La prevenzione della corruzione: il Piano Nazionale Anticorruzione 2019 ed il PTPCT di Ateneo 2020-22 - Unina
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La prevenzione della corruzione: il Piano Nazionale Anticorruzione 2019 ed il PTPCT di Ateneo 2020-22 Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza 2020-2022 approvato dal Consiglio di Amministrazione con delibera n. 97 del 06 febbraio 2020
Per incominciare, un po’ di storia. Prima del 2012, l’approccio al fenomeno della corruzione nella pubblica amministrazione era essenzialmente di tipo REPRESSIVO ed affidato alle cure del GIUDICE, sulla scorta di un sistema di NORME contenute nel CODICE PENALE tendenti a punire, e pertanto a reprimere, specifiche condotte e fenomeni corruttivi (es.: reato di corruzione, reato di concussione, reato di abuso di ufficio), già perfetti (= già verificatisi) o solo tentati. Questo approccio entra in discussione e mostra i propri limiti in concomitanza con le note vicende risalenti agli anni ’90 del secolo scorso e passate alla storia come “Tangentopoli”: le successive e più recenti vicende giudiziarie del MOSE e dell’EXPO di Milano, mostrano come – nonostante l’azione repressiva condotta dai giudici nel corso di Tangentopoli –nulla sia cambiato e che la corruzione 2 continui a manifestarsi in forme sempre più gravi e pervasive.
Per incominciare, un po’ di storia. Nel frattempo, l’Italia compare nella classifica degli Stati più corrotti – elaborata annualmente a cura di Transparency International, la ONG che dal 1993 si occupa di mappare, prevenire e contrastare la corruzione nel mondo – sul fondo, dopo la Colombia ed il Messico (dati Transparency International, anno 1995). Nel 2012, prima del radicale cambio di passo segnato dalla legge 190/2012 (cosiddetta legge Severino o “anticorruzione”), l’Italia occupa, nella classifica elaborata da Transparency International, il 72° posto, al pari della Bosnia-Erzegovina e di Sao Tomè, decisamente lontana dal posizionamento di altri Paesi europei ben più virtuosi (vedi la classifica ed I report su https://www.transparency.org/cpi2012/results) si impone, pertanto, una modifica della complessiva strategia di contrasto alla corruzione. 3
La nuova strategia di contrasto della corruzione Si sente dire spesso che, dopo il 2012, è cambiato il concetto stesso di corruzione, divenuto più ampio di quello disegnato dalle norme penali e A partire dal 2012, si modifica radicalmente coincidente con la maladministration, ossia con il cattivo uso del potere da l’approccio al contrasto della corruzione, e si parte della pubblica amministrazione per assecondare fini privatistici. In affianca, alla mera repressione di condotte realtà: individuali, una complessiva strategia di “non si introduce affatto una nuova nozione di corruzione, concetto il cui PREVENZIONE, la cui realizzazione ed significato resta saldamente ancorato alla definizione penalistica di implementazione è affidata alla stessa Pubblica scambio fra atti e/o funzione con una utilità, ma si modifica l’approccio, Amministrazione nel suo complesso. Si potrebbe perché si amplia il campo di intervento prima circoscritto a sanzionare dire che la corruzione comincia ad essere specifiche condotte individuali ed ora, invece, rivolto a questioni preliminari, aspetti organizzativi, regolazione e procedimentalizzazione di combattuta DALL’INTERNO, e non solo specifiche attività, e così via. Questo “ampliamento” è quindi soltanto il dall’esterno (ovvero: dal giudice penale), frutto della diversa logica della prevenzione rispetto alla repressione: un attraverso misure organizzative, di regolazione mutamento di prospettiva per cui diventano rilevanti situazioni nelle quali il ed emersione dei conflitti di interessi, e di rischio è meramente potenziale, il conflitto di interessi “apparente”, ma in trasparenza, considerata l’arma più efficace e presenza delle quali è necessario entrino in gioco misure di vincente contro la corruzione e la cattiva “allontanamento” dal rischio, con scelte che talvolta prescindono amministrazione (=maladministration). completamente dalle condotte individuali” (CANTONE – 2017- Il sistema 4 della prevenzione della corruzione in Italia – Diritto penale contemporaneo).
La complessiva strategia di contrasto alla corruzione - avviata nel 2012 con la l. 190/2012 e proseguita con successivi e puntuali interventi normativi – poggia su diversi pilastri: 1) Istituzione dell’ANAC (Autorità Nazionale AntiCorruzione), la cui specifica missione istituzionale è 2) Potenziamento della trasparenza amministrativa (d. lgs. individuata: 33/2013): ‘nella prevenzione della corruzione nell’ambito delle amministrazioni pubbliche, (…) essa è intesa come: mediante l’attività di vigilanza nell’ambito dei contratti pubblici, degli incarichi e comunque in ogni settore della pubblica amministrazione che potenzialmente possa “accessibilità totale dei dati e documenti detenuti dalle sviluppare fenomeni corruttivi, evitando nel contempo di aggravare i procedimenti con pubbliche amministrazioni, allo scopo di tutelare i diritti dei ricadute negative sui cittadini e sulle imprese, orientando i comportamenti e le attività degli cittadini, promuovere la partecipazione degli interessati impiegati pubblici, con interventi in sede consultiva e di regolazione, nonchè mediante attività conoscitiva. La chiave dell’attività della nuova ANAC, nella visione attualmente all'attività amministrativa e favorire forme diffuse di controllo sul espressa è quella di vigilare per prevenire la corruzione creando una rete di collaborazione perseguimento delle funzioni istituzionali e sull'utilizzo delle nell’ambito delle amministrazioni pubbliche e al contempo aumentare l’efficienza risorse pubbliche”. In tal modo, essa diviene l’arma più efficace nell’utilizzo delle risorse, riducendo i controlli formali, che comportano tra l’altro per il contrasto e la prevenzione della corruzione, perché appesantimenti procedurali e di fatto aumentano i costi della pubblica amministrazione obbliga le pubbliche amministrazioni a rendere leggibile e senza creare valore per i cittadini e per le imprese’ visibile (e pertanto, soggetto al controllo di tutta la Comunità) il (Fonte: sito ANAC, https://www.anticorruzione.it/portal/public/classic/Autorita) proprio operato. In questa linea si iscrive anche la nuova Il suo compito più vistoso è quello di disegnare – anno per anno – le linee strategiche e gli disciplina sulla funzione del whistleblower (= segnalatore di ambiti principali di intervento per prevenire e contrastare la corruzione, attraverso il Piano illeciti ed irregolarità) Nazionale Anticorruzione: esso è destinato a tutte le Amministrazioni Pubbliche che lo 5 realizzano e lo implementano attraverso il proprio individuale Piano per la Prevenzione della corruzione e della trasparenza.
