Decreto ministeriale 3 aprile 2013, n. 55 e Decreto ministeriale del 7 marzo 2008. – Le Agenzie fiscali ed enti nazionali di previdenza, a partire dal 6 giugno 2014, non possono più accettare fatture emesse e trasmesse in forma cartacea. La stessa disposizione si applica, dal 31 marzo 2015, ai restanti enti nazionali e alle amministrazioni locali. Inoltre, a partire dai tre mesi successivi a queste date, le PA non potranno procedere al pagamento, neppure parziale, fino all’invio del documento in forma elettronica. L’obbligo di fatturazione in forma elettronica nei confronti delle Amministrazioni dello Stato è stato introdotto dalla Finanziaria 2008. La legge ha stabilito che la trasmissione delle fatture elettroniche destinate alle Amministrazioni dello Stato deve essere effettuata attraverso il Sistema di Interscambio (SdI), sistema informatico di supporto al processo di “ricezione e successivo inoltro delle fatture elettroniche alle amministrazioni destinatarie” nonché alla “gestione dei dati in forma aggregata e dei flussi informativi anche ai fini della loro integrazione nei sistemi di monitoraggio della finanza pubblica”. Le modalità di funzionamento dello SdI sono state definite con il Decreto ministeriale 3 aprile 2013, n. 55. Gestore del Sistema d’Interscambio è l’Agenzia delle Entrate (Decreto ministeriale del 7 marzo 2008), alla quale sono stati demandati i seguenti compiti: coordinamento con il sistema informatico della fiscalità, controllo della gestione tecnica del Sistema di Interscambio, vigilanza in ordine al trattamento dei dati e delle informazioni, gestione dei dati e delle informazioni che transitano attraverso il Sistema di Interscambio ed elaborazione di flussi informativi anche ai fini della loro integrazione nei sistemi di monitoraggio della finanza pubblica. Inoltre, l’Agenzia, periodicamente, relaziona al Ministero dell‘Economia e delle Finanze sull'andamento e l'evoluzione del sistema. A regime, in un processo evolutivo che porterà con ogni probabilità l’obbligo di fatturazione elettronica anche in capo ai privati, l’obiettivo è la completa tracciabilità dei flussi finanziari legati al pagamento delle fatture, la completa tracciabilità e determinazione dell’ I.V.A. e l’obbligo per gli enti pubblici di gestire le fatture in ordine cronologico con la creazione del R.U.F. – Registro Unico Fatture. Questo percorso virtuoso, ormai iniziato, determinerà a pieno regime, secondo le previsioni ministeriali, un alleggerimento delle procedure di liquidazione e pagamento delle fatture ed una riduzione dei tempi di pagamento della P.A. – Per ora è stato un notevole aggravio delle procedure di gestione degli uffici coinvolti. POPOLAZIONE E SITUAZIONE DEMOGRAFICA Il fattore demografico Il Consorzio di Bacino 16 si compone di 30 Comuni soci. proprio in considerazione del numero degli enti partecipanti ci sono notevoli differenze e varietà tra i vari comuni, sia nel numero di abitanti che nella composizione della popolazione. Per ognuno di questi verranno allegate le schede, rilevate dal sito Comuniitaliani.it. sulla popolazione e l'andamento demografico, sul territorio e sulla situazione reddituale che fanno parte dell'allegato 1 al Documento e che sono le stesse già presentate nel DUP 2016 - 2018. 12