La complessiva strategia di contrasto alla corruzione - avviata nel 2012 con la l. 190/2012 e proseguita con successivi e puntuali interventi normativi – poggia su diversi pilastri: 3) Introduzione di una disciplina organica in 4) Il riordino della disciplina dei contratti pubblici materia di inconferibilità ed incompatibilità di (d. lgs. 50/2016), considerato l’ambito di azione incarichi presso le pubbliche amministrazioni (d. delle pubbliche amministrazioni lgs. 39/2013) e di specifiche norme di tradizionalmente più permeabile ai fenomeni comportamento destinate ai dipendenti pubblici corruttivi e dunque più “rischioso”. (Codice di comportamento, d. P.R. 62/2013). I successivi sviluppi (con particolare riguardo al PNA 2019) coinvolgono anche l’identificazione e la gestione dei conflitti di interesse. 6
Conseguenze dirette e “tangibili” della nuova strategia di contrasto alla corruzione Il complesso di questi interventi porta l’Italia, in pochi anni a partire dal 2012, a scalare nella classifica di Transparency International e ad avvicinarsi alle posizioni occupate dagli altri Paesi Europei (FONTE: https://www.transparency.it/indice-percezione- corruzione-2019/), segno tangibile della considerazione e della fiducia nella globale strategia di contrasto della corruzione messa a punto dal nostro Paese. 7
Dalla lettura d’insieme degli interventi normativi appena analizzati, possiamo dedurre che: la prevenzione della corruzione DIVIENE funzione amministrativa, affidata all’ANAC, ogni singola amministrazione, ogni singolo alla Pubblica Amministrazione nel suo lavoratore pubblico ed ogni singolo complesso ed alle singole amministrazioni cittadino, è chiamato a dare il proprio con i propri organi e con i propri dipendenti, contributo per prevenire e contrastare i che “fanno rete” tra di loro e creano, dal fenomeni corruttivi. loro interno, gli anticorpi e le condizioni sfavorevoli al formarsi e manifestarsi della corruzione. 8
Dalla lettura d’insieme degli interventi normativi appena analizzati, possiamo dedurre che: In questa ottica, focalizziamo l’attenzione sullo strumento fondamentale di indirizzo e di programmazione della strategia nazionale di prevenzione e contrasto della corruzione, ossia il Piano Nazionale Anticorruzione (P.N.A.), elaborato dall’ANAC. 9
A partire dal 2016, il Piano Nazionale Anticorruzione – adottato dall’ANAC con un procedimento “aperto” ai contributi ed alle osservazioni delle Amministrazioni e di tutti i portatori di interesse (stakeholder) – “costituisce un atto di indirizzo per le amministrazioni chiamate ad adottare o ad aggiornare concrete e effettive misure di prevenzione di fenomeni corruttivi” (FONTE: https://www.anticorruzione.it/portal/public/classic/Attivitadocumentazione/Anticorruzione/Pi anoNazionaleAnticorruzione). Il PNA deve pertanto essere sviluppato ed implementato da ogni singola Amministrazione, che nell’ambito delle generali linee di indirizzo, mediante il Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (PTPCT), elabora e predispone il proprio sistema di misure di prevenzione e di gestione del rischio corruttivo, sulla base di una attenta analisi della propria organizzazione interna, dei propri punti di forza e di debolezza e, dunque, della propria possibile permeabilità e “sensibilità” a fenomeni corruttivi. Dunque, il PNA è la cornice generale entro la quale ogni Amministrazione disegna il proprio sistema di gestione del rischio corruttivo; il PTPCT, invece, è come un abito sartoriale, tagliato e cucito secondo le peculiarità e specificità di ogni singola Amministrazione. 10
FOCUS: Perchè il PNA ed il PTPCT devono essere periodicamente aggiornati? Lo scenario della corruzione non è sempre uguale a sé stesso, Questo spiega il perché delle modifiche e non resta stabile nel tempo. E’ dato di comune esperienza degli anni successivi a Tangentopoli che la corruzione abbia degli aggiornamenti annuali al nostro PTCPT: assunto nuove forme e modalità di realizzazione: ne deriva che né il PNA né il PTPCT di ogni singola amministrazione le modifiche di misure già esistenti, potranno essere uguali a sé stessi nel tempo, dovendosi l’introduzione di nuove misure o la adattare ed aggiornare in ragione dell’emersione di nuovi rischi corruttivi, dello scenario globale e particolare di ogni cancellazione di altre sono necessarie e amministrazione, dei mutamenti nell’organizzazione. L’adattamento (ed il miglioramento!) continuo del PNA e dei funzionali a rendere il nostro sistema di PTPCT è necessario ed indispensabile per assicurare un controllo costante sulla loro “tenuta” e sulla efficacia delle prevenzione e di gestione dei rischi corruttivi misure di prevenzione: esse debbono essere costantemente sempre più efficiente ed efficace. monitorate ed adattate, rinnovandole quando si rivelino insufficienti a contrastare uno specifico rischio corruttivo o ridimensionandole quando si sia verificato “sul campo” che Per provare a capire come e quanto si siano modiicate le esse siano eccessive o troppo onerose rispetto alla possibilità modalità corruttive ed I rapport tra corrotti e corruttori, che si verifichi un determinato evento corruttivo. può provarsi a dare uno sguardo, tra gli altri, al 11 film Suburra (2015 – regia: S. Sollima, disponibile sul portale Raiplay)
Diamo uno sguardo sulle principali novità introdotte nel Piano Nazionale Anticorruzione 2019. https://www.anticorruzione.it/portal/rest/jcr/repository/collaboration/Digital%20Assets/anacd ocs/Attivita/Atti/Delibere/2019/PNA2019_Delibera_1064_13novembre_sito.pdf Si compone di una parte generale, completata da 3 allegati, dedicati, rispettivamente, alla gestione dei rischi corruttivi, alla rotazione ordinaria del personale ed alla sistematizzazione dei riferimenti normativi sul ruolo e sulle funzioni del Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza. 12
Il PNA 2019 Vediamone i contenuti: un unico atto di indirizzo affinchè i Piani delle singole amministrazioni siano più efficienti ed efficaci Allo scopo di semplificare ed agevolare il lavoro delle E’ fortemente raccomandato che le Amministrazioni amministrazioni, tenute a recepire nei loro Piani intendano il PTPCT come strumento efficiente ed efficace, anticorruzione le indicazioni contenute nel PNA, e non come mero adempimento burocratico: l’ANAC decide di intraprendere un percorso nuovo, “Si fa presente che le indicazioni del PNA non devono ovvero rivedere e consolidare in un unico atto di comportare l’introduzione di adempimenti e controlli formali indirizzo tutte le indicazioni già fornite a partire dal con conseguente aggravio burocratico. Al contrario, sono da 2013, integrandole con orientamenti maturati nel intendersi in un’ottica di ottimizzazione e maggiore corso del tempo e oggetto di appositi atti regolatori, razionalizzazione dell’organizzazione e dell’attività delle con l’obiettivo di rendere il PNA uno strumento di amministrazioni per il perseguimento dei propri fini istituzionali lavoro utile per chi, a vari livelli, è chiamato a secondo i principi di imparzialità efficacia, efficienza ed sviluppare ed attuare le misure di prevenzione della economicità dell’azione amministrativa”. (PNA 2019, pag. 10) corruzione. Il PNA 2019, pertanto, raccoglie e razionalizza. 13
Il PNA 2019 Vediamone i contenuti: Aree di rischio generali e specifiche LE AREE DI RISCHIO GENERALI E LE AREE DI RISCHIO SPECIFICHE E’ confermata e ribadita la distinzione tra AREE di RISCHIO GENERALI - comuni a tutte le Amministrazioni perché tutte gestiscono quel tipo di procedimenti o processi – ed AREE di RISCHIO SPECIFICHE – proprie di alcune categorie di Amministrazioni (es.: Regioni ed Enti Locali; Comuni; Aziende ed Enti del Servizio Sanitario Nazionale; Università) in ragione del tipo di procedimenti e processi tipicamente gestiti. Quali sono le aree GENERALI di rischio? 1. Provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari privi di effetto economico diretto ed immediato per il destinatario (es. una concessione edilizia; un permesso di parcheggio) 2. Provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari con effetto economico diretto ed immediato per il destinatario (es.: una borsa di studio) 3. Contratti Pubblici (ricomprende tutta l’area degli appalti e delle concessioni di beni e servizi) 4. Acquisizione e gestione del personale (concorsi pubblici e gestione dei rapporti di lavoro) 5. Gestione delle entrate, delle spese e del patrimonio 6. Controlli, verifiche, ispezioni e sanzioni 7. Incarichi e nomine 14 8. Affari legali e contenzioso
Il PNA 2019 Vediamone i contenuti: Il processo di gestione del rischio corruttivo Si modifica e si razionalizza il processo di gestione del rischio, allo scopo di renderlo più efficiente ed effettivo, esaltando le differenze e le specificità di ciascuna amministrazione ed evitando standardizzazioni. In quest’ottica, l’Amministrazione procede all’elaborazione del Piano e delle relative misure in tre tappe successive: analisi del contesto (interno ed esterno), valutazione dei rischi corruttivi e loro trattamento. Fondamentale è il monitoraggio delle misure: l’attività di monitoraggio è determinante per il miglioramento continuo del sistema di gestione del rischio corruttivo. Finalità del PTPCT è quella di identificare le misure organizzative volte a contenere il rischio di assunzione di decisioni non imparziali. A tal riguardo spetta alle amministrazioni valutare e gestire il rischio corruttivo, secondo una metodologia che comprende l’analisi del contesto (interno ed esterno), la valutazione del rischio (identificazione, analisi e ponderazione del rischio) e il trattamento del rischio (identificazione e programmazione delle misure di prevenzione). (PNA 2019, pag. 17) Il processo di gestione del rischio corruttivo deve essere progettato ed attuato tenendo presente le sue principali finalità, ossia favorire, attraverso misure organizzative sostenibili, il buon andamento e l’imparzialità delle decisioni e dell’attività amministrativa e prevenire il verificarsi di eventi corruttivi. La mappatura dei processi, l’analisi e la valutazione del rischio, accrescendo la conoscenza dell’amministrazione, consentono di alimentare e migliorare il processo decisionale alla luce del costante aggiornamento delle informazioni disponibili. In tale contesto è altamente auspicabile, come buona prassi, non introdurre ulteriori misure di controlli bensì razionalizzare e mettere a sistema i controlli già esistenti nelle amministrazioni evitando di implementare misure di prevenzione solo formali e migliorandone la finalizzazione rispetto agli obiettivi indicati. (ALL. 1. – PNA 2019) 15
FOCUS: Il processo di gestione del FASE 2: la valutazione del rischio corruttivo cambia radicalmente e si adotta un approccio di tipo qualitativo: occorre valorizzare la motivazione della valutazione, rischio predisponendo un set di item attraverso le quali misurare il livello di esposizione al rischio e formulando di un giudizio sintetico (l’indice di rischio del processo), fornendo a supporto dati, evidenze e motivazione della misurazione applicata. Considerata la natura dell’oggetto di valutazione (rischio di corruzione), per il quale non si dispone, ad oggi, di serie storiche particolarmente robuste per analisi di natura o FASE 1: l’analisi del contesto (interno ed esterno) non può quantitativa, che richiederebbero competenze che in molte amministrazioni non sono essere generica e fine a sé stessa, ma deve essere presenti, e ai fini di una maggiore sostenibilità organizzativa, si suggerisce di adottare un focalizzata sull’acquisizione dei dati effettivamente approccio di tipo qualitativo, dando ampio spazio alla motivazione della valutazione e rilevanti e sulla loro interpretazione ai fini garantendo la massima trasparenza. (ALL. 1, PNA 2019) dell’identificazione di specifici (= per ogni amministrazione) rischi corruttivi . E’ sottolineata, ai fini dell’analisi del contesto interno, la centralità della mappatura dei processi organizzativi, come FASE 3: il trattamento del rischio non deve essere limitato a misure generali e fondamentale strumento di conoscenza e di esame dei standardizzate: si chiede alle Amministrazioni uno sforzo di progettazione di misure meccanismi di funzionamento dell’amministrazione e specifiche e puntuali, ovvero elaborate sulla base delle risultanze della fase di delle sue attività, e non solo a fini “anticorruttivi” ma valutazione, oltre che sostenibili nella fase di implementazione, controllo e anche per favorirne il miglioramento continuo: monitoraggio Il trattamento del rischio è la fase volta ad individuare i correttivi e le modalità più idonee a prevenire i rischi, sulla base delle priorità emerse in sede di valutazione degli eventi Una mappatura dei processi adeguata consente rischiosi. In tale fase, le amministrazioni non devono limitarsi a proporre delle misure all’organizzazione di evidenziare duplicazioni, ridondanze e astratte o generali, ma devono progettare l’attuazione di misure specifiche e puntuali e inefficienze e quindi di poter migliorare l’efficienza allocativa prevedere scadenze ragionevoli in base alle priorità rilevate e alle risorse disponibili. La e finanziaria, l’efficacia, la produttività, la qualità dei servizi fase di individuazione delle misure deve quindi essere impostata avendo cura di erogati e di porre le basi per una corretta attuazione del contemperare anche la sostenibilità della fase di controllo e di monitoraggio delle stesse, processo di gestione del rischio corruttivo (ALL. 1. – PNA 2019) onde evitare la pianificazione di misure astratte e non attuabili. (ALL. 1, PNA 2019 16