TERRITORIO E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE La centralità del territorio Secondo l'ordinamento degli enti locali, spettano al comune tutte le funzioni amministrative relative alla popolazione e al territorio, in particolar modo quelle connesse con i servizi alla persona e alla comunità, l'assetto e uso del territorio e lo sviluppo economico. Il comune, per esercitare tali funzioni in ambiti adeguati, può mettere in atto anche delle forme di decentramento e di cooperazione con altri enti territoriali. Il territorio, e in particolare le regole che ne disciplinano lo sviluppo e l'assetto socio economico, rientra tra le funzioni fondamentali attribuite al comune. In considerazione di quanto in premessa specificato il Consorzio si limita ad evidenziare la scheda relativa ad ogni comune facendo riferimento all'allegato n .1 Pianificazione territoriale Il Consorzio di Bacino per sua natura non fa pianificazione territoriale. STRUTTURE ED EROGAZIONE DEI SERVIZI L'intervento del Consorzio nei servizi Il Consorzio lavora sostanzialmente su un solo segmento dell'attività dei comuni, quello relativo ai rifiuti, ed in particolare sulla Tari (già Tares e Tia). L'attività del Consorzio si esplica, in collaborazione con i Comuni, nella preparazione e nella stesura dei piani finanziari che saranno successivamente approvati e deliberati dagli enti, unitamente alle tariffe che variano per ogni comune a secondo delle volontà politico - amministrative di ciascuno. I piani finanziari, così come prevede la normativa, sono in rigoroso pareggio tra le entrate e le uscite in quanto il tasso di copertura deve essere del 100%. Inoltre il Consorzio provvede a tutte le attività connesse alla bollettazione e rendicontazione del tributo Tari, nonché le attività di front e back office gestite con sportelli localizzate sul territorio dei singoli Comuni. Queste attività possiedono una specifica organizzazione e sono inoltre dotate di un livello adeguato di strutture. I dati numeri sono certamente significativi in quanto le utenze che vengono lavorate ed elaborate dal Consorzio per la costruzione dei ruoli relativi alla Tari sono le seguenti, distinte per utenze domestiche e non domestiche nell'anno 2016: Comune Utenze domestiche Utenze non domestiche Borgaro 5.733 506 Brandizzo 3.601 288 Caselle 7.687 743 Castiglione 2.733 180 Chivasso 11.536 1.355 Gassino 4.213 288 Montanaro 2.380 181 Settimo 20.411 1.479 Volpiano 6.100 625 13
ECONOMIA E SVILUPPO ECONOMICO LOCALE Un territorio che produce ricchezza L’economia di un territorio si sviluppa in 3 distinti settori. · primario che raggruppa tutte le attività che interessano colture, boschi e pascoli; comprende anche l'allevamento e la trasformazione non industriale di alcuni prodotti, la caccia, la pesca e l'attività estrattiva; · secondario che congloba ogni attività industriale che deve soddisfare dei bisogni considerati, in qualche modo, come secondari rispetto a quelli cui va incontro il settore primario; · terziario che può essere a sua volta suddiviso in attività del terziario tradizionale e del terziario avanzato; una caratteristica, questa, delle economie più evolute. Nel terziario si producono e forniscono servizi comprendenti le attività di ausilio ai settori primario (agricoltura) e secondario (industria). Economia insediata Come già accennato in precedenza i trenta comuni che compongono il Consorzio hanno una situazione di popolazione, di territorio e di economia insediata decisamente variegata. Si richiama pertanto al Documento Unico di Programmazione di ogni singolo ente per fotografare la situazione, limitando ad evidenziare per essi le tabelle relative al reddito Irpef, contenute nel già citato allegato n. 1. Condizione socio – economica delle famiglie Si fa riferimento a quanto indicato nel paragrafo precedente, rimandando al DUP di ogni singolo ente consorziato l'analisi più approfondita. SINERGIE E FORME DI PROGRAMMAZIONE NEGOZIATA Gli strumenti negoziali per lo sviluppo Il Consorzio per sua natura deve produrre sinergia con i Comuni, sulle tematiche relative alle proprie competenze, attraverso la costruzione dei Piani Finanziari. Non possono esistere invece, per la specifica