Altri contenuti del PNA 2019: le misure di prevenzione GENERALI E’ fortemente ribadita la centralità, nella strategia della prevenzione della corruzione, di misure generali, predisposte dal legislatore e pertanto valide e vincolanti per tutte le Amministrazioni, Sull’imparzialità soggettiva dei funzionari pubblici, con particolare riguardo alla ROTAZIONE STRAORDINARIA DEL PERSONALE ed alla disciplina dei CONFLITTI DI INTERESSE Sulla FORMAZIONE SPECIFICA DEL PERSONALE Sulla ROTAZIONE ORDINARIA del PERSONALE Di TRASPARENZA 17
FOCUS: le misure di prevenzione generali e quelle specifiche “In relazione alla loro portata, le misure possono definirsi “generali” quando si caratterizzano per la capacità di incidere sul sistema complessivo della prevenzione della corruzione, intervenendo in modo trasversale sull’intera Amministrazione o Ente; “specifiche” laddove incidono su problemi specifici individuati tramite l’analisi del rischio e pertanto devono essere ben contestualizzate rispetto all’amministrazione di riferimento. Entrambe le tipologie di misure sono utili a definire la strategia di prevenzione della corruzione in quanto agiscono su due diversi livelli: complessivamente sull’organizzazione e in maniera puntuale su particolari rischi corruttivi. “(PNA 2019 – pag. 35) 18
FOCUS: Le misure di prevenzione specifiche per le UNIVERSITA’ (PNA 2017 e 2019) Nel PNA 2019, oltre alle tradizionali (e generali) aree di rischio (es. contratti pubblici; acquisizione e gestione del personale), valide per tutte le amministrazioni, si identificano aree di rischio specifiche e proprie di ogni Amministrazione. Rivedi la slide n. 14 In particolare, per le UNIVERSITA’ vengono identificate le seguenti aree di rischio specifico, da trattare mediante predisposizione di apposite misure: 1. Gestione delle attività di ricerca 2. Gestione della didattica 3. Reclutamento dei docenti 4. Gestione delle autorizzazioni dei professori universitari allo svolgimento di attività esterne 5. Gestione degli enti e delle attività esternalizzate dalle università (Rif.: ALL. 1 – PNA 2019, che richiama la parte speciale III del PNA 2017) Per una breve disamina delle fattispecie corruttive concretamente verificatesi nelle Università italiane nel corso degli ultimi due anni vai alla seconda parte, Analisi del contesto interno, slide n. 32 19
FOCUS: Le misure di prevenzione specifiche per le UNIVERSITA’ (PNA 2017 e 2019) AREA DI RISCHIO SPECIFICO 1: Gestione delle attività di ricerca Alla pluralità di fondi destinati alla ricerca, si associa una corrispondente pluralità dei soggetti di governance tale per cui non appare assicurata la piena e trasparente conoscibilità dei finanziamenti esistenti, delle procedure adottate dai soggetti erogatori, dei criteri adottati per la valutazione, dei soggetti destinatari dei finanziamenti medesimi, nonché dei valutatori. La frammentazione rende di fatto difficilmente conoscibile il quadro dei finanziamenti. E’, pertanto, fortemente raccomandata l’adozione di misure di trasparenza nelle procedure per l’assegnazione di fondi per la ricerca e nelle successive procedure di valutazione dei relativi risultati. NEL PTPCT DI ATENEO 2020-22, corrisponde all’area di rischio J 20
FOCUS: Le misure di prevenzione specifiche per le UNIVERSITA’ (PNA 2017 e 2019) AREA DI RISCHIO SPECIFICO 2: Gestione della didattica I profili critici nell’organizzazione e valutazione della didattica osservati attengono sia a possibili influenze improprie esercitabili nei processi di accreditamento dei corsi di studio e delle sedi, che coinvolgono atenei e ANVUR, sia ad alcune condotte distorsive dei docenti, idonee a incidere negativamente sulla qualità dell’offerta formativa e sull’apprendimento degli studenti. Sono, pertanto, fortemente raccomandati: - l’adozione di misure di trasparenza e volte a prevenire eventuali conflitti di interesse dei membri delle CEV (Commissioni esterne di valutazione); - l’ampliamento del contenuto dei Codici etici di Ateneo relativo ai doveri dei docenti; - il rafforzamento del ruolo di vigilanza svolto dai Direttori di Dipartimento. NEL PTPCT DI ATENEO 2020-22, corrisponde all’area di rischio I 21
FOCUS: Le misure di prevenzione specifiche per le UNIVERSITA’ (PNA 2017 e 2019) AREA DI RISCHIO SPECIFICO 3: Reclutamento dei docenti «Tra le aree a rischio corruttivo cui potenzialmente tutte le pubbliche amministrazioni sono esposte (le c.d. “aree di rischio generali”), la l. 190/2012, all’art. 1, co. 16, include i concorsi e le prove selettive per l’assunzione del personale e le progressioni di carriera. Per quanto riguarda i docenti universitari, il processo di reclutamento, a seguito dell’approvazione della legge 240/2010, investe sia il livello nazionale in cui i candidati sono valutati ai fini del conseguimento dell’abilitazione scientifica nazionale, sia quello locale nel quale i singoli atenei gestiscono le candidature presentate dagli abilitati ai fini della chiamata su posti di professore disponibili presso l’ateneo». (PNA 2017, parte III, pag. 59 e seguenti) E’ pertanto fortemente raccomandata l’adozione di misure volte a prevenire conflitti di interesse nel processo di classificazione delle riviste scientifiche (rilevante nella procedura di valutazione per il conseguimento dell’Abilitazione Scientifica Nazionale); di misure di contenimento al ricorso della procedura di reclutamento dei professori ai sensi dell’art. 24, co. 6, l. 240/2010, privilegiando procedure aperte anche a candidati esterni agli Atenei; di adeguate misure di programmazione del reclutamento dei docenti; di misure di prevenzione dei conflitti di interesse dei partecipanti alle procedure di reclutamento e nella formazione delle commissioni di valutazione; di misure di trasparenza che rendano leggibili i criteri e le procedure di valutazione. 22 NEL PTPCT DI ATENEO 2020-22, corrisponde all’area di rischio K