natura del Consorzio di Bacino strumenti di programmazione negoziata. PARAMETRI INTERNI E MONITORAGGIO DEI FLUSSI Indicatori finanziari e parametri di deficitarietà Il Consorzio di Bacino per la sua natura non è soggetto alla produzione degli indicatori finanziari e di parametri di deficitarietà in quanto non ha autonomia, impositiva, pressione tributaria ed altri parametri previsti. Si allegano, ad ogni modo, gli allegati relativi all'ultimo bilancio approvato. Parametri di deficit strutturale Non si complia questo paragrafo non essendo il Consorzio soggetto. 14
Aggiornamento parametri di deficit strutturale Non si complia questo paragrafo non essendo il Consorzio soggetto SEZIONE STRATEGICA (SeS) – Condizioni interne ANALISI STRATEGICA DELLE CONDIZIONI INTERNE Indirizzi strategici e condizioni interne La sezione strategica sviluppa le linee programmatiche e individua, in coerenza con il quadro normativo, gli indirizzi strategici del Consorzio. Le scelte sono definite tenendo conto delle linee di indirizzo della programmazione regionale e del concorso degli enti locali al perseguimento degli obiettivi nazionali di finanza pubblica. La stesura degli obiettivi strategici è preceduta da un processo conoscitivo di analisi delle condizioni esterne e interne all’ente, sia in termini attuali che prospettici. Per quanto riguarda le condizioni esterne, sono approfonditi i seguenti aspetti: Organizzazione e modalità di gestione dei servizi pubblici locali; Indirizzi generali di natura strategica relativi alle risorse ed ai corrispondenti impieghi; Disponibilità e gestione delle risorse umane con riferimento alla struttura organizzativa dell’ente in tutte le sue articolazioni; Coerenza e compatibilità presente e futura con le disposizioni ed i vincoli di finanza pubblica. Gestione dei servizi pubblici locali (condizioni interne) Il Consorzio non gestisce servizi pubblici locali, concorre solamente alla stesura dei Piani Finanziari relativi alla TARI Indirizzi generali su risorse e impieghi (condizioni interne) Come richiamato nel paragrafo precedente il Consorzio ha un attività che si esplicita nella stesura dei Piani Finanziari e nel proprio bilancio prevede tra le entrate correnti le quote che riversano i comuni soci per la gestione e per il servizio che viene fatto per i nove comuni ex Tia (Borgaro, Brandizzo, Caselle, Castiglione, Chivasso, Gassino, Montanaro, Settimo e Volpiano) che concorrono a finanziare le spese della gestione corrente del Consorzio stesso (stipendi, oneri, interessi passivi, attività di gestione e manutenzione, utenze). Gestione del personale e Patto di stabilità (condizioni interne) Sempre avendo riferimento alle condizioni interne, l’analisi strategica richiede l’approfondimento di due ulteriori aspetti, e cioè la disponibilità e la gestione delle risorse umane, con riferimento alla struttura organizzativa dell’ente in tutte le sue articolazioni e alla sua evoluzione nel tempo anche in termini di spesa; la coerenza e la compatibilità presente e futura con le disposizioni e con i vincoli di finanza pubblica. Nella sostanza, si tratta di aspetti su cui incidono pesantemente i limiti posti dal governo centrale sull’autonomia dell’ente territoriale. I vincoli posti alla libera possibilità di programmare le assunzioni di nuovo personale ORGANISMI GESTIONALI ED EROGAZIONE DEI SERVIZI Il Consorzio conduce le proprie attività in economia, impiegando personale e mezzi strumentali di proprietà, La nuova contabilità armonizzata prevede il consolidamento dei bilanci degli enti partecipati al fine di far emergere, sia in fase di programmazione che di rendicontazione, eventuali criticità che risultano essere una causa frequente delle situazioni di disavanzo e dissesto degli enti. Dal 2015 le situazioni di criticità necessitano di coperture ed accantonamenti preventivi di risorse. Il Consorzio ha partecipazioni nelle seguenti società: 15