FOCUS: Le misure di prevenzione specifiche per le UNIVERSITA’ (PNA 2017 e 2019) AREA DI RISCHIO SPECIFICO 4: Gestione delle autorizzazioni dei professori universitari allo svolgimento di attività esterne L’area di rischio 4 è contenuta nella più ampia area di rischio, individuata dal PNA 2017, concernente «i conflitti di interesse e le incompatibilità, con particolare riguardo al personale docente e ricercatore, la cui disciplina è caratterizzata da incertezza interpretativa e da un alto livello di difformità applicativa da parte dei diversi Atenei». (PNA 2017, pag. 69) «Il rischio di conflitto di interesse, le cui cautele sono disciplinate in via generale per tutti i dipendenti pubblici all’art. 53, d.lgs. 165/2001, investe in modo del tutto singolare il comparto delle Università, ove – diversamente da altre amministrazioni – lo svolgimento di attività collaterali di carattere applicativo (consulenza, esercizio professionale, attività redazionali e, in ogni caso, le attività extra-istituzionali) può conciliarsi legittimamente e anche virtuosamente con l’autonomia di ricerca (PNA 2017, pag. 69 e 70)». In particolare si segnala che, quanto alle attività «esterne» autorizzabili dal Rettore in conformità ai singoli Regolamenti di Ateneo, le modifiche introdotte all’art. 53 del d.lgs. 165/2001 dalla l n. 190/2012 (nonché l’art. 6 della l. 240/2010), vanno nella direzione di richiedere alle amministrazioni, in sede di disciplina e rilascio delle autorizzazioni, una maggiore attenzione nella valutazione della compatibilità tra incarichi esterni e svolgimento delle attività lavorative presso l’amministrazione di appartenenza, relativamente al profilo dei conflitti di interesse. 23 NEL PTPCT DI ATENEO 2020-22, corrisponde all’area di rischio L
FOCUS: Le misure di prevenzione specifiche per le UNIVERSITA’ (PNA 2017 e 2019) AREA DI RISCHIO SPECIFICO 5: Gestione degli enti e delle attività esternalizzate dalle università «La proliferazione di società partecipate, associazioni, consorzi e fondazioni è riconducibile all’esigenza dei diversi Atenei di conferire a soggetti esterni lo svolgimento di determinate attività di interesse pubblico, anche in considerazione dei vincoli posti per la partecipazione a progetti finanziati con fondi regionali e comunitari. Tuttavia, tale pratica attuata dalle Università può esporre la gestione di risorse pubbliche a fenomeni di corruzione e di mala gestio e, pertanto, è opportuno sia monitorata sin dalla sua fase originaria, ossia la valutazione preventiva sull’opportunità di costituire nuovi enti a partecipazione pubblica, ovvero di acquisire delle quote di partecipazioni siano esse anche indirette». (PNA 2017, pag. 74) E’ pertanto fortemente raccomandata l’adozione di misure volte ad assicurare adeguato controllo e riscontro sull’effettiva «necessità» di costituire nuovi enti o di esternalizzare attività, e di misure volte a prevenire l’insorgenza di conflitti di interesse, nella forma del conflitto tra controllore e controllato, nell’esercizio dei poteri di indirizzo e vigilanza dell’università nei confronti dell’ente privato da essa costituito o comunque da essa controllato o partecipato. E’ inoltre fortemente sconsigliata l’utilizzazione di personale universitario (professori ricercatori, tecnici, dipendenti amministrativi) da parte di questi soggetti, anche dopo la cessazione del servizio (pantouflage). Particolarmente rischioso il fenomeno dell’attribuzione di cariche presso gli enti a professori in servizio o a professori in pensione. 24 NEL PTPCT DI ATENEO 2020-22, corrisponde all’area di rischio M
Proviamo a riassumere un po’ di concetti: Gli ATTORI PRINCIPALI del sistema di prevenzione e contrasto della corruzione: Il SISTEMA di prevenzione e contrasto della corruzione si - siamo, in primo luogo, NOI TUTTI, come cittadini e servitori pubblici che affianca al sistema (penale) di repressione della corruzione e lo operano ed agiscono per il bene comune; completa: l’ottica è quella di prevenire il verificarsi dei fenomeni corruttivi anziché “curarli” dopo che si siano verificati, - è la RETE tra l’ANAC e le Pubbliche Amministrazioni: l’ANAC è concepita favorendo la “buona amministrazione” e, pertanto, il continuo come autorità di coordinamento e regolazione del complessivo sistema, che “poggia” sulle gambe delle singole pubbliche amministrazioni: esse miglioramento della complessiva attività dell’amministrazione e adottano, in concreto e tenuto conto delle proprie specificità, ciascuna la della sua efficienza ed efficacia. propria particolare strategia di prevenzione e contrasto; Gli ATTI ed I DOCUMENTI più rilevanti del sistema di prevenzione - è il Responsabile per la Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza e contrasto della corruzione sono il PIANO NAZIONALE (R.P.C.T.) di ogni singola Amministrazione: ha il compito e la responsabilità ANTICORRUZIONE (P.N.A.) elaborato dall’ANAC e, per ciascuna di elaborare il PTPCT, raccogliendo dati ed informazioni rilevanti per la singola amministrazione, il proprio Piano Triennale per la conoscenza dell’organizzazione interna dell’Amministrazione, dei suoi processi organizzativi e decisionali e del contesto in cui opera, al fine di Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza (P.T.P.C.T.), identificare i rischi corruttivi e di selezionare quelli meritevoli di trattamento aggiornato e “riassestato” periodicamente. mediante la predisposizione di apposite misure di gestione e prevenzione. Ha funzioni di monitoraggio e controllo sul funzionamento e l’osservanza Le MISURE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE si distinguono in del PTPCT e ne verifica l’efficace attuazione, proponendo modifiche dello GENERALI, comuni ad ogni Amministrazione, e SPECIFICHE, stesso quando sono accertate significative violazioni delle prescrizioni proprie di alcune categorie di Amministrazioni (es. UNIVERSITA’) ovvero quando intervengano mutamenti nell’organizzazione o nell’attività o anche elaborate da ciascuna singola Amministrazione per dell’amministrazione. Tutta l’amministrazione nel suo complesso ed in contrastare propri specifici rischi. particolare i suoi Dirigenti sono chiamati alla massima collaborazione con il RPCT ed a fornirgli tutto il necessario supporto informativo. 25
IL PTPCT di Ateneo 2020-2022 Il PTPCT di Ateneo, adottato con delibera del Consiglio di Amministrazione n.97 del 06/02/2020 (http://www.unina.it/statuto-e-normativa/piano-di-prevenzione-della-corruzione) 26