. PARTECIPAZIONE IN SETA SPA ANNO CEDENTE Società Importo Percentuale Situazione iniziale € 69.000,00 0,89% 2010 AMIAT SETA SPA € 2.845.000,00 35,94% 2011 COMUNE DI VENARIA SETA SPA € 792.595,00 10,01% 2011 CISA SETA SPA € 201.000,00 2,53% 2014 CB16 a SMC SETA SPA -€ 1.583.000,00 -20,00% 29,37% TOTALE SETA € 2.324.595,00 TOTALE SETA POST 18,78% 2015 AUMENTO CAPITALE SMC SETA SPA € 2.324.595,00 ALTRE PARTECIPAZIONI ANNO CEDENTE Società Importo Percentuale 2010 COMUNE DI SETTIMO SAT SRL € 750,00 1,302% € 2.325.345,00 I link delle partecipate sono: www.setaspa.com www.satservizi.eu OPERE PUBBLICHE IN CORSO DI REALIZZAZIONE Le opere pubbliche in corso di realizzazione Il Consorzio di Bacino 16 non realizza opere pubbliche. 16
TRIBUTI E POLITICA TRIBUTARIA Un sistema altamente instabile Il federalismo fiscale ha ridotto il trasferimento di risorse centrali ed accentuato il peso della politica tributaria decentrata. Nella realtà dei fatti i contribuenti che possiedono un immobile, versano imposte (IMU) superiori a quanto all’ente venga effettivamente riversato dall’Agenzia delle Entrate, gestore dell’intero sistema dei versamento IMU – TARI – TASI. Nella fattispecie è sulla TARI che si esplicita l'attività del Consorzio. In particolare il Consorzio elabora tutti i piani finanziari dei Comuni consorziati ed elabora le tariffe e le bollette per comuni consorziati che erano passati al regime TIA. TARIFFE E POLITICA TARIFFARIA Sevizi erogati e costo per il cittadino - Le tariffe per tutti i servizi erogati dal Comune sono di competenza dell'ente stesso. Il Consorzio non le determina ma prende atto di quelle deliberate dagli enti soci. SPESA CORRENTE PER MISSIONE “Spesa corrente per missione” - Le missioni rappresentano le funzioni principali e gli obiettivi strategici perseguiti dalla singola amministrazione; l’importo stanziato per singola missione è identificato come "spesa corrente". La nuova impostazione del sistema contabile prevede, unificando la suddivisione della spesa tra i vari livelli delle strutture ed istituzioni/enti pubblici la definizione di MISSIONE e PROGRAMMA al pari del Bilancio dello Stato. Descrizione missioni spesa corrente 2017 2018 2019 Miss.: 01. Servizi istituzionali, generali e di gestione 5.000,00 5.000,00 5.000,00 Miss.: 02. Giustizia Miss.: 03. Ordine pubblico e sicurezza Miss.: 04. Istruzione e diritto allo studio Miss.: 05. Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali Miss.: 06. Politiche giovanili, sport e tempo libero Miss.: 07. Turismo Miss.: 08. Assetto del territorio ed edilizia abitativa Miss.: 09. Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell`ambiente € 9.028.433,66 € 2.278.433,66 € 2.098.433,66 Miss.: 10. Trasporti e diritto alla mobilità Miss.: 11. Soccorso civile Miss.: 12. Diritti sociali, politiche sociali e famiglia Miss.: 13. Tutela della salute Miss.: 14. Sviluppo economico e competitività Miss.: 15. Politiche per il lavoro e la formazione professionale Miss.: 16. Agricoltura, politiche agroalimentari e pesca Miss.: 17. Energia e diversificazione delle fonti energetiche Miss.: 18. Relazioni con altre autonomie territoriali e locali Miss.: 19. Relazioni internazionali Miss.: 20. Fondi e accantonamenti 3.226.543,40 3.166.543,40 3.156.543,40 Miss: : 50 Debito pubblico Miss. : 60 Anticipazioni finanziarie € 2.175.474,15 € 2.175.474,15 € 2.175.474,15 Miss. : 99 Servizi per conto terzi € 625.000,00 € 625.000,00 € 625.000,00 TOTALE GENERALE € 15.060.451,21 €8.230.451,21 € 8.130.451,21 17
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