I SOGGETTI della strategia di prevenzione della corruzione di Ateneo Nel PTPCT di Ateneo sono individuati, e ne sono E’ richiesto il contributo dell’Ufficio Affari speciali enunciate le specifiche funzioni, i SOGGETTI della del personale (UASP) e di tutti i dipendenti strategia di prevenzione della corruzione di Ateneo, dell’Amministrazione. Questi ultimi: ovvero: sono chiamati a partecipare al processo di il Consiglio di Amministrazione gestione del rischio mediante consultazione pubblica; il Responsabile per la Prevenzione della corruzione e la Trasparenza (RPCT), i suoi osservano le misure contenute nel P.T.P.C.T.; Referenti -ovvero tutti i Dirigenti dell’Ateneo – ed il segnalano le situazioni di illecito al proprio Responsabile dell’Anagrafe per la stazione dirigente o all’UASP; appaltante (RASA) segnalano casi di personale conflitto di il Nucleo di Valutazione di Ateneo, con funzioni di interessi verifica, controllo e coordinamento (PTPCT 2020-22, da pag. 15) 27
L’ELABORAZIONE DELLA STRATEGIA DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE DI ATENEO (= determinazione delle finalità da perseguire) In linea con quanto definito nel PNA 2019, l'elaborazione della strategia di prevenzione della corruzione di Ateneo ha previsto un ampio coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, nell’ottica dell’ascolto e della più ampia partecipazione, con l’obiettivo di CONIUGARE LEGALITA’ ED EFFICIENZA: il rafforzamento e la difesa dei valori etici e dell’integrità nella comunità universitaria va coniugato con una maggiore efficienza ed efficacia della macchina organizzativa e con la mission dell’Ateneo, attraverso sistematici collegamenti tra azioni e misure per la trasparenza e la prevenzione della corruzione da un lato e il sistema della performance di Ateneo. (PTPCT 2020-22, pag. 20) Più in dettaglio, la strategia di prevenzione della corruzione di Ateneo è finalizzata a: ridurre le opportunità che si manifestino casi di corruzione aumentare la capacità di scoprire casi di corruzione creare un contesto sfavorevole alla corruzione Vedile, in dettaglio, a innalzare ulteriormente il livello della trasparenza in Ateneo pag. 21-24 del La strategia di prevenzione della corruzione di Ateneo si articola in 23 specifiche azioni Piano o nelle slides 38 e 39 28
Il PROCESSO DI FORMAZIONE e di AGGIORNAMENTO del PTPCT 2020-2022 Nella definizione del Piano per la Prevenzione della Corruzione di Ateneo, coerentemente con le indicazioni del PNA 2019, SONO STATE SVILUPPATE TUTTE LE FASI del PROCESSO DI GESTIONE DEL RISCHIO CORRUTTIVO: “Per gestione del rischio corruzione si intende l’insieme delle attività coordinate per guidare e tenere sotto controllo l’Amministrazione con riferimento al rischio corruzione. (…) La pianificazione, mediante l’adozione del P.T.P.C., è il mezzo per attuare la gestione del rischio” (PTPCT di Ateneo, pag. 27) La gestione del rischio corruzione è l'applicazione di una consolidata metodologia elaborata dalle scienze aziendalistiche e statistiche- il risk management – all’ambito degli eventi corruttivi, che costituiscono una gravissima minaccia per le Amministrazioni Pubbliche, derivando da essi il mancato o ridotto perseguimento dell’interesse pubblico alla loro cura affidato ed una perdita o spreco di risorse pubbliche. La gestione del rischio corruttivo richiede innanzitutto l’identificazione e analisi di tutti gli eventi di natura corruttiva e fraudolenta che possano “toccare” l’Ateneo, al fine di ridurne la probabilità di realizzazione e gli impatti negativi, non solo economici. Abbiamo ricordato, nella prima parte del corso, che il PROCESSO di GESTIONE del RISCHIO CORRUZIONE disegnato dal PNA 2019 si articola in TRE FASI FONDAMENTALI: ANALISI DEL CONTESTO, VALUTAZIONE DEL RISCHIO e TRATTAMENTO DEL RISCHIO per ricordarne le finalità e lo svolgimento, torna alla prima parte, slide n. 15 e 16 L’Ateneo, coerentemente con le più consolidate norme tecniche in materia, ha inoltre sviluppato le fasi della MAPPATURA DEI PROCESSI, strumento di indispensabile conoscenza dell’organizzazione e del suo agire, e del MONITORAGGIO e CONTROLLO 29
Il processo di gestione del rischio corruzione: l'analisi del contesto ESTERNO nel PTPCT di Ateneo L’elaborazione del Piano è partita dalla raccolta ed analisi dei dati salienti a definire il contesto, esterno ed interno, in cui l’Ateneo opera. “La prima e indispensabile fase del processo di gestione del rischio è quella relativa all’analisi del contesto, attraverso la quale ottenere le informazioni necessarie a comprendere come il rischio corruttivo possa verificarsi all’interno dell’Amministrazione, per via delle specificità dell’ambiente in cui essa opera - in termini di strutture territoriali e di dinamiche sociali, economiche e culturali -o delle caratteristiche organizzative interne”. (PTPCT 2020-22, pag.6) L’analisi del contesto ESTERNO prende in esame dati e risultanze di studi di organizzazioni internazionali (in particolare, Transparency International e la sua relazione annuale: https://www.transparency.it/indice-percezione-corruzione-2019/) e dell’ANAC (in particolare, il rapporto “La corruzione in Italia (2016-2019) – Numeri, luoghi e contropartite del malaffare”, elaborato con il supporto della Guardia di Finanza: vedilo in https://www.anticorruzione.it/portal/public/classic/Comunicazione/News/_news?id=d92b7f9c0a778042565ef9095ee63e 8d), della Città Metropolitana di Napoli e della Commissione Parlamentare Antimafia. Da essa emerge, guardando al Paese nel suo complesso, un rallentamento del miglioramento della posizione dell’Italia nella classifica degli Stati più corrotti, “il che induce a ritenere che debba mantenersi alta l’attenzione ai fenomeni corruttivi per consolidare e migliorare i risultati già raggiunti dal 2012 ad oggi, costante il monitoraggio sull’evoluzione delle forme in cui la corruzione si manifesta e forte l’impegno a richiedere regolamentazione dell’attività di lobbying e dei conflitti di interesse, le “porte” dalle quali la corruzione può insinuarsi” (PTPCT 2020-22, pag.7) 30
Il processo di gestione del rischio corruzione: l'analisi del contesto ESTERNO nel PTPCT di Ateneo Sono stati verificati e censiti, mediante i dati ed i documenti sopra ricordati, “fatti concreti” ovvero la tipologia delle fattispecie corruttive effettivamente verificatesi in Italia e nel nostro contesto territoriale: il settore dell’assegnazione degli appalti resta quello più pericoloso (anche per l’azione della criminalità organizzata) ed in costante evoluzione quanto alle “modalità” del verificarsi di fatti corruttivi, accompagnato dal settore dei concorsi pubblici. Le Università, in particolare, sono state “toccate” da 15 casi di corruzione nel 2018 e da 19 casi di corruzione nel 2019: in concreto, dei 15 casi registrati nell’anno 2018, 3 hanno riguardato specificamente l’assegnazione di appalti; per i rimanenti casi, i fatti, ipotizzati ed oggetto di indagine giudiziaria o tradottisi in formulazione di ipotesi di reato, sono tra i più diversi: dall’utilizzo irregolare di fondi, anche di ricerca, ai concorsi pilotati (n. 2 casi), all’alterazione delle graduatorie per l’accesso ai corsi a numero programmato. A seguire, dei casi registrati per tutto l’anno 2019, 3 hanno riguardato l’assegnazione di appalti e ben 7 – di cui uno con indagine estesa a molte Università italiane - hanno riguardato il settore dei concorsi (PTPCT 2020-22, pag.10). 31
Il processo di gestione del rischio corruzione: l'analisi del contesto INTERNO nel PTPCT di Ateneo L’analisi del contesto INTERNO prende in esame la nostra Università, mettendone in rilievo la complessità – tipica dei Mega-Atenei - in termini organizzativi, strutturali e di risorse umane e di volumi di attività gestite. Così come per l’analisi del contesto esterno, si è proceduto alla raccolta di dati ed informazioni rilevanti per censire i casi di maladministration concretamente verificatisi nel nostro Ateneo, da cui sono emersi: n. 8 casi, a carico di docenti o ricercatori dell’Ateneo, di omessa richiesta di autorizzazione all’esercizio di incarichi extraistituzionali (art. 53, d.lgs. 165/01) e/o di omessa richiesta di collocazione in regime di tempo definito n. 5 casi, con altrettanti procedimenti disciplinari avviati, di cui n. 4 per svolgimento non autorizzato di incarichi extraistituzionali e n.1 a carico di un impiegato dell’Ateneo per inosservanza di disposizioni in tema di incompatibilità per attività libero-professionale n. 3 casi, a carico di impiegati dell’Ateneo, di falsa attestazione della presenza in servizio con conseguente assenza ingiustificata n. 3 casi, a carico di impiegati dell’Ateneo, connessi a procedimenti disciplinari o penali n. 7 segnalazioni provenienti da whistleblowers, talvolta reiterate, riguardano essenzialmente il mancato rispetto del divieto di fumo o l’allontanamento ingiustificato dal servizio; n. 3 segnalazioni da canali riservati per presunte irregolarità nello svolgimento di concorsi per il personale docente e ricercatore 32
Il processo di gestione del rischio corruzione: l'analisi del contesto INTERNO nel PTPCT di Ateneo Attraverso lo strumento del sondaggio anonimo, si è tentato di “misurare” il dato della corruzione percepita in Ateneo. Si è evidenziata, purtroppo, scarsa partecipazione alla rilevazione (solo 10 su 63 coloro che hanno risposto): occorrerà per il futuro comprenderne le ragioni ed attuare opportuni correttivi. Secondo l’opinione dell’80% dei ‘rispondenti’ il livello percepito di corruzione è basso; l’area nella quale è ritenuto più probabile che possano verificarsi episodi di corruzione è quella amministrativa (60% delle risposte); non si percepisce la necessità di ulteriori misure di prevenzione della corruzione (80%), ma, se del caso, si ritiene che il settore più sensibile sia quello degli appalti o degli affidamenti, seguito, nelle risposte, da quello delle progressioni di carriera e dei concorsi. 33
Conclusioni Si riportano, di seguito, le conclusioni a cui hanno condotto le attività di analisi del contesto esterno ed interno: "L’analisi di contesto restituisce l’istantanea di un’organizzazione sostanzialmente sana, attesi i grandi numeri dell’Ateneo stesso in termini di articolazioni e di risorse umane ed i casi, tutto sommato sporadici - anche se (…) di notevole entità economica - di corruzione o di maladministration. Il contesto esterno suggerisce di mantenere alta l’attenzione verso il settore degli appalti e degli affidamenti, tradizionalmente a rischio, anche se non interessato nell’anno appena trascorso da episodi concreti (…). Quanto al settore dei concorsi - che il contesto esterno, ed alcuni input provenienti dal contesto interno, suggeriscono come problematico - sarà oggetto di costante ed attento monitoraggio in ordine all’efficacia delle misure fin qui adottate. Altrettanta attenzione e costante monitoraggio dovranno essere profusi nell’ambito degli incarichi extraistituzionali del personale di Ateneo, con particolare attenzione al personale docente e ricercatore, in modo da prevenire il ripetersi di fattispecie di grave entità, anche con intensificazione dei controlli già esistenti (…)"(PTPCT 2020-22, pag.14) 34
Il processo di gestione del rischio corruzione la fase di mappatura dei processi «Consiste nell’individuazione del processo e delle sue componenti interne, delle sue fasi e delle responsabilità per ciascuna fase e l’individuazione dell’interazione con altri processi» (PTPCT di ATENEO, pag. 29). In generale, la mappatura dei processi consente la perfetta conoscenza (o aspira alla COSA SI INTENDE PER perfetta conoscenza) dell’organizzazione dell’Amministrazione ed dei suoi “modi di PROCESSO? agire”, favorendone il miglioramento continuo in termini di efficienza ed efficacia. E’ un concetto tratto dalle scienze Applicata alla gestione del rischio corruttivo, la mappatura dei processi consente aziendalistiche ed adattato alle l’individuazione delle aree entro cui deve essere sviluppata la valutazione del rischio. Pubbliche Amministrazioni: può A valle della mappatura, i processi ritenuti a rischio corruzione vengono schedati e definirsi come una sequenza di confluiscono in un “Catalogo dei processi a rischio corruzione”. attività, tra loro interdipendenti e finalizzate al perseguimento di un Nel corso degli anni, a partire dal 2013, sono stati mappati e catalogati i processi a rischio obiettivo comune ed alla corruzione dell’Amministrazione Centrale, ed, a partire dal 2015, si è avviata la stessa creazione di un valore aggiunto attività anche per le Strutture Decentrate per l’utente (interno o esterno) “Se non riuscite a descrivere quello che state facendo come ALLA FASE DI MAPPATURA SEGUONO LE FASI DI VALUTAZIONE del RISCHIO e del se fosse un processo, non sapete TRATTAMENTO del RISCHIO cosa state facendo" (W. E. Deming) RIVEDI PRIMA PARTE, SLIDE 16 35
Il processo di gestione del rischio corruzione: la fase di monitoraggio e controllo nel PTPCT di Ateneo L’ultima fase del processo di gestione del rischio corruttivo, così come disegnato nel PTPCT di Ateneo, consiste nel MONITORAGGIO ed nel RIESAME sull’ATTUAZIONE delle concrete misure anticorruzione e sulla loro IDONEITA’ a fronteggiare e contenere il rischio. Consente inoltre di verificare la “TENUTA” DEL COMPLESSIVO SISTEMA ANTICORRUZIONE messo a punto dall’Amministrazione. Dunque, il PROCESSO DI GESTIONE DEL RISCHIO E’ CIRCOLARE: la FASE del MONITORAGGIO E DEL RIESAME consente di evidenziare i difetti del sistema (da tamponare) ed i suoi punti di forza, le azioni e le misure da potenziare, e quelle da semplificare o anche cancellare se inutili o poco incisive, ponendo le basi per il miglioramento continuo della complessiva efficacia ed efficienza del SISTEMA ANTICORRUTTIVO elaborato e gestito dall’Amministrazione. «Monitoraggio e riesame, aggiornamento e comunicazione: tale azione completa la gestione del rischio e presuppone interventi continui, volti a identificare eventuali cambiamenti del contesto interno ed esterno e a garantire la costante raccolta e diffusione delle informazioni. L’azione di monitoraggio comporta la valutazione del livello di rischio tenendo conto delle azioni di risposta. Questa fase è finalizzata alla verifica dell’efficacia dei sistemi di prevenzione adottati e, quindi, alla successiva messa in atto di ulteriori strategie di prevenzione. Essa è attuata dai medesimi soggetti che partecipano all’interno processo di gestione del rischio, in stretta connessione con il sistema di programmazione e di audit» (PTPCT 2020-22, pag. 28) 36
ESITI del PROCESSO DI FORMAZIONE e di AGGIORNAMENTO del PTPCT 2020-2022 Il processo di formazione ed aggiornamento del PTPCT di Ateneo ha richiesto il pieno coinvolgimento e la partecipazione attiva di tutti i SOGGETTI (torna a SLIDE 27) e di tutta la Comunità Universitaria , il che ha condotto: Alla revisione delle aree di rischio generali e specifiche (e di alcune delle relative misure) già prese in esame nei precedenti PTPCT Alla individuazione di n. 3 ulteriori aree di rischio specifiche, in armonia con il PNA 2017 e 2019: 1. area di rischio K - Reclutamento dei docenti, con l’individuazione dei processi a rischio K1, K2, K3, K4 e delle relative misure di prevenzione rivedi la prima parte, slide 22 2. area di rischio L - Gestione delle autorizzazioni dei professori universitari allo svolgimento di attività esterne, con l’individuazione del processo a rischio L1 e della relativa misura di prevenzione rivedi la prima parte, slide 23 3. area di rischio M - Gestione degli Enti e delle Attività esternalizzate dalle Università, con l’individuazione dei processi a rischio M1, M2 e delle relative misure di prevenzione rivedi la prima parte, slide 24 per gli uffici di Dipartimenti e Centri, alla determinazione di proseguire in successivi approfondimenti l’attività di integrazione/revisione delle misure, tenuto conto della complessità di coordinamento dell’attività di prevenzione della corruzione tra l’amministrazione centrale e le strutture periferiche 37
AZIONE 8: Comunicazione periodica al Nucleo di Valutazione, LA STRATEGIA DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE al Direttore generale, ai referenti della trasparenza e ai capi (rivedi SLIDE 28 o PTPCT 2020-22, pag. 20-24) degli uffici sullo stato di attuazione in Ateneo degli obblighi di pubblicazione si articola e si declina in 23 specifiche AZIONI: AZIONE 9: Interviste in contesti selezionati per valutare la percezione della corruzione e della trasparenza in Ateneo AZIONE 1: potenziamento della formazione sui temi della AZIONE 10: Sensibilizzazione degli stakeholder legalità e dell’etica AZIONE 11 Monitoraggio delle segnalazioni dei whistleblowers AZIONE 2: l’impegno al supporto costante agli Uffici delle Strutture Decentrate in ordine agli adempimenti in materia di AZIONE 12 Utilizzo di strumenti di controllo e vigilanza per finalità anticorruzione, trasparenza e performance di prevenzione dell’illegalità nelle Strutture di Ateneo AZIONE 3: aggiornamento ed il completamento del catalogo dei processi AZIONE 13 Aggiornamento – a cura dell’URPT – sul sito web di Ateneo, nella sezione Amministrazione trasparente, del registro AZIONE 4: completamento del processo di identificazione e on line delle istanze di accesso civico generalizzato valutazione del rischio e individuazione delle misure, con riferimento ai processi curati dalle strutture decentrate AZIONE14 Utilizzo di piattaforme informatiche che consentano d dell’Ateneo i inserire direttamente ed aggiornare costantemente i dati relati AZIONE 5: Aggiornamento annuale del registro dei rischi e vi alla scelta del contraente per lavori, servizi e forniture dell’Ate delle misure, anche all’esito delle risultanze dei monitoraggi neo ai fini della trasmissione all’ANAC e delle verifiche AZIONE 15 Supporto alle strutture di Ateneo AZIONE 6: Monitoraggio dello stato di attuazione del PTPCT e per uniformare la modulistica utilizzata, al fine delle misure di prevenzione della corruzione di assicurare un'applicazione omogenea della normativa in mat AZIONE 7: Monitoraggio dello stato di attuazione delle eria di trasparenza 38 misure di trasparenza AZIONE 16 Approvazione del Codice Etico di Ateneo e del Codice di Comportamento
LA STRATEGIA DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE Ed inoltre: (rivedi SLIDE 28 o PTPCT 2020-22, pag. 20-24) AZIONE 20 – Adeguamento della Piattaforma per il si articola e si declina in 23 whistleblowing specifiche AZIONI: AZIONE 21 - Approfondimenti e conseguente aggiornamento del Piano in ordine a possibili In particolare, alla luce della necessità di mantenere alta situazioni di conflitto di interesse in sede di stipula l’attenzione sull’area generale di rischio CONTRATTI PUBBLICI e con soggetti privati e successiva attuazione delle sulle aree specifiche di rischio RECLUTAMENTO DEI DOCENTI e convenzioni per il finanziamento di posti di GESTIONE DELLE AUTORIZZAZIONI DEI PROFESSORI UNIVERSITARI professore e ricercatore ALLO SVOLGIMENTO DI ATTIVITÀ ESTERNE (VEDI SLIDE n. 34) sono state elaborate le seguenti azioni : AZIONE 17 - Aggiornamento del Protocollo di legalità (ambito: AZIONE 22 - Rotazione ordinaria del personale: CONTRATTI PUBBLICI) istruttoria volta all’adozione di uno specifico atto AZIONE 18 - Rispetto delle linee guida ANAC n. 15 del 5 giugno organizzativo 2019 e delle previsioni del PNA 2019 sui conflitti di interessi nell’area di rischio “B” – Contratti Pubblici AZIONE 23 - Approfondimenti e conseguente AZIONE 19 - Ulteriori approfondimenti in ordine al settore dei aggiornamento del Piano in ordine ad ulteriori concorsi e a quello degli incarichi extraistituzionali del personale docente e ricercatore di Ateneo, ai fini di una misure da introdurre per gli enti di diritto privato modifica o integrazione in corso d’anno delle schede di controllati 39 programmazione delle misure di prevenzione in materia
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